documento FNOVI

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documento FNOVI
Farmaco veterinario
in Apicoltura:
uso in deroga
Acido Ossalico
Studio in preparazione al Tavolo di lavoro
Apicoltura del 19 Aprile 2010
Roma, 12 Aprile 2010
Sommario
Premessa.............................................................................................................3
La situazione nazionale......................................................................................4
Priorità.................................................................................................................4
Farmaci antivarroa ….........................................................................................4
Tabella 1 degli acaricidi consentiti in Italia......................................................5
Tabella 2 degli acaricidi consentiti in Italia......................................................7
Tabella 3 altri acaricidi.......................................................................................9
Considerazioni generali....................................................................................10
Acido Ossalico...................................................................................................10
Acido Formico....................................................................................................15
Acido Lattico......................................................................................................15
Timolo.................................................................................................................16
Considerazioni finali......................................................................................... 16
Appendice...........................................................................................................17
Normativa di riferimento nazionale ed europea..............................................17
Normativa di riferimento regionale..................................................................19
Allegati................................................................................................................22
Ringraziamenti...................................................................................................23
Premessa
La FNOVI ha recepito un grave disagio operativo nella categoria dei veterinari che intendano
avvicinarsi a tale settore zootecnico.
Seppur l'apicoltura sia afflitta da alcune gravi patologie che necessitano di una assistenza
sanitaria competente e permanente, sebbene la filiera del miele non possa fare a meno di
consulenti preparati ad affrontare i regolamenti di igiene europei, nonostante il palese bisogno
formativo degli apicoltori (elevata presenza di hobbisti), la professione veterinaria stenta ad
affermarsi nel settore a causa di alcuni impedimenti che la FNOVI intende affrontare e
rimuovere.
Il 41° Congresso Internazionale di Apimondia (Apimondia International Federation of
Beekeepers' Associations) ha dichiarato <<obbligatoria>> la presenza dei veterinari in
apicoltura, per riportare il settore ad un livello di assistenza che garantisca la salute delle
api e degli operatori, la sicurezza degli alimenti per la tutela dei consumatori, il
benessere agricolo e l'equilibrio ambientale.
Le difficoltà sopra menzionate, che ostacolano l'affermarsi della professione veterinaria in
apicoltura, sono qui brevemente riassunte:
−
mancanza / carenza di un’offerta formativa universitaria di base / specialistica
−
permanenza di retaggi derivati dai consorzi apistici del 1925 e dal mondo agricolo che
perpetuano la presenza nel settore di figure laiche <<esperti apistici – tecnici agricoli>>
ad occuparsi delle patologie apistiche in luogo di laureati in veterinaria
−
difficoltà applicative delle norme di polizia veterinaria inerenti le patologie delle api
−
ridotta disponibilità di molecole chimiche farmacologicamente attive registrate per le
api
−
associazioni apistiche che non promuovono l'ingresso dei veterinari nel settore
−
scarsa collaborazione e coordinamento fra i diversi attori che si occupano del settore
(MdS – Regioni – ASL - IZS - MIPAAF) e mancanza di un piano d’azione comune
−
confusione nei ruoli e nelle competenze tra i vari attori
−
pochi liberi professionisti specialisti disponibili sul mercato del lavoro
−
poca competenza dei veterinari pubblici e pochi veterinari pubblici competenti
Il mancato ingresso dei veterinari in apicoltura favorisce il fenomeno del bricolagismo
veterinario ( diagnosi e cura delle malattie ad opera di chiunque), con conseguenze disastrose
per il settore, quali:
−
errato utilizzo dei prodotti presenti in commercio ( dosi minori per risparmiare).
−
uso /abuso di prodotti non consentiti, anche cancerogeni e pericolosi (clorfenvinfos,
rotenone, CAF, nitrofurani, pesticidi agricoli, prodotti tecnico-industriali)
−
approvvigionamento di sostanze farmacologicamente attive da canali non regolari
−
utilizzo di farmaci registrati per altri animali
−
mancata tracciabilità del farmaco – mancata registrazione dei trattamenti
−
uso di molecole farmacologicamente attive in dosi di fantasia e con metodi di utilizzo
pericolosi per gli operatori
−
inquinamento dei prodotti dell'alveare (residui e contaminanti nel miele, pappa reale,
polline, propoli)
−
inquinamento cronico della cera (avvelenamento endogeno)
−
<<farmaco dipendenza >> delle api da antibiotici
−
farmaco resistenza della varroa
−
diminuzione della forza vitale delle api – spopolamento
−
mancata applicazione del regolamento di Pol. Vet. cui consegue la diffusione
endemica delle malattie principali e di quelle correlate alla diffusione della varroa (virosi) ed
agli squilibri biologici provocati dai farmaci stabilmente presenti nell'ambiente alveare
(nosemiasi).
La situazione nazionale
La diffusione endemica della varroa su tutto il territorio nazionale ed europeo, unitamente alla
sua recrudescenza, probabilmente dovuta anche a fenomeni di farmaco resistenza che
rendono il parassita sempre meno vulnerabile ai principi attivi in commercio, preoccupano non
poco gli operatori del settore che denunciano perdite molto gravi su tutto il territorio nazionale,
tanto da chiedere al MdS lo <<stato di emergenza>>.
In particolare, la FAI riferisce che nel Friuli Venezia Giulia, nonostante la capillare
organizzazione associazionistica che coordina sul territorio gli interventi di controllo, si
denuncia nel 2009 il 90% di perdite.
Priorità
Durante la prima seduta del tavolo tecnico per l'apicoltura, svoltasi il 23 marzo scorso presso il
MdS, tutti i convenuti hanno individuato nello studio delle problematiche relative al farmaco in
apicoltura una delle priorità da affrontare.
I Farmaci Antivarroa
Le armi a disposizione degli apicoltori per combattere la varroa non sono risolutive. L'efficacia
dei prodotti in commercio è molto variabile. La tecnica dell'utilizzo alternato nel tempo, dei vari
principi attivi consente di contenere il parassita entro livelli di accettabilità. Ma quasi
inevitabilmente, si osserva una progressiva incidenza della mortalità degli alveari,
probabilmente dovuta a un fenomeno di aumento del numero dei parassiti sopravvissuti ai
trattamenti che provoca l'indebolimento progressivo della famiglia sino alla morte.
Per salvare il proprio patrimonio, non è escluso che alcuni apicoltori finiscano con adottare
pratiche non lecite e principi attivi non autorizzati attinti dall'agricoltura, importati
clandestinamente da altri paesi o acquistati tramite canali non consentiti.
Pertanto alle autorità sanitarie spetta lo studio di politiche sanitarie di prevenzione e
contenimento percorribili nell'ottica della salvaguardia del patrimonio apistico nazionale, della
tutela del consumatore, del benessere agricolo e ambientale.
TABELLA 1
ACARICIDI CONSENTITI IN ITALIA
disponibili in commercio
Principio attivo
Periodo di trattamento
Tempo di sospensione
Temperatura esterna
Dosaggio
Somministrazione
Precauzioni
Effetti
indesiderati
Avvertenze
Apistan
Vita Europe
Tau-fluvalinate (*)
Api Life Var
Chemicals Laif
Timolo,mentolo,
eucaliptolo,
canfora
estate
E’ più efficace in assenza
di covata, quindi
inizio autunno -fine
inverno.
Può esser usato in estate.
0 giorni
0 giorni
non trattare le api durante
il periodo di produzione
del miele
Conservare il prodotto a
15-20°C min 25-30°C
temperatura inferiore di
max
40 °C
Oltre i 30°C si può avere
Nessuna indicazione sulla
un eccesso di
temperatura d’uso
evaporazione, mal tollerato
dalle api
Non sotto 15°C altrimenti
il prodotto non evapora.
2 strisce per alveare poste 1 tavoletta per alveare ogni
entro i telaini 3 e 4 e 7 e 8
7-10 gg per 4 volte
in un periodo compreso tra
consecutive.
6 e 10 settimane a seconda Per permettere alle api di
delle condizioni ambientali
tollerare meglio il
e della presenza o meno di prodotto, porre un pezzo
covata
di tavoletta sui favi, la sera
precedente il trattamento.
Inserire tra i favi.
Spezzare la tavoletta in 3Mantenere le strisce in
4 parti e porre ogni parte
loco per 6-10 settimane
sui listelli dei telaini
Assenza di melario
Non utilizzare a scopi
alimentari il miele raccolto
durante il trattamento
Apiguard
Vita Europe
Timolo
estate
Intervenire subito dopo
aver tolto i melari
0 giorni
Non oltre i 30°C
Non sotto i 15°C
Il prodotto è ben tollerato
alle alte temperature,
mentre la sua efficacia può
risultare ridotta sotto 25°C.
1 vaschetta da 50 gr di gel
per alveare per due volte a
distanza di 14 giorni
Strappare il coperchio e
porre la vaschetta sopra i
favi.
Rovesciare il coprifavo in
modo che si formi
un’intercapedine che
possa accogliere la
vaschetta.
Assenza di melario
Non utilizzare quando
l’attività della colonia è
molto debole.
Assenza di melario
Usare il prodotto su
famiglie forti
Evitare il trattamento
durante un saccheggio
Farmacoresistenza
Fuoriuscita delle api
Nessuna efficacia del
Non utilizzare la cera del
dall’arnia, se la
prodotto
nido prima che siano
temperatura esterna è
se l’attività della colonia è
trascorsi 180 giorni dalla
troppo elevata.
molto debole.
sospensione del
Cercare di abituare le api
Odori anomali a cera e
trattamento.
ponendo un pezzo di
miele
Se il prodotto è usato per il tavoletta la sera precedente
A dosi superiori si
trattamento estivo, va
il trattamento.
potrebbero avere disturbi
considerato che il prodotto
Blocco di deposizione
nel comportamento della
non è efficace sulla varroa
Odori anomali a cera e
colonia (agitazione, fughe,
presente nella covata.
miele
aumento della mortalità)
Il prodotto può dare
Evitare l’inalazione,
Evitare il contatto con la
5
Confezione
Ricetta
Utilizzabile in Apicoltura
Biologica
sensibilizzazione allergica l’ingestione e d il contatto
nell’operatore
con la pelle
Busta con 10 strisce
Busta con due tavolette
No
No
Conservare i documenti di Conservare i documenti di
acquisto del prodotto
acquisto del prodotto
No
Sì
pelle e con gli occhi. Non
inalare.
Scatola da 10 vaschette
No
Conservare i documenti di
acquisto del prodotto
Sì
(*) principi attivi per i quali sono documentati casi di farmacoresistenza nell’acaro –
Vedi allegati
6
TABELLA 2
ACARICIDI CONSENTITI IN ITALIA
Apivar
Laboratories Biovè S.A.
Principio attivo
Periodo di trattamento
Amitraz *
Ripetere il trattamento a
fine estate ed ad ogni
primavera.
Thymovar
Andermatt Bio
Vet GmbH.
Timolo
Bayvarol
Bayer
Flumetrina *
Estate
1 trattamento subito
dopo l'asportazione dei
melari,per 3-4 settimane;
Preferibilmente in assenza
2° trattamento
di covata
successivo,per 3-4
settimane, fino a metà
settembre.
Tempo di sospensione
Temperatura esterna
Dosaggio
Somministrazione
Precauzioni
Effetti indesiderati
Avvertenze
0 giorni
0 giorni nel miele. Non
trattare durante la
produzione del miele. I
telaini di favi di covata non
devono essere estratti la
primavera successiva.
Nessuna indicazione d’uso. I migliori risultati si hanno
con T. di giorno tra i 20°C25°C; Non applicare se la
T. esterna supera i 30°C.
Ridotta efficacia se la T.
media <15°C.
Due strisce ogni arnia da
1 o 2 strisce secondo il
10 telaini.
tipo di arnia.
Lasciare le striscia in loco
per 6 settimane.
Inserire la striscia tra due
La striscia viene messa
elementi dell’arnia,
direttamente sopra i favi .
impiegandone due per un
In prossimità, ma non
arnia costituita da 10
direttamente sopra i favi di
elementi
covata.
Chiudere l'alveare
lasciando uno spazio di
circa 5mm tra la striscia ed
il coperchio dell'arnia,per
favorire l'evaporazione.
Non ingerire ed evitare il Conservare al di sotto di
contatto con la pelle e con
30°C.
gli occhi.
Tenere fuori dalla portata
Conservare il prodotto in
dei bambini.
luogo fresco e asciutto.
Assenza di melario
Efficacia discontinua
Indossare i guanti ed
Evitare il contatto con la
evitare di bere, mangiare e
pelle e con gli occhi .
fumare durante la
Durante la manipolazione
manipolazione delle
del prodotto l'apicoltore
strisce.
deve indossare la solita
Tenere lontano dalla
attrezzatura di protezione.
portata dei bambini e degli
7
Distributore per l’Italia
animali domestici
ZOOTECNICA s.n.c.
SAVIGNANO (FC)
0541 – 945467/944788
Confezione
10 strisce per confezione
Ricetta
SI
Conservare i documenti di
acquisto del prodotto e la
ricetta per 5 anni
No
Utilizzabile in Apicoltura
Biologica
A I C pubblicato su G.U.
N 128 del 05-06-2009. Il
farmaco al momento non è
disponibile nel circuito
distributivo italiano.
Revoca AIC su rinuncia
della ditta Bayer
D. n° 71 del 23/10/2008
Il farmaco non è
disponibile nel circuito
distributivo italiano
Sacchetto doppio con
2x5(10)strisce.
No
Sì
No
) pri (*) Principi attivi per i quali sono documentati casi di farmacoresistenza nell’acaro – Vedi
allegati
8
TABELLA 3
ACIDI ORGANICI CON POTERE ACARICIDA
Ac. Ossalico
pericoloso per l'operatore in forma sublimata
Ac. Formico
pericoloso per l’operatore
Principio attivo
Ac. Ossalico in
sol. zuccherina
al 4,2 % di ac. ossalico
Ac. Formico
sol. acquosa
al 60%
Periodo di trattamento
Tardo autunno - Inverno
Assenza di covata: il prodotto agisce solo per
contatto sulla varroa presente sulle api adulte
Estate
Tempo di sospensione
? giorni
? giorni
Temperatura esterna
Nessuna indicazione d’uso
15-20°C min -25-30°C max
il prodotto agisce per evaporazione.
Evitare le ore più calde
Dosaggio
La soluzione zuccherina al 4,2% di ac. Ossalico è 30 ml/alveare di soluzione acquosa al
ottenuta con: gr 100 di Ac. Ossalico diidrato
60% su panno spugna.
ridotto in polvere + gr 1000 di zucchero + ml
Rigirare il coprifavo
1000 di acqua distillata
Somministrazione
deve esser somministrata per gocciolamento
sopra i telaini alla dose di 5 ml per telaino
coperto di api
(dose massima 50 ml/alveare a seconda della
popolosità della famiglia)
una sola volta
Su un panno spugna, disposto su un
foglio di polietilene ed entrambi poggiati
sopra i telaini si versano 30 ml di
soluzione.
Ripetere i trattamento dopo 4-7 gg, sino
a 4 volte.
Aprire la porticina per permettere la
ventilazione
Precauzioni
Non ingerire ed evitare il contatto con la pelle e
con gli occhi.
E’ una sostanza pericolosa per
l’operatore: provoca ustioni alla pelle ed
è irritante per le vie inalatorie. Non
ingerire.
Fare uso di maschera anti-gas, occhiali,
guanti e grembiule di gomma. Acqua a
portata di mano per sciacquarsi subito.
Assenza di melario
Assenza di melario
Effetti indesiderati
In caso di sovra dosaggio
si possono verificare spopolamenti della
famiglia
Sbalzi di concentrazione dei vapori,
blocchi di ovodeposizione, morte della
regina, fuoriuscita delle api.
Provoca la corrosione di metalli che
vengono a contatto con la soluzione o coi
suoi vapori (non attacca l’acciaio inox)
Avvertenze
La soluzione zuccherina si degrada col tempo, col
calore e la luce, pertanto non farne inutili scorte
Il metodo di utilizzo per sublimazione comporta
gravi rischi per la salute degli operatori.
Tenere in contenitori non metallici.
Tenere lontano da fonti di calore perché
infiammabile. Può formare miscele
esplosive con l’aria.
Conservare il prodotto in luogo fresco e
asciutto in recipienti ben chiusi, protetto
dalla luce.
Tenere lontano dalla portata dei bambini.
Distributore per l’Italia
Ogni farmacia
Ogni farmacia
Confezione
Secondo richiesta
Secondo richiesta
Ricetta
?
Ricetta medico veterinaria galenico magistrale in
triplice copia non ripetibile
Conservare la ricetta per 5 anni
?
Ricetta medico veterinaria galenico
magistrale in triplice
copia non ripetibile.
Conservare la ricetta per 5 anni
Utilizzabile
biologica
in
apicoltura Sì
Sì
9
Considerazioni generali
Alcuni acidi organici, Ac. Ossalico, Ac. Formico, Ac. Lattico, il cui potere acaricida è stato
dimostrato dalla ricerca, sono in uso presso gli apicoltori ormai da diversi anni.
Tali acidi sono presenti nel Reg. CE 2377/1990 All. II:
Ac. Ossalico diidrato (agente antinfettivo) - Specie animale: api mellifere
Ac. Formico - Tutte le specie da produzione alimentare
Ac. Lattico - Tutte le specie animali
Il Reg. CE 2092/1991, poi Reg. CE 1804/1999 prevedono l'uso dell'acido Ossalico, Formico,
Acetico,Lattico, del Mentolo, Eucaliptolo, Timolo e Canfora per l'impiego in apicoltura biologica. Il Reg. CE 2092/1991 è stato abrogato dal Reg. 834/2007 a decorrere dal 1° gennaio 2009.
Il Reg. CE 834/2007 a sua volta è applicato secondo le modalità previste dal Reg. CE 889/2008.
Quest’ultimo comunque all’articolo 25 comma 6 così recita “ 6. Nei casi di infestazione da Varroa
destructor possono essere usati l'acido formico, l'acido lattico, l'acido acetico e l'acido ossalico
nonché mentolo, timolo, eucaliptolo o canfora”.
Al comma 5 però è scritto: “5. I medicinali veterinari possono essere utilizzati in apicoltura biologica se la loro corrispondente utilizzazione è autorizzata nello Stato membro interessato
secondo la pertinente normativa comunitaria o secondo la normativa nazionale in conformità del diritto comunitario.”
Sono normati dal Reg. CE 470/2009 : “sostanze attive classificate a norma dell'art.14, par.2,
lettere a),b) o c) possono essere somministrate agli animali destinati alla produzione di alimenti
entro la U.E purché tale somministrazione sia conforme alla direttiva 2001/82/CE”.
Sono presenti nel Reg. UE 37/2010 della Commissione del 22 Dicembre 2009, Allegato Tabella 1 Sostanze Consentite:
Ac. Ossalico - Api - LMR non richiesto – agenti antinfettivi
Ac Formico - tutte specie da prod. alimentare - nessuna classificazione terapeutica
Ac Lattico - tutte specie da prod. Alimentare - nessuna classificazione terapeutica
Acido Ossalico
Efficacia
Un'amplissima e ormai incontestabile bibliografia scientifica conferma l'efficacia dell'acido
ossalico nel contenimento della varroasi1.
L'assoluta necessità dell’utilizzo dell’Ac. Ossalico in alternanza con gli altri prodotti registrati2 è
stata sottolineata dal Dr. Franco Mutinelli, responsabile del Centro di Referenza delle Malattie
delle Api, nell'ambito del tavolo di lavoro del 23 marzo u.s.
In quella circostanza sono stati da lui illustrati i prodotti presenti in commercio per il trattamento di
tale patologia e i loro limiti di efficacia, ribadendo che il trattamento con acido ossalico nel
1
Nanetti A., Massi S., Mutinelli F., Cremasco S., L'acido ossalico nel controllo della varroasi: note preliminari, Rivista di Apicoltura (2)
(1995) 5-6.
Nanetti A., Massi S., Mutinelli F., Cremasco S., L'acido ossalico nel controllo della varroasi: note preliminari, Apitalia XXII
(3) (1995) 29-32.
Nanetti A., Stradi G., Varroasi: trattamento chimico con acido ossalico in sciroppo zuccherino, L'Ape Nostra Amica XIX (5)
(1997) 6-14.
Nanetti A., Stradi G., Varroasi: trattamento chimico con acido ossalico in sciroppo zuccherino, Allgemeine Deutsche Imkerzeitung 31 (11) (1997) 9-11.
Nanetti A., Lotta contro la varroa con acido ossalico, (Relazione) Progetto finalizzato AMA - Incontro di studio e di
confronto, Udine 13-15 dicembre 2000.
2
IZSVe, Piano di lotta alla varroasi nella Regione Veneto, proposte di intervento per il 2009.
10
periodo invernale (assenza di covata) abbassa il carico di parassiti della famiglia, garantendo la
sua vitalità sino al periodo in cui potranno essere effettuati i trattamenti estivi.
Meccanismo di azione3:
Le varroe sono uccise da soluzioni acide e quella prodotta dall'acido ossalico è la più acida.
La soluzione di ac. Ossalico al 4,2% ha un pH di 0,9 ma può a disidratarsi velocemente entro
l'alveare dando origine a cristalli, velocemente rimossi dalle api e privi di alcun potere acaricida.
L'aggiunta di saccarosio (igroscopico) alla soluzione, rende la soluzione più resistente alla
disidratazione e ne prolunga l'efficacia nel tempo. Si ritiene che l'aggiunta di saccarosio non sia
quindi finalizzata ad aumentare l'appetibilità della soluzione perché le api non se ne cibano (non
si tratta quindi della forma di somministrazione di mangime medicato).
Il pH più alto prodotto dall'acido ossalico in soluzione acquosa è il motivo che lo rende
maggiormente efficace rispetto ad acidi più deboli (ac. Lattico – ac. Citrico).
Metodi di somministrazione
Le modalità di somministrazione note dell'acido ossalico sono:
−
per gocciolatura della soluzione zuccherina
−
per spruzzatura della soluzione acquosa
−
per sublimazione
I rischi connessi alla somministrazione per sublimazione4
La sublimazione avviene, per riscaldamento dei cristalli di acido ossalico in fornellini elettrici di
varia fattura , direttamente entro l'arnia. E' bene chiarire che l’acido ossalico si degrada
termicamente e che metodi di riscaldamento brutale rischiano di distruggerlo completamente o
quasi, pertanto anche il fornellino dovrebbe avere alcune caratteristiche indispensabili al corretto
utilizzo. La somministrazione per sublimazione comporta rischi per la salute dell'operatore e
chiunque altro transiti nelle aree dove è in corso il trattamento, in quanto l'inalazione dell'acido
ossalico sublimato risulta molto irritante per tutte le mucose. La dimensione dei cristalli che si
generano immediatamente dopo la sublimazione (appena la temperatura si abbassa l'acido
ossalico ricristallizza dando origine a nuvole di fumo ben evidente attorno all'arnia) è compatibile
con un approfondimento notevole nell'apparato respiratorio, quindi particolarmente dannosa per
il parenchima polmonare. La ricristallizzazione che avviene all'interno dell'alveare mantiene una
potenziale esposizione per l'operatore nelle fasi successive al trattamento, anche per il solo
controllo dei cassetti diagnostici, nelle prime visite dopo la pausa invernale. Pertanto si rende
necessario l'uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) specifici
al momento
dell'esecuzione del trattamento e successivamente.
Per questo motivo riteniamo non consigliabile questo metodo di somministrazione che non risulta
neppure significativamente più efficace rispetto al metodo per gocciolamento.
La praticità di utilizzo dichiarata dagli apicoltori non compensa i pericoli che si generano a danno
dell'operatore, che dopo la prima somministrazione, dovrà sempre approcciarsi ai propri alveari,
con maschera antigas.
Tempi di somministrazione
Si ritiene che l'acidità prodotta dall'acido ossalico in soluzione zuccherina agisce solo sulle varroe
presenti sulle api adulte. Non ha alcuna efficacia sulle varroe incluse nelle celle opercolate di
covata.
Pertanto la sua efficacia è massima quando la famiglia non presenta alcuna covata.
Questa circostanza si verifica in inverno nelle regioni italiane più fredde (centro- nord Italia),
quasi mai in quelle più calde (sud Italia). Pertanto, laddove non sia possibile trattare le famiglie
durante il naturale periodo di blocco di deposizione, sarà indispensabile asportare ed eliminare la
covata opercolata o attuare i blocco di deposizione con la segregazione della regina, prima
dell'eventuale trattamento con acido ossalico.
Essendo il blocco di covata una tecnica entrata in uso in questi ultimi anni presso gli allevatori
italiani, si può prevedere la possibilità di utilizzare l'acido ossalico gocciolato in sol. zuccherina
3
Nanetti A., Stradi G., Modalità di azione dell’acido ossalico, Rivista di Apicoltura Lapis VII (2) (1999) 4-7.
4
Thomas Gumpp, Klaus Drysch, Mahmoud Radjaipour, Peter C. Dartsch, Evaporation of oxalic acid-a safe method for the user
11
anche nel periodo di fine estate, inizio autunno. Questa pratica abbassa il rischio di eventuali
insuccessi derivati dall'uso di prodotti evaporanti effettuati in condizioni atmosferiche avverse.
Dosi
Il CRA-API (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura – Unità di ricerca di
Apicoltura e Bachicoltura) indica le seguenti dosi a partire da una soluzione zuccherina al 60%,
4,2% di acido ossalico, ottenibile miscelando a 1000 ml di acqua distillata, 1000 gr di zucchero
e 100 gr. di polvere di acido ossalico diidrato:
5 cc di soluzione per telaino coperto di api in un'unica somministrazione (30-50cc di soluzione
ad alveare) da distribuire per gocciolamento in parte negli spazi interfavo ed in parte sul listello
superiori dei telaini.
Soluzioni a concentrazioni inferiori possono esser indicate in casi particolari. La scelta della
concentrazione da prescrivere è a a discrezione del sanitario.
Per assicurare la buona riuscita del trattamento, che potrebbe esser vanificato da fenomeni di
reinfestazione successivi, è indispensabile curare tutti gli alveari dell'apiario.
Effetti collaterali
Non è escluso che le ripetute somministrazioni possano alterare l'ambiente alveare.
Problemi alle api sono documentati in caso di sovradosaggio.
Ripetute somministrazioni possono provocare spopolamento delle famiglie.
Non sembra che l'uso dell'acido ossalico provochi alcun effetto sulla vitalità delle regine.
Precauzioni
L'acido ossalico è irritante per contatto su tutte le mucose, pertanto è indispensabile che
l'apicoltore adotti dispositivi di protezione.
Controindicazioni
La presenza di covata vanifica il trattamento, dal momento che l'acido ossalico non agisce sulle
varroe incluse nelle celle di covata opercolata.
Residui5
L'acido Ossalico è un normale costituente del miele e si trova in un range che va da 1 mg/kg a
800 mg/kg a seconda dell’essenza florale bottinata. Gli studi effettuati per verificare l'aumento di
acido ossalico nel miele dopo un trattamento, non hanno rilevato un aumento significativo dell'ac.
Ossalico naturale del miele. In genere, le basse quantità di ac. Ossalico rinvenute nel miele di
alveari trattati, fanno considerare tale principio attivo piuttosto sicuro dal punto di vista dei
residui. Anche trattamenti in produzione non alterano o alterano poco la concentrazione di acido
ossalico presente naturalmente nel miele. (Vedi in allegato il rapporto EMEA).
In ogni modo tutti i trattamenti vanno sempre eseguiti rigorosamente in assenza di melario.
L’ossalico utilizzato durante il trattamento invernale non produce alcun residuo nel miele dal
momento che l'importazione nettarifera inizierà soltanto alcuni mesi dopo i trattamenti.
Fra gli acaricidi naturali, l’acido ossalico è quello che si somministra in quantità più basse.
Contaminanti
L'acido ossalico acquistato in farmacia , per il suo livello di purezza, contiene sostanze estranee
e contaminanti entro i limiti consentiti.
Quello acquistato fuori dalle farmacie (esiste in mesticheria un prodotto chimico per usi tecnici ed
industriali) può risultare variamente contaminato da piombo (vedi: Loglio G. Speciale: Utilizzo
dell'acido ossalico in apicoltura - Apinforma )
Pertanto è bene scoraggiare questa pratica di acquisto.
5
Nanetti A., Marcazzan G.L., Massi S., Piro R. - Residui di acido ossalico nel miele di alveari trattati contro la varroa. - Atti del
convegno finale del Progetto Finalizzato AMA "Il ruolo della ricerca in apicoltura", Bologna, 14-16 marzo 2002, sessione poster.
12
Resistenza
I rischi di un mancato controllo sul corretto utilizzo dell’Ac. Ossalico riguardano l’impossibilità di
monitorare un eventuale fenomeno di resistenza che le varroe potrebbero mettere in atto.
Nel caso che questa si dovesse un giorno manifestare, quasi certamente tutti gli acidi organici
verrebbero messi fuori gioco contemporaneamente.
Commento
L'uso bricolagistico dell'acido ossalico entrato in uso presso molti apicoltori, elude totalmente il
ricorso alla competenza veterinaria, favorisce lo scorretto approvvigionamento del farmaco, la
sua scorretta preparazione (acquisto in mesticheria - preparazione in luoghi non idonei - dosaggi
di fantasia), impedisce il rispetto della tracciabilità del farmaco e della registrazione dei
trattamenti, mette a rischio la salute degli operatori e, contaminando il miele con sostanze
estranee, quella dei consumatori.
Pertanto questa pratica va scoraggiata.
Studio della normativa
1°riferimento normativo :
DLgs 193/06, art. 11 .... ove non esistano med. vet. autorizzati per trattare una determinata
affezione....
per animali produttori di alimenti punto 1. lettera c):
Per l’affezione varroasi ad oggi esistono medicinali registrati che sono Apivar®, Apistan®,
Apiguard®, Apilifevar®, Thymovar® a base di sostanze attive diverse dall’Ac Ossalico e la cui
efficacia , non risolutiva, si compensa con l'ausilio dell’Ac. Ossalico (l'ossalico somministrato in
inverno; i prodotti registrati in estate) al fine di ottenere il contenimento della varroa per tutto
l'arco dell'anno.
L'unico prodotto utilizzabile anche a basse temperature risulterebbe essere l'Apistan ®, (inizio
autunno – fine inverno). La varroa ha sviluppato resistenza nei confronti del fluvalinate.
L'Apivar®, il cui foglietto illustrativo indica <<l'estate ed ogni primavera >> come periodo di
somministrazione sembrerebbe non utilizzabile in inverno.
Gli apicoltori quindi non hanno alcun prodotto efficace utilizzabile in inverno.
Gli apicoltori biologici , non potendo usare molecole chimiche di sintesi, non hanno a
disposizione alcun prodotto registrato utilizzabile in inverno.
L'uso dei prodotti registrati si è dimostrato non sufficiente ad un controllo efficace della varroa,
soprattutto in quelle regioni dove, anche a causa del cambio climatico, il parassita continua a
riprodursi in inverno nella covata presente, aumentando esponenzialmente l'infestazione delle
api. Le basse temperature invernali non consentono, d'altronde, l'utilizzo di prodotti evaporanti.
Non esiste quindi farmaco antivarroa registrato che sia attivo alle basse temperature,
utilizzabile sia dagli apicoltori tradizionali che da quelli biologici.
E’ necessario anche
sottolineare che il meccanismo d’azione dell’acido ossalico è
sostanzialmente differente da quello dei principi attivi dei farmaci antivarroa attualmente in
commercio.
Non esistono in Italia medicinali veterinari registrati a base di Ac. Ossalico o altri acidi organici
per trattare la varroasi. Ne esistono in Germania, in Francia, in Svizzera ed in Spagna.
Questa disparità crea una situazione concorrenzialmente svantaggiosa per gli apicoltori Italiani
rispetto a quelli europei, soprattutto quelli in regime biologico , con ripercussioni sul mercato del
miele.
La possibilità di utilizzo di prodotti a base di ac. Ossalico già registrati in Europa eviterebbe
l'utilizzo del farmaco in deroga.
Dal momento che esistono altri farmaci registrati per la varroa, a stretto rigor di legge, l'acido
ossalico non sarebbe né ricettabile, né utilizzabile.
Perseguire tale intransigente condotta, senza tenere conto delle considerazioni sovra esposte,
potrebbe significare
condurre
l’apicoltura italiana all’estinzione, con le conseguenze
catastrofiche per l'ambiente, l'agricoltura, la zootecnia e la salute umana che si sono già
intraviste all'orizzonte a seguito delle morie del 2007.
Vietarlo potrebbe:
13
−
−
−
−
istigare gli apicoltori all'uso clandestino di acido ossalico con tutte le conseguenze già
indicate,
creare negli organi deputati al controllo un motivato deterrente all'applicazione della
normativa sul farmaco,
confermare l'esclusione dei veterinari liberi professionisti dal mondo dell'apicoltura
ratificare la condizione di <<fuori controllo>> del settore apistico.
2° riferimento normativo:
Il secondo riferimento normativo la cui applicazione letterale non gioca a favore della vita degli
alveari è quello che consente il trattamento in deroga solo “in via eccezionale”e solo per “trattare
un animale interessato in uno specifico allevamento” .
La varroasi è malattia riconosciuta endemica in Italia e soggetta a fasi di recrudescenza ciclica
che tendono a ripetersi nel tempo. Non mostra alcuna attenuazione di <<virulenza>>, non è
eradicabile ma solo contenibile tramite tecniche apistiche che, sfruttando alcuni momenti
biologici della vita dell'alveare o riprodotti artificialmente, alternano tecniche meccaniche a
trattamenti chimici.
<<in via eccezionale, il veterinario responsabile possa trattare>>: Sappiamo di essere di fronte
ad un parassita che stermina il suo ospite. Dal 1982 la convivenza parassita-ospite non ha
prodotto alcuna forma di equilibrio compatibile con la vita di entrambi, pertanto l'alveare
abbandonato a sé stesso è destinato inevitabilmente a soccombere .
Il veterinario che non possa prescrivere l'acido ossalico si trova nell'impossibilità di prescrivere
un trattamento utile a contenere lo sviluppo della parassitosi nel periodo invernale (in assenza di
covata – famiglia in glomere), che possa esser utilizzato anche in apicoltura biologica, che non
lasci residui nel miele, di pratico utilizzo, facilmente reperibile, non tossico per le api, non
pericoloso per l'operatore, poco costoso, che abbia un basso impatto ambientale.
“trattare un animale interessato in uno specifico allevamento”
Il trattamento con Ac. Ossalico non può essere fatto << ad un unico alveare di un apiario>>, ma
deve riguardare tutti gli alveari dell'apiario e ancor meglio dovrebbe essere integrato in un
programma di trattamenti territoriali e stagionali in quanto il parassita è presente in ogni alveare
e la possibilità di reinfestazione tra un alveare e l'altro è elevatissima 6. (L'Indagine
epidemiologica condotta dal Progetto APENET lo conferma per voce del Dr. Lodesani)
3° riferimento normativo
<<al fine di evitare nell'animale evidenti stati di sofferenza>>
Le famiglie colpite da varroasi a stadi elevati di infestazione hanno i seguenti sintomi: un
notevole numero di api si presentano prive di ali, visibilmente inabili ad ogni funzione biologica,
la covata si presenta con opercoli bucati con all'interno pupe morte ad uno stadio avanzato di
sviluppo, il grande marasma nella famiglia si manifesta talvolta con la ripetuta sciamatura, sino al
suo completo esaurimento; la vita media dell'ape parassitata si abbassa, ma alla scomparsa
precoce delle api non fa seguito la nascita di altrettante api, pertanto sopravviene
lo
spopolamento progressivo della famiglia sino alla sua morte.
La necessità di individuare soluzioni percorribili, è richiesta non solo “per evitare sofferenze
inaccettabili” al singolo animale, ma proprio per consentire la sopravvivenza dell’allevamento
apistico.
4° riferimento normativo
<<Il paragrafo 1 si applica a condizione che le sostanze farmacologicamente attive del
medicinale figurino negli allegati I, II o III del regolamento (CEE) n. 2377/90, e che il veterinario
specifichi un appropriato tempo d'attesa.>>
L'ac. Ossalico, già compreso nell'allegato II,del Reg. Ce 2377/90, è attualmente compreso nella
tabella 1 dell’allegato al Reg. UE 37/2010 (sostanze consentite) come richiesto dalla normativa
Non è previsto un LMR.
Considerato che il suo utilizzo potrebbe essere limitato al periodo invernale, potremmo stabilire
un tempo di attesa anche di 28 giorni.
6
M. Greatti et al., Reinfestation of an acaricide-treated apiary byVarroa jacobsoni Oud, Experimental & Applied Acarology, 16 (1992)
279-286.
14
5° riferimento normativo
<<Il veterinario responsabile, può trattare l'animale interessato in uno specifico allevamento>>
<<Il veterinario può somministrare il medicinale personalmente o autorizzare un'altra persona a
procedere in tal senso sotto la responsabilità del veterinario stesso>>, riprendendo il passo
contenuto nella dir. 2001/82/CE, ci sembrerebbe la dizione più appropriata e realizzabile in
campo apistico.
Proposta
E’ evidente che il caso dell’apicoltura e dell’Ac. Ossalico rientra in una casistica assolutamente
non contemplata dalla legge la cui applicazione rigorosa è manifestamente suicida.
Il caso dell’apicoltura è un caso classico in cui la biologia non si può piegare ad un dettame
legislativo.
In attesa di ottenere o la registrazione di medicinali a base di Ac. Ossalico o cambiamenti
normativi a livello europeo che regolamentino l’uso dei farmaci in apicoltura, con leggi speciali, è
necessario ed urgente che il Ministero chiarisca che:
•
l’Ac. Ossalico deve essere acquistato con prescrizione medico veterinaria in farmacia
secondo le modalità di dispensazione dell’art. 75: Corre l'”obbligo di prescrizione veterinaria
non ripetibile per fornire al pubblico b) medicinali veterinari per animali produttori di alimenti”
•
nel caso che il medico veterinario ritenga opportuno prescrivere l’Ac. Ossalico nella forma
sublimata, andrà contemplata anche la lettera c)medicinali per i quali il veterinario debba
prendere precauzioni particolari per evitare qualsiasi rischio inutile 2) per la persona che
somministra i medicinali agli animali
•
è ricettabile con le modalità di prescrizione dell’art. 76 punto 3. la vendita di medicinali
veterinari contenenti... antiparassitari... prescritti per animali produttori di alimenti per l'uomo, è
effettuata soltanto dietro prescrizione di ricetta medico-veterinaria in triplice copia non ripetibile
( copia gialla garante della tracciabilità, indispensabile per la registrazione dei trattamenti sul
registro dei farmaci)
•
va stabilito un tempo di attesa congruo (28 gg – 7 gg ), considerando che per il principio
attivo in questione non è previsto alcun LMR
•
che deve essere possibilmente somministrato a tutto il patrimonio zootecnico italiano
indicandone le modalità di somministrazione o delegando le regioni a curare quest’aspetto
•
che la prescrizione sarà effettuata dal <<veterinario responsabile>>
•
che la preparazione a la distribuzione deve avvenire a cura del farmacista come da art.
69, punto 2. : è vietato detenere e commercializzare sostanze farmacologicamente attive da
somministrare agli animali, senza autorizzazione del MdS (sostituito dal Dlvo n° 143/07)
•
che la somministrazione del medicinale sarà effettuata personalmente dal veterinario
responsabile o da un'altra persona da lui autorizzata a procedere in tal senso sotto la
responsabilità del veterinario stesso
Acido Formico
Tale prodotto è corrosivo dei metalli e caustico. La sua manipolazione è decisamente più
problematica e pericolosa di quella dell’Ac.Ossalico in quanto i suoi vapori e schizzi, possono
provocare serie lesioni all'operatore ( risulta indispensabile l'uso di maschera antigas, occhiali
protettivi e guanti).
L’uso in deroga, pone il veterinario nella condizione di valutare le capacità dell’operatore prima
di ogni prescrizione.
Fatte le dovute premesse relative alla sicurezza, l’acido formico, soprattutto se somministrato
mediante erogatori che ne limitano la manipolazione e l’esposizione per l’operatore, può essere
usato per il controllo della varroasi.
Agisce per evaporazione e necessita di una temperatura esterna compresa tra i 15 e i 30 °C,
pertanto è un prodotto utilizzabile solo in estate.
Può provocare la morte di un notevole numero di api adulte, quindi esser causa di
spopolamento dell'alveare
La sua collocazione normativa è la stessa dell’acido ossalico.
15
Acido Lattico
L'acido lattico è efficace nella lotta contro la varroa in colonie prive di covata. Viene distribuito per
vaporizzazione diretta sulle api adulte in soluzione acquosa al 15%, a dosi di 10 ml a telaino
coperto di api . Saranno necessari dai 3 ai 5 trattamenti all'anno se si intende adoperare soltanto
l'acido lattico nella lotta alla varroasi. La temperatura esterna deve essere superiore ai 7°C.
Dopo 3 trattamenti il tasso di ac. Lattico nel miele passa da 200 a 1000- 1500 mg/kg. Già a 7-8
settimane dai trattamenti una gran parte di questi residui è già stata degradata.
Il tasso naturale di Ac. lattico nel miele varia da 40 a 400 mg/kg.
(vedi allegati: M o n o g r a f i a Aci d o latti c o - Im d o r f - Kil c h e n m a n n)
Timolo
Esistono in commercio prodotti registrati a base di Timolo. E’ tuttavia abitudine di alcuni
apicoltori ricorrere all’uso della molecola attiva, acquistata fuori dalle farmacie e somministrata a
piacere.
E’ convinzione di questa Federazione che tale abituale comportamento vada dissuaso. A
maggior ragione ancor di più quando esistano prodotti registrati sul mercato a base di quel
principio attivo.
Considerazioni finali
Stante che l’impianto dell’uso in deroga richieda una motivazione al mancato utilizzo del farmaco
di elezione, con questo documento si è voluto esporre tutte le argomentazioni note a supporto di
questa motivazione.
L’uso in deroga dell’acido ossalico in apicoltura, cosi come concepito dal presente documento,
sanerebbe molte situazioni regionali, riaffermando su tutto il territorio nazionale, in modo
uniforme, l'applicazione della regola impartita dal D.lvo 193/2006.
L'approvvigionamento del farmaco e la sua distribuzione riprenderebbero il regolare iter.
L’apicoltura biologica potrebbe sentirsi confermata nelle sue scelte ed operare in totale serenità
per un prodotto la cui immagine è vitale.
Il chiarimento in merito all’obbligo di ricetta genererebbe un circolo virtuoso all’interno della libera
professione sia per quanto riguarda la presenza fattiva dei veterinari in apiario che per la
richiesta e l’attenzione nei confronti dell’offerta formativa.
Si potrebbe finalmente sperare in un’azione consapevole di farmacovigilanza con rilevamento di
tutti i fenomeni di farmacoresistenza della varroa tanto disattesa oggi e che porterebbe anche
alla formazione, informazione degli apicoltori da parte dei veterinari.
La FNOVI auspica che il MdS , capita la contingenza, si esprima riportando ordine e chiarezza,
riconfermando la regola generale che prevede la ricettazione nelle mani dei liberi professionisti,
la distribuzione in quella dei farmacisti, il trattamento agli apicoltori e il controllo agli ispettori,
evitando situazioni di abuso di professione e di conflitto di competenze che si vedono da più
parti.
16
APPENDICE
Normativa di riferimento Nazionale ed Europea
data
n°
titolo
note
22/12/2009
Reg. 37/2010 UE
concernente le sostanze farmacologicamente attive e la loro
classificazione per quanto riguarda i limiti massimi di residui
negli alimenti di origine animale
6/5/2009
Reg. CE 470/2009
che stabilisce procedure comunitarie per la determinazione di
limiti di residui di sostanze farmacologicamente attive negli
alimenti di origine animale, abroga il regolamento (CEE) n.
2377/90 del Consiglio e modifica la direttiva 2001/82/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n.
726/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio
29/2/2008
DM
Disposizioni di attuazione dell'articolo 6, comma 4-bis, del
decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 recante:
«Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive
di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i
medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE»
e successive modificazioni.
13/12/2006
Reg. 1950/2006 CE che definisce, conformemente alla direttiva 2001/82/CE del
Parlamento europeo e del Consiglio recante un codice
comunitario relativo ai prodotti medicinali per uso veterinario,
un elenco di sostanze essenziali per il trattamento degli equidi
24/4/2006
DLgs 219/06
Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di
modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i
medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE
6/4/2006
DLgs 193
Attuazione della direttiva 2004/28/CE recante codice
comunitario dei medicinali veterinari.
16/3/2006
D.Lgs. 158/2006
Attuazione della direttiva 2003/74/CE, concernente il divieto di
utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica
e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali.
31/3/2004
Dir. 2004/28/CE
che modifica la direttiva 2001/82/CE recante un codice
comunitario relativo ai medicinali veterinari
31/3/2004
Reg. 726/2004/CE
che istituisce procedure comunitarie per l'autorizzazione e la
sorveglianza dei medicinali per uso umano e veterinario, e che
istituisce l'agenzia europea per i medicinali
24/03/04
Reg. CE 546/2004
Modifica gli allegati I,II,III del Reg. CE 2377/90
Introduce l'Ac.
Ossalico in all
II
6/11/2001
Dir. 2001/82/CE7
recante un codice comunitario relativo ai medicinali veterinari
6/11/2001
Dir. 2001/83/CE
recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso
umano
19/07/99
Reg. CE 1804/1999 Corregge e completa per le produzioni animali il Reg. CEE
2091/92
16/11/1993
DM
Attuazione della direttiva n. 90/167/CEE con la quale sono
stabilite le condizioni di preparazione, immissione sul mercato
ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità.
3/3/1993
DLgs 90
24/06/91
Reg. CE 2092/1991
Abrogato dal Reg.
CE 834/2007 a
decorrere dal
7
Attuazione della direttiva 90/167/CEE con la quale sono
stabilite le condizioni di preparazione, immissione sul mercato
ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità
Metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e alla
indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate
alimentari
All.C
Apicoltura e
prodotti per
l'apicolturaPunto 6
Ogni qualvolta si farà riferimento nel testo alla Dir. 82/2001/CE si intenderà così come modificata da Dir. 2004/28/CE , Dir.
2009/9/CE, Reg. (CE) n. 470/2009, 2009/53/CE, Reg. (CE) n. 596/2009 facendo dunque riferimento al testo consolidato.
17
01.01.2009 e dal
Reg. Ce 889/2008
26/3/1990
Dir. 90/167/CEE
profilassi e cure
veterinarie Ammessi: ac.
Formico,
ac.Lattico, ac.
Acetico, ac.
Ossalico,
mentolo,
timolo,
eucaliptolo,
canfora.
Art. 25,comma
6: come sopra
Dir. 26-3-1990 n. 90/167/CEE Direttiva del Consiglio che
stabilisce le condizioni di preparazione, immissione sul mercato
ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità.
18
Normativa di riferimento Regionale
data
n° e Regione
titolo
04/06/09
G.R.
Vigilanza nel settore
LOMBARDIA
apistico
telefax prot.
H1.2009.00220552
2008- 2009
Provincia di
BERGAMO
note
Assoluta necessità di effettuare almeno
2 trattamenti (in estate e in autunno).
I servizi veterinari devono assumere
ruolo di consulenza tecnica in
collaborazione col le Ass. di cat., in
particolare fornendo agli apicoltori il
supporto necessario per una corretta
esecuzione dei trattamenti sia per le
modalità che per i tempi di esecuzione.
I trattamenti devono coinvolgere tutti
gli apicoltori presenti ed esser svolti
nello stesso momento.
Si consiglia l'utilizzo dell'ac. Ossalico.
Previsto l'uso di ac.ossalico anche in
estate previa blocco di covata
Concordare l'utilizzo dell'acido
ossalico con la ASL
Ricetta medico veterinaria in triplice
copia non ripetibile.
Acquisto in farmacia.
Autorizzate le associazioni di
apicoltori di detenere scorte di acido
ossalico registrate su apposito registro
di carico e scarico. Le ass.
distribuiscono la polvere ai propri
associati in pacchetti preconfezionati
dalle farmacie.
Ricette gratuite da parte dei Veterinari
ASL agli apicoltori che hanno fatto
regolare denuncia di possesso di
alveari, prescrizione della sola polvere.
Preparazione della soluzione a carico
degli apicoltori
02/04/08
O. N° 105 VALLE Norme per la profilassi
D'AOSTA
della varroasi e delle
altre malattie delle api
La Varroasi è presente in tutti gli
alveari della regione.
L'infestazione della varroasi risulta
essere acuita nel corso degli anni.
Obbligo in tutti gli apiari della regione
di esecuzione di opportuni trattamenti
contro la varroasi con i prodotti
autorizzati e previa registrazione nel
registro dei farmaci vidimato dalla
ASL.
Obbligo di uso del fondo antivarroa.
Consentito l'utilizzo di ac. formico,
lattico ed ossalico (quest'ultimo anche
in forma sublimata), sotto il controllo
dei servizi veterinari con ricetta in
triplice copia non ripetibile.
17/10/02
D.G.R. UMBRIA
Previsto l'uso di acido ossalico, in
Piano operativo
19
n°1408
regionale di lotta alla
varroa
sostituzione al Perizin, verso il quale la
varroa sembra esser divenuta
resistente.
23/09/98
D. G. R.
ABRUZZO
N°2547
Norme per la profilassi
della varroasi e delle
altre malattie delle api
nella regione Abruzzo
Ammesso l'utilizzo di ac. Formico, ac
Lattico, ac. Ossalico
13/07/94
Circolari Regione
PIEMONTE
N° 2877/51
Trattamenti terapeutici
per il controllo della
varroasi
20/07/07
07/07/2009
Obbligo di prescrizione medico
veterinaria non ripetibile in triplice
copia per utilizzo di acidi organici in
apicoltura
N°10148/27.3
Prot. 26056
DB/2002
Programma 2009
impiego controllato acidi
organici
per il contenimento
della varroasi
Ricette medico veterinarie intestate a
nome delle associazioni
Le associazioni distribuiscono le dosi
di ac. Ossalico in polvere, preparate da
alcune farmacie di fiducia, agli
apicoltori che dichiarano di aderire al
piano.
Sono consentite le modalità di
distribuzione
a) gocciolato
b) spruzzato
c) sublimato
La preparazione del prodotto è a cura
dell'apicoltore.
Previsto il trattamento in estate e in
inverno
Regione VENETO Piano di lotta alla
Centro Regionale varroasi nella regione
per l'Apicoltura
Veneto
Proposte di intervento
per il 2009
Previsti due trattamenti:
autunno invernale previsto l'uso di ac.
ossalico
estivo: previsto l'uso anche di ac.
Formico
coordinamento territoriale –
trattamenti contemporanei – alternanza
dei principi attivi
17/10/1997
R. EMILIA
ROMAGNA
Profilassi della varroasi
Nuove strategie
terapeutiche
Utilizzo di acido ossalico
12/03/10
Determinazione
del responsabile
del servizio
fitosanitario n°
2549
Prescrizioni fitosanitarie
relative alla
movimentazione degli
alveari per il controllo
del colpo di fuoco
batterico.
Obbligo di trattamento con ac.
Ossalico degli alveari che si spostano
da zone infette a zone indenni dalla
Erwinia amylovora
2009
Per altri aspetti dell’uso in deroga si fa riferimento al documento generale FNOVI
20
ALLEGATI
M. Lodesani et al., Ineffectiveness of Apistan® treatment against the mite Varroa jacobsoni
Oud in several districts of Lombardy (Italy), Apidologie 1995 vol.26 No 1 p. 67
M. Lodesani et al., Monitoraggio della resistenza al fluvalinate e al cumafos in Varroa
destructor in Italia, APOidea 2004 vol.1 p. 60-65
JP Faucon et al., Mise en évidence d’une diminution de l’efficacité de l’Apistan®; utilisé
contre la varroose de l’abeille (Apis mellifera L), Apidologie 1995 vol.26 p.291-296
JP Faucon et al. Varroose : mise en évidence de la résistance du parasite aux acaricides
par la méthode de «détermination du temps létal moyen» Apidologie 1996 vol.27 p.105110
N. MIlani, The resistance of Varroa jacobsoni Oud to pyrethroids: a laboratory assay,
Apidologie 1995 vol.26 p.415-429
Helen M. Thompson et al., First report of Varroa destructor resistance to pyrethroids in the
UK, Apidologie 2002 vol. 33 p. 357–366
F. Mutinelli et al., Use of medical drugs against varroasis, Apiacta 2004 vol. 39 p. 53-62
N. Milani, The resistance of Varroa jacobsoni Oud. to acaricides, Apidologie 1999 vol.30
p.229-234
N.Milani, et al., Declino in the proportion of mites resistant to fluvalinate in a population of
Varroa destructor not treated with pyrethroids, Apidologie 2002, vol3 p.417-422
Rapporti Regione Lombardia sulla resistenza della varroa al Fluvalinate
R a p p o r t o EMEA sull' a ci d o os s a l i c o
M o n o g r a f i a Aci d o latti c o - Im d o r f - Kilc h e n m a n n
G. Loglio Speciale: Utilizzo dell'acido ossalico in apicoltura - Apinforma
Resistenza all'AMITRAZ:
P.J. Elzen et al., Amitraz resistance in varroa: new discovery in North America. American
Bee Journal 1999 139: 362.
21
Si ringraziano i Colleghi per il contributo
per il Gruppo Apicoltura FNOVI:
Basile Gigante Antonio D.P.
Besana Andrea L.P.
Bondi Giuliana D.P.
Bosi Filippo D.P.
Bressan Gianluigi D.P.
D'Addio Enrico L.P.
Felicioli Antonio Università di Pisa- Fac. Medicina Veterinaria
Lodesani Marco CRA-API
Loni Donatella L.P.
Mulliri Francesco D.P.
Mutinelli Franco Centro di Referenza per le Patologie delle Api – IZS Venezie
Reitano Maria Eleonora D.P.
Ruta Viviana D.P.
Stazzoni Giulia L.P.
per il Gruppo Farmaco FNOVI:
Battigelli Alessandro L.P
Bettio David L.P
Bondi Giuliana D.P.
Neri Giorgio L.P.
Re Gianni D.P.
Rigonat Eva D.P.
Tolasi Giacomo L.P.
Tordi Marcello D.P.
Setti Andrea D.P.
Vezzoni Aldo L.P.
22