Storia probabile di un milionario o due, di falsi sorrisi, di pregiudizi e
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Storia probabile di un milionario o due, di falsi sorrisi, di pregiudizi e
1 Storia probabile di un milionario o due, di falsi sorrisi, di pregiudizi e di una valigetta. di Maurizio de Giovanni Da qualche tempo gira sui social una massima divertente e un po’ urticante. In forma di cartellone recita così: in America imperversa un milionario dai capelli improbabili che vuole diventare presidente e spara sciocchezze (il cartello non dice proprio così, ma il senso è questo) a raffica. E’ la prima volta che siamo vent’anni avanti a loro. A parte l’affermazione del poco lodevole primato, è innegabile che la cavalcata di Trump e quella di mister B presentino formali analogie. Perciò il passante è portato a fare qualche riflessione un po’ amara e molto preoccupata. Premettiamo che le chiacchiere che seguono sono appunto quelle di un semplice passante, e che l’estensore non ha titoli di alcun genere per richiedere e ottenere alcuna autorevolezza. Né un sociologo né un politologo; non un conoscitore delle cose della politica americana, né un esperto o un partecipante attivo di quella italiana. Anzi, chi scrive è sufficientemente anziano da capire ben poco delle presenze (e ancor meno delle assenze) ideologiche che permeano e informano di sé l’irregolare panorama di partiti, movimenti, partitini e correnti che costituisce l’attualità delle camere e delle extra camere nazionali. E tuttavia la tentazione di affacciarsi su quell’affascinante competizione che è la corsa alla Casa Bianca, e gli effetti di essa sulla vita quotidiana del resto del pianeta, abilita anche il semplice passante a formarsi qualche idea e quindi a dire la propria, pure in occasioni così intricate. Così come la caduta del muro di Berlino, l’ingresso di Berlusconi in politica ha avuto effetti tellurici che sopravvivono allo stesso Berlusconi. In breve tempo il tycoon di Arcore ha risolto il più che cinquantennale dualismo destra – sinistra azzerandole entrambe, almeno sotto l’aspetto ideologico; e non è stato l’unico regalo che il signor Mediaset ha fatto all’apparentemente consolidato mondo dei partiti politici, sgretolato e rimodellato secondo parametri nuovi, all’epoca imprevedibili. All’uomo della strada, che era stato un ragazzo della strada impregnato di ideali di uguaglianza e solidarietà verso gli ultimi, resterà per sempre incomprensibile il motivo per cui si sono riuniti sotto le stesse bandiere personaggi divisi da insanabili fratture ideologiche e coesi solo dal comune odio o dal comune amore per il Cavaliere. E’ il motivo per il quale oggi ci ritroviamo governati da una coalizione abissalmente e inconciliabilmente (almeno in teoria) eterogenea, per usare un eufemismo; ed è anche il motivo per cui vincere è diventato assai più fondamentale e importante che restare coerenti alle proprie idee. Si compone così la meravigliosa Anomalia Italiana, secondo la quale si vanno ormai completando i cinque anni di premierato privo di legittimazione elettorale, dal Monti dell’ottobre 2011 al Renzi attuale, passando per Enrico Letta che doveva stare sereno. Nessuno dei tre, dettaglio che al sottoscritto uomo della strada non appare poi così trascurabile, eletto dal popolo. Ma che sarà mai la democrazia? Mai possibile che un così antiquato, retrogrado concetto debba essere necessario all’esercizio del potere? Perché mai legare una cosa così seria, remunerativa e gratificante come l’ascesa ai vertici di governo a una variabile così ondivaga? N. 2 - Marzo-Aprile 2016 2 Storia probabile di un milionario o due, di falsi sorrisi, di pregiudizi e di una valigetta. di Maurizio de Giovanni Le tradizioni però, come si sa, sono dure a morire. E’ quindi per questo che il divertente Donald Trump, una specie di clown straricco che fa dello stupire a ogni costo l’obiettivo primario, è costretto a questa farragine operativa elettorale per raggiungere il proprio scopo. Le frasi, i comportamenti, perfino il modo di presentarsi in pubblico rendono infatti chiarissimo che il candidato forte dei repubblicani (malgrado molti dei repubblicani) è fermamente intenzionato a procedere come un caterpillar, travolgendo qualsiasi ostacolo osasse frapporsi tra lui medesimo e lo studio ovale. Qualche esempio virgolettato? Ecco a voi un breve campionario, preceduto da un aggettivo rigorosamente attribuibile al concetto espresso. Sessista: “se Hillary Clinton non riesce a soddisfare il marito, cosa le fa credere di soddisfare gli Stati Uniti?” Antiambientalista: “a New York si gela, noi abbiamo bisogno del riscaldamento globale!” Retrogrado: “dobbiamo chiudere internet per arginare il terrorismo”. Negazionista: “l’effetto serra è una balla inventata dalla Cina”. Sostenitore dell’armamento privato: “non è curioso che la tragedia a Parigi sia avvenuta in uno dei Paesi col più rigido controllo sul possesso di armi?” Volgare: “Arianna Huffington non è attraente né dentro né fuori. Suo marito ha fatto la cosa migliore quando è scappato con un altro uomo”. Greve: “l’unica differenza tra me e gli altri candidati è che io sono più onesto e che la mia donna è più bella”. Superficiale (a dir poco): “blocchiamo l’accesso ai musulmani negli Stati Uniti finché i nostri diplomatici non avranno capito che succede”. Sincero (almeno questo): “la mia bellezza è che sono davvero ricco”. Quest’ultimo concetto è quello più dolorosamente pericoloso. Trump non ha bisogno di finanziamenti esterni, e sbandiera questa potenza economica in maniera violenta e ottusamente univoca. E’ il trionfo del cattivo gusto spacciato per sincerità, e la cosa terribile è che questo faccia presa su una larga parte dell’elettorato statunitense: frasi che non si perdonerebbero al più pecoreccio dei comici televisivi diventano la manifestazione di un’esemplare schiettezza, in un Paese che tutto perdona tranne la menzogna. In questo dobbiamo ammettere di dover cedere il primato agli americani: mister B arrivò al massimo a dire che la Bindi era più attraente che intelligente, e che la Merkel aveva un vasto sedere. L’uomo della strada segue quindi con crescente preoccupazione il consolidamento del signor Trump, validato da tornate elettorali che lo elevano progressivamente da pittoresca figura di contorno a probabile rappresentante di un partito che potrà godere della fisiologica stanchezza del doppio mandato Obama, per certi versi erosivo delle ricchezze di potenti lobbies. E di fronte a lui ci sarà, altrettanto probabilmente, la signora Clinton: una donna, appunto, quindi portatrice del più terribile dei pregiudizi. Riusciranno gli americani ad eleggere questa signora, che dice cose giustissime ma con un atteggiamento monastico e savonaroliano che tutto è tranne che simpatico? Quanto conteranno immagine, divertimento, volgarità e soldi nella costruzione del consenso? N. 2 - Marzo-Aprile 2016 3 Storia probabile di un milionario o due, di falsi sorrisi, di pregiudizi e di una valigetta. di Maurizio de Giovanni Fatti loro, si potrebbe dire da queste parti. Se non fosse che al vincitore verrà consegnata la famosa valigetta col bottone rosso e la serie di codici in grado di azzerare gran parte dell’umanità. Se non fosse che la politica estera di quel Paese è in grado di determinare terrore e morte in ogni parte del mondo. Se non fosse che un sistema economico della forza rappresentata dal signor Trump, una volta assestatosi al potere, difficilmente lo mollerà in futuro. E così l’uomo della strada si chiede, abbastanza legittimamente: ma se in un piccolo Paese ai margini dell’impero come il nostro un ometto in fondo simpatico e non particolarmente distruttivo ha creato danni pressoché irreparabili alla democrazia, evidenti e nocivi anche tanto tempo dopo la sua sostanziale scomparsa, che succederà al mondo se un individuo terribile come questo, che moltiplica il nostro diverse centinaia di volte in peggio, dovesse prendere il comando della nazione più potente della storia del mondo fin qui? Dite che abbiamo troppo di cui preoccuparci per pensare alle ipotesi deleterie? Che gli americani, alla fine, non voteranno certo per questo candidato? Che se anche fosse tutto si risolverà, perché gli stessi apparati statunitensi attueranno formule di controllo? L’uomo della strada sospira, e spera che abbiate ragione. Nel frattempo però, egoisticamente, si congratula con se stesso per essere abbastanza vecchio da poter dire che la maggior parte di quello che gli toccava vedere, l’ha già visto. N. 2 - Marzo-Aprile 2016