Anche il Private Banking è un`industria dell`export
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Anche il Private Banking è un`industria dell`export
FTSE MIB ultime due settimane dow jones ultime due settimane nasdaq ultime due settimane cac ultime due settimanemane Smi ultime due settimane 15 GDP GIORNALEdelPOPOLO MERCOLEDÌ 27 APRILE 2016 Forum Private Banking a Vezia Collardi, Libotte, Lombardini, Polloni Anche il Private Banking è un’industria dell’export La Finma, dice Carlo Lombardini, applica solo la legge scritta (male) da altri, ma il banchiere non deve diventare un ausiliario del fisco, dei PM o metter sotto tutela la clientela degli istituti. di corrado bianchi porro Boris Collardi, Ceo di Julius Baer, ha sottolineato ieri a Vezia l’importanza del Private Banking in Svizzera che rappresenta il 50% del ricavi del settore bancario. Sui 3.100 miliardi amministrati dal ramo, un terzo appartiene ai residenti e due terzi deriva dal ‘cross-border’. Il 40% del cross-border (circa mille miliardi) spetta al mercato europeo e l’Italia rappresenta circa il 20% di esso. Se dunque vi sono 6mila posti di lavoro nel ramo bancario in Ticino, circa 4000 sono dedicati alla clientela italiana. Ho presentato questi dati al ministro dell’economia Maurer, ha commentato Boris Collardi, e mi ha risposto che finalmente ha capito il problema del ramo bancario da un altro punto di vista e perché ci battiamo per l’accesso al mercato che oggi avviene solo in maniera passiva, oppure controllando un istituto nel mercato europeo, cosa che solo il 10% delle banche in Svizzera può fare. Noi, ha aggiunto, facciamo la nostra parte. Ma dobbiamo renderci conto che il Private Banking è un’industria dell’export elvetico e dunque mettere a posto le condizioni quadro ci spetta come l’industria del lusso o dei macchinari, né più né meno. Anche perché le banche hanno il 15% dei ricavi e il 55% dei costi in franchi. Dunque, bisogna capire cosa significhi il franco forte. Per i piccoli istituti, i costi sono addirittura al 90% e i ricavi solo al 10% in franchi. Il Private Banking dobbiamo difenderlo a Berna come un’industria d’esportazione che soffre né più né meno del franco e dei tassi negativi (Boris Collardi spera che per le tensioni di Brexit non siano aggravati oltre il -0,75%, per inciso). Fare il Private Banking è il più bel mestiere del mondo, ha detto, ma il quadro è difficile. Dunque, giusto pensare a Fintech e ai nuovi players, ma ancor più giusto pensare all’esistente, perché i margini lordi e netti si stanno restringendo. La Svizzera Giorgio Libotte, Boris Collardi, Franco Polloni e Carlo Lombardini ieri a Vezia. ha una tradizione straordinaria in questo campo, ha detto il Ceo di Julius Baer. Ma bisogna migliorare le condizioni quadro e la competitività, altrimenti perdiamo quote di mercato tra Hong Kong e Singapore. Se non vogliamo una regionalizzazione, bisogna reagire, aumentan- time-out do la competitività della Svizzera come centro economico. Ne usciremo più forti, vista la conoscenza che abbiamo dei mercati esteri. Per gestire una piazza finanziaria di cui possiamo essere fieri, lavoriamo assieme per mantenerla tale. In precedenza Carlo Lombardini all’Annual Forum Private Banking and Wealth Management 2016 aveva sparato colpi di cannone (come ha detto il moderatore Franco Polloni) sul tentativo di mettere sotto tutela i clienti, mentre il banchiere, oltre che un collaterale del fisco, sembra essere chiamato a diventare pure agente della magistratura, con la FINMA, l’autorità di controllo, che critica le banche per le troppe poche segnalazioni all’antiriciclaggio. Ma anche i giornalisti che pubblicano i nomi dei sospettati possono esser chiamati alla corresponsabilità e infrazione del segreto bancario. Bisogna però che i banchieri, ha aggiunto Lombardini, abbiano il coraggio di dire di no al cliente, mentre vanno a cercare destinazioni più esotiche per compensare il minor afflusso di denaro dalla clientela europea. Un problema messo in risalto anche da Giorgio Libotte, Associate Partner di McKinsey, il quale ha rilevato come la clientela oggi sia sempre più restia a pagare la consulenza, focalizzandosi su strumenti passivi meno costosi. Così i profitti bancari sono calati del 10% ma del 35% in Svizzera, anche se qui pesano le multe americane e il franco forte. Si avvicina poi la rivoluzione digitale e le piattaforme tecnologiche che rappresentano un’altra forma insidiosa di concorrenza. Alfonso Tuor incontra Alessandra Alberti alla Supsi ULTIME 52 SETT ULTIMOPRECMINMAX % ABB N Actelion N Adecco N Alpiq Holding Baloise N Cassiopea N Cie. F. Richemont CS Group N Galenica N Geberit N Givaudan N Julius Bär I LafargeHolcim N Lonza Group N Nestle N New Value Novartis N Roche GS SE Sopracenerina SGS N Swatch Group I Swatch Group N Swiss Life N Swiss Reinsur N Swisscom N Syngenta N Transocean N UBS Group N Zurich F.S. N 20.39 20.1515.9422.16 13.5 155.5 156.9115.3158.5 11.3 63.6 63.7552.7583.95 -7.6 63.5 6560.55 110-39.4 121.7 121.3109.6131.7 -4.6 30 29.72744 -7.6 64.45 64.1 58.687.55-10.6 14.96 14.74 12.2328.128 -31.0 1448 1462835.5 1617 -8.0 351.9 352.1289.5372.9 3.4 1918 192115211949 5.2 41.46 40.9336.1854.55-14.7 47.72 47.78 33.2973.333 -5.1 162.7 162.4 121166.5 -0.2 72.4 72.4 65.776.95 -2.8 1.64 1.5 1.22.12 9.3 74.6 74.7 67103.2-14.0 247.2 248.9229.9283.9-10.5 - 149130.2187.3 0.0 2146 21541577216112.2 326.7 327.7308.6437.4 -6.7 64.4 64.859.8584.35 -5.2 253.9 252.9207.8273.8 -6.4 88.8 92.7576.8599.75 -9.5 493.2 491.4452.7 572 -1.9 398.9 400.4288.5435.2 1.6 9.86 10.018.045 8.52-21.1 16.56 16.213.5122.57-15.1 217 215194.7310.6-16.0 cambi interbancari EUR/CHF (euro-franco) EUR/USD (euro-dollaro) EUR/JPY (euro-yen) EUR/GBP (euro-sterlina) CHF/EUR (franco-euro) USD/CHF (dollaro-franco) GBP/CHF (sterlina-franco) JPY/CHF (100yen-franco) 1.09881.0982 0.0 1.13131.1275 0.3 125.88125.27 0.4 0.77410.7778-0.4 0.90910.9097-0.0 0.97180.9742-0.2 1.41921.4112 0.5 0.87320.8763-0.3 oro e argento (oncia) 1 oncia = 31,1035 gr. Oro1233.8 Argento16.87 Bsi Cambio alla testa di Singapore? Alessandra Alberti, ingegnere alimentare, laureata al Poli di Zurigo specializzata nell’alimentare a Losanna, è stata responsabile di qualità, acquisti e sicurezza prima di essere nominata direttore nel ‘99 fermentazione e l’essicazione delle fave. Tostate e pressate formano una massa liquida da cui deriva il burro di cacao o la polvere. Poi c’è lo zucchero (anche saccarosio o cocco per i vegani, senza allergeni). Infine Indice SMI e altre azioni svizzere business class Dolce innovazione nel magico mondo del cioccolato svizzero Per il nuovo ciclo di «Time-out» su imprenditorialità e innovazione presentato alla Supsi di Manno, ieri era di scena Alessandra Alberti, direttrice di Chocolat Stella di Giubiasco, intervistata dal collega Alfonso Tuor. Perché l’innovazione è la «benzina» anche di un’industria «matura» come la cioccolata che pure è alla ricerca di «sapori antichi» e dunque sempre nuovi. Gli ingredienti per il cioccolato, ha rilevato Alessandra Alberti, membro di Chocosuisse, l’associazione che raggruppa 18 produttori elvetici sono il cacao, il burro di cacao, lo zucchero e il latte. Cose genuine e semplici ma dalla raccolta delle fave di cacao che nasce in ambiente equatoriale, bisogna vegliare sulla qualità del prodotto bio con cooperative ecosolidali, presiedere la azioni svizzere il latte. Più gusti diversi e sviluppo di ricette interessanti secondo i desideri dei clienti e del singolo luogo, cosa che impianti agili come quelli di Giubiasco permettono. Il 70% della produzione va in export. Il direttore generale ad interim della BSI di Singapore, Raj Sriram, avrebbe presentato le sue dimissioni. Sarà rimpiazzato da Renato Cohn, membro della direzione, indicano le agenzie Bloomberg e Reuters, basandosi su una presa di posizione della BSI. Sollecitata ieri mattina da AWP, la sede luganese dell’istituto non è stata disposta a confermare l’informazione. Secondo BSI Sriram avrebbe richiesto «una pausa nella sua carriera». La nomina di Renato Cohn deve invece ancora ricevere l’ok delle autorità e non dovrebbe divenire effettiva fino alla conclusione della ripresa della BSI da parte di EFG International. Attualmente, il quadro della BSI ha la responsabilità della clientela agiata (ultra high net worth individuals). Non più di un mese fa BSI aveva annunciato la partenza di Hans Peter Brunner, il boss degli affari asiatici, sul quadro dello scandalo di corruzione nell’affare del fondo pubblico malesiano 1MDB. La scorsa settimana il ministero pubblico della città stato aveva annunciato l’accusa nei confronti di un impiegato della banca per riciclaggio nel quadro della vicenda mentre il ministero pubblico della Confederazione partecipa all’inchiesta in corso. economando di Paolo pamini* il comunismo che torna dalla porta di servizio Nel lungo menu delle votazioni del 5 giugno figura l’idea di garantire ad ognuno un reddito di base incondizionato. Per quanto a prima vista accattivante, la proposta introduce dalla porta di servizio il comunismo ed istituzionalizza il saccheggio da parte dei parassiti nei confronti di chi sceglie di lavorare e fa sacrifici per produrre un reddito, anche da capitale con i propri risparmi. Con il suo slancio contro natura, essa distruggerebbe l’etica del lavoro e della reciprocità che stanno alla base di una convivenza sociale armoniosa tra esseri umani. Nella follia della proposta, gli iniziativisti hanno un grandissimo merito per il quale vanno sinceramente ringraziati: obbligare la popolazione a riflettere sul funzionamento di una società e sul senso del lavoro. La votazione sul reddito di base incondizionato ha quindi un importante effetto educatore. Benché l’articolo costituzionale in votazione non parli di cifre (né di precise modalità di finanziamento), si ipotizza l’introduzione di un reddito di CHF 2.500 al mese per adulto a tutti i residenti in Svizzera. Il finanziamento del fabbisogno, che eccede CHF 200 mrd. annui (si ricordi che la somma di tutti i redditi in Svizzera, ossia il prodotto interno lordo, è di ca. CHF 500 mrd. annui), proverrebbe da alcuni risparmi nello Stato sociale, in gran parte da prelievi su redditi da lavoro e da capitale, e nella misura di CHF 25 mrd. da nuove fonti da definire, come il raddoppio dell’IVA (che oggi all’8% genera CHF 22 mrd.) o altre imposte. Malgrado le enormi dimensioni finanziarie, non è la contabilità della misura a preoccupare quanto la devastazione degli incentivi economici che essa pone. Il reddito di base ricorda il capriccio di un bimbo che pretende di ricevere qualcosa senza sforzo, prima che abbia raggiunto l’età della ragione e compreso l’etica della reciprocità che regge la coordinazione spontanea tra esseri umani. È la natura del mondo che obbliga l’essere umano a lavorare per ottenere le fonti del proprio sostentamento, sia anche solo sforzandosi di raccogliere qualche bacca per sfamarsi. È palese che Robinson Crusoe non avrebbe potuto pretendere alcun reddito incondizionato sulla sua isola deserta, se non obbligando Venerdì a lavorare per lui, ossia introducendo una forma di schiavitù perlomeno parziale. Il reddito di base non piove dal cielo, bensì viene finanziato da chi ciononostante lavora o ha reddito da capitale; ecco perché esso istituzionalizza il saccheggio, ben a differenza dell’attuale Stato sociale che, per quanto bulimico, almeno dà i propri sussidi a chi è in uno stato più o meno oggettivo di bisogno. (...) * ETHZ e AreaLiberale > segue a PAGINA 22 Investire con intelligenza. LGT. Il suo partner per generazioni. LGT Bank (Svizzera) SA, telefono 091 912 69 69 <wm>10CAsNsjY0MDAw1TU0NjMwsgQA8PqCpA8AAAA=</wm> <wm>10CFXKIQ7DQAxE0RN5NZ5ZO9kaVmFRQVW-pArO_VHasoJPvt6-VzT8um-P1_YsBxDmSnAUUy3J4qrWMwryIDxvGOpY5H_c2IHPmF9ikHlMDJOMnAuine_jAigvcntxAAAA</wm> www.lgt.ch