documento FNOVI
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Farmaco veterinario in Apicoltura: uso in deroga Acido Ossalico Studio in preparazione al Tavolo di lavoro Apicoltura del 19 Aprile 2010 Roma, 12 Aprile 2010 Sommario Premessa.............................................................................................................3 La situazione nazionale......................................................................................4 Priorità.................................................................................................................4 Farmaci antivarroa ….........................................................................................4 Tabella 1 degli acaricidi consentiti in Italia......................................................5 Tabella 2 degli acaricidi consentiti in Italia......................................................7 Tabella 3 altri acaricidi.......................................................................................9 Considerazioni generali....................................................................................10 Acido Ossalico...................................................................................................10 Acido Formico....................................................................................................15 Acido Lattico......................................................................................................15 Timolo.................................................................................................................16 Considerazioni finali......................................................................................... 16 Appendice...........................................................................................................17 Normativa di riferimento nazionale ed europea..............................................17 Normativa di riferimento regionale..................................................................19 Allegati................................................................................................................22 Ringraziamenti...................................................................................................23 Premessa La FNOVI ha recepito un grave disagio operativo nella categoria dei veterinari che intendano avvicinarsi a tale settore zootecnico. Seppur l'apicoltura sia afflitta da alcune gravi patologie che necessitano di una assistenza sanitaria competente e permanente, sebbene la filiera del miele non possa fare a meno di consulenti preparati ad affrontare i regolamenti di igiene europei, nonostante il palese bisogno formativo degli apicoltori (elevata presenza di hobbisti), la professione veterinaria stenta ad affermarsi nel settore a causa di alcuni impedimenti che la FNOVI intende affrontare e rimuovere. Il 41° Congresso Internazionale di Apimondia (Apimondia International Federation of Beekeepers' Associations) ha dichiarato <<obbligatoria>> la presenza dei veterinari in apicoltura, per riportare il settore ad un livello di assistenza che garantisca la salute delle api e degli operatori, la sicurezza degli alimenti per la tutela dei consumatori, il benessere agricolo e l'equilibrio ambientale. Le difficoltà sopra menzionate, che ostacolano l'affermarsi della professione veterinaria in apicoltura, sono qui brevemente riassunte: − mancanza / carenza di un’offerta formativa universitaria di base / specialistica − permanenza di retaggi derivati dai consorzi apistici del 1925 e dal mondo agricolo che perpetuano la presenza nel settore di figure laiche <<esperti apistici – tecnici agricoli>> ad occuparsi delle patologie apistiche in luogo di laureati in veterinaria − difficoltà applicative delle norme di polizia veterinaria inerenti le patologie delle api − ridotta disponibilità di molecole chimiche farmacologicamente attive registrate per le api − associazioni apistiche che non promuovono l'ingresso dei veterinari nel settore − scarsa collaborazione e coordinamento fra i diversi attori che si occupano del settore (MdS – Regioni – ASL - IZS - MIPAAF) e mancanza di un piano d’azione comune − confusione nei ruoli e nelle competenze tra i vari attori − pochi liberi professionisti specialisti disponibili sul mercato del lavoro − poca competenza dei veterinari pubblici e pochi veterinari pubblici competenti Il mancato ingresso dei veterinari in apicoltura favorisce il fenomeno del bricolagismo veterinario ( diagnosi e cura delle malattie ad opera di chiunque), con conseguenze disastrose per il settore, quali: − errato utilizzo dei prodotti presenti in commercio ( dosi minori per risparmiare). − uso /abuso di prodotti non consentiti, anche cancerogeni e pericolosi (clorfenvinfos, rotenone, CAF, nitrofurani, pesticidi agricoli, prodotti tecnico-industriali) − approvvigionamento di sostanze farmacologicamente attive da canali non regolari − utilizzo di farmaci registrati per altri animali − mancata tracciabilità del farmaco – mancata registrazione dei trattamenti − uso di molecole farmacologicamente attive in dosi di fantasia e con metodi di utilizzo pericolosi per gli operatori − inquinamento dei prodotti dell'alveare (residui e contaminanti nel miele, pappa reale, polline, propoli) − inquinamento cronico della cera (avvelenamento endogeno) − <<farmaco dipendenza >> delle api da antibiotici − farmaco resistenza della varroa − diminuzione della forza vitale delle api – spopolamento − mancata applicazione del regolamento di Pol. Vet. cui consegue la diffusione endemica delle malattie principali e di quelle correlate alla diffusione della varroa (virosi) ed agli squilibri biologici provocati dai farmaci stabilmente presenti nell'ambiente alveare (nosemiasi). La situazione nazionale La diffusione endemica della varroa su tutto il territorio nazionale ed europeo, unitamente alla sua recrudescenza, probabilmente dovuta anche a fenomeni di farmaco resistenza che rendono il parassita sempre meno vulnerabile ai principi attivi in commercio, preoccupano non poco gli operatori del settore che denunciano perdite molto gravi su tutto il territorio nazionale, tanto da chiedere al MdS lo <<stato di emergenza>>. In particolare, la FAI riferisce che nel Friuli Venezia Giulia, nonostante la capillare organizzazione associazionistica che coordina sul territorio gli interventi di controllo, si denuncia nel 2009 il 90% di perdite. Priorità Durante la prima seduta del tavolo tecnico per l'apicoltura, svoltasi il 23 marzo scorso presso il MdS, tutti i convenuti hanno individuato nello studio delle problematiche relative al farmaco in apicoltura una delle priorità da affrontare. I Farmaci Antivarroa Le armi a disposizione degli apicoltori per combattere la varroa non sono risolutive. L'efficacia dei prodotti in commercio è molto variabile. La tecnica dell'utilizzo alternato nel tempo, dei vari principi attivi consente di contenere il parassita entro livelli di accettabilità. Ma quasi inevitabilmente, si osserva una progressiva incidenza della mortalità degli alveari, probabilmente dovuta a un fenomeno di aumento del numero dei parassiti sopravvissuti ai trattamenti che provoca l'indebolimento progressivo della famiglia sino alla morte. Per salvare il proprio patrimonio, non è escluso che alcuni apicoltori finiscano con adottare pratiche non lecite e principi attivi non autorizzati attinti dall'agricoltura, importati clandestinamente da altri paesi o acquistati tramite canali non consentiti. Pertanto alle autorità sanitarie spetta lo studio di politiche sanitarie di prevenzione e contenimento percorribili nell'ottica della salvaguardia del patrimonio apistico nazionale, della tutela del consumatore, del benessere agricolo e ambientale. TABELLA 1 ACARICIDI CONSENTITI IN ITALIA disponibili in commercio Principio attivo Periodo di trattamento Tempo di sospensione Temperatura esterna Dosaggio Somministrazione Precauzioni Effetti indesiderati Avvertenze Apistan Vita Europe Tau-fluvalinate (*) Api Life Var Chemicals Laif Timolo,mentolo, eucaliptolo, canfora estate E’ più efficace in assenza di covata, quindi inizio autunno -fine inverno. Può esser usato in estate. 0 giorni 0 giorni non trattare le api durante il periodo di produzione del miele Conservare il prodotto a 15-20°C min 25-30°C temperatura inferiore di max 40 °C Oltre i 30°C si può avere Nessuna indicazione sulla un eccesso di temperatura d’uso evaporazione, mal tollerato dalle api Non sotto 15°C altrimenti il prodotto non evapora. 2 strisce per alveare poste 1 tavoletta per alveare ogni entro i telaini 3 e 4 e 7 e 8 7-10 gg per 4 volte in un periodo compreso tra consecutive. 6 e 10 settimane a seconda Per permettere alle api di delle condizioni ambientali tollerare meglio il e della presenza o meno di prodotto, porre un pezzo covata di tavoletta sui favi, la sera precedente il trattamento. Inserire tra i favi. Spezzare la tavoletta in 3Mantenere le strisce in 4 parti e porre ogni parte loco per 6-10 settimane sui listelli dei telaini Assenza di melario Non utilizzare a scopi alimentari il miele raccolto durante il trattamento Apiguard Vita Europe Timolo estate Intervenire subito dopo aver tolto i melari 0 giorni Non oltre i 30°C Non sotto i 15°C Il prodotto è ben tollerato alle alte temperature, mentre la sua efficacia può risultare ridotta sotto 25°C. 1 vaschetta da 50 gr di gel per alveare per due volte a distanza di 14 giorni Strappare il coperchio e porre la vaschetta sopra i favi. Rovesciare il coprifavo in modo che si formi un’intercapedine che possa accogliere la vaschetta. Assenza di melario Non utilizzare quando l’attività della colonia è molto debole. Assenza di melario Usare il prodotto su famiglie forti Evitare il trattamento durante un saccheggio Farmacoresistenza Fuoriuscita delle api Nessuna efficacia del Non utilizzare la cera del dall’arnia, se la prodotto nido prima che siano temperatura esterna è se l’attività della colonia è trascorsi 180 giorni dalla troppo elevata. molto debole. sospensione del Cercare di abituare le api Odori anomali a cera e trattamento. ponendo un pezzo di miele Se il prodotto è usato per il tavoletta la sera precedente A dosi superiori si trattamento estivo, va il trattamento. potrebbero avere disturbi considerato che il prodotto Blocco di deposizione nel comportamento della non è efficace sulla varroa Odori anomali a cera e colonia (agitazione, fughe, presente nella covata. miele aumento della mortalità) Il prodotto può dare Evitare l’inalazione, Evitare il contatto con la 5 Confezione Ricetta Utilizzabile in Apicoltura Biologica sensibilizzazione allergica l’ingestione e d il contatto nell’operatore con la pelle Busta con 10 strisce Busta con due tavolette No No Conservare i documenti di Conservare i documenti di acquisto del prodotto acquisto del prodotto No Sì pelle e con gli occhi. Non inalare. Scatola da 10 vaschette No Conservare i documenti di acquisto del prodotto Sì (*) principi attivi per i quali sono documentati casi di farmacoresistenza nell’acaro – Vedi allegati 6 TABELLA 2 ACARICIDI CONSENTITI IN ITALIA Apivar Laboratories Biovè S.A. Principio attivo Periodo di trattamento Amitraz * Ripetere il trattamento a fine estate ed ad ogni primavera. Thymovar Andermatt Bio Vet GmbH. Timolo Bayvarol Bayer Flumetrina * Estate 1 trattamento subito dopo l'asportazione dei melari,per 3-4 settimane; Preferibilmente in assenza 2° trattamento di covata successivo,per 3-4 settimane, fino a metà settembre. Tempo di sospensione Temperatura esterna Dosaggio Somministrazione Precauzioni Effetti indesiderati Avvertenze 0 giorni 0 giorni nel miele. Non trattare durante la produzione del miele. I telaini di favi di covata non devono essere estratti la primavera successiva. Nessuna indicazione d’uso. I migliori risultati si hanno con T. di giorno tra i 20°C25°C; Non applicare se la T. esterna supera i 30°C. Ridotta efficacia se la T. media <15°C. Due strisce ogni arnia da 1 o 2 strisce secondo il 10 telaini. tipo di arnia. Lasciare le striscia in loco per 6 settimane. Inserire la striscia tra due La striscia viene messa elementi dell’arnia, direttamente sopra i favi . impiegandone due per un In prossimità, ma non arnia costituita da 10 direttamente sopra i favi di elementi covata. Chiudere l'alveare lasciando uno spazio di circa 5mm tra la striscia ed il coperchio dell'arnia,per favorire l'evaporazione. Non ingerire ed evitare il Conservare al di sotto di contatto con la pelle e con 30°C. gli occhi. Tenere fuori dalla portata Conservare il prodotto in dei bambini. luogo fresco e asciutto. Assenza di melario Efficacia discontinua Indossare i guanti ed Evitare il contatto con la evitare di bere, mangiare e pelle e con gli occhi . fumare durante la Durante la manipolazione manipolazione delle del prodotto l'apicoltore strisce. deve indossare la solita Tenere lontano dalla attrezzatura di protezione. portata dei bambini e degli 7 Distributore per l’Italia animali domestici ZOOTECNICA s.n.c. SAVIGNANO (FC) 0541 – 945467/944788 Confezione 10 strisce per confezione Ricetta SI Conservare i documenti di acquisto del prodotto e la ricetta per 5 anni No Utilizzabile in Apicoltura Biologica A I C pubblicato su G.U. N 128 del 05-06-2009. Il farmaco al momento non è disponibile nel circuito distributivo italiano. Revoca AIC su rinuncia della ditta Bayer D. n° 71 del 23/10/2008 Il farmaco non è disponibile nel circuito distributivo italiano Sacchetto doppio con 2x5(10)strisce. No Sì No ) pri (*) Principi attivi per i quali sono documentati casi di farmacoresistenza nell’acaro – Vedi allegati 8 TABELLA 3 ACIDI ORGANICI CON POTERE ACARICIDA Ac. Ossalico pericoloso per l'operatore in forma sublimata Ac. Formico pericoloso per l’operatore Principio attivo Ac. Ossalico in sol. zuccherina al 4,2 % di ac. ossalico Ac. Formico sol. acquosa al 60% Periodo di trattamento Tardo autunno - Inverno Assenza di covata: il prodotto agisce solo per contatto sulla varroa presente sulle api adulte Estate Tempo di sospensione ? giorni ? giorni Temperatura esterna Nessuna indicazione d’uso 15-20°C min -25-30°C max il prodotto agisce per evaporazione. Evitare le ore più calde Dosaggio La soluzione zuccherina al 4,2% di ac. Ossalico è 30 ml/alveare di soluzione acquosa al ottenuta con: gr 100 di Ac. Ossalico diidrato 60% su panno spugna. ridotto in polvere + gr 1000 di zucchero + ml Rigirare il coprifavo 1000 di acqua distillata Somministrazione deve esser somministrata per gocciolamento sopra i telaini alla dose di 5 ml per telaino coperto di api (dose massima 50 ml/alveare a seconda della popolosità della famiglia) una sola volta Su un panno spugna, disposto su un foglio di polietilene ed entrambi poggiati sopra i telaini si versano 30 ml di soluzione. Ripetere i trattamento dopo 4-7 gg, sino a 4 volte. Aprire la porticina per permettere la ventilazione Precauzioni Non ingerire ed evitare il contatto con la pelle e con gli occhi. E’ una sostanza pericolosa per l’operatore: provoca ustioni alla pelle ed è irritante per le vie inalatorie. Non ingerire. Fare uso di maschera anti-gas, occhiali, guanti e grembiule di gomma. Acqua a portata di mano per sciacquarsi subito. Assenza di melario Assenza di melario Effetti indesiderati In caso di sovra dosaggio si possono verificare spopolamenti della famiglia Sbalzi di concentrazione dei vapori, blocchi di ovodeposizione, morte della regina, fuoriuscita delle api. Provoca la corrosione di metalli che vengono a contatto con la soluzione o coi suoi vapori (non attacca l’acciaio inox) Avvertenze La soluzione zuccherina si degrada col tempo, col calore e la luce, pertanto non farne inutili scorte Il metodo di utilizzo per sublimazione comporta gravi rischi per la salute degli operatori. Tenere in contenitori non metallici. Tenere lontano da fonti di calore perché infiammabile. Può formare miscele esplosive con l’aria. Conservare il prodotto in luogo fresco e asciutto in recipienti ben chiusi, protetto dalla luce. Tenere lontano dalla portata dei bambini. Distributore per l’Italia Ogni farmacia Ogni farmacia Confezione Secondo richiesta Secondo richiesta Ricetta ? Ricetta medico veterinaria galenico magistrale in triplice copia non ripetibile Conservare la ricetta per 5 anni ? Ricetta medico veterinaria galenico magistrale in triplice copia non ripetibile. Conservare la ricetta per 5 anni Utilizzabile biologica in apicoltura Sì Sì 9 Considerazioni generali Alcuni acidi organici, Ac. Ossalico, Ac. Formico, Ac. Lattico, il cui potere acaricida è stato dimostrato dalla ricerca, sono in uso presso gli apicoltori ormai da diversi anni. Tali acidi sono presenti nel Reg. CE 2377/1990 All. II: Ac. Ossalico diidrato (agente antinfettivo) - Specie animale: api mellifere Ac. Formico - Tutte le specie da produzione alimentare Ac. Lattico - Tutte le specie animali Il Reg. CE 2092/1991, poi Reg. CE 1804/1999 prevedono l'uso dell'acido Ossalico, Formico, Acetico,Lattico, del Mentolo, Eucaliptolo, Timolo e Canfora per l'impiego in apicoltura biologica. Il Reg. CE 2092/1991 è stato abrogato dal Reg. 834/2007 a decorrere dal 1° gennaio 2009. Il Reg. CE 834/2007 a sua volta è applicato secondo le modalità previste dal Reg. CE 889/2008. Quest’ultimo comunque all’articolo 25 comma 6 così recita “ 6. Nei casi di infestazione da Varroa destructor possono essere usati l'acido formico, l'acido lattico, l'acido acetico e l'acido ossalico nonché mentolo, timolo, eucaliptolo o canfora”. Al comma 5 però è scritto: “5. I medicinali veterinari possono essere utilizzati in apicoltura biologica se la loro corrispondente utilizzazione è autorizzata nello Stato membro interessato secondo la pertinente normativa comunitaria o secondo la normativa nazionale in conformità del diritto comunitario.” Sono normati dal Reg. CE 470/2009 : “sostanze attive classificate a norma dell'art.14, par.2, lettere a),b) o c) possono essere somministrate agli animali destinati alla produzione di alimenti entro la U.E purché tale somministrazione sia conforme alla direttiva 2001/82/CE”. Sono presenti nel Reg. UE 37/2010 della Commissione del 22 Dicembre 2009, Allegato Tabella 1 Sostanze Consentite: Ac. Ossalico - Api - LMR non richiesto – agenti antinfettivi Ac Formico - tutte specie da prod. alimentare - nessuna classificazione terapeutica Ac Lattico - tutte specie da prod. Alimentare - nessuna classificazione terapeutica Acido Ossalico Efficacia Un'amplissima e ormai incontestabile bibliografia scientifica conferma l'efficacia dell'acido ossalico nel contenimento della varroasi1. L'assoluta necessità dell’utilizzo dell’Ac. Ossalico in alternanza con gli altri prodotti registrati2 è stata sottolineata dal Dr. Franco Mutinelli, responsabile del Centro di Referenza delle Malattie delle Api, nell'ambito del tavolo di lavoro del 23 marzo u.s. In quella circostanza sono stati da lui illustrati i prodotti presenti in commercio per il trattamento di tale patologia e i loro limiti di efficacia, ribadendo che il trattamento con acido ossalico nel 1 Nanetti A., Massi S., Mutinelli F., Cremasco S., L'acido ossalico nel controllo della varroasi: note preliminari, Rivista di Apicoltura (2) (1995) 5-6. Nanetti A., Massi S., Mutinelli F., Cremasco S., L'acido ossalico nel controllo della varroasi: note preliminari, Apitalia XXII (3) (1995) 29-32. Nanetti A., Stradi G., Varroasi: trattamento chimico con acido ossalico in sciroppo zuccherino, L'Ape Nostra Amica XIX (5) (1997) 6-14. Nanetti A., Stradi G., Varroasi: trattamento chimico con acido ossalico in sciroppo zuccherino, Allgemeine Deutsche Imkerzeitung 31 (11) (1997) 9-11. Nanetti A., Lotta contro la varroa con acido ossalico, (Relazione) Progetto finalizzato AMA - Incontro di studio e di confronto, Udine 13-15 dicembre 2000. 2 IZSVe, Piano di lotta alla varroasi nella Regione Veneto, proposte di intervento per il 2009. 10 periodo invernale (assenza di covata) abbassa il carico di parassiti della famiglia, garantendo la sua vitalità sino al periodo in cui potranno essere effettuati i trattamenti estivi. Meccanismo di azione3: Le varroe sono uccise da soluzioni acide e quella prodotta dall'acido ossalico è la più acida. La soluzione di ac. Ossalico al 4,2% ha un pH di 0,9 ma può a disidratarsi velocemente entro l'alveare dando origine a cristalli, velocemente rimossi dalle api e privi di alcun potere acaricida. L'aggiunta di saccarosio (igroscopico) alla soluzione, rende la soluzione più resistente alla disidratazione e ne prolunga l'efficacia nel tempo. Si ritiene che l'aggiunta di saccarosio non sia quindi finalizzata ad aumentare l'appetibilità della soluzione perché le api non se ne cibano (non si tratta quindi della forma di somministrazione di mangime medicato). Il pH più alto prodotto dall'acido ossalico in soluzione acquosa è il motivo che lo rende maggiormente efficace rispetto ad acidi più deboli (ac. Lattico – ac. Citrico). Metodi di somministrazione Le modalità di somministrazione note dell'acido ossalico sono: − per gocciolatura della soluzione zuccherina − per spruzzatura della soluzione acquosa − per sublimazione I rischi connessi alla somministrazione per sublimazione4 La sublimazione avviene, per riscaldamento dei cristalli di acido ossalico in fornellini elettrici di varia fattura , direttamente entro l'arnia. E' bene chiarire che l’acido ossalico si degrada termicamente e che metodi di riscaldamento brutale rischiano di distruggerlo completamente o quasi, pertanto anche il fornellino dovrebbe avere alcune caratteristiche indispensabili al corretto utilizzo. La somministrazione per sublimazione comporta rischi per la salute dell'operatore e chiunque altro transiti nelle aree dove è in corso il trattamento, in quanto l'inalazione dell'acido ossalico sublimato risulta molto irritante per tutte le mucose. La dimensione dei cristalli che si generano immediatamente dopo la sublimazione (appena la temperatura si abbassa l'acido ossalico ricristallizza dando origine a nuvole di fumo ben evidente attorno all'arnia) è compatibile con un approfondimento notevole nell'apparato respiratorio, quindi particolarmente dannosa per il parenchima polmonare. La ricristallizzazione che avviene all'interno dell'alveare mantiene una potenziale esposizione per l'operatore nelle fasi successive al trattamento, anche per il solo controllo dei cassetti diagnostici, nelle prime visite dopo la pausa invernale. Pertanto si rende necessario l'uso di DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) specifici al momento dell'esecuzione del trattamento e successivamente. Per questo motivo riteniamo non consigliabile questo metodo di somministrazione che non risulta neppure significativamente più efficace rispetto al metodo per gocciolamento. La praticità di utilizzo dichiarata dagli apicoltori non compensa i pericoli che si generano a danno dell'operatore, che dopo la prima somministrazione, dovrà sempre approcciarsi ai propri alveari, con maschera antigas. Tempi di somministrazione Si ritiene che l'acidità prodotta dall'acido ossalico in soluzione zuccherina agisce solo sulle varroe presenti sulle api adulte. Non ha alcuna efficacia sulle varroe incluse nelle celle opercolate di covata. Pertanto la sua efficacia è massima quando la famiglia non presenta alcuna covata. Questa circostanza si verifica in inverno nelle regioni italiane più fredde (centro- nord Italia), quasi mai in quelle più calde (sud Italia). Pertanto, laddove non sia possibile trattare le famiglie durante il naturale periodo di blocco di deposizione, sarà indispensabile asportare ed eliminare la covata opercolata o attuare i blocco di deposizione con la segregazione della regina, prima dell'eventuale trattamento con acido ossalico. Essendo il blocco di covata una tecnica entrata in uso in questi ultimi anni presso gli allevatori italiani, si può prevedere la possibilità di utilizzare l'acido ossalico gocciolato in sol. zuccherina 3 Nanetti A., Stradi G., Modalità di azione dell’acido ossalico, Rivista di Apicoltura Lapis VII (2) (1999) 4-7. 4 Thomas Gumpp, Klaus Drysch, Mahmoud Radjaipour, Peter C. Dartsch, Evaporation of oxalic acid-a safe method for the user 11 anche nel periodo di fine estate, inizio autunno. Questa pratica abbassa il rischio di eventuali insuccessi derivati dall'uso di prodotti evaporanti effettuati in condizioni atmosferiche avverse. Dosi Il CRA-API (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura – Unità di ricerca di Apicoltura e Bachicoltura) indica le seguenti dosi a partire da una soluzione zuccherina al 60%, 4,2% di acido ossalico, ottenibile miscelando a 1000 ml di acqua distillata, 1000 gr di zucchero e 100 gr. di polvere di acido ossalico diidrato: 5 cc di soluzione per telaino coperto di api in un'unica somministrazione (30-50cc di soluzione ad alveare) da distribuire per gocciolamento in parte negli spazi interfavo ed in parte sul listello superiori dei telaini. Soluzioni a concentrazioni inferiori possono esser indicate in casi particolari. La scelta della concentrazione da prescrivere è a a discrezione del sanitario. Per assicurare la buona riuscita del trattamento, che potrebbe esser vanificato da fenomeni di reinfestazione successivi, è indispensabile curare tutti gli alveari dell'apiario. Effetti collaterali Non è escluso che le ripetute somministrazioni possano alterare l'ambiente alveare. Problemi alle api sono documentati in caso di sovradosaggio. Ripetute somministrazioni possono provocare spopolamento delle famiglie. Non sembra che l'uso dell'acido ossalico provochi alcun effetto sulla vitalità delle regine. Precauzioni L'acido ossalico è irritante per contatto su tutte le mucose, pertanto è indispensabile che l'apicoltore adotti dispositivi di protezione. Controindicazioni La presenza di covata vanifica il trattamento, dal momento che l'acido ossalico non agisce sulle varroe incluse nelle celle di covata opercolata. Residui5 L'acido Ossalico è un normale costituente del miele e si trova in un range che va da 1 mg/kg a 800 mg/kg a seconda dell’essenza florale bottinata. Gli studi effettuati per verificare l'aumento di acido ossalico nel miele dopo un trattamento, non hanno rilevato un aumento significativo dell'ac. Ossalico naturale del miele. In genere, le basse quantità di ac. Ossalico rinvenute nel miele di alveari trattati, fanno considerare tale principio attivo piuttosto sicuro dal punto di vista dei residui. Anche trattamenti in produzione non alterano o alterano poco la concentrazione di acido ossalico presente naturalmente nel miele. (Vedi in allegato il rapporto EMEA). In ogni modo tutti i trattamenti vanno sempre eseguiti rigorosamente in assenza di melario. L’ossalico utilizzato durante il trattamento invernale non produce alcun residuo nel miele dal momento che l'importazione nettarifera inizierà soltanto alcuni mesi dopo i trattamenti. Fra gli acaricidi naturali, l’acido ossalico è quello che si somministra in quantità più basse. Contaminanti L'acido ossalico acquistato in farmacia , per il suo livello di purezza, contiene sostanze estranee e contaminanti entro i limiti consentiti. Quello acquistato fuori dalle farmacie (esiste in mesticheria un prodotto chimico per usi tecnici ed industriali) può risultare variamente contaminato da piombo (vedi: Loglio G. Speciale: Utilizzo dell'acido ossalico in apicoltura - Apinforma ) Pertanto è bene scoraggiare questa pratica di acquisto. 5 Nanetti A., Marcazzan G.L., Massi S., Piro R. - Residui di acido ossalico nel miele di alveari trattati contro la varroa. - Atti del convegno finale del Progetto Finalizzato AMA "Il ruolo della ricerca in apicoltura", Bologna, 14-16 marzo 2002, sessione poster. 12 Resistenza I rischi di un mancato controllo sul corretto utilizzo dell’Ac. Ossalico riguardano l’impossibilità di monitorare un eventuale fenomeno di resistenza che le varroe potrebbero mettere in atto. Nel caso che questa si dovesse un giorno manifestare, quasi certamente tutti gli acidi organici verrebbero messi fuori gioco contemporaneamente. Commento L'uso bricolagistico dell'acido ossalico entrato in uso presso molti apicoltori, elude totalmente il ricorso alla competenza veterinaria, favorisce lo scorretto approvvigionamento del farmaco, la sua scorretta preparazione (acquisto in mesticheria - preparazione in luoghi non idonei - dosaggi di fantasia), impedisce il rispetto della tracciabilità del farmaco e della registrazione dei trattamenti, mette a rischio la salute degli operatori e, contaminando il miele con sostanze estranee, quella dei consumatori. Pertanto questa pratica va scoraggiata. Studio della normativa 1°riferimento normativo : DLgs 193/06, art. 11 .... ove non esistano med. vet. autorizzati per trattare una determinata affezione.... per animali produttori di alimenti punto 1. lettera c): Per l’affezione varroasi ad oggi esistono medicinali registrati che sono Apivar®, Apistan®, Apiguard®, Apilifevar®, Thymovar® a base di sostanze attive diverse dall’Ac Ossalico e la cui efficacia , non risolutiva, si compensa con l'ausilio dell’Ac. Ossalico (l'ossalico somministrato in inverno; i prodotti registrati in estate) al fine di ottenere il contenimento della varroa per tutto l'arco dell'anno. L'unico prodotto utilizzabile anche a basse temperature risulterebbe essere l'Apistan ®, (inizio autunno – fine inverno). La varroa ha sviluppato resistenza nei confronti del fluvalinate. L'Apivar®, il cui foglietto illustrativo indica <<l'estate ed ogni primavera >> come periodo di somministrazione sembrerebbe non utilizzabile in inverno. Gli apicoltori quindi non hanno alcun prodotto efficace utilizzabile in inverno. Gli apicoltori biologici , non potendo usare molecole chimiche di sintesi, non hanno a disposizione alcun prodotto registrato utilizzabile in inverno. L'uso dei prodotti registrati si è dimostrato non sufficiente ad un controllo efficace della varroa, soprattutto in quelle regioni dove, anche a causa del cambio climatico, il parassita continua a riprodursi in inverno nella covata presente, aumentando esponenzialmente l'infestazione delle api. Le basse temperature invernali non consentono, d'altronde, l'utilizzo di prodotti evaporanti. Non esiste quindi farmaco antivarroa registrato che sia attivo alle basse temperature, utilizzabile sia dagli apicoltori tradizionali che da quelli biologici. E’ necessario anche sottolineare che il meccanismo d’azione dell’acido ossalico è sostanzialmente differente da quello dei principi attivi dei farmaci antivarroa attualmente in commercio. Non esistono in Italia medicinali veterinari registrati a base di Ac. Ossalico o altri acidi organici per trattare la varroasi. Ne esistono in Germania, in Francia, in Svizzera ed in Spagna. Questa disparità crea una situazione concorrenzialmente svantaggiosa per gli apicoltori Italiani rispetto a quelli europei, soprattutto quelli in regime biologico , con ripercussioni sul mercato del miele. La possibilità di utilizzo di prodotti a base di ac. Ossalico già registrati in Europa eviterebbe l'utilizzo del farmaco in deroga. Dal momento che esistono altri farmaci registrati per la varroa, a stretto rigor di legge, l'acido ossalico non sarebbe né ricettabile, né utilizzabile. Perseguire tale intransigente condotta, senza tenere conto delle considerazioni sovra esposte, potrebbe significare condurre l’apicoltura italiana all’estinzione, con le conseguenze catastrofiche per l'ambiente, l'agricoltura, la zootecnia e la salute umana che si sono già intraviste all'orizzonte a seguito delle morie del 2007. Vietarlo potrebbe: 13 − − − − istigare gli apicoltori all'uso clandestino di acido ossalico con tutte le conseguenze già indicate, creare negli organi deputati al controllo un motivato deterrente all'applicazione della normativa sul farmaco, confermare l'esclusione dei veterinari liberi professionisti dal mondo dell'apicoltura ratificare la condizione di <<fuori controllo>> del settore apistico. 2° riferimento normativo: Il secondo riferimento normativo la cui applicazione letterale non gioca a favore della vita degli alveari è quello che consente il trattamento in deroga solo “in via eccezionale”e solo per “trattare un animale interessato in uno specifico allevamento” . La varroasi è malattia riconosciuta endemica in Italia e soggetta a fasi di recrudescenza ciclica che tendono a ripetersi nel tempo. Non mostra alcuna attenuazione di <<virulenza>>, non è eradicabile ma solo contenibile tramite tecniche apistiche che, sfruttando alcuni momenti biologici della vita dell'alveare o riprodotti artificialmente, alternano tecniche meccaniche a trattamenti chimici. <<in via eccezionale, il veterinario responsabile possa trattare>>: Sappiamo di essere di fronte ad un parassita che stermina il suo ospite. Dal 1982 la convivenza parassita-ospite non ha prodotto alcuna forma di equilibrio compatibile con la vita di entrambi, pertanto l'alveare abbandonato a sé stesso è destinato inevitabilmente a soccombere . Il veterinario che non possa prescrivere l'acido ossalico si trova nell'impossibilità di prescrivere un trattamento utile a contenere lo sviluppo della parassitosi nel periodo invernale (in assenza di covata – famiglia in glomere), che possa esser utilizzato anche in apicoltura biologica, che non lasci residui nel miele, di pratico utilizzo, facilmente reperibile, non tossico per le api, non pericoloso per l'operatore, poco costoso, che abbia un basso impatto ambientale. “trattare un animale interessato in uno specifico allevamento” Il trattamento con Ac. Ossalico non può essere fatto << ad un unico alveare di un apiario>>, ma deve riguardare tutti gli alveari dell'apiario e ancor meglio dovrebbe essere integrato in un programma di trattamenti territoriali e stagionali in quanto il parassita è presente in ogni alveare e la possibilità di reinfestazione tra un alveare e l'altro è elevatissima 6. (L'Indagine epidemiologica condotta dal Progetto APENET lo conferma per voce del Dr. Lodesani) 3° riferimento normativo <<al fine di evitare nell'animale evidenti stati di sofferenza>> Le famiglie colpite da varroasi a stadi elevati di infestazione hanno i seguenti sintomi: un notevole numero di api si presentano prive di ali, visibilmente inabili ad ogni funzione biologica, la covata si presenta con opercoli bucati con all'interno pupe morte ad uno stadio avanzato di sviluppo, il grande marasma nella famiglia si manifesta talvolta con la ripetuta sciamatura, sino al suo completo esaurimento; la vita media dell'ape parassitata si abbassa, ma alla scomparsa precoce delle api non fa seguito la nascita di altrettante api, pertanto sopravviene lo spopolamento progressivo della famiglia sino alla sua morte. La necessità di individuare soluzioni percorribili, è richiesta non solo “per evitare sofferenze inaccettabili” al singolo animale, ma proprio per consentire la sopravvivenza dell’allevamento apistico. 4° riferimento normativo <<Il paragrafo 1 si applica a condizione che le sostanze farmacologicamente attive del medicinale figurino negli allegati I, II o III del regolamento (CEE) n. 2377/90, e che il veterinario specifichi un appropriato tempo d'attesa.>> L'ac. Ossalico, già compreso nell'allegato II,del Reg. Ce 2377/90, è attualmente compreso nella tabella 1 dell’allegato al Reg. UE 37/2010 (sostanze consentite) come richiesto dalla normativa Non è previsto un LMR. Considerato che il suo utilizzo potrebbe essere limitato al periodo invernale, potremmo stabilire un tempo di attesa anche di 28 giorni. 6 M. Greatti et al., Reinfestation of an acaricide-treated apiary byVarroa jacobsoni Oud, Experimental & Applied Acarology, 16 (1992) 279-286. 14 5° riferimento normativo <<Il veterinario responsabile, può trattare l'animale interessato in uno specifico allevamento>> <<Il veterinario può somministrare il medicinale personalmente o autorizzare un'altra persona a procedere in tal senso sotto la responsabilità del veterinario stesso>>, riprendendo il passo contenuto nella dir. 2001/82/CE, ci sembrerebbe la dizione più appropriata e realizzabile in campo apistico. Proposta E’ evidente che il caso dell’apicoltura e dell’Ac. Ossalico rientra in una casistica assolutamente non contemplata dalla legge la cui applicazione rigorosa è manifestamente suicida. Il caso dell’apicoltura è un caso classico in cui la biologia non si può piegare ad un dettame legislativo. In attesa di ottenere o la registrazione di medicinali a base di Ac. Ossalico o cambiamenti normativi a livello europeo che regolamentino l’uso dei farmaci in apicoltura, con leggi speciali, è necessario ed urgente che il Ministero chiarisca che: • l’Ac. Ossalico deve essere acquistato con prescrizione medico veterinaria in farmacia secondo le modalità di dispensazione dell’art. 75: Corre l'”obbligo di prescrizione veterinaria non ripetibile per fornire al pubblico b) medicinali veterinari per animali produttori di alimenti” • nel caso che il medico veterinario ritenga opportuno prescrivere l’Ac. Ossalico nella forma sublimata, andrà contemplata anche la lettera c)medicinali per i quali il veterinario debba prendere precauzioni particolari per evitare qualsiasi rischio inutile 2) per la persona che somministra i medicinali agli animali • è ricettabile con le modalità di prescrizione dell’art. 76 punto 3. la vendita di medicinali veterinari contenenti... antiparassitari... prescritti per animali produttori di alimenti per l'uomo, è effettuata soltanto dietro prescrizione di ricetta medico-veterinaria in triplice copia non ripetibile ( copia gialla garante della tracciabilità, indispensabile per la registrazione dei trattamenti sul registro dei farmaci) • va stabilito un tempo di attesa congruo (28 gg – 7 gg ), considerando che per il principio attivo in questione non è previsto alcun LMR • che deve essere possibilmente somministrato a tutto il patrimonio zootecnico italiano indicandone le modalità di somministrazione o delegando le regioni a curare quest’aspetto • che la prescrizione sarà effettuata dal <<veterinario responsabile>> • che la preparazione a la distribuzione deve avvenire a cura del farmacista come da art. 69, punto 2. : è vietato detenere e commercializzare sostanze farmacologicamente attive da somministrare agli animali, senza autorizzazione del MdS (sostituito dal Dlvo n° 143/07) • che la somministrazione del medicinale sarà effettuata personalmente dal veterinario responsabile o da un'altra persona da lui autorizzata a procedere in tal senso sotto la responsabilità del veterinario stesso Acido Formico Tale prodotto è corrosivo dei metalli e caustico. La sua manipolazione è decisamente più problematica e pericolosa di quella dell’Ac.Ossalico in quanto i suoi vapori e schizzi, possono provocare serie lesioni all'operatore ( risulta indispensabile l'uso di maschera antigas, occhiali protettivi e guanti). L’uso in deroga, pone il veterinario nella condizione di valutare le capacità dell’operatore prima di ogni prescrizione. Fatte le dovute premesse relative alla sicurezza, l’acido formico, soprattutto se somministrato mediante erogatori che ne limitano la manipolazione e l’esposizione per l’operatore, può essere usato per il controllo della varroasi. Agisce per evaporazione e necessita di una temperatura esterna compresa tra i 15 e i 30 °C, pertanto è un prodotto utilizzabile solo in estate. Può provocare la morte di un notevole numero di api adulte, quindi esser causa di spopolamento dell'alveare La sua collocazione normativa è la stessa dell’acido ossalico. 15 Acido Lattico L'acido lattico è efficace nella lotta contro la varroa in colonie prive di covata. Viene distribuito per vaporizzazione diretta sulle api adulte in soluzione acquosa al 15%, a dosi di 10 ml a telaino coperto di api . Saranno necessari dai 3 ai 5 trattamenti all'anno se si intende adoperare soltanto l'acido lattico nella lotta alla varroasi. La temperatura esterna deve essere superiore ai 7°C. Dopo 3 trattamenti il tasso di ac. Lattico nel miele passa da 200 a 1000- 1500 mg/kg. Già a 7-8 settimane dai trattamenti una gran parte di questi residui è già stata degradata. Il tasso naturale di Ac. lattico nel miele varia da 40 a 400 mg/kg. (vedi allegati: M o n o g r a f i a Aci d o latti c o - Im d o r f - Kil c h e n m a n n) Timolo Esistono in commercio prodotti registrati a base di Timolo. E’ tuttavia abitudine di alcuni apicoltori ricorrere all’uso della molecola attiva, acquistata fuori dalle farmacie e somministrata a piacere. E’ convinzione di questa Federazione che tale abituale comportamento vada dissuaso. A maggior ragione ancor di più quando esistano prodotti registrati sul mercato a base di quel principio attivo. Considerazioni finali Stante che l’impianto dell’uso in deroga richieda una motivazione al mancato utilizzo del farmaco di elezione, con questo documento si è voluto esporre tutte le argomentazioni note a supporto di questa motivazione. L’uso in deroga dell’acido ossalico in apicoltura, cosi come concepito dal presente documento, sanerebbe molte situazioni regionali, riaffermando su tutto il territorio nazionale, in modo uniforme, l'applicazione della regola impartita dal D.lvo 193/2006. L'approvvigionamento del farmaco e la sua distribuzione riprenderebbero il regolare iter. L’apicoltura biologica potrebbe sentirsi confermata nelle sue scelte ed operare in totale serenità per un prodotto la cui immagine è vitale. Il chiarimento in merito all’obbligo di ricetta genererebbe un circolo virtuoso all’interno della libera professione sia per quanto riguarda la presenza fattiva dei veterinari in apiario che per la richiesta e l’attenzione nei confronti dell’offerta formativa. Si potrebbe finalmente sperare in un’azione consapevole di farmacovigilanza con rilevamento di tutti i fenomeni di farmacoresistenza della varroa tanto disattesa oggi e che porterebbe anche alla formazione, informazione degli apicoltori da parte dei veterinari. La FNOVI auspica che il MdS , capita la contingenza, si esprima riportando ordine e chiarezza, riconfermando la regola generale che prevede la ricettazione nelle mani dei liberi professionisti, la distribuzione in quella dei farmacisti, il trattamento agli apicoltori e il controllo agli ispettori, evitando situazioni di abuso di professione e di conflitto di competenze che si vedono da più parti. 16 APPENDICE Normativa di riferimento Nazionale ed Europea data n° titolo note 22/12/2009 Reg. 37/2010 UE concernente le sostanze farmacologicamente attive e la loro classificazione per quanto riguarda i limiti massimi di residui negli alimenti di origine animale 6/5/2009 Reg. CE 470/2009 che stabilisce procedure comunitarie per la determinazione di limiti di residui di sostanze farmacologicamente attive negli alimenti di origine animale, abroga il regolamento (CEE) n. 2377/90 del Consiglio e modifica la direttiva 2001/82/CE del Parlamento europeo e del Consiglio e il regolamento (CE) n. 726/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio 29/2/2008 DM Disposizioni di attuazione dell'articolo 6, comma 4-bis, del decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219 recante: «Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE» e successive modificazioni. 13/12/2006 Reg. 1950/2006 CE che definisce, conformemente alla direttiva 2001/82/CE del Parlamento europeo e del Consiglio recante un codice comunitario relativo ai prodotti medicinali per uso veterinario, un elenco di sostanze essenziali per il trattamento degli equidi 24/4/2006 DLgs 219/06 Attuazione della direttiva 2001/83/CE (e successive direttive di modifica) relativa ad un codice comunitario concernente i medicinali per uso umano, nonché della direttiva 2003/94/CE 6/4/2006 DLgs 193 Attuazione della direttiva 2004/28/CE recante codice comunitario dei medicinali veterinari. 16/3/2006 D.Lgs. 158/2006 Attuazione della direttiva 2003/74/CE, concernente il divieto di utilizzazione di talune sostanze ad azione ormonica, tireostatica e delle sostanze beta-agoniste nelle produzioni animali. 31/3/2004 Dir. 2004/28/CE che modifica la direttiva 2001/82/CE recante un codice comunitario relativo ai medicinali veterinari 31/3/2004 Reg. 726/2004/CE che istituisce procedure comunitarie per l'autorizzazione e la sorveglianza dei medicinali per uso umano e veterinario, e che istituisce l'agenzia europea per i medicinali 24/03/04 Reg. CE 546/2004 Modifica gli allegati I,II,III del Reg. CE 2377/90 Introduce l'Ac. Ossalico in all II 6/11/2001 Dir. 2001/82/CE7 recante un codice comunitario relativo ai medicinali veterinari 6/11/2001 Dir. 2001/83/CE recante un codice comunitario relativo ai medicinali per uso umano 19/07/99 Reg. CE 1804/1999 Corregge e completa per le produzioni animali il Reg. CEE 2091/92 16/11/1993 DM Attuazione della direttiva n. 90/167/CEE con la quale sono stabilite le condizioni di preparazione, immissione sul mercato ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità. 3/3/1993 DLgs 90 24/06/91 Reg. CE 2092/1991 Abrogato dal Reg. CE 834/2007 a decorrere dal 7 Attuazione della direttiva 90/167/CEE con la quale sono stabilite le condizioni di preparazione, immissione sul mercato ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità Metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari All.C Apicoltura e prodotti per l'apicolturaPunto 6 Ogni qualvolta si farà riferimento nel testo alla Dir. 82/2001/CE si intenderà così come modificata da Dir. 2004/28/CE , Dir. 2009/9/CE, Reg. (CE) n. 470/2009, 2009/53/CE, Reg. (CE) n. 596/2009 facendo dunque riferimento al testo consolidato. 17 01.01.2009 e dal Reg. Ce 889/2008 26/3/1990 Dir. 90/167/CEE profilassi e cure veterinarie Ammessi: ac. Formico, ac.Lattico, ac. Acetico, ac. Ossalico, mentolo, timolo, eucaliptolo, canfora. Art. 25,comma 6: come sopra Dir. 26-3-1990 n. 90/167/CEE Direttiva del Consiglio che stabilisce le condizioni di preparazione, immissione sul mercato ed utilizzazione dei mangimi medicati nella Comunità. 18 Normativa di riferimento Regionale data n° e Regione titolo 04/06/09 G.R. Vigilanza nel settore LOMBARDIA apistico telefax prot. H1.2009.00220552 2008- 2009 Provincia di BERGAMO note Assoluta necessità di effettuare almeno 2 trattamenti (in estate e in autunno). I servizi veterinari devono assumere ruolo di consulenza tecnica in collaborazione col le Ass. di cat., in particolare fornendo agli apicoltori il supporto necessario per una corretta esecuzione dei trattamenti sia per le modalità che per i tempi di esecuzione. I trattamenti devono coinvolgere tutti gli apicoltori presenti ed esser svolti nello stesso momento. Si consiglia l'utilizzo dell'ac. Ossalico. Previsto l'uso di ac.ossalico anche in estate previa blocco di covata Concordare l'utilizzo dell'acido ossalico con la ASL Ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile. Acquisto in farmacia. Autorizzate le associazioni di apicoltori di detenere scorte di acido ossalico registrate su apposito registro di carico e scarico. Le ass. distribuiscono la polvere ai propri associati in pacchetti preconfezionati dalle farmacie. Ricette gratuite da parte dei Veterinari ASL agli apicoltori che hanno fatto regolare denuncia di possesso di alveari, prescrizione della sola polvere. Preparazione della soluzione a carico degli apicoltori 02/04/08 O. N° 105 VALLE Norme per la profilassi D'AOSTA della varroasi e delle altre malattie delle api La Varroasi è presente in tutti gli alveari della regione. L'infestazione della varroasi risulta essere acuita nel corso degli anni. Obbligo in tutti gli apiari della regione di esecuzione di opportuni trattamenti contro la varroasi con i prodotti autorizzati e previa registrazione nel registro dei farmaci vidimato dalla ASL. Obbligo di uso del fondo antivarroa. Consentito l'utilizzo di ac. formico, lattico ed ossalico (quest'ultimo anche in forma sublimata), sotto il controllo dei servizi veterinari con ricetta in triplice copia non ripetibile. 17/10/02 D.G.R. UMBRIA Previsto l'uso di acido ossalico, in Piano operativo 19 n°1408 regionale di lotta alla varroa sostituzione al Perizin, verso il quale la varroa sembra esser divenuta resistente. 23/09/98 D. G. R. ABRUZZO N°2547 Norme per la profilassi della varroasi e delle altre malattie delle api nella regione Abruzzo Ammesso l'utilizzo di ac. Formico, ac Lattico, ac. Ossalico 13/07/94 Circolari Regione PIEMONTE N° 2877/51 Trattamenti terapeutici per il controllo della varroasi 20/07/07 07/07/2009 Obbligo di prescrizione medico veterinaria non ripetibile in triplice copia per utilizzo di acidi organici in apicoltura N°10148/27.3 Prot. 26056 DB/2002 Programma 2009 impiego controllato acidi organici per il contenimento della varroasi Ricette medico veterinarie intestate a nome delle associazioni Le associazioni distribuiscono le dosi di ac. Ossalico in polvere, preparate da alcune farmacie di fiducia, agli apicoltori che dichiarano di aderire al piano. Sono consentite le modalità di distribuzione a) gocciolato b) spruzzato c) sublimato La preparazione del prodotto è a cura dell'apicoltore. Previsto il trattamento in estate e in inverno Regione VENETO Piano di lotta alla Centro Regionale varroasi nella regione per l'Apicoltura Veneto Proposte di intervento per il 2009 Previsti due trattamenti: autunno invernale previsto l'uso di ac. ossalico estivo: previsto l'uso anche di ac. Formico coordinamento territoriale – trattamenti contemporanei – alternanza dei principi attivi 17/10/1997 R. EMILIA ROMAGNA Profilassi della varroasi Nuove strategie terapeutiche Utilizzo di acido ossalico 12/03/10 Determinazione del responsabile del servizio fitosanitario n° 2549 Prescrizioni fitosanitarie relative alla movimentazione degli alveari per il controllo del colpo di fuoco batterico. Obbligo di trattamento con ac. Ossalico degli alveari che si spostano da zone infette a zone indenni dalla Erwinia amylovora 2009 Per altri aspetti dell’uso in deroga si fa riferimento al documento generale FNOVI 20 ALLEGATI M. Lodesani et al., Ineffectiveness of Apistan® treatment against the mite Varroa jacobsoni Oud in several districts of Lombardy (Italy), Apidologie 1995 vol.26 No 1 p. 67 M. Lodesani et al., Monitoraggio della resistenza al fluvalinate e al cumafos in Varroa destructor in Italia, APOidea 2004 vol.1 p. 60-65 JP Faucon et al., Mise en évidence d’une diminution de l’efficacité de l’Apistan®; utilisé contre la varroose de l’abeille (Apis mellifera L), Apidologie 1995 vol.26 p.291-296 JP Faucon et al. Varroose : mise en évidence de la résistance du parasite aux acaricides par la méthode de «détermination du temps létal moyen» Apidologie 1996 vol.27 p.105110 N. MIlani, The resistance of Varroa jacobsoni Oud to pyrethroids: a laboratory assay, Apidologie 1995 vol.26 p.415-429 Helen M. Thompson et al., First report of Varroa destructor resistance to pyrethroids in the UK, Apidologie 2002 vol. 33 p. 357–366 F. Mutinelli et al., Use of medical drugs against varroasis, Apiacta 2004 vol. 39 p. 53-62 N. Milani, The resistance of Varroa jacobsoni Oud. to acaricides, Apidologie 1999 vol.30 p.229-234 N.Milani, et al., Declino in the proportion of mites resistant to fluvalinate in a population of Varroa destructor not treated with pyrethroids, Apidologie 2002, vol3 p.417-422 Rapporti Regione Lombardia sulla resistenza della varroa al Fluvalinate R a p p o r t o EMEA sull' a ci d o os s a l i c o M o n o g r a f i a Aci d o latti c o - Im d o r f - Kilc h e n m a n n G. Loglio Speciale: Utilizzo dell'acido ossalico in apicoltura - Apinforma Resistenza all'AMITRAZ: P.J. Elzen et al., Amitraz resistance in varroa: new discovery in North America. American Bee Journal 1999 139: 362. 21 Si ringraziano i Colleghi per il contributo per il Gruppo Apicoltura FNOVI: Basile Gigante Antonio D.P. Besana Andrea L.P. Bondi Giuliana D.P. Bosi Filippo D.P. Bressan Gianluigi D.P. D'Addio Enrico L.P. Felicioli Antonio Università di Pisa- Fac. Medicina Veterinaria Lodesani Marco CRA-API Loni Donatella L.P. Mulliri Francesco D.P. Mutinelli Franco Centro di Referenza per le Patologie delle Api – IZS Venezie Reitano Maria Eleonora D.P. Ruta Viviana D.P. Stazzoni Giulia L.P. per il Gruppo Farmaco FNOVI: Battigelli Alessandro L.P Bettio David L.P Bondi Giuliana D.P. Neri Giorgio L.P. Re Gianni D.P. Rigonat Eva D.P. Tolasi Giacomo L.P. Tordi Marcello D.P. Setti Andrea D.P. Vezzoni Aldo L.P. 22