Presentazione progetto Asilo Infantile Veratti

Transcript

Presentazione progetto Asilo Infantile Veratti
«Conoscere per appartenere…appartenere per abitare»
Progetto di inclusione socio-culturale
Asilo Infantile Veratti
Asilo Infantile Veratti

L’Asilo Infantile Veratti è una scuola paritaria di ispirazione cattolica,
fondata dal sacerdote Vittore Veratti, aiutato da molti cittadini, più di 150
anni fa nel centro storico di Varese.

La scuola è costituita da 5 classi eterogenee di materna (3-6 anni) e una
sezione Primavera, per un totale di 130 bambini.

Negli ultimi dieci anni l’utenza rispecchia l’insediamento residenziale
migratorio avvenuto nelle città: la metà dei bambini proviene da famiglie
non italiane arrivate da diversi Paesi del mondo.

Queste famiglie vivono, in maggioranza, nei condomini del quartiere,
vicino alle stazioni e, a volte, in palazzi fatiscenti: circa 40 bambini sono
seguiti dai servizi sociali, a causa delle difficoltà economiche, a cui
spesso si aggiunge un livello culturale medio-basso.
“Le competenze chiave sono quelle di cui tutti hanno
bisogno per la realizzazione e lo sviluppo personale,
la cittadinanza attiva e l’inclusione sociale”

Il Collegio docenti ha scelto di sviluppare la proposta di un progetto
improntato sul principio di inclusione socio-culturale, fondato
sull’educazione alla cittadinanza.

Si è deciso di porre l’accento sul valore del sentirsi parte di una
Comunità, cittadini attivi: in una società complessa e multiculturale,
quale è la realtà varesina degli ultimi anni, si rileva l’esigenza di
ampliare ulteriormente le esperienze di educazione alla cittadinanza:
cittadino del “domani”, in un sistema sociale inclusivo.

Principio di accoglienza: educare al
rispetto, riconoscendo la diversa
identità di ciascuno, in quanto unica e
irripetibile

Principio di appartenenza: favorire la
conoscenza dei luoghi e della cultura
del territorio ove si abita

Principio dell’abitare: educare alla
condivisione e alla corresponsabilità per
sentirsi parte attiva di una comunità
CONOSCERE
APPARTENERE
ABITARE
«Sul piano educativo la questione
della cittadinanza interroga il modo
con cui viene affrontata la differenza
culturale (…)»
Un’educazione interculturale non può
limitarsi a formare al rispetto della
differenza: è necessario contribuire al
«consolidamento di una nuova idea di
cittadinanza allargata», che affronti il
pluralismo culturale.
«Educare alla cittadinanza globale non
significa sostituire quella nazionale
locale, ma aggiungerla ad esse»
IO: CHI SONO, LA
MIA STORIA
FAMILIARE
MI SENTO PARTE
DELLA COMUNITA'
SCUOLA,
TERRITORIO,
ISTITUZIONI,
ASSOCIAZIONI
INCLUSIONE
SOCIOCULTURALE:
IO CITTADINO
ATTIVO
CHE COSA POSSO
FARE IO PER LA
MIA CITTA'
CONOSCO LA MIA
CITTA'
“Che albero sei?”: io e la mia famiglia”

Lo sfondo integratore scelto per accompagnare tale percorso è il bosco,
costituito da diverse specie di alberi: tale scelta funge da leitmotiv dell’iter
progettuale, inoltre, Varese è definita “la città giardino”: ciò favorisce un
approfondimento inerente alla tematica ecologica, che, in un’ottica di
sviluppo sostenibile, accompagna ormai da anni ogni nostro progetto.

Per quanto concerne “l’identità”, i bambini hanno “giocato” con la
metafora del bosco (tante specie diverse in un unico habitat), descrivendo
se stessi sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista affettivo,
familiare e culturale (le sagome). Nelle verbalizzazioni, è emersa la
diversità’, o unicità, di ogni persona, soggetto unico e irripetibile: ognuno
di noi porta qualcosa: è una fonte di ricchezza per la comunità.
Ottobre-dicembre: “Che albero sei?”: io
e la mia famiglia”
 Giochi con le foglie: scopriamo
forme e colori diversi
 Realizzazione di sagome di ogni
bambino: osservo me stesso e gli altri
 Creo la mia carta d’identità
 Racconto autobiografico in circle
time
 Realizzazione di un albero
genealogico: la mia famiglia e la sua
provenienza rappresentano le mie
“radici”
 Verbalizzazione delle esperienze
“Gli Alberi-Amici: Varese la mia città”
Relativamente alla parola “comunità”, come in un bosco vi
è una molteplicità di specie, così anche nelle nostre città vi
è una multiculturalità diffusa: data l’importanza di educare
alla condivisione e alla corresponsabilità, riteniamo
necessario approfondire la conoscenza del territorio da un
punto di vista “fisico”: luoghi e paesaggi caratteristici sia
urbani sia naturali: alcune uscite didattiche hanno permesso
di incontrare la realtà del quartiere (negozi, zone pedonali,
chiese, il Municipio e i giardini estensi).
Gennaio-marzo: “Gli Alberi-Amici:
Varese la mia città”
 Uscite didattiche: cerco e scopro
la città dal punto di vista fisico, in
particolare, gli spazi urbani e i
luoghi naturali caratteristici
 Conversazioni in circle time :
verbalizzazione delle esperienze
 Realizzazione di “mappe” della
città reale
 Realizzazione di plastici della
città sognata
«Frutti=cittadinanza: Io cittadino»
Per quanto riguarda la “cittadinanza”, così come vi sono piante che “danno
frutto” (l’abbiamo visto nel nostro piccolo orto didattico), allo stesso modo,
anche noi siamo chiamati a “fruttificare”, cioè, a mettere i nostri talenti, le
nostre capacità, a servizio della comunità, siamo chiamati ad essere cittadini.
Educare il “buon cittadino” ad avere cura della propria città interiorizzando
“comportamenti ecologici e responsabili”, nonché, promuovendo la cultura
del rispetto. Data questa riflessione, in accordo con la tutor dott.ssa Marzia
Luzzini, ai bambini è stato proposto un approfondimento di questa parte,
fondando un progetto e-Twinning: una buona educazione alla cittadinanza
deve comprendere l’educazione a comportamenti eco-sostenibili. Tra le
attività: visita ad una isola ecologica del quartiere, intervista all’Ass.re alla
Tutela ambientale, classificazione dei rifiuti, giochi di riciclo, prove di
Reciclyng-Art.
Aprile-giugno: ”Frutti=cittadinanza:
Io cittadino”

Uscite didattiche: ricerca e scoperta
dei luoghi in cui i cittadini di Varese
attuano la raccolta differenziata

Attività e giochi per imparare a
riciclare

Attività e giochi per apprendere
comportamenti
rispettosi
dell’Ambiente

Uscite didattiche:
Istituzioni

Conversazioni in circle time
incontro
le
Esperienze laboratoriali: Metodo Gordon e
CAA
Due esperienze laboratoriali a piccoli gruppi che fanno
dell’inclusione uno degli elementi cardine:
- un laboratorio musicale - costituito esclusivamente dal
linguaggio universale della musica e non richiede alcuna
performance
- un laboratorio linguistico - basato su una tecnologia
riconosciuta, atta a semplificare e incrementare la
comunicazione di persone che hanno difficoltà ad
utilizzare il canale comunicativo del linguaggio
Musica secondo la Music Learning
Theory di Edwin Gordon
L’adulto competente musicalmente non
insegna al bambino, ma lo guida
attraverso un procedimento di «guida
informale» (paragonabile all’educazione
indiretta
montessoriana)
verso
l’acquisizione della consapevolezza del
proprio bagaglio di naturali istintività
musicali e di oggettive competenze
raggiunte man mano attraverso il
percorso di crescita legato alla musica.
Nella «guida informale»,
i bambini
vengono esposti alla musica cantata senza
parole e vengono guidati verso
l’imitazione accurata di pattern tonali e
ritmici che vengono loro proposti.
“Senti chi parla” - Laboratorio di potenziamento linguistico attraverso la CAA
Il Laboratorio si concentra sull’uso di libri costituiti da simboli di lettura d’immediata
comprensione, del repertorio della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternata). Con
l’acronimo CAA si definisce l'insieme di conoscenze, di tecniche, di strategie e di tecnologie
attivate per facilitare la comunicazione con persone che presentano una carenza/assenza
temporanea o permanente nella comunicazione verbale. L'aggettivo "Aumentativa" sta ad
indicare come le modalità di comunicazione utilizzate siano tese non a sostituire ma ad
accrescere la comunicazione naturale. Il termine "Alternativa" intende tutto ciò che è
alternativo alla parola, cioè codici sostitutivi al sistema alfabetico quali: figure, disegni,
fotografie, simboli, etc. I libri CAA vengono proiettati sulla Eboard, per permettere una
maggiore condivisione col gruppo e una migliore visione delle immagini.
Tale progettualità ha contribuito a “esportare” il
principio di inclusione sul territorio: l’inclusione è tale
se riesce a “uscire dalle nostre scuole”, a divenire
davvero comprensiva della realtà sociale (territorio,
istituzioni, associazioni).