La valutazione delle asimmetrie di forza dai salti

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La valutazione delle asimmetrie di forza dai salti
LA VALUTAZIONE DELLE ASIMMETRIE DI FORZA DAI SALTI
VERTICALI
Rampinini Ermanno, Impellizzeri Franco, Roberto Sassi, Aldo Sassi
Human performane lab, S.S. MAPEI, Castellanza, Italia
Negli ultimi due decenni sono stati studiati diversi indici di asimmetria di forza degli arti inferiori per
verificarne l’influenza sul rischio di infortuni o per valutare e monitorare il recupero post traumatico o
post operatorio. Gli indicatori più utilizzati sono: asimmetrie di forza tra arto destro e arto sinistro degli
estensori del ginocchio o dei flessori, rapporto tra la forza dei flessori del ginocchio di un arto e il
controlaterale, rapporto tra flessori ed estensori dello stesso arto oppure rapporto tra le misure di forza
degli adduttori e abduttori sempre misurate sulla stessa gamba. In campo internazionale è ormai noto che
“l’imbalance” (squilibrio muscolare di vario tipo) costituisce un fattore di rischio nell’insorgenza di
infortuni più o meno gravi agli arti inferiori. E’ opportuno precisare che essere soggetti ad un fattore di
rischio non equivale ad avere la certezza di incorrere nel problema conseguente, ma sicuramente
aumentano le probabilità che possa accadere. Per fare un esempio, fumare non equivale ad avere un
problema di salute, ma certamente aumenta le possibilità di incorrere in una malattia. Un altro aspetto
molto importante del monitoraggio degli squilibri di forza agli arti inferiori è legato al monitoraggio della
riabilitazione post-traumatica (Dvrorak e Junge, 2000).
Le valutazioni più utilizzate in questo contesto sono le misure con apparecchiature isocinetiche che sono
generalmente considerate scientificamente valide e ripetibili: esiste cioè la certezza che le misure che si
fanno sono attendibili. Tuttavia questa tipologia di valutazione presentano alcuni inconvenienti dovuti al
fatto che, solitamente, vengono effettuate in catena cinetica aperta (movimenti dove non esiste appoggio
dei piedi nel caso degli arti inferiori: es. leg-extension) e a velocità costante. Queste caratteristiche
rendono la valutazione poco specifica, dato che i movimenti compiuti dagli atleti durante la maggior parte
delle attività sportive hanno caratteristiche diverse: sono quasi sempre in catena cinetica chiusa (es.
correre e saltare), spesso è presente l’utilizzo del ciclo stiramento-accorciamento, i movimenti non sono
mai effettuati a velocità costante e comunque avvengono con picchi di velocità angolari molto più alti di
quelli che si possono raggiungere con i macchinari isocinetici, (Abernethy e coll, 1995). La poca
specificità delle misure isocinetiche è considerato il limite più rilevante specialmente quando si lavora con
gli sportivi. Malgrado gli inconvenienti appena citati, non è discutibile che le misure a velocità costante
restino una metodica di valutazione molto importante, dato che consentono di effettuare rilievi di forza
massima sia in azioni concentriche sia eccentriche in assoluta sicurezza, e consentono di determinare in
modo preciso il rapporto tra muscoli agonisti e antagonisti.
Per consentire agli atleti di avere una misura degli squilibri muscolari che fosse il più possibile specifica
per le loro attività, abbiamo sviluppato nei nostri laboratori un nuovo metodo di misura delle asimmetrie
di forza, rilevandola direttamente durante salti su pedana piezoelettrica. Lo sviluppo e la validazione
scientifica di un di valutazione deve seguire un percorso ben definito: validazione, ripetibilità, dati
normativi. Seguendo questo percorso (3 anni compreso gli studi pilota) abbiamo affrontato il problema a
step successivi: 1) validazione del nuovo sistema di misura, 2) verifica della sua ripetibilità e 3) raccolta
dei primi dati di riferimento, sottoponendo a screening un grosso numero di calciatori.
Lo studio di validità è stato effettuato su trentacinque soggetti sani, a cui sono stati misurati i picchi di
forza massima isometrica dell’arto destro e sinistro, alla pressa con angolo al ginocchio di 100°. Mediante
una pedana piezoelettrica sono stati successivamente misurati i picchi di forza sviluppati durante salto
verticale con contromovimento (CMJ), sia per l’arto destro sia per il sinistro. I dati raccolti hanno
evidenziato una forte correlazione tra lo sbilanciamento (differenze percentuali) del picco tra i due arti
misurato alla pressa e lo sbilanciamento percentuale misurato durante i salti (r=0,84 p<0,001) (figura 1):
in altre parole lo squilibrio che si riscontra in isometria lo si ritrova anche durante il salto.
Asimmetria di forza nel salto verticale (%)
40
30
r = 0.84; p < 0.001
20
10
0
-10
-20
-30
-40
-30
-20
-10
0
10
20
30
Asimmetria di forza nel test isometrico (%)
Figura 1: Correlazione tra la differenza percentuale di forza misurata nei salti verticali e la differenza
percentuale di forza misurata in isometria alla leg press.
Per verificare la ripetibilità della misura, su sessanta soggetti sani è stata effettuata la valutazione delle
asimmetrie di spinta durante il salto, in due occasioni separate da due giorni. Tramite analisi statistica è
stata individuata una buona ripetibilità della misura, che consente la sua applicabilità nel monitoraggio
degli squilibri muscolari (intraclass correlation coefficient = 0.92; Bland & Altman: bias ± errore totale =
0.48 ± 6.94%).
Per fornire dati di riferimento, sono stati quindi testati centonovanta calciatori (professionisti e
semiprofessionisti) ad inizio stagione agonistica, per individuare la distribuzione delle asimmetrie di
spinta in questa popolazione. La distribuzione della percentuale di differenza di forza è risultata essere
normale (figura 2), senza alcun legame con l’arto dominante.
Number of observation
50
45
40
35
30
25
20
15
10
5
0
-35
-25
-30
-15
-20
-5
-10
5
0
15
10
25
20
35
30
Asymmetry
category
Asimmetria
di forza
misurata(%)
nei salti (%)
Figura 2: Distribuzione delle asimmetrie di forza misurate durante i salti verticali nella popolazione di
calciatori.
In conclusione, i dati raccolti mostrano come questo test risulti essere valido e ripetibile, quindi
attendibile nelle misure che si fanno nel tempo. L’uso di una pedana piezoelettrica portatile consente di
effettuare uno screening di partenza su popolazioni ampie di calciatori direttamente sul campo. In questo
modo è possibile identificare i soggetti con evidenti asimmetrie di forza, per indirizzarli a valutazioni più
analitiche con apparecchiature isocinetiche. Al contrario, nei protocolli di valutazione delle asimmetrie
che effettuiamo in laboratorio ncon l’isocinetica, abbiamo invece aggiunto alla misura dei vari indici di
“imbalance”, la valutazione delle asimmetrie con la pedana di forza, in modo da avere sempre una
indicazione più funzionale e specifica. Grazie all’analisi della distribuzione, è possibile individuare i
livelli di normalità, che risultano essere +18% e -16%, e ciò permette di individuare quei soggetti che
presentano valori di asimmetrie di forza anormali e quindi potenzialmente dannosi. L’ampio range di
normalità statistica non ci ha sorpreso essendo probabilmente dovuto alle caratteristiche della popolazione
studiata. I calciatori, infatti, sono atleti che nella loro carriera hanno avuto vari infortuni più o meno gravi.
Per questo motivo, i postumi di pregressi infortuni possono essere in parte la causa delle asimmetrie
misurate. Dati preliminari raccolti sui centonovanta atleti testati mostrano come sia presente una maggiore
incidenza di infortuni di tipo muscolare in quei calciatori che presentano asimmetrie di spinta anomale.
Nonostante il numero di soggetti possa apparire già ampio, occorre sicuramente estendere ulteriormente il
numero del campione, per effettuare uno studio prospettico che possa portare a conclusioni definitive.
Inoltre, ulteriori approfondimenti andranno effettuati in relazione all’utilizzo di questo test nel controllo
del recupero post-traumatico del calciatore e nel monitoraggio del ripristino della normale funzionalità
degli arti inferiori.