Berlusconi trattato come uno stupratore
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Berlusconi trattato come uno stupratore
CON IL PDL ANNO LXI N.112 Berlusconi trattato come uno stupratore Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Aggressioni e bandiere bruciate? Per i “resistenti” è sempre colpa di Berlusconi Francesco Signoretta La verità capovolta è offerta su un piatto dʼargento allʼopinione pubblica, perché ne faccia buon uso. Tutti sanno cosʼè accaduto a Brescia nel giorno della manifestazione di Berlusconi, tutti hanno visto lʼimmagine di quel militante con il volto insanguinato a causa dei pugni e dei calci presi dai cosiddetti “bravi ragazzi” dei centri sociali, tutti hanno potuto seguire lʼinaccettabile provocazione della sinistra nella piazza dove si è tenuto il comizio del Pdl e lʼistantanea della bandiera bruciata. Ma con un colpo di magia mediatica, la colpa non è di chi ha usato violenza costringendo le Forze dellʼordine a unʼaltra giornata difficile, bensì di Berlusconi. Non importa se, con le dovute differenze, torna lʼintolleranza dei gruppi estremi e si fanno passi indietro nel tempo (a Roma fu appiccato il fuoco al cinema Barberini per impedire il comizio di Giorgio Almirante). Nulla va lasciato al caso, non esiste la differenza tra violenza e violenza. E la condanna devʼessere netta. Cosa che però non sta accadendo, cʼè sempre la tendenza al tornaconto politico e alla demonizzazione, con paradossi incredibili. Emilio Del Bono, candidato sindaco del centrosinistra a Brescia, lʼunica cosa che riesce a dire è che lʼavversario, Paroli, deve «vergognarsi» per «aver partecipato a unʼiniziativa che ha portato tensione in città e nel Paese». In sostanza non sono stati i centri sociali ad appiccare lʼincendio, con provocazioni e aggressioni, ma il comizio di Berlusconi, causa di ogni male. E Nichi Vendola – tirato in ballo perché in piazza, tra i contestatori, sventolavano numerose le bandiere di Sel – usa le stesse argomentazioni: per lui il pro- WWW.SECOLODITALIA.IT d’Italia ➼ martedì 14/5/2013 Chiesti 6 anni per il Cavaliere: la stessa pena inflitta a pedofili e a stupratori REDAZIONE PAG.2 ➼ ➼ Giorgio Squinzi: «Ora affrontiamo i problemi veri dellʼeconomia reale» REDAZIONE PAG.3 ➼ ➼ Crisi, profondo rosso nel settore moda: gli italiani non rinnovano il guardaroba questʼanno e per gran parte del prossimo REDAZIONE PAG.3 ➼ blema era ed è soltanto Berlusconi, che «fa ripartire la campagna destabilizzante contro lʼindipendenza e lʼautonomia della magistratura» e così crea «una frattura dellʼordine democratico a cui è necessario rea- gire». Parole vecchie che sanno di anni Settanta e che – commenta Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl – così «giustificano le aggressioni di sabato a Brescia». Come quarantʼanni fa, chi non è allineato sulle posizioni ideologiche della sinistra non deve parlare ed è giusto che sia contestato. Lʼuso dei sassi e dei bastoni? Sono i soliti “compagni che sbagliano”. E che magari vanno pure giustificati e perdonati. Guido Liberati «I soldi dei finanziamenti ai parlamentari non sono gestiti da Beppe Grillo e non sono usati per finanziare il suo blog. Chi lo afferma sarà querelato a iniziare dal sito Diritto di Critica che ospita un articolo con questo titolo: ”La comunicazione 5 Stelle? La gestisce Grillo, soldi compresi. Metà dei finanziamenti ai gruppi parlamentari finirebbe nelle mani del comico genovese, che ne utilizzerebbe – direttamente o meno – una parte per finanziare il proprio blog”». Ad annunciarlo minacciosamente sul suo blog lo stesso Grillo. E pensare che il 9 aprile, sullo stesso blog interveniva accorato in nome della libertà dʼespressione: «In un paese civile, la libertà dʼinformazione e la buona informazione sono indici di democrazia – spiegava il guru dei pentastellati – Una delle modalità intimidatorie per mettere a tacere le voci scomode e le inchieste giornalistiche non allineate ai poteri politici, economici o religiosi di turno, è la querela, usata come strumento di pressione per scoraggiare il lavoro giornalistico disincentivando lo spirito critico che dovrebbe invece ispirare lʼattività del cronista». Trentaquattro giorni dopo il voltafaccia che lascia più di qualche interrogativo irrisolto. Perché il ricorso alle carte bollate quando basterebbe una smentita? Ma soprattutto, come mai il blogger genovese si è tramutato da paladino della libertà di stampa a querelatore seriale? Chi è più attento alla biografia del comico genovese, sa che predica bene e razzola malissimo. A luglio del 2012 non aveva mandato giù la ricerca di Marco Camisani Calzolari dello Iulm, secondo la quale il 54% dei follower su Twitter del comico sono falsi. La replica del comico? Insulti contro il ricercatore dellʼateneo milanese e minacce di querela. E quando invece gli è capitato di riceverle, nel 2007 dallʼallora Guardasigilli Clemente Mastella per la seguente frase: «La magistratura è stata fermata dalla politica. Una volta, nel 1992, con Falcone e Borsellino si usava il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia». In quel caso Grillo chiedeva di manifestare la solidarietà dei suoi seguaci sottoscrivendo la petizione «Sono anchʼio ammastellato». Altri tempi. Oggi le querele le annuncia lui, neanche fosse Mastella. Lʼultimo voltafaccia di Grillo: da paladino della libertà dʼespressione alle querele contro gli altri blogger Chiesti 6 anni per Berlusconi: la stessa pena inflitta a pedofili e a stupratori 2 Redazione Il pm Ilda Boccassini, al termine della requisitoria, ha chiesto 6 anni di reclusione per lʼex premier Silvio Berlusconi, imputato di concussione e prostituzione minorile nel processo Ruby. Secondo Nicolò Ghedini «è una richiesta molto alta, altissima se rapportata al fatto storico contestato». Cʼè da credere alla parola dellʼavvocato di Berlusconi? Vediamo la giustizia italiana in quali casi condanna a una pena di sei anni un imputato o a pene di entità simile. Proprio oggi la Corte dʼappello di Venezia ha confermato la condanna a 7 anni e 4 mesi di carcere per un colombiano di 28 anni accusato di una studentessa. Lʼepisodio avvenne il 24 ottobre 2011 nel sottopasso della stazione ferroviaria di Treviso. Lʼuomo era recidivo: aveva stuprato una conoscente della madre ed era stato condannato a sei anni e due mesi. Torniamo indietro nel tempo negli ultimi casi di cronaca più eclatanti: - Il 9 maggio il tribunale di Firenze ha condannato a sei anni e sei mesi un manovale con lʼaccusa di abusi sessuali su un bambino di dieci anni, figlio dei vicini. - Il 18 aprile un tribunale dellʼAquila ha condannato un 38enne di Pratola Peligna per abusi su alcuni ragazzini del paese. Lʼuomo dopo aver scelto la strada del processo abbreviato, è stato condannato a sei anni di reclusione e 10 mila euro di risarcimento nei confronti della parte civile. - Il 16 aprile il tribunale di Bologna ha condannato a sei anni un marocchino che a novembre aveva violentato una 22enne mentre andava al lavoro. Lʼaccusa ne aveva chiesti 4 e mezzo. - Il 28 marzo: sei anni di carcere per violenza carnale su minore. Questa la condanna emessa dal tribunale di Cassino nei confronti di un professionista di Sora accusato di aver abusato sessualmente di una bambina di nove anni. Per rimanere nei casi più famosi, nel processo per lʼassassinio di Sarah Scazzi, Michele Misseri è stato condannato a otto anni per sparizione di cadavere e furto del cellulare. Lʼagente di polizia Luigi Spaccarotella che lʼ11 novembre del 2007 sparò al tifoso della Lazio Gabriele Sandri è stato condannato a sei anni per omicidio colposo. Strage a Milano: è morto anche il giovane di 21 anni. Polemiche della Lega sulle aperture del ministro Kyenge Redazione La strage di Milano riapre il dibattito sull'immigrazione. Non ce l'ha fatta il giovane di 21 anni aggredito sabato mattina a colpi di piccone da un immigrato irregolare. Daniele Carella era uscito dalla sala operatoria dopo le 21 di sabato sera, con un bollettino medico estremamente critico: in coma, in pericolo di vita. I familiari speravano che potesse farcela, ma lunedì è arrivata la notizia: il ragazzo è in stato di morte cerebrale. Daniele è stata lʼultima vittima della follia omicida di Mada Kabobo, 31 anni, il ghanese che allʼalba di sabato si era scagliato con una furia cieca contro chiunque incontrasse sul suo cammino, nelle strade semideserte del quartiere Niguarda. Il giovane assalito alle spalle non è riuscito a difendersi, né a scappare ed è stato colpito quattro volte: alla testa, al fianco, al torace e alla spalla. Le sue condizioni erano apparse da subito gravissime. Kabobo, pochi minuti prima di aggredirlo, aveva ucciso Alessandro Carolè, 40 anni, e attaccato Ermanno Masini, pensionato di 64 anni di origini modenesi, preso a picconate in testa mentre stava portando a spasso il cane. L'uomo è finito al Policlinico in codice rosso e ora è ricoverato in coma. Mada Kabobo all'inizio aveva usato una spranga di ferro che ha causato, in altre due vittime, ferite nettamente meno gravi. Infatti Andrea Carfora, 24 anni, se la caverà con qualche giorno di prognosi. Così pure Francesco Niro, 50 anni. Una strage che ha subito scatenato polemiche. Nei giorni precedenti il ministro allʼIntegrazione Cècile Kyenge aveva proposto di abolire la legge BossiFini e approvare lo ius soli. Dopo la strage, tra i primi a intervenire è stato il segretario della Lega Lombarda Matteo Salvini, secondo il quale eventuali aperture parlamentari sul tema rappresentano un “cattivo segnale”. Subito dopo la Lega Nord ha corretto il tiro, rimettendo in agenda sul tavolo del governo lʼoffensiva sullʼimmigrazione, con la richiesta al ministro dell'Interno Angelino Alfano di pren- dere le distanze dalle politiche annunciate dal ministro dellʼIntegrazione. Poi Roberto Maroni, governatore della Lombardia ha chiarito: «Io non faccio alcun collegamento tra le proposte della ministra Kyenge e lʼincredibile episodio di Milano: quellʼimmigrato è un pazzo», aggiungendo però che «lʼimmigrazione è un tema che chi ha responsabilità di governo dovrebbe maneggiare con cura», perché «sarà un caso ma sono ripresi gli sbarchi a Lampedusa». Squinzi: «Ora affrontiamo i problemi veri dell'economia reale» Redazione «La situazione dell'economia reale è così grave che tutto il tempo passato a non affrontare i nodi veri è stato tempo perso». Giorgio Squinzi parlando a margine di un convegno al Politecnico di Milano ha insistito sulla necessità di affrontare la crisi del Paese in tempi brevi. L'auspicio del presidente di Confindustria è che «almeno nell'anno prossimo si tornino a vedere segnali positivi». Ma per il 2013 le aspettative non fanno ben sperare: «Noi pensavamo che nella seconda parte di quest'anno ci sarebbe stato un cambio di segno, ma adesso non è più così». È positivo, ha aggiunto, che gli Stati Uniti stiano ripartendo. Nel vecchio Continente, «ormai – ha sottolineato – il calo del Pil sta investendo tutta l'Europa nel suo complesso». Dal presidente degli industriali è arrivata anche un'apertura di credito nei confronti del governo su quanto potrà fare per l'eco- nomia: «Enrico Letta davanti al Parlamento nel discorso programmatico ha ripreso la maggior parte dei punti che noi avevamo sottolineato nel nostro progetto destinato a chiunque vincesse le elezioni e si trovasse a governare il Paese. Ci auguriamo che possa veramente tradurre in azione tutti questi punti». Poi, Squinzi ha toccato ancora una volta il tema dell'Imu e il suo parere sull'ipotesi di togliere l'imposta sui beni strumentali delle imprese è «molto positivo». «Anzi – ha puntualizzato – è logico e lapalissiano affermare che se vogliamo far ripartire il Paese bisogna far ripartire le imprese tenendone conto anche in termini di Imu». Squinzi, infine, ha parlato anche della fuga dei cervelli: «I nostri competitori increduli ringraziano del prezioso regalo. Se contiamo che un ricercatore è un investimento collettivo di circa 800mila euro in questi anni l'Italia ha regalato ai propri competitori grosso modo 3 cinque miliardi di euro». Secondo il presidente di Confindustria, «noi adulti siamo stati troppo indulgenti in tutti i campi con la mediocrità e il nepotismo e lo scivolamento progressivo del nostro Paese nelle classifiche mondiali di competitività è anche il frutto di questa eccessiva tolleranza». Quanto alle università «sono state via via sorpassate dai nuovi prota- gonisti asiatici e il doloroso esempio di questo arretramento è la diaspora dei ricercatori, dei migliori e dei più competitivi, che lasciano un Paese avaro che non sa trattenerli». Squinzi ha parlato di “emorragia continua” che comincia a diffondersi “anche tra gli studenti migliori” e il nostro Paese reagisce con “pericolosa miopia”. anche se non più a due cifre per il 2014, con una flessione in frenata all'8,5%. È un inizio d'anno tutto da dimenticare per il settore e le prospettive non sembrano essere migliori - rileva il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi - i consumi, soprattutto quelli del nostro comparto, sono fermi al palo. Il sentimento degli italiani, monitorato per Federazione Moda Italia da AstraRicer- che, risulta di grande sfiducia e i nostri operatori sono allo stremo delle forze. «Nuove tasse, come l'aumento dell'Iva sciaguratamente previsto a partire dal 1 luglio o il pagamento del conguaglio Tares a dicembre, unitamente all'Imu - tassa sulla quale il Presidente di Confcommercio e di Rete Imprese Italia, Carlo Sangalli, ha chiesto attenzione estendendo da subito l'esenzione anche agli immobili strumentali - al costo della burocrazia e all'inarrestabile pressione fiscale reale, ora quasi al 56%, non sono più tollerabili dagli imprenditori del nostro settore. Non possiamo attendere oltre. Occorre - prosegue Borghi - rilanciare i consumi e bisogna farlo ora, con una coraggiosa ma ineludibile spending review». Crisi, profondo rosso nel settore moda: gli italiani non rinnovano il guardaroba quest'anno e per gran parte del prossimo Redazione Ripartiranno ma solo nel 2014 e con il freno a mano tirato i consumi delle famiglie italiane. E per quanto riguarda abbigliamento e calzature bisognerà aspettare ancora molto, visto che quest'anno e il prossimo i consumi del settore moda continueranno a segnare “profondo rosso”. A fare i conti sulle spese delle famiglie è l'Osservatorio CartaSì sulla base dei dati sugli acquisti con carte di credito o debito internazionali. Dati che registrano inoltre un andamento negativo anche nei primi tre mesi del 2013, con un calo tendenziale dei consumi dall'11,2% a gennaio fino al crollo di -23% a marzo. Dalla ripresa dei consumi generali (nel 2014 +2,4% secondo le previsioni dell'Osservatorio Acquisti CartaSì, che vengono però messe in discussione dal Codacons, secondo cui l'anno prossimo gli italiani saranno ancora più poveri) vanno però esclusi abbigliamento, calzature, accessori, insomma tutto il segmento moda. Le famiglie non riapriranno insomma il portafogli per rinnovare il guardaroba nel corso del 2013, alla fine dell'anno il crollo sarà del 10,2% sull'anno scorso. Ancora segno meno, La spirale senza fine della violenza sulle donne: l'ultima vittima nel casertano, in ospedale per le percosse del convivente 4 Bianca Conte La cronaca ormai quotidiana della violenza contro le donne certifica un inquietante aumento del numero delle vittime di maltrattamenti e vessazioni, agguati punitivi, esecuzioni mortali. Un bollettino di guerra che si aggiorna di ora in ora e che sul campo lascia mogli indifese, giovani madri, bersagli viventi di un odio cieco e immotivato. L'ultimo caso, registrato la scorsa notte nel casertano, è quello di Rosaria Aprea, vent'anni, aggredita selvaggiamente dal compagno, Antonio Caliendo, ventisettenne di Casal di Principe, con cui la ragazza conviveva da un paio di anni e da cui ha avuto un bambino. Secondo quanto finora accertato dagli agenti della Squadra Mobile di Caserta, diretta dal vice questore Alessandro Tocco, l'uomo, già noto alle forze dell'ordine, avrebbe precedenti per lesioni personali, ingiuria, violenza privata e violazione di domicilio. Dopo il violento pestaggio della notte tra domenica e lunedì, ultimo atto di una serie di violenze domestiche e prevaricazioni psicologiche, Rosaria è tuttora in prognosi riservata al Trauma Center dell'ospedale civile di Caserta: le è stata asportata la milza, fortemente compromessa dalle percosse, mentre ieri mattina i chirurghi sono dovuti nuovamente intervenire per bloccare un'emorragia surrenalica prodotta sempre dai violenti calci. Ci vorranno altre Vittime della strada, i pedoni “over 65” sono i più colpiti Desiree Ragazzi Il quindici per cento di tutte le vittime della strada in Italia sono pedoni. Di questi ben il 62,5 per cento ha superato i 65 anni: 368 sui 589 che hanno perso la vita nel 2011. In pratica quasi trenta pedoni “over 65”, per l'esattezza 29,7, perdono la vita ogni milione di abitanti della stessa fascia d'età, che sono poco più di dodici milioni. Sono 221 invece i pedoni morti fra la rimanente popolazione: 4,7 pedoni deceduti ogni milione (e i milioni sono 47) di “under 65”. Sono i dati elaborati dall'Asaps, l'Associazione sostenitori della Polstrada, sulla base delle cifre Istat riferite al 2011. Nella fascia da zero a nove anni il rapporto è di 1,08 bambini morti ogni milione di abitanti della stessa età, si sale a 2,82 nella fascia da dieci a 19 anni, 3,47 da 20 a 29 anni, 3,35 da 30 a 39 anni, 3,86 da 40 a 49 anni, 6,73 da 50 a 59 anni, poi si “schizza” a 12,83 morti ogni milione di abitanti nella fascia d'età da 60 a 64 anni, per arrivare quindi a quasi trenta morti ogni milione di “over 65”. Per la fascia da 80 a 89 anni – con 167 pedoni morti su tre milioni e 117mila abitanti – si tocca il record: 53,56 vittime ogni milione-abitanti della fascia d'età. Tuttavia, ha spiegato il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni, «in altri Paesi non va meglio. In Svizzera, abituata ad essere la prima della classe, secondo un recente rapporto si contano come da noi trenta pedoni morti ogni milione di abitanti. Situazione ancora più drammatica in Austria, Portogallo e Spagna, dove i morti sono fra 35 e 45. L'Olanda e soprattutto la Svezia vantano invece una posizione esemplare: lì i pedoni uccisi su ogni milione di anziani sono meno della metà». I provvedimenti da adottare? Secondo gli svizzeri, ad esempio, la costruzione di isole spartitraffico centrali, mentre la ricerca internazionale consiglia di segnalare in modo più evidente la fine del diritto di precedenza ore per sciogliere ogni riserva sulle condizioni di salute della giovane, e un tempo infinito per dimenticare. Per capire il perché di una furia che aumenta esponenzialmente il numero di vittime e carnefici. Solo poche settimane fa, nella periferia della capitale, un marito ha freddato la ex moglie dopo averla inseguita e affiancata a bordo della sua Punto in strada, sparandole sei colpi di pistola dal finestrino, prima di tentare il suicidio. Nella stessa zona, giorni dopo, una trentenne di Dragona sarebbe stata uccisa a coltellate dal vicino, condannato per precedenti omicidi, con cui la ragazza un anno prima aveva avuto una relazione. E ancora, la punizione islamica del lancio dell'acido che ha sfigurato e messo in pericolo di vita un'avvocatessa a Pesaro, colpevole agli occhi dell'ex fidanzato, mandante dell'esecuzione, della fine della loro relazione. Solo venerdì scorso la notizia dell'agguato ad una ragazza vicentina, aggredita in casa da due uomini incappucciati, sicari agli ordini di chissà quale altro folle mandante. Un'escalation di violenza che sembra senza fine. per gli automobilisti, ad esempio con dei triangolini. L'Asaps a sua volta ha suggerito «una segnaletica stradale orizzontale (spesso invisibile per i visivamente normodotati), verticale e luminosa adeguata alle situazioni di più spiccato rischio». Serve inoltre una campagna informativa insieme alle associazioni degli anziani. Ma, ha aggiunto Biserni, «é necessario ricordarsi di un ingrediente sconosciuto nel nostro Paese: il rispetto per il pedone, specie se è anziano». È morto Luciano Lutring, il “solista del mitra”, protagonista della malavita negli anni '70 Redazione Luciano Lutring, il cosiddetto “solista del mitra” protagonista della malavita degli anni '70, è morto l'altra notte dopo essere caduto in coma. La notizia è annunciata da amici e familiari sul suo profilo Facebook. «Sono La Figlia Katiusha, con dolore al cuore annuncio che mio padre e venuto a mancare. Ringrazio tutti coloro che gli sono stati vicini sempre e lo hanno stimato». Questa la frase postata che dà l'annuncio della sua morte di Lutring, a cui hanno fatto seguito molti commenti di ammirazione e condoglianze. Lutring, 76 anni, viveva ad Arona, ed è morto intorno alle tre di notte. Dopo il carcere si era riabilitato ed era divenuto scrittore e apprezzato pittore. «È rimasto il solito Lutring fino all'ultimo: allegro, ottimista, sorridente. Anche se ormai aveva capito che era agli sgoccioli», è stata la testimonianza di Giorgio La Torre, suo amico. «Appena ne vengo fuori, mi diceva, andiamo a mangiare a Galliate e poi cerchiamo di vendere un paio di quadri. Era fatto così. Faccio ancora fatica a crederci, io come tutti coloro che gli sono rimasti accanto. Ci piace pensare che avesse sette vite, come i gatti». Luciano Lutring è stato assistito anche dall'ex moglie, Flora, e da una delle figlie. I funerali verranno celebrati a Massino Visconti, il paesino sulle montagne di Stresa. Cameron replica alle polemiche: «Uscire oggi dalla Ue sarebbe come gettare la spugna» Antonio Pannullo Prosegue il pressing sul premier David Cameron, e l'argomento è sempre lo stesso, la Ue. L'ultimo affondo è del Financial Times, che scrive: «La Gran Bretagna non ha bisogno dell'Europa perché per il Paese sono più i costi dei benefici all'interno del mercato unico», sostiene il commentatore Wolfgang Munchau, noto per le sue posizioni critiche nei confronti dell'Ue. «Per tutta l'Unione, il mercato unico è stato un non-evento macroeconomico. Il suo impatto sul Pil aggregato è statisticamente impercettibile», ha affermato Munchau. Nel suo intervento, il giornalista ha dato ragione a Nigel Lawson, ministro del Tesoro sotto Margaret Thatcher, e ad altri politici conservatori di primo piano che sostengono l'uscita del Regno Unito dall'Ue. «La Gran Bretagna - ha sottolineato Munchau - è una grande economia ma con una base industriale ridotta. Per un Paese così il fardello di regole del mercato unico supera i benefici». Cameron non ce l'ha fatta più e ha risposto dagli Stati Uniti che sarebbe come «gettare la spugna», uscire prima ancora di avviare quei negoziati con Bruxelles nel tentativo di modificare il rapporto di Londra con le istituzioni europee. Comunque, secondo il primo ministro britannico, «status quo nell'Ue oggi è inaccettabile e va cambiato». «Io voglio cambiarlo e una volta cambiato voglio porre ai cittadini britannici un semplice quesito, dentro o fuori», ha spiegato Cameron ribadendo con forza - in risposta al dibattito che infuria in patria sull'Europa - la sua posizione e la sua strategia che è quella di tentare di rinegoziare il rapporto con le istituzioni europee e quindi di porre la questione con un referendum. Tuttavia, «non ci sarà un referendum domani, ci sarà un referendum prima della fine del 2017», ha detto il premier, sottolineando che «tutto il partito conservatore era stato interpellato». Si riferisce al fatto che due ministri conservatori si sono pronunciati a favore dell'uscita dalla Ue. Cameron ha quindi mandato un messaggio all'ala euroscettica all'interno del partito Tory sollecitandola a concentrare le energie per vincere le elezioni fra due anni. città assistevano alla tradizionale parata musicale per la Festa della Mamma. Le immagini, di scarsa qualità, mostrano la folla che improvvisamente inizia a disperdersi correndo verso la parte alta dello schermo e in primo piano un uomo con una maglietta bianca e pantaloni scuri che corre nella direzione opposta. I motivi della sparato- ria non sono ancora chiari, come non è ancora chiaro se chi ha aperto il fuoco abbia mirato contro qualcuno in particolare o se abbia sparato a caso. Una portavoce dell'Fbi di New Orleans, Mary Beth Romig, ha tuttavia affermato che non ci sono indicazioni che si sia trattato di un atto di terrorismo. «È certamente un atto di violenza di strada», ha detto. Frattanto, la polizia sta visionando ogni possibile video registrato da telecamere fisse o dalle presone che erano alla parata, nella speranza che, come nel caso dell'attentato a Boston, possa portare all'identificazione dei sospetti - al momento si ritiene che siano tre - e allo stesso tempo ha offerto una ricompensa di 10 mila dollari a chi fornirà indicazioni utili per la loro cattura. Terrore per gli spari alla parata di New Orleans. Ma stavolta non è terrorismo, dice la polizia Giovanni Trotta Gli spari sulla parata di New Orleans non sarebbero un atto di terrorismo. Lo ha affermato un portavoce dell'Fbi, spiegando come l'accaduto sembrerebbe piuttosto un episodio di violenza di strada, legato forse a una guerra tra bande. «Questi fatti non rimarranno senza risposta. Qualcuno sa qualcosa. E il modo per fermare la violenza è parlare ed aiutare le indagini», è stato l'appello del sindaco di New Orleans, Mitch Landrieu. I feriti per adesso sono 19. La polizia di New Orleans ha intanto diffuso un video registrato da una telecamera di sorveglianza in cui si vede un possibile sospetto per la sparatoria in cui 19 persone, tra cui due bambini, sono rimaste ferite mentre in una zona vicino al centro della 5 Un'altra autobomba a Bengasi, parecchi morti. Anche la Libia verso il caos Redazione Torna a salire la tensione in Libia, mai del tutto pacificata dopo la "rivoluzione" contro Gheddafi. Un'autobomba è esplosa in un'area affollata fuori da un ospedale di Bengasi. Lo riferiscono testimoni. Prima fonti della sicurezza avevano parlato di una forte esplosione. l'attentato è avvenuto nel parcheggio dell'ospedale Al Jala. È di 15 morti e 30 feriti il bilancio dell'esplosione. Lo riferisce il vice-ministro dell'Interno libico: «Quindici persone sono morte e almeno trenta sono rimaste ferite nell'esplosione di un'autobomba vicino all'ospedale. Ma si tratta di un bilancio provvisorio». In precedenza due stazioni di polizia di Bengasi erano state attaccate stamane dopo l'attentato subito da altri due distretti nei giorniancora precedenti. Gli attacchi, e l'autobomba, sono un ulteriore segnale dell'instabilità che ormai regna a Bengasi. Le recenti violenze contro diplomatici, esercito e polizia includono anche l'attentato dell'11 settembre scorso nel quale morirono l'ambasciatore Usa, Chris Stevens, e altri tre cittadini americani. La situazione in Libia è talmente preoccupante che il gigante petrolifero British Petroleum ha ritirato dalla Libia parte del suo personale non essenziale, in seguito ad indicazioni in questo senso ricevute dal governo britannico e dovute alla fragilità della situazione nel Paese. La Bp parla di una misura precauzionale e spiega che continuerà a monitorare la situazione. Pochi giorni fa il Foreign Office aveva disposto il ritiro di parte dello staff dell'ambasciata britannica a Tripoli. Emilia, ricordati con una solenne cerimonia i ventitré Caduti di Cernaieto 6 Sicilia, il Pdl chiede di non distogliere i fondi destinati al commercio Redazione In centocinquanta hanno partecipato domenica alla commemorazione in ricordo dei ventitré Caduti di Cernaieto (Reggio Emilia). C'erano uomini e donne stanchi di essere considerati di serie B, persone che hanno voluto mandare un messaggio di pace. Alla nona manifestazione, promossa dal consigliere regionale del Pdl Fabio Filippi, è intervenuta la parlamentare Deborah Bergamini, presenti anche il vicesindaco del Comune di Casina, Silvano Domenichini, il nipote del martire don Pessina di Correggio, i parenti delle vittime. La celebrazione religiosa è stata officiata dal parroco di Pianzo e Canossa, don Vasco Rosselli. La Bergamini ha rimarcato lʼimportanza del ruolo delle istituzioni in questa fase della pacificazione e della riconciliazione inaugurata con il governo Letta. La parlamentare ha rimarcato la coerenza e il coraggio dei militi uccisi a Cernaieto, rimasti fedeli alla loro divisa e alla loro patria. Filippi ha ricordato il valore simbolico dellʼevento: «Siamo partiti nel 2006, eravamo in pochi ed intorno a noi cʼera molta diffidenza, da allora siamo sempre cresciuti, i timori sono venuti meno. Abbiamo rotto un tabù. Il processo di riconciliazione coinvolge sempre più italiani. Oggi possiamo dire che la croce di Cernaieto con la sua silenziosa testimonianza, grazie al cuore e alla volontà di molte persone, ha vinto la sua battaglia di pace. Anche la sinistra emiliana comprende lʼimportanza di voltare pagina, di fare realmente luce su quel tragico periodo della nostra storia. Chi non ha memoria non ha futuro. Bisogna ricordare il passato per evitare di ripetere gli errori commessi». Lʼavvocato Tadolini, assieme ai ragazzi del Centro Studi Italia, ha citato diversi fatti storici che hanno coinvolto il territorio reggiano e salutato uno ad uno i ventitré Caduti. Al termine della commemorazione sono stati raccolti fondi a sostegno della famiglia del brigadiere Giuseppe Giangrande, gravemente ferito mentre svolgeva il suo servizio davanti a Palazzo Chigi. Sono stati raccolti 242,80 euro che ora saranno inviati con bonifico bancario al fondo assistenziale previdenza dellʼArma dei carabinieri. Cappellacci presenta gli itinerari religiosi della Sardegna Redazione Il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e lʼassessore al Turismo Luigi Crisponi hanno partecipato a Galtellì (Nuoro) alla Giornata giubilare per i rappresentanti delle istituzioni regionali e statali e delle organizzazioni sociali, sindacali ed economiche. Lʼappuntamento, indetto dalla parrocchia del Santissimo Crocifisso, dal Comitato “Los Milagros del Cristo" e dal Comune del centro della Baronìa, già teatro del primo forum regionale “Cultura religiosa e turismo" dello scorso novembre (che aveva segnato lʼavvio al progetto regionale di valorizzazione del turismo religioso), si inserisce allʼinterno della celebrazioni per la conclusione dellʼanno giubilare, proclamato dal pontefice Benedetto XVI e decretato dal vescovo di Nuoro monsignor Mosé Marcìa, in occasione del 400° anniversario dei miracoli del Cristo di Galtellì. La Giornata giubilare è stata celebrata dallʼarcivescovo di Cagliari, monsignor Arrigo Miglio, con una processione dalla cattedrale di San Pietro sino alla chiesa del Santissimo Crocifisso, dove si è svolta la messa. «È stato un momento profondo di unione, solidarietà e speranza – ha affermato il presidente Cappellacci, alla guida di una Giunta di centrodestra - che raccoglie insieme idealmente tutte le comunità isolane attorno al Cristo di Galtellì, straordinario esempio di fede da valorizzare e far conoscere in tutto il mondo. Storia e cultura, fede e spiritualità costitui- scono la trama della nostra identità: la Sardegna custodisce un inestimabile patrimonio spirituale, materiale e immateriale, che viene custodito grazie allʼincessante attività della Chiesa e alla devozione dei fedeli, e che ora un efficace coordinamento della Regione sta valorizzando nellʼottica della promozione dei territori, sempre nellʼassoluto rispetto della sua valenza spirituale». I pellegrinaggi al Cristo di Galtellì (il cui valore taumaturgico è stato più volte riconosciuto dalla Chiesa) rientrano nel progetto regionale di valorizzazione del turismo religioso, e in particolare negli “Itinerari dello spirito della Sardegna», i primi due presentati poco più di un mese fa e selezionati per far parte dei programmi di promozione 2013 dellʼOpera romana pellegrinaggi. Entro la fine dellʼanno si intende rafforzare lʼofferta con altri itinerari e “cammini", in grado di interessare gran parte del territorio regionale. Redazione La Giunta siciliana, con decreto presidenziale del 17 aprile del 2013 in esecuzione della delibera del 3 aprile, ha deciso di utilizzare il fondo destinato al commercio per gli alluvionati di Messina. Il provvedimento riguarda somme di denaro non impegnate per oltre 50 milioni di euro, destinate appunto al commercio. Adesso invece questi soldi verranno erogati per l'alluvione che colpì Messina il 22 novembre 2011. Lo rende noto Salvino Caputo, parlamentare regionale del Pdl, che ha ricevuto risposta dall'assessorato alle Attività produttive in merito all'interrogazione con cui chiedeva alla Giunta di avviare gli atti deliberativi per sbloccare i fondi destinati al commercio. «Comprendo l'esigenza di fronteggiare le emergenze - dichiara Caputo - ma ritengo che sia una scelta sbagliata reperire i fondi togliendoli a quelli destinati a risollevare un settore che in questo ultimo periodo vive un momento drammatico. Servono provvedimenti urgenti per il rilancio dell'economia, mentre in questo modo non si fa altro che tamponare le emergenze sacrificando settori in crisi che invece dovrebbero essere rilanciati per favorire lo sviluppo economico e quello occupazionale. Il commercio - conlcude Caputo - vive una situazione drammatica e sono molti gli esercizi costretti a chiudere perchè fanno fatica a sopportare e superare la crisi. Non c'è dubbio che il governo regionale non ha una programmazione per il rilancio delle attività produttive, limitandosi a una politica di emergenza». Al via il Festival di Cannes: sulla croisette vecchie glorie e nuovi divi. In programma un omaggio a Jerry Lewis 7 Priscilla Del Ninno Polvere di stelle, di ieri, di oggi, di sempre, puntuali anche quest'anno inonderanno la croisette. È quasi un passaggio di testimone tra vecchie glorie e nuove star, quello che si celebrerà a latere dell'agone cinematografico alla prossima edizione del Festival di Cannes, che aprirà i battenti mercoledì 15 per chiudere le danze di celluloide il 26 maggio. E tra l'inaugurazione e le celebrazioni finali, tra omaggi e premiazioni, di scena i festeggiamenti di classici della settima arte: tra i tanti nel calendario della rassegna d'oltralpe, Vertigo di Alfred Hitchcock, cult movie la cui proiezione a Cannes sarà accompagnata dalla sua indimenticabile protagonista, Kim Novak, che per l'occasione presenzierà nelle vesti di madrina della mitica pellicola. Poi, tra padri nobili e illustri eredi, in una ideale linea di continuità che unisce circolarmente titoli vintage e nuovi successi, sulla passerella di Cannes sfileranno anche Robert Redford e Michale Douglas, accanto a Leonardo Di Caprio e Matt Damon. Commovente, infine, il tributo dedicato a Jerry Lewis, re della comicità a stelle e strisce che, soprattutto grazie al connubio artistico con il collega Dean Martin, ha firmato alcune delle pagine più significative della storia della commedia made in Usa. Attore dalla indiscussa vis comica che fuori dal set ha rivelato però, e in più occasioni, una personalità meno ilare, Lewis negli ultimi anni è stato spesso al centro di accese diatribe scatenate in nome del politically correct, più che sotto i riflettori per l'attribuzione di titoli e riconoscimenti, infrangendo i codici di una tradi- Trattativa Valtur in dirittura d'arrivo: lo storico marchio verso Orovacanze Valerio Gelsi Si va verso le parole "The End". Sarebbe stata finalmente chiusa la trattativa per la vendita dello storico marchio Valtur: l'acquirente, secondo indiscrezioni, sarebbe il gruppo Orovacanze, tour operator guidato da Franjo Ljuljdjuraj, che avrebbe avuto la meglio sull'altro possibile acquirente, il gruppo Uvet guidato da Luca Patané. La conferma ufficiale è attesa in queste ore. Nell'ottobre del 2011 il ministero dello Sviluppo Economico aveva ammesso Valtur alla procedura di amministrazione straordinaria ai sensi della Legge Marzano perché il gruppo, con circa 2500 dipendenti, era gravato da oltre 300 milioni di debiti (l'esposizione nei mesi successivi è ulteriormente aumentata). Con lo stesso provvedimento, inoltre, sono stati nominati i tre commissari straordinari che hanno guidato l'azienda fino a questi giorni: gli avvocati Stefano Coen, Daniele Discepolo e Andrea Gemma. Un primo bando di gara era andato deserto, questo è il secondo disciplinare. Fondatore del gruppo ed ex patron di Valtur era il siciliano Carmelo Patti, che è stato indagato dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo. Nonostante le vicende finanziarie, nell'ultimo anno e mezzo Valtur ha salvaguardato vendite e quote di mercato e ha chiuso le stagioni con cifre soddisfacenti. Il gruppo Orovacanze è stato fondato da Franjo Ljuljdjuraj nel 1996 ed opera sul mercato attraverso una serie di società collegate le quali rappresentano i diversi brand e che quindi si orientano a mercati ed esigenze specifiche: leisure, com- Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi zione commemorativa non scritta tributata in genere alla maturità artistica e anagrafica di mitiche stelle del cinema. Lontano dalle scene a causa di diversi problemi di salute, l'ultima interpretazione di Jerry Lewis risale al 1983, quando Martin Scorsese ritagliò su di lui il racconto al limite del biografico di Re per una notte, puntando i riflettori sul mondo edonista dello show business. Il film, guarda caso, fu presentato in concorso all'allora 36a edizione del Festival di Cannes. merciale, città d'arte, villaggistica, residenziale, con circa 3.000 camere per più di 9.000 posti letto. Attualmente il gruppo pubblica un proprio catalogo che viene distribuito presso 7.000 agenzie di viaggio. Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250