Edipo nostro contemporaneo - Alessandro Scotto di Luzio

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Edipo nostro contemporaneo - Alessandro Scotto di Luzio
LA SICILIA
VENERDÌ 15 MAGGIO 2009
26. lo SPETTACOLO
MUSICA. Esce oggi «Relapse»
TEATRO STABILE. Alle 20,45 su il sipario per «EstateStabile» al Cortile Platamone
Il ritorno di Eminem
«Colpa di mia madre
se ero un drogato»
Edipo nostro contemporaneo
GIUSEPPE ATTARDI
Dopo quattro anni di silenzio, esce
oggi in Italia Relapse, il nuovo album
in studio di Eminem. E’ il seguito di
Encore, disco che ha dominato le
classifiche del 2004, certificato quattro volte platino, con oltre 11 milioni di copie vendute nel mondo.
La notizia del ritorno sulle scene e
di un nuovo album circolava già lo
scorso autunno, quando Eminem
svelò per la prima volta il titolo e rilasciò il freestyle, I’m Having A Relapse. Relapse è interamente prodotto
da Dr. Dre (suo storico produttore
dal 1999) e contiene quindici brani
inediti tra cui i singoli Crack a Bottle
e We made you.
Nel disco Eminem torna a picchiare duro contro la madre Debbie, accusata di averlo trasformato nel
«drogato» che è. Anzi, che era. Perché, come ha lui stesso rivelato al
magazine “Vibe”, Eminem è «pulito»
da più di un anno e tale intende restare, dopo un’adolescenza scandita
da pasticche di ogni tipo («viaggiavo
al ritmo di 20 pillole al giorno, fra Vicodin, Valium e Ambien. Ormai non
le contavo più, perché erano così
tante che nemmeno sapevo distinguerle»). Un passato da tossico di cui
sarebbe responsabile proprio la signora Mathers e per il quale Eminem
non sembra disposto a perdonare,
come conferma il brano intitolato
My Mom. «Mia madre amava il Valium e molte altre pasticche – rappa
il cantante – ed ecco perché io sono
così, è per mia madre». Non solo. A
detta di Eminem, era sempre Debbie
(che già nel 2002 era stata massacrata nel brano Cleaning Out My Closet)
a spruzzargli il Valium sulla carne e a
fargli provare molte altre pastiglie
prima di mandarlo a scuola.
Nella canzone Same Song and
Dance Eminem torna su strade a lui
congeniali, fantasticando di uccidere
starlet come Lindsay Lohan e Britney
Spears, mentre in Insane affronta il
problema della pedofilia, raccontando l’incubo di un ragazzino molestato sessualmente dal patrigno.
Nel frattempo sta già lavorando
anche al seguito dell’album, Relapse
2, che dovrebbe uscire nella seconda
metà del 2009. «Molti si aspettavano
che Relapse uscisse lo scorso anno -
EMINEM COME APPARE SULLA COVER DEL CD
«Viaggiavo a 20 pillole
al giorno, ora sono
pulito». Presto cd-bis
dice Eminem - Ero uno di quelli. Poi
Dre ed io siamo tornati in studio a
settembre per alcuni giorni, che sono poi diventati sei mesi. Eravamo
talmente coinvolti che ci siamo trovati con una tonnellata di nuova musica». In contemporanea con l’uscita
dell’album arriverà anche il videogioco omonimo, con Eminem in versione “cacciatore di zombie”, fra litri
di sangue e ambientazioni horror
che amplificano la sensazione di terrore.
Popolizio dà corpo al re di Tebe. Coraggiosa regia di Pasqual
CATANIA. Debutta stasera al Cortile Platamone, per "Estatestabile", ore 20.45 «Edipo» da Sofocle, traduzione di Dario Dal
Corno, riduzione, adattamento, regia di
Lluìs Pasqual. Costumi di Maurizio Millenotti. Musiche di Antonio Di Pofi. Luci di
Emidio Benessi. Interpreti: Massimo Popolizio, Gaia Aprea, Piergiorgio Fasolo,
Pippo Pattavina, Enzo Turrin, Anita Bartolucci, Paolo Serra, Alfonso Fasoli, Max
Malatesta. Produzione Teatri Stabili di
Catania e del Veneto. In scena fino al 28
maggio
«Edipo» mito dei miti, ritorna in scena rivisitato da un regista versatile e audace, il
catalano Lluìs Pasqual. Curiosa coincidenza, anche l’Inda propone quest’anno, il
vecchio re sofocleo ormai cieco e ramingo
con l’inossidabile Giorgio Albertazzi. Diversa, la lettura del coraggioso Pasqual
dall’afllato europeo, per questa coproduzione con lo Stabile del Veneto, celebrativa dei 500 anni dalla nascita di Palladio,
che progettò l’Olimpico di Vicenza. Pasqual, rivisita la leggenda creando un unicum e fondendo i due Edipi: Re e a Colono,
adattando e mescolando le due tragedie e
fondendo nel finale alcune parti di Antigone sofoclea, puntando sulla ribellione alle
leggi inique che le impediscono di dare sepoltura al fratello Polinice, per concludere con frammenti delle parole feroci e
profetiche che Genet scrisse sul massacro
di Sabra e Chatila. Edipo re di Tebe, ignaro
parricida e genitore di due figli concepiti
con la madre, lo ritroviamo cieco e ramingo alla fine della vita, sorretto dalla figlia Antigone a raccontare come in un flash-back al tollerante Teseo, re di Atene, e ai
cittadini la sua sventura e il suo tragico destino. La scelta registica è decisamente
contemporanea, il racconto va e viene
scandagliando la storia a ritroso dell’immenso universo edipico, niente tuniche
ma abiti di taglio moderno con qualche
spunto esotico, disegnati da Maurizio Millenotti, Giocasta si colora di bordeaux san-
PRESENTAZIONE STAGIONE . Domani
alle 11 al Palazzo Platomone consegna
al teatro di una parte dei locali e
presentazione del cartellone 2009-2010
gue e Antigone veste da teen-ager con gli
anfibi. Le musiche di Antonio Pofi sono
una sovrapposizione di suoni ancestrali e
cittadini: sirene, autoambulanze, lamen-
ti, urla. Il palcoscenico è nudo,
essenziale, un non luogo invaso dalla suprema poesia della
parola e dagli attori, con video
dove appaiono carabinieri giganti, biechi inquisitori o parà
all’assalto. Il ruolo del titolo è
affidato al bravo Massimo Popolizio che Pasqual fa precipitare nei più oscuri tormenti
dell’uomo contemporaneo,
Antigone figlia e sorella annientata dal dolore è Gaia Aprea, lo smarrimento e la disperazione di Giocasta sono resi da Anita Bartolucci, Creonte astuto politicante, despota tetragono, è il nostro Pippo Pattavina. Chiediamo a Pasqual
del suo Edipo. «Crisi, non si parla d’altro
ormai. Convive con noi. Io ritengo che
stiamo vivendo un sisma collettivo, ma
dalle macerie, prima o poi risorgerà un uomo "nuovo", che invece di annaspare e
soccombere, riprenderà a porsi delle domande a trovare le risposte. Edipo è questo, una sintesi storica, politica, interiore
dell’essere umano. Nudo e crudo, che con
coraggio affronta a viso aperto il fato. S’interroga senza pace sul senso della vita e
del suo destino, lo ricostruisce nei suoi anfratti, nelle schegge, partecipe, colpevole e
innocente, finché giunto alla fine, si dilegua in un eclissi di sole. Rappresenta la più
grande delle metafore, quella dell’esistenza umana. Ed è anche l’apolide, lo straniero vessato perché non ha il "passaporto"
opportuno, l’esule che cerca un luogo sicuro. La Grecia di allora è l’Europa di oggi.
Guerre, sciovinismi, scissioni religiosi, violenza, paura, emarginazione, ieri come
adesso ci attanagliano. Un passato mai
passato, né risolto, su cui dobbiamo riflettere. Edipo è la nostra coscienza. Ascoltiamolo"
FRANCESCA MOTTA
O SINFONICA AL «BELLINI», ULTIMO APPUNTAMENTO STAGIONALE
Romantica di Bruckner con la bacchetta di Humburg
WILL HUMBURG
CATANIA. Alle 21 al «Bellini» ultimo concerto stagionale. La "Sinfonia n. 4 in mi bemolle maggiore" di
Anton Bruckner conosciuta come "Romantica" è
eseguita dall’orchestra diretta dall’amburghese
Wil Humburg, ben noto a Catania. Si replica domani alle 17,30 per il turno B.
In Italia, è probabilmente la più diffusa delle
sinfonie di Bruckner, o lo è unitamente alla "Terza" ed alla "Settima" (la "Wagner-Simphonie" e
l’altra ritenuta suo capolavoro, il cui primo movimento servì da colonna sonora in "Senso" di Visconti). La "Romantica" conta già tre esecuzioni
cittadine tra Massimo Bellini ed all’Associazione
musicale etnea. Come sempre per Bruckner (acclamato per le sue esecuzioni ed improvvisazioni all’organo, al punto da essere chiamato a suonare alla cerimonia absburgica delle nozze di
Franz Joseph e Sissi), molto si impone all’attenzione l’enorme strumentale che fa da base alla
"Romantica". Ed anzi giovando a sorreggere e
rendere variegata un’impalcatura che non sfugge qua e là a certe tentazioni narrative. Il fastoso
idioma di Anton Bruckner - fra tematiche che qui
sembrano aprirsi pure alle suggestioni ed alle innervature di immaginose e solo immaginate atmosfere medievaleggianti - ha "in nuce" tutte le
attrezzature e le predisposizioni del poi che appunto lo avvieranno verso approdi e traguardi di
sicura cifra decadentistica.
Sia per la lunga durata della pagina in programma, sia perché ciò è un’abitudine a raggio
nazionale (non condivisibile), la "Romantica" rimane stella solitaria nel panorama della serata.
NINY GANGUZZA
O CONCERTO PER LA RICONCILIAZIONE
Da «Domenica in»
in Israele 5 tenori
«brindano» alla pace
ANDREA SPINELLI
BET SHE’AN (ISRAELE). «Se il Giardino
dell’Eden è nella terra d’Israele, le
sue porte si trovano a Bet She’an»,
disse nel Terzo Secolo dopo Cristo
il rabbino Simeon ben Lakish. E
l’incanto spezzato della città romana abbandonata alla sabbia e al
vento nella valle del Giordano da
un brutale terremoto nel 749 ha
fatto da sottofondo al Concerto per
la riconciliazione organizzato l’altra sera da Sat2000, il canale televisivo satellitare della Conferenza
Episcopale Italiana, per parlare di
pace e di integrazione ad ebrei,
arabi e cristiani.
Un evento che nelle intenzioni
degli organizzatori dovrebbe replicarsi con cadenza annuale,
mettendo a confronto in Galilea
artisti e culture diverse, propriziato quest’anno dal viaggio in
Terra Santa di Papa Benedetto XVI.
C’erano il tenore toscano Alessandro Safina con Luna e il soprano
palestinese Enas Massalha con Somewhere over the rainbow, c’erano
i gruppi israeliani Rockfour e Gaya
e c’era il violinista Francesco D’Orazio con il suo prezioso Guarnieri del Gesù. C’erano pure i Gregorian, diaconi di una Schola Cantorum che fa razzie in hit-parade
utilizzando i canti monastici dei
secoli bui per rileggere il repertorio pop, rock e metal. Un’idea del
produttore tedesco Frank Peterson che è riuscito a vendere quattro milioni di dischi.
Condotta da Giulio Base e dall’attrice israeliana Moran Atias,
coppia di capacità inferiori alla
bella presenza, la serata ha vissuto sulle esperienze di alcuni protagonisti come Angelica Calo Livné,
coreografa del gruppo di ballo interetnico Ber Esheet («Dopo la
chiama alle armi di mio figlio ho
fondato questa compagnia per
parlare di pace e per far sì che un
giorno i figli degli altri possano rimanere a casa») o la stessa Massalha («La vera è pace è fondata sul
rispetto reciproco»).
Fra colombe in volo sul maxischermo e messaggi video del rabbino capo della cominità di Roma, dell’Imam della moschea di
Roma e del cardinal Walter Kasper, si sono visti in scena pure i
cinque cantanti lirici selezionati
da Pippo Baudo a Domenica In,
protagonisti del “brindisi” della
ALESSANDRO SAFINA FRA I PROTAGONISTI
Traviata e di una O sole mio strappa applausi. «Cantare da solisti è
una cosa mentre farlo in gruppo,
diventando “un cuore solo” come
dicono qui in Palestina, un’altra»,
spiega il tenore di Pozzuoli Alessandro Scotto di Luzio, fra le anime della formazione, battezzata
Quintetto Italiano. «Abbiamo dimostrato che il nostro Paese sa
ancora crescere buoni cantanti,
anche se paga la sua incapacità di
saper valorizzare i talenti. Vedremo come andrà a finire questa nostra avventura, intanto dobbiamo
ringraziare il maestro Sergio La
Stella, preparatore dei cantanti
dell’Opera di Roma che ci ha seguito durante il percorso di Domenica In aiutandoci anche nella
messa a punto di questa esibizione israeliana».
harmontblaine.it