QUI - Wing Tsun

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MUSICA BRUTALE, AGGRESSIONE REALE
di Angelo Irrequieto
Quando la realtà supera la fantasia. Spesso, alla conclusione dell’allenamento di WingTsun, si fanno
esercizi di respirazione e rilassamento. In questa fase, parte dell’esercizio consiste nell’immaginare di
essere aggrediti e di reagire con tecniche di WT. Solitamente si immagina di essere attaccati in una
situazione a noi familiare, in luoghi in cui siamo già stati e dove potremmo fare brutti incontri, come
parcheggi, vicoli, discoteche mal frequentate ecc. Ma in tutti gli anni di studio del WT non ho mai
immaginato di dover scampare da un’aggressione come quella che mi è effettivamente capitata.
D’altro canto, la passione per la musica estrema (Death, Grind, Black ecc.) mi ha condotto a vivere più
volte situazioni non comuni, e il detto “extreme music for extreme people” avrebbe dovuto mettermi in
guardia!
Era il 2000 e con altri amici ero andato a sentire un concerto di gruppi Black Metal. Mentre
l’ultima band sta suonando, mi defilo verso il fondo della sala per ascoltare meglio; i miei amici
rimangono a seguire il concerto sotto il palco. A un certo punto, mentre sono pacificamente a braccia
conserte ad ascoltare la musica, vengo violentemente spinto in avanti e spiaccicato contro altre
persone; sono così schiacciato da non riuscire a muovermi, non capisco cosa stia accadendo. Dopo
pochi istanti vengo tirato indietro per i capelli (ho i capelli lunghi) e mentre sono trascinato all’indietro
vengo colpito con un pugno in pieno volto. La sala è buia e la musica è a manetta. Mentre il mio corpo
prosegue la caduta all’indietro, il tizio che mi ha colpito segue la mia "discesa" rovinandomi addosso,
e contemporaneamente tenta di colpirmi con una raffica di pugni. Un attimo prima stavo defilato ad
assistere a un concerto, e ora sopra di me c’è un tizio che vuole uccidermi a suon di cazzotti senza
motivo apparente. Riesco a controllare i suoi colpi e "capisco" - ma è un pensiero inconscio - che
posso uscirne solo applicando l’anti lotta al suolo. Il mio torace s’inarca verso l’alto e con le braccia
controllo i suoi pugni; un suo colpo viene deviato e colpisce violentemente il pavimento (il tipo sopra di
me è furioso e picchia selvaggiamente); contemporaneamente gli rifilo una raffica di "calci a catena"
sullo stomaco e sotto la cintura. I miei calci sono molto potenti e l’aggressore, oltre a subire i calci,
viene sollevato e scaraventato a una distanza considerevole, nonostante la mia corporatura alquanto
esile (sono alto un metro e settanta e peso meno di sessanta chili). Mi rialzo come una molla,
l’adrenalina è alle stelle. Ho avuto la sensazione di essermi risollevato molto più velocemente di
quanto non fossi caduto! Il tipo si dimena davanti a me, saltella e mulina i pugni come un ossesso. La
gente forma un cerchio intorno a noi ma nessuno interviene. Prima che l’improvvisato match riprenda,
un altro ragazzo, di fianco all’aggressore, trattiene l’amico e lo convince che non sono io quello che
cerca. Questo animale ha cercato di uccidermi perché mi ha scambiato per qualcun altro? È
incredibile, non ci posso credere. Il clima si raffredda, vengo raggiunto dai miei amici che, distanti da
me, non potevano vedere nulla. Si cerca un chiarimento. Io rimango con un occhio nero stile cartone
animato, lui colpito da calci e con la mano lesa. Si conviene di risolvere la faccenda con una
bicchierata; per offrimi una birra passa minuti a racimolare i soldi in giro tra amici. Dice di aver
praticato arti marziali e, per convincermi che lui è solito partecipare a risse, mostra orgoglioso il naso
che, a muoverlo con le dita, penzola a destra e sinistra come fosse di gomma.
Riflessioni e considerazioni personali.
Tutto si è svolto rapidamente, ma in quest’occasione è stato come se il tempo rallentasse. In
pratica, è come se il tempo da me percepito scorresse più lentamente del tempo vissuto da chi era
solo spettatore. Bisogna altresì considerare che, nonostante fossi stato colpito violentemente al volto e in una situazione di completo rilassamento -, non sono stato raggiunto in parti del corpo sensibili o
vitali (naso, gola, tempia, bocca ecc.), cosa che mi avrebbe messo in condizione di non poter reagire
così prontamente, o di non poter reagire affatto.
Ricordo che, durante uno stage, il mio Sifu, Master Filippo Cuciuffo, disse che "il WingTsun si
era impadronito di lui". Fece alcuni esempi, spiegando che quando cammina in una strada affollata
solleva istintivamente le braccia per controllare la folla, oppure che quando deve prendere posto al
ristorante sceglie un tavolo in modo da avere il muro alle spalle. Pensavo esagerasse. Aveva ragione.
All’epoca dell’aggressione, mi allenavo tre volte la settimana e partecipavo a molti stages. Sifu
Gianluca Cesana insegnava "l’anti lotta al suolo" a ogni lezione, e l’Antiground Fight veniva praticato
realisticamente con gli altri fratelli di WingTsun dell’Associazione Piccola Idea di Casale Monferrato.
Quando si confrontano esperienze di difesa reale, molti affermano che avrebbero reagito "in
questo" piuttosto che "in un altro modo". Una vera aggressione - e con “vera aggressione” non intendo
la blanda scazzottata rituale di certe situazioni, in cui non si ha la reale volontà di ledere seriamente
l’avversario - è difficilmente giudicabile a posteriori da chi non l’ha vissuta in prima persona. La realtà
di un’aggressione può essere: brutale, imprevedibile, con fattori non valutabili nella dinamica
(ambiente e soggetti che possono intervenire nel combattimento in primis). Personalmente ritengo che
i fattori che contano siano l’allenamento costante, realistico e motivato, la determinazione e la fortuna
(fortuna a non essere attaccato da più soggetti, fortuna a non doversi difendere a mani nude contro
avversari armati ecc.)
Sono uscito malconcio dall’aggressione sopra descritta. Ma l’allenamento del WingTsun mi ha
permesso di tornare a casa, con la mia faccia e senza lesioni permanenti.
Mi auguro che quest’articolo possa far riflettere chi pratica la difesa personale e magari aiutare
chi debba, suo malgrado, difendersi o difendere chi gli sta accanto.