L`Asl bussa cassa in Regione Piano strategico da rivedere

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L`Asl bussa cassa in Regione Piano strategico da rivedere
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Latina
Casati lavora sul processo di budget 2016. Si punta a nuovi assetti organizzativi
Il giornale di
LUNEDÌ 11 GENNAIO 2016
SANITA’
L
’addio di Caporossi
rende oggettivamente complicata la gestione della sanità pontina.
Dapiù partisiindica comesoluzione d’urgenza un commissariamento dell’azienda
con incarico da affidare a
Giorgio Casati. Lo stesso direttore amministrativo lo
scorso 29 dicembre ha detto a
chiare lettere di “lavorare per
il processodi budgete peruna
riorganizzazione dei servizi”. Intanto Zingaretti vara la
sua rivoluzione sanitaria, ridisegna la mappa delle Asl romane, tre invece che cinque.
Riassumiamo e completiamo
il quadro. Per l’Asl Rm1 tutto
è in mano ad Angelo Tanese,
direttore generale della RmE
e commissario della RmA.
Rinnovamento totale per l’Asl Roma 2. Il commissario
Flori Degrassi ha voluto una
squadra di sole donne con un
direttore
amministrativo
dalla RmC, la Cavalli, e un direttore sanitario dall’Ifo, la
Cerimele. Posti vuoti invece
all’Ifo e allo Spallanzani. Il
problema maggiore è quello
riguardante nella terza Asl, la
ex RmD. Il direttore generale
Panella si è spostato in Regione al posto della Degrassi. Intanto nelle Marche si registra
qualche problema per l’ex
manager di Latina. Gli universitari non volevano Caporossi. Da Ancona arriva un
clamoroso retroscena sulla
sua nomina. Il suo nome non
sarebbe stato tra i più graditi
della rosa per la guida di Ospedali Riuniti. Il rettore della Politecnica, Sauro Longhi,
chiamato ad esprimere il parere sulla nomina (trattandosi di azienda ospedaliera universitaria), era stato messo al
L’OPINIONE
L’Asl bussa cassa in Regione
Piano strategico da rivedere
Ostacoli per Caporossi: i prof universitari non lo volevano ad
Ancona, mentre il dirigente rimosso ora chiede il reintegro
corrente delle resistenze dei
professori. Determinante il
peso sulla vicenda del presidente della Regione Marche,
Luca Ceriscioli. Peraltro un
certo malessere sarebbe stato ampliato da un’istanza di
reintegro avanzata da Paolo
Galassi, sollevato dall'incarico di direttore generale degli
Ospedali Riuniti, con 12 mesi
di anticipo rispetto alla scadenza contrattuale. Proprio
giovedì prossimo il Tribunale
di Ancona si terrà l’udienza.
Se il giudice del lavoro dovesse accogliere il ricorso di Galassi, potrebbe decidere per
l'indennizzo dell'alto dirigente o per il suo reintegro.
Brugnola, ex dirigente amministrativo Asl, severo con i manager che lasciano l’incarico
“Una penale per chi fugge”
“Troppo spesso si scelgono direttori generali non del luogo”
L
atina resta senza il vertice sanitario. Un ex direttore amministrativo
dell’Asl, Franco Brugnola, ha
dato la sua versione sul modello adottato per la scelta dei manager. “Il sistema di nomina dei
direttori generaliha come conseguenza il fattoche le persone
prescelte per questo incarico
non siano del luogo e spesso
non abbiano che una lontana
conoscenza dei luoghi, hanno
un contratto in base al quale
devono raggiungere alcuni obiettivi predeterminati, spesso
incongruenti con la realtà epidemiologica del territorio e con
le effettive esigenze delle popolazioni -ha affermato Brugnola nel suo blog- l’arco temporale del contratto dei direttori generali li obbliga ad avere
una visione limitata nel tempo
e quindi ad adottare delle scelte
che possono portare talora a
dare risultati illusori destinati
a svanire molto presto, invece
di puntare verso soluzioni ve-
Per Caporossi un problema in
più all’orizzonte, per quanto
sempre da Ancona si escludono colpi di scena clamorosi.
M.B.
“Delegate funzioni
a personale
inadeguato”
g
Franco Brugnola
ramente innovative. La situazione è aggravata dalla necessità di delegare gran parte delle
funzioni a dirigenti sanitari talora inadeguatiche siritrovano
a gestire presidi ospedalieri od
altre strutture di grandi dimensioni senza poteri adeguati e
senza quelle capacità manageriali specifiche che sarebbero
comunque necessarie. Il legame fiduciarioche legai diretto-
ri generali con il Presidente
della Regione costringe infine
a cambiamenti troppo spesso
rapidi creando una organizzazione instabile e impossibilitata spesso a riuscire a realizzare
il piano strategico approvato. A
ciò si aggiunga che talora il direttore generale viene chiamato ad incarichi più elevati anche in un’altra regione abbandonando anzitempo l’azienda
con risultati molto negativi per
la continuità dell’attività. Personalmente ritengo che questa
situazione non possa essere
mantenuta ulteriormente e
che debbano essere apportati
dei cambiamenti, tenendo presente la nuova realtà delle città
metropolitane e dei nuovi enti
di area vasta che nasceranno
con la riforma della P.A. Ci troviamo in un periodo di transizione e poiché per il momento
appare difficile intervenire
sulla struttura aziendalistica,
oramai radicata ovunque, penso che si potrebbe almeno incidere sulla tipologia dei contratto dei direttori generali inserendo una penale nel caso
che l’interessato scelga di abbandonare l’incarico prima
della scadenza (come avviene
per i calciatori)”.