Prandello - Collège Sismondi

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Prandello - Collège Sismondi
REPUBLIQUE ET CANTON DE GENEVE
Département de l'instruction publique
Enseignement secondaire II postobligatoire
ANNÉE SCOLAIRE 2013 - 2014
Collège Sismondi
Semestre : II
Date : 11 dicembre 2013
Durée de l'épreuve : 160'
Discipline : italien......................................................
Nombre de pages de l'énoncé
(y compris la page d'en-tête) : 11
Cours
Nombre d’élèves
Maître correcteur
4IT DF 01
4IT DF 02
23
18
G. Fazio Rifat
A. Cairoli
Documents autorisés
a) mis à disposition par le collège :
b) personnels à l’élève :
(description précise et nombre, etc.)
Dizionario italiano Garzanti (un par élève)
Texte : Sei personaggi in cerca d'autore (le texte peut
être annoté)
Informations pour les maîtres-surveillants
Nom, Prénom du candidat : .....................................................
Groupe : ..............................
Informations aux élèves :
•Recommandations générales :
Sur la première page des feuilles d’épreuves, veuillez vous limiter aux informations administratives, à savoir votre nom, la
date et le nom du maître de la discipline, et commencer l’épreuve proprement dite à la page suivante.
Notez ensuite votre nom en haut de chaque page et numérotez-la.
N’oubliez pas de rendre l’énoncé avec votre travail à la fin de l’épreuve.
•Recommandations particulières à la discipline :
1. Il lavoro va scritto a penna.
2. È molto meglio se il lavoro risulta leggibile !
3. Generalmente conviene leggere attentamente gli enunciati prima di cominciare a scrivere !.
4. Sul vostro foglio, le domande e le risposte devono essere riportate in modo chiaro e lineare : 1,2,3,4, … per
facilitare la correzione.
Esame 4DF – dicembre 2013
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PONDERAZIONE E VALUTAZIONE DELL'ESAME
A) DOMANDE SUL TESTO
_____ / 40 punti
B) REDAZIONE - PRIMA CITAZIONE
_____ / 15 punti
C) REDAZIONE - SECONDA CITAZIONE
_____ / 15 punti
LINGUA
_____ / 20 punti
PAROLE SCRITTE (B. e C. REDAZIONE):
______________
PUNTEGGIO TOTALE
____ / 90 punti
VOTO
____ / 6
Esame 4DF – dicembre 2013
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Testo sconosciuto.
Dopo aver preso conoscenza delle domande (pagine 9 e 10), leggere con molta
attenzione.
Luigi Pirandello
IL TRENO HA FISCHIATO (1914)
Farneticava1.
Principio di febbre cerebrale2, avevano detto i medici; e lo ripetevano tutti i compagni
d'ufficio, che ritornavano a due, a tre, dall'ospizio3, ov'erano4 stati a visitarlo. Pareva
provassero un gusto particolare a darne l'annunzio5 coi termini scientifici, appresi or
5
ora dai medici, a qualche collega ritardatario che incontravano per via:
- Frenesia6, frenesia.
- Encefalite.
- Infiammazione della membrana7.
- Febbre cerebrale .
10
E volevan sembrare afflitti8; ma erano in fondo così contenti, anche per quel dovere
compiuto; nella pienezza della salute, usciti da quel triste ospizio al gaio azzurro della
mattinata invernale.
- Morrà9? Impazzirà?
- Mah! Morire, pare di no...
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- Ma che dice? che dice?
- Sempre la stessa cosa. Farnetica...
- Povero Belluca!
E a nessuno passava per il capo che, date le specialissime condizioni in cui
quell'infelice viveva da tant'anni, il suo caso poteva anche essere naturalissimo; e che
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tutto ciò che Belluca diceva e che pareva a tutti delirio, sintomo della frenesia, poteva
anche essere la spiegazione più semplice di quel suo naturalissimo caso.
Veramente, il fatto che Belluca, la sera avanti, s'era fieramente ribellato al suo capo
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Delirava
Malattia del cervello
Ospedale, casa di cura
Dove erano
Annuncio
Delirio
Meningite
Desolati
Morirà
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ufficio, e che poi, all'aspra riprensione10 di questo11, per poco non gli s'era scagliato
addosso12, dava un serio argomento alla supposizione13 che si trattasse d'una vera e
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propria alienazione mentale14.
Perché uomo più mansueto15 e sottomesso, più metodico e paziente di Belluca non si
sarebbe potuto immaginare.
[...]
Inconcepibile16, dunque, veramente, quella ribellione in lui, se non come effetto d'una
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improvvisa alienazione mentale.
Tanto più che, la sera avanti, proprio gli toccava la riprensione; proprio aveva il diritto
di fargliela, il capo ufficio. Già s'era presentato, la mattina, con un'aria insolita17,
nuova; e cosa veramente enorme, paragonabile, che so? al crollo d'una montagna era
venuto con più di mezz'ora di ritardo.
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Pareva che il viso, tutt'a un tratto, gli si fosse allargato. Pareva che i paraocchi18 gli
fossero tutt'a un tratto caduti, e gli si fosse scoperto, spalancato d'improvviso
all'intorno lo spettacolo della vita. Pareva che gli orecchi tutt'a un tratto gli si fossero
sturati19 e percepissero per la prima volta voci, suoni non avvertiti mai.
Così ilare20, d'una ilarità21 vaga e piena di stordimento, s'era presentato all'ufficio. E,
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tutto il giorno, non aveva combinato22 niente.
La sera, il capo ufficio, entrando nella stanza di lui, esaminati i registri, le carte:
- E come mai? Che hai combinato tutt'oggi?
Belluca lo aveva guardato sorridente, quasi con un'aria d'impudenza, aprendo le mani.
- Che significa? aveva allora esclamato il capo ufficio, accostandoglisi e prendendolo
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per una spalla e scrollandolo. - Ohé, Belluca!
- Niente, - aveva risposto Belluca, sempre con quel sorriso tra d'impudenza e
d'imbecillità su le labbra. - Il treno, signor Cavaliere.
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Rimprovero, critica violenta
Il capo ufficio
Per poco non l'aveva aggredito (agressé)
Ipotesi
Follia, pazzia
Pacifico, per niente aggressivo
Impensabile
Inabituale
Oeillères
Aperti
Riant
Allegria
Fatto
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- Il treno? Che treno?
- Ha fischiato.
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- Ma che diavolo dici23?
- Stanotte, signor Cavaliere. Ha fischiato. L'ho sentito fischiare...
- Il treno?
- Sissignore24. E se sapesse dove sono arrivato! In Siberia... oppure oppure... nelle
foreste del Congo... Si fa in un attimo25, signor Cavaliere!
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Gli altri impiegati, alle grida del capo ufficio imbestialito26, erano entrati nella stanza
e, sentendo parlare così Belluca, giù risate da pazzi.
Allora il capo ufficio che quella sera doveva essere di malumore27 urtato28 da quelle
risate, era montato su tutte le furie29 e aveva malmenato30 la mansueta31 vittima di
tanti suoi scherzi crudeli.
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Se non che, questa volta, la vittima, con stupore e quasi con terrore di tutti, s'era
ribellata, aveva inveito32, gridando sempre quella stramberia33 del treno che aveva
fischiato, e che, perdio, ora non più, ora ch'egli aveva sentito fischiare il treno, non
poteva più, non voleva più esser trattato a quel modo.
Lo avevano a viva forza preso, imbracato34 e trascinato all'ospizio dei matti35.
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Seguitava36 ancora, qua37, a parlare di quel treno. Ne imitava il fischio. Oh, un fischio
assai lamentoso38, come lontano, nella notte; accorato39. E, subito dopo,
soggiungeva40:
-Si parte, si parte... Signori, per dove? per dove?
E guardava tutti con occhi che non erano più i suoi. [...] Cose, ripeto, inaudite41.
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Ma che dici?
Oui, Monsieur
È una cosa rapida
Molto arrabbiato
Mauvaise humeur
Offeso
Era diventato furente
Trattato malissimo
Sottomessa
Protestato vivamente
Cosa strana
Legato
Ospedale psichiatrico
Continuava
Qui, all'ospedale psichiatrico
Plaintif
Sincero
Aggiungeva
Mai udite
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Chi venne a riferirmele42 insieme con la notizia dell'improvvisa alienazione mentale
rimase però sconcertato43, non notando in me, non che meraviglia44, ma neppur una
lieve sorpresa.
Difatti io accolsi in silenzio la notizia.
E il mio silenzio era pieno di dolore. Tentennai il capo45, con gli angoli della bocca
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contratti in giù, amaramente, e dissi:
- Belluca, signori, non è impazzito. State46 sicuri che non è impazzito47. Qualche cosa
dev'essergli accaduta; ma naturalissima. Nessuno se la può spiegare, perché nessuno
sa bene come quest'uomo ha vissuto finora. Io che lo so, son sicuro che mi spiegherò
tutto naturalissimamente, appena l'avrò veduto e avrò parlato con lui.
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Cammin facendo verso l'ospizio ove il poverino era stato ricoverato, seguitai a
riflettere per conto mio:
"A un uomo che viva come Belluca finora ha vissuto, cioè una vita "impossibile", la
cosa più ovvia48, l'incidente più comune, un qualunque lievissimo inciampo
impreveduto, che so io, d'un ciottolo per via, possono produrre effetti straordinari, di
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cui nessuno si può dar la spiegazione, se non pensa appunto che la vita di quell'uomo
è "impossibile". [...]
Non avevo veduto mai un uomo vivere come Belluca.
Ero suo vicino di casa, e non io soltanto, ma tutti gli altri inquilini della casa si
domandavano con me come mai quell'uomo potesse resistere in quelle condizioni di
90
vita.
Aveva con sé tre cieche, la moglie, la suocera e la sorella della suocera: queste due,
vecchissime, per cataratta; l'altra, la moglie, senza cataratta, cieca fissa; palpebre
murate.
Tutt'e tre volevano esser servite. Strillavano49 dalla mattina alla sera perché nessuno
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le serviva. Le due figliuole vedove, raccolte in casa dopo la morte dei mariti, l'una con
quattro, l'altra con tre figliuoli, non avevano mai né tempo né voglia da badare50 ad
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Raccontarmele
Stupito
Etonnement
Feci segno di no con la testa
Siate
Diventato pazzo, folle
Evidente
Gridavano
Occuparsi di
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esse; se mai, porgevano51 qualche aiuto alla madre soltanto.
[...]
Ebbene, signori: a Belluca, in queste condizioni, era accaduto un fatto naturalissimo.
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Quando andai a trovarlo all'ospizio, me lo raccontò lui stesso, per filo e per segno52.
Era, sì, ancora esaltato un po', ma naturalissimamente, per ciò che gli era accaduto.
Rideva dei medici e degli infermieri e di tutti i suoi colleghi, che lo credevano
impazzito.
- Magari53! diceva Magari!
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Signori, Belluca, s'era dimenticato da tanti e tanti anni ma proprio dimenticato che il
mondo esisteva.
Assorto54 nel continuo tormento di quella sua sciagurata55 esistenza, assorto tutto il
giorno nei conti del suo ufficio, senza mai un momento di respiro56, come una bestia
bendata, aggiogata57 alla stanga d'una nòria o d'un molino, sissignori, s'era
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dimenticato da anni e anni ma proprio dimenticato che il mondo esisteva.
Due sere avanti, buttandosi a dormire stremato58 su quel divanaccio, forse per
l'eccessiva stanchezza, insolitamente, non gli era riuscito d'addormentarsi subito. E,
d'improvviso59, nel silenzio profondo della notte, aveva sentito, da lontano, fischiare
un treno.
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Gli era parso60 che gli orecchi, dopo tant'anni, chi sa come, d'improvviso gli si fossero
sturati61.
Il fischio di quel treno gli aveva squarciato62 e portato via d'un tratto la miseria di tutte
quelle sue orribili angustie63, e quasi da un sepolcro scoperchiato s'era ritrovato a
spaziare anelante nel vuoto arioso del mondo che gli si spalancava enorme
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tutt'intorno64.
S'era tenuto istintivamente alle coperte che ogni sera si buttava addosso, ed era corso
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Davano
Con tutti i dettagli
Forse
Assorbito
Infelice
Pausa
Legata. Pirandello si riferisce agli animali accecati che facevano girare i mulini.
Epuisé
Improvvisamente
Sembrato
Débouchées
Distrutto
Sofferenze, costrizioni
Et, comme s'il sortait d'une tombe, il s'était retrouvé dans un monde ouvert, aéré, immense, tout autour de lui.
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col pensiero dietro a quel treno che s'allontanava nella notte.
C'era, ah! c'era, fuori di quella casa orrenda65, fuori di tutti i suoi tormenti, c'era il
mondo, tanto, tanto mondo lontano, a cui quel treno s'avviava... Firenze, Bologna,
125
Torino, Venezia... tante città, in cui egli da giovine66 era stato e che ancora, certo, in
quella notte sfavillavano67 di luci sulla terra. Sì, sapeva la vita che vi si viveva! La vita
che un tempo vi aveva vissuto anche lui! E seguitava, quella vita; aveva sempre
seguitato, mentr'egli qua, come una bestia bendata, girava la stanga del molino. Non
ci aveva pensato più! [...]
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Naturalmente, il primo giorno, aveva ecceduto68. S'era ubriacato. Tutto il mondo,
dentro d'un tratto69: un cataclisma. A poco a poco, si sarebbe ricomposto70. Era ancora
ebbro71 della troppa troppa aria, lo sentiva.
Sarebbe andato, appena ricomposto del tutto, a chiedere scusa al capo ufficio, e
avrebbe ripreso come prima la sua computisteria72. Soltanto il capo ufficio ormai non
135
doveva pretender troppo da lui come per il passato: doveva concedergli che di tanto in
tanto, tra una partita e l'altra da registrare, egli facesse una capatina73, sì, in Siberia...
oppure oppure... nelle foreste del Congo:
Si fa in un attimo74, signor Cavaliere mio. Ora che il treno ha fischiato...
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69
70
71
72
73
74
Orribile
Giovane
brillavano
Esagerato
Colpo
Ripreso
Ivre
Lavoro di contabile
Piccolo viaggio
In poco tempo, rapidamente
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A. DOMANDE SUL TESTO
[ _____ / 40 punti]
Rispondere su un foglio a parte (carta fornita dalla scuola), indicando chiaramente il
numero della domanda, in modo limpido e completo!
1. Il testo può essere suddiviso in 4 parti, cui abbiamo attribuito un titolo.
Per ogni parte indicate la riga iniziale e la riga finale, e poi spiegate
brevemente il titolo (1-2 righe)
Prima parte : Circoscritto
Da riga 1 a riga ….
Seconda parte : Il treno ha fischiato
Da riga … a riga …
Terza parte : Anamnesi o le origini della « malattia » di Belluca
Da riga … a riga …
Quarta parte : Il mondo esiste !
Da riga … a riga 138.
(8 punti)
2. Che tipo di vita professionale e personale conduceva Belluca?
(4 punti)
3. Quali sono le spiegazioni che il narratore dà al « male » di cui soffre o
sembra soffrire Belluca?
(4 punti)
4. Spiegate:
Se non che, questa volta, la vittima, con stupore e quasi con terrore di
tutti, s'era ribellata, aveva inveito 75, gridando sempre quella stramberia76
del treno che aveva fischiato, e che, perdio, ora non più, ora ch'egli aveva sentito fischiare il treno, non poteva più, non voleva più esser trattato
a quel modo. (righe 60-64)
(3 punti)
5. Quali sono i termini che vengono utilizzati per caratterizzare la “malattia”
di cui sembra ora soffrire Belluca. Riportatene almeno 4 e poi
commentate
(4 punti)
75 Protestato vivamente
76 Cosa strana
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6. Che cosa rappresenta il « fischio del treno » per
- Belluca
- Il Capo Ufficio
- I colleghi di Belluca
(9 punti)
7. Qual è il significato di questa novella?
(10 punti)
B. e C. REDAZIONE
[ _____ / 30 punti]
B. Scegliete una delle citazioni delle pagine 10-11, tutte tratte dai Sei
personaggi in cerca d'autore di Luigi Pirandello, commentatela in un primo
tempo tenendo conto della lettura complessiva del dramma e in un secondo
tempo date il vostro parere in merito portando esempi significativi che
illustrano il vostro pensiero.
I riferimenti al testo sono essenziali.
(150-200 parole - 15 punti)
C. Sceglietene una seconda e fate la stessa cosa
(150-200 parole - 15 punti)
È imperativo contare le parole alla fine della redazione (parti B. e C.) !
Riportare il numero a pagina 2. Pesanti punizioni per coloro che non
rispettassero questa regola.
1. (Il padre) E dunque, perché si fa meraviglia di noi? Immagini per un
personaggio la disgrazia che le ho detto , d'esser nato vivo dalla fantasia
d'un autore che abbia voluto negargli la vita, e mi dica se questo
personaggio lasciato così, vivo e senza vita, non ha ragione di mettersi a
fare quel che stiamo facendo noi, ora, qua davanti a loro, dopo averlo
fatto a lungo a lungo, creda, davanti a lui per persuaderlo, per spingerlo,
comparendogli ora io, ora lei, ...
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2. Ma se è tutto qui il male! Nelle parole!
Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose!
E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch’io dico metto il
senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le
ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per
sé, del mondo com’egli l’ha dentro?
3. Il dramma per me è tutto qui, signore: nella coscienza che ho, che
ciascuno di noi - veda - si crede «uno» ma non è vero: è «tanti»,
signore, «tanti», secondo tutte le possibilità d'essere che sono in noi:
«uno» con questo, «uno» con quello - diversissimi! E con l'illusione,
intanto, d'esser sempre «uno per tutti», e sempre «quest'uno» che ci
crediamo, in ogni nostro atto. Non è vero, non è vero! Ce n'accorgiamo
bene, quando in qualcuno dei nostri atti, per un caso sciaguratissimo,
restiamo all'improvviso come agganciati e sospesi: ci accorgiamo, voglio
dire, di non esser tutti in quell'atto, e che dunque una atroce ingiustizia
sarebbe giudicarci da quello solo, tenerci agganciati e sospesi, alla
gogna, per una intera esistenza, come se questa fosse assommata tutta
in quell'atto!
4. Chi ha la ventura di nascere personaggio vivo, può ridersi anche della
morte.
Non muore più! Morrà l’uomo, lo scrittore, strumento della creazione; la
creatura non muore più! E per vivere eterna non ha neanche bisogno di
straordinarie doti o di compiere prodigi. Chi era Sancho Panza? Chi era
don Abbondio? Eppure vivono eterni, perché – vivi germi – ebbero la
ventura di trovare una matrice feconda, una fantasia che li seppe
allevare e nutrire, far vivere per l’eternità!
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