il pallone elastico lo sport più piccolo del mondo

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il pallone elastico lo sport più piccolo del mondo
Un record, il pallone elastico, ce lÕha di sicuro: • lo sport pi• piccolo del mondo. I suoi
confini, infatti, sono chiusi in unÕarea geografica minuscola: il Ponente ligure, il Piemonte
centro-meridionale e - sia pure con regole e
attrezzature leggermente diverse - in piccole
zone e paesini del Bresciano, sul confine tra
Marche e Romagna e in Toscana. Eppure,
nonostante la sua modesta diffusione, il pallone elastico si • saputo ritagliare, nel corso dei
secoli (i suoi primi vagiti risalgono addirittura
allÕetˆ romana...), uno spazio tutto suo, piccolo
sin che si vuole ma capace di trascinare alla
passione e allÕentusiasmo intere generazioni di
contadini, professionisti, donne e bambini, vecchi onorevoli e senatori. Ma attenzione: il fatto
di essere uno sport cos“ domestico non • per
il balon (o balun, a seconda se a parlare • un
ligure piuttosto che un piemontese) un handicap. Anzi. Per voce degli stessi giocatori-attori
di questa recita sportiva che ogni domenica
richiama migliaia di spettatori, abilmente spartiti sugli sferisteri liguri e piemontesi, il pallone elastico non pu˜ e non deve, cos“ come •
oggi, uscire dai suoi confini storici e naturali.
Çé questione di cultura - dice Maurizio
Damilano, campione olimpico e mondiale di
marcia, nato in quel Piemonte dove il pallone
elastico • pi• popolare del calcio e di qualsiasi
altro sport - il balun • una tradizione qui da
noi, un modo di vivere e di interpretare la
vita...È. Se un americano e un tedesco, per
assurdo, imparassero a giocare al pallone,
diffondendolo poi nei loro Paesi, questo sport
subirebbe una vera e propria mutazione genetica che ne snaturerebbe, quasi certamente,
valori e ideali, etici e sportivi.
LE ORIGINI
Le origini del pallone elastico, come detto, si
perdono nella notte dei tempi. Giˆ allÕepoca
dellÕImpero romano, infatti, si ha notizia di
sfide con giocatori che colpivano e si rimandavano, a mano nuda, una sfera pesante oltre
mezzo chilo. Solo nel Rinascimento, per˜, gli
sport sferistici (da qui il nome del campo, chiamato appunto sferisterio, un rettangolo lungo
oltre cento metri e largo tra i sedici e i venti
metri, con un muro di appoggio che agevola i
giocatori a mantenere in gioco la palla) assumono dimensioni di popolaritˆ e diffusione concrete.
IL PALLONE
ELASTICO
LO SPORT PIÙ
PICCOLO
DEL MONDO
DI
G IORGIO B RACCO
Del pallone, tra lÕaltro, si occup˜ nientemeno
che Giacomo Leopardi. Il poeta di Recanati,
grande appassionato del ÒbraccialeÓ (una delle
tante varianti regionali del pallone elastico),
dedic˜ unÕode al nobile Carlo Didimi dal titolo
ÒA un giocatore del palloneÓ. Dopo di lui,
comunque, hanno trattato e scritto di questo
sport e delle sue molteplici implicazioni socioculturali, anche Gioacchino Belli, Edmondo De
Amicis, Pavese, Fenoglio, Arpino.
Solo nel 1870, per˜, il balon assume i connotati di sport a tutto tondo con la disputa delle
prime sfide in terra piemontese. E allora ecco
apparire la sfera di gomma dura da quasi duecento grammi, i campi in terra battuta unificati
nelle misure e il primo ÒcodiceÓ di regole e
divieti sul gioco. Nel 1912, finalmente, si pu˜
assistere al primo campionato italiano. Otto
anni dopo nasce, non senza discussioni e polemiche, la Federazione. Il suo compito: promuovere, diffondere e regolamentare lo sport del
Òpallone al pugnoÓ.
Gli sferisteri pi• famosi sono quelli di Treia
(Macerata), Mondolfo (Pesaro), Alba, Ceva e
Mondov“ (Cuneo), Dolcedo (Imperia).
LÕimpianto pi• maestoso • per˜ lÕArena di
Macerata, capace di contenere ben 10 mila
spettatori.
DUE PASSI TRA LE REGOLE
Le due squadre in campo, formate ognuna da
quattro giocatori con ruoli diversi (battitori,
spalla, terzino al muro e terzino al largo), disputano una partita agli 11 giochi. Ogni gioco •
frazionato in Ò15Ó (tipo tennis). La palla • colpita con il pugno, debitamente fasciato da
bende e protezione in cuoio, al volo o dopo il
primo rimbalzo. Scopo principale del gioco •
quello di lanciare il pi• lontano possibile la
palla, in direzione della linea di fondo campo.
A metˆ del campo • disegnata una linea bianca
che determina la validitˆ della battuta. Base del
gioco • la cosiddetta ÒcacciaÓ che viene segnata
dallÕarbitro esattamente sul punto di arresto
della palla non pi• valida (perch• ha compiuto
due o pi• rimbalzi sul terreno) dal parte dellÕavversario. Realizzate le tre ÒcacceÓ, le squadre
invertono il campo per la disputa e la conquista
delle stesse. I praticanti ufficiali del pallone elastico sono quasi 2500 in tutta Italia, suddivisi
in campionati nazionali di serie A, B, C1, C2,
giovanili e amatori.
Il fascino del
pallone elastico:
potenza,
precisione,
riflessi.
IL SAPORE E IL CALORE DEL PALLONE
ELASTICO
Ogni sfida, ogni partita, che sia di campionato
o semplicemente amichevole, rappresenta da
sempre qualcosa di pi• che un avvenimento
puramente sportivo. Ogni gara • lo spaccato
fedele del mondo di provincia, piccolo ma ricco
di sfumature e sentimenti forti. Le sfide sul
campo sono spesse sanguigne, colorite, trascinanti sino allÕinverosimile. Su ogni sferisterio si
respira quellÕaria sana di paese, si vive quella
sensazione di essere in mezzo ad amici...
Non esisterebbe il pallone elastico se non ci fossero le scommesse. Ne sono convinti proprio
tutti. E non solo gli scommettitori pi• accaniti...
Il fenomeno delle scommesse • nato insieme al
balon e ad esso • inscindibilmente legato. In
forme e metodi diversi nel tempo e nei luoghi,
la scommessa • tuttÕora sviluppata su quasi tutti
gli sferisteri italiani. Sino a qualche anno fa era
persino ÒtutelataÓ dalla federazione che, sui
campi pi• importanti, aveva addirittura dato
ordine di installare il totalizzatore. Oggi non •
pi• cos“. La federazione non vuole ÒfastidiÓ e,
prima di ogni partita, obbliga i responsabili
delle squadre ospitanti a vigilare affinch• il
pubblico non scommetta. Tutto ci˜ • inutile o
quasi. Le scommesse si fanno clandestine e
dominano. Fatalmente. Qualcuno, addirittura,
ne fa una specie di doppio lavoro, guadagnando
o perdendo, nellÕarco di una stagione (si gioca
da fine marzo a ottobre inoltrato), cifre rilevanti. Le ÒpuntateÓ (da 50 mila lire in su) vengono
fatte sopratutto sulla squadra vincitrice di una
ÒcacciaÓ o anche di un solo gioco. Chi, invece,
vuole puntare sulla vittoria della partita si espone, il pi• delle volte, per qualche milione... Gli
scommettitori di oggi sono, per la maggior
parte, esperti di pallone elastico che non si perdono neppure una partita lÕanno. Oppure parenti, amici o conoscenti dei giocatori. Tanti anni
fa, per˜, era diverso. I primissimi nacquero in
Piemonte sul finire del secolo scorso ed erano
ricchi proprietari terrieri e allevatori di bestiame. E quando le tasche si svuotavano di monete e banconote, cÕera pi• dÕuno che sÕimpegnava
tranquillamente terreni, rustici, cascine e intere
mandrie di vacche. Per capire a fondo quanto
fosse radicato e vivo il fenomeno delle scommesse, qualche decennio fa, basta ricordare
cosa accadde nel 1920 a Sanremo, durante la
finalissima di un torneo nazionale. Per quella
partita tale era il ritmo e lÕammontare delle
ÒpuntateÓ che lo sferisterio si trasform˜ in un
tumulto di piazza. Dovette intervenire il questore di Imperia che impart“ lÕordine di chiudere il
totalizzatore Çper motivi di ordine pubblicoÈ.
Cose dÕaltri tempi...
STORIE DI BALON TRA CRONACA E
LEGGENDA
Nel 1903, durante una partita disputata dallo
sferisterio di Torino, avvenne il pi• lungo scambio di palleggi mai verificatosi nella storia del
pallone elastico. In un solo Ò15Ó, le due squadre in campo si palleggiarono la sfera, ininterrottamente, per 63 volte! A Sanremo, nel 1920,
il battitore locale stabil“ il record assoluto di
battuta, un primato storico che resiste ancor
oggi. Milin Panizzi, potentissimo giocatore locale, scagli˜ il pallone a quasi 90 metri, stupendo
pubblico e arbitro. Un piccolo paragone: oggi i
migliori battitori raggiungono al massimo 75-80
metri. Pochi lo sanno, forse, ma anche Vittorio
Pozzo, allenatore della nazionale di calcio che
vinse il titolo mondiale nel Ô34 e nel Ô38, era
stato un discreto giocatore di pallone elastico.
Come lui si avvicinarono a questo sport grandi
calciatori dellÕepoca: da Carletto Parola a
ÒFarfallinoÓ Borel, da Orsi a Monti, da Cesarini
a Calligaris. La pi• importante, seguita e appassionante partita di pallone elastico della storia •
ancor oggi ricordata quella del novembre Ô52. A
Torino, nel mitico sferisterio di via Napione
(oggi non cÕ• pi•, essendo stato demolito per
far spazio a palazzi e condomini), si affrontarono nella finalissima tricolore le squadre della
Libertas Imperia di Franco Balestra e lÕAlbese
di Augusto Manzo. Gli spettatori furono oltre 6
mila e, da tutta Italia, giunsero decine di reporter, fotografi e giornalisti.
I CAMPIONI D’OGGI
Sono una ventina, forse meno, i giocatori di pallone elastico che si potrebbero definire ÒprofessionistiÓ. Grazie al massiccio intervento degli
sponsor, gli ingaggi annui destinati dai dirigenti
ai migliori giocatori italiani sono oggi compresi
tra i 20 e i 60 milioni annui. A questi, poi,
vanno aggiunti eventuali premi-partita o particolari ÒbonusÓ per la vittoria nei pi• prestigiosi tornei e campionati nazionali. I giocatori che ricevono ingaggi milionari, • bene ricordarlo, sono
impegnati - tra preparazione fisica e tornei vari almeno dieci mesi allÕanno, per quattro o cinque
giorni la settimana. Tra i miglioti atleti ancora in
attivitˆ figurano il cuneese Felice Bertola (53
anni suonati e ancora in campo!), vincitore di
dieci scudetti, il ligure Riccardo Aicardi, quattro
titoli italiani, lÕimperiese Alberto Sciorella (due
allori tricolori), il cairese Flavio Dotta.
Pagina a fianco:
vedute di
sferisteri.
In basso: il Mermet
di Alba.
Sopra: azioni di
gioco (foto Bruno
Murialdo).
Cartolina ricordo del
campionato italiano
del 1951, presso lo
sferisterio di Alba
(foto Piero Agnelli).