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Gadget a forma di Toret così il Comune fa cassa- LASTAMPA.it
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così il Comune fa cassa
Chiamparino indossa il grembiule con il suo
slogan in piemontese
MULTIMEDIA
FOTOGALLERY
ObjecTo: arbre magique e pen drive al giandoja
Palazzo Civico incasserà
dal 7 al 10 per cento sulle vendite
ANDREA ROSSI
TORINO
Preferireste tornare da un viaggio con la solita Mole Antonelliana imprigionata in una sfera di vetro, con la neve finta che cade ogni volta che la rivoltate,
oppure con una pen drive a forma di Gianduiotto o di Toret? O ancora: meglio il solito deodorante per auto o uno a forma di Mole, magari al “gusto” di
bicerin anziché il comunissimo pino silvestre? E che dire del grembiule da cucina marchiato con uno degli slogan che hanno reso il sindaco Chiamparino
celebre in tutta Italia: «Esageruma nen».
Il sindaco, che ogni tanto si diletta ai fornelli - qualche anno fa ha pure partecipato a un concorso di cucina - ieri l’ha indossato tutto soddisfatto e chissà
che non se lo sia portato a casa per sfoderarlo nelle migliori occasioni. Poi ha tenuto a battesimo i nuovi souvenir «ObjecTo», la linea di merchandising
ufficiale della città studiata per promuovere Torino e, al tempo stesso, fare un po’ di cassa portando una briciola d’ossigeno a Palazzo Civico.
L’assessore al Commercio Alessandro Altamura ci ha lavorato sei mesi. Ha coinvolto undici aziende locali, contribuendo a creare qualche posto di lavoro.
Insieme hanno studiato i gadget e la rete di vendita. E alla fine ha portato a casa un’operazione a costo zero per l’amministrazione. Anzi, in attivo: il
Comune incasserà dal 7 al 10 per cento di royalty su ogni gadget venduto, come recita l’accordo firmato con le ditte che hanno realizzato gli oggetti.
Ne è nata un’intera gamma, settanta souvenir originali targati Torino: dalle t-shirt con i simboli della città alle felpe, dai cappellini ai bracciali, da borse e
zaini fabbricati riciclando i banner e gli stendardi fabbricati in occasione dei grandi eventi come le Olimpiadi. E poi: adesivi con motti in piemontese e
relativa traduzione anglofona: da Bogia nen (Don’t move) a Fa l’istes (fa lo stesso) a Foma ch’andoma (Let’s go). I porta-tovaglioli con i piatti della
tradizione: bagna càuda, ancioe, coj. La penna di una famosa ditta torinese con passaporto internazionale. I quaderni d’antan rispolverati e rivisitati.
Foulard su cui consultare la mappa del centro storico. Ancora: portachiavi, righelli, segnalibri, tazze, bloc notes e album. Infine il mitico grembiule: non
solo «esageruma nen», ma anche «gallina vecchia fa buon brodo» e via con gli altri detti della tradizione popolare torinese.
Torino è la prima città in Italia a varare una propria linea di merchandising “istituzionale”. «Il lancio di questi nuovi prodotti», aggiunge Altamura «aiuterà
a promuovere la città, migliorerà i servizi offerti ai turisti, enfatizzerà il “made in Torino” e promuoverà l’imprenditoria locale».
I souvenir saranno in vendita dalla prossima settimana nei punti individuati. Due ospiteranno l’intera linea di merchandising: il punto informativo di
Turismo Torino in piazza Castello all’angolo con via Garibaldi e quello dentro la stazione di Porta Nuova. In altri cinque si potranno trovare solo alcuni
prodotti: al duty free di Caselle, al bookshop del museo del Cinema, del museo di Scienze naturali, del Museo Egizio, di Palazzo Reale.
La speranza è che aiuti anche a creare un circolo virtuoso per alimentare la vocazione turistica che negli ultimi anni si è affermata. Tutto ciò che
l’amministrazione comunale incasserà, infatti, verrà utilizzato per co-finanziare altri progetti turistici.
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