EDP2012 Lez06
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Margini ed ecotoni Matrice Ecotoni Corridoi Macchie Ecotoni • Edge/margine porzione di un sistema ecologico vicino al suo perimetro, nella quale si fanno sentire le influenze dell’ambiente esterno oltre che quelle dell’ambiente interno. • Ecotone: zona di transizione tra ambienti diversi Funzioni dei margini Tre meccanismi possono produrre delle differenze nella copertura vegetazionale: • cambiamenti dell’ambiente fisico; • un regimenaturale di disturbi; • attività antropiche. Funzioni dei margini Ai margini possono essere attribuite 5 diverse funzioni: • habitat; • filtro; • elemento di conduzione; • area source; • area sink. Dimensioni dei margini • • • • Strutturazione verticale Profondità Margini netti / margini sfumati Margini curvilinei / margini dritti 1 Alcune assunzioni riguardo l’effetto margine • L’effetto margine non è simile per specie simili (attributo specie/specifico). • Per una data specie l’effetto margine sarà valido solo per un dato tipo di margine (uccelli sensibili al margine delle macchie boscate di querce sempreverdi rispondono diversamente ai margini chaparral/prato). • Le specie rispondono alla stessa maniera in margini simili in luoghi diversi. Effetto margine sulle specie • I margini influenzano il movimento delle specie. • I margini influenzano la mortalità delle specie: – perdite per dispersione in habitat inidonei; – alterazioni nel microclima; – punto di ingresso per predatori e patogeni. • I margini possono rappresentare una buona fonte alternativa di cibo o di territorio riproduttivo. • I margini definiscono il confine tra due habitat separati, creando nuove opportunità di interazione tra le specie. Microclimatic variation across edges between oak woodland patches and two different matrix habitats, chaparral and grassland. Positive values indicate the distance from an edge into oak woodland; negative numbers indicate the distance into the matrix habitat. Bars represent standard errors of the means. Risposta alla presenza dei margini Risposta alla presenza dei margini 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 • Specie specialista di margine • Margine chaparral/ quercia, Vermivora 0,1 0,05 0 celata • Margine prateria/quercia, • Specie che evita il margine • Specie habitatspecialista, che non risente dell’effetto margine Vermivora celata • Margine pascolo/foresta, Gymnopithys leucaspis -200 -100 0 100 200 -200 -100 0 100 200 0,5 0,45 0,4 0,35 0,3 0,25 0,2 0,15 0,1 0,05 0 5 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 -50 -1 1 50 100 200 300 2 Risposta alla presenza dei margini ig. 3. Mean densities (±1 S ) of Junonia coenia in connected and isolated patches. Distance from the edge is the linear distance to the nearest forest boundary. Margine E • Comportamento di due specie di farfalle n° catture F 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0 0 50 100 150 200 250 300 distanza dal margine Dione moneta Margini tra elementi terrestri ed acquatici, e implicazioni per la gestione del paesaggio Alcune lezioni • 1: l’effetto margine si fa sentire a diversi livelli dell’organizzazione biologica (dalle popolazioni alle ecoregioni) • 2: l’utilizzo di indici per quantificare l’effetto margine è senza dubbio valido, ma è altrettanto importante considerare la diversità totale e le variazioni nella composizione delle comunità biotiche. • 3: i modelli basati esclusivamente sulla struttura (margine/interno) sono meno robusti dei modelli specie specifici. • • Movimenti di organismi – movimenti tra habitat terrestri ed habitat acquatici: anfibi, rettili ... – movimenti tra habitat palustri e habitat acquatici: odonati, rettili, pesci ... – movimenti tra diverse macchie di habitat acquatico: problematico per alcune specie invasive Margini tra elementi terrestri ed acquatici, e implicazioni per la gestione del paesaggio • Legami idro-fisici tra habitat terrestri ed acquatici – flussi di acqua e materiali del soprassuolo – flussi di acqua e materiali del sottosuolo: importante per fungere da filtro (20-30 metri di margine boscato di un torrente agisce filtrando più del 90% dei nutrienti azotati presenti nel sottosuolo) Mesosemia asa Margini tra elementi terrestri ed acquatici, e implicazioni per la gestione del paesaggio • • • • Mantenimento dei normali regimi idrologici Protezione degli elementi critici del paesaggio Diminuzione della vulnerabilità degli animali selvatici Mantenimento dell’isolamento dei sistemi acquatici da specie invasive • interazioni tra organismi e flussi idro-fisici 3 8 regole di gestione • Mantenere e ripristinare i regimi idrologici naturali. • Riconoscere la natura delle zone di transizione (non cercare di stabilizzarle o alterarle). • Proteggere la vegetazione delle zone tampone soprastanti le paludi. • Considerare nel design delle riserve tutti i tipi di habitat acquatico possibili. • Proteggere i corridoi di connessione tra i vari corsi d’acqua, coi loro parametri originari. • Proteggere la qualità del sottosuolo (riserve acquifere). • Proteggere l’integrità dei caratteri biologici degli habitat. • Ridurre le possibilità di diffusione di specie invasive Struttura di margini ed ecotoni • I margini di vegetazione con una maggior diversità strutturale sono anche più ricchi in specie animali ecotonali Profondità delle aree di margine Differenza tra confini amministrativi e confini ecologici naturali • La profondità delle aree di margine non è costante e in genere i margini più profondi sono quelli rivolti verso la direzione predominante del sole e del vento. • I confini amministrativi spesso non rispettano i confini naturali. Questa realtà può essere sfruttata nella pianificazione delle aree protette, per creare delle zone tampone. I margini come un filtro Discontinutà del margine • I margini agiscono come un filtro che attenua all’interno di una macchia l’influenza dell’ambiente circostante • Un margine netto favorisce i movimenti in senso parallelo al margine stesso, mentre un margine più sfumato favorisce i movimenti attraverso il margine Interno Margini Interno 4 Margini dritti o curvilinei • Un margine dritto favorisce i movimenti in senso parallelo al margine stesso, mentre un margine più curvilineo favorisce i movimenti attraverso il margine. Differenza tra margini naturali e antropici • Spesso è possibile differenziare un margine di origine antropica da uno naturale Differenza tra margini naturali e antropici • I margini naturali tendono ad essere curvilinei, complessi e sfumati, mentre quelli antropici tendono a essere dritti, semplici e netti. Margini dritti o curvilinei Curve e lobi • I margini curvilinei e soft tendono a fornire un maggior numero di benefit ecologici (diversità di habitat e di specie, erosione del suolo), rispetto a margini dritti e netti. • In un margine curvilineo ci sono più possibilità per la diversità di habitat. 5 Quanto habitat di margine? Forma delle macchia • La percentuale di margine viene determinata complessivamente da quanto è curvilinea la macchia e da quanto è profondo il margine stesso. • Un margine maggiormente curvilineo e loboso avrà più interazioni con l’ambiente circostante (nelbene e nelmale). Differenza tra margini naturali e antropici • Sarebbe opportuna una macchia di dimensioni con margini complessi e lobosi grandi Matrici e mosaici • Matrice: il tipo di elemento più estensivo o che gioca un ruolo funzionale determinante nel paesaggio Matrici e mosaici • Una matrice si distingue per essere una massa omogenea all’interno della quale si distinguono alcuni elementi. • Una matrice è il materiale che lega e circonda elementi indipendenti. • Una matrice è l’ambiente in cui un elemento si sviluppa. 6 Come individuare la matrice di un paesaggio? • Criterio quantitativo: misurare l’area. • Generalmente l’area della matrice supera quella di tutti gli altri elementi del paesaggio. Come individuare la matrice di un paesaggio? • Controllo sulla dinamica dei processi • Generalmente la matrice esercita un controllo sulla dinamica del paesaggio più di ogni altro elemento del paesaggio stesso. Come individuare la matrice di un paesaggio? • Connettività • La matrice è maggiormente connessa di ogni altro elemento del paesaggio. Come individuare la matrice di un paesaggio? • I tre criteri devono essere integrati. • Il primo è facile da misurare, mentre il terzo è il più difficile da definire. • In casi dubbi si può procedere per passi: – determinare l’area dei vari elementi (se uno occupa una superficie di molto maggiore rispetto agli altri dovrebbe essere considerato la matrice); – in caso di elementi con la stessa superficie valutare il grado di connettività; – se ancora non si riesce a determinare la matrice passare a lavori di campo (o verificare la letteratura pubblicata) 7