Comunicato stampa Kartell 21 marzo 2014
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Comunicato stampa Kartell 21 marzo 2014
Kartell. The Culture of Plastics In mostra a San Marino 60 oggetti dagli archivi del Museo Kartell Kartell, azienda leader del design italiano da oltre 60 anni, porta a San Marino presso il Palazzo Sums una selezione di oggetti storici dal suo museo di impresa di Noviglio, MI. La mostra resterà in esposizione fino al 18 maggio 2014. Noviglio, 21 Marzo 2014 – Kartell ha il piacere di annunciare una fruttuosa collaborazione con la Fondazione Cassa di Risparmio Sums, DARCH/Istituto Sammarinese per la Diffusione dell’Architettura e con il cliente Pianeta Luce&Indesign Srl che ha consentito di dare vita ad una mostra intitolata “Kartell. The Culture of Plastics”: un’esposizione di prodotti storici dagli archivi del Museo Kartell al Palazzo Sums di San Marino. L’iniziativa è stata anche patrocinata dalle Segreterie di Stato di San Marino (Segreteria di Stato industria, artigianato e Commercio; Segreteria di Stato Istruzione e Cultura; Segreteria di Stato lavoro; Segreteria di Stato territorio e ambiente e Segreteria di Stato turismo). La mostra “Kartell. The Culture of Plastics” racconta la storia di Kartell attraverso l'esposizione degli oggetti più emblematici realizzati dall'azienda dagli anni '50 ad oggi, si sviluppa su 300 mq nel Palazzo Sums, con curatela di Elisa Storace, Museo Kartell e allestimento dell’Arch. Ferruccio Laviani e resterà aperta al pubblico fino al 18 maggio prossimo. Gli oltre 60 casalinghi, mobili, e complementi d'arredo selezionati per l'esposizione hanno in diversi modi segnato il modo di abitare italiano e sono divenuti oggetti d'affezione che hanno fatto parte della storia personale di molti di noi. Dai primi casalinghi in materiale plastico che entrano nelle nostre case negli anni '50 offrendo miglioramenti sostanziali non solo ai lavori domestici; passando per i complementi dalle forme morbide degli anni '60, declinati in soluzioni modulari e dinamiche; attraversando i bisogni e le mode degli anni '70 ed '80 che ispirano forme in bilico tra estetica e funzionalità; fino ad arrivare ai mobili trasparenti di oggi nei quali la plastica sembra un cristallo prezioso. La storia produttiva dell'azienda inevitabilmente si intreccia con la ricerca dei diversi materiali impiegati e con l'evoluzione delle tecnologie utilizzate per la realizzazione degli oggetti che devono poter essere utili, resistenti, belli e rispondere ad economie ben definite. Stampaggio rotazionale, stampaggio a iniezione, polipropilene, polietilene, policarbonato...tecnologie e materie delle quali Kartell segue e segna le evoluzioni fin dagli anni '50 e che impara a conoscere ed utilizzare nel campo dell'arredamento meglio di chiunque altro al mondo, tanto da vedere i suoi oggetti inclusi nelle collezioni permanenti di oltre 50 musei di arti decorative, primi fra tutti il MoMA di New York ed il Centre Pompidou di Parigi. Negli anni, con Kartell hanno lavorato oltre 50 designer italiani e stranieri, giovani o affermati maestri che hanno contribuito a creare il paesaggio domestico di oggi con ricerche stilistiche e formali sempre nuove. Tra loro: Gino Colombini, Achille e Piergiacomo Castiglioni, Marco Zanuso, Anna Castelli Ferrieri, Olaf Von Bohr, Giotto Stoppino, Gae Aulenti, Alberto Meda, Ferruccio Laviani, Antonio Citterio, Philippe Starck, Piero Lissoni, Mario Bellini, Patrick Jouin, Patricia Urquiola, Tokujin Yoshioka. “Kartell. The Culture of Plastics” è anche il titolo del volume edito da Taschen nel 2012 che ripercorre questa storia attraverso testi critici di curatori e storici eccellenti ed attraverso le immagini conservate negli archivi del Museo Kartell. Per maggiori informazioni Ufficio stampa Kartell - Gabriella De Biase/Chiara Saini Tel. 02 900 12 277/285 [email protected] - [email protected] Informazioni sulla mostra: The Culture of Plastics In mostra 60 oggetti dagli archivi del Museo Kartell Conferenza stampa Mercoledì 19 marzo, alle ore 11,30 Segue visita guidata e light lunch Inaugurazione al pubblico, su invito Mercoledì 19 Marzo ore 18.00 Apertura al pubblico dal 20/03/2014 al 18/05/2014 Ingresso del biglietto € 5,00 Visite guidate su prenotazione per informazioni: T 0549-992515 Museo Kartell Il Museo Kartell, fondato da Claudio Luti (Presidente dell’azienda) nel 1999 per celebrare i cinquant’anni della Kartell, è il custode e il narratore di uno dei più ricchi e affascinanti capitoli della storia del design italiano, quello di una realtà unica, artefice dello straordinario connubio tra plastica e design, animata dal costante impegno rivolto alla “sfida tecnologica” che è l’elemento caratterizzante di tutti gli oggetti in mostra al Museo. Il progetto dell’allestimento, dell’Arch.Ferruccio Laviani, comprende autoaccessori, casalinghi, lampade, articoli per laboratorio, mobili e complementi d’arredo e si sviluppa su una superficie di 2500 mq all’interno dello stabilimento Kartell progettato da Anna Castelli Ferrieri ed Ignazio Gardella. Il percorso espositivo offre al pubblico più diversificato l’opportunità di una lettura immediata di oltre 1000 oggetti-icona che dal 1949 ai giorni nostri fanno parte del paesaggio quotidiano. Attraverso le visite guidate, le ricerche, le pubblicazioni, l’organizzazione di mostre internazionali ed attraverso le sue straordinarie Collezioni, i ricchissimi archivi dei documenti, delle fotografie e dei disegni a disposizione di studiosi e ricercatori, il Museo Kartell opera per diffondere la cultura del design presso il pubblico. Vincitore del premio Guggenheim come miglior museo d'impresa, custode di oltre 3800 prodotti, 15.000 fotografie, 5000 disegni e con un percorso espositivo di 2500 mq e 1000 oggetti, il Museo Kartell racconta lo stupefacente connubio tra plastica e design dal 1949 ad oggi. “Questo museo, tra i più straordinari, è un'ode al design, un’ode alla plastica e un’ode alla storia del design italiano”. Paola Antonelli, 1999 "La forza del Museo Kartell è la forza dell’azienda. Il museo mostra le scelte che ha adottato e gli investimenti che ha fatto. La mostra e l’allestimento stesso, riflettono un continuo e serio impegno di ricerca e sperimentazione. In un momento in cui tanti archivi stanno andando perduti o scartati, Kartell è un modello da seguire". Dejan Sudjic, 2007 Kartell spa Kartell, fondata nel 1949 da Giulio Castelli con l’intento di “produrre oggetti che avessero caratteristiche innovative, intese come applicazione di nuove tecnologie produttive, rivolte all’economia del materiale e all’efficienza del processo”, avvia la sua attività con la produzione di autoaccessori, casalinghi, apparecchi d’illuminazione e articoli da laboratorio e, con l’apertura del Settore Habitat nel 1963, di mobili e complementi d’arredo. Sin dalle origini Kartell si avvale di un approccio del tutto innovativo per la progettazione dei propri articoli basato sulla ricerca tecnologica e sul design, essenziali per affrontare “il progetto delle materie plastiche” che a differenza dei materiali naturali, si presentano prive di un’identità visibile prima della lavorazione. Nel 1988, alla soglia dei settant’anni, Giulio Castelli passa il timone Claudio Luti che acquisisce Kartell. Rivedendo il catalogo nel rispetto del Dna Kartell, Claudio Luti concentra la sua strategia sul prodotto, portando avanti una ricerca sul progetto basata sulla qualità, privilegiando la percezione tattile e sonora delle superfici ed avvalendosi della collaborazione di designer come Philippe Starck, Vico Magistretti e Antonio Citterio. Casalinghi I pezzi più esemplificativi del Design Kartell degli anni cinquanta sono i casalinghi di Gino Colombini, responsabile in quegli anni dell’ufficio tecnico Kartell, che trova la “giusta forma” per i nuovissimi materiali e crea oggetti capaci di unire l’utile al bello e di contribuire al cambiamento del paesaggio domestico in atto. Con l’intento di “portare la plastica in casa” Kartell inizia, nel 1953, la produzione di secchi e bagnetti in polietilene per arrivare a prodotti di notevole spessore culturale, come l’alzaimmondizie con manico in polistirolo antiurto, ora esposto in molti musei del mondo, che rimpiazza l’utensile con paletta in metallo e manico in legno, o lo spremilimoni KS1481, la cui forma viene presa a modello per gli spremiagrumi realizzati negli anni successivi dai produttori di elettrodomestici. Verso la metà degli anni settanta, con il consolidamento della divisione dedicata all’ arredamento ed il diffondersi degli elettrodomestici tuttofare, Kartell decide di abbandonare poco a poco il Settore Casalinghi e di svoltare verso l’oggettistica. La linea Kartell in tavola, realizzata da Anna Castelli Ferrieri, Centrokappa e Franco Raggi, rappresenta infatti l’ultima produzione di casalinghi e si compone di stoviglie e recipienti alimentari in materiali trasparenti e colori accesi, studiati per poter essere gradevoli in tavola e funzionali in frigorifero, anticipando l’esigenza di abolire la distinzione tra l’ambiente cucina, inteso come luogo di servizio, e l’ambiente sala da pranzo, inteso come luogo dove essere serviti. Illuminazione Nel 1958 nasce il Settore Illuminazione. Inizialmente con la produzione di lampade che sfruttano il brevetto inglese Rotaflex ed in seguito con quelle della Linea KD realizzate secondo i procedimenti industriali di stamapaggio ad iniezione in materia plastica, Kartell sviluppa nuove brillanti soluzioni funzionali e ambientali per l’illuminazione domestica. La lampada 4006 di Achille e Piergiacomo Castiglioni, esemplare per la sua semplicità formale, è la prima sospensione realizzata; con le sue caratteristiche di leggerezza ed infrangibilità, la 4006 apre la strada ad una produzione che dura vent’anni, dal 1958 al 1981 e che vede il coinvolgimento di maestri come Giotto Stoppino, Marco Zanuso e Joe Colombo. A partire dal 2002, con le nuove sospensioni Easy e FL/Y di Ferruccio Laviani e con le successive lampade da tavolo Take e Bourgie che dimostrano la straordinaria capacità dell’azienda di soddisfare le più ardite ambizioni estetiche basandosi un patrimonio di conoscenze tecnologiche acquisito in quasi sessant’anni di produzione, Kartell si impone nuovamente nel settore. Spremilimoni “KS1481”, Gino Colombini, 1957 - Alzaimmondizie con manico “KS1068”, Gino Colombini, 1957 Lampada da tavolo “4027”, Joe Colombo, 1967 - Lampada “Bourgie“ – F. Laviani, 2004 Divisione Labware L’apertura del settore dedicato agli articoli per laboratorio di Kartell avviene nel 1958, quando l’azienda ha già raggiunto un’approfondita conoscenza delle materie plastiche, riconosciuta anche dai numerosi premi ottenuti per la qualità dei suoi prodotti. I materiali plastici, per le loro caratteristiche di infrangibilità e resistenza si prestano bene agli articoli per laboratorio e rappresentano un salto di qualità rispetto ai materiali tradizionali come il vetro, la ceramica e il legno. Le prime esperienze consistono nel realizzare in materiale plastico, in polistirolo e in polietilene, note apparecchiature fino ad allora presenti sul mercato in vetro, come becker, cilindri e imbuti. L’importante contributo che Kartell dà al settore è legato sia all’utilizzo dei nuovi materiali plastici, sia al design dei prodotti che vengono proposti con modifiche molto significative anche a livello funzionale: già nel ‘59 Gino Colombini dà un importante contributo progettuale re-inventando uno degli oggetti più comuni: il portaprovette. Verso la fine degli anni settanta, ormai affermata nel settore degli articoli per laboratorio, la Kartell si afferma nel campo delle apparecchiature per le analisi (di cui sono di notevole interesse l’apparecchio asciugavetreria e l’ asciugatore elettromagnetico) e nel mercato dei prodotti monouso, dove forma e caratteristiche sono strettamente legate ad un uso molto specialistico e necessitano di interventi progettuali altamente sofisticati. Ancora oggi la Divisione Labware Kartell, basandosi sull’utilizzo delle tecnologie più sofisticate, progetta e realizza articoli con i più elevati standard qualitativi. Catalogo Labware, 1958 - Portaprovette, Gino Colombini, 1958 Arredamento Premiata da cinque Compassi dal Design Award Interplast di plastica nel 1963. Nel corso degli anni sessanta, particolare, Kartell consolida avvalendosi del contributo di Colombo. d’Oro, dalle Medaglie della dodicesima e tredicesima Triennale e Londra, la Kartell avvia la produzione di prodotti d’arredamento in con l’affermazione internazionale del design italiano e milanese in la propria identità esplorando la versatilità dei materiali ed designer esterni come Giotto Stoppino, Marco Zanuso e Joe Nel 1964, la notissima sedia per bambini 4999 disegnata da Marco Zanuso e Richard Sapper è la prima sedia al mondo in plastica; combinabile, smontabile, facilmente pulibile e dalla forma morbida e semiavvolgente, ottiene un grandissimo successo. Pur interpretando una tipologia tradizionale, la seduta sovrapponibile 4867- Universale di Joe Colombo del 1968 trova una risposta formale all’uso di un materiale e di una tecnologia nuovissimi: prodotta da un unico stampo è la prima seduta al mondo interamente in ABS stampata ad iniezione ed è ancora oggi uno dei prodotti più rappresentativi del design italiano. Alla fine del decennio Kartell produce oggetti d’arredo sorprendenti come i mobili componibili che, seguiti dalle fioriere, sono nuove tipologie d’arredo inventate da Anna Castelli Ferrieri per rispondere ai diversi comportamenti che si stanno diffondendo nei modi di abitare. Gli anni settanta sono caratterizzati da una nuova attenzione all’ambiente di lavoro e a quello dei servizi collettivi. Le tecnologie dei materiali espansi sono per la prima volta utilizzate per la realizzazione della serie sedia, tavolino e poltrona di Gae Aulenti, che esprime forme libere e “plastiche” e del sistema Outline di Anna Castelli Ferrieri, che precorre l’esigenza di un modo do vivere svelto e informale. Nel 1979, con l’applicazione della sofisticata tecnologia di stampaggio del poliuretano strutturale che consente l’annegamento di inserti metallici nel materiale plastico, la serie Sgabelli di Anna Castelli Ferrieri, risolve brillantemente i problemi derivanti dalle forti sollecitazioni strutturali che fino ad allora avevano reso impossibile la produzione di sgabelli alti in materiale plastico. Ancora del 1979 è il Sistema Scuola disegnato da Centrokappa, un sistema di elementi di arredo allo stesso tempo didattici e di gioco composto da sedute, panche e tavoli corredati da una serie di accessori, da comporre e scomporre tramite grandi viti e un cacciavite-gioco. Negli anni ottanta, con la direzione artistica di Anna Castelli Ferrieri, i mobili Kartell conciliano la logica industriale e l’approccio “high technology” con le suggestioni del post modernismo; nascono prodotti di come il tavolo 4300, il primo tavolo di dimensioni consistenti interamente stampato ad iniezione, e la sedia 4870 impilabile all’infinito. Nel 1988, la sedia Dr. Glob di Philippe Starck è il primo prodotto al mondo ad avere spessori importanti, angoli vivi e colorazioni inedite ed anticipa i temi che saranno dominanti negli anni successivi. Negli anni novanta il materiale plastico viene accostato ad altri materiali come l’alluminio, il ferro e il legno, le superfici divengono opache, con touch particolari e gamme cromatiche molto estese, come nel caso della serie Mauna-Kea di Vico Magistretti, proposta in 160 varianti cromatiche con un’ operazione di produzione che permette ordinare e ricevere la merce in una settimana. Kartell arricchisce ulteriormente la collezione grazie al contributo di diversi designer di provenienza internazionale e nascono prodotti eccezionali, come la libreria Bookworm di Ron Arad e il carrello Battista di Antonio Citterio e Oliver Loew. Negli anni 2000 è protagonista la trasparenza, a partire dalla sedia in policarbonato trasparente La Marie di Philippe Starck del 1999 che rivoluziona decisamente l’uso della superficie plastica adottato fino ad allora; Kartell diventa la prima azienda a realizzare superfici trasparenti verniciate e la prima ad utilizzare la tecnologia a stampaggio rotazionale che consente di ottenere, per la prima volta nel settore design, un divano interamente in plastica, il Bubble Club di Philippe Starck. Seggiolina per bambini “K4999”, Marco Zanuso, Richard Sapper, 1964 - Sedia “4867”, Joe Colombo, 1968 - Sistema scuola, Centrokappa, 1979 Comunicazione Fin dagli esordi Kartell partecipa al dibattito culturale sui temi dell’industrial design: nel 1956 nasce Qualità il primo house organ del settore, che tratta i temi del design e dei materiali plastici e la cui veste grafica è affidata a Michele Provinciali. Negli anni settanta viene intrapresa l’attività editoriale con la pubblicazione di Kartellnews e della rivista Modo diretta da Alessandro Mendini e nasce il Centrokappa, una società del gruppo fondata da Valerio Castelli che, oltre a coordinare l’immagine Kartell, contribuisce, attraverso l’organizzazione nella sala d’esposizione, ora parte del Museo, di eventi culturali sui temi del design, a promuovere il design italiano nel mondo. Ancora nel 1972, invitata dal MoMA di New York, Kartell partecipa alla mostra Italy: The New Domestic Landscape con la produzione di tre prototipi di proposte abitative d’avanguardia disegnati da Gae Aulenti, Ettore Sottsass, e Marco Zanuso e con più oggetti di produzione che vengono inseriti nella collezione permanente del museo; aver posto tutto l’impegno nella ricerca in campo scientifico e nella conquista sofisticati know-how per la realizzazione di prodotti che privilegiano la qualità alla quantità si rivela una scelta vincente. Negli anni ’80, allo scopo di raggiungere un pubblico con nuovi contenuti culturali, Kartell incrementa il marketing e la comunicazione ed attraverso la mostra Kartell 1949 – 1983. Progetti per il presente, inizia un’approfondita ricerca sulla propria storia. Nel 1999 viene istituito il Museo Kartell e le sue collezioni vengono richieste dai più importanti musei del mondo, a partire dal Centre Pompidou di Parigi che realizza, nel 2000, la mostra monografica La Donation Kartell. Nel 2007, si è deciso, per mantenere vivo lo spirito di contemporaneità del Museo, di ampliarlo, aggiungendo alle sedici sale già presenti tre nuove sale dedicate alla produzione degli ultimi anni, dal 2000 ad oggi. Fondazione Museo Kartell Sede in Noviglio Via delle Industrie 3 Costituita in data 23 dicembre 1998 Riconosciuta dalla Regione Lombardia Schema giuridico: Fondazione di Partecipazione Fondatori: Kartell spa Presidente: Claudio Luti Segretario Generale: Lorenza Luti Consiglieri: Claudio Coppetti, Elisa Storace Scopi: La Fondazione si propone di diffondere presso il pubblico la conoscenza del design industriale e dei processi estetici e produttivi ad esso collegati. A tale fine la Fondazione intende porsi quale Museo di Impresa, istituzione culturale permanente ed aperta al pubblico, procedendo alla conservazione, catalogazione ed esposizione dei beni mobili costituenti il patrimonio e la fisionomia culturale/aziendale della Kartell spa anche in una logica di interrelazione culturale ed operativa con gli altri organismi agenti nel settore e le istituzioni culturali nazionali e internazionali. La Fondazione intende altresì approfondire, sotto ogni aspetto, i legami intercorrenti tra le materie e le forme di oggetti di uso quotidiano che costituiscono una testimonianza significativa della civiltà umana e dell'ambiente in cui essa si è sviluppata in un contesto di riscoperta e promozione della valenza culturale del prodotto industriale. Organi: Tra gli organi della Fondazione è prevista la costituzione di un Advisory Board, organo consultivo e di garanzia, composto di persone italiane e straniere particolarmente qualificate nelle materie di interesse della Fondazione. Tale organo svolgerà attività di consulenza e collaborazione nella definizione dei programmi e delle attività della Fondazione. E' prevista inoltre la costituzione di una Assemblea di Partecipazione che formula pareri consultivi e proposte sulle attività, programmi ed obiettivi della Fondazione, già delineati ovvero da individuarsi. Curatore Museo Kartell: Elisa Storace