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RICERCA IN SALUTE PRIMALE
UNA NUOVA ERA NELLA RICERCA SULLA SALUTE
Pubblicazione quadrimestrale del Centro di Ricerca in Salute Primale
Charity No.328090
72, Savernake Road, London NW3 2JR
[email protected]
Autunno 2009
Vol 17. No2
**************************
www.primalhealthresearch.com
(Accesso gratuito alla Primal Health Research Data Bank)
www.wombecology.com
(informazioni aggiornate sul Convegno Mittelatlantico sulla Nascita e sulla Ricerca in Salute
Primale)
LA NASCITA NEL PAESE DI UTOPIA
GENNAIO 2031
Come tutti sanno, il nostro paese – Utopia – è un territorio indipendente.
Anche se abbiamo raggiunto un elevato livello scientifico e tecnologico, siamo
riusciti a conservare e perfino a coltivare alcune caratteristiche fondamentali
della nostra cultura. In particolare, abbiamo sviluppato la capacità di concepire
progetti irrealistici e di oltrepassare il limite della correttezza politica.
Prenderemo ad esempio la storia della nascita per illustrare in dettaglio le
caratteristiche di un 'Utopiano'.
Nel 2010 due donne famose di Utopia decisero di partorire con il
cesareo. Per questo motivo, di colpo, la nascita divenne uno degli temi principali
riportati dai media. Tutti si resero conto che il tasso di cesarei stava
aumentando di anno in anno. L'opinione pubblica era tuttavia d'accordo con le
severe linee guida promosse dalla OUS, l'Organizzazione Utopiana della Sanità.
Per far fronte a quella situazione senza precedenti, il vertice dell'OUS decise di
indirre un incontro multidisciplinare.
Il primo a parlare fu un esperto di statistica, che presentò dei grafici
impressionanti sull'andamento del tasso di cesarei a partire dal 1950, momento
in cui la tecnica del segmento inferiore sostituì quella classica. Secondo la sua
estrapolazione, era assai probabile che dopo il 2020 il cesareo sarebbe
diventato il modo più comune di partorire. Un emerito medico ostetrico si sentì
in dovere di commentare immediatamente quei dati, sostenendo che, di quel
nuovo fenomeno, andavano considerati anche gli aspetti positivi. Egli spiegò
come il cesareo fosse divenuto un'operazione facile, rapida e sicura. Era
convinto che, in un futuro prossimo, la maggior parte delle donne avrebbero
preferito evitare i rischi associati al parto per via vaginale. A conferma della sua
opinione, presentò uno studio canadese, pubblicato nel 2007, in cui non si era
riscontrato neanche un caso di morte materna, su più di 46.000 cesarei elettivi
per presentazione podalica alla 39.a settimana di gestazione. Fece riferimento
anche a un successivo studio statunitense, pubblicato nel 2009, con un solo
caso di morte neonatale su 24.000 cesarei ripetuti. Secondo lui, in molti casi, il
cesareo elettivo prima dell'inizio spontaneo del travaglio era in assoluto il modo
più sicuro di partorire. L'espressione sul viso di un'ostetrica alle sue parole
conclusive '...non è possibile fermare il progresso...', tuttavia, suggeriva che al
medico potesse sfuggire qualche dettaglio.
La presidentessa del BWL ('association for Birth With Love', associazione per la
nascita con amore) reagì prontamente alla conclusione del medico.
Innanzitutto, gli chiese quali criteri avesse usato per valutare il grado di
sicurezza del cesareo. Com'era prevedibile, lui menzionò unicamente la
mortalità e la morbilità, sia perinatali che materne. A quel punto la
presidentessa del BWL spiegò che quella limitata lista di criteri era stata fissata
in passato, prima del 21o secolo, mentre ora numerose discipline scientifiche in
pieno sviluppo indicavano la necessità di una lista di criteri nuovi per la
valutazione delle pratiche ostetriche. Questa considerazione costituì il punto di
svolta di questo storico incontro multidisciplinare.
Un professore di endocrinologia fece subito eco a questo commento
eloquente e convincente. Dopo aver fatto riferimento all'accumularsi di dati
sugli effetti comportamentali degli ormoni implicati nella nascita, poté
facilmente convincere la platea del fatto che la donna, per avere un bambino, è
stata programmata a rilasciare un vero e proprio 'cocktail di ormoni dell'amore'.
Sottolineò che, nell'ora che segue la nascita, gli ormoni della madre e del feto,
liberati durante il processo del parto, non sono ancora stati eliminati e che
ognuno di loro ha un ruolo specifico da giocare nell'interazione tra madre e
neonato. In altre parole, aggiunse, grazie alla prospettiva ormonale, ora siamo
in grado di interpretare il concetto di periodo critico introdotto dagli etologi:
alcuni pionieri in questo campo, già nella metà del ventesimo secolo, avevano
compreso che, in tutti i mammiferi, immediatamente dopo la nascita, si osserva
un momento transitorio che non si ripeterà mai più, critico per quel che
riguarda l'attaccamento madre-cucciolo. Mettendo a confronto i dati da lui
esposti con gli innumerevoli studi epidemiologici che suggeriscono come il modo
in cui veniamo al mondo abbia conseguenze per tutta la vita, emergeva
chiaramente che la capacità di amare si sviluppa in gran parte nel periodo
perinatale. Il medico ostetrico era stupito, alle sue parole.
Al termine di quell'intervento, il direttore del dipartimento di epidemiologia del
OUS , che era particolarmente interessato alla 'Ricerca in Salute Primale', non
poté più restare in silenzio. Egli aveva raccolto centinaia di pubblicazioni sui
fattori di rischio, nel periodo perinatale, per un gran numero di diverse
condizioni patologiche tipiche dell'età adulta, dell'adolescenza o dell'infanzia. Si
soffermò sugli studi più validi, quelli che avevano preso in considerazione un
enorme numero di soggetti, e poté riassumere molto facilmente il risultato della
sua inchiesta: quando i ricercatori prendono in esame, nell'ottica della Ricerca
in Salute Primale, condizioni patologiche che possono essere interpretate come
varianti diverse di una ridotta capacità di amare (gli altri o se stessi),
individuano sempre fattori di rischio nel periodo perinatale. Egli sottolineò la
necessità di pensare a lungo termine, riallacciandosi al commento della
presidentessa del BWL in merito all'introduzione di criteri nuovi per valutare le
pratiche ostetriche. Infine presentò la Banca Dati sulla Ricerca in Salute Primale
come uno strumento adatto ad allenarsi a pensare a lungo termine.
A quel punto alzò la mano con impazienza una professoressa di genetica, che
introdusse il concetto di ‘gene expression’ (espressione dei geni), visto come un
ulteriore modo per interpretare le conseguenze a lungo termine delle
esperienze pre- e perinatali. Illustrò come, di tutto il materiale genetico ricevuto
al momento del concepimento, alcuni geni diventino silenti, senza peraltro
scomparire nel nulla. Il fenomeno di espressione dei geni è influenzato, in
particolar modo, dai fattori ambientali nel periodo pre- e perinatale. Il medico
ostetrico si fece sempre più attento e curioso, come se stesse scoprendo
argomenti nuovi. Una delle sue pertinenti domande sulla genesi di condizioni
patologiche e di tratti caratteriali offrì alla professoressa di genetica
l'opportunità di spiegare che la natura del fattore ambientale spesso è meno
importante del momento in cui avviene l'interazione, e di esporre quindi il
concetto di periodo critico per l'interazione tra gene e ambiente. L'intervento
della professoressa di genetica ispirò una fruttuosa conversazione
multidisciplinare. L'epidemiologo rispose di getto alla domanda sollevata da un
medico generico e fornì ulteriori dettagli su una delle nuove funzioni della Banca
Dati sulla Ricerca in Salute Primale: quella di raccogliere dati sul periodo critico
per l'interazione tra geni e ambiente, per quel che concerne condizioni
patologiche o tratti di personalità.
Un batteriologo, che fino a quel momento non era intervenuto alla
discussione, sottolineò come i minuti che seguono la nascita siano critici anche
dalla sua prospettiva. In passato, solo in pochi avevano compreso che al
momento preciso della nascita il neonato è privo di germi, mentre poche ore
dopo il suo corpo è stato colonizzato da milioni di microbi. Dato che gli anticorpi
IgG oltrepassano facilmente la barriera placentare, spiegò, i microbi familiari
alla madre sono già familiari (e di conseguenza, amichevoli) al neonato al
momento della nascita, quando è ancora privo di germi. Se il bambino è
immediatamente invaso da germi amichevoli portati dalla madre, viene protetto
da microbi a lui estranei e, pertanto, potenzialmente pericolosi. Egli aggiunse
che, quando un bambino nasce attraverso il perineo, è garantito che venga
contaminato innanzitutto da una gran quantità di germi portati dalla madre, se
paragonato a un bambino nato con il cesareo. Per evidenziare l'importanza di
questo aspetto, egli menzionò che la flora batterica si forma in gran parte nei
primi minuti che seguono la nascita. Sono considerazioni utili, in un'epoca in cui
si sta scoprendo che la flora batterica intestinale rappresenta l'80% del sistema
immunitario.
Il batteriologo era completamente d'accordo con una consulente in
allattamento, la quale aveva aggiunto che, se madre e neonato non vengono
affatto separati, è grande la probabilità che il bambino trovi il seno nella prima
ora che segue la nascita e consumi precocemente il colostro, ricco di batteri
benefici, di specifici anticorpi locali e di sostanze anti-infettive. L'assunzione
precoce del colostro, probabilmente, ha conseguenze a lungo termine,
perlomeno a causa della sua influenza sul modo in cui si forma la flora
batterica.
Il vertice dell'OUS, ovviamente, era lieto dello sviluppo dell'incontro
interdisciplinare che aveva organizzato. L'intervento conclusivo fu affidato a un
anziano filosofo, considerato un grande saggio dall'intera comunità. Egli spiegò
che la dimensione specificatamente umana non dovrebbe essere ignorata e che
bisognerebbe, innanzitutto e soprattutto, ragionare in termini di civiltà. Fece
riferimento ai dati presentati dall'epidemiologo: “Negli studi citati, spesso era
stato necessario prendere in considerazione un numero enorme di casi, prima di
poter individuare tendenze ed effetti statisticamente significativi. Ciò ci ricorda
che, spesso, quando si tratta dell'essere umano, bisogna dimenticare il singolo
individuo, gli aneddoti e i casi particolari, a favore di una dimensione collettiva
e, pertanto, culturale. Dagli interventi di quest'incontro, emerge chiaramente
che l'umanità si trova in una situazione senza precedenti, che può essere
riassunta in un modo molto conciso. Al giorno d'oggi”, disse, “il numero di
donne, che dà alla luce il proprio bambino e la placenta grazie al rilascio di un
vero e proprio cocktail di ormoni dell'amore, si sta avvicinando allo zero. Che
cosa succederà, in termini di civiltà, se proseguiamo per questa strada? Che
cosa succederà, tra due o tre generazioni, se gli ormoni dell'amore saranno resi
inutili nel periodo critico attorno alla nascita?”
Al termine dell'eloquente conclusione, il vertice dell'OUS chiese cosa ne
pensassero i partecipanti della necessità di tenere sotto controllo il tasso di
cesarei. Tutti, incluso il medico ostetrico, ritennero che fosse necessario, perfino
urgente, passare all'azione.
Pertanto venne indetto un secondo incontro, con l'obiettivo di individuare
soluzioni efficaci.
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All'inizio del secondo incontro, il vertice dell'OUS domandò ai partecipanti
quali soluzioni proponessero, per contenere il tasso di cesarei e di interventi
ostetrici. Il medico ostetrico presentò un progetto per 'misurare l'efficacia di una
strategia multi-articolata per la valutazione della pertinenza delle indicazioni per
un cesareo'. Nessuno vi prestò attenzione. Un giovane medico appena laureato
parlò della necessità di aggiornare i corsi di laurea in medicina e ostetricia. Il
direttore della Scuola di Ostetricia replicò immediatamente, affermando che in
tutto il mondo vi sono stati diversi tentativi di rinnovare la formazione delle
ostetriche e dei medici, inclusi i medici specialisti, senza alcun effetto positivo
sugli esiti del parto. Diversi partecipanti suggerirono un incentivo economico per
abbassare il tasso di interventi ostetrici. Il vertice dell'OUS prese la parola, per
puntualizzare che questa soluzione era stata già tentata in svariati paesi, senza
successo, e che, inoltre, il tasso di cesarei stavano aumentando dappertutto a
prescindere dal tipo di sistema sanitario: pertanto andrebbero presi in
considerazione altri fattori. Aggiunse che si correrebbe il rischio di aumentare
l'incidenza di parti per via vaginale lunghi e difficili e l'abuso di sostituti
farmacologici degli ormoni naturali. Sarebbe un effetto inaccettabile, in
un'epoca in cui il cesareo è divenuta un'operazione talmente semplice e rapida.
La priorità dovrebbe essere prima di tutto quella di cercare di rendere il parto il
più facile possibile, allo scopo di ridurre la necessità di interventi ostetrici in
generale.
In modo del tutto inaspettato, la discussione si sviluppò una nuova
direzione quando prese la parola, per la prima volta, una neurofisiologa, nota a
livello internazionale per le sue ricerche sul comportamento della mantide
religiosa. Ella spiegò che, mettendo a confronto le sue ricerche con la sua
esperienza personale di madre, aveva acquisito una comprensione chiara dei
bisogni di base della donna quando partorisce. In linea generale, disse, i
messaggi inviati dal sistema nervoso centrale alle zone genitali sono di tipo
inibitorio. Aveva compreso questa semplice regola studiando il comportamento
della mantide religiosa durante l'accoppiamento. Al momento della copula, la
femmina spesso divora la testa del maschio, una maniera alquanto radicale di
eliminare ogni messaggio inibitorio! A quel punto, l'attività sessuale del maschio
diviene molto più intensa e aumenta la probabilità di concepire una
discendenza. Quella ricercatrice aveva compreso che l'effetto inibitorio del
sistema nervoso centrale in tutti gli eventi della vita sessuale è una regola
generale. In molte occasioni aveva potuto confermare questa regola e, guarda
caso, aveva compreso tutto ciò ancora meglio dopo aver partorito il
primogenito. La neurofisiologa era convinta che il motivo principale per cui
quella nascita era stata così facile e veloce andava cercato nella riduzione della
sua attività neocorticale. Ne approfittò per ricordare che l'essere umano è
caratterizzato da uno sviluppo enorme di quella parte del sistema nervoso
centrale denominata neocorteccia. La sua neocorteccia, senza dubbio, si era
messa completamente a riposo quando era iniziato il travaglio vero e proprio,
visto che aveva completamente dimenticato molti dettagli del luogo in cui aveva
partorito. Ricordava vagamente che si trovava in un luogo piuttosto buio e che
non c'era nessuno accanto a lei, eccetto un'ostetrica seduta in un angolo a
sferruzzare. Ricordava, inoltre, di aver vomitato a un certo punto del travaglio,
ma l'ostetrica le disse soltanto: 'È successo anche a me, quando è nato mio
figlio, è normale'. Anche se non lo ricorda con grande precisione, è convinta che
quel commento discreto, espresso sottovoce da una voce materna, avesse
favorito il progredire del parto. Si era sentita completamente al sicuro assieme a
quella donna materna, calma ed esperta. A posteriori, ora si rende conto che in
quel contesto tutte le condizioni adatte a una riduzione dell'attività della
neocorteccia erano state soddisfatte. Si era potuta sentire al sicuro, senza
sentirsi osservata, in un ambiente poco illuminato e silenzioso. Di conseguenza,
dopo aver integrato ciò che aveva appreso come neurobiologa con quello che
aveva appreso in qualità di madre, il suo suggerimento era di rimettere in
discussione i criteri utilizzati per selezionare le future ostetriche. In un futuro,
per essere ammesse a una Scuola di Ostetricia, sarà necessario aver partorito
senza alcun intervento medico, conservando un ricordo piacevole
dell'esperienza vissuta.
Di fronte a questa proposta, il medico ostetrico si trovava visibilmente a disagio
e protestava, affermando di aver lavorato assieme a ostetriche meravigliose,
pur non essendo madri. La direttrice della Scuola di Ostetricia replicò che tutti
conoscono brave ostetriche senza figli, tuttavia lei aveva il dovere di garantire
che le ostetriche diplomate presso la sua Scuola siano tutte accomunate da una
predisposizione caratteriale: quella di saper stare accanto a una partoriente
disturbando il meno possibile il decorso del travaglio. Per questo motivo, non
potrebbe immaginarsi un criterio migliore di quello suggerito dalla
neurofisiologa. Dato che la proposta non poteva essere affatto considerata
politicamente corretta, quasi tutti i presenti valutarono su piè pari che poteva
essere accettata a Utopia.
A quel punto si levò una voce maschile da un angolo della sala. Era il giovane
tecnico incaricato della registrazione dell'incontro: “Considerato che non ne so
nulla di questi argomenti, posso porre una domanda ingenua? Cosa
succederebbe se anche un medico, per intraprendere la specializzazione in
ostetricia, dovesse avere un'esperienza personale positiva di parto, senza alcun
intervento medico?”
La sua domanda fu seguita da un'indimenticabile ovazione entusiastica, come
se tutti si ritrovassero nella medesima situazione di Archimede quando esclamò
'Eureka!'. A tutti i partecipanti apparve evidente che un simile progetto era
abbastanza irrealistico da poter essere adottato nel paese di Utopia
immediatamente, senza ulteriori discussioni.
Venne nominato subito un comitato con il compito di organizzare un periodo di
transizione della durata di 15 anni.
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Il periodo di transizione si è concluso nel 2024 e, oggi, nel gennaio del 2031,
siamo in grado di fornire dati statistici affidabili. Si tratta di dati impressionanti.
Il tasso di mortalità perinatale è estremamente basso, pari a quello di tutti gli
altri paesi con un simile standard di vita. Il tasso di trasferimento nelle unità
pediatriche neonatali è diminuito drasticamente. Negli ultimi quattro anni, non
c'è stato un solo caso di uso del forcipe. Dato che la priorità è quella di evitare
parti lunghi e difficili per via vaginale, il ricorso alla ventosa o ai farmaci è
diventato eccezionalmente raro. Ciò che è ancora più importante, il tasso di
cesarei è pari un terzo di quello riscontrato nel periodo di transizione. Il tasso di
allattamento al seno a sei mesi d'età supera il 90%. Un pedopsichiatra ha già
riportato che l'autismo è meno diffuso che in passato. Se il famoso filosofo – il
saggio della comunità – fosse ancora vivo, potrebbe dichiarare che, ora, nel
paese di Utopia, la maggior parte delle donne danno alla luce sia il bambino che
la placenta grazie al rilascio di un 'cocktail di ormoni dell'amore'.
Il nuovo vertice dell'OUS e varie commissioni stanno stilando comunicati
stampa da inviare a tutti canali mediatici internazionali. È stato indetto un
concorso, per trovare uno slogan di 5 parole, adatto a diffondere rapidamente
in tutto il mondo, in modo conciso e efficace, l'importante messaggio. Ecco lo
slogan prescelto:
SOLO UTOPIA PUÒ SALVARE L'UMANITÀ!
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GRAN CANARIA
Un passo verso Utopia.
Come Thomas More già sapeva 500 anni fa, Utopia è un'isola dell'Atlantico.
Non perdere il
CONGRESSO MITTELATLANTICO
SULLA NASCITA & SULLA RICERCA IN SALUTE PRIMALE
Las Palmas, 26-28 febbraio 2010
Dalla prestigiosa Sala sinfonica del Centro Congressi delle Isole Canarie a 1656
posti, vedrai l'oceano. Sognerai la Rinascita della Dea dell'Amore, che fu
generata 'dalla schiuma del mare'.
Con l'obiettivo di prepararci al futuro, in questo congresso si offrirà una
panoramica dei recenti spettacolari progressi, in campo sia scientifico che
tecnico, che influenzeranno la storia della nascita.
La presenza di Michael Stark, il padre della tecnica di cesareo rapida,
semplificata e sicura, simboleggerà i progressi tecnici, mentre quella di Kerstin
Uvnäs-Moberg, esperta mondiale degli effetti comportamentali dell'ossitocina,
simboleggerà i progressi scientifici. La necessità di passare all'azione sarà
evidenziata dalla partecipazione di Anthony Costello, professore di salute
internazionale presso l'Istituto di Salute Infantile a Londra, e di Mario Merialdi,
coordinatore per la salute materna e perinatale all'OMS.
Un'accurata selezione di medici e di 'utopiani' è stata convocata per proferire
l'ultima parola.
Ognuno può partecipare attivamente al congresso presentando un poster, partecipando a 3 dei
27 worskshops previsti e a uno dei due forum plenari.
Su
WWW.WOMBECOLOGY.COM
il programma completo in inglese e spagnolo
Il congresso è aperto a tutti coloro che sono interessati al futuro dell'Umanità
DIVULGA L'INFORMAZIONE A TUTTI!