Benessere 30KB Oct 17 2016 06:47:50 PM
Transcript
Benessere 30KB Oct 17 2016 06:47:50 PM
ALIMENTI E INDICE GLICEMICO Controllare l’iperglicemia per prevenire obesità e diabete Una corretta alimentazione dipende da noi, da cosa scegliamo di mangiare e uno dei criteri di scelta degli alimenti è l’indice glicemico (IG). L’IG è la velocità con cui i carboidrati presenti nel cibo vengono digeriti ed entrano nel circolo sanguigno stimolando l’insulina. Tale velocità varia molto da pietanza a pietanza ed ha importanti ripercussioni su salute e metabolismo. Maggiore è l’indice glicemico, più sono acuti i picchi di insulina. Colazione, pranzo, cena, spuntini e break sono tutte occasioni in cui scegliere cosa mangiare, prestando attenzione ai singoli IG, cioè alla velocità con cui innalzano i livelli di zucchero nel sangue. Ricordiamo che i valori di glicemia normali a digiuno sono compresi tra 84 e 100 mg/dl. Oltre a scegliere quali alimenti mangiare, si può abbassare l’IG con l’abbinamento corretto dei cibi. L’obiettivo è di riconsiderare il rapporto con lo zucchero per tenere sotto controllo la glicemia e prevenire, evitandone gli sbalzi, il diabete e il sovrappeso. Non è solo una questione di linea - anche se nelle diete ipocaloriche non si tiene più solamente conto delle calorie, ma anche dell’ IG degli alimenti. È soprattutto una questione di salute perché sovrappeso, obesità, diabete a loro volta portano a problematiche cardiovascolari, ictus, infarto e demenze con costi sociali altissimi. Alimenti a basso IG, inferiore a 40, sono la maggior parte dei vegetali; gli alimenti integrali sono in media tra 40 e 50; mentre zucchero, sciroppo di glucosio, maltodestrine hanno valori superiori a 50. Così come pasta, riso e le farine bianche raffinate. I carboidrati non vanno esclusi dall’alimentazione, devono rimanere una parte essenziale perché sono il nostro carburante, ma non tutti i carboidrati sono uguali. Si suddividono in semplici e complessi e quest’ultimi da preferire. Tra gli zuccheri semplici ci sono glucosio e fruttosio: non è un problema se assunto con la frutta, può diventarlo quando utilizzato come dolcificante. Una molecola di fruttosio e una di glucosio formano il saccarosio, ovvero lo zucchero da cucina, il quale è responsabile dei picchi di insulina, perché in grado di innalzare velocemente la glicemia. Tra i carboidrati complessi troviamo l’amido, presente nei cereali (frumento, riso, mais), e le fibre, di cui sono ricche i vegetali e gli alimenti integrali. Possiamo rendere più lenta l’assimilazione degli zuccheri, ridurre l’impennata della glicemia e l’immediato intervento dell’insulina, se assieme agli zuccheri assumiamo fibre, proteine e grassi. Abbassiamo l’IG della marmellata se la spalmiamo su pane integrale, rallentiamo l’assorbimento del fruttosio della frutta se la mangiamo con formaggio o yogurt. Un filo d’olio fa lo stesso con verdura e pasta e lo stesso effetto lo otteniamo abbinando le verdure alla pasta. OCCHIO ALLE ETICHETTE Per evitare di assumere troppi zuccheri - consapevolmente o meno – è importante selezionare gli alimenti al momento dell’acquisto, leggendo attentamente le etichette. Prodotti industriali, pronti e confezionati spesso sono addizionati di zucchero per correggere il sapore e renderli più vendibili. Anche alimenti che nulla hanno a che fare con i dolci, come il ketchup o l’aceto balsamico, contengono zucchero. Alcuni alimenti possono essere poi dolcificati con succo d’uva o di mela, estratto di malto, sciroppo di mais o di riso. L’indicazione “a basso contenuto di zuccheri” se rispetta il regolamento dell’Unione europea significa che il prodotto non contiene più di 5 grammi per 100 di prodotto. “Senza zucchero” significa invece che non contiene saccarosio, ma può contenere altro a scopo dolcificante. Salvo frodi alimentare, per altro non rare, la dicitura “senza zuccheri aggiunti” dovrebbe garantire l’assenza degli zuccheri semplici, succo di mela o d’uva compresi. L’altra dicitura cui prestare attenzione è “carboidrati di cui zuccheri” che sta ad indicare sul totale dei carboidrati presenti nell’alimento quanti sono zuccheri semplici. A volte gli alimenti vengono addizionati con gli edulcoranti, ingredienti poco costosi il cui uso prolungato è ancora oggetto di studio e di cui non si conoscono tutti gli effetti collaterali. Spesso si individuano in etichetta sotto mentite spoglie: E950 (acesulfame K), E954 (saccarina), E951 (aspartame), E952 (ciclamato). Il miele, benché ricco di zuccheri semplici, consente un buon apporto di minerali e non favorisce la fermentazione intestinale favorita dallo zucchero. L’uso moderato è consentito, l’indice glicemico varia da 50 a 95. Dipende dalla varietà. In conclusione per ridurre l’assunzione di zucchero e ridurre i picchi di insulina conviene scegliere prodotti non raffinati ma integrali, evitare bevande dolcificate, associare ad alimenti ricchi di carboidrati proteine e una quota di grassi (meglio se insaturi), abituare il palato a sapori meno dolci, svolgere attività fisica perché i muscoli consumano glucosio evitando che l’eccesso si trasformi in grasso. Un piacevole effetto collaterale di queste abitudini alimentari sarà la riduzione del peso: non assumere zuccheri in eccesso consente di non accumularli e di smaltire le riserve immagazzinate in precedenza. Patrizia Mantoessi, farmacista a Monza