J.R.Kipling - loggia massonica trionfo ligure
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J.R.Kipling - loggia massonica trionfo ligure
R. KIPLING Il Fratello Il Poeta Inno del punto di rottura Loggia madre Se... La sera dell'Agape Città, Troni e Potenze Congedo Kipling entra in Massoneria nell'aprile del 1886, all'età di 20 anni, a Lahore, nella Loggia "Hope and Perseverance" (N. 782). Dal verbale dei lavori della seduta regolare, tenutasi nella Casa Massonica (Anarkali) il lunedi 5 aprile 1886, si legge: "Maestro Venerabile: Fratello G.B. Wolseley. Punto 3: Votazione per il Signor Joseph Rudyard Kipling, di 20 anni e due mesi e mezzo, Vice Direttore della "Civil & Military Gazette", residente a Lahore, candidato per la iniziazione. Fratello presentatore il Fr. Col. Menzies. Appoggia il Fr. C. Brown. Si approva alla unanimità. Dispensa del Gran Maestro Distrettuale, in quanto non maggiorenne". Il suo attaccamento alla Libera Muratoria lo accompagnò lungo tutta la sua movimentata vita. Le notizie sulla vita di Kipling sono tratte da "Massoneria Oggi" anno III n. 6 dicembre 1996, pag. 33 - Editrice Società Erasmo da un articolo a firma di W.De D. Kipling e la Massoneria Joseph Rudyard (luogo dove i genitori si erano incontrati) nasce a Bombay nel 1865 e muore il 18 gennaio 1936, poco dopo aver compiuto i 70 anni. Premio Nobel per la letteratura nel 1908, riceve nel 1921 la laurea ad honorem dell'Università di Parigi. É ora sepolto nella Abbazia di Westminster, nel famoso Angolo dei Poeti. La sua fu un'infanzia provatissima e piuttosto infelice, sia a Bombay che a Southsea, in Inghilterra, lontano dai genitori, entrambi metodisti. Esordisce nel giornalismo come giovanissimo vicedirettore della Civil and Military Gazette di Lahore (attuale capitale del Pakistan dell'Ovest). Kipling entra in Massoneria nell'aprile del 1886, all'età di 20 anni, a Lahore, nella Loggia Hope and Perseverance (N. 782). Dal verbale dei lavori della seduta regolare, tenutasi nella Casa Massonica (Anarkali) il lunedi 5 aprile 1886, si legge: Maestro Venerabile: Fratello G.B. Wolseley. Punto 3: Votazione per il Signor Joseph Rudyard Kipling, di 20 anni e due mesi e mezzo, Vice Direttore della 'Civil & Military Gazette', residente a Lahore, candidato per la iniziazione. Fratello presentatore il Fr. Col. Menzies. Appoggia il Fr. C. Brown. Si approva alla unanimità. Dispensa del Gran Maestro Distrettuale, in quanto non maggiorenne. Il verbale che ricorda la sua elevazione al Terzo Grado fu compilato di suo pugno, avendo Kipling svolto le mansioni di Segretario proprio nella seduta in cui fu elevato a Maestro. Una situazione singolare, probabilmente. Iniziato nell'aprile 1886, promosso al grado di Compagno nel maggio, elevato a Maestro sempre dello stesso anno. Nella tornata del febbraio 1887 è investito della carica di Segretario e nominato Cerimoniere. In una lettera al quotidiano londinese The Times del 1925 scrive: ... Per alcuni anni fui Segretario della Loggia Hope and Perseverance N. 782, Lahore, che aveva nel suo seno Fratelli di almeno quattro credi. Venni accolto da un membro della Bramo Samaj, un Indù, promosso da un Maomettano e elevato da un Inglese. Il Copritore era un Ebreo Indiano. Sappiamo del suo trasferimento ad Allahabad, presso il più noto e diffuso giornale The Pioneer, e della richiesta dell'exeat per poter aderire alla Loggia Independence with Philanthropy, N. 391, la quarta loggia, riguardo al numero, della Gran Loggia Distr. del Bengala. É presente, comunque, il 22 dicembre 1887, quando, davanti ad un'enorme assemblea, è installato Maestro Venerabile Sir John Edge, Magistrato Supremo delle Province Nord Occidentali. La partecipazione alla vita della nuova Officina dura poco meno di un anno. Si avvicinava infatti la partenza per l'Inghilterra e Kipling non tornerà mai più ad Allahabad. Nel febbraio del 1889 compie una visita di commiato a Lahore e, subito dopo, parte per Calcutta. Viaggia e miete successi negli Stati Uniti. Dichiarato fuori pericolo, insieme alla moglie, da una brutta polmonite (i bambini subirono pertosse e bronchite), riceve a New York grandi attestazioni di simpatia e solidarietà: lettere, fiori, giornalisti in permanenza dentro e fuori l'albergo che lo ospitava, preghiere nelle chiese e incredibili manifestazioni di affetto. La bambina più grande, tuttavia, muore. Andrew Carnegie (famoso fabbricante di seta e filantropo di origine scozzese) offre alla famiglia, per la convalescenza, una casetta sugli altopiani della Scozia. In quell'occasione Kipling ottiene (ottobre 1889) la nomina a Membro Onorario della Loggia Canongate Kilwinning - la più antica e la più famosa del mondo - e, onore rarissimo, quella di Poet Laureate della medesima Loggia. La Massoneria é stata uno dei suoi primi interessi. Nel 1900 è in Sud Africa. Qui ha la prima diretta esperienza degli orrori di una guerra. Sviluppa un rapporto attivo e fraterno con Conan Doyle (massone, creatore di SherlocK Holmes, ufficiale medico dell'Ospedale di Campo di Langham). Insieme ad altri liberi muratori di rilievo, fondano a Bloemfontein la Emergency Lodge. Nel giugno del 1900 entra a far parte della Società dei Rosacroce. In Inghilterra, tale Società, più che di alchimia, è stata, ed è, cultrice di esoterismo cristiano. Risulta fra i fondatori della Authors Lodge, N. 3456 (1910), ma non è presente in occasione della Consacrazione. Durante la prima guerra mondiale, si prodiga nell'ambito della Croce Rossa, visitando ospedali, campi di addestramento e scrivendo per Daily Telegraph. Un telegramma del 2 ottobre 1915 gli comunica che il figlio è rimasto gravemente ferito e risulta disperso; solo dopo due anni riesce a sapere che era stato colpito alla testa durante una azione della sua compagnia. Nel 1917 è in Italia al fine di raccogliere materiale, fra gli Alpini, per una storia della campagna nel nostro paese (The War in the Mountains). Nella Freemasons Hall di Londra, il 28 giugno 1918, viene consacrata la Motherlan Lodge, N. 3861. Kipling è invitato, ma inviò una lettera di scuse; ne diviene però Membro Onorario. Nel gennaio 1922 è consacrata a St. Ome (Quartiere Generale della Commissione Imperiale per i Cimiteri di Guerra) una Loggia, col numero 12, alla Obbedienza della Grand Loge Nationale Indépendente et Régulière pour la France et les Colonies Françaises. Tra i fondatori troviamo Kipling che le dà il nome The Builders of the Silent Cities (Costruttore delle Città del Silenzio). Fra i primi iniziati, il Generale di Divisione Sir Fabian Ware vicepresidente della Commissione. In omaggio a Kipling, la Loggia adotta, per il Terzo Grado il rituale Sussex. Sarà sempre attivo, nonostante lutti e malattie. La sua casa è ormai meta di pellegrinaggi di ogni genere. Ad un invito del segretario della Loggia degli Autori così risponde: Bateman's Burnwash, Sussex 2 gennaio 1936. Caro Fratello Spalding, grazie assai dell'invito per il 15, ma sono spiacente di dover dire che ogni anno passo dalle fatiche per combattere il clima inglese al sollievo del Sud della Francia e per il 15 vorrei trovarmi in qualsiasi parte di questo pazzo mondo purché vi splenda il sole. Ti prego di trasmettere il mio rammarico e le mie scuse ai Fratelli e credimi fraternamente tuo (firmato) Rudyard Kipling. Si spegne qualche giorno dopo. Nelle sue opere, spesso, i riferimenti massonici non hanno particolare rilevanza in rapporto alla storia narrata; sembrano essere scivolati nel testo quasi involontariamente, come se l'autore non riuscisse a trovare un modo migliore per esprimersi. Riflettono comunque una spinta interiore (una abitudine) che è, di per sé, misura dell'attaccamento di Kipling alla Istituzione. Ne L'Uomo che volle farsi Re compare la persuasione - diffusa fra viaggiatori e studiosi di folklore - che molte tribù primitive del vicino e del lontano Oriente facciano uso di segni e simboli noti e in opera nella Muratoria speculativa: la Parola, la stretta di mano, i gradi di Apprendista e Compagno, ad esempio. Uno dei suoi tanti racconti, With the Main Guard (1890) (La Gran Guardia), tratta di una spedizione punitiva contro gli uomini della tribù Pathan. Durante l'attacco, il reggimento, formato da rompicollo di una contea del nord d'Irlanda, finisce schiacciato in una stretta gola montana. Ne conseguono feroci corpo a corpo: Ginocchio contro ginocchio! ordina con voce alta e forte Crook, accompagnando con una risata il venir meno del nostro slancio, e mentre si teneva stretto abbracciato a un grosso e irsuto Pathan, né l'uno né l'altro riuscendo così a sferrare colpi, nonostante la gran voglia di farlo. Petto contro petto! dice, mentre l'irlandese ci spingeva in avanti. Mano sulla spalla! fa un Sergente appena dietro di me. E vidi una sciabola lambire l'orecchio di Crook, simile alla lingua di un serpente, e andare a colpire quello della tribù Pathan al pomo della sua gola, come un maiale alla fiera di Dromeen. Grazie a te, Fratello Copritore Interno, dice Crook, imperturbabile... avevo proprio bisogno di spazio. The Mother-Lodge (1806) (La Loggia Madre) è la più nota e forse la più amata delle poesie massoniche di Kipling. Niente potrebbe meglio esprimere la profonda impressione che la universalità della Massoneria aveva compiuto su di lui. Nell'omonimo romanzo, Kim, bambino orfano, è sorpreso nell'accampamento di una pattuglia dal Padre Cappellano e scambiato per un ladruncolo. Mentre lotta per liberarsi, si rompe il cordoncino di un astuccio che portava sempre appeso al collo e compaiono tre fogli: uno chiamato dal padre il suo "ne varietur", il foglio del suo congedo e, il terzo, l'atto di nascita di Kim. Si aprono allora le porte dell'Orfanotrofio Massonico, ma poi fugge da un Lama e comincia una sua ricerca, in ogni direzione. Potrebbe risultare una forma di violenza riassumere In the Interest of the Brethren (1926) (Al Servizio dei Fratelli). In ogni rigo del racconto, infatti, si respira il senso autentico della Libera Muratoria. Un piccolo capolavoro di ispirazione massonica, al di là di ogni tempo, luogo o moda. Nella poesia Banquet Night (1926) (La sera dell'Agape) si esortano i Fratelli a Dimenticare quelle cose, ossia le preoccupazioni del mondo esterno per godere della compagnia fraterna. In On the City Wall (1890) siamo nella casa di Lalun, una donna che esercita il più antico mestiere: ... il salotto di Lalun è eclettico. Mai visto riunita una varietà simile di individui, se non in una Loggia Massonica, dove una volta ho banchettato persino con un Yahoudi!. 007 (1898) è la storia di una nuova locomotiva americana che passa rombando: è il Gran Treno Imperiale, l'espresso dei milionari, e Smistino, una piccola cordiale macchina per gli scambi dice: Si tratta del Maestro Venerabile della nostra Loggia... Te lo presenterò ....... Felice di fare la tua conoscenza, disse il Gran Treno Imperiale... In virtù dei poteri a me conferiti, in qualità di Capo e Guida della Strada Ferrata, io qui proclamo solennemente il N. 007 Fratello a pieno titolo della Fratellanza Unita delle Locomotive, e come tale autorizzato a godere di tutti i privilegi derivanti dall'officina, dallo scambio, dal binario, dal serbatoio e dal deposito... col grado di Treno Rapido Superiore, essendo a tutti noto ormai... che il nostro Fratello ha coperto quarantuno miglia in trentanove minuti e mezzo per compiere un'opera di misericordia in favore degli afflitti. Al momento opportuno, ti comunicherò il Canto e il Segno di questo grado affinché possa farti riconoscere nella notte più buia. Ed ora... prendi pure il tuo posto fra le Locomotive. Ne The Tender Achilles (1932) (Achille il Fragile) si assiste ad una discussione sui relativi meriti, tra chirurghi e medici generici, con la storia di Wilks, il batteriologo, ferito e affetto da turbe mentali dopo un duro periodo di guerra. Il chirurgo, durante il consueto giro di visite, traccia una distinzione tra le rispettive professioni: "Ha detto che era un massone operativo non uno speculativo!. In un discorso sui Resoconti dell'Impero (1907), Kipling dice, davanti a un pubblico d Canadesi: Istruzione, Immigrazione, Trasporti Irrigazione, Amministrazione. Sono questi i cinque grandi problemi da affrontare, che io preferisco chiamare I Cinque Punti della Maestria!. Edwind Wilson, ne Il Kipling che nessun ha letto (La ferita e l'arco: sette studi di letteratura, Garzanti, 1973), scrive: La religiosità senza chiesa di Kipling ricorre a strane fratellanze e fedi per sorreggere i suoi uomini finiti In India era entrato in Massoneria e questa aveva avuto una sua parte in Kim, e pareva si fosse improvvisamente travestita da mitraismo nei racconti romani di Puck of Pook's Hill. Ora Kipling inventa, per una serie di racconti, un circolo di massoni filantropi, che si riuniscono nel retrobottega di una tabaccheria e cercano di aiutare i relitti della guerra. Comincia ad apparire in questi racconti il nuovo ideale di fratellanza non delimitata dalla discriminazione da una armata in guerra o di una casta, ma si tratta dell'ideale di un uomo stanco e umiliato. A leggerli, potrebbe anche apparire il contrario! Se fosse possibile riassumere il carattere massonico di un uomo che ebbe una vita piena, movimentata e colma di successi, occorrerebbe dire che la carriera massonica fu impedita dalla sua attività di giornalista e inviato speciale, dai suoi viaggi, dai suoi vari e frequenti impegni. Il fervore muratorio è testimoniato, tuttavia, in modo costante, dai suoi scritti. Certo, aveva un temperamento impetuoso che gli procurò non pochi fastidi, ma possedeva anche una carica smagliante di simpatia umana che lo spingeva a scrivere, con capacità di penetrazione e comprensione, per ragazzi come per adulti, nel campo dei racconti, in modo finora non superato. Fu un Massone pratico, vivamente persuaso dell'utilità della Libera Muratoria nell'indirizzare gli uomini verso buone ed efficaci azioni. Ma in Kim, e in alcune poesie, mostrò genuina consapevolezza degli aspetti spirituali della Massoneria. Non risulta che Kipling abbia mai diretto il suo impegno verso le questioni organizzative della Istituzione o verso i suoi rituali. E la varietà dei caratteri che sempre lo interessò vivamente, insieme al calore che poteva scaturire da una amicizia fraterna e sicura, dallo stare insieme frequentemente con gente di ogni ceto, razza o credo. Quella che lo accolse appena ventenne in Loggia a Lahore, in India, e che lo segnerà dentro in modo indelebile. "Il Poeta" Inno del punto di rottura Precisi manuali han calcolato (in guardia costruttori!) il carico, l'impatto, la pressione che può reggere ogni materiale. Così, quando per trave che s'incurva l'intera campata è frantumata, la colpa dei danni, o della morte, sul conto dell'uomo va segnata. Dell'uomo - non dei materiali! Ma nel nostro rapporto quotidiano con pietra e acciaio, noi vediamo gli Dei non vincolati a una simile giustizia per gli umani. Ci forgiano senza prendere misure, non frequentano un corso su di noi, alla cieca ci gravano di pesi. Troppo spietati da sopportare. Precisi manuali hanno tabelle: quale stress lacera i bulloni, quanto traffico logora l'asfalto, quant'a lungo dura il calcestruzzo. Ma per noi, poveri figli di Adamo, non stamparono tali avvertimenti. Per l'uso in piena sicurezza. Rapiniamo tutta la Terra e Tempo e Spazio insieme; troppo sazi ormai di meraviglie per stupirci a nuovi miracoli; finché, nella dolce illusione d'aver già sottomano il divino, una multipla confusione assale ogni cosa compiuta o ideata: Le opere possenti progettate. Noi soli nel Creato soffriamo (più fortunati ponti e rotaie!) la duplice condanna di fallire e sapere il proprio fallimento. Ma un segno, l'unico, svela che fummo Dei: è la vergogna di crollare, pur sotto pesi immani. Gran carico o dure avversità. Oh Potenza velata di mistero, di cui invano cerchiamo il sentiero, assistici nell'ora di pena e rovina. E per quel segno che Ti manifesta, noi gli spezzati, proprio perché spezzati, sorgeremo ancora a costruir di nuovo. In piedi, a costruire ancora! Loggia Madre C'erano Rundle, il capo stazione, E Beazeley, delle Ferrovie, E Ackman dell'Intendenza, E Donkin delle Prigioni, E Blake il sergente istruttore, Per due volte fu il nostro Venerabile Con quello che aveva il negozio «Europa», Il vecchio Framjee Eduljee. Fuori - «Sergente, Signore, Saluto, Salaam» Dentro, «Fratello», e non c'era nulla di male. Ci incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra, Ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre laggiù! Avevamo Bola Nath il contabile E Saul, l'israelita di Aden, E Din Mohammed disegnatore al Catasto, C'erano Babu Chuckerbutty, E Amir Singh, il Sikh, E Castro delle officine di riparazione, Il Cattolico Romano! Non avevamo belle insegne, E il nostro Tempio era vecchio e spoglio, Ma conoscevamo gli antichi Landmarks, E li osservavamo per filo e per segno. E guardando tutto ciò all'indietro, Mi colpisce questo fatto, Che non esiste qualcosa come un infedele, Eccetto, forse, noi stessi. Poiché ogni mese, finiti i Lavori, Ci sedevamo tutti e fumavamo, (Non osavamo fare banchetti Per non violare la casta di un Fratello), E si parlava, uno dopo l'altro, Di Religione e di altre cose, Ognuno rifacendosi al Dio che meglio conosceva. L'uno dopo l'altro si parlava, E non un solo Fratello si agitava, Fino a che il mattino svegliava i pappagalli, E quell'altro uccello vaneggiante; Si diceva che ciò era curioso, E si rincasava per dormire, Con Maometto, Dio e Shiva Che facevano il cambio della guardia nelle nostre teste. Sovente, al servizio del Governo, Questi passi erranti hanno visitato E recato saluti fraterni A Logge d'oriente e d'occidente, Secondo l'ordine ricevuto, Da Kohat a Singapore, Ma come vorrei rivedere Ancora una volta quelli della mia Loggia Madre! Vorrei potere rivederli, I miei Fratelli neri e scuri, Tra l'odore piacevole dei sigari di là, Mentre ci si passa l'appiccicafuoco; E con il vecchio khansamah che russa Sul pavimento della dispensa, Ah! essere Maestro Massone di buona fama Nella mia Loggia Madre, ancora una volta! Fuori - «Sergente, Signore, Saluto, Salaam» Dentro, «Fratello», e non c'era nulla di male. Ci incontravamo sulla Livella e ci separavamo sulla Squadra, Ed io ero Secondo Diacono nella mia Loggia Madre laggiù! Se... Se riesci a non perdere la testa, quando tutti intorno La perderanno, e te ne incolperanno; Se crederai in te stesso, quando tutti dubiteranno, ma saprai intendere il loro dubbio, Se saprai attendere, e non ti stancherai di attendere; ed essere calunniato senza calunniare; Se saprai essere odiato, senza dar sfogo all'odio, e non apparir troppo bello, né parlar troppo saggio; Se saprai sognare - ma dai sogni saprai non farti dominare; Se saprai pensare - ma dei pensieri saprai non farne il fine; Se saprai trattare nello stesso modo due impostori Trionfo e Disastro - quando ti capiteranno innanzi; Se saprai sopportare di sentire quello che hai detto di giusto, falsato da ribaldi per farne trappola ai creduli; Se saprai piegarti a ricostruire, con gli utensili ormai tutti consumati, Le cose a cui hai dato la vita, ormai infrante; Se saprai fare un mucchio di tutte le tue vincite e rischiarlo in un giro di testa e croce; E perdere e ricominciare da capo e non fiatar verbo sulle tue perdite; Se saprai forzare cuore, nervi e tendini per aiutare il tuo volere, ben oltre la stanchezza, E così resistere quando non c'è più nulla in te tranne che le volontà che dice loro: reggete! Se saprai parlare alle folle senza sentirti re, O intrattenere i re parlando francamente, Se né amici né nemici avranno il potere di offenderti, Pur tutti contando per te, ma troppo mai nessuno; Se saprai riempire il minuto che non perdona, coprendo una distanza che valga i sessanta secondi; Tuo sarà il mondo e tutto ciò che contiene E, ancor di più, ragazzo mio, sarai un Uomo! La sera dell'Agape Di quando in quando, disse Re Salomone, Osservando i suoi cavatori estrarre la pietra, Metteremo assieme il nostro aglio e il vino e il pane E banchetteremo ai piedi del Trono. E tutti i Fratelli verranno a mensa Come semplici Compagni Né più né meno. Portate questo messaggio a Hiram Abif, Eccellente Maestro alla fucina e in miniera: Nevica quasi sempre sulle gole del Libano, E soffia sempre il vento giù sulla spiaggia di Joppa: Ma una volta tanto, il messaggio porta L'ordine di Salomone: Dimentica queste cose! Fratello ai Mendicanti e Compagno ai Re, Compagno ai Principi Dimentica queste cose! Compagno, dimentica queste cose. Città, Troni e Potenze Città, Troni e Potenze stanno al cospetto del Tempo, non più a lungo dei fiori, che ogni giorno muoiono: ma, come nuove gemme spuntano per rallegrare nuovi uomini, dalla Terra esausta e trascurata le Città risorgono. Il narciso di questa stagione, mai non sa qual mutamento, caso, o gelo, ha falciato quelli dello scorso anno; ma con contegno audace, e poco consapevole, crede che i suoi sette giorni durino eterni. Così il Tempo clemente verso tutti gli esseri, ci fa altrettanto ciechi e audaci di lui: e sul punto stesso della morte, e certa sepoltura, ombra a ombra convinta afferma: "Vedi l'opera nostra come dura!" Tratto da "I capolavori di Rudyard Kipling" Mursia Editore 1966 - 1968 Congedo Il fumo sul vostro Altare muore, I fiori appassiscono, La Dea del vostro sacrificio Eā fuggita. Che serve dunque cantare o immolare La vittima un giorno dopo l'altro? «Sappiamo che il Santuario è vuoto»,risposero, « E la Dea fuggita Eppure ghirlande sono deposte sull'altare ā La Pietra dell'Altare è annerita dal fumo dei sacrifici, Sebbene Essa sia fuggita ai nostri occhi. Perché forse, se continuiamo a cantare E ad aver cura del Santuario, Qualche vagante Divinità alata Si dirigerà qui; E trovando tutto disposto in ordine, Si fermerà mentre adoriamo ai Suoi piedi».