“Il Signore diriga i vostri cuori all`amore di Dio, e alla paziente attesa

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“Il Signore diriga i vostri cuori all`amore di Dio, e alla paziente attesa
Pronti per il ritorno del Signore di Simone Caporaletti
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“Il Signore diriga i vostri cuori all’amore di Dio, e alla paziente attesa di Cristo”
(2 Tessalonicesi 3:5)
Innanzi tutto va detto che è bella l’idea di Dio che dirige il cuore dell’uomo.
Indubbiamente il credente non è un burattino, ma dal momento che ama il Signore
volontariamente, sapendo che è buono e che tutto il bene procede da Lui, egli mette
fiduciosamente il proprio cuore nelle Sue mani.
L’uomo di Dio sa ascoltare l’invito del Padre: “Figlio mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi
tuoi prendano piacere nelle mie vie” (Prov.23:26). Avverte, per fede, l’onore altissimo di poter
lasciare il proprio cuore nelle mani di Colui che può renderlo felice: “Il cuore del re, nella
mano del Signore, è come un corso d’acqua; Egli lo dirige dovunque Gli piace” (Prov.21:1).
Un cuore arreso, che considera l’amore di Dio manifestato alla croce, attende il
ritorno di Gesù. Con pazienza, speranza viva, beata, costante, amando la Sua
apparizione, attendendo lo Sposo amato, celeste, vittorioso, eterno, Salvatore, Re,
Signore.
Viviamo, però, in tempi difficili e Dio ci chiama ad attendere con cura e a
proteggere i nostri cuori: “Custodisci il tuo cuore più d’ogni altra cosa …” (Prov. 4:23); “Siano le
tue vesti bianche in ogni tempo e l’olio non manchi mai sul tuo capo” (Eccl.9:8)
Evitare eccessive distrazioni da giovani
Quando siamo giovani è naturale una certa curiosità verso le cose che ci
circondano. Scoprire come funzionano certi meccanismi familiari, sociali, ambientali,
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scientifici, tecnologici … Affaticarsi, studiare, riflettere su queste cose rientra nello
sviluppo psicofisico del giovane.
Anche Salomone, anche gli amici di Daniele e Daniele stesso, Paolo ed Apollo,
erano persone particolarmente preparate. Ma occorre capire bene dove sia diretto il
cuore: “Signore, inchina il mio cuore alle tue testimonianze e non alla cupidigia” (Salmo 119:3 6).
Distrarsi spiritualmente e non capire bene la volontà di Dio è facile, le conseguenze
sono terribili, soprattutto nelle scelte sbagliate fatte in gioventù: un’attività lavorativa
impropria, una compagnia cattiva, un matrimonio infelice, un’abitazione in luoghi
inadatti …
Ecco perché l’apostolo Paolo, nel capitolo 1 della seconda lettera ai Tessalonicesi,
loda l’eccellente crescita nella fede dei credenti, l’amore abbondante tra fedeli, la
costanza nella prova. Tutte cose fondamentali in vista del momento in cui il Signor Gesù
apparirà dal cielo per darci riposo e vittoria e per essere in quel giorno glorificato nei
Suoi santi e ammirato in tutti quelli che hanno creduto.
Se è necessario evitare le distrazioni, è altresì indispensabile essere impegnati nelle
cose di Dio fin da giovani, affinché Egli ci ritenga degni della vocazione.
Più si considerano importanti la preghiera sincera al Dio Altissimo, la meditazione
dell’amata Parola di Dio, la celebrazione del culto benedetto insieme ai fratelli e la
testimonianza efficace nel mondo, più come giovani sentiremo una voce interiore che ci
dirà con amore: “… Questa è la via camminate per essa” (Isaia 30:21).
Dio compirà con potenza ogni nostro buon desiderio, in questo modo Egli si
adopererà alla nostra riuscita spirituale, perché i nostri pensieri saranno in linea con i
Suoi. La Sua potenza si manifesterà man mano che procederemo nel cammino.
Se si evita qualcosa, ci s’impegna in qualcos’altro: non possiamo trascurare che la
fede deve tradursi in pratica, avere un’opera che la segue. La fede teorica è falsa, sterile,
morta, “… quel che vale è la fede che opera per mezzo dell’amore” (Galati 5:6).
Ecco perché si parla dell’opera della vostra fede, utile perché il nome del Signor
Gesù Cristo sia glorificato.
Evitare eccessivi impegni da adulti
Quanti impegni doveva assolvere un re come Salomone: amministrare la giustizia,
seguire le varie costruzioni del regno, mantenere i contatti diplomatici con i paesi vicini.
Mentre per suo padre Davide lo sviamento durò circa un anno, per Salomone durò molti
anni.
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Si comincia col trascurare alcune priorità spirituali sostituendole con attività
materiali, il culto di famiglia con “indispensabili” attività ricreative, sportive, viaggi …
Siccome si fa tardi al lavoro, la stanchezza serale impedisce la frequenza dei culti
infrasettimanali.
Si continua con il pensare che “non fa nulla se …”, che “tutti lo fanno …”, che “non
possiamo distinguerci troppo dal mondo …” si diventa materialisti, egoisti, rivolti a se stessi, se
la fede, che è sempre dottrina ed etica insieme (cfr Giuda 3), soffre un po’, non
possiamo farci niente. Per mascherare questo stato di cose con un paravento di
spiritualità, ecco che si parla di cose che sconvolgono la mente e distorcono il
cristianesimo puro e semplice. È l’apostasia! Il conformarsi al mondo.
Attivismo, forma senza potenza; tutto sembra molto “operativo”, funzionale,
pragmatico, ma a che prezzo? Lasciando il primo amore! Non si ha tempo per le cose del
Signore, ma quando il tempo finirà, cosa ne sarà dell’anima nostra nell’eternità?
Nel nostro tempo “l’iniquità aumenterà, l’amore dei più si raffredderà …” e quando il
Figliuol dell’uomo tornerà troverà la fede sulla terra? E noi saremo pronti?
Tutto questo “divenire uguali al mondo” dei credenti non sembra preparare
ulteriormente la strada all’uomo del peccato, il figlio della perdizione, l’avversario, colui che
s’innalza sopra tutto ciò che è chiamato Dio od oggetto di culto? (2 Tess.2:4).
Si passa, con questo mutamento pratico dovuto al “non c’è tempo per le cose del
Signore”, da Colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo ad un altro Vangelo,
che poi non c’è un altro Vangelo. Dio ha tutto il diritto di dirci: “Io mi ricordo dell’affetto che
avevi per me quand’eri giovane, del tuo amore da fidanzata …” (Geremia 2:2).
Gesù ha fatto un sacrificio tale per noi, così pieno di misericordia, amore,
compassione, grazia che non merita per niente di essere trascurato, negletto,
abbandonato, messo da parte.
Evitare eccessivo rilassamento da anziani
Quando vi è un senso d’appagamento, d’autocompiacimento, viene da pensare:
“Ormai ho fatto abbastanza, ho dato tutto”.
Quando gli stimoli terminano, gli interessi scemano, anche nella Parola di Dio si
tende a dire: “Io non ci ho più alcun piacere.” (Eccl. 12:3)
Eppure gli anziani possono essere: “Sobri, dignitosi, assennati, sani nella fede, nell’amore,
nella pazienza. Anche le donne anziane abbiano un comportamento conforme a santità, non siano
maldicenti, né dedite a molto vino, siano maestre nel bene, per incoraggiare le giovani ad amare i mariti,
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ad amare i figli, ad essere sagge, caste, diligenti nei lavori domestici, buone, sottomesse ai loro mariti
perché la Parola di Dio non sia disprezzata” (Tito 2:2-5).
Il rilassamento eccessivo porta all’apatia. Spesso non si riescono a distinguere segni
e prodigi bugiardi, d’inganno e iniquità e si giunge a trascurare anche la santificazione
nello Spirito e la fede nella verità. Invece la terza età è adatta per stare saldi e ritenere gli
insegnamenti, per essere confermati in ogni opera buona e in ogni buona parola.
Caro anziano, aspetti il ritorno di Gesù? Evitiamo dunque ogni eccesso di
distrazione da giovani, d’attività da adulti e di rilassatezza da anziani... Se ci pensiamo
bene, potremmo usare il termine “disordine”.
“Fratelli, vi ordiniamo nel nome del nostro Signore Gesù Cristo che vi ritiriate da ogni fratello che
si comporta disordinatamente e non secondo l’insegnamento che avete ricevuto da noi … E se qualcuno
non obbedisce a ciò che diciamo” - scriveva l’apostolo Paolo sempre nella 2 Tessalonicesi 3 “notatelo e non abbiate relazioni con lui, affinché si vergogni. Però non consideratelo un nemico ma
ammonitelo come un fratello”.
Il disordine spirituale crea disordine materiale, come il disordine alimentare porta
cattiva salute, e quello del tempo scompensi vari.
Dio vuole che ogni cosa sia fatta con dignità e con ordine, e desidera prepararci per
il ritorno di Cristo, dirigendo i nostri cuori.
Lasciamoci “dirigere” e preparare adeguatamente!
Simone Caporaletti
da: Risveglio Pentecostale – 12/2006
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