Storia dell`Organetto - Irma Di Benedetto L`Organetto Abruzzese

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Storia dell`Organetto - Irma Di Benedetto L`Organetto Abruzzese
Storia dell'Organetto
Paolo Soprani - Museo della Fisarmonica - Castelfidardo (AN)
Breve storia
L’organetto, o meglio la Fisarmonica Diatonica, nasce in Austria nel 1829
per opera di Cyrill Demian, costruttore di organi e pianoforti a Vienna.
Lo strumento originario, denominato “Accordion”, era dotato:
- di un piccolo mantice azionato dalla mano sinistra
- di una cassettina contenente delle ance libere metalliche per la
produzione di accordi completi
- di una tastiera con cinque tasti azionati dalla mano destra, ciascuno
dei quali comandava una valvola per il passaggio dell’aria attraverso un
determinato gruppo di ance.
Lo strumento che per primo adottò il sistema dell’ancia libera è il
“Cheng”, inventato in Cina ben 4500 anni fa.
L’Accordion di Demian utilizzava ance di tipo bitonico, cioè in grado di
produrre determinati suoni solo aprendo il mantice e altri suoni solo
chiudendolo; ad uno stesso tasto potevano così corrispondere due suoni
differenti a seconda della direzione della corrente d’aria nel mantice.
In Italia l’organetto inizia a diffondersi verso la metà del XIX secolo. Una
“leggenda” narra di un pellegrino austriaco che di ritorno dal santuario di
Loreto chiese ospitalità per la notte presso il casolare di Antonio
Soprani, nelle campagne di Castelfidardo. Il pellegrino aveva con se una
“scatola musicale” che muove la curiosità di Paolo Soprani, figlio
maggiore di Antonio. Il giovane Paolo scompone lo strumento, studia il
funzionamento intuendone subito la possibilità di costruirne altri. Di li a
poco sarebbe nata l’Industria Italiana della Fisarmonica.
Evoluzione Tecnica
La rapida diffusione dello strumento, sia in Europa che in America,
procede di pari passo con la sua evoluzione tecnica, con continue
modifiche apportate per ottimizzarne le potenzialità sonore:
- la tastiera di destra viene ampliata (fino a quattordici tasti su una sola
fila, poi fino a ventisette su due file)
- agli accordi completi vengono sostituite delle singole note, o voci, per
eseguire brani melodici.Viene aggiunta una cassettina sul lato sinistro
con ulteriori ance, e relativi tasti, per produrre sia delle note di basso
che degli accordi necessari all’accompagnamento della melodia.
- dal sistema di base, che prevedeva per ogni tasto una sola “voce”
(ancia) a doppia azione (bitonica), si passa a più voci per tasto intonate
sempre sulla stessa nota, ma su ottave diverse, in modo da ottenere una
voce bassa, una normale e una acuta. Consentendo così l’introduzione
dei registri (variatori di timbro sonoro).
Funzionamento e componenti essenziali
L’organetto è uno strumento musicale appartenente alla famiglia degli
aerofoni, vale a dire quegli strumenti il cui suono è generato dal
passaggio di un flusso d’aria.
E’ un aerofono di tipo meccanico, perché l’aria è prodotta dal movimento
- azionato dalle braccia del suonatore- di un mantice, che invia l’aria
prodotta su delle ance libere, linguette sottili di acciaio fissate ad una
estremità su una piastrina di ottone o alluminio forata in modo tale da
consentire all’ancia di vibrare liberamente sotto il soffio dell’aria,
producendo così il suono.
Le ance vengono intonate su delle precise note musicali e le dimensioni
delle linguette sono proporzionate all’altezza della note, più acuta è la
nota più piccola è l’ancia e viceversa.
Le ance sono montate su un particolare telaio in legno e fissate
all’interno di due cassettine dotate entrambe di tastiera:
- la tastiera melodica a bottoni è azionata dalla mano destra e si estende
per due ottave e mezza; le note sono ordinate per scale diatoniche,
cinque toni e due semitoni. Ogni singolo bottone può produrre due suoni
differenti, a secondo che il tasto venga premuto aprendo o chiudendo il
mantice: e’ il cosiddetto “sistema bitonico”, cioè a doppia intonazione.
Il numero dei tasti, nella tastiera melodica, varia da tipo a tipo di
Organetto, con un minimo di dodici e un massimo di trentatre, ordinati su
una sola, due o tre file.
- La tastiera dei bassi, azionata dalla mano sinistra, comprende i bassi e
gli accordi (da un minimo di due a un massimo di dodici ordinati in due
file) necessari per l’accompagnamento ritmico.
Entrambe le tastiere, grazie al movimento di un mantice in cartone
rivestito di stoffa che collega le due casse, azionano una serie di valvole
che consentono il passaggio dell’aria attraverso le ance e la produzione
del caratteristico suono dello strumento.
L’Organetto Abruzzese “Ddu’ Bbotte”
Tra i vari tipi di organetto, quelli più utilizzati nella musica tradizionale
italiana sono l’organetto a due bassi e l’organetto a otto bassi, pur
essendo diffusi anche i tipi a quattro e dodici bassi.
L’organetto a due bassi, detto anche “Organetto Abruzzese”, è
conosciuto soprattutto nel Meridione, col simpatico nome di “Duu’
Bbotte”, che con ogni probabilità sta proprio a significare due bassi; il
termine comunque riporta anche all’azione del chiudere ed aprire del
mantice, messa in atto, appunto con due colpi netti, due botte ( ddu’
bbotte) vigorosamente impresse dal suonatore sul piccolo e variopinto
strumento.
L’Organetto Abruzzese, grazie al suo suono brillante e schietto,
trasmette a chi lo ascolta gioia e aria di festa.
Nel secolo passato era considerato un simbolo del folklore regionale e
della cultura contadina.
Ad ogni festa nei campi o in paese esso risuonava armonioso e le genti
si liberavano, dopo una vendemmia o una mietitura, nel caratteristico
Saltarello.
Oggi lo strumento è stato riscoperto e rivisitato e lo possiamo trovare in
manifestazioni culturali o nelle sale da ballo accompagnato da
un’orchestra mentre suona dei classici del repertorio liscio come la
Polka, la Mazurca o il Walzer oppure dei ritmi latini come la Samba, Il
Cha Cha o la Beguine.