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Mercoledì 13 agosto 2014 LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - Quotidiano fondato nel 1887 www.lagazzettadelmezzogiorno.it Redazione: via Scillitani, 5 - Tel. 0881/779911 - Fax: 080/5502300 - Email: [email protected] Pubblicità-Mediterranea S.p.A Foggia: corso Vittorio Emanuele II, 28 - Tel. 0881/772500 - Fax: 0881/774423 Necrologie: www.gazzettanecrologie.it - Gazzetta Affari: 800.659.659 - www.gazzettaffari.com LE ALTRE REDAZIONI Bari: Barletta: 080/5470430 0883/341011 Brindisi: Lecce: 0831/223111 0832/463911 Taranto: Matera: 099/4580211 0835/251311 Potenza: 0971/418511 ABBONAMENTI: tutti i giorni esclusi i festivi: ann. Euro 260,00; sem. Euro 140,00; trim. Euro 80,00. Compresi i festivi: ann. Euro 290,00; sem. Euro 160,00; trim. Euro 90,00. Sola edizione del lunedì: ann. Euro 55,00; sem Euro 30,00. Estero: stesse tariffe più spese postali, secondo destinazione. Per info: tel. 080/5470205, dal lunedì al venerdì, 09,30-13,30, fax 080/5470227, e-mail [email protected]. Copia arretrata: Euro 2,40. Tel 080/5470213 IMMIGRATI COLPITA LA TENDOPOLI DELLA REGIONE A «CASA SANCARA», FRA FOGGIA E SAN SEVERO, A TRE CHILOMETRI DALLA BIDONVILLE VIALE DEGLI AVIATORI TAGLIATA CON UN FLESSIBILE Sfregiate le tende del campo Furto a «Brico» che dovrà sostituire il ghetto svaligiata la cassaforte L’agguato nella notte, alla vigilia della visita di Minervini LA CONDIVISIONE DEI SERVIZI CON L’UNIONE TRA I COMUNI di FILIPPO SANTIGLIANO L’assessore regionale ha presentato ieri l’Ecovillaggio. «Solo un gesto teppistico» l Le tende del campo di accoglienza di Casa Sancara, nel nuovo centro allestito dalla Regione, sono state sfregiate la notte scorsa da ignoti. Il fatto è avvenuto alla vigilia della visita dell’assessore regionale alla Cittadinanza sociale, Guglielmo Minervini, che ieri ha presentato i nuovi moduli abitativi dell’Ecovillaggio. «Un atto teppistico e niente più», il suo commento. LEVANTACI A PAG. IV-V >> I ladri hanno anche distrutto l’hard disk del sistema di videosorveglianza UNO CHEF ORIGINARIO DELLA PROVINCIA DI FOGGIA SPOPOLA A ISTANBUL l Furto nella nottata nel punto vendita «Brico Io» di fronte al centro commerciale di viale degli Aviatori: i ladri sono penetrati negli uffici e con un flessibile hanno tagliato la cassaforte. SERVIZIO A PAGINA III >> FOGGIA S arà anche per la spending review o forse solo per la riorganizzazione «istituzionale» in corso di preparazione in Parlamento, ma la provincia di Foggia potrebbe fare da battistrada ai primi servizi «condivisi» tra Comuni e per di più in un settore come dire delicato come quello della Polizia municipale. Per il momento si tratta solo di una ipotesi, ma non per questo campata in aria e soprattutto impossibile da attuarsi. Ma i cinque «reali siti», ovvero i comuni di Orta Nova (capofila), Stornara, Stornarella, Carapelle e Ordona, potrebbero dar vita ad una «unione» istituzionalizzata per la costituzione di un Corpo intercomunale della polizia locale in maniera tale da ottimizzare costi e servizi peraltro in un momento di grave carenza anche di personale, tanto che alcuni comuni sono costretti a prendere in prestito ufficiali e vigili da altre amministrazioni. L’idea di «unire» i servizi senza rinunciare ai gonfaloni non è del tutto sbagliata, soprattutto se c’è una «omogeneità» territoriali (i comuni dei cinque reali siti si raggiungono tra loro nel giro di pochi chilometri) e se l’operazione alla fine risulterà vantaggiosa sia per le casse municipali (ci saranno sempre meno trasferimenti dallo Stato) sia per i cittadini che avranno a disposizione un corpo di polizia municipale più attrezzato e non solo decorativo. Quei ladri «acrobati», altri 4 colpi in abitazioni SERVIZIO A PAGINA III >> CERIGNOLA Rifiuti nell’interporto spunta l’ipotesi Gentile TUFARIELLO A PAG.XI >> Mamma li turchi e come mangiano CAGNANO, ROCCHETTA, ORSARA MATTINATA E MONTELEONE l Da Casalnuovo a Istanbul, da cuoco di paese a chef internazionale. E’ la favola di Antonio Lombardi, 53 anni. Emigrato a Milano, Antonio Lombardi ha lavorato al Paper Moon di New York insignito del premio SPORT FOGGIA MARTINA Dall’acqua sale ai fagioli Esordio il 31 è oggi il giorno delle sagre con un derby IL TRIONFO DEI CIBI DELLA TRADIZIONE Nella foto una delle tante sagre che animano al Capitanata in questi giorni . SERVIZI A PAG. XVII E XVIII >> l Prima di campionato in casa per il Foggia che torna in Lega Pro (l’ex prima divisione) dopo due anni. Allo Zaccheria sarà di scena il Martina Franca, ripescato ad agosto. Un esordio casalingo nel pieno dell’estate per i rossoneri. Non è escluso che si possa giocare in notturna. Nel frattempo vanno avanti i lavori allo Zaccheria. Per la Questura di Foggia 10 delle 19 gare della stagione sono a rischio. FIORELLA A PAG.XV >> “2 Stele” dal grande critico culinario Brayan Miller, del New York Times. Dal ‘97 è a Istanbul nel nuovo ristorante “Emporio Armani Caffè” aperto nello storico palazzo “Macka Palas”. DE CESARE A PAG.VIII >> TORRE MILETO Aumento Tarsu: rivolta dei 3 mila residenti VILLANI A PAG.IX >> IV I FOGGIA CITTÀ Mercoledì 13 agosto 2014 VIA LA BARACCOPOLI VISITA DELL’ASSESSORE REGIONALE IL PROGETTO DELLA REGIONE L’ecovillaggio al posto delle tende dal 1 ottobre. Promossa la coltivazione di miglio e fagioli, di cui i migranti sono grandi consumatori Case in legno e nuove colture per «pensionare» il Ghetto Minervini va avanti col dialogo: «I migranti imprenditori di se stessi» «Vogliamo accogliere queste persone in modo civile. Metodi innovativi a vantaggio anche delle imprese» MASSIMO LEVANTACI l L’operazione “Capo free – Ghetto off ” va avanti, nonostante i migranti non abbiano alcuna intenzione di lasciare la tanto vituperata baraccopoli di Rignano scalo e i caporali continuino a fare il bello e il cattivo tempo reclutando personale da mandare nei campi a lavorare. Ma il piano intrapreso dalla Regione ha tempi lunghi e l’assessore alla Cittadinanza sociale, Guglielmo Minervini, è stato chiaro ieri mattina durante la sua visita nel centro di accoglienza di Casa Sancara (sulla San Severo-Foggia, visibile dalla statale 16). «Il nostro obiettivo non è sgomberare il ghetto di Rignano, ma rendere l’accoglienza dei migranti più civile. Prima o poi lo capiranno e saranno loro stessi a lasciare la bidonville per andare ad abitare in luoghi più sicuri». Le sirene di Minervini ieri hanno emesso un altro segnale. A casa Sancara è stato presentato il primo modulo dell’Ecovillaggio sociale che dal primo ottobre ospiterà i migranti stanziali, coloro cioè che ormai vivono stabilmente tutto l’anno in Capitanata e buona parte del tempo lo passano al ghetto. Per gli stagionali la Regione aveva montato una tendopoli nel villaggio Sancara (a tre chilometri dal ghetto), a tutt’oggi disabitate e anzi fatte oggetto la notte scorsa di un gesto teppistico (ne riferiamo a parte), proprio alla vigilia della visita di Minervini. L’ecovillaggio invece si compone di casette in legno, quattro posti letto per ognuna, primo insediamento abitativo stanziale riconosciuto anche dalla legge. Ad oggi la situazione per così dire abitativa grava tutta sulle spalle del ghetto: i migranti, per la gran parte dei quali africani e divisi in numerose etnie, sono tutti lì dentro nelle capanne di cartone e legno, ospitati nelle condizioni malsane che l’opinione pubblica in questi anni ha imparato a conoscere. Saranno, secondo le stime, più di un migliaio a vivere così. Il progetto illustrato ieri da Minervini si divide in due fasi: «La prima prevede la costruzione di un ecovillaggio, con postazioni abitative più stabili a beneficio degli stanziali a partire dal 1 ottobre. Puntiamo a far venire qui le persone che rimangono nel ghetto. La seconda componente del progetto riguarda la sperimentazione dell’autoimpresa agricola, la possibilità cioè di produrre alcune colture tipiche del territorio, almeno fino a qualche decennio fa, come miglio e fagioli. Proprio i migranti – aggiunge l’assessore regionale – potrebbero costituire il primo zoccolo di un mercato in espansione secondo quanto rivela Altroconsumo: si tratta, infatti, di coltivazioni di largo consumo che non hanno più volumi adeguati rispetto alle richieste nel nostro paese tanto è vero che siamo costretti a importarle». Minervini si è intrattenuto a colloquio con decine di migranti, ha ascoltato i loro problemi e spiegato loro che potrebbero essere «artefici di un cambiamento epocale in Capitanata». Ha intrapreso la linea della ragione, consapevole che il muro contro muro «non porta risultati». Il problema è convincere i “capi”, fare in modo che chi tiene oggi sotto le sue redini il controllo del ghetto possa perdere “affiliati” e vedersi costretto a cambiare strategia. Anche sulle liste di prenotazione rivelatesi un flop, l’assessore non se la sente di dare addosso alle imprese agricole, smarcandosi dal sindacato (leggi intervista a pag. V): «Le liste di prenotazione sono previste dalla legge – risponde – non ce le siamo inventate noi. Va detto però che è stata una stagione sfortunata, le piogge hanno ridotto il volume del raccolto del 25-30% lo avete scritto anche voi… Questa condizione di sofferenza per le imprese li porta a un atteggiamento disattento rispetto agli impegni che avevano preso con noi. Ho invitato Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Copagri a mantenere gli impegni assunti: la vera competizione si ottiene solo attraverso la certificazione del prodotto, una valorizzazione anche sul mercato è la vera risposta a questioni che osmai si trascinano da troppo tempo». FIDUCIA AI MIGRANTI L’assessore alla Cittadinanza sociale Guglielmo Minervini incontra i migranti ospiti nel Ghetto di Rignano. A destra nella foto in alto l’incontro promosso ieri dalla Regione nel centro di accoglienza di «casa Sancara», fra Foggia e San Severo. Sotto uno dei moduli dell’ecovillaggio (foto Enzo Maizzi) . CASA SANCARA DISTRUTTE ANCHE QUINDICI BRANDINE, UN SOLO OSPITE NELLA STRUTTURA Ma nella notte sfregiate le tende nel centro regionale l Ignoti la notte scorsa hanno fatto irruzione nel campo di accoglienza al villaggio Sancara, dove c’è la tendopoli allestita dalla Regione per offrire ospitalità ai migranti, sfregiando con il taglierino numerose tende. «Una decina quelle colpite, non sappiamo se da una o più persone – riferisce alla Gazzetta Raffaele Celeste, responsabile del campo affidato alla Protezione civile – sono state danneggiate anche una decina di brandine all’inter no della tendopoli. Tutta merce di nuova dotazione - aggiunge - acquistata dalla Regione (al costo di 60mila euro: ndr) per ospitare i migranti del ghetto e altri lavoratori che chiedono di poter dormire per qualche giorno. Non so se saranno recuperabili le strutture danneggiate, vedremo se sarà possibile». Molti hanno interpretato il gesto come un avvertimento rivolto alla Regione che ha avviato il piano di recupero degli ospiti dal ghetto di Rignano per portarli nel nuovo centro e all’assessore Minervini che proprio ieri mattina avrebbe dovuto visitare il campo come da incontro programmato. Ieri però l’esponente del governo Vendola ha minimizzato l’accaduto: «E’ stato un atto vandalico, per il momento vogliamo considerarlo così. Se in esso sono contenuti altri messaggi lo vedremo». Nel campo di Sancara c’era un solo ospite che al momento dell’irruzione dormiva, mentre un altro era andato via da qualche giorno. Il centro di accoglienza è sorvegliato «h24» dai volontari della Protezione civile, ma ieri il direttore ha chiesto formalmente al prefetto il rafforzamento della vigilanza notturna con l’invio di pattuglie di polizia e carabinieri per tenere sotto controllo la tendopoli. «I nostri vo- lontari - spiega Celeste - non hanno la forza per intervenire in situazioni come quella dell’altra notte. Temiamo che abbiamo agito più persone e che sia stato un atto premeditato, deciso a tavolino. Chi ha pensato di sfregiare le tende, a mio avviso ha voluto fare un dispetto alle istituzioni infierendo con quei tagli sul logo della Protezione civile riportato su tutte le tende presenti nel centro di accoglienza». CAPO FREE Le tende della Protezione civile FOGGIA CITTÀ I V Mercoledì 13 agosto 2014 500 LAVORATORI ISCRITTI Gli elenchi sono pronti da un mese, ma nessuna azienda li ha ancora consultati. L’assessore Minervini: «C’è poco raccolto» A VUOTO ANCHE GLI INCENTIVI Le imprese se assumono intascano 300 euro a lavoratore per contratti di venti giorni. Un incentivo che non funziona Lavoro, poche chiamate dalle liste di prenotazione Calamita (Flai Cgil): «Gli imprenditori agricoli non hanno più scuse» l Le liste di prenotazione segneranno il primato dell’inutilità della mano dello Stato, almeno in Capitanata, per regolamentare le dinamiche occupazionali in agricoltura. Un segmento, quello dell’intermediazione di lavoro bracciantile, già complesso di suo: lo testimoniano le decine di inchieste condotte dall’Inps negliultimi quindici anni e i numerosi casi di braccianti fittizi che ancora si annidano nelle liste per la disoccupazione. Ma le procedure d’ingaggio dei lavoratori migranti è qualcosa che fa storia a sé ed hanno imparato ad accorgersene anche addetti ai lavori generalmente smaliziati come i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil che avevano abbracciato con entusiasmo la proposta della Regione di istituire quest’anno le liste di prenotazione per agevolare il compito delle aziende nella ricerca di manodopera. I sindacati erano così convinti della bontà dell’intervento che su mandato della Regione hanno fat- to opera di persuasione tra i migranti, convicendone molti di loro ad iscriversi a quelle liste, unico modo per riuscire a trovare lavoro e tenere alla larga i caporali. Una convenzione che poggiava evidentemente anche sulla forsa dell’incentivo in denaro: 300 euro a beneficio del datore di lavoro per contratti minimi di venti giorni, 500 euro se il rapporto si prolunga fino a sei mesi. Ma è stato tutto inutile, a quanto pare. «Nelle liste abbiamo iscritto più di 500 persone – commenta Daniele Calamita, segretario della Flai Cgil – ma nemmeno un’azienda agricola si è rivolta a loro per farli lavorare. Non so come definirla questa forma di indifferenza, ma ho la chiara sensazione, spiace dirlo, che le imprese foggiane vogliamo rimanere nel limbo dell’illegalità che fa comodo a tutti a loro principalmente». Eppure la Regione si era mossa con largo anticipo, il protocollo RESPONSABILITÀ «Le associazioni datoriali hanno una responsabilità diretta» L’IMPRENDITORE TESTIMONIANZA (ANONIMA) DI UN AGRICOLTORE: «ECCO COSA C’È DA CAMBIARE» «Trattativa libera nei campi a cassone intascano di più» LAVORO A CASSONE Alcuni lavoratori immigrati presenti ieri all’incontro di casa Sancara . l «La trattativa è libera in campagna, i lavoratori vogliono essere ingaggiati a cassone perchè guadagnano di più. Inutile prendersela con i datori di lavoro che in tutta questa catena sono la voce più silenziosa e anche quella meno difesa». A parlare così è un imprenditore agricolo foggiano, che ha rilasciato alcune sue riflessioni alla Gazzetta chiedendo però il vincolo dell'anonimato. «Già siamo bersagliati da tante critiche, ci manca solo che ci mettiamo a parlare ai giornali... Però le cose vanno dette perchè siamo stufi di essere sempre noi a pagare per gli altri. E' tutto un sistema che si approfitta del lavoro bracciantile sfruttato e malpagato: sindacalisti, volontari, ispettori del lavoro e poi il mondo della politica che fa finta di vedere solo quello che vuole». Cosa ci sarebbe, allora, da fare? «Se fossi io un tutore della legge – spiega la nostra fonte – cercherei di riformare il sistema dall'interno, perchè prima di risolverli i problemi bisogna conoscerli. E io che sto in campagna tutto il giorno vi posso dire che alle 5 del mattino vedo solo immigrati in giro, e qualcuno che li organizza che i benpensanti chiamano caporali. Poi a mezzogiorno arrivano i sindacalisti che pretendono di fare con queste persone il bello e il cattivo tempo, cercando di sottometterli alle loro ragioni. Perchè i caporali sono i cattivi e il sindacato invece la parte buona». Il reclutamento nei campi per pochi spiccioli, i ricoveri malsani e degradati: anche questo denunciano i sindacati. Molti imprenditori sanno dove hanno dormito gli immigrati che andranno a lavorare nel suo fondo, però girano lo sguardo dall'altra parte. «Gli immigrati – risponde il nostro imprenditore – sanno bene che solo queste condizioni di “schiavitù” in cui vivono permetteranno loro di fare un gruzzolo maggiore. Lo so, sto dicendo un'eresia, ma loro, vi assicuro, non fanno molta differenza se andare a dormire in un rudere oppure restare sotto un albero. Del resto lo si è visto con la campagna “Ghetto out” della Regione: le tende linde e pulite sono lì, nel villaggio di Sancara, ma tutti al Ghetto continuano a vivere. A molti sta bene questa situazione, lo confesso anche a noi: ma, mi creda, siamo gli ultimi responsabili della catena. Noi imprenditori agricoli abbiamo già le nostre gatte da pelare, perchè il pomodoro si vende sempre di meno e gli ispettori del lavoro ci massacrano quando vengono a fare i controlli perchè istigati a trovare l'illegalità. Ci fanno perdere mezza giornata di lavoro e intanto noi queste cose a chi le andiamo a dire? Lo vede, solo tutelando l'anonimato oggi si riescono a dire le cose fuori dai denti. Io vorrei che le autorità preposte mettessero davvero il coltello della piaga dei tanti problemi che vi sono su questo versante. Ma ne hanno la forza e, soprattutto, la volontà?». d’intesa firmato nel giugno scorso in Provincia con le associazioni datoriali sanciva il rispetto di principi etici ai quali le imprese, in quella sede, non hanno pensato di sottrarsi almeno a giudicare dall’adesione convinta di chi li rappresentava. «E’ proprio questo il punto – dice Calamita – le associazioni datoriali hanno una responsabilità diretta in questo insuccesso perché si sono soffermate alla firma del protocollo, senza promuovere un’azione di sensibilizzazione al proprio interno. Per questo adesso non ci sono più scuse, le aziende preferiscono la strada della illegalità? Bene, a questo punto chiediamo più controlli da parte delle forze dell’ordine e degli ispettori del lavoro, se vogliono continuare a stare in quella condizione di sfruttamento bracciantile è giusto che ne paghino le conseguenze». Secondo i calcoli del sindacato, con la politica degli incentivi i datori di lavoro risparmierebbero il 30% sul costo di una giornata di lavoro che in base all’ultimo contratto di categoria vale 49 euro lordi. «Non parliamo di un aiuto scadente, se ragioniamo nell’ottica che i lavoratori si assumono a contratto. Ma evidentemente in campagna è un concetto superato perchè le imprese sanno di poter agire sulla leva del lavoro a cottimo ed a questo gioco si prestano i caporali con le loro angherie». E’ un gioco di complicità da scardinare: le imprese che chiedono manodopera a precise condizioni e i lavoratori sanno di dover accettare (anche i locali sottostanno ormai a questo andazzo) perchè il mercato si disciplina così: «Sono le aziende agricole che vogliono mantenere in piedi questo status. Noi ci siamo prodigati in questo percorso - conclude Calamita - siamo stati nelle piazze di tutti i comuni, la gente s'iscrive ma le aziende non chiamano. Noi, comunque, non molliamo e andiamo avanti». [m.lev.] PROTOCOLLO «Non si partecipa ai protocolli d’intesa solo per onor di firma»