Progetto educativo - Comune di Trieste

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Progetto educativo - Comune di Trieste
Duemilauno Agenzia Sociale
Via Colombara di Vignano, 3 – 34015 MUGGIA (TS)
PROGETTO PEDAGOGICO
ORGANIZZATIVO
per la gestione del nido aziendale di
ALLIANZ SPA
“IL FUTURO SIAMO NOI”
DUEMILAUNO
AGENZIA SOCIALE
Sistema di Gestione per la Qualità
Documenti Settore Infanzia
N°02
del
25.02.2010
Edizione
Nido d’Infanzia“IL FUTURO SIAMO NOI” - Progetto pedagogico organizzativo
INDICE
1. OBIETTIVI
2. METODI EDUCATIVI
3. TEMPI E MODALITA’ DI ACCOGLIENZA DEI BAMBINI E, IN PARTICOLARE, DEL
PRIMO INSERIMENTO
4. GESTIONE ROUTINES
5. PROGRAMMAZIONE ANNUALE ATTIVITA’
6. ATTIVITA’ E STRUMENTI DI OSSERVAZIONE
7. ATTIVITA’ E STRUMENTI DI DOCUMENTAZIONE
8. ATTIVITA’ E STRUMENTI DI AUTOVALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI EDUCATIVI
9. STRUMENTI E METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO E DEL SUO
STANDARD DI QUALITA’
10.PARTECIPAZIONE ATTIVA DELLE FAMIGLIE ALLA VITA DEL NIDO
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1. OBIETTIVI
DUEMILAUNO AGENZIA SOCIALE Società Cooperativa Sociale si occupa da oltre 15
anni di servizi per l’infanzia e la famiglia sul territorio regionale, attraverso la gestione
di asilo nido (privati, pubblici, aziendali), servizi educativi domiciliari, centri estivi,
punti gioco.
L’insieme dei servizi rivolti all’infanzia sono frequentati ogni anno da circa 700 famiglie
e vedono impegnati attualmente più di 100 soci/e, in prevalenza di genere femminile,
qualificate come educatrici, psicopedagogiste e personale addetto ai servizi ausiliari.
L’esperienza maturata negli anni ha consolidato all’interno della Cooperativa una
cultura diffusa nei confronti della tutela della maternità (e paternità) e sviluppato un
crescente interesse alla promozione di misure concrete di sostegno alla genitorialità,
anche nelle forme più flessibili o autoprodotte. Ne è un esempio il Centro estivo
organizzato nei periodi compresi tra la fine della scuola e l’avvio dei centri estivi
comunali, per soddisfare il bisogno dei soci/e con figli impegnati nel lavoro.
L’asilo nido “II Futuro Siamo Noi” è un servizio socio-educativo che accoglie bambini in
età compresa tra i tre mesi e i tre anni ed opera per concorrere con la famiglia, alla
loro formazione e socializzazione. L’asilo nido aziendale attualmente è convenzionato
con il Comune di Trieste per la messa a disposizione di 2 posti per bambini residenti.
La sottoscrizione delle convenzioni intende valorizzare la collaborazione tra servizi
pubblici e privati su un progetto comune di promozione dei servizi per l’infanzia e
garanzia di accesso ai bambini. In base all’autorizzazione al funzionamento, l’asilo può
accogliere un massimo di 24 bambini.
La partecipazione alla presente procedura di convenzione da parte del Comune di
Trieste rientra in tal senso tra gli scopi e gli interessi della Cooperativa, sostenendo lo
sviluppo di un sistema integrato di servizi per l'infanzia sia pubblico sia privato come
elemento di ricchezza per il territorio e la comunità.
Intendiamo sottolineare che il protagonismo dei bambini, la partecipazione della
famiglia ed il rapporto con il territorio rappresentano i cardini di un sistema di relazioni
sempre attivo. Questi rappresentano anche gli obiettivi primari cui si indirizzano tutte
le attività promosse all’interno dell’asilo.
Il presente progetto definisce le coordinate d’indirizzo e ha carattere di flessibilità per
garantire risposte adeguate alle esigenze dei bambini e delle famiglie. La finalità
prioritaria del progetto è la gestione di un servizio per l’infanzia e la famiglia in grado
di realizzare un contesto educativo e di socializzazione dove i bambini sono
riconosciuti come soggetti sociali, tutelati e protetti nei loro inalienabili diritti alla
conoscenza ed alla creatività.
Gli obiettivi che il nido si pone sono rivolti principalmente a promuovere quelle
competenze ed interessi che consentono al bambino uno sviluppo integrato ed
armonico nelle diverse fasi di crescita. Le attività proposte hanno quindi lo scopo di
fornire una serie di stimoli ed opportunità che rappresentano per il bambino fonte di
apprendimento e scoperta della realtà che lo circonda.
Va ricordato che il nido d’infanzia costituisce la prima esperienza educativa extrafamiliare che il bambino vive insieme ai suoi coetanei e rappresenta un’opportunità di
crescita sul piano psicologico, affettivo e cognitivo. I processi di socializzazione
avvengono all’interno di uno “spazio educativo” accogliente e stimolante che diventa
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luogo di incontro e di scambio reciproco tra i diversi soggetti coinvolti nel servizio
(bambini, educatrici, famiglie).
Il nido si caratterizza come un contesto di relazioni finalizzato a:
o dare attenzione e risposta ai bisogni di accudimento e di cura attraverso l’utilizzo di
un ambiente organizzato, prestando particolare attenzione alle situazioni di routine
(accoglienza, pasti, riposo, cambio, riaffido), ritenute fondamentali momenti
educativi;
o promuovere l’armonico sviluppo psico-fisico del bambino, sostenendo e stimolando
lo sviluppo di un’identità infantile solida ma allo stesso tempo articolata e flessibile;
o stimolare l’affermarsi del sentimento di fiducia del bambino verso di sé, della sua
autonomia, della motivazione alla scoperta e conoscenza della realtà;
o favorire lo stabilirsi di relazioni sociali significative tra adulti e bambini e tra
coetanei
o orientare ed arricchire le competenze sul piano affettivo-emotivo, sociale e
cognitivo, utilizzando la fantasia, la creatività e l’espressività in tutte le sue forme.
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2. METODI EDUCATIVI
Secondo un approccio interattivo-costruttivista, il bambino, anche se piccolissimo,
possiede capacità di accostarsi ai concetti chiave dei saperi e di coltivare le differenti
intelligenze o aree di abilità che gli permettono un “apprendistato” in cui i contesti
educativi, dalla famiglia al nido, possono diventare preziosi laboratori di crescita.
Nel nido di infanzia i bambini interagiscono all’interno di un contesto di piccolo gruppo
in cui si influenzano reciprocamente, si confrontano, comunicano e condividono
emozioni. I processi di regolazione coinvolti nell’interazione precoce fra il lattante e i
suoi caregivers (Brunner, 1996, Trevharthen, 1998) costituiscono i fondamenti della
competenza comunicativa ed anche dell’organizzazione dei primi nuclei di personalità
infantile e delle future capacità di autoregolazione e adattamento sociale (Feldman,
1980, 1994). Nel nido le interazioni sociali con gli adulti e con i pari nel piccolo gruppo
diventano funzionali alla formazione e all’apprendimento.
La costruzione dell’identità del bambino nasce dalla relazione tra il soggetto e i suoi
contesti di appartenenza, attraverso i processi di scoperta e di comunicazione. Nel
nido l’individualità va considerata sempre all’interno della pluralità, poiché
l’apprendimento individuale avviene all’interno di un gruppo eterogeneo che diventa
gruppo di apprendimento. I comportamenti del singolo bambino assumono valore e
significato solo se visti alla luce dei rapporti interpersonali che legano i componenti del
gruppo.
I processi cognitivi si attivano quando il bambino sta interagendo con gli adulti e in
cooperazione con i suoi pari che lo inducono ad autoregolare il proprio
comportamento. L’apprendimento sociale precede la competenza individuale ed ha
come risultato lo sviluppo cognitivo (Vygotskij, 1934). Le funzioni non ancora mature
che si trovano in una zona di sviluppo prossimale si maturano ed emergono grazie alle
interazioni con gli adulti e con i coetanei
L’obiettivo prioritario è quello di favorire la crescita dei bambini e di ottimizzare lo
sviluppo di tutte le loro capacità, progettando e costruendo un ambiente ricco e vivace
che renda possibile sempre nuovi apprendimenti attraverso l’ampliamento e la
modificazione delle esperienze. I bambini e le bambine partecipano alla costruzione
delle conoscenze, non ne sono esclusivamente i destinatari, anche attraverso un
costante processo di osservazione e di confronto. Questa costruzione ha un carattere
sociale poiché avviene all’interno di un sistema di relazioni, nel nido così come nei
rapporti in famiglia.
Le relazioni che vengono attuate nel nido si caratterizzano su due importanti livelli:
“orizzontale” (riferito all’attaccamento) e “verticale” (riferito all’apprendimento). Il
primo livello costituisce la base per lo sviluppo della sicurezza emotiva del bambino e
consiglia un approccio rispettoso delle sue esigenze psicologiche ed affettive,
accompagnato dalla predisposizione di ambienti accoglienti e da una relazione
empatica con l’adulto. Il livello “verticale” (riferito all’apprendimento) si fonda sui
processi interattivi della conoscenza e ci orienta a predisporre attività in ambito sensomotorio, linguistico-comunicativo, espressivo-creativo e sociale.
La relazione con l’adulto è un elemento di sicurezza importante per il bambino, lo
orientata allo sviluppo della comunicazione e si inserisce in un contesto relazionale
stimolante ed affettivo. L’educatrice deve attestarsi su un versante osservativo
particolarmente discreto e puntuale, per cogliere e rispondere ai bisogni del bambino,
calibrando stimoli comunicativi verbali ed analogici. L’educatrice favorisce, stimola ed
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incoraggia le modalità di sperimentazione e di conoscenza dell’ambiente attraverso
l’uso di materiali/strumenti e l’organizzazione degli spazi, strutturando le attività a
partire dalle esigenze del bambino, commisurate al suo livello evolutivo.
Il personale educativo impegnato nel servizio ha come obiettivo prioritario quello di
permettere a ciascun bambino, nella sua singolarità, di seguire liberamente il proprio
percorso di crescita e poter fare esperienza di benessere così come poter esprimere le
sue tensioni ed i suoi conflitti.
L’intervento educativo fa leva sul sistema degli scambi sociali, utilizzandoli come
strumenti di crescita. E’ attraverso le relazioni, che con il tempo si intrecciano e si
consolidano tra adulti e bambini e tra i bambini, che si costruiscono un insieme di
significati condivisi, elaborati all’interno delle routines, delle regole dello stare
assieme, delle scansioni temporali della giornata, dei ruoli e dei significati che spazi,
oggetti e persone assumono in quel particolare contesto.
Tale scorta di significati condivisi, da una parte funziona da contenitore affettivoemotivo che rende l’ambiente extra-familiare comprensibile, ricco e usufruibile dal
bambino, dall’altra, il processo di appropriazione e costruzione di questi significati
agisce da catalizzatore dello sviluppo dell’autonomia e dell’identità personale, valutata
come la capacità di integrare in una visione d'insieme e coerente i significati appresi al
Nido.
Il progetto educativo è centrato sul bambino, sulla valorizzazione della soggettività
che comprende sulla sua capacità di affermarsi. All’interno di questa cornice il
personale educativo operante nella struttura deve facilitare gli scambi attraverso la
proposta di attività creative di gruppo, favorendo e sostenendo lo sviluppo di nuove
conoscenze e competenze; deve essere sensibile nell’accogliere le richieste e ad
elaborarle; deve riuscire a creare un rapporto significativo con i bambini all’interno di
un’organizzazione flessibile che favorisce la spontaneità dei rapporti interpersonali.
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3. TEMPI E MODALITA’ DI ACCOGLIENZA
PARTICOLARE, DEL PRIMO INSERIMENTO
DEI
BAMBINI
E,
IN
Per facilitare più possibile le famiglie nell’usufruire del servizio di asilo nido
l’accoglimento mattutino dei bambini va dalle ore 8 alle 9. In casi particolari,
comunicati preventivamente dai genitori, potrà essere previsto anche un accoglienza
differita rispetto agli orari esposti.
L'inserimento al nido dei bambini rappresenta un’esperienza stimolante di crescita e
sviluppo. L'attenzione deve essere rivolta in modo specifico ad attivare le risorse
individuali, nel rispetto delle esigenze di adattamento di ciascuno.
E' molto importante che l'inserimento avvenga gradualmente, e che il nuovo ambiente
che lo accoglie sia percepito in continuità con il contesto familiare.
Una relazione rassicurante con l'educatrice permetterà al bambino di esplorare ed
aprirsi ad altre esperienze di gioco e socializzazione con i coetanei. Ciascun bambino
attiva modalità proprie di inserimento e queste vanno sempre rispettate. Il colloquio
con i genitori, che precede l'accoglimento nella struttura, rappresenta un momento
rilevante di scambio di informazioni e di conoscenza reciproca e permette ai genitori di
concordare con le educatrici modalità d’inserimento compatibili con le loro esigenze e
quelle del servizio.
Il periodo di inserimento ha la durata di circa due settimane, in cui il bambino,
accompagnato da un genitore, progressivamente vive la fase di distacco e di fiducia
verso le nuove figure educative e i coetanei. In questa fase è importante osservare il
bambino e, con l’aiuto dei genitori, definire ciò che è in grado di fare spontaneamente.
Successivamente, in accordo con il genitore, si programmano delle brevi uscite dalla
stanza. Il bambino rimane con l’educatrice ed il gruppo dei pari. Nei giorni successivi
aumenta il tempo di permanenza nella stanza senza il genitore per arrivare verso
l’inizio della seconda settimana alla colazione con il gruppo. Successivamente il
bambino potrà pranzare e dormire. È auspicabile che la fase di inserimento sia seguita
sempre dallo stesso genitore. Nel caso vi sia un’assenza prolungata nella frequenza
durante l’anno, verrà concordato con la famiglia, se ritenuto necessario, un nuovo
periodo di inserimento.
Una volta completata la fase di inserimento, l’accoglienza giornaliera e il momento del
re-incontro con il familiare avvengono in un clima di disponibilità ed ascolto.
L’educatrice presente, avvalendosi di quanto annotato nel diario giornaliero, potrà
fornire al genitore informazioni essenziali in merito alla giornata trascorsa dal bambino
in asilo (predisposizione al gioco, cibi consumati e rifiutati, tempi di riposo e cambi,
relazioni con gli altri bambini).
Il passaggio di sezione e alla scuola dell’infanzia
Il passaggio di sezione avviene con la figura educativa di riferimento generalmente
dopo il rientro dalla pausa estiva. In alcuni casi viene valutata, in accordo con la
famiglia, l'opportunità di cambiamento nel corso dell'anno. Il passaggio graduale da
un gruppo all'altro deve garantire la necessaria continuità educativa.
La fase che precede il congedo dal nido e il passaggio alla scuola dell'infanzia è
caratterizzata da una particolare attenzione e preparazione del bambino e della
famiglia alla nuova esperienza educativa. All'interno della programmazione annuale
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sono previste attività specifiche di carattere informativo con il coinvolgimento delle
scuole di riferimento.
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4. GESTIONE ROUTINES
I TEMPI DEL NIDO, la giornata e le routine
La programmazione del servizio prevede un tempo dedicato alle attività strutturate,
sia quelle di carattere educativo sia quelle di routine, e altri momenti per le attività di
gioco libero. La giornata al nido rappresenta l'unità di base all’interno della quale
scandire l’organizzazione dei tempi. Esiste un tempo istituzionale (orario, calendario
dell’anno educativo), un tempo del gruppo di lavoro dettato da scelte organizzative e
di programmazione, ed un tempo del bambino legato ai suoi bisogni individuali.
La giornata educativa si svolge quindi in maniera flessibile rispettando
indicativamente i tempi seguenti:
ORARI
ATTIVITÀ
8.00 - 9.00
Accoglimento dei bambini al nido: gioco libero
9.00 - 9.30
I bambini vengono divisi nei gruppi e segue la colazione
9.30 - 10.00
Momento della pulizia e del cambio
10.00 - 11.15
Attività di sezione strutturate e libere
11.15 - 11.45
Momento del cambio e di preparazione al pasto
11.45 - 12.30
Momento del pasto
12.30 - 13.30
Attività rilassanti di preparazione al momento del riposo e il
venerdì all’uscita dal nido
13.30 - 15.00
Momento del riposo
15.00 - 17.30
Momento del cambio della merenda e del gioco libero
Con il termine routine si intendono quelle attività quotidiane relative alle cure di base
del bambino e, nell'organizzazione di un nido, costituiscono i cardini
dell’organizzazione temporale della giornata. Rappresentano delle fasi importanti,
sono momenti specifici di rapporto anche fisico tra adulto e bambino, carichi di
significati affettivi ed educativi.
Questi momenti richiedono da parte del personale un’attenzione particolare e una
serie precisa di buone pratiche definite congiuntamente ai genitori. Gli orari delle
attività di routine mantengono un certo grado di flessibilità in particolare per i bambini
più piccoli.
I rituali fondamentali sono i seguenti:
L’ingresso e l’uscita quotidiana dal nido:
L’accoglimento ed il riaffido al nido devono avvenire in un clima rassicurante che
permetta l’elaborazione delle ansie dovute alla temporanea separazione vissute dal
genitore e dal bambino. Compito specifico del personale educativo del nido è di gestire
questi aspetti in modo sollecito e accogliente, offrendo sicurezze ad entrambi;
determinante a questo proposito è l’adeguatezza degli scambi informativi con i
familiari sulle eventuali necessità del bambino o altri aspetti importanti legati alle sue
abitudini.
La cura e la pulizia del corpo:
Gli interventi relativi all’igiene personale rientrano in quelle azioni rituali che
rispondono ai bisogni primari dei bambini. E’ infatti cura di tutto il personale prestare
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la massima attenzione all’igiene del bambino nei momenti dedicati al cambio dei
pannolini e della biancheria, prima e dopo l’assunzione dei pasti, nel momento del
riposo e dopo le attività ludiche. Tali azioni di cura, se attuate con modalità relazionali
rassicuranti e allo stesso tempo serene e giocose, contengono un alto valore
comunicativo nell’interazione adulto-bambino.
L’assunzione e somministrazione dei pasti:
Tali momenti hanno una funzione centrale per l’inserimento del bambino al nido.
L’atmosfera di calda affettività e la partecipazione del personale educativo e ausiliario,
rappresentano elementi di grande valore pedagogico. Per i bambini più piccoli il
personale presta particolare attenzione al momento dell’assunzione dei pasti che
dovrà avvenire in un clima di serena tranquillità ed in naturale continuità con le
abitudini familiari acquisite. A questo riguardo vanno salvaguardate tutte le
caratteristiche e le propensioni del bambino per assecondarne i ritmi e le
ritualizzazioni rilevate dai colloqui con i genitori. Per i bambini dai due ai tre anni, oltre
ad assicurare quanto già indicato precedentemente, il pasto assume una maggiore
valenza educativa (acquisizione delle abilità necessarie e delle regole dello stare
assieme).
Il riposo:
Il riposo è un bisogno fondamentale per i bambini di questa fascia d’età. Per tutti
viene quindi riservato uno spazio ed un tempo destinato al riposo. In tale occasione è
anche opportuno dedicare particolare attenzione ai bisogni affettivi dei bambini sia
attraverso atteggiamenti empatici da parte del personale educativo sia per mezzo
degli eventuali oggetti significativi che il bambino usa. Questi oggetti ed alcuni rituali
comportamentali, fungono da elementi di rassicurazione che spesso emergono nel
momento dell’addormentamento.
Per quanto riguarda l'unità di tempo che si distribuisce nel corso dell'anno sono
previsti alcuni momenti fondamentali per l'esperienza del bambino al nido di seguito
presentati con maggiore dettaglio:
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5. PROGRAMMAZIONE ANNUALE ATTIVITA’
La programmazione educativa definisce i tempi, le modalità e gli strumenti dell’attività
delle educatrici, comprende il sistema di documentazione e verifica delle attività
rispetto agli obiettivi del Progetto educativo. La programmazione educativa é compito
professionale del gruppo di lavoro, che all'inizio di ogni anno presenta alle famiglie in
occasione del primo incontro informativo.
Il progetto si articola nella programmazione annuale (condivisa da tutto il personale) e
nella definizione dei piani di lavoro specifici per fasce d’età (sezioni).
o
Il presente progetto si pone quale finalità prioritaria la gestione di un servizio
che riconosce i bambini come soggetti sociali, tutelati e protetti nei loro
inalienabili diritti alla conoscenza ed alla creatività.
Nei primi mesi dell’anno, il tempo al nido viene dedicato all'inserimento e
all’ambientamento, in quanto si ritiene fondamentale che i bambini acquisiscano una
discreta capacità di orientamento nello spazio fisico dell’ambiente per maturare un
soddisfacente adattamento affettivo ed emotivo alla realtà nido. Allo stesso tempo è
possibile per il personale educativo tracciare attraverso l’osservazione e in taluni casi
con l’ausilio delle schede Beller un profilo per ogni bambino e per il gruppo di
riferimento.
Su questa base vengono poi elaborati i progetti e le attività in riferimento a cinque
campi d’esperienza:
Percezione e
movimento
• Comportamento percettivo (prime esperienze del bambino di
natura percettiva e sensoriale)
• Comportamento motorio (primo mezzo di espressione e primo
modo di esplorare)
Il gesto,
l’immagine e la
parola
• Sviluppo delle capacità legate all’azione, nonché premessa per
il successivo sviluppo del linguaggio.
• Sviluppo di abilità cognitive finalizzate a padroneggiare la
realtà su un piano simbolico.
I problemi, le
prove e le
soluzioni
• Capacità del bambino di compiere in modo coerente e
funzionale azioni pratiche (usare in modo adeguato un oggetto,
rispettare una sequenza di azioni o una determinata procedura,
“apprendere facendo”).
• Capacità del bambino di compiere in modo coerente e
funzionale azioni mentali come il saper raggruppare, ordinare,
interpretare i fenomeni della realtà al fine di intervenire su di
essa in modo adeguato.
La società e la
natura
• Sviluppo delle capacità del bambino di integrarsi nel proprio
ambiente di vita (fisico e sociale).
Il sé e l’altro
• Capacità del bambino di tener conto ed agire all’interno di un
contesto sociale riferendosi a norme di comportamento e di
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relazione indispensabili alla convivenza.
Sezione gruppo dai 3 ai 12 mesi
Il bambino fino ad un anno è nella fase iniziale di conoscenza del mondo circostante,
inizia il suo percorso di autonomia riuscendo ad acquisire diverse capacità di
rapportarsi individualmente alla realtà, producendo quindi cambiamenti consapevoli. Il
bambino utilizza per comunicare e per conoscere prevalentemente il codice sensoriale,
cioè si rapporta agli altri, all'ambiente, attraverso i sensi. Quindi la relazione fra adulto
e bambino si realizza attraverso la comunicazione sensoriale che trova i suoi momenti
più favorevoli durante lo svolgimento delle routine. Il bambino ritroverà, all'interno di
questo rapporto uno spazio di sicurezza, conforto e piacere. Sarà attraverso i momenti
di routine e attraverso il comportamento dell'educatrice che il bambino svilupperà
gran parte della propria conoscenza. Attraverso le risposte che riceve dall'adulto (tono
della voce, gestualità, sguardo, modo di toccarlo e prenderlo in braccio) il bambino
potrà organizzare una visione di sé e del mondo piacevole o spiacevole, e di
conseguenza sarà portato ad attivare comportamenti che saranno più o meno
esplorativi, e più o meno aperti al contatto con la realtà e con i coetanei. I materiali e
i giochi a disposizione dei bambini di questa fascia d’età saranno: giochi morbidi,
cestino del tesoro con materiali naturali, cestino dei sonagli e carillon, cestino dei libri
e delle immagini, giochi da traino e palle, giochi da incastro.
Sezione gruppo medi-grandi dai 13 ai 36 mesi
Da uno a due anni il bambino attraversa un processo di cambiamento globale. La
costruzione della propria identità come soggetto separato dall’ambiente esterno lo
porta a scoprire il piacere dell’adattamento e quello del cambiamento, per questo
saranno prevalenti le attività di esplorazione, sperimentazione e ricerca. Il bambino,
che sta modificando il proprio ambito di conoscenza, comincia a mettere in relazione
mezzi e fini, a comunicare intenzionalmente, a ricercare soluzioni elementari dei
problemi. Con il procedere dell'esperienza struttura strumenti linguistici verbali e non,
che usa sempre più intenzionalmente.
La relazione fra adulto e bambino, in questa fase, si modifica rispetto al gruppo dei
piccoli in ragione del maggior dinamismo che il bambino ha in questa fascia di età. La
relazione affettiva si struttura anche con interventi di conferma a distanza.
Lo spazio può articolarsi per zone, alcune delle quali fisse, per dare sicurezza al
bambino e favorirne l'orientamento e l'autonomia, altre più flessibili, cioè modificabili
con l'introduzione di materiali nuovi e attività diverse.
Tra i due e i tre anni il bambino inizia a utilizzare i primi sistemi simbolici che
producono un arricchimento del linguaggio, l'affinamento delle capacità motorie, lo
sviluppo delle relazioni sociali. Acquisisce un’immagine di sé più consapevole e
strutturata che gli permettono di agire con più autonomia, potrà valorizzare le sue
risorse accettando anche le inevitabili frustrazioni e gli insuccessi.
Oltre a mantenere una stretta relazione affettiva l'adulto andrà a predisporre attività
di laboratorio a piccoli gruppi che permetteranno di sviluppare in modo creativo le
capacità di fare. L'organizzazione dello spazio potrà subire modificazioni durante
l'anno e assumere connotazioni legate sia ai progetti di lavoro, sia alle mutate
competenze sociali dei bambini.
Le attività educative nel gruppo medi-grandi prevedono il gioco libero nei centri di
interesse (giochi motori, giochi di luce, giochi visivi-espressivi, giochi della lettura,
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della narrazione e della drammatizzazione, gioco simbolico, giochi sonori) come di
seguito descritti.
LE ATTIVITÀ, giochi e laboratori
Il gioco diventa supporto d'eccellenza a tutte le attività, la progressione evolutiva del
bambino nel gioco va ad evidenziare alcune sue caratteristiche e mette in luce altre
potenzialità educative
Il gioco è un’attività automotivata che può essere proposta e condivisa e mai imposta,
le azioni sono tanto più produttive quanto meno finalizzate ad una semplice
prestazione o svolgimento di un compito specifico.
Le attività ludiche possiedono una qualità sociale di scambio gioioso tra adulto e
bambino, un valore intrinseco che si mantiene anche quando il bambino inizia a
condividere il proprio gioco con altri bambini;
Il gioco è un percorso di scoperta ed esplorazione che consente al bambino di
sperimentare e procedere per prove e tentativi senza timore di sbagliare. Nel gioco
inizia ad accostarsi alla realtà cogliendone proprietà e caratteristiche e, nel fare questo,
riveste il modo esterno con qualcosa di sé al fine di renderlo familiare e comprensibile;
Tenendo conto di tutto ciò, per valorizzare ed arricchire l’esperienza ludica infantile,
oltre che ad allestire accuratamente gli spazi con il supporto di materiale stimolante, il
personale educativo cerca di organizzare le varie attività di gioco in modo che risultino
immediatamente appaganti, incoraggiando l’iniziativa e la libertà di espressione.
Le opportunità di gioco offerte possono essere comprese all’interno di queste aree:
a) Giochi motori
Lo sviluppo armonico tra psiche e corpo è uno dei fondamentali obiettivi del progetto
pedagogico. Il bambino attraversa diverse fasi di "crescita" motoria grazie alla
progressiva autonomia e padronanza nei movimenti e spostamenti: la crescente
sicurezza nelle proprie possibilità e capacità corporee lo spinge a sperimentare una
gamma espressiva sempre più vasta. Contemporaneamente sviluppa le proprie
capacità a livello simbolico, innescando nuove situazioni di gioco e arricchendole di
connotazioni simboliche. Attraverso un semplice sistema di allestimento lo spazio
riposo può trasformarsi in un luogo dove giocare con il corpo.
Le attività motorie si suddividono in:
Grande motricità: Comprende attività ludiche e motorie presso gli spazi interni ed
esterni della struttura. Ai bambini vengono proposti giochi che coinvolgono
principalmente
il
corpo:
giochi
di
sperimentazione
senso-motoria,
di
equilibrio/disequilibrio, di scivolamento, di dondolamento, di caduta.
Piccola motricità: Giocare ai travasi, permette al bambino di far esperienza di alcune
dimensioni fisiche, come: profondità, capienza, larghezza, volume, peso, densità e
suono.
b) Giochi espressivi visivi e tattili
Questo spazio è un luogo di ricerca, esplorazione plurisensoriale, scoperta, relazione
con l’altro e costruzione utilizzando materiali diversi.
Le “tracce” lasciate dei bambini (disegni ed opere) costituiscono un universo di
meraviglia (sperimentazione spontanea del segno e del colore), di azione (in relazione
ai tracciati del pennello e alle trasformazioni indotte sulla materia), di comunicazione
(attribuzione di significati e narrazioni) e di espressione personale (ricerca e creazione
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di forme e combinazioni). E' fondamentale, per le attività che riguardano questo
spazio che i complementi di arredo e le metodologie di gestione dei materiali
garantiscano la funzionalità e la pulizia della cornice di gioco (riduzione della
distrazione del bambino attraverso l'eliminazione di oggetti che non appartengono al
contesto). Altri fattori importanti sono la partecipazione diretta del bambino
all’allestimento dello spazio, l'accessibilità (attraverso dei moduli di arredo semovibili),
la possibilità di conservare e allestire le tracce e le produzioni dei bambini, l'adeguata
differenziazione per genere dei numerosi materiali e strumenti da utilizzare. La
possibilità di conservare ed esporre gli elaborati dei bambini e l’adeguata
differenziazione per genere dei numerosi materiali. Le attività espressive si
suddividono in:
Attività grafiche: scoperta e uso del colore (pitture e pigmenti), segno e disegno,
produzione di pigmenti colorati utilizzando materiali naturali, collage realizzati con
carte colorate e con altri materiali.
Attività plastiche: manipolazione di materiali modellabili (pasta sale, creta, paste
sintetiche colorate atossiche). Assemblaggi polimaterici, ricerche e sperimentazioni
sulle paste di cellulosa, di carta e di cartone.
c) Giochi della lettura, della narrazione e della drammatizzazione
Questo spazio è dedicato alla lettura, alla narrazione, alla costruzione di storie e
all'ascolto. Abilità e comprensione dei linguaggi sono legate al tipo di rapporto che il
bambino instaura con la parola e la voce dell'adulto. La “lettura” e la “costruzione di
storie”, realizzate attraverso dirette esperienze sensoriali, prevedono l’impiego di libri
di sola immagine, libri tattili, marionette, libri gioco. “Ascoltare” i bambini significa
anche creare le condizioni ambientali per accettare e riconoscere il “linguaggio del
corpo”. L'ambiente deve quindi offrire un arredo flessibile, comodo e morbido, dove il
bambino possa mettersi a proprio agio e muoversi agilmente nel corso dei giochi di
drammatizzazione. Lo spazio e i materiali, come ad esempio le marionette e gli
indumenti per il travestimento, devono porre il bambino nelle condizioni di adoperare
il pensiero simbolico, la capacità rappresentativa e la gestualità corporea.
Arredi e materiali: Per la lettura, la narrazione e l'ascolto, lo spazio si presenta con
una pedana rialzata a due livelli e una serie di complementi di arredo morbidi: cuscini,
diverse tipologie di moduli morbidi, pluff per bambini ed educatori sistemati a
disposizione circolare e dotati di un aggancio in velcro.
d) Giochi di luce
La luce è emozione, contrasto, colore, riflesso, trasparenza, forma e dinamicità. Luce
e buio devono essere “vicini” per manifestarsi e, per i bambini, costituiscono la trama
di un universo tutto da esplorare. L'alternarsi del giorno e della notte, la percezione di
un “vuoto/buio” e di un “pieno/luce”, sono gli elementi che i bambini vivono e
percepiscono quotidianamente con curiosità e timore. In molta letteratura per
l'infanzia il buio nasconde una minaccia, un pericolo certo ma indefinito nella forma,
mentre la luce del giorno, rappresenta l'antitesi dell'ignoto, quindi la certezza, la
varietà delle forma e dei colori del mondo.
Attraverso un semplice sistema di allestimento, lo spazio riposo può trasformarsi in un
luogo dove i bambini possono giocare con la luce e tutte le sue implicazioni: le ombre,
le proiezioni, la foto-grafia, l'illuminazione di materiale trasparente e riflettente.
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Arredi e materiali: Teli e superfici per la proiezione e retro-proiezioni (semovibili),
tavolo luminoso, videoproiettore (da connettere ad un pc-portatile per permettere la
proiezioni di luci colorate e immagini), lavagna luminosa;
Materiali foto-interattivi: sagome e tasselli di plexiglass trasparenti, opachi e colorati.
Piccoli specchi in plastica e altri accessori che riflettono luce, torce portatili, carte
fotosensibili e materiale luminescente (glowstick);
e) Giochi sonori
Questo spazio è definibile come una “cornice di gioco strutturata”, dedicata all'ascolto,
alla decodifica e alla produzione del suono, alle relazioni tra elementi visivi e
“immagini acustiche”.
In una società in cui prevale la cultura dell'immagine e il primato della vista tra le
esperienze sensoriali, si sottolinea l’importanza fin dai primi mesi di vita di sviluppare
l'attitudine musicale. Quotidianamente i bambini interagiscono con i suoni esterni
(suoni “naturali”, traffico, rumori quotidiani, voci) e con le canzoni e le musiche
prodotte dagli adulti (ad esempio la ninna-nanna, le filastrocche ecc). Inoltre la
percezione del suono è strettamente legata alla percezione del tempo che nei bambini
è un tempo vissuto, non misurato, costituito da presenze/suono e assenze/silenzio.
Presso lo spazio verranno allestiti e progressivamente costruiti con i bambini paesaggi
e itinerari sonori. Gli allestimenti comprenderanno materiali artificiali e naturali per la
produzione del suono (contenitori vuoti di latta e di plastica, contenitori di cartone,
legno e vari materiali naturali), cilindri, imbuti e altri strumenti per generare echi e
riverberi. Verranno inoltre installati, secondo dei criteri di fruibilità, dei riproduttori
audio per la registrazione e l'ascolto del materiale sonoro proposto e realizzato.
f) Gioco simbolico
Il gioco simbolico appare in una fase evolutiva del bambino che inizia intorno ai 18-24
mesi di età e consiste nel rappresentare, indipendentemente dalla loro presenza,
oggetti, situazioni, persone e personaggi. Il gioco “far finta di...” stimola i bambini sia
a livello di rappresentazione della realtà, sia a livello di rappresentazione fantastica o
di finzione.
Lo spazio deve essere dotato di specchi, di stoffe e materiali liberamente configurabili
per il travestimento e l'imitazione (evitando il suggerimento di forme e applicazioni già
definite). Attualmente l'industria ludica offre una serie di prodotti dedicati al gioco
simbolico che svolgono funzioni “figurate” dell'oggetto della finzione (arredi,
elettrodomestici e strumenti giocattolo). Un classico esempio è dato dalle cucine
giocattolo o da altri articoli che inducono i bambini a emulare le azioni degli adulti. E'
necessario quindi condurre un'attenta valutazione sugli articoli, scegliendo
attrezzature ludiche “aperte” dal punto di vista morfologico e strutturale (dispositivi e
contesti che i bambini abbiano possibilità di comporre, scomporre e trasformare).
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6. ATTIVITA’ E STRUMENTI DI OSSERVAZIONE
L’attività di osservazione è descritta in sequenza nelle varie fasi che la accompagnano.
Il monitoraggio rappresenta la fase di osservazione e documentazione della pratica
educativa realizzata, ed è una fase necessaria per acquisire elementi concreti e
oggettivi indispensabili per esprimere in seguito una valutazione, o autovalutazione,
sulla qualità del lavoro svolto.
Studi sull’analisi della qualità dei contesti educativi hanno rilevato come proprio la
capacità dell’educatore di sintonizzarsi sulle emozioni mediante l’ascolto e
l’osservazione, costituisca un fattore protettivo per lo sviluppo in grado di minimizzare
anche i comportamenti disadattati dei bambini (Howes, Philips, Whitebook, 1992;
Barnas & Cummings, 1997). Se osserviamo e ascoltiamo con cura e attenzione
possiamo capire come sia possibile approfondire il modo in cui vediamo i bambini e le
bambine e conoscerli sia a livello individuale sia nelle interazioni di gruppo; avremo
allora maggiori possibilità di elaborare delle ipotesi su quello che sanno e che
desiderano imparare. L’osservazione del bambino è finalizzata a una approfondita
conoscenza:
• di quale sia il livello di sviluppo del bambino in quella data area e in quel dato
momento,
• di quali siano i processi evolutivi già in atto, di quali debbano essere, invece,
stimolati,
• di quale sia la strategia educativa più adatta per quel particolare bambino.
L’osservazione diretta del comportamento deve essere ripetuta variando i contesti, i
tempi e i partecipanti; è connotata quindi da una intrinseca dinamicità e variabilità che
la rende più adatta a cogliere le sfumature del processo evolutivo. Inoltre, nel normale
ambiente educativo, permette di conoscere il singolo bambino nella sua completezza
in un modo difficilmente raggiungibile altrimenti (ad esempio con test).
L’osservazione sistematica è qualcosa di diverso dal semplice “guardare” ciò che fa un
bambino nei vari momenti e nelle diverse situazioni in cui è divisa la giornata. Lo
scopo ultimo che l’educatore deve proporsi è quello di avere una conoscenza globale
del bambino; è importante che tale obiettivo sia raggiunto attraverso differenti tipi di
osservazioni, finalizzate alla conoscenza delle caratteristiche del bambino rispetto a
specifiche aree di sviluppo. Occorre organizzare un’osservazione sistematica rispetto
alle competenze dei vari campi di esperienza. Le osservazioni spontanee possono
essere preziose, ma potrebbero essere viziate da vari fattori: è facile che a rimanere
impressi nella memoria siano gli episodi che hanno attirato maggiormente l’attenzione
o per la loro eccezionalità o perché hanno richiesto un intervento da parte
dell’educatore. Queste osservazioni potrebbero costituire elementi di giudizio
fuorvianti rispetto all’obiettivo di raggiungere una comprensione di quale sia il normale
comportamento dei bambini nel contesto educativo, ad esempio alcuni bambini, per le
caratteristiche del loro comportamento, potrebbero attirare l’attenzione dell’educatrice
con maggiore facilità rispetto agli altri. Per utilizzare al meglio l’osservazione,
l’educatrice si propone di delimitare e definire specifici obiettivi in base alla
motivazione educativa (cosa voglio osservare e perché), confrontandosi con le altre
colleghe.
In sintesi, nel percorso annuale, è prevista all’inizio (novembre/dicembre) e alla fine di
ogni anno (maggio/giugno) educativo un’osservazione complessiva del livello di
sviluppo (tavole di sviluppo Kuno Beller). La redazione del diario giornaliero e del
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diario del bambino al fine di render conto del percorso educativo dello stesso
(l’inserimento, l’osservazione mirata, la linea del tempo, colloqui individuali) dove
annotare eventi significativi che possano anche permetterci di: • annotare ciò che è
rimasto in mente del comportamento dei singoli bambini (eventi significativi,
frasi..ecc…) • ripetere queste annotazioni mensilmente • verificare se le registrazioni
dei comportamenti di un certo bambino sono più numerose • verificare se il
comportamento che viene annotato è riferibile ad episodi particolari oppure rientra in
una normale casistica.
La famiglia è informata dei modi e delle forme con le quali si persegue la conoscenza
dei bambini ricevendo informazioni nei colloqui, negli scambi giornalieri o in sintesi
nella riunione di fine anno. Le tavole di sviluppo a cui facciamo riferimento sono
descritte da Kuno Beller, studioso tedesco, che invita a osservare le competenze
attuali di ciascun bambino per poter creare un contesto di sostegno utile a
raggiungere il livello potenziale di sviluppo. Gli indicatori di sviluppo vanno osservati
nella vita quotidiana e nelle azioni di ogni giorno e l’osservazione costante e
sistematica consentono all’educatore di intervenire solamente quando è necessario e
per fornire l’aiuto giusto.
Le aree di sviluppo individuate e proposte da Beller sono le seguenti:
o indipendenza delle funzioni del corpo: cibarsi, mangiare; cambio e bagno;
igiene personale; vestirsi e svestirsi.
o consapevolezza dell’ambiente: percezione dell’ambiente fisico; percezione
dell’ambiente sociale.
o sviluppo sociale ed emotivo: riconosce le persone familiari; prendere iniziative
richiede attenzione; le emozioni e i legami sociali si evolvono; passaggio da
forme concrete a simboliche.
o gioco: gioco concreto da esplorativo ad esercizi; gioco simbolico:
rappresentativo e di ruolo linguaggio: concreto; simbolico.
o sviluppo cognitivo: le reazioni senso-motorie; costanza dell’oggetto; pensiero
pre-operatorio.
o motricità generale: piacere funzionale; il controllo delle posizioni del corpo; il
movimento direzionale; il gioco motorio.
o motricità fine: afferrare; maneggiare; abilità manuali.
La scelta di un approccio di tipo osservativo in ambito educativo implica il
riconoscimento dell’importanza circa il proprio ruolo, la conoscenza e il controllo dei
molteplici fattori che lo influenzano e lo rendono più o meno efficace.
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7. ATTIVITA’ E STRUMENTI DI DOCUMENTAZIONE
La documentazione dell’esperienza e della memoria individualizzata del lavoro
educativo svolto con i bambini e delle attività del servizio è realizzata attraverso la
raccolta delle diverse produzioni creative dei bambini e la costruzione di un archivio
dei percorsi e dei progetti realizzati annualmente (foto, video e documentazione
scritta).
Attraverso le schede di osservazione del bambino, il diario giornaliero e il diario del
bambino vengono documentate le relazioni significative ed il coinvolgimento dei gruppi
bambini nelle attività proposte. Al momento del congedo del percorso educativo si
realizza e consegna alle famiglie il “quaderno del bambino” con foto, disegni ed
appunti sull’osservazione di alcuni momenti di vita quotidiana al nido e un cd/dvd che
raccoglie foto e filmati di alcune delle attività realizzate o uscite dall’asilo.
Nel corso dell’anno i genitori saranno coinvolti nel percorso di esperienze del bambino
attraverso ed il gruppo di lavoro avrà cura di:
• raccogliere sistematicamente le produzioni dei bambini;
• preparare pannelli con documentazione scritta e fotografica delle attività;
• raccogliere osservazioni sulle attività e sui bambini;
• realizzare video sulle attività svolte;
• realizzare di una documentazione del percorso di esperienza del bambino da
consegnare al momento del congedo dal nido.
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8. ATTIVITA’ E STRUMENTI DI AUTOVALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI
EDUCATIVI
“Una funzione valutativa importante per chi si occupa di interventi nel sociale ha come
focus il caso singolo e si pone come finalità il miglioramento dell’intervento che
riguarda il singolo beneficiario per fornirgli maggior benessere ed un miglioramento
della sua qualità della vita. Valutare il caso è infatti funzione professionale qualificante
ed indispensabile per migliorare gli specifici interventi e offrire quindi servizi più
adeguati.” (Ugo de Ambrogio “Valutare gli interventi e le politiche sociali”) Molto
spesso nella pratica educativa si tende a identificare e confondere alcuni termini, quali
monitoraggio, verifica, valutazione; invece sono momenti specifici e distinti. Per
monitoraggio si intende la raccolta sistematica e continua di informazioni di vario tipo
e utili per la verifica e la valutazione, mentre la verifica è il controllo, sulla base di
alcuni parametri, della corrispondenza dei risultati rispetto a quanto previsto
(progettato/programmato/pianificato). La valutazione, invece, si definisce come il
processo volto a dare giudizio (dare valore) sulla base di informazioni (derivate dal
monitoraggio) specificatamente raccolte e analizzate. Come afferma Mauro Palumbo,
la valutazione è un’attività cognitiva rivolta a fornire un giudizio su un’azione (o
complesso di azioni coordinate) intenzionalmente svolta o che si intende svolgere,
destinata a produrre effetti esterni, che si fonda su un’attività di ricerca. Quando si
parla di valutazione è importante chiarire alcuni punti: le finalità, i tempi e l’oggetto
(che cosa si valuta).
Perché valutare al nido? Potenziare la comunicazione, imparare dall’esperienza ci
arricchisce dal momento in cui diventa occasione di riflessione su quello che è stato
fatto. E’ necessario acquisire strumenti per imparare, conoscere e apprendere dalla
pratica, fare di essa una fonte di ricerca, di formazione continua, di innovazione e di
scoperta. Quello che conta non è solo cosa è stato fatto, ma è importante sapere e
avere coscienza del perché si è fatto, perché le cose sono andate bene o male.
L’atteggiamento di ricerca è un continuo interrogarsi, non trovare risposte, esser
capaci di porsi domande e di aprirsi all’innovazione e al cambiamento, che non è mai
conservazione e conformazione perché si radica sull’esistente; dare senso all’agire:
accrescere la conoscenza, la capacità di apprendimento e di riflessione per finalizzare
meglio le proprie azioni, compiere scelte intelligenti, prendere decisioni ponderate,
trovare soluzioni a problemi; esprimere un giudizio (valore); migliorare lo specifico
intervento e la pratica professionale; offrire servizi più adeguati.
Alla luce di questo, si può comprendere che l’esigenza di introdurre forme di
valutazione periodica del servizio nido ha due motivazioni: da un lato quella di rendere
il più possibile trasparente il servizio stesso, fornendo ai potenziali utenti la possibilità
di scelte consapevoli; dall’altra di fornire ai servizi delle indicazioni, di mostrare
percorsi possibili in vista di un miglioramento della qualità. La valutazione, quindi,
deve esser un’occasione per riflettere su quanto è stato realizzato, per ragionare sui
punti di forza e di debolezza dei servizi offerti, per acquisire consapevolezza delle
scelte compiute, per individuare dei modi condivisi di concepire la qualità, ovvero per
rendere espliciti una serie di criteri condivisi su cui fondare futuri processi di
valutazione e da utilizzare come orientamenti per avviare processi migliorativi. La
valutazione è una pratica che può essere intrapresa per una pluralità di scopi, ma in
ogni caso comporta un apprezzamento, un giudizio di valore: è sulla base di “valori”
che decidiamo se una realtà educativa è di buona o cattiva qualità, se è adeguata ai
suoi compiti o li svolge in maniera inadeguata.
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Il nido, in quanto servizio della collettività, ha una missione specifica: l’assicurazione
di condizioni positive di crescita e di sviluppo per i bambini che forniscano alle famiglie
garanzie in termini di tale sviluppo (impegno e responsabilità formativa). E’ su questa
base che il nido ritiene di dover essere giudicato e di potersi impegnare per il futuro.
Valutare comporta un confronto tra un essere e un dover essere, tra come una realtà
si presenta in un momento dato e come si vorrebbe che fosse. Per pervenire a una
conoscenza accurata e non impressionistica della realtà occorre osservare con
sistematicità, raccogliere informazioni e dati secondo un piano preciso. Questo aspetto
mette in luce l’importanza sia degli strumenti di valutazione (vedi valutazione della
qualità del servizio), sia dei tempi della valutazione: ex ante: il processo valutativo è
realizzato prima di porre in essere un progetto. Si attua nella fase di progettazione,
prima che il programma sia adottato. La valutazione ex ante pone attenzione agli
elementi di forza e di debolezza, oltre che al potenziale presente all’interno dei
contesti territoriali o dei settori della popolazione a cui si rivolge il programma.
In itinere: il processo valutativo è effettuato durante la realizzazione di un progetto,
durante l’implementazione degli interventi. Si fa durante la realizzazione per
raccogliere elementi utili alla conferma o modifica delle scelte operative ipotizzate a
priori, in modo da poter “assestare il tiro” in corso d’azione, riorientando l’intervento o
modificandolo al meglio. Lo strumento più utilizzato per realizzare valutazioni in itinere
è il monitoraggio. Lo scopo è analizzare i primi risultati di un’azione per verificare se
essi siano in linea con le intenzioni originali del programma o se, al contrario, si siano
verificate conseguenze inattese. La valutazione in itinere è quella che più risponde alla
finalità costruttiva di fornire feed-back, in modo da consentire di migliorare l’efficacia
del programma mentre è ancora in corso. Ex post: il processo valutativo è effettuato
dopo aver concluso un progetto. L’obiettivo è di studiare se e come il progetto abbia
raggiunto gli obiettivi prefissati (ovvero le conseguenze provocate dall’aver realizzato
quel progetto) ed eventuali risultati ulteriori, “impatti” (ovvero le conseguenze che si
verificano nel contesto sociale), nonché immaginare soluzioni adeguate per analoghi
interventi in futuro. I risultati servono come input per la progettazione successiva. A
questo proposito, si ritiene opportuno stendere una relazione conclusiva in grado di
valutare gli impatti, seguendo alcune domande- guida: Quello che è stato fatto è stato
utile? Qual è stata la risposta degli utenti (bambini, genitori)? Qual è stata la ricaduta
sul territorio? Quali benefici o svantaggi ha portato? Cosa è cambiato
nell’organizzazione del contesto e nella vita quotidiana di adulti e bambini? Quali
aspetti significativi dell’esperienza educativa sono stati raggiunti? Quali sono stati i
punti di forza e le criticità? Quale valore/significato ha avuto? Cosa ci ha lasciato? 3.1
Valutazione della qualità del servizio
E’ necessario infine dedicare una parte alla valutazione degli strumenti impiegati per
favorire la qualità al nido d’infanzia. La qualità educativa fa riferimento a tutti gli
aspetti che rendono il nido un luogo di formazione sia per i bambini che per gli adulti.
In particolare, tre sono gli elementi principali che caratterizzano la qualità educativa e
ad ognuno di questi corrispondono degli strumenti propri di definizione (ex ante) e
misurazione degli standard raggiunti:
la qualità del contesto (spazi, arredi, materiali, tempi, attività…) viene definita nel
progetto educativo ove si definisce a priori la cornice del servizio, la composizione dei
gruppi, i giochi e le attività proposte. È indicatore fondamentale del benessere vissuto
dal bambino all’interno dell’asilo ciò che egli riesce ad esprimere attraverso i lavori e
le produzioni artistiche realizzate nella giornata. I materiali prodotti vengono messi a
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disposizione dei genitori, quotidianamente, attraverso la raccolta dei disegni e delle
diverse produzioni dei bambini anche con la costruzione di un archivio fotografico e
video che rappresenta un’opportunità concreta offerta alle famiglie di condividere con i
propri figli le esperienze vissute al nido.
Al momento del congedo del percorso educativo viene consegnato alle famiglie il
“quaderno del bambino” (anche in formato DVD) con foto, disegni ed appunti
sull’osservazione di alcuni momenti di vita quotidiana al nido.
organizzazione del servizio (vademecum tratto da “Entrare in un servizio” di
Francesco Caggio), viene definita nel piano di qualità specifico per ciascun servizio,
corredato per gli aspetti tecnici dal piano della sicurezza e il manuale HACCP. Per gli
strumenti di verifica si rimanda a quanto esposto al capitolo 9 sulla valutazione del
servizio e il sistema di Qualità.
la qualità delle relazioni tra bambini, tra adulto e bambino e tra adulti.
La verifica avviene nei colloqui individuali, nelle riunioni di sezione settimanali, nei
collettivi mensili cui partecipa tutto il personale dell’asilo con la partecipazione della
psicologa incaricata della supervisione tecnica.
Inoltre, rientrano tra gli strumenti di monitoraggio e valutazione in questo campo le
schede di osservazione del bambino (schede Beller, schede di osservazione madrebambino) ed il diario giornaliero in cui vengono documentate le relazioni significative
ed il coinvolgimento del gruppo bambini nelle attività proposte.
Ulteriore elementi di verifica della qualità complessiva del servizio sono rappresentati
dai questionari di soddisfazione, somministrati alla fine dell’anno alle famiglie dei
bambini frequentanti e i cui risultati sono trasmessi all’Ente committente del servizio.
Struttura organizzativa
Crediamo inoltre che la struttura organizzativa e la professionalità del personale
costituisca un fattore essenziale per garantire un’adeguata capacità da parte della
Cooperativa di tenere sotto controllo la qualità del servizio proposto. Pertanto
presentiamo di seguito una visione complessiva dell’impresa e particolare e del
servizio di Asilo nido.
La struttura organizzativa di DUEMILAUNO A.S. ha il compito di garantire e di
promuovere i servizi della Cooperativa, attraverso un utilizzo efficace ed efficiente
delle risorse umane e materiali, verificando costantemente la rispondenza dei risultati
rispetto a quanto programmato. In sintesi la struttura della cooperativa va considerata
in relazione a due livelli: la struttura direttiva e quella di carattere prettamente
operativo. La struttura direttiva è divisa in cinque aree e due funzioni di staff,
riconducibili al direttore generale, come di seguito illustrato.
AREA
Servizi
Ricerca
e sviluppo
CARATTERISTICHE
E’ articolata in settori:
Infanzia
Minori
Disabilità
Dipendenze
Psichiatria
Sviluppa la cultura
aziendale e la capacità di
progettazione ed
ATTIVITÀ
Gestisce attraverso i diversi responsabili di settore
e i responsabili di sezione tutta l’attività operativa
della Cooperativa, garantendo standard di qualità
e favorendo una politica attiva mirata alla
soddisfazione dei clienti interni ed esterni.
Elabora progetti di sviluppo per rispondere a
specifiche esigenze di servizio o di appalto;
Sviluppa modelli e strumenti innovativi;
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Societario
Gestionale
Promozione
FUNZIONI
DI STAFF
Assicurazione della
qualità
Sicurezza e
privacy
innovazione nei servizi
esistenti e verso nuovi spazi
di attività
Presidia, migliora ed innova
il rapporto societario – e
quindi anche occupazionale
– con i Soci lavoratori
esistenti o futuri. È
responsabile della
selezione, informazione e
partecipazione, dei Soci
laviratori.
Garantisce la corretta
gestione dell’impresa,
supportando i Servizi nella
programmazione e nel
controllo di gestione. Valuta
la sostenibilità economica
delle azioni progettuali ed
operative
Valorizza le attività
dell’impresa, rafforza il
sistema di relazioni
istituzionali e di alleanze e
rapporti con altri soggetti
sul territorio
CARATTERISTICHE
Progetta e realizza azioni di aggiornamento e di
formazione professionale
Monitora la funzione Diritto al lavoro
Sovrintende al ciclo complessivo delle risorse
umane e della permanenza del Socio lavoratore in
Cooperativa;
Rileva i bisogni formativi e di crescita individuale;
Cura la comunicazione interna;
Garantisce il miglior funzionamento degli organi
sociali e regolamentari;
Gestisce le relazioni sindacali.
Attua e mantiene il sistema di controllo di
gestione;
Elabora i budget dei vari Servizi;
Attua la programmazione economico-finanziaria
della Cooperativa;
Governa l’attività amministrativa dell’intera
Cooperativa, dei suoi Servizi e delle attività
collegate.
Cura i rapporti e le relazioni esterne;
Elabora l’immagine della Cooperativa ed i piani di
rappresentazione nel territorio e nei contesti
politico-culturali in cui opera o intende operare;
Promuove e valorizza servizi ed esperienze ad alto
valore aggiunto.
ATTIVITÀ’
Gestisce il sistema di
Stila con i diversi responsabili di area il Manuale e i
assicurazione della qualità
Piani Qualità;
secondo le normative vigenti Verifica l’implementazione del manuale e ottempera
ai necessari correttivi.
Garantisce il pieno rispetto
Predispone il piano della sicurezza e l’attività
delle normative relative alla formativa ad esso collegata;
sicurezza del personale e al
Predispone le procedure per il trattamento dei dati
trattamento dei dati.
personali
IL SETTORE INFANZIA
L’asilo nido IL FUTURO SIAMO NOI è parte del Settore Infanzia – Servizio Nidi Trieste,
tutte le necessità di ordine pedagogico, organizzativo e gestionale del servizio saranno
garantite dal raccordo costante e puntuale con tutte le altre aree della cooperativa.
Il Nido d’infanzia prevede la presenza delle seguenti figure: la coordinatrice dell’asilo,
il personale educativo, il personale ausiliario e la psicologa incaricata della
supervisione tecnica.
Tutto il personale menzionato, oltre ad essere socio della cooperativa, lavora nel
rispetto del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro per le lavoratrici e i lavoratori
delle cooperative del settore socio-sanitario assistenziale-educativo.
Relativamente ai livelli retributivi, le educatrici vengono inquadrate al livello D1, il
personale per i servizi ausiliari al livello B1 (a fronte del livello A1 previsto dal CCNL).
La coordinatrice è inquadrata al livello E2 e lo psicologo supervisore al livello F1.
Tutto il personale è assunto con appositi contratti di dipendenti a tempo indeterminato
e sono escluse categoricamente forme di lavoro cosiddetto precario ad esempio
contratti a progetto o di lavoro a chiamata.
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COORDINAMENTO PEDAGOGICO E AMMINISTRATIVO
Nel gruppo di lavoro dell'asilo nido opera una coordinatrice, quale responsabile
dell'organizzazione pedagogica ed amministrativa del servizio.
La coordinatrice sovrintende all’attuazione dei compiti del personale preposto alle
varie funzioni ed alla verifica e miglioramento dell’andamento generale del servizio
asilo nido.
Per questo parteciperà alle riunioni periodiche tra il personale educativo ed ausiliario
per garantire la massima omogeneità progettuale ed organizzativa, nonché la piena
efficacia nell’applicazione della programmazione delle attività.
Inoltre svolge mansioni di carattere amministrativo necessarie al funzionamento del
nido, quali amministrazione del personale (registro delle presenze, gestione delle
sostituzioni, ecc.), della struttura e delle attrezzature (segnalazione guasti, sicurezza,
ecc.).
La coordinatrice, che non necessariamente dovrà essere inserito nel rapporto
quotidiano educatori-bambini, sarà presente nel servizio per 20 ore settimanali (con
un massimo di 26 bambini inseriti) e svolge le seguenti funzioni:
è responsabile del corretto e puntuale funzionamento del servizio ed è reperibile
negli orari di apertura dell’asilo;
ha il compito di monitorare gli interventi degli educatori e degli ausiliari verificando
il raggiungimento degli obiettivi operativi e assicurando la presenza, l’integrazione
e la sostituzione del personale, l’acquisto di materiali e di altre necessità;
partecipa alle riunioni periodiche di tutto il personale per garantire la massima
omogeneità progettuale ed organizzativa e la piena efficacia della
programmazione, mantiene i rapporti con le famiglie, con l’Azienda committente ed
altri servizi territoriali eventualmente coinvolti.
Più nel dettaglio viene garantita:
la definizione della struttura organizzativa del servizio ed il confronto con
l’interfaccia aziendale
la cura ed il buon uso dei locali sede dell’asilo e delle dotazioni assegnate al
servizio;
la gestione e la conduzione del gruppo di lavoro in tutte le sue fasi (progettazione,
individuazione delle strategie e delle modalità di intervento, documentazione,
verifica e valutazione);
la predisposizione di strumenti e materiali per il lavoro educativo (strumenti per
l’osservazione della relazione educativa e del comportamento del bambino, per la
documentazione delle attività del servizio, per la comunicazione con i genitori);
il coordinamento e la presenza del personale del servizio e le sostituzioni
necessarie;
le comunicazioni sul personale previste sia all’avvio del servizio sia in itinere;
la rilevazione dei bisogni formativi del gruppo di lavoro;
i rapporti e l’integrazione tra il servizio asilo nido e gli altri servizi del territorio.
Cognome
Nome
Titolo
studio
ROMANO ROSANNA
di Diploma di maturità di Assistente di Comunità Infantili conseguito nell’anno
1983; Laurea in Sociologia conseguita nell’anno 1992 presso la Facoltà di
Sociologia di Trento; Master Biennale di “Psicologia gruppale e familiare”
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N°02
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Edizione
Nido d’Infanzia“IL FUTURO SIAMO NOI” - Progetto pedagogico organizzativo
organizzato dall’Istituto Internazionale di Psicologia Sociale e Analitica di
Mestre;
Esperienze
lavorative
Educatrice presso gli asili nido comunali di Verona (1988)
Socia fondatrice della Cooperativa “Prisma” di Trento.
Titolare e responsabile dell’asilo nido “Il Girasole” di Trieste dal gennaio 1994 al
giugno 2002;
Docente presso l’ARIES di Trieste al corso “Creazione d’impresa nel settore dei
servizi per l’infanzia”;
Docente presso la Cooperativa Itaca di Pordenone al corso per assistenti
domiciliari e dei servizi territoriali (ADEST) con materia di insegnamento
“Psicologia sociale”;
Docente presso il Consorzio “Per l’impresa sociale” di Trieste al corso di
formazione per educatori della prima infanzia;
Docente presso Duemilauno Agenzia Sociale al corso di formazione per soci in
ingresso con materia d’insegnamento “Lavoro in equipe”
Dal 2002 ad oggi Responsabile dei Servizi Prima Infanzia della Cooperativa
Duemilauno Agenzia Sociale e dei Centri Estivi gestiti per conto del Comune di
Trieste; ricopre ruolo di progettista nell’Ufficio Progettazione.
Formazione
Master Biennale di “Psicologia gruppale e familiare” organizzato dall’Istituto
Internazionale di Psicologia Sociale e Analitica di Mestre;
Formazione quadriennale Scuola italiana in psicoanalisi operativa presso
l’Istituto Internazionale di Psicologia Sociale e Analitica di Mestre;
Partecipazione in qualità di volontaria alle attività di ricerca e studio presso il
Centro studi e Ricerche per la salute mentale di Trieste.
La supervisione tecnica
All’interno dell’équipe è prevista la presenza di una psicologa, reperibile presso la sede
dell’ente gestore, con compiti di supervisione tecnica dell’équipe educativa e di verifica
progettuale.
Più nel dettaglio le sue funzioni si caratterizzano nel garantire:
• la necessaria supervisione del lavoro e delle prestazioni del personale impegnato
nel servizio, anche attraverso un approccio che curi le relazioni e le dinamiche degli
operatori coinvolti;
• l’adeguato monitoraggio degli interventi educativi attuati dal personale;
• la disponibilità a svolgere colloqui con i genitori dei bambini iscritti.
Cognome
Nome
Titolo
studio
Esperienze
lavorative
SUKLAN ELENA
di Laurea in Psicologia Clinica e di Comunità.
Diploma di specialista in Psicologia del Ciclo di vita
Presso Duemilauno Agenzia Sociale:
Psicologa supervisore tecnico del settore “Infanzia” con funzioni di supervisione
tecnica nei nidi “Il Girasole”, “Cuccioli della scienza”, “Il futuro siamo noi”.
Psicologa supervisore tecnico del settore “disabilità”, con funzioni di
organizzazione di gruppi, discussione dei casi, programmazione delle attività e
progettazione degli interventi sui singoli utenti accolti nelle strutture
residenziali per disabili.
Psicologa con funzioni di sostegno psicologico e psicoterapeutico - individuale
e di gruppo - a utenti, all’interno delle comunità terapeutiche “Finisterre”
(comunità recupero tossicodipendenti e minori sottoposti a misure alternative
dal Tribunale dei Minori) e “Vanessa – Piccola comunità madre/bambino”
(comunità per giovani madri tossicodipendenti o sofferenti di altri disagi
psichici e sociali e i loro figli minori di 14 anni).
Presso altri Enti
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Nido d’Infanzia“IL FUTURO SIAMO NOI” - Progetto pedagogico organizzativo
Consulente presso il Dipartimento delle Dipendenze dell’ASS n°1 Triestina.
Psicologa consulente presso l’Ufficio Coordinamento Consultori dell’ASS n°1
Triestina, nell’ambito del “Progetto Adolescenti”.
Collaboratrice di ricerca nel progetto Daphne del Fondo Sociale Europeo, in
collaborazione con l’ASS n°1 Triestina.
Collaboratrice per il Friuli Venezia Giulia all’interno del progetto nazionale di
ricerca – intervento sulle strutture residenziali psichiatriche “Progres”
Ricercatrice nell’ambito del progetto “Horizon-Confini” presso l’ente di
formazione ENAIP - Friuli Venezia Giulia.
Formazione
“Corso di formazione e aggiornamento per operatori delle dipendenze”
organizzato da ASS n° 1 Triestina.
Corso di formazione regionale per operatori sanitari.
Corso di formazione regionale sulle dipendenze patologiche per operatori del
pubblico e del privato sociale e volontari.
Corso di formazione sull’utilizzo dello strumento diagnostico ICMHC
(International Classification of Mental Health Care) organizzato dal Centro
Studi e Ricerche in Psichiatria - Torino .
Mansione in
Cooperativa
Psicologa – Supervisore tecnico
IL PERSONALE EDUCATIVO
Il personale educativo, in possesso dei titoli previsti dalle leggi regionali e dai
regolamenti in vigore, con specifiche competenze e professionalità, ha il delicato
compito di garantire il benessere del bambino, di inserirlo nel nuovo ambiente, di
condurlo verso una graduale conquista dell'autonomia e di migliori competenze
cognitive e relazionali.
Il personale educativo, impiegato in modo esclusivo al servizio in parola, provvede a:
• realizzare condizioni ambientali e modalità di relazione necessarie all'armonico
sviluppo dei bambini in rapporto alle loro esigenze specifiche, facilitando un
adeguato sviluppo psico-fisico mediante l'organizzazione degli spazi e delle attività;
• garantire la cura quotidiana dei bambini affidati, assicurando gli opportuni
interventi per l'igiene della persona, l'alimentazione, il sonno, valorizzando in tali
momenti gli aspetti di relazione;
• elaborare adeguati programmi educativi in rapporto all'età dei bambini e
garantirne la realizzazione, la verifica, la documentazione, nonché il loro continuo
aggiornamento;
• assicurare un raccordo continuo con le famiglie, favorendo la loro partecipazione
alla vita e alle attività del nido, organizzando momenti di incontro e di confronto;
• garantire l’integrazione dei bambini diversamente abili o in situazioni di rischio
sociale attraverso una collaborazione stretta coi servizi territoriali.
Gli orari del personale educativo sono strutturati in modo da consentire la continuità
educativa e pedagogica nel rispetto di quanto specificato dalle norme regionali in
ordine al rapporto educatore/bambini (L.R. 20/05 e regolamenti attuativi).
Vi potranno essere integrazioni di personale educativo in presenza di specifiche
esigenze poste dalla programmazione educativa o nel caso di ammissione di bambini
diversamente abili. La presenza del personale viene quindi programmata con la
massima flessibilità, al fine di garantire il miglior raggiungimento degli obiettivi in
ciascuna situazione, legandoli alle diverse necessità dei bambini.
La documentazione inerente i titoli di studio e l’esperienza professionale è depositata
presso gli uffici di DUEMILAUNO A.S. e potrà essere esibita a richiesta. Si specifica che
in aggiunta alle educatrici individuate per lo svolgimento del servizio in oggetto, sono
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presenti in Cooperativa 259 Soci/e in possesso dei requisiti previsti dalla normativa
regionale.
IL PERSONALE AUSILIARIO
Le prestazioni ausiliarie, di mensa e di pulizia vengono inquadrate in un contesto
aderente alle specifiche esigenze e peculiarità pedagogiche che caratterizzano
l'ambiente Nido. Il personale ausiliario opera in piena collaborazione con il personale
educativo e partecipa all'attività complessiva del Servizio, comprese le riunioni e i
corsi di formazione organizzati. Il lavoro del personale ausiliario è disciplinato e
strutturato mediante l'attivazione del sistema HACCP, previsto dal d.lgs. 155/97. Il
suddetto personale opera pertanto con la finalità di garantire che ogni fase dell'attività
di distribuzione degli alimenti, venga svolta in modo igienico e sicuro.
In particolare il personale ausiliario svolge quotidianamente le seguenti mansioni:
• cura la pulizia e l'igiene dell'ambiente, degli spazi dedicati al gioco ed alle routine;
• provvede alla distribuzione dei pasti, allestisce e riordina il luogo di consumo
(pulizia tavoli, scopatura e lavaggio pavimenti della zona dei pasti e dell'ambiente
di cucina);
• provvede al lavoro di lavanderia e guardaroba, e della custodia dei materiali per la
pulizia;
La pulizia dei locali viene svolta seguendo precisi protocolli d'intervento che
specificano le operazioni da garantire a livello giornaliero, settimanale e mensile, così
come le pulizie stagionali e straordinarie. Le pulizie vengono eseguite in modo da non
interferire nelle attività quotidiane dell'asilo, per garantire un ambiente sempre
funzionale alle esigenze.
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9. STRUMENTI E METODOLOGIE PER LA VALUTAZIONE DEL SERVIZIO E
DEL SUO STANDARD DI QUALITA’
DUEMILAUNO A.S. è dotata di un Sistema di gestione per la Qualità (SGQ), all’interno
del quale vengono implementate sia le modalità di documentazione delle attività
quanto la verifica dei servizi. Tali azioni, che risultano fondamentali nella gestione di
servizi educativi complessi, possono essere considerati come livelli diversi di un unico
processo. In effetti l’evidenza della qualità dei servizi resi deriva da una puntuale
lettura dei dati raccolti attraverso il sistema di documentazione interna e si basa
principalmente sugli indicatori che definiscono gli standard ottimali per ciascun
servizio.
Il Sistema di Gestione per la Qualità definisce il corretto utilizzo degli strumenti e le
conseguenti procedure di miglioramento della gestione a fronte delle non conformità
rilevate. DUEMILAUNO A.S. è società certificata secondo i criteri ISO 9001/2000 ed ha
inoltre ottenuto nell’anno 2008 la certificazione UNI 11034:2003 specifica per i servizi
all’infanzia.
La Cooperativa pianifica i processi di monitoraggio, di analisi e di miglioramento del
proprio sistema di gestione dei servizi con le seguenti finalità:
dimostrare lo standard di efficienza ed efficacia degli interventi svolti;
assicurare la conformità del Sistema di Gestione per la Qualità;
migliorare in modo continuo la qualità dei servizi erogati.
Il sistema di verifica delle attività e degli obiettivi di ogni servizio si articola su tre
livelli:
verifica del grado di efficienza dei servizi erogati;
verifica del livello di efficacia degli interventi praticati;
verifica del grado di soddisfazione dei destinatari.
EFFICIENZA – Controllo di gestione
Il primo livello (efficienza) investe la capacità gestionale e organizzativa dell’impresa,
ovvero la sua capacità di ottimizzare le risorse per il conseguimento dei risultati, ed è
il livello di indagine che attiene al controllo di gestione, al coordinamento del
personale e in termini più generali alla corretta esecuzione di quanto programmato
all’interno del servizio.
La pianificazione ed esecuzione dei controlli è descritta sul “Piano Qualità”, che
contiene le principali informazioni relative alla gestione del servizio e alle modalità di
verifica e controllo. La Coordinatrice è la figura deputata ad effettuare i controlli
previsti, la scheda (Mod. 7.08 SGQ) viene redatta ogni mese e mira a rilevare
eventuali Non Conformità accadute rispetto a quanto previsto dal piano qualità. La
gestione delle non conformità è essenziale per modificare la gestione e i
comportamenti che l’hanno determinata. I responsabili del servizio e il personale
coinvolto indicano in forma scritta le correzioni intraprese e i tempi di verifica; ciò
permette di analizzare nel tempo la struttura organizzativa e funzionale della
Cooperativa, evidenziando i “luoghi” e i “processi” in cui, con maggiore frequenza, si
verificano non conformità.
Altri strumenti di documentazione del servizio sono il modulo settimanale presenza
bambini e la relazione mensile sull’andamento del servizio e sulla programmazione del
mese successivo (incontri con i genitori svolti, incontri individuali, eventuali
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segnalazioni o reclami pervenuti). La seguente documentazione è a disposizione dei
referenti del Committente e potrà in ogni momento essere integrata alla luce di
ulteriori esigenze informative.
EFFICACIA – programmazione e verifica
L’efficacia del servizio è invece direttamente correlata agli interventi degli educatori
(équipe educative), e risiede nella capacità di conseguire gli obiettivi di lavoro
programmati. Questo livello di verifica trova riscontro negli strumenti di
programmazione e monitoraggio propri ad ogni servizio.
Negli asili nido il principale strumento di definizione degli obiettivi e degli indicatori di
verifica è rappresentato dalla programmazione educativa. Il documento elabora le
strategie educative rapportate alla particolare tipologia di destinatari e viene
presentato e discusso con i genitori solitamente al secondo mese dall’avvio del
servizio. La verifica di carattere pedagogico si realizza attraverso l’osservazione
quotidiana dei bambini e gli opportuni approfondimenti svolti nel corso delle riunioni di
supervisione psico-pedagogica mensili. Gli elementi di riscontro sono riferiti ai
comportamenti globali del gruppo dei bambini, alle risposte agli stimoli ricevuti, ed al
grado di interesse suscitato dalle attività proposte.
Gli strumenti utilizzati nei servizi della prima infanzia per la conoscenza del bambino e
per l’osservazione durante la sua permanenza in asilo sono i seguenti: nel momento
dell’inserimento la scheda di colloquio con la famiglia; e, successivamente, il diario
giornaliero, il modulo delle routine, e le Tabelle di sviluppo di E.K.Beller. Qualora
richiesto, le educatrici provvedono alla stesura di relazioni specifiche.
SODDISFAZIONE DEL CLIENTE
Infine vi è il terzo livello di indagine sulla qualità degli interventi svolti, che è dato dal
grado di soddisfazione del cliente, inteso quale destinatario del servizio ma anche
nella figura del committente e del socio-lavoratore.
A tal riguardo, a conclusione del ciclo di frequenza annuale, ogni famiglia è invitata a
compilare un questionario che presenta items di valutazione sugli aspetti strutturali,
organizzativi e metodologici del servizio ricevuto e un campo ove esprimere un
giudizio complessivo ed eventuali suggerimenti.
Si tratta infatti, come già osservato, di comprendere le esigenze di chi fruisce del
servizio in funzione di un costante miglioramento dell’organizzazione complessiva. Le
opinioni e i giudizi raccolti costituiscono preziosi elementi per riconoscere alcune
carenze nella gestione ed identificare nuovi modelli operativi maggiormente
rispondenti alle esigenze espresse. Il report finale verrà trasmesso per conoscenza al
Committente.
Inoltre, come anticipato, in termini di sistema (SGQ) la Cooperativa rileva anche il
grado di soddisfazione del cliente esterno (Committente) ed interno (sociolavoratore).
Il questionario rivolto all’Ente committente, biennale, misura il grado di soddisfazione
confrontando le sue aspettative con la percezione del servizio così com’è stato
erogato. Lo scarto tra servizio atteso e quello percepito determina il livello di
soddisfazione del cliente. Tale questionario mira a rilevare aspetti come l’affidabilità
nella gestione, la disponibilità da parte della Cooperativa a rispondere a nuove
richieste, la competenza professionale del personale, la tempestività nel dare risposte
adeguate alle esigenze dell’utenza, la continuità assistenziale/educativa (continuità del
servizio e livello di turn-over tra il personale).
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La soddisfazione del cliente interno, rilevata con apposito questionario ciclicamente a
campione tra la base dei soci/e, è finalizzata a garantire una verifica della qualità che
tenga conto anche della componente di chi eroga direttamente il servizio, in quanto un
buon livello di soddisfazione lavorativa contribuisce ad elevare la qualità dei servizi e
quindi la stessa soddisfazione dei clienti.
SEGNALAZIONI E RECLAMI
Va ricordato che il Sistema di Gestione per la Qualità prevede di garantire a tutti i
fruitori e committenti, la possibilità di presentare segnalazioni o reclami su fatti
specifici riscontrati nel servizio ricevuto. Ogni lamentela e segnalazione pervenuta
direttamente al personale o ricevuta in sede per mezzo di lettera, telefono, e-mail
viene registrata e vi è l’impegno a darne risposta scritta e/o indire specifiche riunioni
di chiarimento. In ogni sede operativa è disponibile un modulo di
segnalazione/reclamo, così come nel sito Web (www.2001agsoc.it ) è presente un
apposito link dedicato alla ricezione di suggerimenti, critiche, reclami.
ALIMENTAZIONE
Applicazione del sistema HCCP
Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, occorre utilizzare un approccio capace di
valutare i rischi alimentari in ogni momento dell’attività lavorativa (valutazione
d’ingresso) e di attivare immediatamente le misure preventive e correttive necessarie.
In questo senso è operativo un sistema, correntemente denominato HACCP, capace di
tenere sotto controllo l’intero processo alimentare.
Registrazione e monitoraggio riguardano la sicurezza igienica dei prodotti,
l’approvvigionamento, lo stoccaggio, lo sporzionamento e distribuzione dei pasti.
Le procedure e la formazione del personale avviene secondo quanto disposto dal
D.Lgs. 193/07 e dai Regolamenti Comunitari (CE) in materia.
SICUREZZA E PRIVACY
DUEMILAUNO A.S. ha implementato un Sistema di Gestione per la Sicurezza e Salute
sul posto di Lavoro (SGS&SL) in base alle specifiche British Standard OHSAS
18001:2007 e relative Linee Giuda, come previsto dal D.Lgs. 81/08 coordinato con il
D.Lgs. 106/09, al fine di garantire adeguati modelli di organizzazione. Tutte le attività
volte a prevenire gli infortuni e a garantire la salute sono quindi realizzate secondo
quanto previsto dalla citata normativa. Sulla scorta del Documento di Valutazione dei
Rischi e dei sopralluoghi svolti, viene predisposto il Piano della Sicurezza ed il Piano di
Evacuazione e Gestione delle Emergenze che vertono sui seguenti punti:
⇒ organizzazione aziendale per la sicurezza: viene definita la composizione
dell’équipe di lavoro e sono assegnate per ciascuna figura funzioni e responsabilità
in tema di sicurezza, con particolare riferimento al responsabile del servizio;
⇒ informazione e formazione: sono svolte attività informative/formative anche con la
distribuzione di appositi documenti che affrontano i problemi relativi ai rischi
specifici e i concetti generali di prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali;
⇒ gestione delle emergenze (primo soccorso e prevenzione incendi): sono curati gli
aspetti relativi alla valutazione specifica del rischio di incendio, valutate e
implementate le misure antincendio, (procedure antincendio e di evacuazione),
programmate e organizzate le esercitazioni antincendio e di evacuazione.
Gli aspetti formativi relativi alla sicurezza sono curati, oltre che dall’RSPP interno, dalla
società Sinergica Trading di Trieste.
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Privacy e tutela dei dati personali
La tutela dei dati personali e sensibili degli utenti del nido viene assicurata dal pieno
rispetto delle indicazioni contenute dal D. Lgs. 196/03 e s.m.e i. Dal 2004 la
cooperativa redige il Documento Programmatico sulla Sicurezza in fatto di tutela dei
dati personali, giunto al quinto aggiornamento nel marzo 2009. Vengono utilizzati
opportuni moduli, facenti parte del Sistema di Gestione della Qualità, per la raccolta
dei consensi all’utilizzo dei dati personali degli utenti, come ad esempio il trattamento
delle immagini.
10.
PARTECIPAZIONE ATTIVA DELLE FAMIGLIE ALLA VITA DEL NIDO
All’interno del Nido si opera con modalità collegiali per stimolare la partecipazione dei
genitori e favorire l’instaurarsi di un rapporto di fiducia e collaborazione, con l’intento
di promuovere la condivisione di un progetto educativo comune tra famiglie e servizio.
La cura delle relazioni con i genitori o i referenti parentali del bambino, oltre a
rientrare nella prassi professionale delle educatrici, costituisce uno degli aspetti più
importanti da considerare nella gestione del nido. Le opportunità di confronto e
comunicazione con la famiglia rappresentano un supporto per lo stesso genitore nella
fase di inserimento e del temporaneo distacco giornaliero.
Il riconoscimento della centralità delle relazioni con la famiglia è alla base del progetto
educativo, in quanto un rapporto di fiducia e dialogo tra personale educativo e genitori
permette di condividere le scelte relative alla crescita e all’educazione dei figli e di
personalizzare gli interventi in funzione dei bisogni e delle abitudini dei singoli
bambini.
Oltre al momento dell'inserimento, ogni occasione di coinvolgimento è importante per
suscitare la più ampia partecipazione dei genitori nella programmazione delle attività
in quanto ciò favorisce la costituzione di una équipe educativa allargata.
Le educatrici hanno a disposizione un diario per annotare l’andamento della giornata
rispetto alle attività svolte e il modulo delle routine, esposto all’Albo, in cui vengono
registrate le azioni di cura riferite ad ogni singolo bambino (cibi consumati e rifiutati ai
pasti, tempi di riposo, cambi). La Coordinatrice ed il personale educativo sono a
disposizione delle famiglie in orari e giornate da concordare, comunicate all’avvio del
servizio, in tali occasioni verrà presentata ai genitori ogni documentazione sul
bambino e sulle attività svolte nel tempo trascorso al nido.
Nell'atrio d'ingresso è presente un albo ove esporre le comunicazioni rivolte ai familiari
e sono consultabili i principali documenti di servizio.
Anche il sito Web di DUEMILAUNO Agenzia Sociale potrà essere utilizzato, in accordo
con la Direzione aziendale, per veicolare informazioni rivolte ai genitori, come avviene
per i nidi di proprietà della Cooperativa.
PARTECIPAZIONE E RAPPRESENTANZA
I due contesti strutturati più importanti per il coinvolgimento delle famiglie sono il
Comitato del nido e l'Assemblea dei genitori.
Il Comitato del Nido è composto dalla coordinatrice e da una rappresentanza dalle
educatrici, dai rappresentanti dei genitori eletti dall’Assemblea, dai referenti indicati
dalla Direzione di Generali e, se richiesto, da un responsabile di Duemilauno Agenzia
Sociale, si riunisce a cadenza mensile o al bisogno. L’Assemblea si riunisce almeno
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una volta l’anno o qualora ne sia richiesta la convocazione e vede la partecipazione di
tutte le famiglie che hanno iscritto i loro figli al nido aziendale.
Tali strumenti costituiscono la base per una reale progettazione partecipata,
definiscono i luoghi dove portare le proposte e i suggerimenti e dove definire assieme
gli indirizzi e obiettivi del servizio.
Il Comitato del Nido e l'Assemblea dei genitori costituiscono importanti strumenti di
coinvolgimento delle famiglie che permettono una reale progettazione partecipata.
L’espressione delle proposte, dei suggerimenti e la partecipazione alla definizione degli
indirizzi pedagogici ed organizzativi favorisce la costituzione di un’équipe educativa
allargata.
PROMOZIONE DEL SERVIZIO
L’informazione e la promozione del servizio avvengono nei seguenti momenti:
o la visita al nido nel periodo che precede l’iscrizione (alcuni pomeriggi o
mattine);
o assemblea dei genitori, prevista all’inizio di ogni anno per presentare alle
famiglie il progetto educativo e la programmazione annuale;
o incontri di sezione, in cui è possibile affrontare tematiche relative al gruppo dei
bambini e ai rapporti con le famiglie;
o colloqui individuali, previsti prima dell’inserimento e nel corso dell’anno per un
confronto sul percorso individuale di crescita e di permanenza del bambino
nell’asilo;
Per l’utenza potenziale la promozione del servizio avviene attraverso:
• la visita al nido nel periodo che precede l’iscrizione (alcuni pomeriggi o
mattine);
• colloquio con la coordinatrice (su appuntamento)
• l’invito agli incontri/conferenze ed alle iniziative organizzate dal servizio e
rivolte ai potenziali fruitori.
Nido aperto
Si tratta della possibilità offerta ai genitori dei bambini frequentanti di trascorrere
alcune ore o una giornata al nido insieme ai propri figli, e di partecipare in modo attivo
e consapevole ad un’esperienza che il proprio figlio vive insieme ad altri bambini.
L’opportunità viene offerta, alla fine del periodo di inserimento, seguendo un
calendario che permetta a tutti i genitori che lo hanno richiesto di usufruirne. Si
prevede di organizzare una festa finale alla conclusione dell’anno di frequenza che
possa coinvolgere i bambini ed i genitori in una dimensione di partecipazione più
ampia e possa offrire ai bambini un’opportunità di protagonismo nella
rappresentazione della propria esperienza vissuta
Feste e Gite a tema
Si prevede di organizzare alcune feste in corrispondenza di alcuni momenti salienti
dell’anno educativo, (es. Natale e Carnevale) e una festa finale alla conclusione
dell’anno di frequenza. Tali momenti vanno a coinvolgere i bambini ed i genitori in una
dimensione di partecipazione più ampia e offrono ai bambini una opportunità di
protagonismo nella rappresentazione della propria esperienza vissuta.
Verrà inoltre proposto alle famiglie una gita giornaliera da realizzare collettivamente
nella giornata di sabato
Incontri tematici con le famiglie
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Su richiesta dei genitori e per iniziativa del gruppo di educatrici verranno promossi
degli incontri su tematiche di largo interesse condotti da personale competente
(interno o esterno). Questo opportunità viene riservata a tutti i genitori che
desiderano incontrarsi per mettere a confronto le proprie competenze e a volte i
propri interrogativi riguardo al percorso di crescita del bambino.
Gli incontri verranno organizzati in una parte informativa ed una successiva
discussione con la presenza di un coordinatore esperto nella conduzione dei gruppi e
delle tematiche riferite alla prima infanzia.
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