STAMINALI in OFTALMOLOGIA
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STAMINALI in OFTALMOLOGIA
STAMINALI in OFTALMOLOGIA ROMA 5 DICEMBRE 2013 RADISSON HOTEL VIA TURATI - ROMA ORE 09.00 STUDIO OCULISTICO DR. ERMANNO SCERRATI Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 1 Sommario 1. Premessa .................................................................................................................................................. 3 2. Quali cellule si possono utilizzare in Oftalmologia (bibliografia) .............................................................. 3 3. Campo di applicazione in Oftalmologia (bibliografia) ............................................................................... 3 3.1. 3.1.1. Quali applicazioni.......................................................................................................................... 4 3.1.2. Quali risultati ottenuti ed in prospettiva ...................................................................................... 5 3.2. Retina ............................................................................................................................................... 6 3.2.1. Quali applicazioni.......................................................................................................................... 7 3.2.2. Quali risultati ottenuti ed in prospettiva ...................................................................................... 8 3.3. 4. Cornea - Limbus ................................................................................................................................ 3 Nervo Ottico ..................................................................................................................................... 8 3.3.1. Quali applicazioni.......................................................................................................................... 9 3.3.2. Quali risultati ottenuti ed in prospettiva ...................................................................................... 9 Bibliografia ............................................................................................................................................... 9 Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 2 1. Premessa Le cellule staminali sono cellule non specializzate in grado di dividersi dando origine contemporaneamente ad una cellula staminale (uguale alla cellula madre) ed una cellula precursore di una progenie cellulare che alla fine darà a sua volta origine a cellule terminalmente differenziate (mature). [ R. Dulbecco]. Le prime cellule staminali scoperte furono quelle emopoietiche, le quali, esprimono sulla loro superficie un particolare marker (CD34), sono in grado di ricostruire completamente e permanentemente tutte le cellule del sangue e del sistema immunitario ( es. dopo terapie antitumorali). Le cellule staminali vengono suddivise in: Totipotenti: quando possono dare origine a qualsiasi tipo di cellula. Sono cellule embrionali, cioè vengono prelevate da embrioni al 5° giorno di vita. Pluripotenti: quando possono dare origine solo ad alcuni tipi di cellule. Possono essere Germinali embrionarie, quando vengono prelevate da embrioni di 6 settimane, cordonali o placentari, quando vengono prelevate dalla placenta e dal cordone ombelicale, adulte, quando vengono prelevate dal midollo osseo oppure dal sangue ( leucoaferesi). Entrambi i due tipi di cellule, perché si sviluppino, necessitano dell’ azione di fattori di crescita diversi a seconda del tessuto. ( es T.N.F. della Levi Montalcini). Multipotenti: si specializzano solo in certi tipi di cellule; Unipotenti: generano solo un certo tipo di cellula (ad esempio della cornea, del fegato, ecc.). 2. Quali cellule si possono utilizzare in Oftalmologia (bibliografia) Per quanto riguarda gli occhi l’utilizzo di staminali riguarda principalmente la cornea (già possibile) e la retina (non ancora avvenuto sull'essere umano). A livello retinico il primo esperimento sugli esseri umani durerà almeno tre anni e inizierà in Giappone intorno alla metà del 2014 su sei ipovedenti affetti da AMD (forma umida di degenerazione maculare legata all'età, che ha ridotto la loro acuità visiva a meno di 1/10). I ricercatori sperano di recuperare, in questo modo, circa un decimo. Il protocollo sperimentale – che fa ricorso a cellule adulte geneticamente riprogrammate sino allo stadio di staminali (iPS) – è stato approvato dal Ministero della Salute giapponese a luglio 2013. L'esperimento prevede che cellule della pelle (fibroblasti) vengano 'ringiovanite' intervenendo sul loro DNA e poi vengano fatte sviluppare sino allo stadio di cellule retiniche (epitelio pigmentato retinico). 3. Campo di applicazione in Oftalmologia (bibliografia) 3.1.Cornea - Limbus Il limbus corneale (zona di passaggio dalla cornea alla congiuntiva bulbare) rappresenta la sede delle cellule staminali corneali naturali, che servono come riserva per la rigenerazione e proliferazione dell’epitelio corneale stesso. Come tutte le staminali epiteliali hanno un potenziale virtualmente illimitato di divisione cellulare. Infatti, in seguito allo stimolo da parte dei fattori di crescita, queste si differenziano in “cellule amplificanti transitorie”, Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 3 le quali poi si replicano e differenziano ulteriormente fino a raggiungere uno stato di maturazione definitiva. Sono contenute in nicchie, ricche di vasi sanguigni e linfatici, all’interno delle quali si pone l’epitelio e le palizzate di Vogt. Tali cellule sono poco differenziate, manifestando una spiccata capacità proliferativa (clonogenicità). Se ne distinguono tre popolazioni diverse: olocloni (capaci di 120-160 divisioni, sono le cellule staminali per eccellenza), paracloni (capaci di 15 divisioni), merocloni (rappresentano una forma di riserva di paracloni). Nel soggetto sano è, quindi, evidente come la presenza di cellule staminali efficienti a livello del limbus corneale permetta di riparare i danni corneali causati da fenomeni traumatici, infettivi ed infiammatori di media e lieve entità. Purtroppo, quando una malattia o un trauma corneale causano un’alterazione delle staminali limbari determinando una loro diminuzione di numero, si ha il cosiddetto deficit o insufficienza limbare: la cornea non riesce più a riparare il proprio epitelio di superficie e va incontro a gravi complicazioni che possono mettere a repentaglio la vista. In questi casi le ricerche scientifiche degli ultimi anni hanno permesso di compiere grandi passi avanti; infatti, eseguendo trapianti di staminali limbari si è potuto restituire all’epitelio corneale la capacità di rigenerarsi, anche se ancora con risultati non sempre soddisfacenti. Tuttavia, il solo trapianto di cellule staminali non permette di ottenere un’acuità visiva paragonabile a quella precedente al trauma, ma spesso è la combinazione del trapianto di cellule staminali e di altre procedure chirurgiche (trapianto di cornea) che dà la possibilità di migliorare la condizione visiva, restituendo la trasparenza alla cornea danneggiata. 3.1.1. Quali applicazioni Autotrapianto di congiuntiva e di limbus (Conjunctival Limbal Autograft – CLAU) Il CLAU è quella procedura chirurgica in cui il tessuto limbare e il suo carrier congiuntivale vengono prelevati dall’occhio sano del paziente ed innestato nell’occhio con deficienza limbare. E’ la tecnica chirurgica di scelta nei casi di deficit limbare unilaterale. Il vantaggio principale è il fatto che non è richiesta terapia immunosoppressiva, a differenza delle procedure di allo trapianto. Il prerequisito fondamentale è che l’occhio donatore sia sano e privo di qualsiasi condizione da cui si possa sviluppare una deficienza limbare in futuro. L’occhio ricevente è preparato effettuando la peritomia congiuntivale e rimuovendo l’epitelio corneale anomalo o il pannus mediante la cheratectomia superficiale o l’epitelectomia. La congiuntiva viene sottominata e recessa posteriormente. Il prelievo di congiuntiva e di limbus viene effettuato nell’occhio donatore alle ore 12 e alle ore 6, innestato nell’occhio ricevente ad ore 6 e ore 12 e suturato sulla superficie bulbare. In caso di alterazione della membrana basale, può essere necessario preparare il letto ricevente con l’innesto di una membrana amniotica . Al termine dell’intervento è eseguita una tarsorrafia al fine di proteggere il lembo trapiantato e favorire la crescita dell’epitelio. Allo trapianto di congiuntiva e di limbus da donatore vivente (Living related conjunctival limbal allograft lrCLAL) Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 4 Il lr- CLAL è quella procedura chirurgica in cui il tessuto limbare con il suo carrier di congiuntiva è ottenuto da un occhio sano di un donatore vivente (genitore o germano) e trapiantato sull’occhio malato di un ricevente. Le indicazioni e la tecnica chirurgica sono molto simili al CLAU. I candidati a questo tipo di procedura chirurgica sono i pazienti affetti da patologia bilaterale. A differenza del CLAU, i pazienti che vengono sottoposti a questo intervento hanno il rischio di rigetto, significativamente aumentato in occhi già infiammati e nel caso in cui sia presente una reazione infiammatoria, vengono sottoposti a periodi anche prolungati di immunosoppressione preoperatoria per controllare l’infiammazione. In aggiunta, tale terapia viene effettuata anche post operatoriamente per evitare il rigetto del lembo trapiantato. Allotrapianto limbare da donatore cadavere (Cadaveric Keratolimbal allograft – KLAL) Il KLAL è quella procedura chirurgica in cui il tessuto limbare, attaccato ad un carrier corneo-sclerale, è ottenuto da un donatore cadavere ed innestato su un occhio ricevente. Esso è indicato nelle condizione patologiche di bilateralità e può rappresentare un’alternativa in quelle patologie unilaterali in cui l’occhio che deve donare non è idoneo o nei casi in cui il paziente rifiuta il prelievo dall’unico occhio sano. Rappresenta l’unica scelta in quelle condizioni patologiche bilaterali in cui non è possibile utilizzare un donatore vivente, ed è la procedura ideale in quelle condizioni in cui il coinvolgimento congiuntivale è assente o minimo. Può venire eseguita una cheratoplastica perforante contemporanea all’allotrapianto. Allo trapianto combinato di congiuntiva e di limbus (Combined Conjunctival and keratolimbal allograft – CKLAL) Il C-KLAL è quella tecnica chirurgica , recentemente consigliata, in cui viene trapiantato tessuto limbare da donatore cadavere (KLAL) e congiuntiva e limbus da donatore vivente (lr- CLAL). E’ particolarmente indicata in quelle condizioni patologiche bilaterali in cui il coinvolgimento della superficie oculare è esteso. In questi pazienti, la perdita di congiuntiva contribuisce significativamente alla patologia di superficie. C-KLAL significa, quindi, apportare una maggiore quantità di congiuntiva e di cellule staminali. Espansione ex-vivo di cellule staminali E’possibile ottenere cellule staminali da un piccolo prelievo, anche in condizioni di patologia bilaterale, coltivare queste cellule e trapiantarle. Sono state descritte tecniche di espansione cellulare autologa, così come tecniche di allo trapianto. 3.1.2. Quali risultati ottenuti ed in prospettiva La comunità scientifica internazionale riconosce il successo di una terapia avanzata tutta italiana, basata sul trapianto autologo di epitelio corneale ricostruito in laboratorio grazie alle cellule staminali, in grado di restituire l'integrità della cornea e la capacità visiva a pazienti con gravi danni alla superficie corneale e deficit di cellule staminali limbari dovuti ad ustioni chimiche. Lo studio, pubblicato sulla rivista americana “New England Journal of Medicine”, una delle più autorevoli al mondo in campo medico, testimonia la sicurezza e l'efficacia di una terapia ormai consolidata, effettuata con colture di cellule staminali adulte. Lo studio, in particolare, analizza i risultati a lungo termine - fino a 10 anni - ottenuti su un campione di 112 pazienti, omogeneo per patologia, Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 5 metodi diagnostici e chirurgici, frequenza dei controlli e le accurate analisi del follow-up. La percentuale di pieno successo di questo studio supera il 75%. Il messaggio di questo studio riguarda la stabilità nel tempo dei risultati ottenuti, che si mantengono grazie ad una ben definita quantità di cellule staminali della cornea impiantata, che le consentono di autorinnovarsi e di rigenerare costantemente la superficie corneale con le stesse identiche caratteristiche di una cornea sana. Un grande vantaggio offerto da questa tecnologia è la perfetta compatibilità, che consente di evitare gli effetti collaterali tipici delle cellule da donatore, come un possibile rigetto o l'immunosopressione. La tecnica, messa a punto dall'equipe della Prof. Pellegrini e del Prof. De Luca e inizialmente pubblicata su Lancet nel 1997, prevede infatti un piccolissimo prelievo bioptico al confine tra cornea e congiuntiva del paziente, che viene eseguito dal chirurgo in anestesia locale e inviato al laboratorio di terapia cellulare per l'estrazione delle cellule staminali, che vengono messe in coltura per generare un epitelio corneale perfettamente identico a quello sano che viene poi trapiantato sul paziente stesso. I risultati ottenuti, unici al mondo per stabilità dell'epitelio rigenerato e durata del periodo di osservazione clinica, sono assolutamente confortanti e consentono di proporre serenamente ai pazienti questa opportunità terapeutica e rispondono alle necessità degli enti regolatori nazionali e internazionali di acquisire dati importanti per la valutazione di eventuali rischi connessi alle terapie avanzate su un numero consistente di pazienti e sul lungo termine. 3.2.Retina La retina è un tessuto localizzato nel segmento posteriore dell’occhio aventi tutte le caratteristiche di un tessuto nervoso vero e proprio e come tale può essere investito da processi degenerativi che conducono ad un peggioramento della visione. La perdita della vista ha un impatto devastante sulla qualità della vita e limita le normali attività quotidiane. La corrente terapia farmacologica porta ad una limitazione della progressione della patologia degenerativa, senza rigenerare il tessuto danneggiato. Il trapianto cellulare rappresenta una nuova finestra terapeutica nella degenerazione retinica in quanto permetterebbe una rigenerazione del tessuto danneggiato. Il trapianto di cellule staminali costituisce un importante target terapeutico in molte patologie degenerative della retina, come la degenerazione maculare senile, la retinite pigmentosa e la retinopatia diabetica. Molte di queste patologie hanno in comune la morte irreversibile dei fotorecettori e/o perdita della loro funzione. La retinopatia diabetica è la causa principale di cecità nei soggetti adulti di media età (Klein, 2007). La Degenerazione Maculare Senile (AMD) è la causa principale di una perdita irreversibile della visione; essa influenza più di 20 milioni di persone nel mondo che hanno un’età superiore a 50 anni (Cruess et al., 2007). La Retinite Pigmentosa colpisce, in modo predominante, la popolazione pediatrica e i giovani adulti ed è la causa principale di cecità, associata ad una degenerazione retinica genetica e ereditaria (Shintani et al., 2009), nella cui eziopatogenesi sono coinvolti un sorprendente numero di mutazioni geniche. La terapia corrente per le patologie degenerative della retina focalizza sul trattamento farmacologico che rallenta la progressione della patologia. Infatti, un’ampia letteratura evidenzia come il trapianto cellulare possa essere una strategia alternativa all’attuale terapia farmacologica (Ballios and van der Kooy, 2010). Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 6 E’ stato osservato che nell’AMD e nella retinite pigmentosa la micro-architettura della retina interna risulta relativamente intatta, se non si considera la perdita dei fotorecettori, e quindi un approccio terapeutico potrebbe essere rappresentato dalla possibilità di ripopolare i fotorecettori degenerati. Le cellule staminali sono la più allettante fonte cellulare per la terapia sostitutiva e sono utili per il trattamento dei tessuti “injured”, ammalati o anziani e devono essere considerate un promettente potenziale terapeutico per la ricostruzione delle cellule danneggiate nella retina e per un intervento personalizzato in pazienti selezionati. 3.2.1. Quali applicazioni Sono due i trattamenti sperimentali che potrebbero essere d’aiuto ai pazienti affetti da Retinite Pigmentosa (RP), rara malattia genetica progressiva che comporta la riduzione della vista fino alla cecità. Si tratta di modalità terapeutiche a base di cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) e terapia genica, che hanno dimostrato di produrre un miglioramento della funzione visiva a lungo termine su modelli murini della malattia. I trattamenti sono stati entrambi testati sul modello animale dal Dott. Stephen H. Tsang della Columbia Unversity. Lo studio sulle cellule staminali è stato pubblicato sulla rivista Molecular Medicine mentre lo studio sulla terapia genica è stato pubblicato su Human Molecular Genetics. Nel primo studio i ricercatori hanno testato l’efficacia e la sicurezza dell’innesto di cellule iPS per ripristinare la funzione visiva in un modello murino di RP. Come le cellule staminali embrionali, anche le cellule iPS sono "pluripotenti" - cioè, essi sono in grado di svilupparsi in qualsiasi tipo di cellula. Tuttavia, le cellule iPS non sono derivate da embrioni ma da cellule adulte, in questo caso da cellule epiteliali umane. Le cellule sono state somministrate, mediante iniezione direttamente sotto la retina, quando i topi malati avevano appena cinque giorni di vita. Le cellule iPS sono state assimilate nella retina ospite, senza causare tumori e sviluppando marcatori specifici di epitelio pigmentato retinico (lo strato di cellule adiacente allo strato dei fotorecettori), dimostrando di avere il potenziale per svilupparsi in cellule retiniche funzionali. Utilizzando l’elettroretinografia, un metodo standard per misurare la funzione della retina, i ricercatori hanno scoperto che la funzione visiva dei è topi migliorata dopo il trattamento e l'effetto è durato a lungo. Si tratta della prima prova di recupero neuronale in un modello animale grazie al trapianto di cellule staminali con miglioramento della vista per tutta la durata della vita dell’animale stesso. Già nel 2011 la statunitense Food and Drugs Administration (FDA) aveva approvato la possibilità del trapianto di cellule staminali embrionali per il trattamento delle degenerazioni maculari. Si tratta però di una terapia che richiede una forte immunosoppressione, che non è sempre tollerata da tutti i pazienti. Il metodo di Tsang si configura come una valida alternativa, visto che le cellule iPS possono fornire un rifornimento potenzialmente illimitato di cellule per il salvataggio funzionale e l’ottimizzazione delle funzioni retiniche, senza la necessità dell’immunosoppressione. Si tratta di un metodo che teoricamente potrebbe essere usato anche per il trattamento della Degenerazione Maculare Senile, principale causa di perdita della vista tra adulti e anziani. Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 7 Per quanto riguarda invece la terapia genica il team di Tsang ha sperimentato una metodica potenzialmente in grado di migliorare la sopravvivenza dei fotorecettori e la funzione neuronale dei topo affetti dalla particolare forma di Retinite Pigmentosa causata da una mutazione del gene fosfodiesterasi-alfa. I ricercatori hanno utilizzato virus adeno-associati come vettore per trasportare copie corrette del gene nella retina. La somministrazione è stata effettuata tramite una singola iniezione su un solo occhio. Dopo circa sei mesi nell’occhio trattato degli animali coinvolti nella sperimentazione erano presenti cellule fotorecettrici e risposte visive funzionali, assenti negli occhi non trattati, che nel frattempo avevano perso completamente la visione. 3.2.2. Quali risultati ottenuti ed in prospettiva “Questi risultati supportano la teoria che la mutazione di fosfodiesterasi-alfa può essere curata con la terapia genica. Si tratta di terapie che devono ancora essere perfezionate ma i risultati per ora sono molto incoraggianti.” (Dott. Stephen H. Tsang) I nostri risultati forniscono la prima prova per il recupero neuronale di tutta una vita in un modello preclinico affetto dalla degenerazione della retina, utilizzando il trapianto di cellule staminali, con un miglioramento della capacità visiva per tutta la vita”, ha affermato Tsang, “E soprattutto non abbiamo visto alcun tumore in nessuno dei topi, il che dovrebbe incidere su una delle più grandi paure delle persone sui trapianti di cellule staminali: che generino tumori.” Finora nessuna iPS è stata trapiantata nell’essere umano, ma secondo gli oftalmologi, l’occhio è il banco di prova ideale per le terapie attraverso gli iPS. 3.3.Nervo Ottico La rigenerazione del nervo ottico appare un obiettivo distante, da un punto di vista clinico, anche se i primi studi effettuati sono risultati incoraggianti nei modelli sperimentali. Sia le cellule staminali embrionali che quelle derivate dall’adulto e i loro precursori sono state applicate ai modelli sperimentali di glaucoma. Molti studi hanno portato alla conclusione che trattamenti con le cellule staminali possono prolungare la sopravvivenza delle cellule ganglionari retiniche, grazie alla possibile integrazione di fattori neurotrofici. Test sull’attività visiva, in animali da laboratorio, possono verificare l’effetto delle cellule impiantate o dei farmaci utilizzati a raggiungere questo scopo. Questi test che includono il monitoraggio del senso di orientamento, del senso di stabilità e la capacità di prendere gli oggetti in movimento sono frequentemente usati nei roditori e si basano sul principio che gli animali con buona acuità visiva muoveranno la testa per afferrare un oggetto in movimento. Nei vertebrati inferiori, la rigenerazione del nervo ottico è un evento che si manifesta anche negli animali adulti e sono le cellule di Muller quelle deputate a formare le nuove cellule ganglionari retiniche. Altri tipi cellulari mostrano integrazione nella retina, ma non si differenziano spontaneamente in fenotipi simili alle cellule ganglionari retiniche. Questi includono precursori neuronali impiantati negli occhi selettivamente depletati di cellule ganglionari attraverso assotomia e cellule progenitrici dei neuroni corticali umani. Questi progenitori, impiantati nello spazio sotto-retinale di scimmie e ratti sani, formano una singola cellula nello spazio nucleare della retina e sopravvivono per più di cinque settimane senza turbare la funzione retinale, anche se non ci sono dati significativi circa la loro differenziazione in neuroni o in cellule ganglionari. Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 8 Sarebbe interessante valutare l’utilizzo del cordone ombelicale umano come fonte di cellule staminali nella patologia del glaucoma. 3.3.1. Quali applicazioni 3.3.2. Quali risultati ottenuti ed in prospettiva La speranza è che, almeno in futuro, le staminali possano essere utilizzate per curare una serie di malattie degenerative che, allo stato attuale, costituiscono una delle principali cause della cecità (retinite pigmentosa, degenerazione maculare legata all'età, ecc.). Grandi speranze sono date, nel caso di malattie genetiche di tipo degenerativo, dall'uso combinato della terapia genica (iniezione del gene corretto sotto alla retina) e dall'impiego delle staminali (ad esempio quelle adulte riprogrammate). Al momento in cui scriviamo, tuttavia, le staminali non sono state ancora utilizzate per rigenerare la retina umana, ma gli esperimenti sono stati effettuati esclusivamente su cavie di laboratorio anche impiegando staminali umane. John Gurdon, premio Nobel per la Medicina 2012, ha affermato – il 12 aprile 2013 – che, per il trattamento delle degenerazioni retiniche con staminali adulte "ci sono prospettive molte solide". Bisognerà però aspettare ulteriori studi prima di avere un'eventuale applicazione clinica, ammesso che gli esperimenti sugli esseri umani abbiano successo. 4. Bibliografia 1) "Stem Cells Improve Visual Function in Blind Mice", Columbia University, 13 settembre 2012. Studio originale: Li Y, Tsai YT, Hsu CW, Erol D, Yang J, Wu WH, Davis RJ, Egli D, Tsang SH, "Long-term safety and efficacy of humaninduced pluripotent stem cell (iPS) grafts in a preclinical model of retinitis pigmentosa", Molecular Medicine 2012 Dec 6;18:1312-9. doi: 10.2119/molmed.2012.00242 2) Jason S. Meyer, Rebecca L. Shearer, Elizabeth E. Capowski, Lynda S. Wright, Kyle A. Wallace, Erin L. McMillan, SuChun Zhang, David M. Gamm, "Modeling early retinal development with human embryonic and induced pluripotent stem cells", PNAS 2009 106 (39) 16698-16703; published ahead of print August 25, 2009, doi:10.1073/pnas.0905245106 3) Coles BL, Angénieux B, Inoue T, Del Rio-Tsonis K, Spence JR, McInnes RR, Arsenijevic Y, van der Kooy D., "Facile isolation and the characterization of human retinal stem cells", Proc Natl Acad Sci U S A., Nov 2;101(44):15772-7. Epub 2004 Oct 25 4) Singh MS, Charbel Issa P, Butler R, Martin C, Lipinski DM, Sekaran S, Barnard AR, MacLaren RE., "Reversal of endstage retinal degeneration and restoration of visual function by photoreceptor transplantation", Proc Natl Acad Sci U S A. 2013 Jan 15;110(3):1101-6. doi: 10.1073/pnas.1119416110. Epub 2013 Jan 3 5) Li T, Lewallen M, Chen S, Yu W, Zhang N, Xie T., "Multipotent stem cells isolated from the adult mouse retina are capable of producing functional photoreceptor cells", Cell Res. 2013 Apr 9. doi: 10.1038/cr.2013.48 [Epub ahead of print] 6) "Smoke and Mirrors" (Editorial), Nature, Volume: 496, pp. 269–270, 18 April 2013, DOI: doi:10.1038/496269b 7) "Pilot clinical study into iPS cell therapy for eye disease starts in Japan", July 30, 2013, Riken Il Dott. Peter Gouras (oftalmologia) ha aperto la strada al trapianto retinico delle cellule dove le cellule staminali sono collocate al di sotto della retina. Co-author su questo documento, DRS. Nan-Kai Wang (un ex collega retinico ora all'Ospedale Commemorativo di Chang Gung, all'Università di Chang Gung di Medicina ed alla National Taiwan Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 9 University in Taiwan) e Joaquin Tosi (oftalmologia) hanno usato questa tecnica per collocare le cellule staminali trapiantate al di sotto della retina. Il Dott. Gouras egualmente ha messo a punto molti dei metodi non invadenti impiegati per valutare la funzione di un neurone nel sistema visivo del mouse, quale l'elettroretinografia, che misura la risposta della retina ad indicatore luminoso. Le strategie per uso embrionale della cellula staminale sono state sviluppate a Colombia dal Dott. Elizabeth J. Robertson (ora a Oxford). In collaborazione con il Dott. Pamela L. Schwartzberg (ora agli Istituti della Sanità Nazionali) ed il Dott. Stephen P. Goff (biochimica, biofisica molecolare e microbiologia), il Dott. Robertson ha combinato le cellule staminali embrionali con la ricombinazione omologa per raggiungere l'individuazione dei geni, producendo i primi mouse gene-mirati a. Le tecniche impiegate per costruire le cellule staminali sono state sviluppate a Colombia da DRS. Goff e la Virginia E. Papaioannou (la genetica). Il Dott. Victor Chyuan-Sheng Lin (patologia) del Co-author ha spillato il lavoro d'estrazione del Premio Nobel del Dott. Martin Chalfie (scienze biologiche) su proteina fluorescente verde, per girare le cellule staminali utilizzate in questo giallo della ricerca, permettendo al gruppo di usare la rappresentazione per vederle non invadente nei mouse. Il Dott. Takayuki Nagasaki (oftalmologia) ha sviluppato una tecnica di rappresentazione avanzata, conosciuta come la rappresentazione di autofluorescence del fondo, che ha permesso ai ricercatori di esaminare l'occhio del mouse facendo uso dei metodi non invadenti. Van Hoffelen SJ, Young MJ, Shatos MA, Sakaguchi DS. Incorporation of murine brain progenitor cells into the developing mammalian retina. Invest Ophthalmol Vis Sci. 2003;44:426-434. Kubota R, Hokoc JN, Moshiri A, McGuire C, Reh TA. A comparative study of neurogenesis in the retinal ciliary marginal zone of homeothermic vertebrates. Brain Res Dev Brain Res. 2002;134:31-41. Kelly DL, Rizzino A. DNA microarray analyses of genes regulated during the differentiation of embryonic stem cells. Mol Reprod Dev. 2000;56:113-123. Satoh J, Kuroda Y. Differential gene expression between human neurons and neuronal progenitor cells in culture: an analysis of arrayed Cdna clones in NTera2 human embryonal carcinoma cell line as amodel system. J Neurosci Methods. 2000;94:155-164. Park IK, He Y, Lin F, et al. Differential gene expression profiling of adult murine hematopoietic stem cells. Blood. 2002;99:488-498.Young MJ, Ray J, Whiteley SJ, Klassen H, GageFH. Neuronal differentiation and morphological integration of hippocampal progenitor cells transplanted to the retina of immature and mature dystrophic rats. Mol Cell Neurosci. 2000;16: 197-205. Compilato da: Dott.ssa COLETTA E. Rivisto da: Dott. SCERRATI E. Approvato da: Dott. SCERRATI E. Riproduzione vietata 10