in barca come negli anni 70
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in barca come negli anni 70
b a r c h e c l a ss i c h e Quo Vadis, alle prime uscite in mare dopo il restauro durato due anni, mostra le belle linee classiche del suo profilo. in barca come negli anni 70 Simbolo del design vincente made in Italy, Quo Vadis è uno splendido esemplare di 18 metri varato dal Cantiere Pichiotti nel 1970. Che un armatore con la passione del mare e del restauro ha riportato a lucido. Creando un cantiere ad hoc tutto suo 66 Testo di Désirée Sormani Questa è l'ennesima storia di un grande amore. Ma come tutte le belle storie a lieto fine, anche questa merita di essere raccontata. I protagonisti? Il solito: un armatore e un'imbarcazione. Più specificatamente un notaio ferrarese (trasferito a Madonna di Campiglio per lavoro) che adora il mare e un motor- yacht di 18 metri in legno, costruito dai Cantieri Picchioti di Viareggio nel 1970. Ma la cosa singolare di questa storia è che, affinché la sua imbarcazione ritornasse al suo splendore originale, questo armatore ha agito come solo chi è mosso da una grande passione sa fare: ha creato un cantiere ad hoc. «L'ho trovata due 67 b a r c h e c l a ss i c h e Sopra, il disimpegno della zona notte , collegato al living con alcuni scalini. A destra, dall'alto, il bagno dell'rmatoriale e la cabina Vip a poppa. Sotto, la padronale con due letti separati. In tutte le cabine il legno dei mobili è il teak. Pagina a fianco, in alto, la dinette con il divano a murata; sotto, un'altra visuale, verso prua, dello stesso ambiente dove si nota la postazione di comando e la zona carteggio. 68 anni fa a La Spezia in un cantiere a cui era stato dato l'incarico di sistemare la carena», racconta Paolo Franceschetti, «ed è stato subito il classico coupe de foudre. Era navigante ma un po' trascurata; erano stati fatti pochi e sommari interventi di manutenzione. Così ho pensato di farla risplendere ancora e di aprire un mio cantiere per darle il massimo delle cure. Mi sono appoggiato presso il cantiere Meltalcost a Bocca di Magra, dove in uno spazio ho fatto erigere una tensostruttura e mi sono avvalso delle miglori maestranze in circolazione di Genova e della Spezia, con una forte esperienza maturata presso i Cantieri Beconcini; questi esperti del restauro sono stati impegniati con il restauro per due anni». I lavori sono iniziati nel novembre del 2008 e lo scorso 18 agosto la barca è tornata di nuovo a navigare. A differenza dei Baglietto dell'epoca, che iniziavano a usare il compensato marino, questo modello è costruito interamente in legno e ha ancora lo scafo in tre strati di fasciame di mogano incrociato. «Appena acquistata l'ho usata un po'; poi, arrivato l'autunno, l'abbiamo tirata in secca e come prima cosa l'abbiamo sverniciata e sabbiata per controlare le condizioni dello scafo. Una volta verificato che le condizioni erano ottime (tant'è che non abbiamo sostituito nemmeno una tavola), abbiamo constatato che aveva solo alcuni problemi alle sovrastrutture e alla coperta. Così abbiamo pensato che meritava un restauro a regola d'arte. L'impegno valeva l'impresa». Quo Vadis (così è stata ribattezzatala barca) è stata quindi smontata completamente, tirata a legno, dentro e fuori e, pian piano, ogni singola componente è stata recuperata e restaurata; nuovi e perfettamente a norma sono tutti gli impianti idraulici ed elettrici. La propulsione, già sostituita negli Anni 90 da un precedente proprietario e affidata a una coppia di Man da 650 hp ciascuno, è stato smontata, revisionata e riportata a nuovo. Considerata la stazza (un semidisclocante di ???? tonnellate) è una imbarcazione veloce: naviga a 18 nodi in crociera e raggiunge i 22 nodi ci velocità massima; i Picchiotti avevano infatti fama di motoryacht prestanti già all'epoca. «Alla Viareggio-Bastia-Viareggio», precisa l'armatore, «le imbarcazioni del cantiere Viareggino conquistavano sempre il podio nella classe dei cabinati ed erano dello stesso tipo d'imbarcazione delle motovedette usate dalla Guardia di Finanza». Sia all'esterno sia all'interno la barca è stata compleatmente riverniciata con vernice americana Awlgrip, usando una tinta Oysetr White, nel totale rispetto del colore originale della barca. Gli interni sono totalmente in teak (i cielini sono in pannelli di legno ricoperti in sky e fissati con listelli di teak) e assolutamente originali. Erano in ottime condizioni quindi è stato fatto solo il necessario, per così dire, un restauro cosmetico (verniciatura e lucidatura del legno e ricromatura della metalleria). La disposizione sottocoperta è molto classica: dal pozzetto si entra nella 69 b a r c h e dinette, con divanetto a murata; qui si trova anche un angolo carteggio e la timoneria. Pochi scalini e si scende alla cucina, piccola ma funzionale, accessoriata con forno e lavatrice oltre a tutto il necessario per preparare pranzi e cene. La zona notte, invece, comprende tre cabine, di cui una armatoriale (più grande a prua), ognuna con servizi con doccia annessi; al centro si trova una singola e, a poppa, la Vip. A prua si trova l'alloggio marinaio con 70 @ o c c h i e l l o c l a ss i c h e servizio privato. «Sono tutte cabine molto ampie con un'altezza marinaio ragguardevole e i letti sono molto grandi ma separati, come usava all'epoca (il letto matrimoniale in campo nautico è recentissimo)», precisa Franceschetti. Grande attenzione al dettaglio: il décor conta anche su alcune stampe su tela dell'artista toscano Walter Lazzaro di sapore versiliano. «Si abbinavano perfettamente allo spirito della barca», commenta l'armatore. Inoltre, sono stati rifatti totalmente tendalini, oscuranti (rifatti da Velaria di Porto Lotti) e tutta la cuscineria con le diverse tappezzerie dei divani, dei letti e dei prendisole. «Ho voluto seguire personalmente ogni fase del recupero, perché nulla fosse lasciato al caso. Tutto è stato recuperato. E dove mancava è stato sostituito con uguale dell'epoca. Mia moglie, che ama navigare, ha contribuito dando il classico tocco femminile, seguendo i particolari di alcuni accessori e il décor». All'esterno, le aree conviviali e di relax sono il pozzetto, arredato semplicemente, e il prendisole di prua; una seconda postazione di pilotaggio è collocata sull'ampio fly. Per quanto riguarda la strumentazione di bordo, la barca è dotata della più moderna tecnologia di bordo (due Gps, due Vhf, ecoscandaglio, pilota automatico) e anche l'impianto di condizionamento e riscaldamento è stato completamente ripristinato; per quanto riguarda le dotazioni di sicurezza, Quo Vadis ha a disposizione due zattere per otto persone, mentre per le discese a terra c'è uno Zodiac di tre metri con motore Yamaha da sei cavalli. «La grande spinta e la mia felicità», dice l'armatore «è stata recuperare una barca che ha un'estetica che oggi non si trova più nelle moderne imbarcazioni, e che rappresenta una pagina della storia dello yachting». Le linee di quel tempo sono inimitabili. Quo Vadis ha uno stile sobrio e marinaro, senza ostentazione. Sono un appassionato del restauro: vivo in una casa del '400 e cerco di recuperare qualsiasi cosa, dalle barche alle auto. Per Quo Vadis non ho voluto badare a spese. È una barca che si merita le cure più attente». E se al momento il suo armatore ha intenzione di godere il risultato dei suoi sforzi, effettuando crociere familiari nel Mediterraneo (dopo il nuovo varo, l'imbarcazione ha navigato in Corsica, all'Elba e nelle acque toscane in genere), non nasconde la sua disponibilità a cederla, ma esclusivamente a un appassionato quanto lui delle barche classiche, che la ami e la mantenga nelle condizioni in cui lui stesso è risucito a portarla. E solo per un unico motivo: potersi dedicare a un nuovo progetto per riportare a nuova vita un altro pezzo di storia dello yachting. • Sopra, un'immagine che esalta il design tipico degli Anni 7o, un po' squadrato ma armonico. Nella pagina a fianco, da sinistra in senso orario: il ponte di coperta (si nota il divanetto per il relax durante le navigazioni); l'entrata della cabina del marinaio a prua; la postazione di comando interna. Sotto, una bitta riportata a lucido. quo vadis Cantiere Modello Anno Varo Materiale Lunghezza f.t. Larghezza Pescaggio Dislocamento Motorizzazione Serbatoio gasolio Serbatoio acqua Velocità max velocità crociera Cantieri Picchiotti Mistral 1970 legno 18 m 5,50 m 1,50 m ??? tonn. 2 Man x 650 hp Diesel 3.500 l 1.200 l 22 nodi 18 nodi 71