resoconto stenografico - Camera dei deputati

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resoconto stenografico - Camera dei deputati
Atti
Parlamentari
-
LEGISLATURA XXV
-
— 5903 —
1 ' SESSIONE - DISCUSSIONI
Camera
dei
- TORNATA DEL °26 NOVEMBRE
Deputati
1920
o v .
TORNATA DI VENERDÌ 26 NOVEMBRE 1920
PRESIDENZA DEL P R E S I D E N T E DE NICOLA.
Pag.
i C
D
Pag.
Congedi
5904
C o m u n i c a z i o n i del Presidente
5904
Interrogazioni :
. R e l a z i o n i [Presentanone) :
Sbarco di fascisti ad Intra :
CORRADINI, sottosegretario
BELTRAMI
di Stato.
. . . 5905-07
5905
Riduzioni ferroviarie per visitare le tombe dei
congiunti caduti in guerra :
BERTINI, sottosegretario
di Stato
PHILJPSON".
PORZIO, sottosegretario
5907
'di Stato
. . . . . .
:
5908
5908
Condotta dei funzionari di polizia in Milano:
CORRADINI, sottosegretario
AGOSTINI
di Stato
5909
. . 5910
D i s e g n o di legge (,Seguito della discussione) :
Trattato di Rapallo ed annessione dei territori
e delle isole attribuiti all'Italia
5911
COLONNA DI CESARÒ
EEDERZONI.
CICCOTTI-SCOZZESE
SFORZA, ministro
.
, La discussione generale è chiusa.
5911
5913
5928
. JS934
Osservazioni e proposte :
Jjavori parlamentari :
EALBO. .
MARTINI
~
5925-26
e
— Provvedimenti tributari a favore di comuni
e provincia
D i s e g n i di legge {Presentazione) :
GIOLITTI : Provvedimenti penali contro i detentori di bombe a mano e -di altri ordigni e materie esplodenti
592 S
BONOMI : Numero delle pensioni da concedersi
ai decorati dell'Ordine militare di Savoia . 5928
—- Facoltà del ministro della guerra di delegare contemporaneamente e parzialmente
suoi attributi personali
5928
i
5925
— Proroga di provvedimenti tributari . . . R 5925
— Modificazioni alla legge sulla Cassa di previdenza per i sanitari e proroga dei bilanci
tecnici di vari istituti di previdenza . . . 5926
— Agevolazioni tributarie a mutui concessi ad
istituti di credito fondiario. . . . . . . . 5926
— Provvedimenti in materia catastale . . . . 5926
CASALINI : Convenzione per ,la costruzione in
*
Bergamo di un edificio ad uso degli uffici
giudiziari
5926
CONGIU : Provvedimenti per opere pubbliche
nell'Italia meridionale e nelle isole, nonché autorizzazione di spese e modificazioni
dj stanziamento nello stato di previsione
della spesa del 'Ministero dei lavori pubblici . •
5939
. 5940
452
Z/EGRETTI : Conversione in legge di decreti luogotenenziali autorizzanti provvedimenti di
bilanciò e vari nonché semplificazione di
servizi
5907
Poteri dei commissari agli alloggi :
BOGGIANO-PICO
BONOMI : Abrogazione del decreto luogotenenziale
relativo al trattamento economico durante
le licenze ordinarie ai sottufficiali, caporali
e soldati profughi o irredenti . . . . . . 5928
— Istituzione del grado di brigadiere generale. 5928
5926
— Concessioni di viaggio sulle ferrovie esercitate dallo Stato, a f giornalisti professionisti
5926 .
—•' Proroga di validità .di tessere e dei biglietti
ferroviari per senatori e deputati
5926
— Temporanei provvedimenti di tariffa per i
trasporti di zolfo diretti alle raffinerie di
Catania
.
'
5926
— Provvedimenti diretti a fronteggiare lo stato
anormale di servizio nel porto di Genova
e devoluzione delle somme ricavate dalla
vendita delle merci abbandonate, effettuata
dal Consorzio autonomo del detto porto. . 5926
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5904 —
Camera
dei
Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 26 NOVEMBRE 1920
Pag.
CONGIU: Modificazione dell'articolo 80 della legge
sull'ordinamento dell'esercizio di Stato delle
ferrovie non concesse all' industria privata
5926
— Modificazioni agli articoli 3 e 4 della legge
riguardante concessioni di viaggio sulle
ferrovie dello Stato
5926
— Inscrizione del personale stabile ed in prova
delle ferrovie secondarie della . Sicilia nei
ruoli di quello delle ferrovie dello Stato , 5926
— Costruzione- della ferrovia Ostiglia-Treviso
e spesa per i d.ue tronchi 03tiglia-Legnago
e Legnago-Poiana di Granfion. . . . . . . 5926
— Costruzione della ferrovia Yado-Savona-San
Giuseppe di Cairo
5926
— Riscatto della ferrovia tra là stazione di
Desenzano ed il lago di Garda
5926
S Q U I T T Ì : Modificazioni ed aggiunte all'ordinamento degli uffici e del personale postale,
telegrafico e telefonico. . .
5927
T U R A T I : Limite di età per l'eleggibilità a deputato
5927
M A U R I A N G E L O : Provvedimenti per la trasformazione del latifondo e per la concessione
delle terre ai contadini
5927
M I L I A N I : Provvedimenti relativi al
credito
navale.
5927
— Acquisto o sistemazione del campo sperimentale della stazione di bieticoltura in
Rovigo e concessione di mutui di favore
per gli istituti di istruzione e di sperimentazione agraria
5927
— Provvedimenti per la lotta contro le cavallette
.
5927
— Ruoli organici e trattamento economico del
personale di custodia del Corpo Reale delle
foreste
5927
— Compenso di costruzione ai piroscafi in legno adibiti ai trasporti di merci
5927
— Provvedimenti a favore dell'armamento e
delle costruzioni navali
5927
— Elettrificazione delie ferrovie
5927
— Esercizio. del credito navale
5927
—- Autorizzazione a costruire case economiche,
popolari e rurali e ad eseguire altre opere
nelle località danneggiate da terremoti . . 5927
— Costruzione di condutture di acqua potabile
in provincia di Potenza
5927
— Ricostruzione agraria del Montello . . . . 5927
— Modificazioni alla legge 11 luglio 1907, numero T 02, relativamente alla concessione
d'acqua dell'Anione al comune" di Roma . 5927
— Opere di miglioramento dei canali della rete
navigabile nel Veneto e porto di Yenezia!
Chioggia
5927
— Istituzione dell'Ente portuale di Ancona. . 5927
— Riduzioni di viaggio per i maestri elementari e rispettive famiglie
5927
— Istituzione di vivai ed altri provvedimenti
diretti a migliorare la coltivazione delle
piante fruttifere.
5928
Pag,
: Calcolo di indennità per i funzionari del
Real Corpo delle miniere
— Contributo nella spesa di costruzione di un
ponte sul lagliamento
— Provvedimenti per la conservazione delle
navi a vela e dei galleggianti da traffico
dell'Adriatico e J o n i o . . . . . . 1 . . .
.— Provvedimenti per la linea navigabiie di
2 a classe nel Sile tra Treviso e Casier . .
— Provvedimenti straordinari per la migliore
utilizzazione dei combustibili nazionali, per
la fabbricazione di agglomerati con impiego
dei combustibili stessi nonché per gli impianti e l'esercizio di stabilimenti destinati
alla gassificazione od alla distillazione di
lignite o torbe
— Provvedimenti per gl'impianti con impiego
di combustibili fossili nazionali per la produzione e distribuzione di energia meccanica ed elettrica
MILIANI
5928> *
5928
5928
5928
5928»
5928
M o z i o n e (Lettura)-.
BONARDI
: Sistemazione dei gerenti di ricevi-
torie
5939'
La seduta comincia alle 15.
CASCINO, segretario, legge il processa
verbale della seduta precedente.
(È approvato).
Congedi.
P R E S I D E N T E . Hanno chiesto un congedo, per motivi di famiglia, gli onorevoli :
Nava Cesare, di giorni 5 ; Lombardo Paolo,
di 7 ; Pennisi, di 4; Crispolti, di 15; per ufficio'
pubblico : Fonorevole Corazzin, di giorni 10.
(Sono conceduti).
»
Comunicazioni del Presidente.
P R E S I D E N T E . Il ministro dell'interno
ha trasmesso gli elenchi dei Regi decreti di
scioglimento dei Consigli provinciali e comunali riferibilmente al mese di marzo 1920.
Saranno stampati e distribuiti agli onorevoli deputati.
Interrogazioni.
P R E S I D E N T E . L'ordine del giorno reca
le interrogazioni.
La prima è dell'onorevole Beltrami, al
presidente del Consiglio dei ministri, ministra
dell'interno, « sulla corresponsabilità dei f u n zionari nell'opera criminale di un gruppo di
;fascisti sbarcati ad I n t r a il giorno delle eie-
Atti
— 5905 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXY
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1* SESSIONE - DISCUSSIONI
zioni per intimidire e minacciare, come minacciarono, a r m a t a mano, il pubblico coH'im.p u n i t à a lungo concessa dall'autorità locale,
n o n o s t a n t e le replicate proteste della popolazione, p r o v v e d e n d o al loro arresto soltanto
in seguito alla diffida che se n o n si provvedeva a v r e b b e p r o v v e d u t o il popolo ; por T
t a n d o , i n t a n t o , tale contributo al cosiddetto
risveglio dei valori morali creati dalla guerra,
ti a culminare nella n o t t e in u n grave eccidio
da p a r t e di un fascista anarchico ».
L'onorevole sottosegretario di S t a t o agli
interni ha facoltà di rispondere.
C O R R A D I K T , sottosegretario di Stato per
l'interno. L'interrogazione dell'onorevole Belt r a m i è e n u n c i a t a con così solenne f o r m a ,
che indusse l'Amministrazióne a fare u n a
speciale inchiesta per chiarire questa gravissima impostazione di un f a t t o assai volgare.
E r a v a m o in periodo di elezioni ad I n t r a :
elezioni vivacissimamente c o m b a t t u t e . La
maggioranza era a s s o l u t a m e n t e socialista.
O che la minoranza abbia d o m a n d a t o aiuto,
o abbia ricevuto uno s p o n t a n e o contributo
di ausilio, sta di f a t t o che si fece una spedizione di u n a v e n t i n a di persone da Milano
a I n t r a per sorreggere la minoranza.
Come era n a t u r a l e , la invasione di questo
manipolo di audaci provocò u n a formidabile
reazione da p a r t e della maggioranza socialista. Quindi conflitto.
La folla si agglomerò dinanzi all'albergo
ove queste persone erano alloggiate, corsero
minacce, i n t e r v e n n e l ' a u t o r i t à di pubblica
•sicurezza, che ne a r r e s t ò qualcuno ; gli altri
p a r t i r o n o a b b a s t a n z a m a l m e n a t i dai socialisti.
Questo è il f a t t o ; e se t u t t o si fosse limit a t o qui, e v i d e n t e m e n t e non passava i limiti
di uno dei soliti incidenti in periodo di elezioni, q u a n d o le fazioni si c o m b a t t o n o aspramente.
Ma in un secondo m o m e n t o è a c c a d u t o un
incidente v e r a m e n t e grave, ideila n o t t e , alle
due, la maggioranza della folla, la quale
celebrava la vittoria, si recò ad applaudire
sotto le finestre dei consiglieri comunali el e t t i ; poi proseguì nella stessa via, grid a n d o e vociando contro u n certo Eossi,
alla cui famiglia a v e v a la disgrazia di a p p a r t e n e r e uno degli arrestati. La sua abitazione
f u assediata. H o qui un'inchiesta che descrive tale tragedia, con d o c u m e n t i di
azione e di reazione tali da impressionare.
L a folla aggredì questa famiglia che
d o r m i v a ; e n t r ò nella casa, ne trascinò f u o r i
la m a d r e di famiglia seminuda, ferì u n
Camera dei
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TORNATA DEL 2 6
NOVEMBRE
Deputati
1920
b a m b i n o ad u n a m a n o con un colpo di rivoltella. Il p a d r e si difese, sparò. Avvenne una
vera tragedia, di camera in camera, di p o r t a
in p o r t a , di corridoio in corridoio; cosicché
la casa rimase- t u t t a i n s a n g u i n a t a .
Su questo f a t t o , grave e deplorevole, si
sta istruendo un processo. È stato raccolto
u n vero arsenale di proiettili e di materiale.
È però difficile identificare gli autori e gli
aggressori.
Ecco q u a n t o è a v v e n u t o ad I n t r a ; un volgare fattaccio, che non mi [pare valga nemmeno la pena di u n a discussione.
P R E S I D E N T E . L'onorevole
Beìtrami
ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
B E L T R A M E Basterebbe la versione d a t a
dallo stesso sottosegretario di Stato per convincere i colleghi della gravità del f a t t o in
r a p p o r t o al contegno dell'autorità di pubblica sicurezza, d u r a n t e la giornata che è
l'oggetto della mia interrogazione; perchè
in q u a n t o ai f a t t i della notte, e dei quali si
è p o r t a t o qui dal sottosegretario u n a versione v e r a m e n t e f a n t a s t i c a , è materia dell'autorità giudiziaria <4 la discussione avverrà nella
sua sede competente.
Sta di f a t t o che il giorno delle elezioni
a m m i n i s t r a t i v e ad I n t r a si recarono dei
fascisti a r m a t i di revolvers, di pugnali, di
b o m b e a m a n o ; sta di f a t t o che un arnese
locale del fascismo, direttore di un giornale di I n t r a , andò ad incontrare i fascisti di' Milano all'imbarcadero di Laveno.
Come mai l ' a u t o r i t à di pubblica sicurezza non
s'accorse di t u t t o q u e s t o ! Costoro arrivarono
ad I n t r a con un contegno provocante ed intimidatore, armati, ripeto, di bombe, di pugnali, di revolvers, e prendendo come loro
presidio il caffè Yerbano. Di là si sparsero
per la c i t t à e si avviarono anche verso le
adiacenze delle sezioni elettorali, e m e n t r e
erano stati avvertiti t a n t o l ' a u t o r i t à locale
di pubblica sicurezza q u a n t o il s o t t o p r e f e t t o
di Pallanza questi non sentirono il bisogno di intervenire ed il sottoprefetto, anzi,
ebbe a dire che egli non p o t e v a prendere
alcun p r o v v e d i m e n t o contro quegli individui, che si erano ivi recati a diporto !
Ora i signori depositari della forza p u b blica, ed il r a p p r e s e n t a n t e del Governo
dovrebbero sapere che, la legge di pubblica
sicurezza non consente le passeggiate di armati. I n o l t r e t a n t o la legge elettorale politica che quella a m m i n i s t r a t i v a h a n n o disposizioni tassative a tutela dell'ordine p u b blico nel giorno delle elezioni, per i m p e dire t u t t o ciò che può svolgersi nelle
adiacenze delle sezioni elettorali a d a n n o
Atti
Parlamentan
LEGISLATURA XXV -
— 5906 —
Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
della libera manifestazione della volontà
degli elettori, comminando -gravi sanzioni
contro chi nsi intimidazioni e comunque
tenti di minacciare la libertà degli elettori.
Ben si comprende l'invio di propagandisti di qualunque partito, durante il periodo
di propaganda elettorale, ma non è tollerabile che il giorno delle elezioni si possa fare
quello che hanno fatto in Intra i fascisti ivi chiamati e recatisi colle armi da
Milano.
Tant' è che il loro contegno ha indignato
tutta la cittadinanza di Intra, senza distinzioni, e furono solo l'autorità locale di pubblica sicurezza ed il sottoprefetto di Pallanza che non si diedero per intesi.
Domando all' onorevole sottosegretario
cosa avrebbero detto se, per esempio, il
giorno delle elezioni qui alla capitale fossero venute dèlie così dette guardie rosse a
presidiare le adiacenze delle sezioni elettorali !
Voi, nell'avere oggi cercato di difendere
le autorità locali, vi siete» resi loro complici, perchè avete ammessa la tesi che era
lecito ai fascisti di Milano andare a fare
opera di intimidazione e di minaccia nella
città di Intra, nel giorno delle elezioni, armati di re voi vers," pugnali e bombe a mano.
L'onorevole Giolitti, l'altro giorno, disse
che presenterà una legge severa per reprimere il porto abusivo delle armi. Ebbene,
nell'attuale legge di pubblica sicurezza e
nel vigente codice penale, vi sono disposizioni in materia, ma esse si applicano con
criteri partigiani.
Piuttosto, a proposito di nuove disposizioni, quand'è che si provvederà a fare scomparire gli arditi? Quando penso che, all'indomani dell'assalto a Milano al giornale
V Avanti!, nel c'onvegno in Prefettura col ministro della guerra d'allora, il generale Caviglia, venuto a Milano col ministro Bonomi per un'inchiesta su quei fatti, di fronte
alle mie proteste per il permanere degli arditi, alla presenza del prefetto e di altri
miei colleghi, ebbe a dire che non solo non
li avrebbe aboliti, ma li avrebbe organizzati ed utilizzati maggiormente, devo concludere che il Governo si vale degli arditi e dei fascisti in o.dio al partito socialista.
PRESIDENTE. OnorevoleBeltrami, concluda, la prego.
BELTBAMI. Debbo prima ricordare, che
il sottoprefetto lasciò che per gran parte
della giornata, i fascisti facessero d'ogni erba
7
Camera dei
fascio nelle adiacenze delle sezioni elettorali
e per tutta la città, fino a quando nel pomeriggio, e precisamente alle ore 14, una rappresentanza cittadina ebbe a diffidarlo che
se non provvedeva entro le ore 15 a togliere dalla circolazione quegli agenti provocatori, avrebbe provveduto la popolazione.
Allora, ma allorà soltanto, di fronte a
slmile categorica diffida, ebbe a provvedere.
P R E S I D E N T E . Onorevole Beltrami, a
cinque minuti sono passati da un pezzo.
La prego di concludere..
BELTRAME La gravità del fatto deve
consentirmi di continuare, per ricordare
che v'è là legge di pubblica sicurézza, la
quale all'articolo 85 dice che « chi, fuori del
proprio comune, desta notevole sospetto con
la sua condotta, è tratto davanti all'autorità
di pubblica sicurezza la quale, qualora trovi
fondato il sospetto, può farla rimpatriare
con foglio di via obbligatorio, ed anche, secondo le circostanze, per traduzione ».
E quale maggiore sospetto che l'essere
armati e con atteggiamenti provocanti t
Quando noi pensiamo che con foglio di
via e con la traduzione sono stati trattati
Andrea Costa, Costantino Lazzari, Filippo
Turati, ed un'infinità di altri socialisti, mi
domando se la legge di pubblica sicurezza
esiste soltanto in odio ai cosidetti sovversivi !
PRESIDENTE. Onorevole Beltrami, non
abusi della^mia pazienza. Ella lede il diritto
degli altri interroganti. Parla già da un quarto
d'ora !
BELTRAMI Ho finito. Non mi indugio
nemmeno un momento sulla seconda parte
della risposta dell'onorevole sottosegretario
di Stato, perchè avendo data una versione
così fantastica e falsata di sana pianta, non
merita nessuna confutazione, come non si
confuta un romanzo. I fatti della notte
formano,.come ho detto, materia dell'autorità
giudiziaria e non voglio in alcun modo influire
colla mia parola a danno di quel disgraziato fascista anarchico del luogo, al quale i
i fascisti milanesi montarono la testa!
PRESIDENTE. Presenti un' interpellanza.
BELTRAMI. È inutile. Non mi resta
che concludere, come concludeva la mia interrogazione, che la guerra, anziché risvegliare, come voi avete sempre detto, i valori
morali ha risvegliato tutti i peggiori istinti
bestiali; per cui non avremo mai imprecato abbastanza contro la guerra scellerata
e maledetta ! (Approvazioni all'estrema sinistra — Vive proteste da altre parti).
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV
— 5907 —
-
Camera dei
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 8 NOVEMBRE
COBBADINL, mito segretario di Stato per
l'interno. Chiedo di parlare.
P B E S I D E N T E . Ne ha facoltà.
COBBADINI, sottosegretario, di Stato per
Vinterno. Onorevole Beltrami, non vi è bisogno di nessuna legge per sopprimere il
corpo degli arditi, perchè esso non esiste.
P I E M O N T E . A Palmanova c'è un presidio di arditi.
• COBBADINI, sottosegretario di Staio per
Vinterno. Bipeto, un corpo degli arditi non
esiste. Esistono delle associazioni di exmilitari.
Voci dall'estrema sinistra. No, no ; vi
sono gli arditi.
COBB ADI NI, sottosegretario di Stato per
l'interno. Non ci sono ! Gli arditi non esistono. Nell'Ordinamento attuale dell'esercito
non vi è un corpo di arditi, che sipossa abolire
con una legge, come domanda l'onorevole
Beltrami. (Rumori — Commenti).
• Non posso poi dare atto all'onorevole Beltrami della strana teoria, che egli sostiene,
per cui in periodo elettorale non dovrebbe
in nessun modo avvenire, che un gruppo di
persone si rechi da uno in altro comune.
{Rumori vivissimi
all' estrema sinistra —
Commenti).
Mi lascino parlare ! L'onorevole Beltrami
ha enunciata una gravissima teoria in tema
di libertà: secondo lui in periodo di elezioni
dovrebbero èssere chiuse le porte di ogni comune.
L ' a u t o r i t à politica non aveva alcun
diritto di impedire à un gruppo di persone
di venire ad Intra.
• B E L T B A M I . Ma si t r a t t a v a di delinquenti armati! (Vivi rumori).
COBBADINI, sottosegretario di Stato per
l'interno. Questo lo afferma lei, ora ! Ripeto:
l'autorità politica non aveva alcun diritto di
impedire a un gruppo di persone di recarsi
a Intra. Essa poteva e doveva intervenire,
come intervenne, solo nel momento in cui si
commettevano reati.
v
P B E S I D E N T E . Segue l'interrogazione
dell'onorevole Philipson, ai ministri del
tesoro e dei lavori pubblici, « per conoscere
a quali criteri siano state ispirate le umilianti
limitazioni poste alla concessione di riduzioni ferroviarie per coloro che vogliono recarsi sulla tomba dei propri congiunti caduti da prodi combattendo per la Patria ».
L'onorevole sottosegretario di Stàto per •
i lavori pubblici ha facoltà di rispondere.
B E B T I N I , sottosegretario di Stato per i
lavori pubblici. La questione^ della concessione di facilitazioni ferroviarie alle fami-
Deputati
1920
glie dei caduti che vogliono recarsi a fare
atto di omaggio alla tomba dei loro cari, fu
esaminata con molta cura subito dopo l'armistizio. L'Amministrazione ferroviaria dovette
preoccuparsi, da/un lato di sodisfare il nòbilissimo e giusto desiderio, nei rapporti delle
famiglie dei caduti, ma dall'altra anche delle ~
conseguenze finanziarie che il provvedimento
poteva avere, dati i limiti nei quali se
ne sarebbe potuto compiere l'applicazione.
Da tale studio, fatto con amorevole
interessamento, uscì il Begio decreto 15
ottobre 1920, col quale furono concessi biglietti a notevole riduzione ai genitori, alle
vedove e ai fi^li dei caduti.
L'onorevole interrogante comprende la
necessità che la concessione delle riduzioni
fosse accompagnata da determinate, cautele,
per stabilire i requisiti occorrenti per fruire
del beneficio. Ora le norme che accompagnarono l'applicazione del decreto, norme
concordate col Ministero del tesoro e col
Sottosegretariato per l'assistenza militare,
non sono, come l'onorevole interrogante
sembra accennare con la dicitura della sua
interrogazione, fastidiose e complicate ;
sono disposizioni intese solo a ottenere che
queste riduzioni raggiungano il fine desiderato di alleviar^ le famiglie veramente meritevoli di ogni doveroso riguardo.
Dichiaro all'onorevole interrogante che
allo stato delle cose oggi non sarebbe possibile fare di più, poiché l'Amministrazione
ferroviaria ha compiuto t u t t o quello che era
possibile nei limiti della sua potenzialità
finanziaria.
4:
P B E S I D E N T E . L'onorevole Philipson
ha facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
P H I L I P S O N . Prendo atto con compiacimento delle parole del sottosegretario di
Stato ai lavori pubblici.
Quando presentai questa interrogazione
non era stato ancora emanato il decreto del
15 ottobre e tutti i giornali, uniformemente,
avevano affermato che la riduzione sarebbe
stata concessa solamente per la terza classe
e per i figli e le vedove dei caduti. Sono
molto lieto che siano state f a t t e concessioni
più larghe. E poiché ho la parola, mi sia
dato di accennare brevissimamente ad un
argomento strettamentè connesso con quello
della mia interrogazione. Permettetemi di
esprimere il voto che il Governo esamini
quanto prima, con la massima attenzione,
per il dovere che abbiamo di rendere omaggio alla memoria dei caduti per la Patria, il
gravissimo problema del ritorno in Patria
delle salme dei caduti. So che esistono dif-
— 5908 —
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
Camera
- TORNATA DEL 2 6
dei
NOVEMBRE
Deputati
1920
fìcoltà tecniche gravissime, ma spero che non
missario », perchè giova distinguere dalle
si crei uno stato di disparità tra le famipersone, che lo circondano in quell'ufficio,
glie abbienti e le meno abbienti. (Approvaquella del cavaliere Cornasti che ad esso è
zioni). '
preposto, e che è funzionario distintissimo
P R E S I D E N T E . Segue l'interrogazione
ed integerrimo, ma che avendo il suo prindell'onorevole Boggiano-Pico, al presidente
cipale ufficio all'Intendenza di finanza, non
del Consiglio dei ministri, ministro dell'inpuò dedicare al Commissariato per gli alterno, « per conoscere se siano stati arbiloggi, che pochissimo tempo. Quindi egli
trariamente estesi con istruzioni segrete i
non può vedere, nè conoscere ciò che in suo
poteri dei Regi commissari agli alloggi connome si compie. Difetto di cui risale la colpa
feriti col Regio decreto-legge 4 gennaio 1920,
al Governo, che dovrebbe pensare che è den. 1, e, in caso contrario, perchè si consentano
plorevole sistema quello di cumulare incai continui e gravissimi abusi di potere che
richi svariati e molteplici nello stesso funessi commettono, violando il diritto di prozionario, ponendolo così nella materiale imprietà, di legittimo possesso, e la stessa lipossibilità di compiere il suo dovere.
bertà e incolumità delle persone, qiiali quelli
Dei molti fatti accenno a tre soli e più
recentemente commessi in Genova, che sugravi.
scitarono pubblica e generale indignazione
Il caso Morello : in settembre un noto
nella cittadinanza ».
commerciante è barbaramente trucidato
nella sua abitazione ; la vedova, i figli, che
Ha facoltà di parlare l'onorevole sotassenti al momento dell'assassinio, sentono
tosegretario di Stato per la presidenza del
una ben naturale repugnanza a ritornare
Consiglio.
nella casa, dove avrebbero ad ogni ora rivePORZIO, sottosegretario di Stato per la pre->
duto la triste imagine di quelle povere carni
sidènza del Consiglio dei ministri. Posso assicustraziate da venti ferite, trovano un altro
rare l'onorevole Boggiano-Pico che non è mai
alloggio, ne danno notizia al commissario e
stata data alcuna istruzione segreta ai, previ si trasferiscono liberando l'antica e inofetti riguardante le attribuzioni dei commisspite casa. Passano pochi giorni, e i Regi carasari degli. alloggi. Per quel che riguarda albinieri si presentano alla famiglia Morello,
cuni fatti denunciati dall'onorevole Boggiale ingiungono di uscire e lasciar libero il nuovo
no-Pico e attribuiti al commissario degli
alloggi di Genova, si è telegrafato per avere - appartamento. La povera vedova giace a
letto inferma, chiamano in aiuto la Croce
notizie più esatte. Comunque però, posso asVerde e la fanno trasportare all'Ospedale!...
sicurare <?he tra breve
presentato alla
Così giustizia è fattà !
Camera un disegno di legge ed un complesso
di norme che coordinano le varie disposiIl caso Benzi : il signor Benzi fin dal setzioni per chiarire, modificare^ ampliare i potembre 1919 si rende proprietario di un apteri dei commissari necessarii a disciplinare
partamento per abitarvi e lo occupa col figlio
i gravi interessi che toccano le case, i neancora malfermo in salute in conseguenza di
gozi, gli alberghi.
gravi ferite riportate in guerra. Ma al Commissariato si viene a sapere che quegli in
P R E S I D E N T E . L'onorevole Boggianoautunno si è assentato per un mese da GePico ha facoltà di dichiarare se sia sodinova, per attendere- ad una sua azienda
sfatto.
agricola, ed ecco un decreto di occupazione
BOGGIANO-PICO. Non posso dichiadel commissario agli alloggi, che viene anche
rarmi sodisfatto della risposta dell'onorevole
questa volta eseguito manu militari
dai
sottosegretario di Stato alla Presidenza del
Reali carabinieri, che cacciano a forza il
Consiglio.
figlio 'del Benzi, reduce glorioso della guerra. Il
Egli ha candidamente confessato di non
fatto, come è noto, provocò una querela sporta
aver ricevuto notizia sui fatti da me denundal Benzi contro il commissario, col patrociati, e che la Camera è bene conosca nella
cinio del nostro collega onorevole Coda.
sua gravità, e non ha dato quegli affidamenti
che mi attendevo.
Accanto ai casi drammatici il caso comico : un egregio impiegato trasferito a GeAppena fu nota la presentazione della
nova, non trovando quivi alloggio, si stabimia interrogazione ricevetti una vera pioggia
lisce temporaneamente a Sampierdarena.
di lettere con cui mi si denunziavano casi
Poco tempo fa un suo parente, morendo, lo
di veri e propri abusi di autorità, di violanomina erede e fra l'altro gli lascia la sua
zioni della stessa incolumità personale comcasa, nel centro di Genova. L'erede ha la
messe dal Commissariato agli alloggi di Gefelice od infelice idea di far noto al commisnova. E dico « Commissariato » e non « com-
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5909 —
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 26 NOVEMBRE 1920
sario, che libererà l'appartamento di Sampierdarena trasferendosi a Genova nella casa
ereditata. Non l'avesse mai fatto ! Ecco
un'ordinanza che ingiunge a quel disgraziato erede di andare a convivere con un
figlio ammogliato che si è scoperto risiedere
& Genova ! Ma siccome non pare che si
possa obbligare suocera -e nuora a prendersi
pei capelli ogni mezz'ora ; e così altre e non
ingiustificate proteste !
La narrazione potrebbe esser lunga, ma
non voglio tediare più ollg'e la Camera.
Osservo però, che i poteri conferiti dal
decreto istitutivo ai. commissari agli alloggi
tendono ah fine di infrenare la, speculazione ;
viceversa, ripeto, non solo la speculazione
più esosa continua,-ma sotto il nome del commissario agli alloggi si compiono atti che costituiscono aperte violazioni delle leggi vigenti, degli attentati alla libertà ed incolumità delle persone, e cioè dei veri e propri
reati, si passa al di sopra delle sentenze dei
magistrati ordinari violando la guarentigia
che lo Statuto accorda ai cittadini, di non
poter essere distolti dai loro giudici naturali.
' Contro questi abusi insorge la pubblica
opinione e reclama che non già con nuove
discipline si regolino i poteri dei commissari
agli alloggi, come promette il Governo, ma
<?he si aboliscano codesti- Commissariati.
Nella libera gara indubbiamente minori interessi saranno sacrificati, minori abusi si
dovranno deplorare, migliore contemperamento sarà assicurato dei diritti dei cittadini.
P R E S I D E N T E . Segue la interrogazione
dell'onorevole Garibotti, al ministro della
guerra, « per conoscere le ragioni che inducono le autorità militari a lasciare ammassati e soggetti a deperimento presso i depositi
di reggimento, migliaia di pacchi vestiario
residuati dalle distribuzioni agli aventi diritto ».
Non essendo presente l'onorevole Garibotti, s'intende che vi abbia rinunziato.
Segue l'interrogazione degli onorevoli Agostini e Repossi, al presidente del Consiglio
dei ministri, ministro dell'interno, « per
avere la conferma che 1 funzionari di polizia
di Milano, in ispregio ai diritti e alle libertà
ancora oggi consacrate nei codici, hanno
facoltà di consumare a danno di gruppi, di
partiti, di giornali le più scriteriate sopraffazioni ; e per trarre, da
conferma, le
indicazioni di responsabilità, che superando
quelle dei più tristi arnesi di polizia, risalgono
a un Governo non disdegnoso di usare qualunque mezzo a difesa del privilegio che rappresenta, e quindi l'incitamento al proleta-
riato ad adoperare pure esso ogni arma perchè
la sua volontà abbia ragione di ogni resiutenza».
'
P R E S I D E N T E , l'onorevole sottosegretario di Stato per l'interno ha facoltà di
rispondere.
CORRADINI, sottosegretario di Stato per
l'interno. L'interrogazione dell'onorevole Agostini, per la sua estensione e per la mancanza di fatti particolari, non consente una
risposta concreta. Suppongo che tutte le affermazioni di carattere fosco in essa contenute, come « le sopraffazioni in ispregio ai
diritti e alle libertà ancora oggi consacrate
nei codici a danno dei gruppi di partiti, di
giornali, ecc. » si vogliano riferire al periodo
della lotta elettorale, e naturalmente con
un desiderio specifico di censura a tutta l'attività dell'autorità di pubblica sicurezza.
Ora io voglio soltanto - perchè ho dovuto
ricercare i giudizi locali - partecipare alla
Camera una informazione indiziaria che
servirebbe a mettere in dubbio tutte queste
sopraffazioni che sarebbero state, secondo
l'onorevole Agostini, perpetrate dall'autorità
di polizia in quei giorni a Milano.
Il prefetto di Milano, invitato a ricercare
l'atteggiamento di questa autorità e a segnalarlo al Ministero, ecco quanto dice in una delle
sue informazioni: « Sulla moderazione dei
funzionari di pubblica sicurezza dovrebbe personalmente e lealmente attestare l'onorevole
Repossi (che è uno degli interroganti) il
quale nel pomeriggio di detto giorno (si
riferisce al giorno delle operazioni elettorali,
mi pare il giorno 8 o il 9), essendo stato
arrestato perchè in.piazzale di Porta Romana
aveva oltraggiato cogli epiteti di « vigliacco »
e «farabutto» alcuni agenti investigativi e
di pubblica sicurezza che opponevano la
loro resistenza allo sgombero dell'andito di
una casa ove erano asserragliati alcuni
membri del Comitato avversario, venne rimesso in liberta e non denunziato in istato
d'arresto come si sarebbe dovuto fare, se
non si fosse avuta la convenienza di evitare
incidenti da parte della folla, poco prima
eccitata dall'onorevole Repossi».
Quanto poi agli incidenti del giorno 8,
ai quali credo che specificamente si riferisca
l'onorevole interrogante, 1' onorevole Agostini stesso {Interruzione del d,eyutato Agostini)
riconobbe la correttezza dei funzionari e
della forza pubblica sul luogo stesso delle
operazioni elettorali e durante il corso di
esse.
In una di queste operazioni si sospettò
che un certo chiosco che aveva le saracine-
(
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
— 5910 —
Camera dei
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
- TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE
sche a b b a s s a t e potesse contenere delle persone che vi si fossero rifugiate. L ' a g e n t e che
riferisce vi entrò con alciini carabinieri, e vi
trovò alcuni individui che f u r o n o perquisiti.
Ad u n certo p u n t o gli agenti volevano perquisire u n ' a l t r a persona, m a questa che
era l'onorevole Agostini, assicurò che quelle
persone t r o v a t e in quel chiosco erano a lui
sconociute e non erano dimostranti, m a
semplicemente dei paurosi.
L'onorevole Agostini stringendo la m a n o
al funzionario, (Oh! oh!)
disse che era
s t a t o in piazza per sorvegliare il contegno
della forza, ed aveva rilevato da p a r t e degli
agenti u n t r a t t a m e n t o rispettoso verso il
pubblico e non doveva l a m e n t a r e come altre
volta - „ soggiunse 1' onorevole Agostini alcun fatto"di violenza da p a r t e degli agenti.
(Commenti).
I n complesso, t u t t e le misure a d o t t a t e
il giorno 8 e il giorno 9 riscossero unanimem e n t e non solo a Milano, ma in Italia, piena
approvazione per la loro imparzialità e correttezza.
Queste sono le informazioni che ho p o t u t o
t r a r r e dall'ambiente locale, per cercare di
individuare t u t t e queste fosche denunzie
f a t t e dagli onorevoli Agostini e Repossi.
Un ultimo rilievo. Siccome nell'interrogazione si parla anche di sopraffazione ai
giornali ecc., osservo che i giornali non f u r o n o
molestati in nessuna maniera. Suppongo
che si alluda ad u n a specie di foglio v o l a n t e
intitolato La Fiamma, che faceva appello ai
soldati della classe 1901 perchè impugnassero
le armi che loro erano s t a t e d a t e dalla borghesia.
Capirete che e r a v a m o p e r f e t t a m e n t e nell'ipotesi dell'articolo 65 della legge sulla p u b blica sicurezza, e il n u m e r o f u sequestrato.
(Approvazioni).
Ora a t t e n d o di conoscere dall'onorevole
Agostini se h a qualche altra lagnanza, ed io
vedrò se gli potrò 'dare chiarimenti.
P R E S I D E N T E . L'onorevole Agostini ha
facoltà di dichiarare se sia sodisfatto.
A G O S T I N I . Sono spiacente dell'equivoco in cui è incorso l'onorevole sottosegretario di S t a t o (Commenti), poiché la mia
interrogazione è precedente alla b a t t a g l i a elettorale, e si riferisce a quel periodo in cui
la vostra polizia aveva la bestiale ossessione (Rumori) di sopprimere i gruppi anarchici. (Commenti).
'•'%•"•
Qualifico arbitrario l'arresto di t u t t i i
r e d a t t o r i del giornale L'Umanità
Nuova,
perchè se si volesse giustificarlo con l'arti-
Deputati
1920
colo 121, avreste il dovere di arrestare t u t t i
noi che sediamo sui banchi di questa estrema
sinistra, (Si ride), t u t t i i consiglieri comunali
del nostro partito, t u t t i gli inscritti al nostro
partito, che, i n d i p e n d e n t e m e n t e dalla frazione cui a p p a r t e n g o n o , e dalle decisioni di
Eeggio Emilia, di Firenze e di Imola, insieme con noi affermano di voler distruggere
i vostri privilegi. (Vivi
rumori).
La volontà insistente di sopprimere il
giornale i ' Umanità
Nuova
è manifesta,
perchè, q u a n d o la*vostra polizia si è accorta
che due r e d a t t o r i , non ancora da essa conosciuti, c o n t i n u a v a n o la pubblicazione del
giornale, ha non solo r i p e t u t a m e n t e perquisito'il giornale, ma anche s o t t r a t t a e seques t r a t a la corrispondenza indirizzata alla casella postale di quel giornale.
Peggio ancora ; uno dei vostri commissari
ha imposto a due tipografi u n a dichiarazione
secondo la quale, se avessero c o n t i n u a t o a
pubblicare il giornale, sarebbero stati t e n u t i
responsabili del reato pel quale erano s t a t i
arrestati i redattori.
A t u t t o questo io mi riferivo nella mia
interrogazione, ed anche alle violenze che
la pplizia usa contro gli anarchici, nei loro
comizi.
(Rumori).
Gli anarchici non possono, per dichiarazione dello stesso c o m m e n d a t o r e Gasti, tenere
nessun comizio, perchè vi si m a n d a t a n t a
forza q u a n t a b a s t a a perquisire coloro che
al comizio si i n c a m m i n a n o , e ad arrestare
non soltanto quelli che detengono rivoltelle
in tasca, m a anche gli altri, che vengono
poi b a s t o n a t i i n questura dagli agenti. (Interruzioni -yr- Rumori).
Potrei citare ancora altri fatti, 'se con la
mia interrogazione mi fossi proposto di ottenere la sconfessione dei vostri f u n z i o n a r i .
H o voluto invece ottenere la confessione
che la responsabilità di questi f a t t i non deve
essere a t t r i b u i t a soltanto al c o m m e n d a t o r e
Gasti, ma anche al Governo, e che l'intend i m e n t o di sopprimere il g r u p p o anarchico
non è solo nella m e n t e di quel funzionario,
m a anche nelle vostre direttive.
L'onorevole sottosegretario ha risposto
per altri f a t t i . Potrei seguirlo anche su
questo terreno, e d i m o s t r a r e che la polizia
ha a d o p e r a t o contro di noi mezzi t u t t ' a l t r o
che leciti.
Ad ogni modo ho ragione di pensare che
la giustificazione dei contegno t e n u t o dai
funzionari, in tali avvenimenti, coinvolge
anche la responsabilità del Governo. ( A p provazioni all'estrema sinistra —
Rumori)..
Atti Parlamentari
LEGISLATURA X X Y
— 5911 —
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
P R E S I D E N T E . Essendo trascorso il termine regolamentare, le altre interrogazioni
iscritte all'ordine del giorno di oggi sono rinviate a domani.
Seguito della discussione sul disegno di legge:
Approvazione del T r a t t a t o di Rapallo concluso fra l'Italia ed il Regno serbo-croatosloveno ed annessione dei territori e delle
isole attribuiti all'Italia.
P R E S I D E N T E . L'ordiné del giorno reca:
Seguito della discussione sul disegno di legge :
Approvazione del Trattato di Rapallo concluso fra l'Italia ed il Regno serbo-croatosloveno, ed annessione dei territori e delle
isole attribuiti all'Italia ».
Ha facoltà di parlare l'onorevole Colonna
di Cesarò.
C O L O N N A D I C E S A R Ò . Onorevoli signori, limiterò il. mio dire a una breve dichiarazione. Nè potrei fare diversamente,
perchè, il campo degli argomenti adriatici,
sì nella sfera del sentimento come in quella
della ragione politica, è stato già completamente mietuto da tanti valorosi colleghi, alle
cui considerazioni non posso che associarmi,
tranne naturalmente quelle, relative particolarmente alla Dalmazia, dell'onorevole Colajanni, che mi è parso aver ieri inspirato un
poco le sue statistiche al proprio convincimento politico anziché questo a quelle, e a
quelle dell'onorevole Salvemini, che mi fa pensare con rammarico quanto potrebbe essere
più utile al paese se, invece di sedere qui,
fra noi, si trovasse alla Scupcina jugoslava,
dove forse penserebbe a noi italiani prima che
ai suoi jugoslavi. ^Interruzione del depututo
Salvemini).
Farò dunque una breve dichiarazione,
alla quale però non mi è possibile rinunziare, perchè, dopo essere stato per tanti anni
esponente del movimento in favore della
Dalmazia italiana, non posso lasciar passare
sotto silenzio questo documento, che dovrebbe seppellire il problema dalmata.
Di fronte al fatto compiuto, quale a noi
si presenta il Trattato di Rapallo, con cui
si spera di avere definitivamente risoluto
la questione adriatica, io mi propongo di
non pronunziare qui parola che suoni biasimo o rimprovero" o recriminazione per i
duri sacrifìci che il Trattato ci impone.
In quest'ora,'nella quale tutti gli sforzi
devono convergere per ricostituire la compagine nazionale e ridestare nel popolo il sentimento patrio e la coscienza della propria
esistenza e della propria forza, per risol-
Camera dei
- TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE
Deputati
1920
levare lo spirito pubblico da quello stato di
depressione, in cui le amarezze della pace non
meno che le sofferenze della guerra, e purtroppo le azioni di uomini, che ben diversamente avrebbero dovuto sentire le responsabilità di Governo,, lo avevano gettato, in
quest'ora sento che è necessità ed è dovere
evitare ogni giudizio, ogni manifestazione,,
ogni accenno che, anche male interpretato, o
artatamente sfruttato, possa prestarsi a
diminuire in Italia il senso e l'orgoglio della
vittoria, che essa ha riportato in questa
guerra.
E , del resto, non è là diversa soluzione
della questione dalmata che in alcun modo
o in alcuna misura vale ad accrescere, o a
sminuire la portata di questa vittoria ;
starei per dire che non è neanche nella
soluzione delle questioni di Trento e Trieste,,
che pure tanto hanno influito nel determinare
l'intervento dell'Italià'nella guerra, ma forse
neppure nella soluzione della questione dei
nostri confini, che risiede l'entità della
vittoria : essa sta nel trionfo riportato sopra
due imperi'che con la loro politica di egemonia e di militarismo minacciavano di
fermare il progresso dell'umanità.
Di questo trionfo l'Italia è s t a t a l a diretta,
forse, la principale artefice, e di esso ha il
diritto e il dovere di menar vanto.
Ma sia permesso a me, che sono stato
fin dalla prima ora costante assertore della
italianità della Dalmazia, e che per la frequenza coi profughi dalmati ho' inteso come
e quanto palpiti di-fede, di speranze e di angoscie l'anima dell'Italia dell'altra sponda,
di esprimere tutto il dolore e tutta l'amarezza,
che io sento, che noi tutti, onorevoli colleghi, dobbiamo sentire, nel vedere ancora
una volta strappato dal grande albero della
famiglia italiana uno dei rami più puri e
più gloriosi della nostra gente.
Voci all' estrema sinistra. E le statistiche
di Colajanni ?
C O L O N N A D I C E S A R Ò . Sono tutte discutibili !
jj
E noi coi dalmati, onorevoli colleghi,
non abbandoniamo soltanto degli italiani;
noi abbandoniamo dei migliori fra gl'italiani, perchè arde nel petto loro una fiamma
e un sentimento di italianità, quale noi
tutti vorremmo vedere ardere nel petto di
moltissimi italiani del Regno. Il sacrifìcio
poi non si limita agli italiani che rimangono
irredenti, ma per un altro verso colpisce, anche
gli Italiani, che il Trattato vorrebbe redimere, di Fiume e di Zara: di Fiume, se è
vero quello, che la stampa ufficiosa jugoslava
Atti
— 5912 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
Camera dei
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6
va pubblicando, che cioè a Rapallo il porto
Baros sarebbe stato assegnato ai jugoslavi.
Anzi il giornale Obzor di Zagabria, in data
13 novembre, aggiunge questa circostanza :
che l'assegnazione del porto Baros, sarebbe
s t a t a non compresa nel Trattato, ma consentita con lettera riservata che accompagna
il T r a t t a t o .
Stento a crederlo, onorevole ministro ;
e vorrei pregarla di dire una parola che ci
rassicuri t u t t i .
Ad ogni modo tenga presente, onorevole
Sforza, che le parole della relazione, che
riguardano Fiume e la soluzione del suo
problema, significano che la Commissione
degli affari esteri ha approvato il T r a t t a t o
nel convincimento che il porto Baros possa
essere assegnato all'Italia.
Quanto a Zara, segregata e resecata
dalla provincia di cui è stata sempre capitale e dalla quale trae la vita, le risorse e
la materia prima per le sue industrie, quanto
a Zara lascio la parola ad un altro giornale
slavo : al « Novi List » di Spalato del 16
•novembre. che, dopo avere deriso la sorte
"di questa infelice città ed averla paragonata
ad un piccolo villaggio che l'Italia possiede
sul lago, di Lugano, Campione, t u t t o stretto
da territorio svizzero, così come Zara viene
a essere stretta da territorio slavo, definisce
Zara come un nuovo Campione : un « Campione senza valore ».
Pare a me, in conclusione, che i nostri
negoziatori a Rapallo non abbiano soltanto
rinunziato alla neutralizzazione militare delle
città jugoslave di Dalmazia, ma abbiano
conees.so anche la neutralizzazione economica
delle città italiane, di Piume e di Zara.
Ma il sacrifizio, ci dice il Governo,^, era
necessario per poter arrivare a suggellare,
con questo Trattato, un'intesa che fosse
il principio di una nuova èra di pace, non
solo, ma di amicizia e di fratellanza fra l'Italia e la Jugoslavia.
E chi può non desiderare che si avveri
questa previsione ? Certo non io, che con l'onorevole Amendola fui uno dei due iniziatori
di quel comitato che portò al Convegno di
P o m a f r a le nazionilità oppresse, e che mirava
precisamente ad eliminare i rancori che dividevano italiani e jugoslavi, jugoslavi e
rumeni, pelacchi e czechi, che dividevano
insomma fra loro le- diverse nazionalità dell'Austria-Ungheria, e a far convergerne e accomunarne l'azione contro il comune némico :
l'impero degli Absburgo.
La minaccia di questo comune nemico ci
sovrasta ancora, perjgcui, maiJ^comej^oggi
NOVEMBRE
Deputati
1920
una vera amicizia tra l'Italia e là Jugoslavia
sarebbe desiderabile. Ma è essa possibile %
Ce l'assicura il T r a t t a t o di Rapallo ? L'esperienza di questi due anni, che han" seguito
l'armistizio, ha dimostrato di quanto spirito di tolleranza e di quanto senso di civiltà l'Italia sia capace nei riguardi dei
jugoslavi. Ma col ricordo ancora vivo dei
f a t t i cruenti di Spalato, delle ripetute offese
f a t t e alla bandiera italiana, della morte
del comandante Culli e del marinaio Rossi,
è lecito dubitare che la firma del T r a t t a t o
valga a trasformare e a capovolgere il sentimento pubblico jugoslavo verso l'Italia.
(Interruzioni
all' estrema sinistra
— Commenti).
Cullati nella speranza che questo Trattato possa portare all'amicizia cogli jugoslavi, i nostri rappresentanti, i nostri delegati a Rapallo hanno abbandonato loro gli
italiani di Dalmazia, senza difesa e senza
garanzie, (Interruzioni — Rumori
all'estrema
sinistra) perchè tale non può chiamarsi la
facoltà, data ai medesimi, di optarefper la
cittadinanza italiana che li renderebbe'stranieri in casa propria, e passibili di un decreto
di espulsione dal paese, che è loro ; nè vi ha
sanzione esecutiva, che assicuri l'applicazione
di quella veramente magra condizione, cont e n u t a nel paragrafo 21 dell'articolo 7 del
T r a t t a t o (Interruzioni — Rumori all' estrema
sinistra) che lascia agli italiani di Dalmazia
« il libero uso della propria lingua, . ed il
libero esercizio della propria religione, con
t u t t e le facoltà inerenti a queste condizioni ».
Sta ora, dunque, alla Jugoslavia, sta
alla spontanea volontà della Jugoslavia, di
mostrare che saprà rispettare lo* spirito del
T r a t t a t o . E voglio augurarmi che gli jugoslavi, col t r a t t a m e n t o che faranno agli italiani di Dalmazia, sapranno lenire il dolore
che questi ultimi sentono per la patria che
li abbandona, e permettere, in conseguenza,
che anche in Italia si formi uno stato di
animo benevolo, che permetta l'avvicinamento del nostro con il loro paese.
Che se questo non sarà, se si persisterà
nella persecuzione degli italiani, se si continuerà nel recare offesa alla bandiera italiana, se si perpetuerà il sistema di insultare
il nóme, la dignità, la civiltà d ' I t a l i a , se,
insomma, la Jugoslavia esaspererà l'irredentismo italiano e solleverà Tira e l'indignazione del nostro popolo, allora sarà sua la
responsabilità e la colpa, che la questione
adriatica risorgerà, e tornerà a imporsi
all'Italia per una nuova migliore soluzione.
Atti
— 5913 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
Comunque, quali che siano i giorni che
il destino riserba agli italiani di Dalmazia,
siano essi giorni di dolorosa m a tranquilla
rassegnazione, o giorni di violenta e incivile
oppressione, sempre però giorni di attesa e
di fede, sappiano essi che il cuore di q u a n t i
qui, v e r a m e n t e italiani, i t a l i a n a m e n t e sentono, b a t t e all'unisono col loro.
Salutiamo, onorevoli colleghi, i fratelli
d a l m a t i , che non l'Italia, no, ma il P a r l a m e n t o
e il Governo credono di dover oggi sacrificare
nella visione di u n bene supremo: la pace.
(Approvazioni
— Applausi
—
Congratulazioni).
P R E S I D E N T E . H a facoltà di parlare
l'onorevole Federzoni.
F E D E R Z O N I . Esporrò, anche a n o m e
di alcuni amici di questa p a r t e della Camera, le ragioni per le quali noi d a r e m o voto
contrario al T r a t t a t o di Rapallo.
Quando anche il nostro a t t e g g i a m e n t o
n o n fosse d e t e r m i n a t o da u n a necessità
i m p e r a t i v a di coscienza, esso sarebbe obb i e t t i v a m e n t e utile. {Commenti). Ai colleghi
che m o r m o r a n o : « Voi non votereste contro,
se non foste sicuri che noi, maggioranza,
voteremo a f a v o r e », si p o t r e b b e rispondere : « Non sappiamo se ciò che voi dite
sia vero ; m a c e r t a m e n t e voi, - maggioranza,
n o n votereste t u t t i a favore, se non sapeste
che vi sarà qualcuno che v o t e r à contro ».
I n f a t t i , sarebbe cosa s o m m a m e n t e dannosa i n t o r n o a questo a r g o m e n t o u n a unan i m i t à mortificante, la quale esaltasse nei
risultati o t t e n u t i il massimo limite cui l ' I t a lia potesse p r e t e n d e r e dopo t a n t i sacrifìci e
t a n t o sangue, svalutasse quello stesso spirito di moderazione che altri loda nel Governo italiano, e annullasse, di f r o n t e al
f a t t o ormai compiuto, le posizioni .storiche
e ideali che r i m a n g o n o affidate all'avvenire.
D ' a l t r o n d e è questo il m o m e n t o nel quale
ciascuno deve assumere, in coerenza coi propri
anteriori atteggiamenti, le proprie respon's abilità.
Nel giugno scorso u n a supposizione accort a m e n t e diffusa e a v v a l o r a t a con attestazioni i m p o r t a n t i che non f u r o n o mai smentite, la supposizione che l'onorevole Giolitti
fosse a n i m a t o da u n a tal quale propensione
a d applicare il P a t t o di Londra, non nocque,
innegabilmente, al suo ritorno al potere.
Noi su questo p u n t o non ci illudemmo. Sapev a m o che, anche in tale materia, egli era
spregiudicato. E ciò costituiva già, d a t o lo
spirito dell'antecessore, u n notevole miglior a m e n t o della situazione, che per poco dal-
Camera dei
- TORNATA DEL 2 6
NOVEMBRE
Deputati
1920
l'antecessore stesso n o n era s t a t a irreparabilmente compromessa.
Noi a v e v a m o sostenuto in questa Camera,
e fuori, la tesi della difensiva pacifica sulla
base dello stato di f a t t o assicurato all'Italia
dal T r a t t a t o di armistizio. Gli a v v e n i m e n t i
ci h a n n o dato ragione.
Quel t a n t o di buono che si è o t t e n u t o a
, Rapallo conferma la b o n t à di quella nostra
tesi, e la efficace o p p o r t u n i t à della n o s t r a
azione.
^
L'intransigenza jugoslava, infatti, era sino
a ieri appoggiata a quella coalizione mondiale
a n t i - i t a l i a n a che, sotto la spinta subdola e
animatrice del nostro o t t i m o n e o - a m i c o signor Yesnic,'si era f o r m a t a . a l l a Conferenza
di Parigi, e lo spirito della quale ha a v u t o
di recente la sua p o s t u m a , m a interessante
e caratteristica rivelazione negli inverosimili
articoli del signor Poincaré sulla Jìevue des
Deux
Mondes.
Di quella coalizione, come t u t t i sanno,
l'esponente massimo, o n n i p o t e n t e anzi, era
l'ex-presidente Wilson. Noi a f f e r m a v a m o
allora che, s o p r a t t u t t o , bisognava g u a d a g n a r
tempo, m e n t r e il presidènte del Consiglio in
carica predicava o s t i n a t a m e n t e la necessità
di addivenire senza indugi, e a q u a l u n q u e
costo, ad un accordo con la Jugoslavia, per
non perdere t o t a l m e n t e gli inestimabili f r u t t i
della benevolenza del signor Wilson. E l'onorevole Salvemini, che è s t a t o il teorizzatore e l'apostolo della politica adriatica
che chiameremo, t a n t o per intenderci, nittiana...
S A L V E M I N I . È viceversa N i t t i che ha
applicato la politica mia ! (Si ride).
P R E S I D E N T E . Onorevole Salvemini,
non sono consentite le ricerche di p a t e r n i t à .
(Ilarità).
E E D E R Z O N I . Non so quale dei due, se
lei o l'onorevole Nitti, debba insuperbire
di più della p a r e n t e l a !
L'onorevole Salvemini, dicevo, era più
che m a i colui che a v e v a esaltato nel Presidente WTilson il mallevadore supremo delle
universali giustizie, con parole che oggi non
è senza interesse ricordare alla Camera.
Scriveva l'onorevole Salvemini : « Noi dobbiamo considerare il P r e s i d e n t e Wilson come
il ministro degli esteri della democrazia internazionale contro - b a d a t e , onorevoli colleghi - contro q u a l u n q u e ministro a t e n d e n z e
nazionaliste dei nostri stessi Governi (chiara
allusione all'onorevole Sonnino), dobbiamo f o r m a r e in E u r o p a il p a r t i t o di Wilson,
b a t t e n d o c i contro i nostri stessi Governi,
qualora questi n o n accettino i metodi di
— 5914 —
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXY -
Camera dei Deputati
,
1" SESSIONE - LISCUSSIONI - T O G A T A DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
pensiero e di àzionegdelfPresidente Wilson,
eccetera, eccetera »
SALVEMINI. Per caso, la citazione è
autentica.
FEDEEZQNI. È inutile che ricordi
quali fossero; le dolorose stazioni della via
crucis adriatica dell'Italia. È inutile ricordare all'Assemblea l'umiliazione senza pari
inflitta all'Italia con la famigerata intimazione/wilsoniana del 23 aprile.1919 ; e poi la
nota altezzosa dallo stesso Wilson indiriz-.
zataci nell'ottobre che di,ben poco migliorava il contenuto derisorio del primo documento ; e poi il non meno umiliante memorandum consegnato dagli alleati al ministro Scialoja il dicembre successivo....
Una voce all'estrema sinistra. È uno dei
vostri Î (Rumori).
.
FEDEEZGNI. Noi gli votammo contro
con un entusiasmo grandissimo, onorevole
mio interruttore !
v
Né rammenterò i termini disastrosi del
compromesso Nitti-Lloyd George, per nostra buona sorte rifiutato dalla Jugoslavia
nel gennaio 1920 ; e il tentativo susseguente,
fatto dall'onorevole Nitti a San Beino, di
realizzare quel memorandum del 9 dicembre,
che prima era stato ricusato ; e il rifiuto della
Francia e dell'Inghilterra di consentirvi
quelle indispensabili, definite applicazioni
che l'onorevole Mtti domandava; ed infine
le trattative iniziate e troncate a Pallanza
nel giugno di quest'anno.
La interruzione di quelle indecorose conversazioni, causata dalla crisi ministeriale,
fu già un benefìcio incomparabile, dovuto
alla resistenza opposta tenacemente alla
politica rinunziatrioe dalle forze nazionaliste, dovuta soprattutto all'espressione più
concreta e più viva che tale resistenza ebbe
nell'opera ardimentosa e chiaroveggente di
Gabriele D'Annunzio, custode della vittoria
e del diritto italiano nell'Adriatico. (Approvazioni).
Frattanto la situazione internazionale
andava mutando. Caduto il signor Clemenceau, esautorato da prima Wilson dal Senato nord-americano, e poi rovesciato nelle
elezioni presidenziali, ecco che la Jugoslavia
si trovava isolata innanzi all'Italia. Ora è
lecito chiedere : al momento in cui furono
cominciati dal Governo italiano gli approcci
per la ripresa delle trattative con la Jugoslavia, ebbe il Governo italiano un apprezzamento esatto di tale situazione ? L'onorevole ministro degli esteri non potrà smentirmi, se io consapevolmente affermo che
una esatta valutazione non vi fu. Da questa
6
impostazione erronea delle trattative sono
derivati lo svolgimento e l'esito insoddisfacente dei negoziati di Eapallo.
Che cosa avvenne infatti a Eapallo ì
Dopo due giorni di opposizione disperata,
la roccaforte formidabile dell' intransigenza
jugoslava precipitò all'improvviso come un
castello di carte. E i nostri delegati si .trovarono da un'ora all'altra nella situazione
imbarazzante di chi, urtando con tutte le
proprie forze contro un ostacolo che egli
crede un muro, si accorge troppo tardi di
non essersi trovato dinanzi che un modesto
paravento.
Certo vi era in qualcuno la persuasione
che le trattative di Eapallo dovessero servire solo come prova della irreducibilità
della intransigenza jugoslava ; altri, invece,
certamente sperava nell'accordo, ma non
credeva che sarebbe stato così facile e sollecito. Comunque, dopo la repentina resa
dei delegati jugoslavi, ci fu o parve esserci
un momento di sospensione e di incertezza.
Intervenne allora a Eapallo il presidenté
del Consiglio in persona, con i capi militari.
Si cercò affannosamente di strappare ancora
qualche cosa per il medio Adriatico : troppo
tardi ; a un dato momento l'insistere non
parve neppur più leale, nè possibile.
L'accordo ormai era fatto, e fatto su basi,,
che, ormai lo vediamo, avrebbero potuto
essere molto più favorevoli se si fosse valutata in tempo la vera posizione dell'avversario di fronte a noi.
Senza dubbio, il Trattato di Eapallo
rappresenta un . grande successo, se lo si
voglia considerare in paragone con le precedenti formule di compromesso adriatico ;
ma non codesta può essere la giusta misura
per giudicarlo ; bensì il contributo che l'Italia
aveva dato alla guerra e il suo diritto di
potenza vittoriosa.
Anche il risultato principale, che si è ottenuto, di assicurare finalmente all'Italia
l'incontrastato possesso della sua frontiera
orientale terrestre, se pur rappresenta davvero un evento storico di straordinaria importanza, è dovuto, non tanto all'abilità
dei nostri negoziatori, quanto alla mirabile
vittoria dei nostri soldati ; e ancora, e più
specialmente al fatto che il Comandante
D'Annunzio, con la divinazione del genio e la
risolutezza dell'eroismo, armò l'autodecisione di Fiume, salvandola' dalla imminente
occupazione britannica.
Lo stesso riconoscimento dell'indipendenza di Fiume non è altro che il riconoscimento dello stato di fatto e di diritto che-
— 5915 —
Atti Parlamentari
LEGISLATURA. XXV
-
1° SESSIONE - DISCUSSIONI
Gabriele D ' A n n u n z i o h a creato nella Città
olocausta, e che f u da lui m e r a v i g l i o s a m e n t e
difeso contro t u t t o il mondo, a n c h e contro
l ' I t a l i a ufficiale, che fino a d oggi h a m a n t e n u t o in c o n f r o n t o di F i u m e le più astiose
misure di ostilità, i m p e d e n d o n e il rifiorim e n t o economico, e lesinandole a v a r a m e n t e
perfino i r i f o r n i m e n t i a n n o n a r i .
(Approvazioni).
*'
F i u m e è oggi riconosciuta i n d i p e n d e n t e ,
* m a se a questo si voleva e si d o v e v a addiven i r e coi negoziati di Rapallo, perchè la Reggenza del Carnaro n o n f u p r e v e n t i v a m e n t e
c o n s u l t a t a ! Almeno in via officiosa ciò avrebb e p o t u t o e d o v u t o farsi. Essa n o n d o v e v a
c o n t i n u a r e a d essere i g n o r a t a fino a ieri dal
Governo i t a l i a n o ! U n a p r e v e n t i v a i n t e s a
a v r e b b e forse e v i t a t o g r a v i i n c o n v e n i e n t i
e rischi, la cui possibilità oggi ci p r e o c c u p a
tutti.
Ma i benefici del T r a t t a t o di R a p a l l o
sono stati, oltre t u t t o , s o p r a v v a l u t a t i più
dei bisogno.
Anche lo S t a t o i n d i p e n d e n t e di F i u m e
n o n h a o t t e n u t o i confini di cui esso a v e v a
bisogno.
ISTon i n t r a t t e r r ò la Camera i n t o r n o alla
q u e s t i o n e di P o r t o Baros, sulla quale altri
m o l t i autorevoli collèghi h a n n o già categor i c a m e n t e i n t e r r o g a t o il Governo. Se la
dizione degli articoli 4 e 5 del T r a t t a t o p u ò
lasciare il d u b b i o che la questione di P o r t o
B a r o s n o n sia s t a t a risoluta p a c i f i c a m e n t e
•e i m p l i c i t a m e n t e con l'assegnazione sottintesa di quella p a r t e del p o r t o di F i u m e a
F i u m e stessa, m a possa essere u n a di quelle
q u e s t i o n i controverse da d e m a n d a r s i alla
decisione a r b i t r a l e del P r e s i d e n t e della Conf e d e r a z i o n e elevetica (il che s a r e b b e già t o r t o
e d a n n o gravissimi i m m e r i t a m e n t e inflitti
a F i u m e ) , vi è p u r t r o p p o u n a dichiarazione
precisa del signor T r u m b i c al giornale jugoslavo Novo Doba,
colla quale il signor
T r u m b i c esplicitamente a f f e r m a .che P o r t o
B a r o s è già s t a t o a t t r i b u i t o alla J u g o s l a v i a .
,È inutile che illustri a n c h ' i o di qual det r i m e n t o tale a t t r i b u z i o n e ' s a r e b b e causa à
F i u m e , perchè P o r t o B a r o s n o n è, ripeto, che
u n elemento i n t e g r a n t e ed essenziale del
p o r t o di F i u m e , che esso in qualche guisa
i n c l u d e perchè il suo molo è f o r a n e o r i s p e t t o
a quello del p o r t o di F i u m e p r o p r i a m e n t e
detto.
Yi è poi la questione di Sussak e di Tersatto, frazioni le quali, come f u già eloquent e m e n t e d i m o s t r a t o da altri oratori, per
r a g i o n i inderogabili di necessità economica
n o n possono in alcun m o d o scindersi da F i u m e ,
Camera
- TORNATA DEL
¿6
dei
NOVEMBRE
Deputati
1920
di cui sono i sobborghi, oltre lo s t r e t t o corso
dell'Eneo.
E vi è la a l t r e t t a n t o inconcepibile esclusione di A r b e e di Veglia dallo S t a t o di
F i u m e : esclusione che nori p u ò t r o v a r e alc u n a giustificazione q u a n d o si ricordi che
quelle isole h a n n o s e m p r e g r a v i t a t o nell'orb i t a economica di F i u m e , e per la quale ass o l u t a m e n t e n o n v a r r e b b e il venirci a dire
che Veglia ed A r b e n o n si p o t e r o n o negare
alla J u g o s l a v i a perchè esse n o n erano comprese nel P a t t o di L o n d r a ; i n q u a n t o c h è sar e b b e molto s t r a n o che il P a t t o di L o n d r a ,
d i m e n t i c a t o t u t t e le volte che ci p o t e v a
servire, fosse s t a t o r i t i r a t o f u o r i a R a p a l l o
solo q u a n d o ci p o t e v a nuocere con u n a clausola d a n n o s a .
P e r giustificare poi la n e g a t a f r o n t i e r a
militare a F i u m e , cioè la m a n c a t a inclusione «
della b r e v e zona a oriente della c i t t à fino a
Buccari, si dice: « Ma che bisogno ha F i u m e
di confini militari ?.. Esso è uno S t a t o essenz i a l m e n t e n e u t r a l e . Q u a n d o , in ipotési, F i u m e
fosse a t t a c c a t a , ci s a r e b b e l ' I t a l i a a difenderla ». Ma a p p u n t o nella considerazione di
u n a tale ipotesi, l ' I t a l i a , per difendere F i u m e ,
a v r e b b e bisogno dei confini militari che essa,
a Rapallo, n o n si è c u r a t a di provvederle.
A prescindere da queste m e n d e secondarie, m a p u r e assai gravi, che ho di volo
accennate, il T r a t t a t o è inficiato da b e n
più g r a v i insanabili difetti, il p r i m o dei
quali è il seguente : esso costituisce u n
a t t o di t r a n s a z i o n e unilaterale.
I n f a t t i l'Italia? con q u e s t o - T r a t t a t o scambia territori, di pieno diritto da essa acquis t a t i e t e n u t i , contro alcune promesse dell ' a l t r a p a r t e c o n t r a e n t e ; s c a m b i a il concret o per u n corrispettivo ipotetico, ossia,
a p p u n t o , per le promesse di riconoscimenti
e di garenzie, e per la speranza dell'amicizia jugoslava.
A n z i t u t t o , d o m a n d i a m o c i , onorevoli colleghi, è oggi d a v v e r o la J u g o s l a v i a in condizioni di a s s u m e r e e di m a n t e n e r e i m p e g n i
precisi in n o s t r o c o n f r o n t o ?
L a situazione storica' dello S t a t o jugoslavo
fino al giorno dell'armistizio è s t a t a u n a delle
più singolari che m a i paese al m o n d o a b b i a
avuta.
L a J u g o s l a v i a si era messa in condizioni di vincere c o m u n q u e la g u e r r a : perchè
se la v i t t o r i a l'avessero o t t e n u t a gli i m p e l i
centrali, la Jugoslavia, a v r e b b e v i n t o come
Croazia e Slovenia : se avesse o t t e n u t o la
v i t t o r i a , come l ' o t t e n n e , l ' I n t e s a , la J u g o s l a via a v r e b b e vinto, così a p p u n t o come h a
vinto, come Serbia. Ciò n o n toglie che la
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5916 —
Camera dei Debutati .
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
sua formazione unitaria sia oggi molto problematica e faticosa.
Vi è una lotta accanita di tre religioni.
Vi è il contrasto subdolo, ma feroce e continuo,
di due sètte segrete nell'esercito, la Mano
Nera che rappresenta la tradizione del .
vecchio esercito serbo, e la Mano Bianca che
rappresenta la tradizione antitetica del vecchio esercito austro-ungarico. Vi è persino
il contrasto inconciliabile di due alfabeti, il _
latino degli sloveni e dei croati e il cirilliano
dei serbi. Vi sono i capi dei più importanti
partiti croati condannati a gravissime pene
perchè ritenuti rei di alto tradimento contro
lo Stato jugoslavo : Eadic, capo del partito
dei contadini, e Frank del partito separatista croato. Vi è il tragico servaggio del Montenegro. Vi è, infine, la soggezione imposta
alle numerose popolazioni allogene incluse
in una elevatissima percentuale nella nuova
unità statale, le quali, per quanto oggi compresse, già anelano alla propria liberazione.
A questo proposito, la Deutsche Zeitung
del 4 novembre pubblicava che nella Jugoslavia si è costituita una lega tedesca, la
quale ha già fondato numerosi comitati
locali per la resistenza dell'elemento tedesco contro la dominazione jugoslava. E
scriveva il giornale di Berlino che lo Stato
jugoslavo ha violato sfacciatamente gli obblighi impostigli dal Trattato di pace verso
le minoranze nazionali. I tedeschi sono
costretti, in Jugoslavia, ad adempiere tutti
gli obblighi della loro nuova condizione,
mentre sono privati, badate, onorevoli colleghi, del diritto di partecipare alle elezioni
della Costituente, come tutti gli altri cittadini delle popolazioni allogene. E bisogna
notare che, per esempio, nella provincia della
Voivodina soltanto il ventotto per cento della
popolazione è slava; tutti gli altri sono tedeschi e magiari, privati dunque del diritto
di partecipare alle imminenti elezioni.
Ma il sintomo tipico dell'attuale situazione della Jugoslavia, per quel che sopra
tutto ci interessa, è la legge promulgata
-il 3 settembre, appunto, per le elezioni della
Costituente, legge che, come è noto, nominativamente comprende fra le nuove circoscrizioni *elettorali del nascente Sta*to jugoslavo anche il Goriziano e l'Istria, pur
aggiungendo, in una disposizione transitoria,
che per il momento si soprassiede alla convocazione dei comizi in quelle provincie.
La notizia di simili enormità non parve
molto incoraggiante, come segno di amichevoli disposizioni della Jugoslavia verso l'Italia, nel momento stesso in cui principiavano
le conversazioni per giungere a questo compromesso territoriale. La Jugoslavia, infatti,
con cotesta legge fondamentale della sua
formazione unitaria, affermava e consacrava la pretesa che territori da noi tenuti
per il diritto nostro, garantito nei patti di
guerra e sancito dalla vittoria, territorii non
mai seriamente contestati neppure dai nostri
rinunziatori, fossero di sua legittima pertinenza. Per dissipare siffatta impressione
si cercò. bensì di far credere che, in fondo, *
quella tale enunciazione più o meno platonica non avesse altro valore, se non quello
di un espediente di politica interna, escogitato dal Governo di Belgrado per tener quieti
gli sloveni e i croati, e si sofisticò anche sul
significato concreto di quei due termini
geografici, Goriziano e Istria, dicendo che
dopo tutto per Goriziano - che non voleva dire niente affatto Gorizia - si poteva intendere quella parte più accentuatamente allogena della vecchia contea principesca di Gorizia e Gradisca, su cui anche,
fino ad un certo punto, gli jugoslavi potevanoavanzare pretese in nostro confronto, e che
il termine Istria poteva anche semplicemente
indicare l'Istria orientale, magari la Liburnia, cosi che, alla fin dei conti, nella
realizzazione degli accordi fra i due paesi, a
quei due appariscenti postulati jugoslavi
si potè poi dar sodisi azione con le modeste
Concessioni di metà della conca di Longatico
e dello spigolo di Castua. Argomentazione
ingegnosa, ma poco persuasiva.
Certo quella legge elettorale, di cui non
so se il nostro Governo avesse tempestiva
cognizione prima di impegnarsi ai negoziati,
costituì un atto poco deferente per l'Italia,
abbastanza significativo come prova delle
correnti dominanti nell' opinione pubblica
jugoslava, non troppo rassicurante come sanzione preliminare di un irreconciliabile spirito
di Inimicizia della Jugoslavia verso di noi.
La verità è che a Rapallo si è stijjulata
non una pace italo-jugoslava, ma una pace
italo-panserba. E questo è chiaramente spiegato e comprovato dall'atteggiamento unanime della stampa slovena e croata, tutta
avversa al Trattato.
Si è dibattuto il quesito se l'Italia dovesse
ritener valida, agli effetti dell'esecuzione del
Trattato, la ratifica dall'altra parte per decreto reale, ovvero per deliberazione della eligenda Assemblea costituente. Io fermamente
ritengo che occorra anche la ratifica per parte
dell'Assemblea costituente, e non posso non
manifestare il mio stupore di fronte al fatto,,
per me inaspettato, che un partito essenzial-
Atti Parlamentari
•LEGISLATURA XXV -
— 5917 —
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
mente e dichiaratamente internazionalista,
come il partito socialista ufficiale, il quale,
cioè, deriva la sua azione da premesse di carattere universalistico, che prescindono compiutamente da quelli che possono' essere i
punti di vista particolari dei singoli Stati e
delle singole Nazioni, possa ritenere valida,
per l'altra parte, la ratifica per decreto reale.
I socialisti ufficiali italiani hanno dimostrato con questo atteggiamento che essi,
per la Jugoslavia, possono essere dei buonissimi monarchici. (Interruzioni all'estrema
sinistra). Pregherei i miei interruttori di
rispondere sul merito della questione.
MUSATTI. Chi glie l'ha detto ì
FEDERZONI. L'ha detto un suo autorevole collega in seno alla Commissione
degli affari esteri.
Voci dal centro. Lo ha detto Modigliani !
EEDERZONI. Comunque, io non so se i
compagni jugoslavi, di cui i nostri socialisti
vantano così spesso la solidarietà, siano
della loro stessa opinione !
Ma a parte ogni questione di diritto,
soprattutto per una ragione_di alta opportunità sarà bene aspettare che venga la ratifica anche da parte della Costituente. Perchè affrettare più dello stretto necessario la
consegna dei territori ceduti ?
A un simile Stato, che sta per fare così
penosamente, in mezzo a tante difficoltà e
a tanti ostacoli, il suo primo esperimento
unitario, l'Italia, o, meglio, la delegazione
italiana a Bapallo, ha regalato una regione
di civiltà innegabilmente superiore, ossia italiana: la Dalmazia. La Dalmazia infatti a
Bapallo non fu neppure domandata da noi,
che concretamente già la tenevamo in nostro legittimo possesso.
Orinai è inutile, dal punto in cui siamo,
di tentare di persuadere, non dico l'onorevole Salvemini, ma neppure il nostro stimabile collega Colajanni sulla questione dell'italianità della Dalmazia.
L'onorevole Colajanni si affida principalmente à quelle tali famose statistiche
della Monarchia austro-ungarica...
COLAJANNI. E Tamaro ?
' FEDERZONI. Attilio Tamaro è quegli
che ne ha distrutto ogni valore. Dicevo che
l'onorevole Colajanni si affida ancora alle
statistiche austro-ungariche, che,'come egli
stesso m'insegna, erano fondate sulla cosidetta dichiarazione della lingua di uso, la quale dichiarazione, in un paese, come ben disse
l'onor.evole Colajanni, bilingue, in cui dominava esclusiva la oppressione austro-croata,
non poteva risolversi, per ragioni evidenti
; di pratica convenienza delle persone singole,
] se non nella indicazione della lingua slava,
j che per una piccola, minoranza eroica di cittadini, disposti ad affrontare tutti i' dolori,
{ tutte le persecuzioni, tutte le amarezze, comj presa quella, più cocente di tutte, di essere
disconosciuti ed oltraggiati nella stessa pu; rezza del loro sentimento nazionale, dagli
j • ingrati fratelli italiani! (Approvazioni).
,
Da 40 anni, onorevole Colajanni, erano
j soppresse in Dalmazia, eccetto che a Zara,
j tutte le scuole pubbliche italiane e il Governo della Dalmazia, nei due anni della nostra occupazione, non ha mutato nulla di tale
stato di fatto, dando l'esempio più insigne,
a dispetto di tutti i calunniatori, del suo
forse persino eccessivo spirito liberale.
D'altronde, se quello è un paese bilingue,
perchè la lingua che vi si deve ritenere nazionale ha da essere quell'altra, quando tutte
le espressioni tradizionali della civiltà sono
in Dalmazia italiane ?
Il segno più incisivo e più eloquente
della civiltà tradizionale dalmatica è data
dai monumenti dell'arte, che non ritrovano
alcun riscontro analogo oltre la muraglia
delle Dinariche, mentre il genio autoctono
di Giorgio Orsini, dei Laurana, dell'Aìessi,
degli autori degli stupendi capolavori architettonici e plastici di Sebenico, di Zara e
di Traù, rispecchia, come una manifestazione perfettamente simultanea e parallela,
anzi identica, le creazioni del Rinascimento
italiano. {Approvazioni). È in ciò la rivelazione massima, innegabile per chiunque non
sia affatto sordo alla vita dello spirito, è
la prova miracolosa della assoluta unità, in
Italia e in Dalmazia, del genio nazionale.
(Applausi).
Ma veniamo ai rilievi dell'onorevole Salvemini, dei quali veramente non riesco più
oggi a comprendere la necessità e l'opportunità. L'onorevole Salvemini ha avuto causa
vinta, ha raggiunto finalmente l'obbiettivo
a cui aveva dedicato tanta ingegnosità;
tanto fervore e tanto studio. Ormai potrebbe
essere contento. Perchè ce l'ha ancora tanto
'con i nazionalisti ! La verità è che ognuno
di noi, per quanto faecia, è sempre il nazionalista di qualche paese. L'onorevole Salvemini è un nazionalista jugoslavo. ( Viva
ilarità — Applausi).
SALVEMINI. Non è nuova.
FEDERZONI. Infatti è cosa notoria per
tutti. Egli ha notevolmente contribuito al
risultato dell'assegnazione della Dalmazia ai
Atti
— 5918 —
Parlamentari
LEGISLATURA
XXY
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
Camera
-
1 ORNATA DEL 2 6
dei
NOVEMBRE
Deputati
1920
Fauro non poteva non desiderare che
Jugoslavi, ciò che forse costituiva per'lui il
nella crisi, che già si annunziava, l'Austria
fine massimo della nostra guerra...
dovesse soccombere; non poteva, in quel moS A L V E M I N I . Io ho contribuito alla pace.
mento, parteggiare se non per la Serbia conF E D E R Z O N I . ...ed egli avrebbe fatto
tro l'Austria ; ma è pur vero che quell'artimolto di più, se le circostanze e il presidente
colo non ha una parola che possa, comunque,
Wilson lo avessero ulteriormente aiutato.
significare rinunzia alle perenni aspirazioni
Basta : egli si occupa ancora di noi nazioadriatiche dell'Italia. D'altronde, in quello
nalisti, vinti di oggi ; e ha voluto dimostrare
stesso numero, come sempre, Videa
'Naziola incoerenza del nostro atteggiamento atnale portava- fin anche sull,a testata la
tuale rispetto a quello di un passato non
dichiarazione dell'integrale programma di
molto lontano, tirando fuori e isolando, con
quelle rivendicazioni, Dalmazia compresa,
quella sua accortezza sottile di critico che
che ebbero nel fulgido pensatore ed eroe
mi auguro egli abbia adoperata nei suoi
triestino, Ruggero Fauro, uno dei più ferlibri con una più scrupolosa osservanza della
vidi e costanti propugnatori. L'Adriatico
obbiettività, qualche frase di un articolo pedell'Italia fu l'ideale di tutta la sua vita.
scato nelle vecchie collezioni del mio giorRivendicazioni integrali, affermate in libri
nale, per poter dimostrare che nel 1912 noi
che rimangono monumento indelebile del
eravamo filoserbi e, per conseguenza, favosuo genio precoce, troppo presto troncato ;
revoli alle rivendicazioni territoriali della
popolarizzate in cento conferenze, attraverso
Serbia. L'onorevole Salvemini ha avuto anche
cento comizi durante la lunga travagliosa
il cattivo gusto di richiamare il nome e l'auvigilia della guerra; riaffermate nelle sue
torità di un estinto, che non può dunque
lettere agli amici, pochi giorni prima di
protestare, citando, appunto, il mio glorioso
cadere sul campo ; trasmesse-a noi, suoi fraindimenticabile compagno di lavoro e di
telli di fede, come il testamento del suo spifede Buggero Fauro, il quale in un articolo
rito veggente nell'avvenire, come la volontà
pubblicato sull'Idea Nazionale, mi pare, del
invitta della sua anima immortale ! ( Applausi
30 dicembre 1912, avrebbe sostenuto la
' vivissimi e prolungati).
legittimità delle rivendicazioni serbe in confronto del possesso territoriale austriaco ;
Dice poi l'onorevole Salvemini, che l'iravrebbe quindi ammesso, niente meno, la
redentismo dalmatico non è che un mostriegiustizia dell'aspirazione * serba all'acquisto
ciattolo nato dopo il settembre 1914 ! Il prodella Dalmazia.
fessor Salvemini che certo, fuori del Parlamento, quando parla dalla sua cattedra di
Ebbene, è onesto e indispensabile ri.professore, merita di essere rispettosamente
portarsi oggi al significato e al fine, che
ascoltato, non può ignorare il carteggio del
quel determinato atteggiamento aveva. In
Sanfermo e del Battaggia, rappresentanti
seguito allo scoppio ed allo svolgimento della
della municipalità veneta presso il generale
guerra balcanica si era creata una particoBonaparte, due patrioti modesti ma coscienti
lare, drammatica situazione di antitesi fra
l'Austria e la Serbia, divenuta ormai • il e fervidi, che fecero quanto poterono per
salvare l'onore e la libertà di Venezia mocentro verso il quale, naturalmente, si porente, nelle giornate fatali avanti Campolarizzavano tutte le forze slave del Sud.
formio. Egli certo non ignora o dovrebbe
Ora è ben naturale che, allora, dinanzi alla
sapere che da quel carteggio scaturisce
crisi internazionale, che già maturava nel
continuo, preciso, esplicito, insieme con l'afcontrasto fra la Serbia e l'Austria il conflitto
fermazione della necessità di dare finalmente
fatale del 1914, è ben naturale che un citall'Italia, per tanti secoli divisa e soggetta,
tadino di Trieste, ancora gemente sotto la
la sua politica unità, il proposito di impedire
nefanda oppressione d'Absburgo, sentisse
ad ogni costo che all'unità italiana sia per
prima di tutto nel suo animo l'irreducibile
mancare l'integrazione senza della quale
odio all'Austria e la volontà indomabile
essa non sarebbe nè vitale nè perfetta :
della distruzione dell'Austria ! (Applausi —
ossia la trasmissione, da Venezia all'Italia,
Approvazioni).
del possesso della .Dalmazia !
È ben naturale che egli prima di tutto
E non conosce il professor Salvemini,
sentisse quella, che fu la ragione essenziale
insegnante di storia, la partecipazione cone immanente di tutta la sua vita e di tutta la
siderevole per numero, mirabile per sacrisua opera, di quella che fu, onorevole Salficio e per fervore, dei dalmati al nostro Rivemini (nei pochi giorni che anche Ruggero
Fauro stette al *ronte), la ragione della sua j sorgimento nazionale ? non conosce il voto
morte. (Applausi vivissimi).
11 solenne deliberato al Municipio di Spalato il
Atti Parlamentari
— 5919 -
LEGISLATURA XXV -
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
29 marzo 1848, pochi giorni dopo le cinque
giornate di Milano, quando l'alba dell'indipendenza italiana pareva finalmente spuntata, il voto solenne con cui Spalato domandava, in nome di tutta la Dalmazia, di poter
-« condividere le sorti della sezione italiana
dell'Impero austriaco » ? E a Spalato erano
ancora quelli che allora con un particolare
significato si chiamavano i croati, i croati
dell'imperatore !...
Né il professor Salvemini ignora certo
il sollecito e puro entusiasmo con cui i dalmati accorsero con Seismit-Doda alla testa,
nel 1849, a Venezia resuscitata prodigiosamente a. libertà, difendendola come figli
devoti dall'assedio della più grande potenza
militare del tempo, provando la loro ininterrotta fedeltà alla Serenissima, della quale
avevano piamente sepolto i vessilli sotto le
pietre dei loro altari dopo Campoformio. Essi
si gloriavano del nome beffardo di « mar colini » di cui gli jugoslavi d'allora li gratificavano, per deridere il loro immutato
<camento a San Marco.
E vi è la vita, l'anima, il linguaggio delle
cose. Vada l'onorevole Salvemini a Sebenico,
quando Sebenico sarà già occupata dagli
jugoslavi, prima non so se potrei consigliarglielo ; vada l'onorevole Salvemini nella
disgraziata città di Nicolò Tommaseo, e
vedrà sul portale del Duomo meraviglioso
di Giorgio Orsini un fregio sul quale un artista sebenzano, il Pasini, restaurando nel
1862 il famoso monumento, scolpiva, tra
i medaglioni dei santi, quelli di Garibaldi,
di Mazzini e di Vittorio Emanuele ; onde fu
perseguitato, processato e condannato, egli, i
figlioli del quale, uno avvocato, uno magistrato ed uno prete, tuttoché si chiamino ancora
Pasini, sono oggi, a farlo apposta, tra i più
accaniti assertori dello slavismo dalmatico :
amici, per conseguenza, dell'onorevole Salvemini che potrà rivolgersi a loro, per ulteriori
informazioni.
E ricorda egli il martirio di Francesco
Eismondo, spalatino fuoruscito e bersagliere
volontario, fatto prigioniero dagli austriaci
e arso vivo l'8 agosto 1916 a Gorizia, protomartire degli irredenti confessori della fede
italiana, antesignano glorioso del Battisti,
dei Chiesa, dei Sauro, dei Filzi ? Sa egli che
cinquantasei spalatini, riusciti attraverso
inenarrabili difficoltà a passare il confine,
combatterono volontari la grande guerra
nelle file dell'esercito nostro ? Sa egli che
fra essi cadde sul campo anche un Ferruccio
Antonio Tommaseo, discendente e omonimo
del grande Dalmata, di cui e il Salvemini e
453
altri patroni delle rinunzie citano con così
baldanzosa sicumera, in sofistico appoggio
alla loro tesi, frasi e pensieri staccati che non
solo altre frasi e altri pensieri di lui contraddicono, ma che lo spirito di tutta la vita e
di tutta l'opera di Nicolò Tommaseo riduce
a una contingente relatività? E conosce il
Salvemini la petizione sottoscritta, all'aprirsi
della Conferenza della pace, da ottomila cittadini di Spalato, quando Spalato già era
occupata e dominata dalle soldatesche serbe,
per chiedere che l'infelice città, esclusa dal
Patto di Londra, fosse non pertanto assegnata all'Italia %
L'onorevole Salvemini non ricorda o non
cura simili cose. Egli, sopra tutto, ha tenuto
a riportare in questa Camera alcune delle
solite accuse, mosse dai giornali di Belgrado
e di Zagabria contro l'attuale Governo della
Dalmazia. Non tocca a me difendere l'opera
politica e .amministrativa del Governatore
della Dalmazia. Se mai, toccherà al Governo,
dal quale io aspetto una parola chiara e
generosa su questo argomento. Certo è che
chiunque sia stato, o meglio, sia ritornato
in Dalmazia, dopo l'occupazione italiana,
ha potuto vedere coi propri occhi, ha dovuto
con le sue orecchie rilevare dalle stesse numerose, leali, spontanee, fervide attestazioni
di croati, che mai, mai si ebbe una più tranquilla convivenza delle due stirpi native della
Regione ; che- mai, con i jpochi mezzi accordati dall'autorità centrale, mai da una più
avvincente, equa e benevola saggezza fu
governata una provincia : non spirito militaresco, onorevole Salvemini, né comunque,
oppressivo ; ma pronta giustizia, alto prestigio, calda e intelligente umanità. Ad ogni
modo, di fronte a questi supposti atti di
arbitrio del Governo di Zara, atti che poi
si riducono, se mai, a qualche provvedimento,
necessariamente un po' spiccio, in confronto
di gente che riceveva troppi denari, anzi « dinari», dal di là della linea di armistizio, stanno
fatti e cose, che l'onorevole Salvemini non
avrebbe dovuto dimenticare. Sta l'assassinio
premeditato, crudelissimo, di una efferatezza
selvaggia e bestiale, del comandante Gulli e
del marinaio Eossi, che dalla Regia nave Pwglia accorrevano a terra per sedare un tumulto scoppiato sulla banchina di Spalato :
assassinio per cui non risulta che il Governo
italiano abbia ancora ottenuto alcuna specie „
di sodisfazione da parte di quella qualsiasi
autorità, che noi possiamo ritenere più o
meno legittimamente sedente o rappresentata a Spalato. Stanno le condizioni di Spalato stessa e di quella nostra nave stazionaria,
Atti
— 5920 —
Parlamentari
LEGISLATURA X X Y
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
il cui equipaggio, dal giorno in cui avvenne
il mostruoso eccidio, è costretto a rimanere
a bordo, perchè, in terra occupata da nostri
alleati, la presenza di marinai italiani è stata
ritenuta una provocazione che potrebbe dar
motivo a qualsiasi eccesso.
E stanno le feroci .persecuzioni, inesplicabili e ingiustificate, contro cittadini e galantuòmini da tutti rispettati e riveriti, quali
il Marotti di Ragusa, il Fanfogna Garagnin
di Trau, e tanti altri, colpevoli solamente
di nutrire sentimenti italiani, pur residendo
anche da prima del T r a t t a t o di Rapallo in località dalmatiche consegnate all'oppressione
jugoslava. Finalmente, è di ieri il telegramma
incredibile con cui il podestà di Spalato,
quell'autentico jugoslavo del signor Giovanni
Tartaglia - si chiama proprio così, e pare
sia anche della stessa famiglia del grande matematico bresciano - rispondeva in termini
di tracotanza impertinente alle condoglianze
nobilmente espressegli dal nostro caro e illustre Presidente, in nome della Camera italiana, per la morte di uno dei più insigni e
benemeriti cittadini di Spalato : di Ercolano
Salvi.
(Applausi).
Questi sono gli auspici alquanto oscuri
della neonata amicizia jugoslava per -'l'Italia ; questi i primi segni che abbiamo della
disposizione d'animo con cui la Jugoslavia
sta per accingersi a definire giuridicamente
e ad esercitare praticamente quelle famose
garanzie che sono consacrate nell'articolo 7
del T r a t t a t o .
Garanzie ai così " detti nuclei italiani :
parliamone un momento, benché anche su
questo ormai tutto sia stato detto. Una osservazione semplicissima mi sia permessa.
È concesso agli appartenenti ai così detti
nuclei italiani di Dalmazia il diritto di opzione per la cittadinanza italiana. Questo diritto non è evidentemente la concessione
della doppia cittadinanza, che sarebbe un
caso assolutamente nuovo e che. avrebbe
trovato senza dubbio ben altra dizione e sarebbe stato ben altrimenti chiarito e vantato
divfronte alla Camera e all'opinione pubblica.
Il diritto di opzione significa semplicemente
questo : che agli italiani della Dalmazia è
riconosciuta la facoltà, se essi vogliono, di
diventare stranieri nel proprio paese; significa
dunque un danno per essi e un danno per
l'Italia. Danno per essi, perchè se anche si
permette loro, in deroga a precedenti'analoghe stipulazioni diplomatiche, il sommo
privilegio di non essere costretti ad abbandonare dopo l'opzione il luogo ove sono nati e
vissuti e hanno lavorato fino ad oggi, essi
Camera
- TORNATA DEL 2 6
dei
NOVEMBRE
Deputati
1920
perdono nondimeno il mezzo di pesare con
la loro attività civica sulla vita e sugli ordinamenti politici e amministrativi del paese
in <?ui, comunque ritenuti stranieri, conservano tutti i loro interessi e t u t t e le loro relazioni di affari e di affetti. Danno per l'Italia^
in quanto che questa si preclude la possibilità di potere esplicare, attraverso l'azione
anche perfettamente legalitaria e lealistica
dei figli suoi, una benefica influenza sulle
sorti e sullo spirito della Dalmazia regalata
agli jugoslavi.
Orbene, vi è qualche cosa di peggio :
non soltanto questo diritto di opzione si
risolve in una tentazione deprecabile e nociva offerta a quelli che oggi potrebbero
illudersi, non so con quanta ragione, di sfuggire mediante la scelta della cittadinanza italiana alle persecuzioni e alle rappresaglie
che già apertamente si minacciano contro le
decine e decine di migliaia di dalmati che
durante i due anni dell'occupazione italiana
hanno manifestato la loro fedeltà o la loro
simpatia per la nostra bandiera ; ma l'illusorio, insidioso privilegio ad essi concesso
sembra escludere ipso jure le stesse facoltà
per quegli altri italiani, che più: giudiziosamente tale opzione non faranno.
Mi riferisco alle ultime parole del 2° comma^ dell'articolo 7, ove si dice che gli italiani,
i quali opteranno, ecc., ecc. «... conserveranno
il libero uso della propria lingua (capite che
privilegio straordinario !) e il libero esercizio della propria religione ».
Sonò due concessioni, che già chiaramente
documentano lo stato degli animi e della
civiltà politica dell'altra parte* contraente.
Dunque, gli optanti conserveranno il
libero uso della propria lingua e il libero esercizio della propria religione con tutte le
facoltà inerenti a tali libertà.
Significa ciò che quegli altri che non
opteranno e che faranno bene l a non optare,
perderanno il diritto al libero uso -della propria lingua e al libero esercizio della propria
religione?
Yi è, lo so, nella relazione, una frase con
cui l'egregio relatore previene una tale obiezione risolvendola in senso negativo. Scrive
l'onorevole De JSTava che il Trattato conserva
agli optanti « il libero uso della propria lingua
e il libero esercizio della propria religione
con t u t t e le facoltà inerenti a tali libertà,
sì come spetterà agli italiani dalmati che non
avranno optato ».
Ma questo lo dice il relatore.
D E NAVA, relatore. No !... lo dice un
t r a t t a t o internazionale.
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
S F O R Z A , ministro degli affari esteri. È
detto nel Trattato col Eegno dei serbosloveni.
F E D E R Z O N I . V a bene. Ma saranno
riconosciuti gli italiani non optanti come
minoranza nazionale ? Ecco in che consistono
l'insidiosità della clausola e il motivo per il
quale i jugoslavi l'hanno volentieri consent i t a : nell'evidente disegno di isolare così
gli italiani, mediante l'esca di moxlientanei
e personali vantaggi, con riserva, poi, di
esercitare, spirato l'anno concesso per l'opzione, una più violenta compressione degli
italiani rimasti cittadini jugoslavi. A d ogni
modo, onorevole ministro degli esteri, in
questo caso non si tratta tanto di definire
giuridicamente una clausola di una convenzione internazionale, quanto di vedere con
quale spirito questa sia per essere eseguita.
Ora io vi dico che, se le disposizioni della
Jugoslavia verso gli italiani soggetti rimarranno quelle che si sono manifestate nei due
anni di arbitraria occupazione di Spalato
di Ragusa e di Traù, e se il contegi^o dell'Italia
continuerà ad essere quello che/è stato dopo
l'assassinio di Gulli e di Rossi, avremo ogni
giorno la possibilità di un casus belli o di una
intollerabile umiliazione. Pensateci, se siete
ancora in tempo (Commenti)..
Consideriamo, per contro, la condizione
creata a Zara. « Zara è salva », conclamò la
stampa ufficiosa, appena firmato l'atto di
Rapallo, No, onorevoli colleghi: Zara, in premio della sua perpetua fedeltà, è stfctticìj soffocata e beffata.
Non so, nessuno di noi sa come essa potrà
vivere.
Diventerà una piccola colonia italiana
sull'altra sponda, interamente a carico della
madre patria, chiusa in una ferrea enclave
come una gemma, che si abbia la sodisfazione di possedere in astratto e che sia ben
custodita a parecchi giri di chiave entro
la cassaforte altrui.
Essa deve questa condizione, che f u
detta privilegiata, e che significa in realtà
la morte per inanizione o la vita per mendicità, la deve unicamente a questo fatto :
che l'esito delle elezioni amministrative ha
dato "ivi, fino alla vigilia della guerra europea,1 ancora la vittoria, gloriosa vittoria, a quel partito locale che a Zara aveva ancora la possibilità e il coraggio
di nominarsi italiano. Non è altro che questo.
Che, se- la guerra., in ipotesi, ci fosse stata
venti o trenta anni fa, non Zara soltanto, ma
molte altre città e borgate della Dalmazia
Camera dei Deputati
- TORNATA
DEL
26
NOVEMBRE
1920
avrebbero potuto vantare lo stesso titolo elettorale e statistico di entrare a far parte dglla
patria nostra ; e se invece la guerra fosse
scoppiata tre o quattro anni più tardi,
forse nemmeno Zara, che dico? forse nemmeno
Trieste avrebbe avuto diritto al proprio
riscatto. Questa si chiama la concezione elettoralistica della storia.
Ma non è il caso di scherzare, signori,
Vi è oggi in Dalmazia una tragedia nazionale
della quale nessuno ha il diritto di sorridere.
Y i è una tragedia nazionale fatta di lunghe .
segrete speranze, disingannate, di mirabili
attività spezzate, di una vigilia ansiosa
amaramente delusa dagli eventi ; fatta principalmente di promesse che non sono state
adempiute, fatta, sia pure, di illusioni che
oggi svaniscono; illusioni che taluno ci ha
rimproverato di avere incoraggiate e alimentate con la nostra opera di propaganda.
Un tal rimprovero non merita neppure di
essere rilevato, perchè se i dalmati si sono
illusi che sulla loro terra, là dove il tricolore
era stato innalzato, esso non fosse mai più
per ammainarsi, non certo da povere nostre
parole di fraternità nacque in essi quella esaltatrice speranza, ma unicamente dal ricordo
e dilla coscienza della loro storia, dal sembiante tutto italiano delle loro città e delle
loro marine, dalla memoria di tanti dolori,
dalla poesia eroica di una fede antica, indomita e non peritura ! (Applàusi).
Su le rovine di questa tragedia voi sperate, mediante il Trattato, e con le previsioni
"arridenti dell'amicizia jugoslava, fondare
un'azione di influenza culturale ed economica.
Si comincia male a costruire quando si
costruisce come in questo caso sul sospetto
reciproco e sulla seminagione del dolore...
V E L L A . Che voi avete eccitato. (,Rumori
—
Commenti).
F E D E R Z O N I . ...che noi abbiamo previsto e cercato di impedire.
Altro gravissimo difetto, che inficia ritrattato, è la inconciliabile contraddizione,
che si manifesta nelle parti che lo compongono.
Nella, prima parte' esso risolve in base al
criterio puramente strategico il problema
della frontiera orientale terrestre. Nella seconda parte esso lascia insoluta la questione
della nostra frontiera marittima.
È stato osservato che manca nel Trattato quella clausola di cui fu fatta grande
pompa in altre antecedenti formule di
compromesso, invano proposte o alla suprema potestà arbitrale del presidente Wil-
Aliì
Parlamentari
LEGISLATURA
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XXY
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i'
SESSIONE -
DISCUSSIONI
%
Camera dei Deputati
- TORNATA DEL 2 6
NOVEMBRE
1920
medio Adriatico, noi abbiamo il diritto di
chiedere categoriche spiegazioni al ministro
della marina.
Le esigenze della difesa marittima in
• &
Adriatico non le abbiamo inventate noi.
gio, nessuno si può dolere che essa manchi.
Prescindiamo pure, se volete, dal memoriale
Sia permesso soltanto un rilievo non privo
presentato dalla prima Delegazione italiana
di interesse : e cioè che la clausola della smialla Conferenza di Parigi, in cui si reclamava
litarizzazione è stata molto utile per il
tutto il territorio dalmatico assegnato alpassato, perchè doveva servire a piegare
l'Italia dal P a t t o di Londra, appunto per
l'opinione pubblica italiana alla rinunzia
le esigenze inderogabili della difesa marittima
delle posizioni territoriali. Oggi che le podell'Italia : prescindiamo da quel documento
sizioni territoriali sono perdute, si riconosce
per cui, come per tutto ciò che è successivaessere perfettamente inutile parlare ancora
mente avvenuto in Italia, dalla primavera
di smilitarizzazione.
del 1919 fino ad oggi, non è esistito più
Ma noi abbiamo ottenuto, niente meno,
il principio della continuità di governo.
l'acquisto di Lágosta e di Pelagosa. PelaMa oltre e dopo quel documento ce n'è
gosa, sperimentammo che valesse durante la
un
altro, e cioè il memoriale Scialoja del 3
guerra : meglio non parlarne neppure. Ingennaio 1920, steso e. indirizzato agli Alfatti non se ne parla. Invece di Làgosta
leati dal ministro degli affari esteri allora in
si dice che essa basta ad assicurare la nostra
difesa strategica, perchè è vicina a Cattaro e . carica, in nome di un gabinetto, del quale
già faceva parte l'onorevole Sechi ; memoriale
perchè ha immensi fondali. Sarebbe forse
in cui si ripeteva lo stesso identico conil caso di accertare se, con gli immensi foncetto, che cioè fosse assolutamente indispendali, essa abbia anche dei buoni ancoraggi.
sabile, per la sicurezza delle nostre coste
Ho l'impressione che si sia scelta Láromagnole, marchigiane, abruzzesi e pugliesi,
gosta così, tanto per chiedere
qualche
il
possesso della Dalmazia del P a t t o di
coserella, per avere uno scoglio emergente
Londra,
nel medio Adriatico su cui simbolicamente
Ora in quel documento Scialoja del 3
innalzare ancora un po' di tricolore italiano,
gennaio era detto esplicitamente che una tale
allo scopo di contentare in qualche modo querichiesta era formulata secondo il preciso
s t i importuni nazionalisti.
parere dei tecnici. Chi poteva essere più
Certo che se su una delle Curzolane si fosse,
autorevole tecnico se non il ministro della
dovuta rivolgere la scelta imperativa delmarina del tempo ì Dunque l'onorevole Sechi,
l ' I t a l i a ; dato che, anche così, il problema
meno di un anno fa, pensava _ che, per la
della nostra difesa marittima non era ad ogni
sua difesa marittima, l'Italia non potesse far
modo risoluto, meglio era scegliere Curzola.
a meno di Sebenico e dell'arcipelago dalmaOnorevole ministro della marina, non scuota
tico, a cui viceversa a Rapallo, lui assente,
il capo: aspetti che fra poco dirò qualche cosa?
si è rinunziato. A Rapallo intervenne bensì,
che la potrà interessare. (Siride).
La scelta
per quanto in rit'ardo, il capo di stato magavrebbe trovato, almeno, una mirabile sangiore della marina ammiraglio Acton ; che,
zione nel sovrumano patriottismo degli italiani di Curzola, per cui la città omonima, •" stipulato l'atto conia cessione totale del medio
e basso Adriatico ai jugoslavi, ne denunziò
capoluogo dell'isola, è rimasta, attraverso
in una intervista col Messaggero gli incalcolotte e sofferenze indicibili, un centro di
labili danni. Quell'intervista ha dato luogo
i n t a t t a , stupenda italianità, della quale il
ad una strana e, se non nuova, certo caratsuo stesso prodigioso aspetto artistico è
teristica forma di polemica. Le cronache
il documento splendente...
annunziano che il comandante Luigi Rizzo,
B A R B E E I S . Chi sa che meraviglia !
al cui epico eroismo tutti sinceramente e
(Rumori).
fervidamente ci inchiniamo, è stato ricevuto
. F E D E R Z O N I . Ci vada !
(Approvazioni)
dal presidente del Consiglio, che senza dubbio
Curzola è anche un'isola ricchissima, onoha
fatto molto bene a intrattenersi con un
revole Barberis, di meravigliosa produzione
così
prode e glorioso marinaio. Ma contemagricola, senza esclusione di prodotti. (Ilaporaneamente, in un giornale di cui non può
rità — Vive approvazioni
— Commenti
aldirsi sia contestabile la ufficiosità, escono
l'estrema sinistra). Questo dico per dimostrare
articoli, uno dei quali firmato dallo stesso
che ha anche un notevole valore economico,
Rizzo, con cui si mira a svalutare il contee non per altri ñni. (Si ride).
nuto
della intervista Acton, e si contrapDi fronte alla soluzione adottata per il
son o alla inesarabile tracotanza jugoslava
di ieri. Manca dunque la formula della smilitarizzazione ; e, come fu già molto competentemente osservato dall'onorevole Di Gior-
— 5923 —
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
pongono alle sue opinioni il pensiero e,
diremo così, l'opera del ministro della marina.
G I O L I T T I , presidente del Consiglio dei
ministri, ministro dell' interno. Constato che
ho ricevuto Luigi Rizzo dopo che quell'articolo era stato pubblicato.
F E D E R Z O N T . Il che significa che Ella
ne ha approvato il contenuto ! (Approvazioni
— Ilarità).
Allora il presidente del Consiglio, e tanto
più il ministro della marina partecipano di
quella concezione futuristica della ' guerra
navale che il comandante Rizzo ha illustrato
nel suo articolo approvato dall'onorevole
Giolitti ! Essi credono cioè che l'adozione
di nuovi fantasmagorici mezzi aerei abbia
completamente a sconvolgere quelle che
sono state fino a ieri le basi della tecnica
militare navale. E sarà cosi. Io sono in matei a un semplice dilettante, e mi inchino di
ronte a così grandi autorità.
Ammetto, per un momento, che Luigi
Rizzo, e quindi il presidente del Consiglio
? il ministro della marina, abbiano ragione ;
; che abbia torto l'ammiraglio Acton quando
lìce sulla pubblica stampa che a Rapallo
í rimasto interamente, deplorevolmente inoluto il problema della difesa marittima nel
Hedio e Basso Adriatico. Ma l'ammiraglio
^cton è ancora oggi il capo di íátato maggiore
Iella marina. Di fronte a lui il capo del Gorerno e il capo politico della marina non
Lanno dunque che delle opinioni private,
he affidano appunto ai polemisti dei giorali ? Io credo appunto che, in presenza a
:na simile situazione che mi limiterò a qualicare equivoca, sia necessario avere una dihiarazione autentica e precisa, la quale
Lgnifìchi per parte del ministro competente
assunzione netta e precisa di iftia responsi bilità.
Dica pertanto il ministro della marina
3 egli ritiene che la soluzione adottata a
iapallo corrisponda alle esigenze inderogaili della nostra difesa territoriale, se cioè
sso si sente di ^dottare senza riserve e rebrizioni le opinioni che,- in contrapposto a
nelle dal capo militare della marina di
uerra, sono state manifestate sulla stampa
fficiosa. {Commenti).
Oltre tutte queste che sono senza dubbio
ì passività nette, palesi, esplicite del Tratito, ve ne sono anche altre sottintese, delle
uali farò cenno con la maggiore possibile
revità. Ricordiamoci che la Jugoslavia
LBJ statci fino a ieri riconosciuta internazioalmente come entità statale, in quanto era
¡ata ammessa a sedere, essa composta per
Camera
- TORNATA DEL 2 6
dei Deputati
NOVEMBRE
1920
due terzi di nemici, al tavolo della pace,
insieme con gli altri alleati. Riconosciuta
come entità statale, non ancora peraltro
come nesso territoriale. Ora, dato questo incontestabile punto di diritto, perchè la delegazione italiana non cominciò a Rapallo col
chiedere alla delegazione jugoslava in base
a quale facoltà internazionalmente ad essa
accordata, la Jugoslavia medesima occupi
la Dalmazia meridionale e vi eserciti atti
di sovranità ? Perchè siamo sempre allo stesso
caso come per Veglia e Arbe ; la Jugoslavia
non avrebbe potuto invocare a sua giustificazione il patto di Londra, che considerava
Traù, Spalato, Ragusa, Cattaro, fuori delle
assegnazioni promesse all'Italia.
La Jugoslavia non può dire di non conoscere il Patto di Londra quando le fa comodo
negarlo ; richiamarlo, e fondarci sopra le sue
pretese quando invece esso, le giovi.
Le armi serbe occupano la Dalmazia meridionale, in quanto aliquota di quella famosa
Armée d'Orient, il cui comandante, generale
Franchet d'Esperey, svolse, appena scoccata l'ora dell'armistizio, una intraprendentissima opera diplomatica, protendendosi
da Odessa a Fiume per cercare di abbracciare
in un suo vorace disegno imperialistico tutto
l'Oriente europeo. Ora la Jugoslavia è rimasta sola o quasi sola e indisturbata, nella
Dalmazia meridionale, perchè la Francia e
l'Inghilterra hanno avuto fino a ieri le loro
buone ragioni per non ingerirsi di ciò che
essa faceva. Dico : fino a ieri, perchè da ieri
ci sono delle novità.
Vorrei sapere intanto se dunque il
Trattato implichi tacitamente la pacifica
attribuzione al Regno S. H. S. di Spalato,
di Ragusa, di Traù, di .Cattaro, quando ancora nessuno le aveva formalmente
gnate allo Stato jugoslavo stesso.
Del pari non risulta si sia chiesto in base
a quale diritto il Regno S. H. S. abbia sottomesso il Montenegro e occupata l'Albania
settentrionale. Per il Montenegro ci si verrà
forse a dire che ormai il male era fatto, che
l'eroico piccolo Stato fu lasciato fuori della
Conferenza della pace, che da quel giorno
dobbiamo purtroppo ritenerlo in qualche
modo internazionalmente soppresso, e tutto
ciò che ora avviene non è che la conseguenza
di quella omissione. Veramente è un sistema
comodo cotesto di trovare un alibi alla propria mancanza d'iniziativa negli errori degli
altri. Certo questi sono stati così copiosi
e abbondanti, che possono scusare, così,
ogni ulteriore lesione dei diritti e degli interessi d'Italia ; ma abbiamo visto che a
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5924 —
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0 .
Rapallo la situazione era tale che la questione
poteva essere riproposta e condotta ad una
favorevole risoluzione, ed in ogni caso l'errore degli altri non era una buona ragione e
neppure una scusa per perpetuarlo e renderlo definitivo. Comunque, si può sostenere
che non esiste più, internazionalmente, il
Montenegro, quando ancora oggi l'Italia e
tutte le altre Potenze tengono una rappresentanza diplomatica presso il Governo montenegrino ì D'altronde doveva essere proprio
l'Italia a disinteressarsi della sorte di quell'infelicissimo, Serissimo popolo ? Non si
tratta di un interesse dinastico,' come ha
detto stoltamente qualcuno, ma di una questione che investe, insieme, il nostro diretto
interesse nazionale e un principio di superiore giustizia.
E così per l'Albania. Il Governo italiano
dichiarò di volerne l'indipendenza ; e fu dichiarazione opportuna, anche se, successivamente, i tristi avvenimenti di Valona ne
provocarono una applicazione deplorevole.
Ma, la dichiaraziome per l'indipendenza dell'Albania deve essere buona soltanto a
dimostrare che l'Italia non vuole essa esercitare la sua sovranità sull'Albania o deve
viceversa coonestare il disinteressamento
dell'Italia di fronte allo smembramento dell'Albania stessa consumato dagli altri ?
Yi è, finalmente, gravissima, la questione
di Cattaro ! La questione di Cattare che e
particolarmente grave dopo che Cattaro ed
il Lovcen formano ormai una sola entità
politica e militare.
Ora, da ieri, abbiamo una notizia che
deve rendere profondamente pensosi tutti
noi, senza esclusione di tendenze politiche,
nè di settori: questa: che i resti disordinati
e laceri dell'esercito antibolscevico del generale Wrangel, saranno trasportati a Cattaro per ospitarli e riordinarli.
MODIGLIANI. Ringrazi gli alleati !
FEDERZONI. Onorevole Modigliani, ella
sa che su questo punto speciale le nostre
argomentazioni, partendo da diverse premesse, possono anche finire per incontrarsi.
Ringraziamo gli alleati, ma anche coloro che
• hanno regalato la Dalmazia ai- servi degli
alleati.
Sta di fatto che la Francia, potenza che
non risulta abbia diritto di ingerirsi nelle cose
adriatiche, pensa di accudire a cot està sua
operazione di politica un po' interna, un
po' finanziari Cattaro : e che Cattaro
geonsenata, come oggi di fatto è, se non di
diritto, alla Jugoslavia, è sovranamente ado-
perata dalla Francia padrona per questo
scopo. Che ne dicono i paladini della Russia 1 II fatto enorme dimostra, disgraziatamente. troppo tardi, la verità di quanto
cento e cento volte fu detto da parte nostra
che lasciare le formidabili basi navali dell'altra sponda ai Jugoslavi significava lasciarle a disposizione di tutti gli imperialismi necessariamente contrastanti ai legittimi interessi italiani ed agli interessi
generali della pace europea.
Allora io domando a ! Governo se, nel caso
deprecabile che esso non abbia riproposto
di fronte alla Delegazione jugoslava la questione dell'attribuzione giuridica internazionalmente perfetta della Dalmazia meridionale, esso non creda di potere svolgere
una azione tutta nuova per ottenere, per
lo meno, che Cattaro sia internazionalizzata, per impedire che possa diventare,
come può diventare, un gravissimo pericolo
per la nostra sicurezza.
MODIGLIANI. Il Patto di Londra !
FEDERZONI. Nel Patto di Londra, per
quanto non fosse usata una formula esplicita in punto alla assegnazione di Cattaro,
c'era perfettamente la possibilità per parte
dell'Italia di ottenerla per lo Stato a cui
sarebbe dovuta legitti manente spettare, e
precisamente per il Montenegro.
MODIGLIANI. Nel Patto di Londra ?
FEDERZONI. E quindi il Patto di Londra rispondeva perfettamente alla necessità.
CICCOTTI-SCOZZESE. Ma quale articolo del Patto di Londra dice questo ?
FEDERZONI. Articoli 5 e 7 1 Altra
passività sottintesa neh Trattato di Rapallo, e anche più doverosa, di tutte le altre è quella di cui è fatto cenno in un comunicato dell' Agenzia Stefani immediatamente
pubblicato dopo il convegno, e cioè la adesione dell'Italia a quella coalizione internazionale che va sotto il nome di Piccola Intesa.
Ritengo sommamente pericoloso, o
quanto meno precipitato, ogni intendimento che potesse esserci in questo senso;
perchè la adesione dell'Italia alla Piccola
Intesa implicherebbe impegno da parte
nostra di garantire indefinitamente la dubbia integrità territoriale dello Stato Jugoslavo ; significherebbe il prendere posizione fin d'ora per parte nostra contro tutti
gli irredentismi anti-jugoslavi de.i popoli
allogeni inclusi nello Stato jugoslavo medesimo - e cioè tedeschi, magiari, bulgari - macedoni e albanesi - e contro, quindi, i paesi
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXY
— 5925 —
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 26 NOVEMBRE 1920
a cui tali irredentismi si appoggiano : si- saglia ; e non c'è ragione che non aspetgnificherebbe insomma una incondizionata tiamo fidenti anche la riparazione a quanto
solidarietà del nostro Paese con quello che c'è, non solo di assurdo e di iniquo, ma anche,
si può ben chiamare l'imperialismo jugoslavo. senza alcun dubbio, di transitorio nella conSo che qualcuno degli onorevoli colleghi venzione di Rapallo.
socialisti che si occupano di politica estera
ifoi sinceramente e onestamente auguriaha manifestato la sua preventiva sodisfa- mo, pur non piegandoci alla viltà di rinnegare
zione per questa, tendenza che si manifesta qui dentro alcun precedente della nostra monell'Oriente europeo a ricostituire una grande desta vita, della nostra modesta opera, anzi
unità o federazione balcanica e danubiana, riaffermando le solidarietà di cui siamo ore il suo desiderio che l'Italia vi aderisca. gogliosi, noi sinceramente auguriamo che
Io comprendo che cotesta opinione dei so- qualunque atteggiamento possa esser preso
cialisti non possa costituire per sè sola una dai fratelli nostri adriatici sia per trovare
ragione perchè l'onorevole ministro degli un limite rigoroso nelle necessità supreme
esteri debba essere di un altro parere; della pace interna e del buon nome d'Italia ;
ma dichiaro senz'altro che ritengo molto ma non possiamo e non vogliamo condividere,
singolare questo appoggio che coloro, i quali neanche in minima parte, col nostro voto
hanno dichiarato di voler essere contro tutti favorevole, una gravissima responsabilità che gli imperialismi, dànno così all'imperialismo è esclusivamente del Governo. (Vivissime
degli slavi del Sud ; e in ogni caso ritengo approvazioni — Vivissimi prolungati reiterati
completamente infondato il motivo ed il applausi — Moltissime
congratulazioni).
fine col quale si pretende legittimare ' dal
Governo italiano un tale orientamento verso
Presentazioni di relazioni.
la Piccola Intesa, ossia il comune interesse
che Italia e Jugoslavia avrebbero ad impedire così una restaurazione absburghesè.
PltESIDEISÌTE. Invito gli onorevoli ZeNessuno, nessuno in Italia ed in questa Ca- gretti, Ca'salini, Congiu, Squitti, Turati,
mera, può comunque desiderare la restau- Mauri Angelo e Miliani a recarsi alla trirazione degli Absburgo ; ma bisogna con- buna per presentare delle relazioni.
siderare che una Confederazione danubiana
Z E G B E T T I . A nome della Giunta del
a fondo slavo, per quanto realizzantesi in bilancio mi onoro presentare alla Camera
forma repubblicana, costituirebbe in con- le relazioni sui seguenti disegni di legge :
fronto dell'Italia il rinnovarsi dello stesso
Conversione in legge di decreti luogopericolo che i nostri soldati a Vittorio Ve- tenenziali autorizzanti provvedimenti .di
neto gloriosamente spezzarono.
bilancio emanati dallo scorcio dell'esercizio
E chiudiamo con l'interrogativo più an- finanziario 1915-16, nonché semplificazione
goscioso. Si è reso conto il Governo delle ri- di servizi; (51)
percussioni possibili che le dolorose rinunzie
Conversione in legge di decreti luogoconsacrate nel Trattato di Kapallo potranno tenenziali
emanati durante la proroga dei
avere in Adriatico t
lavori
parlamentari,
provvePer quella minima parte di responsabi- dimenti di bilancio e autorizzanti
vari;
(87)
lità che può riguardarmi,, ho la coscienza
Conversione in legge di decreti luogodi aver fatto tempestivamente il dovere tenenziali
emanati durante la proroga dei
mio col richiamare l'attenzione del Governo lavori parlamentari
autorizzanti provvedie dell'opinione pubblica sulla probabile por- menti di bilancio e vari;
(56)
t a t a di tali ripercussioni. Vorrei sapere se
Conversione
in
legge
di decreti luogoil Governo ha misurato a quale atti dispetenenziali
emanati
durante
la proroga dei
rati possa esser condotta la gente italiana
lavori
parlamentari
autorizzanti
provvedi-**
nativa dell'altra sponda che oggi, dopo una
menti
di
bilancio
e
r
a
r
i
;
(57)
breve parentesi di libertà, sta per essere ri
Conversione in legge di decreti luogoconsegnata alla oppressione straniera. Il diritto nazionale italiano, qualunque cosa di- tenenziali riguardanti provvedimenti tricano e stipulino gli uomini che passano, e le butari a favore di comuni e provincie;
. "
carte che hanno un effìmero valore, il diritto (112)
nazionale italiano resta imprescrittibile ! Se
Conversione in legge del decreto luonoi abbiamo dovuto ratificare Versaglia, gotenenziale 27 ottobre 1918, n. 1727, retutti desideriamo in fondo, che lo confessiamo cante proroga di provvedimenti tributari.
o no poco importa, la revisione di Ver
(115)
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
la
Camera dei
Deputati
SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2G NOVEMBRE 1 9 2 0 ,
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 14 novembre 1918, n. 1779, recante modificazioni alla legge sulla Cassa
di previdenza per i.sanitari« e la proroga
dei bilanci tecnici d'i vari I s t i t u t i di previdenza ; (263)
Conversione in legge del Eegio decreto
14 gennaio 1920, n. 35, che modifica l'articolo 3 della legge 22 dicembre 1905, n. 592,
concernente agevolazioni tributarie a mut u i concessi ad I s t i t u t i di- credito fondiario ; (458)
Conversione in legge di Eegi decreti
emanati d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari autorizzanti provvedimenti di bilancio e vari ; (412)
Conversione in legge di decreti luogotenenziali emanati durante la proroga dei
lavori parlamentari autorizzanti provvedimenti di bilancio ; (65)
Conversione in legge di due decreti
luogotenenziali riguardanti provvedimenti
in materia catastale ; (162)
Conversione in legge di decreti luogotenenziali e di Eegi decreti emanati dur a n t e la proroga dei lavori p a r l a m e n t a r i
autorizzanti provvedimenti di bilancio e
vari ; (71)
Conversione in legge di Eegi decreti
emanati durante la proroga dei lavori parlamentari, autorizzanti provvedimenti di
bilancio e vari ; (81)
Conversione in legge di decreti emanati d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari dal 21 maggio al 30 novembre 1915,
autorizzanti provvedimenti di bilancio; (49)
Conversione in legge di Eegi decreti
emanati d u r a n t e la proroga dei lavori parlamentari autorizzanti provvedimenti di
bilancio e vari. (254)
CAS-AL I N I . A nome della Giunta del
bilancio mi onoro di presentare alla Camera
la relazione sul disegno di legge : Conversione in legge del decreto luogotenenziale
13 marzo 1919, n. 456, ohe approva la convenzione per la costruzione in Bergamo di
un edifìcio ad uso degli uffici giudiziari. (94)
CONGIU. A nome della Giunta del bi- .
lancio mi onoro presentare alla Camera le
relazioni s u s s e g u e n t i disegni di legge :
Conversione in legge dei decreti luogotenenziali 4 ottobre 1917, n. 1679 ; 30 giugno 1918, n. 1019; 13 aprile 1919, n. 568, e
dei Eegi decreti 4 novembre 1919, n. 2572,
22 novembre 1919, n. 2463 e 22 novembre
1919, n. 2464, recanti provvedimenti per opere pubbliche nell'Italia meridionale e nelle
isole, nonché autorizzazione di spese e mo- ,
dificazioni di stanziamento nello s t a t o di
previsione della spesa del Ministero dei lavori pubblici ; (365)
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 17 giugno 1919, n. 1325, che modifica il primo comma dell'articolo 4 della
legge 9 luglio 1908, n. 406, relativamente alle
concessioni di viaggio sull'e ferrovie esercit a t e dallo Stato., ai giornalisti professionisti; (175)
Conversione in legge del Eegio decreto
29 settembre 1919, n. 1737,. che proroga la
validità delle tessere e dei biglietti ferroviari
per gli onorevoli senatori e d e p u t a t i ; (176)
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 23 dicembre 1915, n. 1902, recante tem'poranei provvedimenti di tariffa
per i t r a s p o r t i di zolfo diretti alle raffinerie di Catania; (179)
Conversione in legge del Eegio decreto
n. 569 del 27 aprile 1915 e dei decreti luogotenenziali nn. 1590 e 1491 del 28 ottobre
1915, e dell'8 ottobre 1916, riguardante provvedimenti diretti a fronteggiare lo stato
anormale di servizio nel porto di Genova
e la devoluzione delle somme ricavate dalla vendita delle merci abbandonate, effett u a t a dal consorzio autonomo del detto
porto. (181)
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 25 luglio 1915, n, 1175, col quale
f u sostituito il penultimo comma dell'articolo 80 della legge 7 luglio 1907, n. 429, sull'ordinamento dell'esercizio di Stato delle
ferrovie non concesse all'industria privata,,
modificato con Eegio decreto 28 giugno 1912,.
n. 728; (188)
Modificazioni agli articoli 3 e 4 della
legge 9 luglio 1908, n. 406, riguardante concessioni di viaggio sulle ferrovie dello Stato;
(190)
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 22 dicembre 1918, n. 2064, che
dal 1° giugno 1919 inscrive il personale stabile ed in prova delle ferrovie secondarie
della Sicilia nei ruoli di quello delle ferrovie dello S t a t o ; (192)
Conversione in legge del decreto E e a l e
8 luglio 1919^ n. 1358, col quale f u autorizzata la costruzione della ferrovia OstigliaTreviso e la spesa di lire 51 milioni per i
due tronchi Ostiglia-Legnago e LegnagoPoiana di Granfion ; (216)
Costruzione della ferrovia Vado-Sav o n a - S a n Giuseppe di Cairo ; (220)
Conversione in legge del decreto luogotenenziale 12 febbraio 1919, n. 305, col
quale è dichiarato effettuato dal 16 aprile
Atti
— 5927 —
Parlamentari
LEGISLATURA X X V
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
Camera
- TORNATA DEL 2 6
dei
NOVEMBRE
Deputati
1920
1918, il riscatto della ferrovia tra la stazione
sporti di merci e costruiti in cantieri nadi Desenzano ed il lago di Garda concessa
zionali; (196)
all'impresa di navigazione sul lago di Garda
Conversione in legge del decreto luomediante convenzione 20 aprile 1903. (221)
gotenenziale 21 gennaio 1917, n. 238, c o n S Q U I T T Ì . A nome della Giunta del bicernente provvedimenti a favore dell'armamento e deile costruzioni navali; (197)
lancio mi onoro di presentare alla Camera
le relazioni sui disegni di legge:
Conversione in legge del decreto luogotenenziale in data 10 agosto 1916, n. 1031,
Conversione in legge del Regio decreto
8 giugno 1920, n. 770, che modifica il Eegio . concernente provvedimenti a favore dell ' a r m a m e n t o e delle costruzioni n a v a l i ;
decreto 2 ottobre 1919, n. 1858,, riguardante
(199)
l'ordinamento dei servizi e del personale
Conversione in legge dei decreti R e a l i
postale-telegrafìco-telefonico ; (567)
2 maggio 1920, n. 597 e 3 giugno 1920,
Conversione in legge dei Regi decreti
n." 821, riguardanti le elettrificazioni delle
30 settembre 1920, n. 1442, e 7 novembre
ferrovie;
(640)
1920, concernenti le modificazioni ed agConversione
in legge del decreto luogiunte al Regio decreto 2 o t t o b r e 1919,
gotenenziale 8 agosto 1918, n. 1599, per la
n. 1885 e 8 giugno 1920, n. 770, relativo alapplicazione dei decreti
luogotenenziali
l'ordinamento degli uffici e del personale
5 novembre 1916, n. 1661, e 26 agosto 1917,
postale, telegrafico e telefonico. (1031).
n. 1917, relativi all'esercizio del credito naT U R A T I . Mi onoro di presentare alla Cavale; (182)
mera la relazione sulla proposta di legge :
Conversione in legge del Regio decreto
Limite di età per Feleggibilità a deputato.
6 novembre 1919, n. 2241, p o r t a n t e autoriz(158)
zazione a costruire case economiche, popoM A U R I A N G E L O . Mi onoro di presentare
lari e rurali e ad eseguire altre opere nelle
alla Camera la relazione sul disegno di legge :
località danneggiate da t e r r e m o t i , per lo
Provvedimenti per la trasformazione del laimporto
di lire 60,000,000 ; (212)
tifondo e per la concessione delie terre ai
Conversione
in legge del decreto luocontadini. (520)
gotenziale 23 febbraio 1919, n. 407, che auMILIAISTI. Ho l'onore di presentare alla
torizza la spesa di 15 milioni per la costruCamera le relazioni sui disegni di legge :
zione di tre condotture di a c q u a potabile
Conversione in legge del decreto luolungo le valli dell'Agri, del B a s e n t o e del
gotenenziale 5 novembre 1916, n. 1661, conSauro in provincia di P o t e n z a e che procernente provvedimenti relativi al credito
roga al 30 giugno 1919, il termine stabilito
navale; (183)
i dall'articolo 8, 2° e 3° comma della legge
Conversione in legge del decreto ^ luo7 aprile 1917, n. 601 ; (213)
gotenenziale 5 agosto 1917, n. 1463, concerConversione in legge del decreto luonente l'acquisto e la sistemazione del campo
gotenenziale 22 giugno 1919 r n. 1322, relasperimentale della Regia Stazione di bietitivo alla ricostituzione agraria del Moncoltura in Rovigo, e del decreto luogotetello ; (493)
nenziale 5 agosto 1917, n. 1464, riguardante
Conversione in legge del decreto R e a l e
la concessione dei mutui di favore per gli
23 o t t o b r e 1919, n. 2126, che reca modificaistituti di istruzione e di sperimentazione
zioni alla legge 11 luglio 1907, n. 502, relaagraria; (486)
t i v a m e n t e alla concessione d ' a c q u a delConversione in legge del decreto luol'Aniene al comune di R o m a . (380)
gotenenziale 14 luglio 1918, n. 1214, concerConversione in legge del decreto luonente provvedimenti per la l o t t a contro le
gotenenziale 19 o t t o b r e 1916, n. 1404, concavallette; (488)
cernente la spesa per opere di miglioraConversione in legge del decreto luomento dei canali della rete navigabile nel
gotenenziale 25 maggio 1919, n. 905, e del
Veneto ed il porto di Yenezia-Chioggia ;
Regio decreto 31 luglio 1919, n. 1550, con(396)
cernenti i ruoli organici e il t r a t t a m e n t o
Conversione in legge del decreto luoeconomico del personale di custodia del
gotenenziale 3 luglio 1919, n. 1359, che istiCorpo Reale delle foreste; (490)
tuisce l ' E n t e portuale di Ancona per la coConversione in legge del decreto luostruzione e l'esercizio delle opere di quel
gotenenziale 9 maggio 1918, n. 742, che acporto ; (378)
corda un compenso di costruzione ai piroConversione in legge del Regio d e c r e t o scafi in legno adibiti esclusivamente ai tra- t legge 28 dicembre 1919, n. 2558, relativo alle
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Atti Parlamentan
LEGISLATURA XXY -
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
PEESIDENTE. Do atto all'onorevole
riduzioni di viaggio per i maestri elemenpresidente del. Consiglio della presentazione
tari e rispettive famiglie ; (402)
Conversione in legge del decreto luo- di questo disegno di legge, che sarà inviato
gotenenziale 18 febbraio 1917, n. 323, con- alla Commissione competente.
L'onorevole presidente del Consiglio chiecernente istituzione di vivai ed altri provvedimenti diretti a migliorare la coltiva- de che la Camera voglia dichiararlo d'urgenza. Se non vi sono osservazioni in conzione delle piante fruttifere ; (485)
Conversione in legge del decreto luo- trario, così rimarrà stabilito.
gotenenziale 14 dicembre 1916, n. 1872, re(Così rimane stabilito).
lativo al calcolo di indennità per i funzioHa facoltà di parlare l'onorevole mininari del Eeal Corpo delle miniere ; (484)
Conversione in legge del Eegio decreto stro della guerra.
BGNOMI IYANOE, ministro della guerra.
11 marzo 1920, n. 356, che concede il contributo dello Stato nella spesa di costru- Mi onoro presentare alla Camera i seguenti
zione del ponte sul Tagliamento fra Spi- disegni di legge :
.limbergo e Dignano ; (575)
Conversione in legge del decreto-legge
Conversione in legge del decreto luo- luogotenenziale 16 luglio 1919, n. 1847, che
gotenenziale 14 febbraio 1918, n. 386, con- stabilisce il numero delle pensioni da concernente provvedimenti per la conservazio- cedersi ai decorati dell'Ordine militare di
ne delle navi a vela e dei galleggianti da Savoia ; (1033)
traffico dell'Adriatico e Jonio; (198)
Conversione in legge del Eegio decretoConversione in legge del Eegio decreto legge 6 maggio 1920, n. 626, riguardante
30 novembre 1919, n. 2465, recante provve- la facoltà da parte del ministro della guerra
dimenti per la linea navigabile di 2 classe di delegare temporaneamente e parzialmente
suoi attributi personali ; (1034)
nel Sile tra Treviso e Casier ; (371)
Conversione in legge dei decreti luoConversione in legge del Eegio decreto
gotenenziali 22 febbraio 1917, n. 261, e 26 20 novembre 1919, n. 2610, che abroga il
aprile 1917, n. 696, concernenti provvedi- decreto luogotenenziale 1° agosto .1918,
menti straordinari per la migliore utiliz- n. 1096, relativo al trattamento economico
zazione dei combustibili nazionali, per durante le licenze ordinarie ai sottufficiali,
la fabbricazione di agglomerati conimpiego caporali e soldati profughi o irredenti ;
dei combustibili stessi noncliè per gli im- (1035)
pianti e l'esercizio di stabilimenti destinati
Conversione in legge del Eegio decreto
alla gassificazione od alla distillazione di 16 ottobre 19.19, n. 1957, col quale è istituito
ligniti o torbe; (393)
definitivamente nel Eegio esercito il grado di
Conversione in legge del decreto luo- brigadiere ' generale. (1036)
gotenenziale 28 marzo 1919, n. 454, recante
PEESIDENTE. Do atto all'onorevole
provvedimenti per gl' impianti con impiego minitro della guerra della presentazione di
di combustibili fossili nazionali per la pro- questi disegni legge, che saranno inviati alla
duzione e distribuzione di energia mecca- Commissione competente.
nica ed elettrica. (39)
PEESIDENTE. Queste relazioni saranno Si riprende la discussione sui disegno di
stampate e distribuite.
legge: Approvazione del Trattato di Rapallo ed annessione di territori ed isole
attribuiti all'Italia.
Presentazione di disegni di legge.
PEESIDEXTE. Ha facoltà di parlare
P E E S I D E j S T T E . Eiprendendo la discusl'onorevole presidente del Consiglio dei mi- sione sul disegno di legge per l'approvazione
nistri.
del Trattato di Eapallo, ha facoltà di parlare
GIOLITTI, presidente del Consiglio dei l'onorevole Ciccotti-Scozzese.
ministri, ministro dell'interno. Mi onoro di
CICCOTTI-SCOZZESE. Onorevoli colpresentare alla Camera il seguente disegno leghi ! Sebbene il gruppo parlamentare sociadi legge :
lista, in nome del quale avrò l'onore di
Provvedimenti penali contro i deten- svolgere alcune considerazioni, abbia delitori di bombe a mano e di altri ordigni e berato di astenersi dalla votazione del Trattato di Eapallo per delle superiori consideramaterie esplodenti.
Chiedo che la Camera voglia dichiararlo zioni di ordine politico, non è possibile alcun
dubbio, alcun malinteso sui nostri sentimenti
d'urgenza.
a
Atti
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Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
Camera dei
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NOVEMBRE
Deputati
1920
per la pace. Ma per una pace, che nega i | non sorge sotto cordiali e incoraggianti àuspici, perchè da parte degli slavi si mostrano
protocolli appunto perchè li oltrepassa,
risentimenti e malumori contro l'Italia.
perchè li supera, perchè noi cerchiamo tale
Ma l'onorevole Federzoni non vuole ammetpac.e non già nelle convenzioni diplomatiche
tere che sono tanto più scoraggianti gli aueffimere, transitorie, e già sottoposte a respici che a questa pace derivano da parte del
visione nel momento stesso in cui si appronazionalismo italiano, che nel momento in
vano per intenzione e per dichiarazione esplicita di coloro stessi i quali le approvano, ben- , cui nega la propria approvazione al Trattato,
sia pure per delle ragioni di natura territoriale,
sì nelle relazioni reali dei popoli, e con. l'instrategica, politica ecc., non ha la lealtà di
tervento sovrano dei popoli stessi.
ammettere, come dovrebbe fare un partito
In verità, in Italia non vi sono dei parpatriottico, che, una volta la pace ratificata
titi contrari alla pace. Vi è solo un agglomedagli enti responsabili della nazione, ad
rato politicante piuttosto eterogeneo nel
devono lealmente sottoporsi tutti i parquale confluiscono le deluse cupidigie dei
titi e cercare piuttosto di perfezionarla di
fabbricanti e dei fornitori di arnesi e di marinsaldarla, di estenderla dai protocolli alteriali di guerra, desiosi di riprendere la
l'animo della nazione.
appena dismessa cuccagna, e i delirii di un
bieco orgoglio nazionalista, col quale si
Invece il nazionalismo italiano accampa
cerca di apprestare un nuovo materiale, nuovi
riserve, minaccia gli .slavi di nostre rinnovate
obbiettivi e riaprire nuovi orizzonti al miostilità, di rappresaglie, e dà al Governo
litarismo disoccupato.
consigli degni di discreditati mercanti da
fiera : per esempio, il consiglio di firmare
Per questi ultimi componenti il partito
la pace per poi frodarne possibilmente lo
dei danneggiati della pace ha parlato, ieri,
spirito con le mistificazioni sotterranee e
l'onorevole generale Di Giorgio e oggi l'onocon sottintesi, e sabotarne la leale applicarevole Federzoni. L'onorevole Di Giorgio ha
zione, non tacendo di confidare magari
domandato ieri persino la sostituzione delnella mancata ratifica da parte della costil'attuale Ministero, il Ministero della .contuente jugoslava, per trovare in questo fatto
cordia nazionale, del fascio patriottico predi natura interna della Jugoslavia un presieduto dal già ostracizzato neutralista Giotesto per mandare a monte questa pace fra
litti, ha domandato la sostituzione del Mil'Italia e la Jugoslavia, che per interessi non
nistero, nella illusione ingenua che basti
pure politici ma sociali, finanziari ed econosostituire un Ministero per espugnare Fiume
mici vitalissimi noi abbiamo con tanta impae la Dalmazia.
zienza reclamato, sicuramente interpretando
Probabilmente ciò che il partito dei danla volontà italiana.
neggiati della pace si propone è soprattutto
una finalità di politica interna : manteL'onorevole Federzoni domandava a noi
.v
<
*
nere, cioè, una situazione politica fascista,
socialisti se ci accontentiamo della ratifica
alla quale il confine aperto della frontiera
del trattato di pace da parte del sovrano
orientale della Venezia Giulia ha offerto
jugoslavo e se, in tal caso, non siamo in
finora od offrirebbe un comodo e ragionevole
contraddizione perchè dovevamo domandare
pretesto. E d è evidente che la pace di Bala ratifica dalla Costituente.
pallo ha per i nazionalisti italiani il grave
Noi non siamo in contraddizione per.
inconveniente di dispensare i patriotti che
questa nostra impazienza di approvare non
comandano, che hanno comandato nella
la Carta del Trattato, ma il. punto di partenza
Venezia Giulia, dal salvare la patria nostra
della pace da noi ardentemente auspicata.
sull'Adriatico ogni giorno, non contro i
IsToi prescindiamo completamente dalla fornuovi nemici, dei quali essi sono stati commalità della ratifica ufficiale, sia che essa
plici e alleati, ma contro il cosidetto nemico
venga dal sovrano jugoslavo o dalla Costiinterno : il partito socialista.
tuente, perchè noi aspettiamo più che pel
Ma il nazionalismo italiano, visto che non
Trattato di pace, per la progressiva pace fra
sarebbe possibile in maniera assoluta di
l'Italia e la Jugoslavia, una ratifica più
-evitare la iattura della pace con la Jugoautorevole e più decisiva: la ratifica del
slavia, s'ingegna di sabotarla per altre vie,
sentimento sincero di pace delle popolazioni
cerca di collocare nuove ipoteche irredenjugoslave che si affacciano à noi e trovetista, e^semina e coltiva amorosamente con
ranno da parte nostra, da parte del prolele sue lagrime di rimpianto dalmatofilo la
tariato italiano, una disposizione fraterna per
pianticella dell'irredentismo. Tuttociò, per
rendere perfetta questa pace stipulata sul
altro, non" impedisce all'onorevole Federterreno ufficiale. {Approvazioni
all' estrema
zoni di assicurare che la pace di Bapallo
sinistra).
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5930 —
Camera dei Deputati?
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
Ho ascoltato con vivo interesse l'esposizione fatta dall'onorevole Federzoni dei
documenti, dirò così, estetici, artistici, persino architettonici della italianità della Dalmazia e la rievocazione delle regioni etniche,
storiche e politiche.
Noi' socialisti non abbiamo nessuna ragione di oppugnare la italianità della Dalmazia, o, piuttosto, la constatazione storica che in Dalmazia esistono delle traccie
gloriose di italianità, testimonianze del genio
della nostra razza, alle quali si inchina la
nostra anima di italiani. Ciò che noi contestiamo in maniera assoluta è che questi
documenti della gloria della nostra stirpe,
della genialità perenne della nostra razza,
possano essere invocati per aggiungere altre
morti umane alle cose morte e gloriose, che
devono vivere soltanto nella reverenza della
nostra anima e nella fedeltà delle nostre
ricordanze. (Approvazioni all'estrema sinistra). Noi vogliamo che la Dalmazia, se
deve essere molto cara al nostro cuore,
non debba trasformarsi per la nuova vita
italiana in una Ifigenia, che domandi nuovi
olocausti per il suo tumulo spietato.
Noi ci inchiniamo riverenti alle memorie
italiane, alle traccie gloriose di italianità
della Dalmazia. Esse però ci offrono argomento per un solo augurio, che cioè la gente
non italiana che abita la Dalmazia accanto
agli italiani, tragga da quelle memorie, che
attestano la superiorità gloriosa, non delle
armi, non dei fratricidi della nostra stirpe,
ma la sola superiorità che non possa -offendere alcuno, quella cioè del genio pacifico
e, industre dell'Italia, tragga ispirazione per
un rispetto sereno verso la gente italiana,
sì che sia resa, anche da questo lato, possibile quella confidente convivenza fra le due
stirpi, come noi ardentemente auguriamo.
(Bene !)
L'onorevole Federzoni ha enumerato i
vari coefficienti della progressiva snazionalizzazione nei secoli degli italiani della Dalmazia. Per quanto questi argomenti possano
avere un valore meramente retrospettivo
di carattere storico, occorre correggerli o
piuttosto integrarli.
Non è esatto ohe la stirpe italiana siasi
assottigliata in Dalmazia unicamente per
l'artificiosa opera di snazionalizzazione compiuta, per ragione di l a t o , dal defunto impero absburghese. La snazionalizzazione della
Dalmazia ha dei coefficienti nell'avvento
della economia borghese sulla vecchia economia, anche in Dalmazia. La borghesia
italiana, che doveva-fare i suoi affari, farsi
largo in Dalmazia nei traffici, conquistare
il suo posto nella marina mercantile, nelle
industrie, soprattutto nelle industrie agricole, ha sentito, essa spontaneamente, il
bisogno di porsi sotto le ali protettrici dello
Stato, come fa ogni borghesia operante per
i suoi interessi. E allora abbiamo avuto i
casi edificanti e numerosi in Dalmazia di
italiani, i quali hanno snazionalizzato spontaneamente anche il proprio cognofne, non
perchè essi vi fossero costretti o fossero perseguitati, ma perchè ciò era necessario per
realizzare i loro materialistici interessi di
classe, i loro interessi di borghesi i quali
avevano l'aspirazione naturale di prendere
nelle mani la direzione delle intraprese produttive locali.
È la storia, che tutti conoscono in Dalmazia e che ho conosciuto anche io, vivendo a Trieste per due anni e mezzo.
Del resto, domando ai nazionalisti : se
la vostra critica del Trattato di Bapallo fosse
perfetta, fosse impeccabile, se davvero voi
riusciste a dimostrare che dal punto di vista
etnico, dal punto di vista politico, strategico,
economico, commerciale, il Trattato di Rapallo non può sodisfare le legittime aspirazioni d'Italia, rimarrebbe una lacuna nella
vostra esposizione, questa : con quali mezzi,
in che modo voi pensate che avreste potuto
realizzare queste legittime aspirazioni ?
Signori, posso apparire per un momento
un ministeriale, difendendola convenzione di
Rapallo $ ma sono in questo caso soltanto
un ministeriale della pace. E affermo che la
parte politica di questa Camera e del Paese,,
che ha sorretto in maniera particolare con i
suoi voti, col suo favore la Delegazione italiana alla conferenza di Versailles, dovrebbe
oggi per coerenza politica, per pudore e
per prudenza astenersi da queste critiche,
perchè è evidente per tutti noi che tutto ciò
che si realizza oggi, tutto ciò che l'uolno del
parecchio è riuscito a realizzare, se è soltanto parecchio e non molto, è quello che
poteva dare l'impianto pessimo, dal punto di
vista militare, politico, diplomatico, che voi
avete fatto e della guerra e della pace. E
non avete il diritto di dolervene, proprio
voi, che siete i responsabili di una cattiva
guerra e di una peggiore pace : quella di
Versailles. L'onorevole Eederzoni si lamenta
che a Cattaro tra poco noi avremo i resti
cenciosi e sbattuti dell'esercito .mercenario
di Wrangel e trova giustamente in questo
fatto un documento dell'asservimento da
parte della Francia del medio e basso Adriatico. Noi siamo soltanto al principio di
Atti
— 59B1 —
Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
Camera dei
-
TORNATA DEL 2 6
NOVEMBRE
Deputati
1920
«•questa politica, che si svilupperà, del feudalesoluzione di questo edifìcio statale, non avesse
simo franco-inglese, di questo nuovo siper conseguenza la formazione di quella
s t e m a feudale che sorge in E u r o p a e del
confederazione d a n u b i a n a , che m o s t r a t e
quale i così detti piccoli popoli sono i sei^vi
t a n t o di temere, e alla cui costituzione, del
illusi, gli ingenui vassalli. Nel medio e nel
resto, voi avete lavorato per i primi, molto
basso Adriatico p r o b a b i l m e n t e non a v r e m o
efficacemente, quando, alla conferenza di
soltanto la F r a n c i a a occupare i porti sediVersailles avete impedito, con la F r a n c i a e
centi jugoslavi, sedicenti greci, ecc., a v r e m o
con l'Inghillterra, che l'Austria trovasse la
ben presto l'Inghilterra, a v r e m o presto l'Asua n a t u r a l e e u m a n a sistemazione, inclumerica.
dendosi nell'Impero germanico.
Quel giorno avete posto l'Austria a dispoMa, signori, chi h a dischiuso le porte delsizione della f u t u r a confederazione d a n u l'Adriatico a questa dominazione della feubiana, nella quale, a nostro giudizio, p o t r e b b e
dalità m a r i t t i m a e terrestre anglo-francese ?
rivivere la d e f u n t a Austria, a minaccia del
Siete voi che nella conferenza di Versailles
nostro Paese, e avete voi stessi posta u n a
siete s t a t i i complici, non soltanto malefìci,
delle basi di tale confederazione.
m a inetti di questo sistema feudale che avete
a i u t a t o senza nessun t o r n a c o n t o per gl'inR e s t a d u n q u e ben f e r m ò che noi sociateressi dell'Italia.
listi, per q u a n t o obbligati per coerenza alla
n o s t r a fede, alla n o s t r a concessione larga
T O F A N I . Siete voi che avete impedito
ed u m a n a della pace, obbligati a v o t a r e
che restassimo a Y a l o n a ! (Rumori
all'estrecontro il nostro T r a t t a t o , noi ci proponiamo
ma sinistra —
Commenti).
t u t t a v i a di trasferire lo spirito di pace, apCICCOTTI-SCOZZESE. Se avessi l'auprofondendolo, dal f r e d d o protocollo del
torità, che c e r t a m e n t e mi manca, farei preT r a t t a t o stesso, nell'anima delle due posente non soltanto ai colleghi di t a l u n e
polazioni jugoslava e italiana.
p a r t i della Camera, m a a quella p a r t e della
•¡stampa del nostro Paese che vi consente,
Signori del Governo, il nostro «giudizio
il male positivo che essi fanno agli italiani • sul T r a t t a t o di Rapallo, forse sarebbe stato
i n questo momento, circondando il T r a t t a t o
a l q u a n t o diverso se voi lo aveste p r e s e n t a t o
di Rapallo di una q u a n t i t à di ambigui sottini n t e g r a t o con un altro atto, per esempio con
tesi, di restrizioni mentali e di tortuose riu n a convenzione italo-jugosla'va, che avesse
serve. Alcuni giorni sono il Times scriveva
g a r a n t i t o le reciproche a u t o n o m i e a m m i q u e s t e parole, che io offro alla più seria menistrative per le popolazioni incluse nel
ditazione dei nazionalisti italiani : « La noterritorio dell'uno e dell'altro Stato.
s t r a schietta sodisfazione per il concordato
Perchè il p u n t o di p a r t e n z a di u n ' o p e r a
i t a l o - j u g o s l a v o sarebbe più completa e condi effettiva e leale pacificazione della J u g o fidente nell'avvenire, se in alcune correnti
slavia e dell'Italia deve essere a p p u n t o il
dell'opinione pubblica italiana, non prive di
riconoscimento, non a parole, m a realizzato
influenza sulle sfere direttive, non si facesse
nei f a t t i , di questa a u t o n o m i a a m m i n i s t r a mosora di a p p r o v a r e il T r a t t a t o di Rapallo,
tiva, che spenga nelle sue radici i nuovi germi
con la speranza di invalidarlo alla p r i m a
irrendentisti che il nazionalismo dell'una
occasione propizia, e nell'attesa che la J u g o o dell'altra p a r t e depone nella n u o v a situaslavia offra essa stessa questo pretesto con
zione che va a creare t r a i due paesi.
la Costituente ».
Dopo queste riserve noi a b b i a m o prèsto
detto le ragioni per le quali non possiamo
La pace può dare i suoi f r u t t i solo se si
a p p r o v a r e il T r a t t a t o di Rapallo. ìiofi lo
accoglie con p e r f e t t a fede. Ogni sottinteso
possiamo
approvare, perchè, come a b b i a m o
a c c a m p a t o intorno ad essa è u n a pericolosa
visto, come t u t t i avete sentito, nelle sue
insidia e u n a co'ndannevole malevolenza.
pieghe si a n n i d a n o molti germi di provocaSignori nazionalisti, io vi invito a medizione di nuove guerre, di nuovi conflitti,
t a r e sulla curiosa situazione nella quale vi
si annidano i sottintesi irredentisti ; perchè
impigliate per ragioni che si dicono sentimenal vostro T r a t t a t o è m a n c a t o il consenso
tali rispetto alla Dalmazia, quando modegli interessati, che voi non avete cercato
s t r a t e di desiderare che la Costituente jugoin nessun modo all'una e all'altra parte.
slava bocci il T r a t t a t o di Rapallo, e che r e n d a
Ora, dopo t u t t o lo sciupìo di rettorica
impossibile la costituzione della JugoslaAda
democratica f a t t a d u r a n t e e dopo la guerra,
stessa.
noi assistiamo ancora u n a volta alla spartiIo mi d o m a n d o se voi non vi , siete posti
zione dei popoli che sono trasferiti dall'uno
il quesito di ciò che avverrebbe dopo se la
Jugoslavia non si costituisse ; se cioè la dis- e . all'altro Stato nella completa passività della
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXY
—
5432
—
1* SESSIONE - DISCUSSIONI
loro volontà, nell'assenza più completa del
loro consenso.
Noi crediamo che sia assurda e irrealizzabile (e i f a t t i e le critiche che intorno a
questi f a t t i si sviluppano lo attestano)
la concezione sulla quale è fond'ato il Tratt a t o : cioè la ricerca della coincidenza t r a
le frontiere etniche e la frontiera territoriale nelle zone di confluenza delle varie stirpi.
Non è possibile che in queste zone possa
incidersi una linea di demarcazione a t t a a
formare il casellario perfetto della felicità
internazionale tra i vari popoli, onde sop r a t t u t t o nella zona di frontiera s'imponeva
e s'impone un regime di autonomia in cui
dovevano e devono intervenire precipuamente le popolazioni interessate per poter
dettare a se stesse il regime che dal p u n t o
di vista economico, politico, e del loro sviluppo etnico e colturale esse considerino come
consentaneo ai loro interessi.
L'onorevole Colajanni con poche !>attute
ier l'altro ha liquidato t u t t o l'affascinante
sentimentalismo nazionalista, di cui oggi
abbiamo udito u n a . espressione, del resto
così robusta, da parte dell'onorevole Peder zoni. L'onorevole Colajanni, il quale è riuscito a fissare nelle tabelle statistiche anche
il movimento dell'anima italiana, ha documentato che in Italia ci sono per lo meno
tre razze. Io credo che in Italia ci siano t a n t e
razze, quante sono le regioni che la compongono, e che la commistione etnica, avvenuta
attraverso i secoli, attraverso vicende, complicate e drammatiche, della storia del nostro Paese, rendono, almeno dal punto di
vista positivo e scientifico, molto convenzionale, l'argomento della stirpe e della
unità della razza per le nostre rivendicazioni
politiche ed economiche.
Noi non possiamo approvare quella parte
del . T r a t t a t o che si riferisce a Piume, perchè
noi crediamo che l'indipendenza di Piume
non sia che una maschera, una foglia di
fico dietro alla quale voi celate l'impotenza
del vostro Stato a imporre il proprio prestigio,
la propria sovranità a Gabriele D'Annunzio.
Di questa sovranità dello _Stato, di questa
autorità, di questo prestigio dello Stato voi
f a t e il tabù spietato soltanto contro i movimenti ribelli delle classi lavoratrici, mentre
il nostro Stato piega il ginocchio di fronte
a Sua Maestà Gabriele D'Annunzio.
Noi non possiamo in maniera assoluta
partecipare alla vostra concezione nazionale
o nazionalista della appartenenza delle vie
di comunicazione, i fiumi, i grandi porti, i
valichi alpini, le ferrovie nelle zone di sbocco,
Camera
- TORNATA DEL 2 6
dei
NOVEMBRE
Deputati
1920
ove confluiscono le pressioni di varie razze»
Voi le concepite come proprietà nazionali,
noi le concepiamo come demanio dell'umanità. Esse sono create non per l'esclusivismo
particolare, per lo sviluppo degli interessi
di una o dell'altra nazione, e non appartengono a nessuna patria, perchè il genio e
l'interesse degli uomini le ha create per lo
sviluppo della collaborazione operosa fra
t u t t e le stirpi, per la loro comune prosperità,
che è la condizione essenziale della pace e
della fratenità del mondo.
I porti dell'Adriatico, il porto di Piume,
le ferrovie che servono come anelli di congiunzione tra i vari popoli e che voi ipotecate per una o per l'altra patria, in nome dei
vostri documenti storici, noi le rivendichiamo per l'umanità dolorante che ha bisogno di ricostituire e di ricostruire la sua
esistenza, non dal solo punto di vista economico, ma anche dal punto di vista psicologico. Ed ogni parola, ed ogni atto, ed
ogni inziativa che intacchi questa catena
ferrea di operante solidarietà internazionale,
è contro le esigenze, contro i destini dell'umanità, i quali debbono realizzarsi nella
più larga confederazione degli sforzi umani. .
È necessario finalmente che vi rendiate
conto del f a t t o che queste considerazioni
avverse al vostro punto di vista, nazionale
o nazionalista, non sono ispirate affatto
da nessuna predilezione per la Jugoslavia.
Questo parto trigemino non felice è p r e m a t u r o
della diplomazia dell'Intesa, per mio conto
io lo colloco insieme a t u t t e le altre prolificazioni rettoriche dei così detti piccoli popoli, di fronte alle quali, il partito socialista
non ha 'mai cessa'to di avere un atteggiamento
di beffarda diffidenza. Questi piccoli popoli
sono state le creature predilette dell'anima
democratica borghese, durante la guerra,
quando, si aveva bisogno di popolarizzare la
guerra con insegne democratiche, svento-;
landò sul sangue e sulle distruzioni la bandiera (ielle liberazioni nazionali.
In realtà sotto tali bandiere non vi è per
nulla accampata la libertà dei piccoli popoli, i quali hanno conquistato solo la libertà
di gremire le anticamere delle cancellerie
di Parigi e di Londra, per pitoccare dei prestiti, delle concessioni di altro genere, in
compenso dei bassi servizi, degli intrighi insidiosi, pericolosi per la pace europea, che
dalle grandi potenze sono commessi a questi
piccoli.. popoli divenuti agenti provocatori
della pace in Europa.
Insufficienti per la loro pochezza territoriale, in contrasto così grande con le ere-
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5933 —
Camera dei Deputati
1' SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA. DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
scinte esigenze del consorzio mondiale e
della vita statale ; incapsulati nel retrovia,
segregati dal mare e dalle vie di comunicazione ; condannati a speronarsi vicendevolmente nei fianchi per effetto di assurdi salienti territoriali che, per le solite ragioni
strategiche, sono stati creati nelle loro
frontiere dalle vostre conferenze ; i -piccoli
popoli tendono ogni giorno a gettarsi gli
uni sugli altri, ad ingrandirsi, a farsi largo,
a conquistarsi il respiro col danno mortale
del proprio vicino, minacciando di coinvolgere l'Europa nelle loro risse funeste. Così
mentre la Czeco-Slovacchia e l'Ungheria
guatano alla preda austriaca, la Grecia si
ingrandisce a spese della Bulgaria e della Turchìa, e la Serbia inghiotte l'indigeribile castagna col riccio che è il Montenegro (esempio tipico di liberazione di un piccolo popolo,
mediante la sua sparizione nel ventricolo
fraterno del proprio vicino !)
Tutta la storia, del resto, degli slavi del .
sud è la storia di una pressione continua,
ostinata, talvolta tragica verso i.1 mare. Gli
slavi hanno da secoli un'erdente sete di
acqua salata e nei loro canti nazionali, che
sono poi canti dell 'orda, canzoni di guerra,
tralucono i rimpianti o le cupidigie del mare,
che essi non hanno mai cessato di sognare.
Ecco come la retorica democratica dei
piccoli popoli, generando nuovi pericoli
per la pace europea, ha prolificato la biscia,
che finirà col mordere lo stesso ciarlatano,
cioè l'Intesa !
Questa, ormai, si è costituita come un
nuovo sistema di feudalità in Europa ed ha
nei piccoli popoli! suoi vassalli intriganti che, '
come i principotti del Medio Evo, si accampano sulle grandi vie di .comunicazione
per sabotare il traffico con le taglie doganali,
e paralizzano e frantumano la operosa unità
produttiva di Europa, che è essenziale alla
ripresa della vita, alla restaurazione economica e sociale del nostro continente.
Ed ecco, infatti, l'esempio della Jugoslavia, che, non ancora costituitasi a libera
nazionalità, cede parte di se stessa, apre le
porte di Cattaro all'influenza francese, acciocché ne faccia, forse, una base di operazione, come la Polonia, contro la Russia.
Così, popoli vassalli sfoggiano uno zelo servile, infaticabile, per i loro padroni e usano
della libertà soltanto per scegliersi un padrone fra i nuovi grandi feudatari dell'Europa.
Il vecchio e grande Mose nelle sue tavole
della legge aveva ammesso la liberazione degli
schiavi in certi casi, ma condannava gli
v
schiavi renitenti alla libertà - perchè vi
erano anche allora degli schiavi renitenti?,
restii, contrari ad esser liberi - li condannava ad essere inchiodati per le orecchie
alla porta del padrone che prediligevano.
Ah se - foiose possibile richiamare in vigore
quell'articolo indice e savio della legge mosaica, per inchiodare per le lunghe orecchie
dei loro dirigenti i piccoli popoli europei
alle porte delle cancellerie di Parigi e di
Londra.; per insegnare a costoro il gusto
della libertà, attraverso il dolore fisico del
proprio servaggio !
Appena la Grecia tende a sbarazzarsi
di uno dei luogotenenti più attivi, più solerti
dell'Intesa, il signor Venizelos, i feudatari
francesi minacciano di diventare equanimi
verso la Turchia, per essere vendicativi
verso la Grecia riottosa', e accennano a Sottoporre a revisione il Trattato di Sèvres. E
così la Grecia, che quando era venizelista
e mostrava tutte le buone disposizioni per
traformarsi nel Mediterraneo orientale in
una base di operazioni politiche, economiche
e marittime dei padroni anglo -francesi,
era soffocata di benefici dall' Intesa come
Pisanella sotto le rose ; adesso è minacciata
di esser privata del suo Re e di essere sopraffatta nella sua libera volontà.
Sarà un poco bizzarra ed assurda la
nostra situazione di repubblicani, quando, .
forse, saremo chiamati a difendere in una
corona il diritto di un popolo tiranneggiato.
Io prego il conte Sforza, per la personale
amicizia della quale egli mi onora, di fare
a Londra tutti gli sforzi possibili perchè sia
risparmiata a noi, repubblicani convinti
e impenitenti, la estrema iattura di dovere
difendere, nella permanenza di Re Costantino
in Grecia, la libertà della Grecia manomessa
dalla repubblica francese, la libertà di pigliarsi i reggitori che vuole, se anche sono
dei re.
Sì, • la revisione del Trattato di Sèvres!"'
Ci stiamo anche, noi. Cominciamo a sottoporre a revisione il Trattato di Sèvres. ÍTon
è che un Trattato sussidiario di quello fondamentale di Versailles : ma abbiamo fede
che, una volta che l'Intesa abbia messo piede
su questo terreno molto lubrico, vi si faranno
molti passi, si farà molta strada. Da Sèvres
potremo passare a San Germano e poi, in
ultimo, alla più ardua ma non impossibile
tappa, da San Germano a Versailles, e
attraverso a tutte queste tappe si sferreranno le catene che avete avvinto al collo
dei popoli, le catene con cui avete imprigionato la pace, nel momento istesso in cui
Atti
-
Parlamentari
LEGISLATURA XXV
-
la
SESSIONE -
5984 —
Camera dei
DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE
Deputati
1920
bruciaste ad
l'incenso dei vostri omaggi i della loro prepotenza, che è il peggiore degli
retorici. F r a t t a n t o cominciamo noi, in attesa
esilii, che si possano escludere dalla frateldi sottoporre a revisione i trattati, cominlanza umana. E b b e n e io dico al conte Sforza
ciamo a conferire al nostro T r a t t a t o di Rae all'onorevole Giolitti : il vostro T r a t t a t o è
pallo il contenuto che ancora gli manca espliinsufficiente nelle- rigide, nelle schematiche
citamente. Ripariamo spontaneamente, da
fredde parole di cui esso consta. Cercheremo
noi stessi, alla ingiustizia che commettiamo
noi - voi non lo potrete - di integrarlo, di
verso i jugoslavi, col nostro Trattato, con
dargli, sangue nuovo, v i t a n u o v a col nostro
atto di equanimità larga e serena, perchè
spirito di pace fraterna verso t u t t i i popoli ;
oggi la ingiustizia è in pericolo t a n t o per chi
e soltanto allora il T r a t t a t o di Rapallo potrà
la subisce, quanto per chi la infligge. Oressere celebrato come il documento di un'èra
ganizziamo per gli slavi inclusi nel nostro
restauratrice nel.nostro p a e s e ; restauratrice
territorio un regime veramente civile, veranon solo di rapporti ufficiali, ma dei valori
mente libero, trattandoli con equità illumorali devastati dalla guerra. L a n u o v a v i t a
minata. Così eviteremo che la f u t u r a v i t a
deve sorgere da questa restaurazione, che
italiana possa' subire l'ipoteca di non uno,
solo il puro- spirito affratellatore del sociama due irredentismi. Ho sentito qui parlare
lismo potrà compiere. {Applausi
all' estrema
degli slavi come di barbari ai quali noi facsinistra —
Congratulazioni).
c i a n o la degnazione di portare la civiltà.
P R E S I D E N T E . H a f a c o l t à di p a r l a r e
Nell'editto di T r a j a n o era detto : « noi
l ' o n o r e v o l e ministro per gli a f f a r i esteri.
mostriamo, noi romani, di tenere in pregio
S F O R Z A , ministro degli affari esteri. (Sele nostre costumanze, ' le, nostre tradizioni,
gni di attenzione) A v r e i preferito di p a r l a r e
rispettando quelle degli altri popoli ai quali
dopo una discussione a n c h e più ampia di
esse sono parimenti care ».
quella fin qui s e g u i t a ; ma sono c o s t r e t t o a
D a questi banchi e fuori di qui non abparlare ora, perchè il C o n v e g n o i n t e r a l l e a t o
biamo cessato di pronunciare delle parole
per gli affari "turchi mi -obbliga di t r o v a r m i
modeste, ma esplicite, contro le inutili rivolte,
a L o n d r a lunedì.
sporadiche degli insofferenti di ogni soffeD e l resto, delle t a n t e v o c i a u t o r e v o l i firenza, ma, di fronte alle costruzioni effimere,
nora qui udite, a p p r o v a n t i la nostra azione,
assurde dei vostri trattati, alle nuove misiamo lieti s o p r a t t u t t o perchè p r o v a n o che
nacce di guerra, la nostra ardente invocazione
l ' I t a l i a ha sentito di'aver colto il f r u t t o della
di pace diventa una voce della nostra fede.
vittoria.
L a grande trasformazione sociale che, porF e d e l i interpreti del sentimento naziotando i popoli alla libertà della loro vita e
nale, v o i a v e t e compreso che sul T r a t t a t o
alla pienezza dei loro diritti di disporre di
di R a p a l l o il popolo i t a l i a n o , con mirabile
se stessi, costituirà l'unica profilassi immuistinto della propria dignità e della pronizzatrice del mondo contro il pericolo di
pria sicurezza, si è già p r o n u n z i a t o .
nuove guerre. Come volete che noi diamo il
C o n s a c r a t i i confini delle A l p i Giulie in
nostro voto à questi vostri t r a t t a t i dai quali
una linea, quale neppure sotto i Cesari a v e m è esclusa la voce dei popoli e che servono
mo sì p e r f e t t a , assicurato a Trieste un largo
nelle mani dei gruppi nazionalisti come delle
e p i e n o respiro, che le darà modo di compiere
pietre per arrotar nuove armi % Come volete
in Oriente la missione su cui l ' I t a l i a conta,
che accettiamo questi vostri trattati, che
c o m p l e t a t a l ' I s t r i a non solo con Lussin, ma
voi avete firmati con una mano, mentre
con Cherso per sì lungo t e m p o n e g a t a c i , e
con l'altra stringevate in tasca il coltello
resa così a n c o r a più formidabile la posizione
aperto di nuovi agguati irredentisti ?
di P o l a , unita Z a r a a l l ' I t a l i a , o t t e n u t i p e r
Ieri l'altro l'onorevole Turati g r i d a v a da
i nuclei i t a l i a n i del resto della D a l m a z i a
questi banchi che bisogna smobilitare. Sì,
privilegi, quali nessuno dei r e c e n t i t r a t t a t i
smobilitare e tenere in alto le mani inermi;
europei era giunto a riconoscere per i^na
smobilitare non soltanto per l'interno, ma
minoranza etnica, sancita per F i u m e una
anche per l'esterno e levare gli animi anche
indipendènza, che ne g a r a n t i r à ad un t e m p o
più in alto delle nostre mani. Fino a quando ìa
l ' i t a l i a n i t à e la p r o s p e r i t à , i n g r a n d i t o lo
pace non vi sarà effettivamente, sinceramente
S t a t o di F i u m e con una larga zona di tertra t u t t i i popoli, -la violenza e la sopraffaritorio che l'unisce a l l ' I t a l i a , poste basi sizione possono rendere temuti i più forti ; ma
cure ad un intenso s v i l u p p o dei r a p p o r t i
i più.forti, i più prepotenti, nel giro di poeconomici e di c u l t u r a col R e g n o serbochi anni, sono condannati, come il cavaliere
c r o a t o - s l o v e n o , t u t t o questo, per dir solo
nero di Ulhand, a soccombere nell'isolamento
dei v a n t a g g i maggiori, costituirebbe un fe~
'Atti
Parlamentari
LEGISLATURA
XXY
—
-
5935
1° S E S S I O N E - DISCUSSIONI
lice epilogo, dopo due anni di ansiose e penose lotte diplomatiche, durante le quali
parve spesso che a v r e m m o dovuto finire
per acconciarci a formule tanto men larghe
e sicure.
Ma non è solo . un epilogo che abbiamo v o l u t o . È il cominciamento di una
v i t a n u o v a , di nuove possibilità che la Patria nostra vede oggi aprirsi dinanzi a sè.
Nel millennario affinamento del suo senso
storico il popolo italiano intuisce quanto
più sicura e profìcua sia una pace che stabilisca i nostri confini orientali in libero accordo col popolo vicino, popolo g i o v a n e e
fiero, che non si sarebbe a d a t t a t o ad una
pace e a confini impostigli colla
violenza.
F u per questo scopo superiore che a Rapallo volemmo addirittura rovesciare una
situazione, che una serie d'eventi, alcuni
fra essi fatali, a v e v a n o t a n t o inasprita.
Senza mercanteggiare e senza minacciare,
f a c e m m o comprendere ai plenipotenziari
dello S t a t o vicino quale era il minimo che
la nostra storia e i nostri seicentomila
morti ci davano il diritto e il dovere di
chiedere ; esaminammo con loro i pericoli,
mortali forse per essi, men g r a v i ma pur
seri per noi, che l ' a v v e n i r e r i s e r v a v a ai due
popoli, se incapaci d'intendersi.
Il linguaggio nostro, linguaggio di vincitori, ma non di dominatori, fu compreso.
F u compreso dai rappresentanti di quegli
eroici serbi, la cui storia è t u t t a una lotta
contro il pericolo che noi a d d i t a v a m o ; f u
compreso dai rappresentanti del popolo
croato, più vicino a noi per cultura, e che
il più grande dei dalmati, Niccolò Tommaseo, sognava a v v i n t o a noi da un'amicizia indissolubile. Non per difesa della rinunzia d a l m a t a , cui l ' a n i m a italiana si
è a c c o n c i a t a , citerò i passi ove egli dic h i a r a v a pericoloso, impossibile anzi per
l ' I t a l i a di rivendicare il dominio, v e n e t o
sulla Dalmazia; ma citerò piuttosto il monito, che, conscio dei rancori passati e
quasi presago degli equivoci f u t u r i , egli
lanciava a italiani e j u g o s l a v i : « B i s o g n a
intendersi per necessità e per lucro, chi
non sa per v i r t ù e per a m o r e » .
Nella frase v o l u t a m e n t e brutale il grande
d a l m a t a i n d i c a v a , insomma, le supreme
leggi di un paese che vuol v i v e r e . E consci
del dolore dei gruppi italiani sparsi in Dalmazia, e dalla pietà di quel dolore stesso
traendo la riprova dell'inevitabile, noi chiediamo sommessi, ma con sicura conscienza,
a quei fratelli nostri di consacrare il loro
454
Camera dei
—
- TORNATA
DEL 2 6
NOVEMBRE
Deputati
1920
dolore alla f o r t u n a , alla sicurezza della patria. (Benissimo !)
D o b b i a m o avere finalmente il coraggio
di dire che l'amore della nostra P a t r i a non
deve significare dispregio del sentimento
p a t r i o ' d i altra razza, sia pur più g i o v a n e
e di storia men gloriosa. (Approvazioni).
Per far tornare vero il verso di D a n t e ,
che definisce in modo immortale i confini
d' I t a l i a al Quarnaro, per assicurarci il
confine Giulio, che il sangue dei nostri
soldati ha consacrato, abbiamo d o v u t o accogliere nel nostro seno centinaia di migliaia di slavi. A questi slavi, cui conviene,
del resto, rimanere in c o n t a t t o coi loro
centri naturali, ma italianissimi, Gorizia
e Trieste, assicureremo la più ampia libertà di lingua e di cultura. S a i a per, noi
un impegno d'onore ed un a t t o di saggezza
politica. Siamo quindi certi che i nostri
nuovi cittadini si sentiranno presto anche
per questo riguardo sodisfatti di appartenere ad una grande P o t e n z a , che, forte della
sua incomparabile cultura, rispetta con cura
gelosa la loro v i t a locale. (Benissimo !)
Ma sarebbe stato prudente che l ' I t a l i a
alterasse oltre l'indispensabile il suo carattere magnifico di popolo uno per razza e per
lingua, come niun altro al mondo?
Sarebbe stato a v v e d u t o creare una
muraglia della Cina, là ove vogliamo libere e pacifiche vie di transito? (Approvazioni).
L ' o n o r e v o l e Federzoni ha detto che, se
avessimo meglio v a l u t a t a la situazione internazionale, a v r e m m o chiesto di più. N o :
noi conoscevamo perfettamente la situazione; ma, se essa fosse stata anche cento ?
v o l t e più a noi f a v o r e v o l e , avrei creduto
di tradire le sorti e i destini f u t u r i d ' I t a l i a
chiedendo di più. E lei, onorevole Federzoni, sa benissimo che questo è stato sempre il mio pensiero !
D a l canto loro i fiumani debbono, per il
loro stesso amore alla P a t r i a italiana, non
insistere in domande di annessione, che non
possono essere accolte, pena per l ' I t a l i a di
mancare alla parola data anche nell'interesse di Fiume, alla cui piena f u t u r a prosperità non vi son clausole che in guisa alcuna possano recare nocumento. A b b i a m o
t a n t o in mano da poter f a r porre su salde
basi la fortuna di F i u m e . (Benissimo/)
F r a breve tempo si inizieranno a R o m a
o a B e l g r a d o le conferenze per la ereazione
e lo sviluppo di intimi rapporti
finanziari,
economici e di cultura fra i due popoli, i
cui p r o d o t t i si completano mirabilmente a
Atìi Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
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Camera dei Deputati
V SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
vicenda. Isella nuova atmosfera, che ne sorgerà, scompariranno poco a poco dai due
lati le amarezze ed i rancori che la lunga
tempesta ha lasciato. (Benissimo !)
Quello, che doveva essere un astioso rivale, essendo convertito in un cordiale collaboratore economico e politico, l'Italia
veglierà pel bene proprio e dello Stato vicino a che non si ricostituiscano gli innaturali conglomerati dinastici, che lasciarono
sì amaro ricordo a Roma come a Belgrado.
Niente più dividendo i due paesi, non è soverchia illusione lo superare un prossimo avvenire, in cui italiani e jugoslavi trovino
nell'amicizia comune una forza preziosa e
pel campo politico e pel morale.
Intanto, col Trattato di Rapallo, quello
che, spezzata l'Austria, rimaneva ancora,
cioè l'idea austriaca col suo indelebile carattere antiitaliano, è stato definitivamente
distrutto^ Ed era un pericolo che avrebbe
rischiato^ di porre in giuoco il risultato più
puro della nostra vittoria.
L'opera compiuta a Rapallo (opera compiuta, giova dirlo ad onor d'Italia, senza una
parola che comprometta o sacrifichi altri
popoli) fu resa meno ardua dal cordiale
appoggio dei Governi di Francia e -Gran
Bretagna, che fin sulla riviera ligure fecero
giungere ai governanti serbo-croato-sloveni
le raccomandazioni più vivaci, nell'interesse stesso, del resto, del giovane Regno.
È per noi un grato dovere dare testimonianza al Parlamento ed- al Paese, che è
bene ciò sappia, come sa che nella crisi adriatica, ora felicemente risolta, la caus'a
italiana è stata servita per diverse vie !
Ma le crisi non debbono avere che un
tempo. Ed ora il dovere dell'Italia vittoriosa è di lavorare ed affermarsi al di là
degli stabiliti confini, pel bene suo e dei
popoli, che con essa si sono accordati.
L'intesa di Rapallo sarà veramente il cominciamento di una vita feconda e gloriosa
se, come ha voluto essere una pace di concordia e non di violenza, così sarà il primo
passo di una sana, serena influenza italiana
dall'Adriatico all'Egeo ed al Mar Nero, pel
bene nostró e dei popoli, stanchi oggi e
straziati, e, come noi, anelanti ad una
vita internazionale con meno odii e meno
violenze. ( Vive approvazioni — Applausi —
Commenti).
/
•
Voci. La chiusura !
PRESIDENTE. Essendo stata chiesta
la chiusura della discussione generale, domando se sia appoggiata.
(È appoggiata).
Essendo appoggiata, la pongo ,a partito.
(È approvata).
Voci. A domani S
PRESIDENTE. Il seguito di questa discussione è rimesso a domani.
Interrogazioni, interpellanze e mozione.
PRESIDENTE. Si dia lettura delle interrogazioni, delle interpellanze e di una mozione presentate oggi.
CASCINO, segretario, legge:
« Il sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro dell'istruzione pubblica, sulle condizioni nelle quali viene lasciato l'Ufficio
scolastico di Mantova che per mancanza
di personale d'ordine e di concetto si trova
nella impossibilità di far fronte ai suoi impegni verso i maestri tutt'ora creditori degli arretrati dell'ultimo aumento di cinquecento lire di stipendio.
« Dugoni »
« Il sottoscritto chiede d'interrogare il
commissario generale degli approvvigionamenti e consumi alimentari, per sapere se
dopo l'inchiesta compiuta dal commendatore Sanguinetti in provincia di Bari per
la deficiente fornitura di grano in rapporto
alla popolazione e in seguito alle stesse richieste della Prefettura, creda di doverne
aumentare il quantitativo e disporre in
modo che venga equamente distribuito.
« Lombardi Giovanni ».
« Il sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro dei lavori pubblici, per sapere
quali lavori pubblici abbia predisposti in
provincia di Bari per lenire la gravissima
disoccupazione dei prossimi mesi invernali:
lavori pubblici necessari anche per le comunicazioni terrestri e marittime.
« Lombardi Giovanni ».
« Il sottoscritto chiède d'interrogare il
presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno, per sapere quali informazioni abbia ricevuto sugli atti pirateschi
commessi ad Albona ed a Porto Rabaz
nella, notte del 21 novembre, e se abbia domandato (ed ottenuto) spiegazioni alla Reggenza del Carnaro.
« Alessandri ».
« Il sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro delia guerra, per sapere se sia
— 5937 —
Aiti Parlamentari
f
LEGISLATURA X X Y
-
1* SESSIONE - DISCUSSIONI -
vero che al Comando del Corpo d ' A r m a t a
di Trieste sia s t a t a presentata una denunzia contro un ufficiale, che copre un alto
ufficio di quel tribunale militare, e se sia
s t a t a a p e r t a una inchiesta circa i f a t t i esposti nella denunzia stessa, t a n t o più che
a carico del suddetto ufficiale circolano
a Trieste e sono raccolte dalla stampa locale voci di gravi accuse; e se sia vero infine che questo ufficiale sia stato trasferito
a Venezia, punendo così Venezia per le
colpe da lui commesse.
« Alessandri ».
« I l s o t t o s c r i t t o chiede d'interrogare il
ministro della guerra, per sapere quali risultati abbia avuto l'inchiesta sull'eccidio
di cittadini italiani, commessi a Villesse
(Gradisca) nel giugno 1915: inchiesta già
a p e r t a da parecchi mesi, secondo la comunicazione datane dal ministro della guerra
al s o t t o s c r i t t o .
« Alessandri ».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro dei lavori pubblici, sulle notevoli
e persistenti irregolarità dei servizi automobilistici in. B a s i l i c a t a affidati alla
Fiat,
specie nelle linee del Lagonegrese, con grave
danno del traffico.
« Cerabona ».
Camera
TORNATA DEL 2 6
dei
Deputati
NOVEMBRE 1 9 2 0
mare, con uno stuolo di ufficiali che non
trovano utile impiego, quando già molte
truppe sono state r i t i r a t e da varie località
e altre lo saranno col T r a t t a t o di R a p a l l o ;
mentre con maggiore economia, e non distogliendo il traffico dal porto di Napoli,
potevansi unificare nel già esistente deposito centrale per le truppe coloniali, i servizi di truppe fuori del territorio i t a l i a n o .
« Capasso ».
« I l sottoscritto chiede d ' i n t e r r o g a r e il
ministro della guerra, per aver notizie del
lento ed inutile lavoro di revisione contabile che da oltre cinque mesi va compiendo
la Commissione d'inchiesta per i Depositi
rifornimenti Libia: Commissione presieduta
da un generale e da un funzionario del Ministero che dissanguano lo smunto E r a r i o
dello S t a t o con cospicue indennità senza
avviare le loro costose fatiche ad una qualsiasi conclusione.
/
«Capasso».
« I sottoscritti chiedono d ' i n t e r r o g a r e
il ministro dei lavori pubblici, circa i provvedimenti che intende a d o t t a r e per eliminare o almeno rendere tollerabile il disservizio ferroviario sulla linea N o v a r a - V a r a l l o .
« Rossini, B e v i o n e , G a s p a r o t t o , Fal, • cioni, Alice ».
« I l s o t t o s c r i t t o chiede d ' i n t e r r o g a r e il
ministro dell' istruzione pubblica, intorno
alle persistenti infrazioni alla legge 31 marzo .1912 sull'esercizio dell'odontoiatria da
p a r t e del Ministero e delle a u t o r i t à universitarie, per cui viene prima incoraggiato e
poi legalizzato l'esercizio abusivo dei dentisti, con evidente offesa alle disposizioni
legislative e con danno cospicuo al prestigio degli studi ed agli interessi diretti
dei laureati in medicina e chirurgia.
«Capasso».
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno, per sapere se non creda
opportuno richiamare l'attenzione del Regio
provveditore agli studi per la provincia di
Catania sulla condotta partigiana di taluni
direttori delle scuole elementari della detta
provincia che nei provvisori i n c a r i c h i per
supplire ai posti t e m p o r a n e a m e n t e v a c a n t i
consumano i più sfacciati favoritismi personali e politici, incaricando non i più anziani nè i primi nella graduatoria dei concorsi militari, ma coloro che più si fanno
valere colle influenze politiche e colle raccomandazioni personali ; sulla c o n d o t t a specialmente del direttore Vincenzo S c i a c c a
di Misterbianco, che ha incaricato e proposto maestri appena licenziati in concorrenza con vecchi diplomati già in graduatoria. ( L ' i n t e r r o g a n t e chiede
la
risposta
scritta).
« Velia ».
« I l s o t t o s c r i t t o chiede d ' i n t e r r o g a r e i
ministri della guerra e delle colonie, per
sapere con quale criterio si è c r e a t a a T a r a n t o una I n t e n d e n z a per truppe zone oltre-
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro dei lavori pubblici, per conoscere
se non creda assolutamente indispensabile
ed urgente di istituire un treno domenicale
« I l sottoscritto chiede d'interrogare il
ministro delle poste e dei telegrafi, per
sapere se e come intenda corrispondere
agli affidamenti dati nel corso della guerra
al personale che, al ritorno dalle armi, sarebbe stato reintegrato nel posto precedentemente occupato.
« Scevola ».
Atti Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5938 —
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
da Treviglio per Bergamo in coincidenza
col treno n. 1461 che parte da Milano alle
ore 12.30 j3er Treviglio-Brescia, e ciò per
far cessare la deplorevole condizione di
cose attuale per la quale chi arrivi a Milano
da altre linee dopo le 7 del mattino non
può pi-ù partire per Bergamo che alle ore 19.
(L'interrogante chiede la risposta scritta).
« Bonomi Paolo ». <
« Il sottoscritto chiede d'interrogare il
presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno, e il ministro dei lavori
pubblici, per sapere sé non credano adottare, anzi sollecitare, provvidenze per i
comuni d'i Seni, Malfa e Santa Marina Salina, che per errore non furono compresi
fra i comuni colpiti dal terremoto. (L'interrogante chiede la risposta scritta).
« Colonna di Cesarò ».
« I sottoscritti chiedono d'interpellare i
ministri della guerra e del tesoro:
1° per avere occasione di denunciare
ad essi - se ai medesimi non sono noti molti casi scandalosi di mancato riconoscimento, sia di malattie evidenti anche al
medico meno colto o meno diligente, sia
della dipendenza delle medesime dal servizio di guerra anche in casi conclamati ;
2°) per sapere su quali nuovi e non
mai enunciati principi si fondi e si giustifichi l'assegnazione di forme tubercolari a
categorie di pensione sistematicamente inferiore alla o ;
3°) per conoscere se siano state emanate, per la perpetuazione di questi delitti a danno degli invalidi di guerra, apposite istruzioni riservate, ai reparti di accertamento, che si comportano in'guisa da
essere logicamente creduti conniventi.
« Maffì, Brunelli, Cazzamalli ».
« Il sottoscritto chiede "d'interpellare il
Governo, sui dolorosi fatti di Bologna.
«Bentini».
« Il sottoscritto chiede d'interpellare il
presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno, sui precedenti, e sulle ripercussioni dei dolorosi fatti di Bologna.
«Turati».
«Il sottoscritto chiede d'interpellare il
presidente del Consiglio dei ministri, ministro dell'interno, per sapere quali provvedimenti intenda prendere per risolvere il
problema del latifondo e della delinquenza
privata e politica in Sicilia.
« Yacirca ».
a
Camera dei Deputati
« Il sottoscritto chiede d'interpellare il
ministro della giustizia e degli affari di culto,
per conoscere se trova giuste le enormi
lungaggini della magistratura siciliana nei
processi di natura politica, ed in ispecie :
1° se trova giusto quelle del processo
a carico dell'avvocato Filippo Aldisio e di
un centinaio di contadini di Terranova di
Sicilia, rei solo di essersi lasciati massacrare
dai carabinieri, senza reagire, il 9 ottobre
1919;
2° se trova leale che per mantenere
in vita (da quasi un anno) dei mandati di
cattura, che hanno costretto onesti cittadini ad abbandonare il paese, il lavoro e
la famiglia, si insista a tenerli imputati di
violenza privata, mentre, se i fatti sussistessero, potrebbero essere responsabili di
delitto contro la libertà del lavoro, delitto
pel quale non è consentito il mandato di
cattura, e che, del resto, ora è amnistiato;
3° se non riscontra una vera e propria
persecuzione politica nel fatto che si spiccò
il mandato di cattura contro l'avvocato
Aldisio, e qualche altro, ben dopo cinque
mesi dalla chiusura dello sciopero, e proprio quando lo Aldisio più insisteva per
la punizione dei responsabili; tanto più se
si tiene conto che fra i contadini vi furono
tre morti e venti feriti dai carabinieri, e
fra la forza neppure un ferito; e se si tiene
ancora conto che lo Aldisio è incensurato
ed è imputato di correità morale nelle pretese violenze private che si dicono commesse da qualche contadino scioperante
contro qualche crumiro, e solo per aver
parlato nei comizi ;
4° se infine in tutto questo non riscontra le illecite pressioni di quei funzionari di pubblica sicurezza, responsabili
dello eccidio, sulla magistratura e per far
tacere il principale loro accusatore.
« Va circa ».
« I sottoscritti chiedono d'interpellare i
ministri dell'istruzione pubblica e dell'industria e commercio, per conoscere se non
credano opportuno nell'interesse della istruzione commerciale che i due Ministeri svolgano una azione armonica; e per sapere se
non ritengano giunto il momento di togliere
la evidente incongruenza per la quale i. licenziati dagli ottimi nostri Regi Istituti
commerciali non possono venire iscritti alla
Università commerciale Bocconi di Milano,
mentre ciò accade pei licenziati dai Licei
e dagli Istituti tecnici con una prepara-
Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5939 —
Camera dei Deputati
1* SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2 6 NOVEMBRE 1 9 2 0
zione certo meno rispondente al carattere
degli studi commerciali.
« Bonardi, De Capitani d'Arzago,
Eossini ».
glio 1914), lasciando ai gerenti il diritto di
opzione fra le due concessioni.
Bonardi, Falbo, Murgia, Congiu, Giraldi, Cuomo,' Carboni-Boj, Berardelli, Tamborino, Mendaja, De Buggieri,
Cancellieri, Amendola, Buono« Il sottoscritto chiede d'interpellare il
core,
Satta-Branca,
Mecheri, Tupini,
ministro della giustizia e degli affari di
Jacini,
Stucchi-Prinetti,
Mattei Giuculto, sulle cause dell'attuale agitazione
sti,
Arrigoni
degli
Oddi,
Bosco-Ludella Magistratura.
carelli,
Zileri
Dal
Verme,
De
Michele,
«Marracino».
Corazzin, Di Fausto, Cappa, Cingolani, Sanjust, Cappellotto, Brusasca,
Boccieri, Donati Guido, Schiavon,
« I sottoscritti chiedono d'interpellare il
Bacci Felice, Giavazzi, Brancoli, Guaministro dei lavori pubblici, sulla necessità
rie'nti, Merlin, Tangorra, Conti, Piva,
di solleciti provvedimenti per l'esecuzione
Bazoli, Montini, Agnesi, Cappelleri,
degli importanti lavori di difesa idraulica
Farioli,
Negretti, Crispolti, Borromeo,
urgentemente reclamati ed attesi nel Basso
Turano,
Martini, Padulli, Signorini,
Lodigiano per salvare tante terre produtBertolino, Curti, Milano, Fronda, Cative dalla iattura delle inondazioni, intemera Salvatore, Scevola, Anile, Lucgrando l'efficienza delle opere già esistenti,
chini, Bisogni, Caporali, Beretta, Luze per lenire la dolorosa piaga della disoczatto,
Pietravalle, Beneduce Giusepcupazione gravemente diffusa fra i bracpe,
Pancamo,
Lissia, Euini, Lembo,
cianti della zona.
Marescalchi,
Tedesco
Ettore, Dorè,
« Mauri Angelo, Cavazzoni, Grandi,
Scialabba, Faranda, Besana, La PeScevola».
gna, Cutrufelli, Cermenati, Mazzarella, Finocchiaro-Aprile Emanuele, Co«Il sottoscritto chiede d'interpellare il
lella, Perrone, Costa, Alice, Carnazza,
ministro dell' industria e commercio, per
Casertano, Pietriboni, Ciocchi, Orano,
conoscere il suo pensiero sul problema della
Baratta, Siciliani, Coda, Eossini, Maindustria siderurgica.
stino, Mancini, Sifola, Busso, Bal« Beretta ».
dassarre, Zerboglio, Cerabona, Lo
Piano, Tescione, Gentile^ Manes, Beale, Gasparotto, Guaccero, Janni, Gi«Il sottoscritto chiede d'interpellare il
rardini, Marracino, Colonna di Ceministro dell'industria e commercio, per
sarò, Di Marzo, Poggi, Guarino-Amelconoscere il pensiero del Governo circa il
ia,
Vecchio Verderame., De Vito Eoproblema siderurgico.
berto,
Teso, Bevione, Calò, Brezzi,
« Bignami ».
De Martino, Maury, De Capitani d'Arzago, Federzoni, Eiccio.
« La Camera, ritenendo che i gerenti di
Le interrogazioni, testé
ricevitorie postelegrafoniche non abbiano lette,PBESIDEiTTE.
saranno
iscritte
nell'ordine del giorno
minori titoli di benemerenze degli avven- e svolte a loro turno,
trasmettendosi ai
tizi postelegrafonici.
ministri
competenti
quelle,
Invita il Governo a provvedere alla si- chiede la risposta scritta. per le quali si
stemazione dei gerenti di ricevitorie, che
Così pure le interpellanze saranno inabbiano prestato servizio entro il 30 giugno scritte
nell'ordine del giorno, qualora i mi1919 ed entro il 2 ottobre 1919 se smo- nistri interessati
non vi si oppongano nel
bilitati :
termine
regolamentare.
a) coll'estendere ai medesimi il benefìQuanto alla mozione, si stabilirà in altra
cio dell'articolo 96 del Eegio decreto 2 ot- seduta
il giorno della discussione.
tobre 1919, n. 1858 ;
b) coll'assegnare ai medesimi in via di i
Sull'ordine del giorno.
deroga transitoria alla disposizione del Eegio decreto 2 ottobre 1919, n. 2100, la titoFALBO. Chiedo di parlare.
larità delle ricevitorie tuttora vacanti, con
PEESlDEIsTTE. Ne ha facoltà.
retribuzione non superiore alle lire quatFALBO. Poiché interessa al Governo che
tromila (liquidata col modello 69 al 1° lu- sia esaurita al più presto la discussione sul
!Atti
Parlamentari
LEGISLATURA XXV -
— 5940 —
Camera dei
Deputati
T SESSIONE - DISCUSSIONI - TORNATA DEL 2G NOVEMBRE 1 9 2 0
Trattato di Rapallo, propongo che nella seduta di domani sia soppresso lo svolgimento
delle interrogazioni.
PRESIDENTE. Come la Camera ha udito,"
l'onorevole Falbo propone che nella seduta
di domani sia soppresso lo svolgimento delle
interrogazioni.
Se nessuno si oppone rimarrà così stabilito.
(Così rimane stabilito).
MARTINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha*facoltà.~
MARTINI. Insieme con altri colleghi
ho presentato una mozione sulla questione
agraria. Chiederei di poterla svolgere di
urgenza, e quindi che venga inscritta all'ordine del giorno subito dopo il Trattato di
Rapallo e la mozione sulla questione metallurgica.
PORZIO, sottosegretario di Stato per la
presidenza del Consiglio dei ministri. Consento.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni in contrario, rimarrà così stabilito.
(Così rimane stabilito).
La seduta termina alle 19.15.
7
Ordine del giorno per la seduta di domani.
Alle ore 15.
1. Seguito della discussione sul disegno di
legge :
Approvazione del Trattato di Rapallo
concluso fra l'Italia ed il regno SerboCroato-Sloveno ed annessione dei territori
e delle isole attribuite all'Italia. (950)
2. Seguito della discussione del disegno di
legge:
Modificazioni delle norme concernenti,
le elezioni amministrative. [Nuovo testo 469
e 292-A-bis).
3. Svolgimento della mozione del deputato Bianchi Umberto ed altri, per esaminare e risolvere il problema della siderurgia ; e di quella del deputato Martini ed
altri, sulla questione agraria.
Il capo dell'Ufficio di Revisione e Stenografia
PEOF. T . T r i n c h e r i .
Roma, 1920 — Tip. della Camera dei Deputati.