2008.06.24 LIBERO DI LEGGERE
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2008.06.24 LIBERO DI LEGGERE
Libero di leggere martedì 24 giugno 2008 laRegioneTicino 24 a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa L’incipit ‘Anselma percorse con passo rapido la poca distanza verso casa. Camminava e sentiva due cuori, il suo e quello della piccola cosa che stringeva in mano’ Per i più grandi Cosmofobia, di Lucia Etxebarria, Guanda, p. 368 – Il romanzo ci ricorda, per certi versi, quello dello scrittore algerino Amara Lakhous, Scontro di civiltà per un ascensore a piazza Vittorio (Edizioni e/o). Entrambi ambientati in un quartiere multietnico di una grande città, raccontano di vite che s’intrecciano tra le mille difficoltà che una realtà composita inevitabilmente produce. Nel caso di Cosmofobia il quartiere è quello madrileno di Lavapies, dove le “comunità si tollerano ma non si mescolano”. Si tratta di povera gente di etnia diversa, di artisti, intellettuali, scrittori, di bambini che frequentano la ludoteca del quartiere e di donne che ruotano attorno al centro di autoiuto. Un affresco coinvolgente di una società nella società. Come la rabbia al vento di Rawi Hage, Garzanti, p. 253 – Lo scrittore e fotografo Rawi Hage è nato a Beirut, città nella quale ambienta il suo romanzo d’esordio che ha già ricevuto numerosi premi e i cui diritti sono già stati acquistati da una major. Siamo nei primi anni Ottanta in piena guerra civile tra cristiani e Hezbollah. In questo scenario si muovono le vite di Bassam e George, due giovani immersi in una realtà difficile e terribile. Dopo essere cresciuti assieme, condividendo esperienze di contrabbando e di violenza, i loro destini stanno per prendere direzioni diverse. George si arruola nella milizia cristiana, Bassam, che da sempre spera in una via di fuga, cerca di partire per Roma. La figlia perduta di James Purdy, Baldini Castoldi Dalai, p. 184 – Quella di Carrie, protagonista del nuovo romanzo dello scrittore americano James Purdy, è una vita tranquilla che si svolge senza scossoni, protetta da coloro che le stanno vicino. Alla morte della figlia Gertrude, pittrice di successo, le cose cambiano inevitabilmente. Carrie che si sente in colpa per non aver mai seguito e capito la figlia, è decisa a scoprirne la personalità aiutandosi, in questo, con un diario e un amico della giovane. “Ho aperto quella porta e sono entrata. C’era un ritratto a grandezza naturale di Gertrude. Ho creduto che lei mi parlasse. Ho creduto che mi dicesse: Mamma, finalmente sei arrivata”. Io non ricordo di Stefan Merril Block, Neri Pozza, p. 350 – L’Alzheimer è al centro del bel romanzo di Stefan Merill Block. Il giovane Seth Walzer si trova improvvisamente confrontato con una rara forma di questa malattia diagnosticata a sua madre. Il padre del ragazzo reagisce al decadimento della moglie estraniandosi da tutti mediante alcol e tv. Seth, dotato di ottima intelligenza e grande sensibilità, decide di approfondire la questione andando alla ricerca di parenti mai conosciuti, portatori del gene di questa sconvolgente malattia. Impegnato in questa ricerca Seth non sa ancora che a miglia di distanza vive, con il peso di un passato ingombrante, l’anziano Abel Haggard e che le loro vite finiranno per incrociarsi. Una scrittura interessante, venata da una giusta e delicata dose di humour. Gli effetti secondari dei sogni di Delphine de Vigan, Mondadori, p. 239 – Il libro della de Vigan, Gli effetti secondari dei sogni, in Francia ha riscosso notevole successo ottenendo il premio dei librari 2008 al salone di Parigi e vendendo oltre 100 mila copie. Protagoniste della storia sono due ragazzine diametralmente opposte. Lou, una bambina prodigio poco considerata dai suoi compagni di scuola, e Nolwenn, una ragazzina che vive un’esistenza randagia. Le due s’incontrano alla stazione parigina di Austerlitz. Da questo incontro nasce un’amicizia, un’intesa particolare tra due persone che nei rispettivi ambiti vivono emarginate, sole; un incontro che cambierà le loro esistenze. Ragazza in un giardino di Anne Tyler, Guanda, p. 312 – Anne Tayler ci propone la storia di una famiglia numerosa che sembra continuamente in procinto di sfaldarsi. Pamela Emerson vive in una grande casa della quale si occupa da sola: da poco è rimasta vedova, ha licenziato il giardiniere e i suoi sette figli raramente le rendono visita. Un giorno entra nella sua vita Elizabeth, una giovane donna che si offre di aiutarla nelle incombenze domestiche. La sua presenza risveglia l’interesse di Matthew e Timothy, due dei sette figli, che ritornano spesso dalla madre con lo scopo di corteggiare la ragazza. Elizabeth si trova sempre più coinvolta nella vita di questa famiglia; famiglia che sembra non poter più fare a meno della sua presenza e che ritrova, grazie alla figura di queste due donne, un legame mai del tutto interrotto. Per i più piccoli La vita può ricominciare Luisito - Una storia d’amore di Susanna Tamaro, Rizzoli, p. 149 – «La vita può sempre ricominciare. Avviene ogni volta che ci apriamo all’amore e alla cura dell’altro». E se a pronunciare queste parole è una scrittrice amata e seguita, romanzo dopo romanzo da un esercito di fedeli lettori, succede che le parole acquistino una valenza magica. Quasi una formula pronta a svelarci il segreto della felicità. Susanna Tamaro, timida ed elegante, non troppe settimane fa è stata ospite della nostra radio, e lì l’abbiamo incontrata; semplice e riservata, ha gli occhi di un cielo senza nuvole e il sorriso lieve di chi sa cosa sia la serenità. Non un sorriso di circostanza insomma. La scrittura e la discrezione devono farla da padroni nella vita di questa donna eternamente ragazza! Ma torniamo alla felicità che è sempre un gran bell’argomento. A portare gioia e allegria nella vita di Anselma settantenne protagonista dell’ultimo libro di Susanna Tamaro (Luisito. Una storia d’amore) è un pappagallino amazzonico, vivace e coloratissimo. Anselma è una donna amareggiata, resa triste e depressa da una vita diversa da quella che aveva sperato. Il matrimonio, i figli, la scuola – aveva insegnato in una scuola elementare – l’hanno profondamente delusa. Insomma, la sua è una vita come tante purtroppo, dove l’entusiasmo giovanile si è spento, dove ci si guarda intorno e non si vede altro che un inarrestabile degrado della società. Eppure nella vita di Anselma succede qualcosa di imprevisto. Trova nella spazzatura un pappagallino, malconcio, ma con tanta voglia di vivere. Timidamente lo raccoglie e subito sembra quasi pentita del gesto, perché dovrà occuparsi di lui mentre lei vive in un crinale di depressione e solitudine. Poco a poco, Luisito, un nome che gli darà in ricordo della sua più cara amica, Luisita, con la sua simpatia e con le parole che saprà rivolgerle, aprirà completamente il suo cuore a una nuova intensità di vita. Un pappagallo ha una grande ricchezza: può pronunciare parole che emotivamente ci colpiscono… parole pertinenti che pensiamo possano uscire solo dalla bocca di un essere un umano. In questo libro, che emoziona e commuove, che racconta di cose semplici e bellissime che coinvolgono i sentimenti, gli affetti, che ci inducono a guardare con attenzione laddove solitamente posiamo solo sguardi distratti, Susanna Tamaro non manca di esercitare il suo spirito critico nei confronti del nostro tempo. La vicenda di Anselma, protagonista del romanzo, maestra in prepensionamento per motivi di principio legati al profondo rispetto per l'educazione dei ragazzi, innesca un ragionamento sulla scuola come anche su un certo tipo di giornalismo che grida allo scandalo (come si scoprirà quanto accaduto ad Anselma) senza andare troppo per il sottile. Se la nostra società rinuncia ad educare i bambini, i ragazzi, possiamo pensare di essere sulla via del tramonto. Dentro Luisito, dunque non c’è solo la storia della solitudine di una donna tradita dalla famiglia e dal lavoro e che ritrova il gusto della vita grazie alla compagnia di una sensibilissima creatura non umana, ma un racconto preciso e profondo di come siamo un po' tutti cambiati, di come abbiamo perso la bussola seguendo modelli sbagliati, che ci allontanano da noi stessi. Non da ultimo ecco apparire in tutta la sua cruda burocrazia intransigente e banale, l’incapacità di mediare, qualche volta, le ragioni del cuore laddove era spuntato un inaspettato tiepido e luminoso raggio di sole. Un romanzo che commuove e diverte. Autrice di molti romanzi, famoso tra tutti Và dove ti porta il cuore, 1994, Susanna Tamaro non lesina la sua attenzione ai giovani lettori e ai bambini con un immancabile corredo di pubblicazioni come Cuore di ciccia 1992, Paperofobia 1994, Tobia e l’angelo 1998. Susanna Tamaro ama molto gli animali, possiede cani, gatti, un asinello e altre creature che accudisce personalmente e con passione; animali che spesso incontriamo tra le pagine dei suoi libri, ma il pappagallo è una novità. Difficile immaginare questa esile donna cintura nera di karate, che da alcuni anni la scrittrice triestina insegna in una palestra della capitale. Un’antica disciplina che, a suo dire, aiuta a diventare forti e consapevoli di sé stessi. Lei l’ha scoperta oltre vent’anni fa e non l’ha più abbandonata, anzi, continua a studiare e ad essere innamorata dell’arte marziale nata per combattere a non dover combattere. Nella vita della scrittrice oltre la letteratura, l’amore per la natura e gli animali, c’è posto anche per un grande desiderio di fare per gli altri. Un desiderio che si è trasformato in realtà da quando ha fondato, nel 2000, una fondazione che si alimenta di gran parte dei suoi diritti d’autore. Tante le iniziative già andate a buon fine in Italia e in molti paesi poveri del mondo. Tra gli ultimi progetti l’assegnazione in Italia di borse di studio a donne straniere. Progetti di allegria. E di una felicità che brilla dentro quegli occhi di cielo. «Se avessi una bacchetta magica vorrei trasformarmi in ministro della Pubblica Istruzione e ripristinare i vecchi metodi di insegnamento, con le maestre di una volta, quelle che con i loro sacrifici e la loro passione hanno rimesso in sesto l'Italia. Proporrei poi come cura il silenzio, l’unica via per guardare seriamente dentro noi stessi, per uscire da questa baraonda che ci avvolge e ci impedisce di pensare con la nostra testa». È capace di emozionare questa donna, e se emoziona qualcuno, allora le parole sono quelle giuste, capaci di intrecciarsi con i pensieri degli altri. In fondo la scrittura è così. È spingere il cuore oltre l’ostacolo e infilarsi in fretta nel cuore di un altro e fargli comVELIA CHIESA pagnia. Sopravvivere coi lupi di Misha Defonseca, Ponte alle Grazie, da 14 anni – Una storia forte e bella; la testimonianza di una bambina che è riuscita a sopravvivere nelle foreste d’Europa grazie all’incontro con una coppia di lupi. 1941: i genitori di Misha, rifugiati in Belgio, vengono deportati dai nazisti perché ebrei riescono a nascondere la figlia, che però decide di fuggire per raggiungere la madre verso est. Durante i suoi quattro anni di vagabondaggi in un’Europa devastata dalla guerra, Misha ha imparato a conoscere la violenza dell’uomo e l’umanità delle bestie. Una storia appassionante, puro frutto di fantasia, scritta per sopravvivere alla crudeltà della guerra, una favola di odio e amore, ma an- che coraggio che col tempo si è impadronita del reale, della verità storica: raccontare storie, spesso, cura le ferite dell'anima, aiuta a sopravvivere. Lunamoonda di Bruno Tognolini, Ed. Salan, da 13 anni – Tra computer biotecnici a forma di libro, forme di vita come i Calamari Giganti, scenari di deserti e di mari senza confini, si snoda l’avventura di quindici ragazzi perfettamente caratterizzati, vivaci e tanto diversi fra loro; si muovono e combattono per sconfiggere le meraviglie tecnologiche inventate dall’uomo che lo stanno sopraffacendo. Si tratta di un fantasy decisamente attuale, ambientato in una terra, Shardenya, pare molto simile alla nostra Sardegna. Una storia bella e intelligente: antica e moderna al tempo stesso, scritta dal famoso autore di Lilim del tramonto, Leggimi forte e Mal di pancia calabrone. Vita di un pidocchio chiamato Mattia di Fernando Aramburu, Salani editore, da 14 anni – Mattia nasce sulla testa di un capotreno, ma non vi rimane a lungo... di testa in testa, tra forfora e altri pidocchi bulletti, cappelli e armadi, ecco narrata tutta la vita di Mattia, dalla nascita fino alla tranquilla pensione su un cane. Una metafora della vita e della convivenza civile, arricchita da illustrazioni tra il poetico e l’ironico, per divertire i bambini, ma non solo, con un problema noto e diffuso in tutte le scuole. La vita di un pidocchio chiamato Mattia ripercorre con il giusto realismo le avventure, le ansie, gli amori, gli incontri e i piccoli drammi di un pidocchio nel suo girare per il mondo. Un pidocchio generoso, che non si scoraggia davanti alle difficoltà. ...e ora, vi state grattando la testa? Gli eroi del crepuscolo di Chiara Strazzulla, Einaudi Stile libero, da 13 anni – Due adolescenti combattono contro le oscure forze del Male per la salvezza del loro mondo, e di tutte le creature viventi. Una storia avvincente e robusta, dove due eroi nient’affatto perfetti, pieni di dubbi e paure come tutti noi, riescono a trovare dentro di sé la magia per sconfiggere il Male. E diventare adulti. Da anni gi Eterni sono in guerra contro i Goblin. Ma quando il Signore delle Tenebre rapisce la figlia del re, Eileen, tutto precipita. Eileen è la ragazza che Lyannen ama. Un amore impossibile, perché lei è una principessa Eterna e lui soltanto un mezzomortale: un diverso. Anzi, un errore. Lyannen è tutt’altro che un eroe. Non può combattere al fronte per il suo popolo, invidia i suoi fratelli e tutti gli Eterni. Ma spinto dall’amore parte con un gruppo di amici in cerca di Eileen. La Compagnia dei Rinnegati - così si fanno chiamare - è disposta a tutto pur di salvare la principessa... In un tempo che sembra giunto al suo crepuscolo, Lyannen e Slyman, con la Compagnia dei Rinnegati, sfideranno la propria imperfezione e vinceranno il Male. Il rapitore di anime di Rachel Zadok, Ed. Salani, per buoni lettori da 14 anni – Tempestoso romanzo sul rapporto tra una ragazza e sua madre malata di mente; sullo sfondo della fine dell’apartheid, è arrivato a competere con grandi autori per un prestigioso premio. Il rapitore di anime colpisce per la sua potente evocazione filtrata dagli cchi di una bambina. L’autrice ha ben ambientato lo strazio di un dramma familiare sullo sfondo del cambiamento di una nazione. Ha saputo rendere un’atmosfera di vera minaccia. L’autrice? Una ragazza sudafricana che di notte serviva in un ristorante di Londra. Di giorno scriveva.