Berlusconi trattato come uno stupratore

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Berlusconi trattato come uno stupratore
CON IL PDL
ANNO LXI N.112
Berlusconi
trattato come
uno stupratore
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Aggressioni e bandiere
bruciate? Per i “resistenti”
è sempre colpa
di Berlusconi
Francesco Signoretta
La verità capovolta è offerta
su un piatto dʼargento allʼopinione pubblica, perché ne faccia buon uso. Tutti sanno
cosʼè accaduto a Brescia nel
giorno della manifestazione di
Berlusconi, tutti hanno visto
lʼimmagine di quel militante
con il volto insanguinato a
causa dei pugni e dei calci
presi dai cosiddetti “bravi ragazzi” dei centri sociali, tutti
hanno potuto seguire lʼinaccettabile provocazione della sinistra nella piazza dove si è
tenuto il comizio del Pdl e
lʼistantanea della bandiera
bruciata. Ma con un colpo di
magia mediatica, la colpa non
è di chi ha usato violenza costringendo le Forze dellʼordine
a unʼaltra giornata difficile,
bensì di Berlusconi. Non importa se, con le dovute differenze, torna lʼintolleranza dei
gruppi estremi e si fanno passi
indietro nel tempo (a Roma fu
appiccato il fuoco al cinema
Barberini per impedire il comizio di Giorgio Almirante). Nulla
va lasciato al caso, non esiste
la differenza tra violenza e violenza. E la condanna devʼessere netta. Cosa che però non
sta accadendo, cʼè sempre la
tendenza al tornaconto politico
e alla demonizzazione, con
paradossi incredibili. Emilio
Del Bono, candidato sindaco
del centrosinistra a Brescia,
lʼunica cosa che riesce a dire
è che lʼavversario, Paroli, deve
«vergognarsi» per «aver partecipato a unʼiniziativa che ha
portato tensione in città e nel
Paese». In sostanza non sono
stati i centri sociali ad appiccare lʼincendio, con provocazioni e aggressioni, ma il
comizio di Berlusconi, causa
di ogni male. E Nichi Vendola
– tirato in ballo perché in
piazza, tra i contestatori, sventolavano numerose le bandiere di Sel – usa le stesse
argomentazioni: per lui il pro-
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d’Italia
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martedì 14/5/2013
Chiesti 6 anni
per il Cavaliere: la stessa
pena inflitta a pedofili
e a stupratori
REDAZIONE PAG.2
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Giorgio Squinzi:
«Ora affrontiamo
i problemi veri
dellʼeconomia reale»
REDAZIONE PAG.3
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Crisi, profondo rosso nel settore
moda: gli italiani non rinnovano
il guardaroba questʼanno
e per gran parte del prossimo
REDAZIONE PAG.3
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blema era ed è soltanto Berlusconi, che «fa ripartire la campagna destabilizzante contro
lʼindipendenza e lʼautonomia
della magistratura» e così crea
«una frattura dellʼordine democratico a cui è necessario rea-
gire». Parole vecchie che sanno
di anni Settanta e che – commenta Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl – così
«giustificano le aggressioni di
sabato a Brescia». Come quarantʼanni fa, chi non è allineato
sulle posizioni ideologiche della
sinistra non deve parlare ed è
giusto che sia contestato. Lʼuso
dei sassi e dei bastoni? Sono i
soliti “compagni che sbagliano”.
E che magari vanno pure giustificati e perdonati.
Guido Liberati
«I soldi dei finanziamenti ai parlamentari non sono gestiti da
Beppe Grillo e non sono usati per
finanziare il suo blog. Chi lo afferma sarà querelato a iniziare dal
sito Diritto di Critica che ospita un
articolo con questo titolo: ”La comunicazione 5 Stelle? La gestisce
Grillo, soldi compresi. Metà dei finanziamenti ai gruppi parlamentari finirebbe nelle mani del
comico genovese, che ne utilizzerebbe – direttamente o meno –
una parte per finanziare il proprio
blog”». Ad annunciarlo minacciosamente sul suo blog lo stesso
Grillo. E pensare che il 9 aprile,
sullo stesso blog interveniva accorato in nome della libertà
dʼespressione: «In un paese civile, la libertà dʼinformazione e la
buona informazione sono indici di
democrazia – spiegava il guru dei
pentastellati – Una delle modalità
intimidatorie per mettere a tacere
le voci scomode e le inchieste
giornalistiche non allineate ai poteri politici, economici o religiosi di
turno, è la querela, usata come
strumento di pressione per scoraggiare il lavoro giornalistico disincentivando lo spirito critico che
dovrebbe invece ispirare lʼattività
del cronista». Trentaquattro giorni
dopo il voltafaccia che lascia più
di qualche interrogativo irrisolto.
Perché il ricorso alle carte bollate
quando basterebbe una smentita? Ma soprattutto, come mai il
blogger genovese si è tramutato
da paladino della libertà di stampa
a querelatore seriale? Chi è più
attento alla biografia del comico
genovese, sa che predica bene e
razzola malissimo. A luglio del
2012 non aveva mandato giù la ricerca di Marco Camisani Calzolari dello Iulm, secondo la quale il
54% dei follower su Twitter del comico sono falsi. La replica del comico? Insulti contro il ricercatore
dellʼateneo milanese e minacce
di querela. E quando invece gli è
capitato di riceverle, nel 2007 dallʼallora Guardasigilli Clemente
Mastella per la seguente frase:
«La magistratura è stata fermata
dalla politica. Una volta, nel 1992,
con Falcone e Borsellino si usava
il tritolo. Oggi interviene direttamente il ministro della Giustizia».
In quel caso Grillo chiedeva di
manifestare la solidarietà dei suoi
seguaci sottoscrivendo la petizione «Sono anchʼio ammastellato». Altri tempi. Oggi le querele
le annuncia lui, neanche fosse
Mastella.
Lʼultimo voltafaccia di Grillo: da paladino della libertà
dʼespressione alle querele contro gli altri blogger
Chiesti 6 anni per Berlusconi: la stessa
pena inflitta a pedofili e a stupratori
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Redazione
Il pm Ilda Boccassini, al termine della requisitoria, ha
chiesto 6 anni di reclusione
per lʼex premier Silvio Berlusconi, imputato di concussione e prostituzione minorile
nel processo Ruby. Secondo
Nicolò Ghedini «è una richiesta molto alta, altissima se
rapportata al fatto storico
contestato». Cʼè da credere
alla parola dellʼavvocato di
Berlusconi? Vediamo la giustizia italiana in quali casi
condanna a una pena di sei
anni un imputato o a pene di
entità simile. Proprio oggi la
Corte dʼappello di Venezia ha
confermato la condanna a 7
anni e 4 mesi di carcere per
un colombiano di 28 anni accusato di una studentessa.
Lʼepisodio avvenne il 24 ottobre 2011 nel sottopasso della
stazione ferroviaria di Treviso. Lʼuomo era recidivo:
aveva stuprato una conoscente della madre ed era
stato condannato a sei anni e
due mesi. Torniamo indietro
nel tempo negli ultimi casi di
cronaca più eclatanti:
- Il 9 maggio il tribunale di Firenze ha condannato a sei
anni e sei mesi un manovale
con lʼaccusa di abusi sessuali
su un bambino di dieci anni,
figlio dei vicini.
- Il 18 aprile un tribunale dellʼAquila ha condannato un
38enne di Pratola Peligna per
abusi su alcuni ragazzini del
paese. Lʼuomo dopo aver
scelto la strada del processo
abbreviato, è stato condannato a sei anni di reclusione e
10 mila euro di risarcimento
nei confronti della parte civile.
- Il 16 aprile il tribunale di Bologna ha condannato a sei
anni un marocchino che a novembre aveva violentato una
22enne mentre andava al lavoro. Lʼaccusa ne aveva chiesti 4 e mezzo.
- Il 28 marzo: sei anni di carcere per violenza carnale su
minore. Questa la condanna
emessa dal tribunale di Cassino nei confronti di un professionista di Sora accusato
di aver abusato sessualmente
di una bambina di nove anni.
Per rimanere nei casi più famosi, nel processo per lʼassassinio di Sarah Scazzi,
Michele Misseri è stato condannato a otto anni per sparizione di cadavere e furto del
cellulare. Lʼagente di polizia
Luigi Spaccarotella che lʼ11
novembre del 2007 sparò al
tifoso della Lazio Gabriele
Sandri è stato condannato a
sei anni per omicidio colposo.
Strage a Milano: è morto anche il giovane di 21 anni.
Polemiche della Lega sulle aperture del ministro Kyenge
Redazione
La strage di Milano riapre il dibattito sull'immigrazione. Non ce l'ha fatta il giovane di 21 anni aggredito sabato mattina
a colpi di piccone da un immigrato irregolare. Daniele Carella era uscito dalla
sala operatoria dopo le 21 di sabato sera,
con un bollettino medico estremamente
critico: in coma, in pericolo di vita. I familiari speravano che potesse farcela, ma
lunedì è arrivata la notizia: il ragazzo è in
stato di morte cerebrale. Daniele è stata
lʼultima vittima della follia omicida di
Mada Kabobo, 31 anni, il ghanese che allʼalba di sabato si era scagliato con una
furia cieca contro chiunque incontrasse
sul suo cammino, nelle strade semideserte del quartiere Niguarda. Il giovane
assalito alle spalle non è riuscito a difendersi, né a scappare ed è stato colpito
quattro volte: alla testa, al fianco, al torace e alla spalla. Le sue condizioni
erano apparse da subito gravissime. Kabobo, pochi minuti prima di aggredirlo,
aveva ucciso Alessandro Carolè, 40 anni,
e attaccato Ermanno Masini, pensionato
di 64 anni di origini modenesi, preso a
picconate in testa mentre stava portando
a spasso il cane. L'uomo è finito al Policlinico in codice rosso e ora è ricoverato
in coma. Mada Kabobo all'inizio aveva
usato una spranga di ferro che ha causato, in altre due vittime, ferite nettamente meno gravi. Infatti Andrea Carfora,
24 anni, se la caverà con qualche giorno
di prognosi. Così pure Francesco Niro,
50 anni. Una strage che ha subito scatenato polemiche. Nei giorni precedenti il
ministro allʼIntegrazione Cècile Kyenge
aveva proposto di abolire la legge BossiFini e approvare lo ius soli. Dopo la
strage, tra i primi a intervenire è stato il
segretario della Lega Lombarda Matteo
Salvini, secondo il quale eventuali aperture parlamentari sul tema rappresentano
un “cattivo segnale”. Subito dopo la Lega
Nord ha corretto il tiro, rimettendo in
agenda sul tavolo del governo lʼoffensiva
sullʼimmigrazione, con la richiesta al ministro dell'Interno Angelino Alfano di pren-
dere le distanze dalle politiche annunciate dal ministro dellʼIntegrazione. Poi
Roberto Maroni, governatore della Lombardia ha chiarito: «Io non faccio alcun
collegamento tra le proposte della ministra Kyenge e lʼincredibile episodio di Milano: quellʼimmigrato è un pazzo»,
aggiungendo però che «lʼimmigrazione è
un tema che chi ha responsabilità di governo dovrebbe maneggiare con cura»,
perché «sarà un caso ma sono ripresi gli
sbarchi a Lampedusa».
Squinzi: «Ora affrontiamo i problemi veri
dell'economia reale»
Redazione
«La situazione dell'economia reale è così grave che
tutto il tempo passato a non
affrontare i nodi veri è stato
tempo
perso».
Giorgio
Squinzi parlando a margine
di un convegno al Politecnico di Milano ha insistito
sulla necessità di affrontare
la crisi del Paese in tempi
brevi. L'auspicio del presidente di Confindustria è che
«almeno nell'anno prossimo
si tornino a vedere segnali
positivi». Ma per il 2013 le
aspettative non fanno ben
sperare: «Noi pensavamo
che nella seconda parte di
quest'anno ci sarebbe stato
un cambio di segno, ma
adesso non è più così». È
positivo, ha aggiunto, che gli
Stati Uniti stiano ripartendo.
Nel vecchio Continente,
«ormai – ha sottolineato – il
calo del Pil sta investendo
tutta l'Europa nel suo complesso». Dal presidente
degli industriali è arrivata
anche un'apertura di credito
nei confronti del governo su
quanto potrà fare per l'eco-
nomia: «Enrico Letta davanti
al Parlamento nel discorso
programmatico ha ripreso la
maggior parte dei punti che
noi avevamo sottolineato nel
nostro progetto destinato a
chiunque vincesse le elezioni e si trovasse a governare il Paese. Ci auguriamo
che possa veramente tradurre in azione tutti questi
punti». Poi, Squinzi ha toccato ancora una volta il tema
dell'Imu e il suo parere sull'ipotesi di togliere l'imposta
sui beni strumentali delle imprese è «molto positivo».
«Anzi – ha puntualizzato – è
logico e lapalissiano affermare che se vogliamo far ripartire il Paese bisogna far
ripartire le imprese tenendone conto anche in termini
di Imu». Squinzi, infine, ha
parlato anche della fuga dei
cervelli: «I nostri competitori
increduli ringraziano del prezioso regalo. Se contiamo
che un ricercatore è un investimento collettivo di circa
800mila euro in questi anni
l'Italia ha regalato ai propri
competitori grosso modo
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cinque miliardi di euro». Secondo il presidente di Confindustria, «noi adulti siamo
stati troppo indulgenti in tutti
i campi con la mediocrità e il
nepotismo e lo scivolamento
progressivo
del
nostro
Paese nelle classifiche mondiali di competitività è anche
il frutto di questa eccessiva
tolleranza». Quanto alle università «sono state via via
sorpassate dai nuovi prota-
gonisti asiatici e il doloroso
esempio di questo arretramento è la diaspora dei ricercatori, dei migliori e dei
più competitivi, che lasciano
un Paese avaro che non sa
trattenerli». Squinzi ha parlato di “emorragia continua”
che comincia a diffondersi
“anche tra gli studenti migliori” e il nostro Paese reagisce
con
“pericolosa
miopia”.
anche se non più a due cifre per
il 2014, con una flessione in frenata all'8,5%. È un inizio d'anno
tutto da dimenticare per il settore e le prospettive non sembrano essere migliori - rileva il
presidente di Federazione Moda
Italia-Confcommercio, Renato
Borghi - i consumi, soprattutto
quelli del nostro comparto, sono
fermi al palo. Il sentimento degli
italiani, monitorato per Federazione Moda Italia da AstraRicer-
che, risulta di grande sfiducia e
i nostri operatori sono allo
stremo delle forze. «Nuove
tasse, come l'aumento dell'Iva
sciaguratamente previsto a partire dal 1 luglio o il pagamento
del conguaglio Tares a dicembre, unitamente all'Imu - tassa
sulla quale il Presidente di Confcommercio e di Rete Imprese
Italia, Carlo Sangalli, ha chiesto
attenzione estendendo da subito l'esenzione anche agli immobili strumentali - al costo
della burocrazia e all'inarrestabile pressione fiscale reale, ora
quasi al 56%, non sono più tollerabili dagli imprenditori del nostro settore. Non possiamo
attendere oltre. Occorre - prosegue Borghi - rilanciare i consumi e bisogna farlo ora, con
una coraggiosa ma ineludibile
spending review».
Crisi, profondo rosso nel settore moda: gli italiani non rinnovano
il guardaroba quest'anno e per gran parte del prossimo
Redazione
Ripartiranno ma solo nel 2014 e
con il freno a mano tirato i consumi delle famiglie italiane. E
per quanto riguarda abbigliamento e calzature bisognerà
aspettare ancora molto, visto
che quest'anno e il prossimo i
consumi del settore moda continueranno a segnare “profondo
rosso”. A fare i conti sulle spese
delle famiglie è l'Osservatorio
CartaSì sulla base dei dati sugli
acquisti con carte di credito o
debito internazionali. Dati che
registrano inoltre un andamento
negativo anche nei primi tre
mesi del 2013, con un calo tendenziale dei consumi dall'11,2%
a gennaio fino al crollo di -23%
a marzo. Dalla ripresa dei consumi generali (nel 2014 +2,4%
secondo le previsioni dell'Osservatorio Acquisti CartaSì, che
vengono però messe in discussione dal Codacons, secondo
cui l'anno prossimo gli italiani
saranno ancora più poveri)
vanno però esclusi abbigliamento, calzature, accessori, insomma tutto il segmento moda.
Le famiglie non riapriranno insomma il portafogli per rinnovare il guardaroba nel corso del
2013, alla fine dell'anno il crollo
sarà del 10,2% sull'anno
scorso. Ancora segno meno,
La spirale senza fine della violenza sulle donne: l'ultima vittima
nel casertano, in ospedale per le percosse del convivente
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Bianca Conte
La cronaca ormai quotidiana della
violenza contro le donne certifica
un inquietante aumento del numero delle vittime di maltrattamenti e vessazioni, agguati
punitivi, esecuzioni mortali. Un
bollettino di guerra che si aggiorna
di ora in ora e che sul campo lascia mogli indifese, giovani madri,
bersagli viventi di un odio cieco e
immotivato. L'ultimo caso, registrato la scorsa notte nel casertano, è quello di Rosaria Aprea,
vent'anni, aggredita selvaggiamente dal compagno, Antonio Caliendo, ventisettenne di Casal di
Principe, con cui la ragazza conviveva da un paio di anni e da cui
ha avuto un bambino. Secondo
quanto finora accertato dagli
agenti della Squadra Mobile di
Caserta, diretta dal vice questore
Alessandro Tocco, l'uomo, già
noto alle forze dell'ordine, avrebbe
precedenti per lesioni personali,
ingiuria, violenza privata e violazione di domicilio. Dopo il violento
pestaggio della notte tra domenica e lunedì, ultimo atto di una
serie di violenze domestiche e
prevaricazioni psicologiche, Rosaria è tuttora in prognosi riservata
al
Trauma
Center
dell'ospedale civile di Caserta: le
è stata asportata la milza, fortemente compromessa dalle percosse, mentre ieri mattina i
chirurghi sono dovuti nuovamente
intervenire per bloccare un'emorragia surrenalica prodotta sempre
dai violenti calci. Ci vorranno altre
Vittime della strada, i pedoni
“over 65” sono i più colpiti
Desiree Ragazzi
Il quindici per cento di tutte le vittime
della strada in Italia sono pedoni. Di
questi ben il 62,5 per cento ha superato i 65 anni: 368 sui 589 che hanno
perso la vita nel 2011. In pratica quasi
trenta pedoni “over 65”, per l'esattezza
29,7, perdono la vita ogni milione di
abitanti della stessa fascia d'età, che
sono poco più di dodici milioni. Sono
221 invece i pedoni morti fra la rimanente popolazione: 4,7 pedoni deceduti ogni milione (e i milioni sono 47) di
“under 65”. Sono i dati elaborati dall'Asaps, l'Associazione sostenitori
della Polstrada, sulla base delle cifre
Istat riferite al 2011. Nella fascia da
zero a nove anni il rapporto è di 1,08
bambini morti ogni milione di abitanti
della stessa età, si sale a 2,82 nella fascia da dieci a 19 anni, 3,47 da 20 a
29 anni, 3,35 da 30 a 39 anni, 3,86 da
40 a 49 anni, 6,73 da 50 a 59 anni, poi
si “schizza” a 12,83 morti ogni milione
di abitanti nella fascia d'età da 60 a 64
anni, per arrivare quindi a quasi trenta
morti ogni milione di “over 65”. Per la
fascia da 80 a 89 anni – con 167 pedoni morti su tre milioni e 117mila abitanti – si tocca il record: 53,56 vittime
ogni milione-abitanti della fascia d'età.
Tuttavia, ha spiegato il presidente dell'Asaps, Giordano Biserni, «in altri
Paesi non va meglio. In Svizzera, abituata ad essere la prima della classe,
secondo un recente rapporto si contano come da noi trenta pedoni morti
ogni milione di abitanti. Situazione ancora più drammatica in Austria, Portogallo e Spagna, dove i morti sono fra
35 e 45. L'Olanda e soprattutto la Svezia vantano invece una posizione
esemplare: lì i pedoni uccisi su ogni
milione di anziani sono meno della
metà». I provvedimenti da adottare?
Secondo gli svizzeri, ad esempio, la
costruzione di isole spartitraffico centrali, mentre la ricerca internazionale
consiglia di segnalare in modo più evidente la fine del diritto di precedenza
ore per sciogliere ogni riserva
sulle condizioni di salute della giovane, e un tempo infinito per dimenticare. Per capire il perché di
una furia che aumenta esponenzialmente il numero di vittime e
carnefici. Solo poche settimane
fa, nella periferia della capitale, un
marito ha freddato la ex moglie
dopo averla inseguita e affiancata
a bordo della sua Punto in strada,
sparandole sei colpi di pistola dal
finestrino, prima di tentare il suicidio. Nella stessa zona, giorni
dopo, una trentenne di Dragona
sarebbe stata uccisa a coltellate
dal vicino, condannato per precedenti omicidi, con cui la ragazza
un anno prima aveva avuto una
relazione. E ancora, la punizione
islamica del lancio dell'acido che
ha sfigurato e messo in pericolo di
vita un'avvocatessa a Pesaro, colpevole agli occhi dell'ex fidanzato,
mandante dell'esecuzione, della
fine della loro relazione. Solo venerdì scorso la notizia dell'agguato ad una ragazza vicentina,
aggredita in casa da due uomini
incappucciati, sicari agli ordini di
chissà quale altro folle mandante.
Un'escalation di violenza che
sembra senza fine.
per gli automobilisti, ad esempio con
dei triangolini. L'Asaps a sua volta ha
suggerito «una segnaletica stradale
orizzontale (spesso invisibile per i visivamente normodotati), verticale e luminosa adeguata alle situazioni di più
spiccato rischio». Serve inoltre una
campagna informativa insieme alle
associazioni degli anziani. Ma, ha aggiunto Biserni, «é necessario ricordarsi di un ingrediente sconosciuto nel
nostro Paese: il rispetto per il pedone,
specie se è anziano».
È morto Luciano Lutring,
il “solista del mitra”,
protagonista della malavita
negli anni '70
Redazione
Luciano Lutring, il cosiddetto “solista del mitra” protagonista della malavita degli anni '70, è morto l'altra
notte dopo essere caduto in coma.
La notizia è annunciata da amici e
familiari sul suo profilo Facebook.
«Sono La Figlia Katiusha, con dolore al cuore annuncio che mio
padre e venuto a mancare. Ringrazio tutti coloro che gli sono stati vicini sempre e lo hanno stimato».
Questa la frase postata che dà l'annuncio della sua morte di Lutring, a
cui hanno fatto seguito molti commenti di ammirazione e condoglianze. Lutring, 76 anni, viveva ad
Arona, ed è morto intorno alle tre di
notte. Dopo il carcere si era riabilitato ed era divenuto scrittore e apprezzato pittore. «È rimasto il solito
Lutring fino all'ultimo: allegro, ottimista, sorridente. Anche se ormai
aveva capito che era agli sgoccioli»,
è stata la testimonianza di Giorgio
La Torre, suo amico. «Appena ne
vengo fuori, mi diceva, andiamo a
mangiare a Galliate e poi cerchiamo
di vendere un paio di quadri. Era
fatto così. Faccio ancora fatica a
crederci, io come tutti coloro che gli
sono rimasti accanto. Ci piace pensare che avesse sette vite, come i
gatti». Luciano Lutring è stato assistito anche dall'ex moglie, Flora, e
da una delle figlie. I funerali verranno celebrati a Massino Visconti,
il paesino sulle montagne di Stresa.
Cameron replica alle polemiche: «Uscire oggi
dalla Ue sarebbe come gettare la spugna»
Antonio Pannullo
Prosegue il pressing sul premier
David Cameron, e l'argomento è
sempre lo stesso, la Ue. L'ultimo
affondo è del Financial Times,
che scrive: «La Gran Bretagna
non ha bisogno dell'Europa perché per il Paese sono più i costi
dei benefici all'interno del mercato unico», sostiene il commentatore Wolfgang Munchau, noto
per le sue posizioni critiche nei
confronti dell'Ue. «Per tutta
l'Unione, il mercato unico è stato
un non-evento macroeconomico.
Il suo impatto sul Pil aggregato è
statisticamente impercettibile»,
ha affermato Munchau. Nel suo
intervento, il giornalista ha dato
ragione a Nigel Lawson, ministro
del Tesoro sotto Margaret Thatcher, e ad altri politici conservatori di primo piano che
sostengono l'uscita del Regno
Unito dall'Ue. «La Gran Bretagna
- ha sottolineato Munchau - è
una grande economia ma con
una base industriale ridotta. Per
un Paese così il fardello di regole
del mercato unico supera i benefici». Cameron non ce l'ha fatta
più e ha risposto dagli Stati Uniti
che sarebbe come «gettare la
spugna», uscire prima ancora di
avviare quei negoziati con Bruxelles nel tentativo di modificare il
rapporto di Londra con le istituzioni europee. Comunque, secondo
il
primo
ministro
britannico, «status quo nell'Ue
oggi è inaccettabile e va cambiato». «Io voglio cambiarlo e
una volta cambiato voglio porre
ai cittadini britannici un semplice
quesito, dentro o fuori», ha spiegato Cameron ribadendo con
forza - in risposta al dibattito che
infuria in patria sull'Europa - la
sua posizione e la sua strategia
che è quella di tentare di rinegoziare il rapporto con le istituzioni
europee e quindi di porre la questione con un referendum. Tuttavia, «non ci sarà un referendum
domani, ci sarà un referendum
prima della fine del 2017», ha
detto il premier, sottolineando
che «tutto il partito conservatore
era stato interpellato». Si riferisce
al fatto che due ministri conservatori si sono pronunciati a favore dell'uscita dalla Ue.
Cameron ha quindi mandato un
messaggio all'ala euroscettica all'interno del partito Tory sollecitandola a concentrare le energie
per vincere le elezioni fra due
anni.
città assistevano alla tradizionale parata musicale per la
Festa della Mamma. Le immagini, di scarsa qualità, mostrano
la folla che improvvisamente inizia a disperdersi correndo verso
la parte alta dello schermo e in
primo piano un uomo con una
maglietta bianca e pantaloni
scuri che corre nella direzione
opposta. I motivi della sparato-
ria non sono ancora chiari, come
non è ancora chiaro se chi ha
aperto il fuoco abbia mirato contro qualcuno in particolare o se
abbia sparato a caso. Una portavoce dell'Fbi di New Orleans,
Mary Beth Romig, ha tuttavia affermato che non ci sono indicazioni che si sia trattato di un atto
di terrorismo. «È certamente un
atto di violenza di strada», ha
detto. Frattanto, la polizia sta visionando ogni possibile video registrato da telecamere fisse o
dalle presone che erano alla parata, nella speranza che, come
nel caso dell'attentato a Boston,
possa portare all'identificazione
dei sospetti - al momento si ritiene che siano tre - e allo stesso
tempo ha offerto una ricompensa di 10 mila dollari a chi fornirà indicazioni utili per la loro
cattura.
Terrore per gli spari alla parata di New Orleans.
Ma stavolta non è terrorismo, dice la polizia
Giovanni Trotta
Gli spari sulla parata di New Orleans non sarebbero un atto di
terrorismo. Lo ha affermato un
portavoce dell'Fbi, spiegando
come l'accaduto sembrerebbe
piuttosto un episodio di violenza
di strada, legato forse a una
guerra tra bande. «Questi fatti
non rimarranno senza risposta.
Qualcuno sa qualcosa. E il
modo per fermare la violenza è
parlare ed aiutare le indagini», è
stato l'appello del sindaco di
New Orleans, Mitch Landrieu. I
feriti per adesso sono 19. La polizia di New Orleans ha intanto
diffuso un video registrato da
una telecamera di sorveglianza
in cui si vede un possibile sospetto per la sparatoria in cui 19
persone, tra cui due bambini,
sono rimaste ferite mentre in
una zona vicino al centro della
5
Un'altra autobomba a
Bengasi, parecchi morti.
Anche la Libia verso
il caos
Redazione
Torna a salire la tensione in Libia,
mai del tutto pacificata dopo la
"rivoluzione" contro Gheddafi.
Un'autobomba è esplosa in
un'area affollata fuori da un
ospedale di Bengasi. Lo riferiscono testimoni. Prima fonti della
sicurezza avevano parlato di una
forte esplosione. l'attentato è avvenuto nel parcheggio dell'ospedale Al Jala. È di 15 morti e 30
feriti il bilancio dell'esplosione. Lo
riferisce il vice-ministro dell'Interno libico: «Quindici persone
sono morte e almeno trenta sono
rimaste ferite nell'esplosione di
un'autobomba vicino all'ospedale. Ma si tratta di un bilancio
provvisorio». In precedenza due
stazioni di polizia di Bengasi
erano state attaccate stamane
dopo l'attentato subito da altri
due distretti nei giorniancora precedenti. Gli attacchi, e l'autobomba, sono un ulteriore
segnale dell'instabilità che ormai
regna a Bengasi. Le recenti violenze contro diplomatici, esercito
e polizia includono anche l'attentato dell'11 settembre scorso nel
quale morirono l'ambasciatore
Usa, Chris Stevens, e altri tre cittadini americani. La situazione in
Libia è talmente preoccupante
che il gigante petrolifero British
Petroleum ha ritirato dalla Libia
parte del suo personale non essenziale, in seguito ad indicazioni in questo senso ricevute dal
governo britannico e dovute alla
fragilità della situazione nel
Paese. La Bp parla di una misura precauzionale e spiega che
continuerà a monitorare la situazione. Pochi giorni fa il Foreign
Office aveva disposto il ritiro di
parte dello staff dell'ambasciata
britannica a Tripoli.
Emilia, ricordati con una solenne cerimonia
i ventitré Caduti di Cernaieto
6
Sicilia, il Pdl chiede
di non distogliere
i fondi destinati
al commercio
Redazione
In centocinquanta hanno partecipato domenica
alla commemorazione in ricordo dei ventitré Caduti di Cernaieto (Reggio Emilia). C'erano uomini e donne stanchi di essere considerati di
serie B, persone che hanno voluto mandare un
messaggio di pace. Alla nona manifestazione,
promossa dal consigliere regionale del Pdl
Fabio Filippi, è intervenuta la parlamentare Deborah Bergamini, presenti anche il vicesindaco
del Comune di Casina, Silvano Domenichini, il
nipote del martire don Pessina di Correggio, i
parenti delle vittime. La celebrazione religiosa è
stata officiata dal parroco di Pianzo e Canossa,
don Vasco Rosselli. La Bergamini ha rimarcato
lʼimportanza del ruolo delle istituzioni in questa
fase della pacificazione e della riconciliazione
inaugurata con il governo Letta. La parlamentare ha rimarcato la coerenza e il coraggio dei
militi uccisi a Cernaieto, rimasti fedeli alla loro
divisa e alla loro patria. Filippi ha ricordato il valore simbolico dellʼevento: «Siamo partiti nel
2006, eravamo in pochi ed intorno a noi cʼera
molta diffidenza, da allora siamo sempre cresciuti, i timori sono venuti meno. Abbiamo rotto
un tabù. Il processo di riconciliazione coinvolge
sempre più italiani. Oggi possiamo dire che la
croce di Cernaieto con la sua silenziosa testimonianza, grazie al cuore e alla volontà di molte
persone, ha vinto la sua battaglia di pace. Anche
la sinistra emiliana comprende lʼimportanza di
voltare pagina, di fare realmente luce su quel
tragico periodo della nostra storia. Chi non ha
memoria non ha futuro. Bisogna ricordare il passato per evitare di ripetere gli errori commessi».
Lʼavvocato Tadolini, assieme ai ragazzi del Centro Studi Italia, ha citato diversi fatti storici che
hanno coinvolto il territorio reggiano e salutato
uno ad uno i ventitré Caduti. Al termine della
commemorazione sono stati raccolti fondi a sostegno della famiglia del brigadiere Giuseppe
Giangrande, gravemente ferito mentre svolgeva
il suo servizio davanti a Palazzo Chigi. Sono
stati raccolti 242,80 euro che ora saranno inviati
con bonifico bancario al fondo assistenziale previdenza dellʼArma dei carabinieri.
Cappellacci presenta gli itinerari
religiosi della Sardegna
Redazione
Il presidente della Regione Sardegna Ugo Cappellacci e lʼassessore al Turismo Luigi Crisponi
hanno partecipato a Galtellì
(Nuoro) alla Giornata giubilare per
i rappresentanti delle istituzioni regionali e statali e delle organizzazioni sociali, sindacali ed
economiche. Lʼappuntamento, indetto dalla parrocchia del Santissimo Crocifisso, dal Comitato “Los
Milagros del Cristo" e dal Comune
del centro della Baronìa, già teatro del primo forum regionale “Cultura religiosa e turismo" dello
scorso novembre (che aveva segnato lʼavvio al progetto regionale
di valorizzazione del turismo religioso), si inserisce allʼinterno della
celebrazioni per la conclusione
dellʼanno giubilare, proclamato dal
pontefice Benedetto XVI e decretato dal vescovo di Nuoro monsignor Mosé Marcìa, in occasione
del 400° anniversario dei miracoli
del Cristo di Galtellì. La Giornata
giubilare è stata celebrata dallʼarcivescovo di Cagliari, monsignor
Arrigo Miglio, con una processione dalla cattedrale di San Pietro sino alla chiesa del Santissimo
Crocifisso, dove si è svolta la
messa. «È stato un momento profondo di unione, solidarietà e speranza – ha affermato il presidente
Cappellacci, alla guida di una
Giunta di centrodestra - che raccoglie insieme idealmente tutte le
comunità isolane attorno al Cristo
di Galtellì, straordinario esempio
di fede da valorizzare e far conoscere in tutto il mondo. Storia e
cultura, fede e spiritualità costitui-
scono la trama della nostra identità: la Sardegna custodisce un
inestimabile patrimonio spirituale,
materiale e immateriale, che viene
custodito grazie allʼincessante attività della Chiesa e alla devozione
dei fedeli, e che ora un efficace
coordinamento della Regione sta
valorizzando nellʼottica della promozione dei territori, sempre nellʼassoluto rispetto della sua
valenza spirituale». I pellegrinaggi
al Cristo di Galtellì (il cui valore
taumaturgico è stato più volte riconosciuto dalla Chiesa) rientrano
nel progetto regionale di valorizzazione del turismo religioso, e in
particolare negli “Itinerari dello spirito della Sardegna», i primi due
presentati poco più di un mese fa
e selezionati per far parte dei programmi di promozione 2013 dellʼOpera romana pellegrinaggi.
Entro la fine dellʼanno si intende
rafforzare lʼofferta con altri itinerari
e “cammini", in grado di interessare gran parte del territorio regionale.
Redazione
La Giunta siciliana, con decreto presidenziale del 17
aprile del 2013 in esecuzione
della delibera del 3 aprile, ha
deciso di utilizzare il fondo
destinato al commercio per gli
alluvionati di Messina. Il provvedimento riguarda somme di
denaro non impegnate per
oltre 50 milioni di euro, destinate appunto al commercio.
Adesso invece questi soldi
verranno erogati per l'alluvione che colpì Messina il 22
novembre 2011. Lo rende
noto Salvino Caputo, parlamentare regionale del Pdl,
che ha ricevuto risposta dall'assessorato alle Attività produttive
in
merito
all'interrogazione con cui
chiedeva alla Giunta di avviare gli atti deliberativi per
sbloccare i fondi destinati al
commercio.
«Comprendo
l'esigenza di fronteggiare le
emergenze - dichiara Caputo
- ma ritengo che sia una
scelta sbagliata reperire i
fondi togliendoli a quelli destinati a risollevare un settore
che in questo ultimo periodo
vive un momento drammatico. Servono provvedimenti
urgenti per il rilancio dell'economia, mentre in questo
modo non si fa altro che tamponare le emergenze sacrificando settori in crisi che
invece dovrebbero essere rilanciati per favorire lo sviluppo economico e quello
occupazionale. Il commercio
- conlcude Caputo - vive una
situazione drammatica e
sono molti gli esercizi costretti a chiudere perchè
fanno fatica a sopportare e
superare la crisi. Non c'è dubbio che il governo regionale
non ha una programmazione
per il rilancio delle attività produttive, limitandosi a una politica di emergenza».
Al via il Festival di Cannes: sulla croisette vecchie glorie
e nuovi divi. In programma un omaggio a Jerry Lewis
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Priscilla Del Ninno
Polvere di stelle, di ieri, di oggi, di sempre, puntuali anche quest'anno inonderanno la croisette. È quasi un passaggio
di testimone tra vecchie glorie e nuove
star, quello che si celebrerà a latere dell'agone cinematografico alla prossima
edizione del Festival di Cannes, che
aprirà i battenti mercoledì 15 per chiudere le danze di celluloide il 26 maggio.
E tra l'inaugurazione e le celebrazioni finali, tra omaggi e premiazioni, di scena
i festeggiamenti di classici della settima
arte: tra i tanti nel calendario della rassegna d'oltralpe, Vertigo di Alfred Hitchcock, cult movie la cui proiezione a
Cannes sarà accompagnata dalla sua
indimenticabile
protagonista,
Kim
Novak, che per l'occasione presenzierà
nelle vesti di madrina della mitica pellicola. Poi, tra padri nobili e illustri eredi,
in una ideale linea di continuità che unisce circolarmente titoli vintage e nuovi
successi, sulla passerella di Cannes sfileranno anche Robert Redford e Michale Douglas, accanto a Leonardo Di
Caprio e Matt Damon. Commovente, infine, il tributo dedicato a Jerry Lewis, re
della comicità a stelle e strisce che, soprattutto grazie al connubio artistico con
il collega Dean Martin, ha firmato alcune
delle pagine più significative della storia
della commedia made in Usa. Attore
dalla indiscussa vis comica che fuori dal
set ha rivelato però, e in più occasioni,
una personalità meno ilare, Lewis negli
ultimi anni è stato spesso al centro di
accese diatribe scatenate in nome del
politically correct, più che sotto i riflettori
per l'attribuzione di titoli e riconoscimenti, infrangendo i codici di una tradi-
Trattativa Valtur in dirittura d'arrivo:
lo storico marchio verso Orovacanze
Valerio Gelsi
Si va verso le parole "The End".
Sarebbe stata finalmente
chiusa la trattativa per la vendita dello storico marchio Valtur: l'acquirente, secondo
indiscrezioni, sarebbe il gruppo
Orovacanze, tour operator guidato da Franjo Ljuljdjuraj, che
avrebbe avuto la meglio sull'altro possibile acquirente, il
gruppo Uvet guidato da Luca
Patané. La conferma ufficiale è
attesa in queste ore. Nell'ottobre del 2011 il ministero dello
Sviluppo Economico aveva ammesso Valtur alla procedura di
amministrazione straordinaria
ai sensi della Legge Marzano
perché il gruppo, con circa
2500 dipendenti, era gravato da
oltre 300 milioni di debiti
(l'esposizione nei mesi successivi è ulteriormente aumentata).
Con lo stesso provvedimento,
inoltre, sono stati nominati i tre
commissari straordinari che
hanno guidato l'azienda fino a
questi giorni: gli avvocati Stefano Coen, Daniele Discepolo e
Andrea Gemma. Un primo
bando di gara era andato deserto, questo è il secondo disciplinare. Fondatore del gruppo
ed ex patron di Valtur era il siciliano Carmelo Patti, che è stato
indagato dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo. Nonostante le vicende finanziarie,
nell'ultimo anno e mezzo Valtur
ha salvaguardato vendite e
quote di mercato e ha chiuso le
stagioni con cifre soddisfacenti.
Il gruppo Orovacanze è stato
fondato da Franjo Ljuljdjuraj nel
1996 ed opera sul mercato attraverso una serie di società
collegate le quali rappresentano i diversi brand e che quindi
si orientano a mercati ed esigenze specifiche: leisure, com-
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Mario Landolfi
Ugo Lisi
zione commemorativa non scritta tributata in genere alla maturità artistica e
anagrafica di mitiche stelle del cinema.
Lontano dalle scene a causa di diversi
problemi di salute, l'ultima interpretazione di Jerry Lewis risale al 1983,
quando Martin Scorsese ritagliò su di lui
il racconto al limite del biografico di Re
per una notte, puntando i riflettori sul
mondo edonista dello show business. Il
film, guarda caso, fu presentato in concorso all'allora 36a edizione del Festival
di Cannes.
merciale, città d'arte, villaggistica, residenziale, con circa
3.000 camere per più di 9.000
posti letto. Attualmente il gruppo
pubblica un proprio catalogo
che viene distribuito presso
7.000 agenzie di viaggio.
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7 agosto 1990 n. 250