chiarimento sul reato di plagio - "PARTHENOPE"

Transcript

chiarimento sul reato di plagio - "PARTHENOPE"
Tratto da TESIONLINE / TESILINK
Reato di Plagio
http://www.tesilink.it/reato-plagio.jsp
Che la tesi debba essere farina del sacco del laureando che la presenta è cosa talmente evidente da
renderne superflua ogni giustificazione.
E’ tuttavia importante conoscere le conseguenze alle quali si può andare incontro qualora si presenti una
tesi non originale. In proposito, ecco quanto dispone in merito la legge 19 aprile 1925, n. 475, tutt’ora in
vigore:
«Chiunque in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il
conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico [...] presenta, come propri,
dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri, è punito con la
reclusione da tre mesi ad un anno».
La pena prevista è più severa se si riesce in questo modo a conseguire il titolo di laurea:
«La pena della reclusione non può essere inferiore a sei mesi qualora l’intento sia conseguito».
Ulteriore conseguenza, la revoca della laurea, come previsto dall’articolo 5 della legge:
«La sentenza di condanna o quella che dichiara che il fatto sussiste, ordina la cancellazione del
provvedimento che ne sia derivato.»
Per comprendere con maggiore chiarezza quali requisiti debba possedere una tesi per non incorrere nel
reato previsto dalla legge, conviene tenere presente quanto sostenuto dalla Cassazione nel novembre del
1997:
«La legge sulla repressione della falsa attribuzione di lavori altrui da parte di aspiranti al conferimento di
lauree non si riferisce a un lavoro compilato interamente da un soggetto diverso da quello che ne appare
l’autore, ma anche al fatto oggettivo che il lavoro non sia proprio, cioè non sia frutto del proprio pensiero,
svolto anche in forma riepilogativa o espositiva, ma che esprima tuttavia quello sforzo di ripensamento di
problematiche altrui che si richiede per saggiare le qualità espositive di un candidato».
Dunque, attenzione a distinguere con chiarezza i passi del proprio lavoro nel quale si riporta fedelmente il
pensiero altrui, il che è del tutto lecito se adeguatamente indicato, dalle proprie rielaborazioni e sintesi, per le
quali si richiede originalità. Riprodurre il pensiero altrui come se fosse il proprio, per quanto lo si condivida,
non è permesso.
***
Programma Anti-Plagio
http://www.tesilink.it/prog_anti-plagio.jsp
La tua tesi probabilmente contiene diversi brani che hai trovato in Internet. Niente di male, anzi: la capacità
di utilizzare in modo appropriato le risorse disponibili in rete è ormai parte indispensabile del bagaglio di
competenze di un neolaureato.
Attenzione, però: l’uso di questi materiali nella tesi deve essere corretto, altrimenti il tuo lavoro corre il grave
rischio di essere considerato null’altro che il frutto di un “copia-incolla” indiscriminato e dunque, in buona
sostanza, un plagio.
Utilizzare correttamente le risorse che hai consultato in Internet significa citare puntualmente la fonte di ogni
brano inserito nella tesi, non solo perché questo rende chiaro che non stai cercando di attruibuirtene la
paternità, ma anche per correttezza scientifica, dal momento che il lettore deve sapere da quale contesto
sono tratte le affermazioni che riporti.
[…]
***
Come citare
http://www.tesilink.it/citare-correttamente.jsp
Utilizzare nella propria tesi brani scritti da altri non solo è lecito, ma in molti casi opportuno: è molto
improbabile che l’argomento discusso nella tesi non sia già stato affrontato da autorevoli studiosi, e la tesi
stessa risulterebbe lacunosa se non se ne riportasse il pensiero.
In simili situazioni, riportare testualmente brani tratti da libri, riviste scientifiche o siti Internet, è perfettamente
appropriato. Non solo: l’abbondanza di citazioni è indice di una adeguata conoscenza della letteratura
sull’argomento e, pertanto, di competenza. L’importante è che il lettore sia messo in grado di capire con
chiarezza quali parti della tesi sono testi altrui, chi ne è l’autore e da quale fonte sono tratte.
Dunque, è sufficiente rispettare poche regole per evitare di commettere un plagio.
La prima di queste consiste nell’inserire tra virgolette il testo citato, che deve essere riprodotto fedelmente.
Eventuali omissioni di brani non pertinenti al contesto vanno segnalate inserendo tre punti, racchiusi o meno
tra parentesi quadre, in questo modo: [...].
Ogni citazione deve essere accompagnata, in nota o nel testo, dall’indicazione della fonte, che normalmente
è composta da: cognome dell’autore, anno di pubblicazione, numero della pagina contenente il testo citato.
Tutte le fonti alle quali si fa riferimento in questo modo devono essere inserite nella bibliografia.
La corretta e puntuale indicazione della fonte è necessaria anche per brani tratti da Internet, e anche se
questi non sono protetti da diritto d’autore. In questo caso, andrà indicato l’indirizzo (Url) completo della
fonte. Inoltre, quando si citano fonti Internet è buona norma indicare la data in cui ne è stata effettuata la
consultazione, dal momento che queste possono cambiare nel tempo.