N° 22 - Tracce d`Eternità

Transcript

N° 22 - Tracce d`Eternità
NON SOLO ZOMBIE E BASTA
MIRKO GIACCHETTI
Anno V
22
Tracce
La rivista elettronica del mistero
d’eternità
ARCHEOLOGIA
BOSNIACA
FABIO GARUTI
Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può
pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi
e immagini è necessario contattare i rispettivi autori.
LA STATUA DELLA LIBERTÀ
ARCHETIPO LUCIFERINO PER ECCELLENZA
RICERCA E ANALISI SIMBOLICA
ROBERTO BOMMARITO
VIAGGIO IN
TURCHIA
NOEMI STEFANI
ABDUCTION MILITARI
E TECNOLOGIA VRS
CRISTOFORO BARBATO
LE FIRME: GIORGIO GIORDANO, ROBERTO BOMMARITO, MIRKO GIACCHETTI, MARIA BENEDETTA ERRIGO, MAURIZIO MARTINELLI,
ROBERTO LA PAGLIA, CRISTOFORO BARBATO, ANTONELLA BECCARIA, ALESSANDRO DEMONTIS, FABIO MARINO, FABIO GARUTI,
NOEMI STEFANI, SIMONE BARCELLI, GIANLUCA RAMPINI
CONTENUTI
ARTICOLI
PAG. 24 LA MALEDIZIONE DEI FILM DI TOD BROWNING DI MARIA BENEDETTA ERRIGO
PAG. 29 LE SACERDOTESSE DI BABILONIA DI ALESSANDRO DEMONTIS
PAG. 34 ARCHEOLOGIA BOSNIACA DI FABIO GARUTI
PAG. 41 NON SOLO ZOMBIE E BASTA DI MIRKO GIACCHETTI
PAG. 43 LA STATUA DELLA LIBERTA’ ARCHETIPO LUCIFERINO PER ECCELLENZA DI ROBERTO BOMMARIT0
PAG. 48 ABDUCTION MILITARI E TECNOLOGIA VRS DI CRISTOFORO BARBATO
PAG. 56 UNA SINGOLARE SEPOLTURA DI SIMONE BARCELLI
PAG. 69 TERRA, LE RIVELAZIONI DI HARRY POTTER E DMITRIJ MEDVEDEV DI MAURIZIO MARTINELLI
PAG. 84 IL DRAGO E IL LOTO BIANCO DI ROBERTO LA PAGLIA
PAG. 88 SAMANTHA SMITH (TRADUZIONE DI ALESSANDRO LATTANZIO – SITOAURORA)
Chimera
RUBRICHE
PAG. 3 NOTE A MARGINE DI GIANLUCA RAMPINI
PAG. 5 POLVERE DI SIMONE BARCELLI
PAG. 8 LUCI DALL’OLTREVERSO DI FABIO MARINO
PAG. 17 PALEO STORIE DI GIORGIO GIORDANO
PAG. 20 XAARAN DI ANTONELLA BECCARIA
PAG. 38 ALMANACCO DEL CREPUSCOLO (REDAZIONE NERO CAFE’)
PAG. 55 NON PRENDIAMOCI SUL SERIO… (REDAZIONALE)
PAG. 59 LIFE AFTER LIFE DI NOEMI STEFANI
PAG. 61 CONFESSO, HO VIAGGIATO DI NOEMI STEFANI
APPUNTAMENTO
IN PRIMAVERA
QUESTA RIVISTA TELEMATICA, IN
FORMATO PDF, NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA, INFATTI
NON HA ALCUNA PERIODICITÀ.
NON PUÒ PERTANTO CONSIDERARSI UN PRODOTTO EDITORIALE, AI SENSI DELLA LEGGE N.
62/2001. VIENE FORNITA IN DOWNLOAD GRATUITO SOLAMENTE AGLI UTENTI REGISTRATI DEL
PORTALE E UNA COPIA È INVIATA AGLI AUTORI E AI COLLABORATORI. PER L’EVENTUALE UTILIZZO DI TESTI E IMMAGINI È
NECESSARIO CONTATTARE I RISPETTIVI AUTORI.
Progetto grafico e impaginazione
a cura di Simone Barcelli.
Revisione testi a cura della redazione.
REDAZIONE
Gianluca Rampini [email protected]
Simone Barcelli [email protected]
Fabio Marino [email protected]
Traduzioni
Sabrina Pasqualetto [email protected]
Anna Florio [email protected]
Antonio Nicolosi [email protected]
Germana Maciocci [email protected]
Carla Masolo [email protected]
LEGGI TRACCE D'ETERNITÀ IN
EDICOLA, SULLE PAGINE DEL
MENSILE XTIMES, EDITO
DA XPUBLISHING
2
NOTE A MARGINE
DI GIANLUCA RAMPINI
EMPATIA ROBOTICA
Recentemente ho letto un articolo su un argomento che mi
sento di riportarvi.
In sostanza analizzava
l’opportunità di conferire dei
“diritti” ai robot.
Detta così sembra una sciocchezza da film di fantascienza,
ma se avrete un attimo di pazienza capirete perché la cosa
mi abbia colpito.
Innanzitutto questa discussione è sorta grazie a dei veri e
propri esperimenti, chiamiamoli sociali, realizzati da una
ricercatrice del MIT, Kate
Darling.
Quindi non pizza e fichi.
Nel primo di questi esperimenti la ricercatrice consegnò
ai partecipanti un robot giocattolo a forma di cucciolo di
dinosauro, che imitava principalmente la sua caratteristica
di essere indifeso, di non saper camminare, insomma di
dipendere dall’aiuto di chi lo
accudiva.
Dopo circa un’ora di questa
attività la Darling ha tirato fuori coltelli e strumenti vari con i
quali ha chiesto alle persone
di infierire sul piccolo dinosauro robot, fino a distruggerlo.
L’obbiettivo era rilevare quanta difficoltà le persone incontrassero nel fare questo.
Provate a immaginarlo, mettetevi nei loro panni per un atti-
3
mo. Razionalità ed empatia
entrano immediatamente in
conflitto.
E in effetti i risultati sono stati
molti più sorprendenti di
quanto aspettato.
L’impossibilità di infierire sul
giocattolo ha avuto ampiamente il sopravvento.
Un esperimento simile era
quello di guardare un video in
cui lo stesso dinosauro veniva
maltrattato, messo in un sacchetto e sbattuto sul muro.
Anche in questo caso le emozioni rilevate sono state assai
più forti di quanto non si potesse immaginare.
E ci sono situazioni “di vita” in
cui questo genere di empatia si
manifesta.
Ci sono ad esempio i soldati
che onorano, premiano e persino celebrano funerali ai robot
anti-mine usati in battaglia.
Ci sono persone che danno nomi ai vari bot autonomi per le
pulizie di casa, eccetera.
Chiaro che non soffriremmo
mai a vedere maltrattato un
tostapane ma la rapida evoluzione dei robot potrebbe complicare questo assunto.
Proviamo a fare degli esempi,
forse eccessivi ma chiarificatori. Andiamo per gradi.
Sarebbe accettabile che un
bambino guardi il proprio padre seviziare un giocattolo di
questi più evoluti, mi viene in
mente il Furby? Non so per voi,
ma la mia risposta non è così
facile da trovare, o per lo meno
tende a non andare nel senso
della razionalità.
Aumentiamo il livello.
Se venissero creati dei robot a
forma di bambino, realistici
nella forma e nella reazione,
sarebbe accettabile che i pedofili li usassero per i loro scopi?
Immaginate cosa potrebbero
fare certe persone con robot
realistiche riproduzioni di animali vari.
Detto tutto questo, son certo
che a qualcuno verrebbe in
mente che tali comportamenti
sarebbero “inumani”.
Che cioè il nostro essere umani
dovrebbe sotto intendere un
rapporto empatico anche nei
confronti di oggetti inanimati,
o forse che più semplicemente
la violenza non è propria di tutti gli esseri umani.
Che nonostante si dica che gli
uomini sono naturalmente violenti non sia vero, che tale impressione forse deriva da un
successivo condizionamento.
4
Secondario è secondo me, per
ora, se poi i robot siano o no
titolati a ricevere “diritti” alla
stregua degli esseri viventi.
Ma è un aspetto che prima o
poi dovrà essere affrontato, come lo è stato in tanta narrativa
scientifica, pensiamo ad Asimov.
Soprattutto perché, almeno al
momento, non vi è freno alcuno nella ricerca sulla intelligenza artificiale.
Non che freno ci debba essere,
ma consapevolezza sì.
Sono situazioni ancora apparentemente lontane ma che
secondo me richiedono di essere trattate già adesso, perché
prima o poi ci arriveremo, di
questo sono certo.
Quindi per concludere, buon
Natale a tutti i nostri collaboratori e a tutti i pazienti lettori, e
per quanto un po’ inquietante,
spero questa riflessione lasci
un po’ di speranza nel cuore di
tutti noi.
POLVERE
DI SIMONE BARCELLI
“The Olmecs America's First Civilization” è un testo edito per la
prima volta in Inghilterra da
Thames and Hudson Ltd nel
2004. L’autore è il noto archeologo antropologo d’oltremare
Richard A. Diehl, che riesce a
condensare in appena duecento
pagine tutto quel che c’è da sapere sulla cultura madre della
Mesoamerica, gli Olmechi.
In attesa che il testo venga tradotto in italiano (ne dubitiamo),
e con tutto il rispetto per quel
che scriveva Jacques Soustelle
trent’anni fa ne “Gli Olmechi”
(unico testo di riferimento finora tradotto nel nostro paese), il
libro di Diehl merita una lettura
approfondita, pur con tutte le
difficoltà che può incontrare chi
non mastica alla meraviglia
l’inglese. Diehl, a differenza di
altri archeologi (ad esempio
Christopher Pool in “Olmec Archaeology and Early Mesoamerica”), si avvale di una scrittura
semplice e scorrevole, senza peraltro mancare di scendere nei
particolari, quando ritenuto necessario. Diehl, forte di oltre
quarant’anni di esperienza, quasi tutti sul campo, è considerato
con Michael D. Coe il miglior conoscitore del mondo mesoamericano. Già nelle stagioni di scavo 1966-68 a San Lorenzo Tenochtitlan (uno dei maggiori centri
olmechi), i due studiosi erano
fianco a fianco in quella che rimane la ricerca più approfondita finora condotta nell’area nucleare della cultura madre. I risultati di quella eccezionale spedizione archeologica fu condensata nel 1980 nel testo accademico in due volumi “In the Land
of the Olmec”, pietra miliare da
cui ogni studente muove ancor
oggi i primi passi nella materia.
Il volume qui segnalato è acquistabile su Amazon.com per poco
meno di dieci dollari.
5
Recensire “Le colpe del padre”, a
distanza di tre anni dalla sua uscita (Girardi Editore, 2010), può
apparire fuori luogo, o meglio
fuori tempo. Ma chi legge sa bene che ogni libro che custodiamo sugli scaffali, prima o poi avrà il suo momento. Ora l’attesa
è davvero finita, poiché abbiamo finalmente avuto tempo e
voglia di leggere il romanzo di
Gianluca Rampini quest’estate,
sul traghetto che ci conduceva
sull’isola greca di Karpatos.
L’autore, editorialista e colonna
portante di Tracce d’eternità fin
dalla nascita della rivista, è riuscito a condensare in queste pagine buona parte delle sue ricerche ufologiche. La scelta di romanzare gli avvenimenti è stata
felice, una maniera espressiva
che premia Rampini in un mare
di saggi dedicati all’argomento,
che troppo spesso lasciano
l’amaro in bocca.
Le vicende di una tranquilla famiglia americana
s’intrecciano in crescendo con quelle di altri oscuri personaggi, che trovano spazio pagina dopo
pagina e vanno a sconvolgere il corso degli eventi.
Agenti segreti in fuga e
gruppi paramilitari deviati inseguono un fine che
pare sconfinare dalla normale comprensione umana, in una storia che tiene il lettore incollato al
romanzo fino all’ultimo.
Non mancano, tra i capitoli, improvvisi colpi di
scena che riaccendono
l’interesse dopo lunghe
descrizioni di luoghi e persone,
non sempre determinanti per la
comprensione del testo. Le ultime cento pagine del romanzo
scorrono velocemente, con la
curiosità di conoscere
l’epilogo dell’intricata
vicenda, in un crescendo di illuminanti
rivelazioni: qui le strade dei protagonisti
convergeranno in un
destino comune, per
un finale che non deluderà le aspettative.
Un bel romanzo (su
Amazon.it si acquista
con lo sconto del
15%), che merita di
essere letto, in attesa
del prossimo “Il gusto
del sangue”, in cui
l’autore andrà a investigare il Male in tutte
le sue espressioni.
6
Viola Talentoni è una giornalista
scrittrice forlivese che dopo aver dedicato tempo e fatica a
raccontare la vita dei colleghi
romagnoli Max David, Renato
Serra e Rino Alessi, si è interessata anche alla figura di Peter
Kolosimo, che pure bazzicò la
Romagna per via dell’amicizia
fraterna con Alberto Silvestri: in
“Peter Kolosimo. Dall'Atene di
Romagna all'archeologia spaziale” (Il Ponte Vecchio, 2007), Silvestri intreccia i suoi ricordi (per
larga parte inediti, così come
l’apparato iconografico) con il
profilo letterario che Viola Talentoni cura da par suo sul noto
divulgatore di paleoastronautica. Viola Talentoni aveva anche
un romanzo nel cassetto da
tempi immemorabili, che prende finalmente corpo con la pubblicazione di “Il sole dietro le nuvole” (MdS Editore, 2013).
rà la consapevolezza di
essere uscita da quel tunnel d’incertezza, quando
finalmente scorgerà in
cielo l’immagine che dà il
titolo al romanzo, descritta magistralmente
dall’autrice nelle ultime
pagine. Un romanzo che
si legge tutto d’un fiato,
in grado di arricchire il
lettore con un bel carico
di emozioni. Con lo sconto del 5%, il libro è acquistabile su Ibs.it.
Narby sviluppa un’affascinante
teoria che spiega la nascita
dell’intelligenza e della coscienza, partendo dalle inspiegabili
conoscenze in possesso degli
uomini medicina di questa e altre tribù, i
quali sostengono di ricevere queste
informazioni
durante gli
stati alterati
della mente,
spesso raggiunti con
Jeremy Narby è
l’uso di piante
l’antropologo che sul fini- psicotrope. Il racconto di Narby
re degli anni Novanta
è avvincente, giungendo a procondensò in un libro,
porre un collegamento sensato
“The Cosmic Serpent:
tra queste conoscenze e il noDNA and the Origins of
stro DNA, fonte primaria di un
Stavolta, pur romanzando, la
Knowledg”, la sua esperienza
sapere ancestrale che credevagiornalista racconta qualcosa di tra genti amazzoniche. Il testo, mo perduto per sempre. “Il Sersé, scrivendo di avvenimenti an- proposto in Italia da Venexia E- pente Cosmico Il DNA e le origiche tragici del suo passato,
dizioni nel 2006, è diventato un ni della conoscenza” è disponiquando nel 1943 i bombarda- classico per chi si occupa di ri- bile con un po’ di sconto su Amenti alleati arrivarono a deva- cercare le origini del sapere u- mazon.it.
stare i dintorni di Livorno, dove mano, soprattutto investigando
abitava. Ambientato tra la Tostrade diverse. La lunscana e la Romagna, la storia
ga permanenza di
vede Tina, la protagonista, diNarby tra gli Ashaninventare donna in un periodo
ca, gli ha permesso di
davvero burrascoso del nostro raccontare due storie
recente passato, quando la
importanti. La prima,
mancanza di qualsiasi certezza il serio pericolo di
non permetteva di delineare,
scomparire che corre
nemmeno a grandi linee, il pro- questa gente, a conprio futuro. I turbamenti giova- tatto con quella che
nili di Tina s’intrecciano con
chiamiamo stoltal’esistenza di amici e parenti,
mente ‘civiltà’; da qui
travolti dagli avvenimenti della l’impegno profuso neSeconda Guerra Mondiale, in
gli anni dall’autore
un’attesa che pare non avere
per salvaguardare le
mai fine. Eppure, tra paure e
sorti di queste tribù.
delusioni, anche per Tina arrive- In seconda battuta,
7
LUCI
DALL’OLTREVERSO
DI FABIO MARINO
EGIZI
AMANUENSI DEL PASSATO?
Gizah: una delle località mondiali su cui sono stati versati
non già fiumi, ma addirittura
oceani di inchiostro. E a giusta
ragione, perché, volendo eliminare ogni altro elemento, Sfinge inclusa, la sola presenza
delle Tre Grandi Piramidi spiega il motivo di questo enorme
interesse. Com'è noto, ormai
da quasi due secoli si fronteggiano idee e teorie di ogni genere riguardo l'origine, la datazione, la funzione di questi
monumenti straordinari, sui
quali il mistero aleggia quasi
per definizione, come la caligine di smog che avvolge l'intero
altopiano, proveniente dalla
megalopoli cairota. Non ultimo
degli enigmi degli immutabili
edifici, si erge, impenetrabile
anch'esso, quello della modalità di costruzione, per cui si è
fatto ricorso a teorie di ogni
genere e grado. Alla fin fine,
l'unico tentativo di
"dimostrare" in via empirica e
scientifica come costruire una
piramide è stato, ad oggi, il
Progetto NOVA di Mark Lehner
nel 1997. Un progetto criticato
anche da molti Egittologi ortodossi, che hanno sottolineato i
limiti metodologici della
"costruzione" di una piccola
piramide, alta circa 6 metri, avvenuta col trucco, nel senso
che non vennero utilizzati strumenti accessibili agli Egizi, ma
moderna strumentazione in
acciaio e macchine utensili ben
poco congrue con il presunto
grado tecnologico della Valle
8
del Nilo del 2.500 a.C. Un modo esemplare, insomma, di come NON si fa la Scienza, unito
ad un modo esemplare di disinformazione mirata alla conservazione del paradigma
scientifico attualmente in auge. Ma è davvero possibile che
esista un'alternativa seria e
plausibile all'idea ufficiale delle
Grandi Piramidi "nate" a metà
del III millennio a.C.? O, meglio, è possibile individuare,
almeno a livello intuitivo, una
datazione diversa per i tre colossi? A mio giudizio, sì. E, si
badi, quando parlo di
"intuizione" prescindo, ovviamente, da reperti ben visibili,
ma solitamente contestati
dall'Egittologia di Hawass e seguaci, perché (sic!) "non assi-
Foto 1 - piana di Gizah
milabili al contesto" (mi si perdoni il gioco di parole...). Perché reperti di tal guisa esistono, e in abbondanza: in primo
luogo, ad esempio, l'ormai famoso Uovo di Aswan, datato al
Tardo Neolitico
(probabilmente al confine fra il
Badariano e il Predinastico di
Naqada I: come dire circa
6.000 anni fa) e che sembra
ritrarre proprio l'altopiano di
Gizah completo di tre piramidi
circa 1.500 anni prima della
presunta costruzione della necropoli egizia, e a seguire la serie di stele ed epigrafi che accennano chiaramente alla preesistenza della Grande Piramide, delle sue consorelle e della
Grande Sfinge al regno di Khufu (Cheope). Paradossalmente,
il richiamo a questi "fonografi
del passato" non fa altro che
innescare polemiche e reciproci irrigidimenti fra
"conservatori/ortodossi", seguaci del modello standard (o,
meglio, standardizzato...)
dell'evoluzione sociale e tecnologica dell'Umanità, e
"innovatori/eterodossi", al
contrario adepti di un nuovo
modo di interpretare la storia
evolutiva della nostra specie e
del nostro pianeta.
Pertanto, di fronte alle considerazioni di stampo prevalentemente analitico, quasi
"digitale", è forse il caso di affidarsi al buon vecchio metodo
analogico, per arrivare ad intuire una diversa verità? Si può
provare; e allora, vediamo se
esiste un qualche vecchio LP di
puro vinile in grado, chissà?, di
farci ascoltare qualche nota
9
rimasta nascosta fra le scintillanti ma gelide pieghe del CD...
Solitamente, e chissà perché, si
ritiene che, chiunque abbia costruito la Piramide di Cheope e
in qualunque momento della
storia lo abbia fatto, essa sia la
più antica del terzetto principale di Gizah. In effetti, considerando solo le grandi piramidi
di Gizah, Meidum, Saqqara e
Dashur, la Grande Piramide sarebbe la quinta, come antichità, essendo la prima quella di
Zoser a Saqqara. Eppure, questo concetto, al quale siamo
tutti così assuefatti da darlo
assolutamente per scontato, di
fatto non è suffragato da alcun
elemento realmente valido e
inoppugnabile. Perché, ovviamente, se, secondo l'Egittologia classica la Stele dell'Inventario dice (anche) molte scioc-
chezze a proposito della piana
di Gizah e per questo motivo
non può essere valida nella ricostruzione delle vicende egizie dell'Antico Regno, non si
capisce perché mai si dovrebbe
invece dar credito a quattro faraoni, arcinoti per le loro fedifraghe millanterie, quando affermano di essere i costruttori
di questa o quella meraviglia
MAI più REPLICATA. Per inciso,
tra l'altro, come si sa Cheope
non sparò nemmeno questa
fanfaronata. Quindi, vogliamo
mettere da parte le guerre di
religione sulle affermazioni che
emergono (o meglio non emergono) dai reperti, e vedere se
un ragionamento "per analogia" ci porta da qualche parte?
Ovviamente, bisogna avere
un'idea di partenza; la mia è
che la prima piramide ad essere costruita, in un periodo anteriore (forse anche BEN anteriore...) a quello comunemente
accettato sia stata la cosiddetta
Piramide di Khafra (Chefren).
Innanzi tutto, per un motivo
assolutamente banale: è quella
centrale, ed è posta su uno
zoccolo di roccia, alto una dozzina di metri, che la rende,
sempre e comunque, apparentemente più alta di quella di
Cheope. Le sue dimensioni, in
ogni caso, erano e sono ragguardevoli (136 metri attuali di
altezza, per via della mancanza
del pyramidion, che la porterebbe a svettare a 143 metri;
225 metri di lunghezza per il
lato di base; precisione di angoli e di misure assolutamente
sovrapponibili a quella della
più studiata consorella). Già da
queste brevi osservazioni, non
balena l'idea, la possibilità che
- chiunque abbia costruito la
Grande Piramide - ne abbia
‘tarato’ le dimensioni per eguagliare alla vista la ‘nuova’ piramide a quella ‘vecchia’? In effetti, quasi da ogni prospettiva
si ha l'impressione che la Seconda Piramide (continuerò ad
utilizzare la denominazione
corrente per comodità) sia più
grande della Prima (foto 1, pagina precedente). C'è poi un
altro aspetto che contrasta decisamente con le tecniche co-
Foto 2 - base della piramide detta "di Khafra"
10
Foto 3 - base della piramide detta "di Khufu"
struttive delle consorelle: l'esistenza di due o tre corsi alla
base del monumento, che fungono quasi da basamento e
che hanno caratteri completamente diversi da quelli dei corsi di muratura superiori. Come
si vede dalla foto 2 (pagina
precedente), infatti, i blocchi
posti in opera sono molto più
lunghi di quelli utilizzati per i
livelli superiori (e anche per
quelli usati per le altre due piramidi, raggiungendo anche i
10-12 metri), ma, soprattutto,
sono ancora più impressionanti, se possibile, visto che - come
si vede agevolmente dalla foto,
Foto 4 - Tempio della Valle di Khafra, ingresso
11
in cui io, alto esattamente 1
metro e 90 centimetri, vengo
surclassato dall'altezza di sole
due file di monoliti - raggiungono l'altezza di circa 210-220
centimetri per due file, oltre
tre metri per tre file. (foto 2,
base della piramide detta "di
Khafra"). Di fatto, un unicum
nella costruzione delle piramidi, come si vede chiaramente
dalla foto 3 (sopra), che ritrae
la base della Prima Piramide e
in cui è evidente l'assenza del
basamento di tipo megalitico
presente nell'illustrazione precedente. Ebbene, dopo questa
ampia introduzione, qualcuno
si chiederà che fine hanno fatto
i "percorsi analogici" di cui ho
parlato prima. Ci arriviamo subito. Sembra solo a me, oppure
le strutture sospettate di maggiore antichità paiono possedere, insieme a un aspetto che
oggi definiremmo
Foto 6 - ingresso della necropoli di Saqqara
"minimalista", dei caratteri analoghi a quello dei "corsi megalitici" della Piramide di Chefren? Guardiamo, ad esempio,
i caratteri dell'ingresso al Tempio della Valle di Chefren (foto
4, pagina precedente, in basso) e quelli all'interno del Tempio stesso (per intenderci, stiamo osservando il percorso attraverso il quale i turisti arrivano sul bordo del Recinto della
Sfinge, foto 5, sotto).
I caratteri di tipo megalitico
"avanzato" e
"minimalista" (rispettivamente
nel senso di una tecnologia apparentemente più evoluta rispetto - ad esempio - al pur
stupefacente Stonehenge, e
freddamente funzionale, prati-
camente senza fronzoli né elementi decorativi) emergono
anche a un'occhiata superficiale, lasciando chiaramente intuire (appunto...) un'origine,
un'ideazione, un modus cogi-
Foto 5 - corridoio interno del Tempio
12
tandi comune. E anche introducendo le caratteristiche di
Saqqara si vedono le stesse cose: il magnifico ingresso "a facciata di palazzo" (foto 6, sopra)
riecheggia enormemente gli
Foto 7 - portale dell'ingresso, particolare
elementi che ho segnalato a
Gizah (megalitismo avanzato e
minimalismo), come appare
ancora più crudamente, direi,
nel dettaglio della foto successiva (foto 7, a fianco).
Si tratta evidentemente di
un'immagine che denuncia uno stile decisamente diverso (è
un eufemismo, ovviamente)
dalle pressoché coeve, secondo i "conservatori/ortodossi",
strutture poste immediatamente a Sud (foto 8, in basso).
E nel caso in cui siano necessari ulteriori elementi, è sufficiente guardare più a Sud, ad
Abydos, località fra le più antiche dell'Egitto, risalente al Predinastico e capitale di uno dei
Foto 8 - tombe e mura della III e IV dinastia, Saqqara
13
Foto 9 - Osireion (tratta da Wikipedia)
Regni preunitari del Paese,
quindi con una storia superiore
ai 6.000 anni accertati. Colà, in
stretta vicinanza con il famoso
cenotafio di Seti I, esiste il cosiddetto Osireion, una delle
strutture megalitiche più
"intriganti" dell'intero Egitto,
curiosamente e ostinatamente
associato dall'Ortodossia al
Nuovo Regno. Eppure, i rilievi
stratigrafici in primo luogo lasciano ipotizzare con ben altra
verosimiglianza un'origine di
gran lunga anteriore per il monumento, che, guarda combinazione, presenta - suppongo
per mero spirito imitativo o,
ancor meglio, per puro caso delle innegabili analogie con il
Tempio della Valle, con il recinto di Saqqara, con la Piramide
di Chefren: i "soliti" elementi
megalitici "moderni" e
"minimalisti" già mostrati. Poiché, in casi del genere, un'immagine vale più di mille parole,
"voici l'Osireion" (foto 9, a
fianco).
Bene. Mi sembra chiaro che
poiché da sempre sostengo
che ogni ipotesi deve soddisfare alcuni requisiti, credo sia
giunto il momento di esplicitare la mia ipotesi di riferimento.
Un’ipotesi molto semplice: su
base analogico/intuitiva, ritengo che vada profondamente
rivista la datazione (e la primogenitura...) assegnata ad alcuni
dei più significativi monumenti
dell'Antico Egitto. In altri termini, le strutture che ho illustrato fin qui fanno sospettare
che la Seconda Piramide, il Recinto di Saqqara, il Tempio del-
la Valle di Chefren, l'Osireion e
molti altri edifici monumentali
hanno non solo una comune
origine cronologica, ma sono
anche le vestigia primeve di
una possibile civiltà pre-egizia
tecnologicamente e socialmente assai evoluta; rappresentano, se si preferiscono altri termini, le strutture di riferimento
per edificazioni successive. Ovviamente, alcune di esse sono
un'evoluzione più o meno evidente operata dalla medesima
civiltà, appartenente quindi
14
alla stessa "stratificazione tecnologica" (intendo riferirmi alla Grande Piramide in primo
luogo); altre, invece, una mal
riuscita imitazione da parte di
un'entità culturalmente eccezionale, ma largamente più
"primitiva" perché, paradossalmente, di molto successiva e
perciò meno dotata tecnologicamente. Infatti, molto si è
scritto sullo stupefacente declino delle capacità costruttive
degli Egizi in circa un secolo;
verificato di persona, il fatto in
Foto 10 - apice della piramide di Zoser, 2670 a.C. circa
sé è decisamente impressionante. E in effetti, la stessa piramide di Zoser a Saqqara è
qualitativamente MOLTO DIVERSA dalle consorelle di Gizah (e anche da quelle di Dashur, se è per questo). Si guardi il dettaglio della foto 10
(sopra), e si individuerà immediatamente la differenza.
Decisamente, non sembra costruita nello stesso modo delle
strutture precedenti, vero?
Non dà quasi l'impressione di
un tentativo di imitare qualcosa di irriproducibile nella sua
complessità? Anche perché il
paragone si fa ancora più impietoso con la piramide di Unas (nonché con quella di Teti).
Costruite "ufficialmente" circa
un secolo dopo le Grandi Piramidi di Gizah, non solo presentano una tecnica costruttiva
radicalmente diversa (e invece
molto simile a quella di Zoser),
ma rappresentano forse l'epitome del fallimento imitativo
condotto dagli Egizi senza i poderosi mezzi del Progetto NOVA di Lehner (o armamentario
tecnologico equivalente). Infatti, questo misero sbriciolamento è il risultato (foto 11, pagina
successiva).
In conclusione, anche la struttura interna delle camere della
Seconda Piramide (almeno allo
stato delle nostre attuali conoscenze), che appare simile
(sarcofago rosso vuoto compreso...) ma solo vagamente a
quella ben più complessa della
Grande Piramide sembra deporre per una possibile verità
storica alternativa: prima della
Prima Piramide, vennero la cosiddetta Seconda e molti altri
edifici concettualmente analoghi, assai somiglianti fra loro in
15
termini di fredda razionalità e
aspetto tipicamente megalitico
"avanzato". Solo successivamente LO STESSO POPOLO,
ben prima degli Egizi, affinò le
proprie tecniche. Da ultimo,
quando nella Valle del Nilo
giunsero i pre-egizi (da Nabta
Playa o, più probabilmente, dal
Sahara in via di desertificazione), restarono ammaliati da
quelle costruzioni, al punto
che, nel tempo, le restaurarono, cercando di carpirne i segreti della costruzione. Ambiziosi e intelligenti quali erano,
tentarono di riprodurre quei
super monumenti. Fallirono.
Ma ci hanno comunque indicato la via del coraggio, lasciandoci migliaia di altre opere
d'arte, dal Predinastico in poi,
che possono solo stupire. La
grandezza degli Egizi non sta
nelle Piramidi o nella Sfinge,
Foto 11 - Piramide di Unas, 2450/2350 a. C. circa
che probabilmente non furono
mai in grado di edificare. Sta
nel tentativo di conservare un
sapere antico e nell'accettare
la sfida che esso proponeva. In
questo caso, non esistono fallimenti, ma solo vittorie. È sufficiente gettare il cuore oltre l'ostacolo, come con ogni probabilità i figli di Khemet hanno
fatto. Per me personalmente,
non ha importanza se non sono riusciti a superare l'ostacolo, rivelatosi troppo arduo. È
importante che ci abbiano provato e che domani si possa
rendere merito e omaggio a
Coloro che li ispirarono, stimolandone l'intelligenza.
16
NOTA
tutte le fotografie sono dell'Autore,
che se ne riserva ogni diritto, a eccezione dell’immagine di apertura e
della fotografia 9, prelevate da Wikipedia. L'Autore è disponibile a
concedere l'utilizzo delle fotografie
presenti in questo articolo a chiunque ne faccia richiesta e sia disposto
a citare la fonte.
PALEOSTORIE
GIORGIO GIORDANO
L'EDEN
E IL SERPENTE
CELESTE
«Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose
nel giardino di Eden... Il serpente era la
più astuta di tutte le bestie selvatiche
fatte dal Signore Dio». Il mito dell'Eden
è un'allegoria precessionale. In particolare parla dello spostamento della Stella Polare dalla costellazione del Dragone a quella della dell'Orsa Minore. Abbiamo il Giardino dell'Eden, che è il cerchio delle costellazioni nordpolari, quelle che girano intorno a loro stesse, senza mai andare sotto l'orizzonte. Nel
Giardino ci sono due Alberi. L'Albero
che corrisponde al Polo dell'Eclittica è
perpendicolare al piano del percorso
apparente del Sole, il cerchio attorno al
quale ruotano le costellazioni, che per
effetto dell'inclinazione dell'asse terrestre interseca con un angolo di 23 gradi
il piano equatoriale. Questo Polo è
"eterno" (l'Albero della Vita eterna),
non cambia - quasi - mai, varia ciclicamente tra circa 22,5 gradi e circa 24,5
17
gradi con un periodo di 41.000
anni; poi c'è l'Albero della Stella Polare, che è perpendicolare
al piano equatoriale e rivela
agli uomini le coordinate del
vero Nord geografico. Questo
Polo è "umano", terreno
(l'Albero della Conoscenza del
Bene e del Male), perché è estremamente mutevole, cambia infatti di un grado ogni 72
anni circa per effetto della precessione. Ogni 12.960 anni
questo Albero si trova addirittura abbattuto in direzione diametralmente opposta rispetto
al Sole. Nel mezzo del Giardino
c'è il Serpente che taglia da un
capo all'altro la volta celeste
boreale. Questa costellazione è
il Draco o Dragone. Attorno ci
sono gli animali del Giardino e
fra questi le due Orse, l'antica
Bilancia celeste, in mezzo alla
quale si insinua il Draco/
Serpente. Peraltro le due Orse
hanno teste, gambe e braccia
(come Adamo ed Eva) se considerate nel complesso, e non
solo nella parte del Piccolo e
del Grande Carro. «Metterò inimicizia tra la tua genia e quella
della donna» significa che i due
Poli celesti, quello indicato dalla Stella Polare e quello dll'Eclittica, non coincideranno mai
per effetto dell'inclinzazione
dell'asse; «ma ella ti calpesterà» indica che nell'Era del Toro
la Stella Polare era nella costellazione del Dragone, mentre
poi si è spostata in quella
dell'Orsa Minore (la donna),
dove si trova ancora oggi. Per
l'uomo, in effetti, il Polo celeste
di riferimento è l'Albero
"violato" da Adamo ed Eva e la
Stella Polare è il "frutto" che
risplende alla sommità del cielo. Nella Bibbia si dice che il
Giardino, dove c'è il Serpente,
si trova a Oriente. Di cosa? A
Oriente del Polo Nord celeste,
l'Albero perpendicolare al piano equatoriale. Non a caso,
l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore a Oriente confinano con il
Dragone. Scrive René Guenon:
«La parola Tula in sanscrito significa bilancia e designa propriamente il segno zodiacale
con questo nome: ma, secondo
una tradizione cinese, la Bilancia Celeste era in origine l'Orsa
Maggiore. Questa osservazione
è della massima importanza
perché il simbolismo che si riferisce all'Orsa Maggiore (o all'insieme dell'Orsa Maggiore e
dell'Orsa Minore) è naturalmente legato nel modo più
stretto a quello del Polo. Tula è
chiamata anche "l'isola bian-
18
ca". In India, l'isola bianca
(Shweta-dwipa), che si situa
generalmente nelle lontane regioni del Nord, è considerata
come il "soggiorno dei Beati",
al centro di questa s'innalza la
"montagna bianca", la cui cima
è di colore purpureo. Questa
"montagna del Sole", come è
anche chiamata, corrisponde al
monte Meru». E' interessante
anche il paragone con la mitologia greca. Oggi in Occidente il
grande Serpente del Cielo è
detto Dragone in ossequio alla
tradizione ellenica, che peraltro vedeva nell'Orsa Minore le
ali del biscione, considerando
insieme le due costellazioni. Al
matrimonio di Zeus e Era c'è
una gara fra le divinità per offrire i doni più preziosi. La Terra
regala alla coppia degli alberi
da frutto, che a ogni primavera
producono delle mele d'oro.
Gli alberi sorgono in un giardino affidato a quattro ninfe, le
Esperidi, le quali pongono a
guardia dell'entrata un drago
con cento teste. Una delle dodici fatiche di Ercole è impossessarsi di queste mele: grazie
al consiglio di Prometeo di farsi
aiutare da Atlante, l'eroe riusce a uccidere il drago e a rubarle. Infine Era pone il drago
nel cielo nella costellazione del
Dragone in modo che tutti potessero ricordarlo. Anche nelle
mitologia greca, dunque, abbiamo un giardino, degli alberi,
dei frutti vietati che qualcuno
ruba, "quattro" ninfe/fiumi, il
serpente/drago, e perfino una
coppia sacra; la tradizione greca offre due ulteriori spunti: la
primavera (equinozio) e Atlante, padre delle Esperidi, il titano che sorregge il mondo tenendolo "diritto". L'Eden è il
luogo delle costellazioni circumpolari dove risiede il Serpente del Cielo, e non per caso
il Sole allo Zenit e il Serpente
spesso si fondono simbolicamente, ad esempio nel
"Serpente piumato" precolombiano e nell'Ureo, in origine
posto ai lati del disco solare e
successivamente sul copricapo
dei faraoni egizi. E' scritto nello
Sepher Jezirah: «Il Dragone celeste è nell’Universo simile a
un Re sul suo trono; lo Zodiaco
nell’anno simile a un Re nella
sua città; il Cuore nell’uomo
simile a un Re in mezzo ai suoi
eserciti». Il Dragone è un centro immobile, la sfera dello Zodiaco si muove senza mutare
la sua orbita. Astronomicamente si può constatare che ai
tempi dell’autore del Sepher
Jezirah, la Stella Polare faceva
parte della costellazione del
Draco. L’'immagine era effettivamente quella del Dragone
come Re sul suo Trono, il centro dell’Universo. Un paragone
che troviamo anche nella figura di Re Artù, il Pendragon, il
centro della "tavola rotonda",
che altro non è se non uno Zodiaco. Circa 6000 anni fa la Polare era Thuban (Alfa Draconis), poi 5000 anni fa la polare
divenne la ben più luminosa
Edasich (Iota Draconis), 3000
anni fa la stella più vicina al po19
lo era Kochab (Beta Ursae Minoris). Nell’ultimo millennio la
Polare è stata l’Alfa dell’Orsa
maggiore, chiamata appunto
Polaris, e lo sarà ancora per
1500 anni. Attorno al 130 a.C.,
Ipparco ha compreso il meccanismo della precessione in modo elementare, confrontando
le proprie osservazioni del cielo con quelle avvenute nei 169
anni precedenti e concludendo
che le intersezioni si erano
spostate di 2 gradi. Sappiamo
per certo che gli uomini osservano il cielo e gli spostamenti
degli astri dai tempi dei CroMagnon, e lo hanno fatto ossessivamente per decine di migliaia di anni, non per miseri
169 o 500 o mille, quindi non
vedo problemi nell'ammettere
che qualcuno possa avere
compreso il movimento precessionle anche molto prima
dell'astronomo greco. Di certo
sappiamo che la Bibbia è stata
composta dopo il ritorno
dall'Esilio babilonese intorno al
500 a.C.
XAARAAN
DI ANTONELLA BECCARIA
LOS ANGELES, 1915
QUANDO GLI STRILLONI AVEVANO 7 E 9
ANNI NEGLI SCATTI DEL SOCIOLOGO
E FOTOGRAFO LEWIS WICKES HINE
Su Shorpy.com uno scatto 7 e 9 anni che distribuivano
dal 1915 (qui in versione
giornali a Los Angeles.
più grande): due strilloni di È un’immagine del fotografo e sociologo statunitense
20
Lewis Wickes Hine che sempre ha lavorato occupandosi di lavoro e riforme sociali
in ambito infantile.
“IO MI SONO SALVATO”: SHOAH E STRAGI NAZISTE DEL 1943
SUL LAGO MAGGIORE. LA STORIA (IN PARTE INEDITA) DI
ALDO TOSCANO
Gli accadimenti legati alla seconda guerra mondiale e dalla
Shoah continuano a raccontare
e a riproporre storie di costante interesse. È il caso del libro
Io mi sono salvato. L’olocausto
del lago Maggiore e gli anni
dell’internamento in Svizzera
(1943-1945) di Aldo Toscano,
che esce (di nuovo) per Interlinea Edizioni a ridosso del set-
tantesimo anniversario di una
strage nazista:
Nei giorni immediatamente
successivi all’armistizio, tra il 15
settembre e l’11 ottobre 1943,
sulla sponda occidentale del
lago Maggiore i soldati del primo battaglione SS del secondo
reggimento della divisione corazzata Leibstandarte “Adolf
Hitler” compirono uno dei più
efferati eccidi di ebrei in territorio italiano. A oggi le vittime
accertate sono 57, uomini,
donne, vecchi e bambini, implacabilmente rintracciati e immediatamente sterminati. I
contorni della strage emersero
in tutta la loro tragica evidenza,
soltanto nel 1963, grazie
all’indagine condotta da Gerhard Wiedmann sull’attività del
capitano delle SS Theodor Saewceke.
Prese avvio un’istruttoria giudiziaria che si concluse con un
processo contro i maggiori responsabili dell’eccidio che ven-
ne celebrato nel 1968 a Osnabrück. Dopo 61 udienze e
l’escussione di 180 testi, gli ufficiali vennero condannati
all’ergastolo e i due sottoufficiali a pene minori. Nell’appello
svoltosi il 17 aprile 1970, la corte suprema di Berlino li mandò
assolti, con la stupefacente
motivazione dell’avvenuta prescrizione dei termini.
Aldo Toscano, ebreo novarese
nato nel 1907, dopo essere
scampato all’eccidio rifugiandosi in Svizzera dove venne internato, fu il primo a dedicarsi
alla ricostruzione storica di
quegli avvenimenti, pubblicando il risultato delle sue ricerche
nel 1993 su una rivista storica
novarese. In occasione del settantesimo anniversario della
strage e a vent’anni dalla morte di Toscano, si ripubblica lo
studio insieme al diario che ricostruisce gli anni
dell’internamento, rimasto inedito fino ad oggi.
Gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza
d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su una forma di lotta da nuovo
millennio che ha finito per colpire sette religiose, corporation, partiti reazionari e dittature mediorientali. Ogni
volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori il cui volto è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione.
AVVERTENZA di Antonella Beccaria
Mi rivolgo a voi, Anonymi. Questa non vuole essere la ricostruzione completa al millimetro della vostra storia.
Qualcuno di voi me l’ha raccontata o almeno mi ha fornito la sua visione che non per forza è quella di tutti. Poi
ne ho letto, rimbalzando un po’ ovunque per il web, e in fase di stesura delle pagine che seguono ho compiuto
una scelta arbitraria: estrapolare da ciò che avete firmato, in toto o in parte, alcune operazioni che mi sembra vi
descrivano meglio. Rimane fondamentale l’inciso «secondo me». Leggetelo come il necessario imho, in my humble opinion, come si usa scrivere nelle mailing list e nei gruppi di discussione in rete. Quella che voi e altri lettori
incontrerete scorrendo questo testo è una specie di biografia non autorizzata. E se alla fine ciò che leggerete non
vi piacerà, non “bombardate” troppo forte il mio sito. All’origine del libro c’è la volontà di tributarvi un merito
indiscutibile: combattere per la libertà di informazione. Perché, credetemi, almeno un tratto in comune ce
l’abbiamo, voi e io: crediamo che l’informazione debba essere libera. A qualunque costo. E comunque la prenderete, sarà stato un viaggio entusiasmante. Un viaggio all’interno di un enorme scherzo tremendamente serio.
21
NOVITA’
nell’ombra plasmare trent’anni di
misteri d’Italia, fatti di massoni, servizi segreti, banche svizzere, giudici
raggirati e politici in odor di mafia. È
Elio Ciolini il depistatore. Di lui circola
un’unica fotografia e la fuggevole
ripresa di un volto immediatamente
coperto. È il 26 novembre 1981
quando Ciolini comincia a parlare. Si
trova in Svizzera, detenuto nel carcere di Champ-Dollon per truffa. Si sta
comprando la libertà, ma non solo.
Invoca come mandante della strage
del 2 agosto 1980 la sconosciuta Loggia Riservata, i cui adepti altro non
sono che la crème della P2, e ne
snocciola i nomi. Fra i più pesanti:
Gelli, Andreotti, Ortolani, Rizzoli. Movente: distrarre l’attenzione delle
autorità da un’operazione di acquisto
in massa di azioni Eni, condotta in
pieno scandalo Eni-Petronim. La fase
organizzativa sarebbe stata affidata a
Stefano Delle Chiaie, il fondatore delIL FACCENDIERE
la neofascista Avanguardia Nazionale
STORIA DI ELIO CIOLINI,
L'UOMO CHE SAPEVA TUTTO espatriato in Argentina. È abile, Elio
Ciolini, sa mescolare organizzazioni
Fingere di sapere. Mescolare il falso false e sospettati veri, fantomatiche
operazioni in seno a scandali reali. Ed
al vero. Far correre gli investigatori
essere sempre presente: alle riservaper due continenti, dall’Europa
tissime riunioni massoniche di Monall’America Latina, alla ricerca di ritecarlo come agli incontri logistici a
scontri. E poi ritrattare, sostenere
che era tutto falso. O quasi, accam- Buenos Aires. Non male per un sedipando presunte minacce e non rive- cente infermiere, imprenditore, operatore finanziario, uomo
landone gli autori. Rimanere
dell’intelligence francese come del
nell’ombra, artefice misterioso del
depistaggio della strage di Bologna. E Sismi, un faccendiere divenuto colla-
Antonella Beccaria, Giacomo Pacini
boratore di giustizia, pare anche dietro notevole compenso. Si rivelerà
tutta un’invenzione, lo ammetterà lui
stesso e verrà condannato per calunnia e falso aggravato. Dodici anni dopo la bomba alla stazione di Bologna,
Ciolini conferma la sua vocazione (o
la necessità?) a essere un protagonista dei momenti più bui della storia
italiana, e diventa l’anello di congiunzione con la trattativa Stato-mafia.
Accade quando dal carcere
«predice» i delitti eccellenti della Sicilia del 1992, gli omicidi di Salvo Lima, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte, che innescano
la crisi politica da cui nasce una nuova strategia della tensione. E ancora
oggi non si arresta la «carriera» di un
personaggio che non si è dimostrato
affatto riservato. Anzi, ha parlato così tanto e su così tanti argomenti da
essersi attirato l’etichetta di
«pataccaro», una specie di burattino
manovrato da figure rimaste senza
nome. Antonella Beccaria ripercorre
le sue gesta, consulta quarant’anni di
carte giudiziarie, intervista giudici,
carabinieri, testimoni che scelgono di
rimanere nell’anonimato, e traccia,
in un’inchiesta sbalorditiva, il profilo
di un uomo incredibile, una macchietta in apparenza, un criminale
nei fatti, che ha tessuto una spy story
italiana, che di romanzesco non ha
nulla e che di reale ha un centinaio di
vittime in attesa di giustizia.
È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male
che bisogna accettare per ottenere il Bene”, afferma il
Divo Giulio
Prima edizione marzo 2012
Divo ritratto nel fortunato film di Paolo Sorrentino. E
Giulio Andreotti, l’uomo in carne e ossa, di male ne ha
attraversato tanto o, quantomeno, tante sono state le realtà opache che hanno accompagnato la sua
storia. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l’esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti,
l’allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l’Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Difficile dire se il Divo Giulio sia stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale. Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi, dal golpe Borghese al delitto Moro, dalla P2 a Michele Sindona, fino
all’omicidio del giornalista d’assalto Mino Pecorelli. Questa biografia di Giulio Andreotti, rigorosa e documentata, ricostruisce per la prima volta senza pregiudizi e senza timori l’intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del ‘grande vecchio’ dell’Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della prima Repubblica.
22
NOVITA’
ANTONELLA BECCARIA
I SEGRETI DELLA
MASSONERIA
IN ITALIA
questa forza occulta che sembra
guidare i destini del mondo?
Come è nata e con quali scopi?
Chi sono stati i suoi massimi esponenti e chi ne fa parte ancora oggi? In Italia, in particolare,
sembra che la storia nazionale
si sia spesso intrecciata con
quella delle logge segrete: dalle
persecuzioni degli affiliati in epoca fascista alle deviazioni estreme della P2 di Licio Gelli,
con le ombre del golpismo e
L'Italia è una Repubblica fonda- delle stragi, mai del tutto canta su di loro
cellate; dagli interessi americani
al potenziale abbraccio letale
Documenti inediti
con esponenti delle forze
dell’ordine e dei cosiddetti
Dalla prima Gran Loggia alla P2 “servizi segreti deviati”, fino ai
Inchiesta sull’organizzazione
pericolosi contatti con la malapiù potente della storia occivita organizzata.
dentale
Con interviste esclusive e materiale inedito, la giornalista
Templari, libera muratoria, Fra- d’inchiesta Antonella Beccaria
tellanza, Gran Loggia, Rosacro- va alla scoperta di un mondo
ce: tanti sono i nomi attribuiti spesso sconosciuto e inesploranei secoli a quella forma di as- to, per illuminare le molte zone
sociazione segreta nota ai più
d’ombra che ancora oggi si trosemplicemente come
vano attorno al fenomeno mas“massoneria”.
sonico.
Ma chi c’è veramente dietro a
23
Tutto quello che c’è da sapere
sull’organizzazione più antica,
misteriosa e potente della storia occidentale
Tra gli argomenti trattati nel
libro:
• Morte presunta di un massone
• Le origini della famiglia: istanze di libertà dal Medioevo
all’età moderna
• L’approdo in Italia delle idee
massoniche
• Venti di dittature e reazione
delle consorterie
• Fratelli d’America: il nodo della seconda guerra mondiale e la
posizione dei cugini
d’oltreoceano
• Anomalie nel tempio: la bufera della P2
• Incroci eversivi: quale ruolo
nella strategia della tensione?
• Relazioni inconfessabili:
l’ombra delle mafie
• Logge regolari e deviate: le
moderne camere di compensazione.
LA MALEDIZIONE
DEI FILM
DI TOD BROWNING
MARIA BENEDETTA ERRIGO
Tod Browning, un nome che ai
più non dice nulla, se non ai
cinefili più accaniti.
Ma è stato un grande regista,
attivo soprattutto nei primi anni Trenta, dopo un passato da
circense e da attore. Browning
è stato il regista del primo Dracula con Bela Lugosi (1931) e di
Freaks (1932), uno dei film maledetti di cui abbiamo già parlato in una rubrica su Tracce di
Eternità.
Freaks è stato uno dei film più
discussi dei suoi anni: parlava
infatti di un gruppo di
“fenomeni della natura” che
lavoravano in un circo, i freaks
appunto, e comprende il biz-
zarro triangolo amoroso tra un
nano danaroso, un'attraente e
avida trapezista e un rude e
forzuto circense, una storia di
omicidio e un patto di vendetta
tra il nano e i suoi amici
"freaks".
Il film, una cruda e al contempo toccante allegoria sul tema
del "diverso", causò molto scalpore, portando addirittura al
taglio di alcune scene, considerate "inquietanti", che riprendono i "freaks", che lo stesso
Browning aveva preso da un
vero circo. Il film è un flop al
botteghino, e danneggerà notevolmente la carriera del suo
regista, visto che viene consi24
derato ancora oggi un film maledetto per il fatto che
all’uscita molte sono state le
persone che si sono sentite
male durante la proiezione e
anzi pare che una donna incinta abbia avuto un aborto spontaneo mentre lo stava guardando.
Dracula con Bela Lugosi non ha
bisogno di molte presentazioni.
È stata una delle più belle rappresentazioni del libro di Bram
Stoker, dal 2000 è stato scelto
per essere conservato nel National Film Registry della biblioteca del Congresso degli Stati
Uniti e ha consacrato la stella
di Bela Lugosi, attore di origine
tazione. L'ispettore Burke, interpretato da Chaney, di Scotland Yard è chiamato a investigare sul caso. Gli indiziati di omicidio sono il maggiordomo
Williams, Sir James Hamlin e
suo nipote, Arthur Hibbs. Viene
trovato un biglietto del defunto
che farebbe pensare a un suicidio e il caso viene chiuso di
conseguenza. Cinque anni dopo, la vecchia dimora ormai disabitata di Balfour è infestata
da un sinistro figuro dai tratti
vampireschi, con un cappello a
cilindro, gli occhi spiritati e un
ungherese che già da tempo
ce: Sir Roger Balfour viene tro- ghigno satanico perenne. Sua
calcava le platee interpretando vato assassinato nella sua abi- assistente è una donna spettrail ruolo di Dracula.
Ma forse non tutti sanno che il
grande Lugosi fu la seconda
scelta del regista: il ruolo di
Dracula, infatti, sarebbe dovuto
andare a Lon Chaney, grande
attore del muto e attore feticcio di Browning, scomparso un
paio di anni prima.
Chaney e Browning furono la
coppia d’oro dei film muti
horror degli anni Venti. Basti
solo dire che furono Lugosi e
Boris Karloff a raccogliere
l’eredità cinematografica di
Chaney dopo la sua morte.
Non solo, furono anche i protagonisti di un film che fu molto
discusso al momento della sua
uscita e che oggi come oggi risulta perduto. Ancora una volta, insomma, un film di
Browning viene ammantato da
un’aura di mistero.
Il film in questione si intitola “Il
fantasma del castello” (London
after Midnight) ed è del 1927.
La trama è abbastanza sempli25
le, dai capelli corvini. Potrebbe
essere Sir Balfour, resuscitato
dalla tomba?
Ovviamente non racconto come va a finire, visto che magari
qualcuno potrebbe essere interessato a vederlo.
Sì, lo so che ho detto che è un
film perduto, ma abbiate pazienza, ci arriviamo.
Quello che posso dire è che
Chaney in questo film fa un
doppio ruolo, quello
dell’ispettore e quello del vampiro e che il suo trucco e la sua
mimica raggiungono vette inarrivabili.
Ed è proprio questo che ha impressionato tanto gli spettatori:
proprio l’atmosfera della scenografia e la mimica
dell’attore.
Chaney era bravissimo a cambiare letteralmente faccia, questo grazie anche al fatto che i
suoi genitori erano sordomuti e
quindi lui fin da piccolo aveva
imparato il linguaggio dei segni
per comunicare con loro.
Il trucco di Chaney utilizzato
nel film è notevole, denti aguzzi, occhi ipnotici, tutti effetti
ottenuti con aggeggi che l'attore stesso ideava e si costruiva
da solo. Secondo fonti di allora,
Chaney diede volutamente al
personaggio del vampiro un
aspetto esageratamente assurdo e questa fu l'unica volta in
cui Chaney utilizzò la sua famosa abilità nel makeup come un
espediente della trama.
Il film incassò circa 500.000
dollari al botteghino, divenendo il successo più grande della
collaborazione cinematografica
tra Chaney e Browning.
E qui però inizia la leggenda del
film. Molti spettatori, infatti,
dichiararono di essersi molto
26
impressionati dalle scene e dal
trucco del vampiro. Anzi pare
proprio che questa figura spettrale provocasse crisi di panico
e di paura. Quindi fu deciso
dalle alte sfere di non far circolare troppo il film nelle sale cinematografiche.
Fino ad arrivare alla tragedia di
un anno dopo:nel 1928 un uomo uccide una ragazza ad Hyde
Park. Bene, il film viene citato
in difesa dell’accusato come
causa scatenante del fatto.
L'avvocato dell'imputato disse
che l'interpretazione di Chaney
aveva talmente impressionato
l'uomo da renderlo temporaneamente incapace di intendere e volere, ma la mozione venne respinta e l'uomo condannato per il suo crimine.
Va da sé che Il fantasma del castello inizia ad avere una fama
di film maledetto e tutte le co-
della MGM. Nel 1965, però, un
cortocircuito elettrico causò un
forte incendio che distrusse
numerosi film dell'epoca del
muto, tra i quali anche London
After Midnight.
Sfortunatamente, il film è ormai andato perduto: nessuna
copia sembra essere sopravvissuta, anche se nel 2002 c'è stato un tentativo di ricostruzione
utilizzando il copione e le foto
pubblicitarie, creando un film
di 45 minuti in bianco e nero,
utilizzando anche le musiche
originali. L’ho visto, non è male,
ma questo aumenta solo la curiosità di sapere come poteva
essere l’originale perduto.
Certo, molte cose a noi non
fanno più paura, ma bisogna
sempre ricordare il periodo in
cui il film è stato girato e il terrore del soprannaturale che
potevano avere allora le persone.
Spesso si è parlato di collezionisti che custodirebbero alcune
pie vengono ritirate. In seguito
al ritiro di tutte le copie,
Browning stesso fece un
remake sonoro del film, con
qualche cambiamento alla sceneggiatura, intitolato I vampiri
di Praga (1935) dove Lionel
Barrymore interpreta l'ispettore di polizia e Bela Lugosi interpreta il vampiro fantasma, ma
non era presente in nessun
modo l’atmosfera di paura che
permeava invece la pellicola di
London After Midnight.
L'ultima copia originale conosciuta del film venne immagazzinata nel deposito numero 7
27
copie in 16 millimetri del film rimane un film perduto, un film E forse anche della maledizione
originale, ma quasi sempre si è che ha iniziato a far parlare di che ogni suo film pare porti
scoperto che erano bufale.
Browning e del suo talento.
con sé.
Quindi Il fantasma del castello
28
LE SACERDOTESSE DI
BABILONIA
ALESSANDRO DEMONTIS
È opinione comune, presso chi
non ha studiato
approfonditamente la storia e la
religione del Medio Oriente, che
la donna avesse un ruolo
marginale quasi al limite della
considerazione umana. Molti
hanno addirittura l’idea che la
donna, nell’antica Mesopotamia,
fosse considerata alla stregua
degli schiavi, che non avesse
diritti, che fosse soltanto una
‘proprietà’ maschile. In realtà
non è così. Le donne erano
tutelate da contratti di
matrimonio, sia a Sumer sia
successivamente a Babilonia. Ai
tempi di Sumer non esistevano
codici di leggi paragonabili ai
nostri, dunque tutto ciò che
riguardava la ‘condizione
umana’ veniva regolamentato
dai re e dai sacerdoti. Certo è
che, dopo la conquista di una
città in seguito a invasione, i suoi
cittadini erano fatti schiavi.
Uomini e donne
indistintamente. Le donne
schiave avevano meno valore
degli uomini schiavi, per la loro
minore resistenza nei lavori
agricoli e per l'impossibilità di
utilizzarle per la difesa della
casa. Ma venivano comunque
tutelate e spesso utilizzate come
concubine per generare dei figli
dal capofamiglia. È importante
chiarire che questo non era visto
come una ‘offesa’ alla donna
schiava, ma come una ‘possibile
mansione’ che poteva o meno
verificarsi. Alcune donne,
schiave o meno, potevano
scegliere di abbracciare il
sacerdozio. Mai, come a
Babilonia, il sacerdozio
femminile assunse un ruolo e un
valore così alto. Le sacerdotesse
babilonesi erano di vari tipi, si
suddividevano in NADITU,
29
KULMASHITU, QADISHTU,
SHAGITU e UGBABTU.
Il gruppo sulle quali abbiamo più
notizie sono le Naditu. Esse
erano generalmente mogli o
figlie di sacerdoti maschi,
specialmente a Sippar nel
tempio di Shamash, ma
potevano essere Naditu anche
figlie di contadini e perfino
schiave di uomini possidenti, se
il loro padrone decideva in
questo senso, o decideva di
assecondare la richiesta della
schiava di entrare al chiostro.
Al chiostro e al tempio
comunque stavano altre donne,
tenute in grande considerazione.
Esse si prendevano cura
dell’arredamento, potevano
cantare nei riti e nei festival,
potevano amministrare qualora
incaricate dal sacerdote.
Quando una donna decideva di
diventare Naditu, il suo percorso
sceglievano il celibato; potevano
avere schiavi, e il loro sacerdozio
durava per tutta la vita.
Potevano condurre uffici
religiosi, officiare i riti sacri,
compresi i riti funebri (spesso
dei loro familiari) e assistere il
sacerdote maschio nei riti da lui
condotti. Solo i riti più alti e gli
oracoli erano vietati alle
sacerdotesse. Nel tempio di
Marduk invece le Naditu
potevano sposarsi ma non avere
figli, la loro vita sacerdotale era
molto più regolamentata
rispetto a quella del tempio di
era assimilato a un matrimonio un appezzamento di terreno o
Shamash, addirittura le Naditu
(con il dio o la dea del tempio), una casa. Questi beni
di Marduk potevano accedere al
infatti la donna poteva diventare rimanevano di sua proprietà ma sacerdozio nel tempio solo dopo
Naditu solo in età da
costituivano la ‘ricchezza’ del
un periodo di addestramento
matrimonio, e al suo ingresso al tempio. Nel tempio di Shamash religioso nel quale erano
chiostro la sua famiglia doveva le sacerdotesse Naditu potevano confinate nel chiostro.
darle una ‘dote’, generalmente sposarsi, anche se in genere
Alcune Naditu erano perfino
30
mogli o sorelle di re. Un
esempio in tal senso fu Ayalatum, figlia del re Samulalel.
Quando erano di famiglia reale
le Naditu potevano assumere
un nome che contenesse
quello di una divinità, come nel
caso appena citato in cui,
infatti, Aya era il nome della
moglie di Shamash. Le Naditu
avevano il proprio sigillo nel
quale compariva il loro nome e
il patronimico che le
distingueva quando questo era
reale. Tali sigilli erano utilizzati
per siglare le trattative
religiose e societarie. Infatti le
Naditu potevano presiedere
anche a tutte le attività
mercantili e societarie inerenti
al Tempio.
Delle Ugbabtu sappiamo poco.
Avevano quasi tutte le stesse
caratteristiche delle Naditu,
potevano possedere terreni,
officiare rituali, e sembra che
avessero anche l’incarico di
annullare i sortilegi e le magie.
Sia le Naditu che le Ugbabtu, in
età anziana, potevano adottare
un’altra sacerdotessa con un
atto formale. In questo modo i
possedimenti della ‘madre’
passavano alla ‘figlia’ alla
morte. La ‘figlia’ per contro
aveva l’obbligo di prendersi
cura della ‘madre’ in malattia e
in vecchiaia.
Le sacerdotesse che
rimanevano nel chiostro erano
chiamate Kulmashitu. Loro
potevano cantare inni nelle
funzioni rituali, ma non
officiare i riti. Potevano
sposarsi e avere figli, ma la
maggior parte, come molte
Naditu, sceglievano il celibato.
Le Kulmashitu potevano essere
occasionalmente ammesse al
tempio, in quel caso
diventavano Naditu. Potevano
possedere terreni e case, ma in
genere erano meno ricche
delle Naditu.
Un altro grado di sacerdozio
era quello delle Qadishtu. Esse
non erano molto ricche, era
permesso loro avere pochi
possedimenti, le loro doti,
all’ingresso alla vita
sacerdotale, erano più
modeste. Le Qadishtu non
vivevano nel chiostro,
generalmente vivevano ai bordi
esterni del complesso
sacerdotale.
Le Shagitu erano le ‘giovani’
31
sacerdotesse. In genere erano
le sorelle minori delle Naditu,
non potevano officiare riti e
spesso erano le seconde mogli
dei mariti delle sacerdotesse
Naditu. La dote delle Shagitu
era povera, generalmente
consisteva in uno schiavo (o
schiava), un militare, e alcuni
utensili per il tempio o per la
casa dove avrebbero vissuto.
In linea generale le
sacerdotesse erano
considerate una ricchezza per
lo stato, sia materiale che
spirituale. Con le loro funzioni
amministrative all’interno del
tempio e del chiostro esse
avevano una notevole
importanza. Mentre infatti le
donne normali catturate in una
città conquistata venivano
sempre vendute come schiave,
le sacerdotesse catturate
venivano generalmente
accompagnate ai templi dove dio o della dea del tempio,
potevano servire una Naditu o diventando prima Shagitu e poi
una Kulmashitu, o addirittura Kulmashitu o Naditu.
abbracciare il sacerdozio del
32
33
ARCHEOLOGIA BOSNIACA
FABIO GARUTI
Ormai le discussioni in merito
alla Piramide di Visoko, in Bosnia (anche ribattezzata Piramide del Sole) sono giunte a
un punto che suscita interesse
sotto diversi punti di vista.
Questa che all’apparenza sembra una grande collina naturale, sorge nei pressi della cittadina di Visoko, in Bosnia, lungo
il fiume Bosna e alla confluenza con il fiume Fojinicka. Si
tratta di un particolare sempre
poco considerato, ma che potrebbe avere una propria interessante valenza.
Alta circa 213 metri, la collina
ha indubbiamente la forma di
una piramide, anche se tale
considerazione è stata osteggiata a lungo. Trattandosi di un
edificio eventualmente gigan-
tesco, e soprattutto Europeo,
la vicenda ha avuto una notevole eco, tanto da dividere le
opinioni di ricercatrici e ricercatori. Personalmente sono
convinto si tratti di una piramide, certamente opera
dell’uomo, che presenta caratteristiche molto ma molto particolari. Vediamole.
- Rispetto ai grandi siti piramidali, Visoko è un qualcosa di
diverso. Si tratta con ogni probabilità di una collina naturale,
ma rimodellata e ricoperta di
lastroni in materiale pietroso
(certamente squadrati
dall’uomo) tanto da formare
una vera e propria piramide.
Le immagini relative agli scavi
non lasciano dubbi in merito.
Non ha senso ricoprire una col34
lina naturale in modo da lasciarle la forma piramidale, oltretutto in modo talmente perfetto da giungere fino ai nostri
giorni.
- Lastroni simili sono stati reperiti anche altrove in territorio
bosniaco, senza che la popolazione locale abbia la minima
idea della loro origine e del loro utilizzo. Io stesso ho potuto
visionare immagini in tal senso
assai esplicative. A cosa altro
possono servire dei lastroni in
pietra se non a “rimodellare”
qualcosa?
Che funzione poteva avere
questa immensa piramide?
Non è facile dirlo, ma data la
mole e il lavoro occorso, dubito si tratti di un edificio esclusivamente a scopo votivo o fu-
nerario; anche perché anche in
questo caso abbiamo
un’imponente presenza del
fattore - acqua, come in tutti i
più grandi siti piramidali.
Ormai è innegabile uno spostamento di fatto delle analisi e
dei confronti archeologici più
su base planetaria che non sul
singolo sito. Troppe le coincidenze, diretta conseguenza di
incongruenze non più difendibili, che ci portano a dover
constatare “raccordi antichissimi” fino ad ora sottovalutati o
ignorati. Tale nuovo modo di
concepire l’archeologia, a livello di siti megalitici, di siti piramidali e di reperti di ogni genere, va gestito e analizzato,
soprattutto stante un clamoroso, e quindi assordante, silenzio pressoché totale
dell’archeologia “ufficiale”.
Non è una questione di oggi, ci
mancherebbe altro, ma possiamo affermare a ragion veduta
che essa si arricchisce ogni
giorno di più di ulteriori elementi. Se l’analisi comparativa
dei tre grandi siti piramidali di
Teotihuacan in Messico, di Giza
La stele della foresta bosniaca
35
in Egitto e di Xian in Cina ci
consegna un progetto omologo e teso a creare un anello
perfetto attorno al nostro Pianeta (Teoria della Mappatura
Terrestre delle Piramidi), eliminando di fatto ogni possibile
deriva di stampo “localistico”
su detti siti unici sul pianeta e
posti su una medesima circonferenza, è anche vero che possiamo ricavare ulteriori conferme a un assunto del genere da
reperti che quotidianamente ci
vengono segnalati.
È proprio il caso di una magnifica stele, segnalatami dal Sig.
Carmine Barisano (che qui
pubblicamente ringrazio di
cuore), valente ricercatore archeologico, ed esperto di
“Archeologia Bosniaca” nonché
di tematiche a ciò collegate. La
Bosnia, credetemi, ha molto da
offrire in termini di “resa archeologica”, basti pensare proprio alla citata Piramide di Visoko.
Dicevo la stele, di cui allego
un’immagine inviatami appunto dal citato ricercatore, scoperta in piena foresta, non distante, ma neanche vicinissima, a Visoko appunto, alta circa sei metri e su cui la gente
del luogo non ha alcuna precisa memoria. A proposito di
stele, va considerato anche il
fatto che reperti del genere sono stati reperiti su entrambe le
sponde dell’Adriatico. In Puglia, e precisamente nel territorio della Capitanata
(Provincia di Foggia) stele e reperti simili vengono scoperti
abbastanza frequentemente,
benché di dimensioni molto
più contenute. Fregi e decorazioni talvolta coincidono, incentivando così ulteriori spunti
di riflessione.
Un reperto eccezionale quello
bosniaco, dicevamo, per svariati motivi, di cui nessuno banale, tutt’altro.
- La Stele è sormontata da una
piramide, la cui base, in cima
alla stessa, deborda chiaramente, proprio per evidenziare
tale concetto. Che si tratti della
riproduzione di una piramide è
oggettivo, e il particolare ci risulta particolarmente gradito
nell’ottica della conoscenza di
tale tipo di edifici, soprattutto
per quanto attiene alla considerazione che le piramidi erano ben conosciute, da sempre
e anche in territorio europeo.
Le immagini parlano chiaro.
- Tra raffigurazioni apparentemente incomprensibili (testa di
animale, cerchi concentrici,
fiori), una è per noi particolarmente interessante: si tratta di
figure che, per conformazione,
struttura, raffronti con centinaia di immagini similari, non
lasciano spazio a soverchi dubbi (peraltro sempre doverosi):
sono con ogni probabilità raffigurazioni collegate a pannocchie di mais.
- Ovviamente tale parere è stato suffragato da esperti del
settore, tra cui una biologa napoletana che vuole conservare
l'anonimato, ma che mi ha dettagliatamente relazionato in
merito. Ovviamente ciò sottende una doverosa considerazione: il Mais proviene dal Centro
America, per cui si ipotizza un
passaggio, o almeno il ricordo
di esso, tra questi due continenti. Difficile dare una datazione precisa al tutto, ma, dato
anche l'oblio in cui il reperto è
immerso, certamente assai a
ritroso nel tempo. Se ne ricava
anche una conferma a considerazioni “planetarie” assolutamente impensabili, se consideriamo che siamo in un periodo
che, a detta della “ufficialità”,
vede solo uomini primitivi e
rari insediamenti stanziali.
Un collegamento tra Centro
America ed Europa è comunque straordinario, anche se
proprio la riproduzione dei cerchi concentrici, peraltro ben
presenti anch’essi in gran numero sulla stele, collega non
solo Centro America ed Europa, ma addirittura tutto il mondo.
L’importante è che questa nuova “visione“ dell’archeologia
venga non dico asseverata
all’istante, ma almeno, e finalmente, presa nella dovuta considerazione, anche perché ormai gli aggiornamenti sono
all’ordine del giorno. Anche
per quanto attiene a visioni
tecnologiche derivanti dal passato, su cui le discussioni sono
ovviamente molto accese, va a
mio avviso fatta una considerazione di ordine metodologico.
Proprio a proposito del mais, e
della sua "apparizione improvvisa e inspiegabile" parecchie
migliaia di anni fa,
(assolutamente mai ben spiegata dalla botanica), credo vada fatta una considerazione:
L’autore dell’articolo
36
con l'immagine di una radiolina effigiata 12.000 anni fa, ben
pochi crederanno
all’autenticità della cosa.
L’attenzione si focalizza, infatti,
non sui due oggetti simili, bensì sul loro confronto, propendendo automaticamente per la
loro diversità. Ma ove venga
scoperto un reperto identico
allora e oggi (ed entrambi sono
sconosciuti ai più) penso che la
questione cambi, e anche di
parecchio.
spesso abbiamo parlato di reperti che possono essere collegati a una realtà tecnologica
nell'antichità, dal momento
che ne ritroviamo, o crediamo
di ritrovarne, tracce anche nella nostra. Facile obiettare, come spesso è accaduto, che si
tratti di abbagli, di sviste, di affermazioni non verificabili (e
mi riferisco a lampadine, batterie, cavi, materiali isolanti
eccetera...). Ma se a un certo
punto, dico io, si scoprisse un
qualcosa che risalga a migliaia
e migliaia di anni fa, che sia
stato imitato dalla nostra super
tecnologica civiltà, e di cui sia
ben poco conosciuta, se non
ignorata, anche la "versione
attuale", oltre ovviamente a
quella "antica", come la metteremmo? Diventerebbe difficile
negare la stretta correlazione
tra due realtà sconosciute ai
più, dato che mancherebbe ogni "condizionamento attuale"
oltre a ogni automatico e caratterizzante raffronto.
Se comparo una radio attuale
Fabio Garuti
LA PREISTORIA ATOMICA
Lungo la Linea di Orione
ISBN 9788897621232
Anguana Edizioni
Alcuni siti archeologici completamente dimenticati ed altri molto famosi.
Le prove inequivocabili di un antichissimo utilizzo dell’energia atomica per
usi biogenetici, con conseguenze che
riguardano quotidianamente anche la
nostra vita. Le testimonianze di tutto ciò in alcuni tra i più famosi siti archeologici del pianeta, vero e proprio ponte tra questa civiltà antica ed assai sviluppata e il nostro tempo. Tecnologie ancora oggi molto attuali ed incredibilmente ancora utilizzate. Ma anche la memoria di tutta questa attività atomica, trasmessa attraverso incisioni rupestri, disegni, sculture e grandiosi gruppi megalitici famosissimi nel mondo, tra cui Stonehenge.
Ciascun aspetto della conoscenza Egizia, Maya e Cinese sembra
essere stato completo fin dall'inizio, non c’e’ alcun segno di un
periodo di evoluzione; le realizzazioni compiute dalle dinastie
più antiche non furono mai superate o eguagliate in seguito.
Come può una civiltà complessa sbocciare all'improvviso in tutto il proprio splendore? Ogni cosa era perfetta già dall'inizio. La
soluzione del mistero e’ evidente: le civiltà Egizia, Maya e Cinese non furono un’evoluzione del passato, bensì un’eredita’, o
meglio un ricordo, di esso.
37
L'ARCANGELO MICHELE DEL GARGANO,
FATIMA E LA DIMETILTRIPTAMINA
ROBERTO BOMMARITO
È la sua iconografia, soprattutto, a rendere l'arcangelo Michele tanto conosciuto, anche
fra coloro che non professano
la fede religiosa. L’arcangelo,
infatti, viene spesso rappresentato nell’atto decisivo di sconfiggere il Drago. Il grande rettile viene interpretato come sinonimo di Satana, anche se
un’interpretazione simbolica
più ampia potrebbe svelarci
che il Drago è anche rappresentativo delle pulsioni umane
più ataviche, quelle legate agli
istinti di sopravvivenza, come
la paura. All’interno del discorso esoterico, emozioni come
per l’appunto la paura, essendo legate alla sopravvivenza e
38
ai bisogni più immediati, sono
quelle che tengono schiava la
mente. Le impediscono, in pratica, di sintonizzarsi – proprio
come un televisore – sui canali
che le permettono la ricezione
di forze più sottili, per mezzo
della liberazione
nell’organismo di molecole come la dimetiltriptamina (DMT)
che, come indicato ad esempio
dagli studi dello psichiatra Rick
Strassman, agiscono sulla
ghiandola pineale.
Nelle profezie di Fatima, anche
se l’arcangelo non viene identificato come tale, si parla comunque di un angelo con una
spada infuocata. Nella versione
del terzo segreto reso pubblico
dalla Chiesa leggiamo:
«Dopo le due parti che già ho
esposto, abbiamo visto al lato
sinistro di Nostra Signora un
poco più in alto un Angelo con
una spada di fuoco nella mano
sinistra; scintillando emetteva
grandi fiamme che sembrava
dovessero incendiare il mondo
intero; ma si spegnevano al
contatto dello splendore che
Nostra Signora emanava dalla
sua mano destra verso di lui:
l’Angelo indicando la terra con
la mano destra, con voce forte
disse: Penitenza, Penitenza,
Penitenza!»
Ma le sue apparizioni si riscontrano anche sul territorio italiano. In località Monte
Sant’Angelo sul Gargano ap-
39
parve diverse volte. Le prime
apparizioni, avvenute
all’interno di una grotta, risalgono al V secolo durante il
pontificato di papa Gelasio
(492-496).
A questo punto si entra nel
mondo del mito e delle leggende e quanto segue va interpretato, ovviamente, secondo
quest’ottica.
Si narra che un ricco proprietario di bestiame schioccò una
freccia all’interno della grotta.
Questa ritornò indietro, spaventando lui e i suoi uomini. Il
vescovo Lorenzo Maiorano
prese la situazione in mano, o
per lo meno ci provò a suo modo, ordinando a tutti di far di-
giuno per tre giorni. Si sperava
di capire il significato di quello
che era successo. Le preghiere
vennero ascoltate. Trascorsi i
tre giorni, il vescovo ebbe un
sogno nel quale apparve
l’Arcangelo Michele che gli disse di edificare una chiesa in
quel posto per diffondere la
religione cristiana. Dopo molte
esitazioni (e una seconda apparizione), gli abitanti, seguendo il vescovo, decisero di entrare nella grotta, trovandoci
all’interno una cappella naturale. Sull’altare ricoperto da
una tovaglia rossa splendeva
nifestò in diversi modi, ma spe- che decisero le sorti di diverse
una croce di cristallo. Negli an- cialmente attraverso agenti na- battaglie, ad esempio contro i
ni a seguire, l’arcangelo si ma- turali come nebbie e forti venti Goti e i Bizantini.
Quella dell’arcangelo Michele
è una figura importante, non
solo per il suo simbolismo cristiano ma anche come archetipo la cui funzione nelle dinamiche della mente umana è
quella del potere esercitato
sulle emozioni e sui sentimenti
fuori controllo, caotici, che impediscono all’individuo di sviluppare il proprio potenziale
umano.
Fonti
Cecilia Gatto Trocchi, Le più belle
leggende popolari italiane, Newton
& Compton Editori, 2002
40
NON SOLO
ZOMBIE E
BASTA
MIRKO GIACCHETTI
Vi ricordate ancora di tutte
quelle ore passate a spulciare la
Divina Commedia? Quante volte avete tentato di estrarre un
senso compiuto da quelle terzine, per colarlo entro i confini di
un italiano più moderno? Vi avranno detto che era un buon
esercizio e ne avreste tratto dei
sicuri benefici, ma questa rassicurazione vi suonava un po’ fasulla quando interrogavate il
41
dizionario e quello vi rispondeva in una maniera più sibillina
dell’oracolo di Delfi. Inoltre, come giustificare quello studio
matto e disperato del gossip,
mascherato da Storia, di Firenze
del 1300, per individuare tutti i
possibili riferimenti inseriti e le
varie allusioni indirizzate contro
chi aveva esiliato il poeta Dante
Alighieri?
Un’opera che ha più di settecento anni non è certo un esempio di modernità; se cercate
bene ha qualche contenuto interessante, ma non regge al
confronto con i prodotti del nostro tempo. I morti di Dante sono solo un’anima e devono aspettare l’Apocalisse per tornare a indossare le spoglie mortali, inoltre sono confinati
all’Inferno e quindi uno deve
andare pure a cercarseli! Nella
nostra epoca siamo riusciti a far
di meglio; se i morti ritornano, li
chiamiamo zombie, non sono
anime ma corpi ancora prima
del giudizio universale e si possono trovare comodamente
sotto casa, senza dovere intraprendere strani viaggi.
All’epoca di Dante un’anima amareggiata e sconfitta dai propri peccati poteva terrorizzare e
ammonire i vivi, mentre oggi i
vivi si rispecchiano nei corpi
senz’anima, ma questo è un al-
tro discorso…
Eppure esiste un collegamento
tra queste due dimensioni così
distanti. Vi state chiedendo cosa accomuna l’horror e la
poesia? Semplice, proprio
l’autore della Divina Commedia,
Dante Alighieri! Vi sembra una
forzatura? La Divina Commedia,
almeno nell’Inferno, era un racconto dell’orrore che mostrava
le conseguenze e le punizioni
per chi viveva un’esistenza distante dal “cammin” cristiano,
mentre i moderni film e telefilm
con protagonisti gli zombie, cercano di mostrare cos’è l’uomo
senza una società e come sia
facile smarrire il cammino verso
l’umanità. In settecento anni
molte cose sono cambiate, ma
sono convinto che, con toni e
contenuti diversi, la finalità sia
la stessa. Come molti, anch’io
ho letto sui banchi di scuola le
terzine e della “trilogia” ho preferito il capitolo iniziale:
l’Inferno. La bravura con cui
Dante ha descritto l’aldilà mi ha
sempre affascinato, talvolta ho
pensato che i morti li avesse visti veramente…
In “Exilium. L’inferno di Dante”,
la fantasia e la preparazione di
Kim Paffenroth hanno dato vita
a una storia che rende concreto
quello che è sempre stato un
sospetto; il romanzo descrive
una parte dell’esilio del poeta,
quella in cui viaggiò troppo verso est e si ritrovò non in una
selva oscura, ma in una terra
infestata da zombie. Molti di voi
penseranno che, siccome è il
momento del morto vivente,
l’autore si sia accodato e abbia
dato origine a un'altra copia in-
fedele. Niente di più sbagliato,
poiché il romanzo fu scritto in
tempi non sospetti e Paffenroth
è un professore di studi religiosi, un profondo conoscitore del
pensiero di Sant’Agostino, che
ha pubblicato diversi saggi di
teologia. Questi studi comunque non gli hanno impedito di
rivolgere la sua attenzione a un
altro tipo di cultura: l’horror,
con particolare attenzione per
gli zombie. Soggetti al centro di
alcuni saggi dell’autore e altre
opere letterarie.
Exilium, quindi, è il punto
d’incontro tra gli interessi di
Paffenroth.
Quindi niente poeta karateca al
centro di un ricco buffet di zombie. Non è un clone di Ash de
“L’armata delle tenebre” e non
ha neppure una caratteristica in
comune con l’agente Rick Grimes di “The Walking Dead”.
Nel viaggio fantastico, ma non
ultraterreno, compiuto dai protagonisti nelle pagine di Exilium,
Dante non è una semplice stratificazione di nozioni o un manichino imbottito di cultura che
stenta a diventare un personaggio. Dante è vivo, almeno quanto può esserlo un protagonista
di un romanzo.
La trama ricalca lo schema “on
the road”, dove la vera salvezza
non è l’arrivo alla meta, ma
l’avere intrapreso un viaggio
per raggiungerla. Dante non sarà solo, con lui altri personaggi
cercheranno di salvarsi. Nel presentarli, per cavalleria iniziamo
con Bogdana, una donna che
può sfuggire a una vita incastrata tra la miseria e la paura, il cavaliere Radovan in cerca di una
42
giusta causa da servire, infine
Adam, un uomo a capo di uno
strano ordine religioso che incontra il mondo fuori dalle mura del convento.
In questo viaggio si susseguono
situazioni in cui, senza distinzioni di sorta, uomini e zombie sono puniti per i loro desideri e
restano intrappolati in
un’esistenza senza speranza.
Secondo la finzione del romanzo, tutto ciò che Dante sperimenta sarà la base da cui nascerà la Divina Commedia.
Un romanzo adatto a tutti gli
appassionati del genere e non
solo; sia per chi conosce tutto
del Sommo Poeta, che avrà il
piacere di incontrare un personaggio molto simile all'originale
e sia per quelli che, come me,
ne hanno un pessimo ricordo
scolastico.
In fondo potrebbe anche essere
l'occasione per riappacificarsi e
apprezzare l'uomo e il poeta
Dante Alighieri.
Exilium, inoltre è anche al centro di un’iniziativa
dell’associazione culturale Nero
Cafè che, in seguito al successo
della prima edizione e
l’imminente ristampa, con una
veste grafica rivisitata, ha indetto il concorso “Exilium Extended”(qui il regolamento http://
nerocafe.net/concorsi/exiliumextended/); una selezione letteraria di racconti di genere
horror che abbiano come tema
l’ambientazione o i personaggi
del romanzo. Il racconto vincitore verrà pubblicato in formato
digitale in calce alla versione
ebook di Exilium, la cui uscita è
prevista per gennaio 2014.
LA STATUA DELLA LIBERTÀ
ARCHETIPO LUCIFERINO PER ECCELLENZA
RICERCA E ANALISI SIMBOLICA
ROBERTO BOMMARITO
Costruita tra il 1880-1886, la
statua progettata da Frédéric
Auguste Bartholdi e Gustave
Eiffel è oggi una delle icone
culturali più note del mondo.
Tanto nota che, prendendola
per scontato come spesso accade in questi casi, in pochi si
soffermano a domandarsi se
ciò che stanno vedendo con i
propri occhi corrisponda davvero alla descrizione offerta
dalla narrativa popolare.
Nel seguente articolo si esaminerà la possibilità che la Statua
della Libertà rappresenti l'archetipo luciferino.
Importante premessa: ai fini di
questa analisi, Lucifero non
verrà trattato come figura spirituale negativa, così come apparirebbe agli occhi di una tradizione exoterica cristiana come quella cattolica. Lucifero
verrà invece considerato secondo l'approccio esoterico,
ovvero come una delle tante
forze in gioco nell'animo umano, ben distinta fra l'altro da
quella dell'oppositore e avversario Satana. Se quest'ultimo è
il principe delle tenebre, Lucifero nella grammatica esoterica è al contrario colui che porta la luce.
I luciferici
L'appellativo “Lucifero” racchiude in sé la funzione dell'archetipo spirituale al quale si
riferisce. La parola latina lucifer
deriva da lux (luce) e ferre
(portare). Lucifero significa
quindi “colui che porta la luce”.
Il latino lucifer è a sua volta una traduzione precisa della parola greca phosphoros. Anche
in questo caso, la parola phosphoros ha come significato
quella di “portatore di luce”,
essendo costituita da phos
(luce) e pherein (portare).
Fosforo (o Eosforo) veniva ri43
tratto come un bambino nudo
con una torcia stretta in mano,
simbologia questa che possiamo riscontrare anche nella figura di Prometeo o, più recentemente, in quella della Statua
della Libertà. In ogni caso abbiamo la fiamma della ragione
- la conoscenza - che illumina
l'oblio dell'ignoranza.
Del culto romano di Lucifer
non sappiamo purtroppo nulla.
Eppure in qualità di “portatore
di luce” - ovvero di conoscenza
- altre divinità del pantheon
pagano venivano anch'esse definite “lucifere”. Fra queste abbiamo Prometeo, Venere e
Giunone. Iside, strettamente
collegata alle origini della Sophia (la Sapienza di Dio), è
anch'essa componente dell'archetipo luciferino. Diana, dal
canto suo, veniva spesso chiamata Diana lucifera, ossia
“Diana portatrice di luce”.
Nella cultura popolare, trovia-
Prometeo ruba il fuoco, Heinrich Friedrich Füger (1817)
mo la torcia presente nel logo
della Columbia Pictures. Conosciuta come The Columbia
Lady, la donna dell'immagine
appare avvolta in una tunica
che rimanda per l'appunto alle
diverse divinità lucifere portatrici di conoscenza.
Secondo la tradizione esoterica, i luciferici sono una classe
di spiriti che hanno influenzato
pesantemente l'evoluzione
dell'essere umano. Il mistico
Max Heindel, nell'importante
opera La Cosmogonia dei Rosacroce, spiega come gli Spiriti
Luciferici fossero «ad un grado
intermedio fra gli uomini che
possiedono un cervello e gli
Angeli che non ne hanno bisogno: in breve, essi erano semidei.»
E continua:
…nell'ultima parte dell'Epoca
Lemuriana, l'uomo non vedeva
il Mondo Fisico come lo vediamo al presente […] Egli possedeva […] una coscienza di visione interna, ma era inconsapevole del mondo esterno.
La donna, molto più che l'uomo, era turbata dall'intuizione
di un mondo - quello materiale
- che non riusciva a percepire
del tutto.
Gli Spiriti Luciferici risolsero
per lei il problema «aprendole
gli occhi». Le rivelarono il proprio corpo e quello dell'uomo e
le insegnarono come, unendosi, avrebbero potuto vincere la
morte creando dei nuovi corpi.
Così la morte non avrebbe potuto toccarli poiché essi, come
Jehovah, sarebbero stati capaci di creare a Volontà.
Lucifero aprì dunque gli occhi
della donna. Ella cercò l'aiuto
dell'uomo e, a sua volta, gli a-
Logo della Columbia Pictures
44
prì gli occhi. Così in un modo
reale, benché oscuro, essi si conobbero, o meglio divennero
consci uno dell'altro e anche
del Mondo Fisico.
Come ogni altra cosa, però, la
conoscenza è una lama a doppio taglio:
Divennero pure consci della
morte e del dolore, impararono a far differenza fra l'uomo
interiore e la veste esteriore
che egli porta e rinnova ogni
volta che deve fare un passo
avanti nell'evoluzione.
La percezione del dolore - e
Max Heindel (1865-1919)
quindi il ruolo degli Spiriti Luciferici - fu indispensabile in
quanto, solo grazie a loro, gli
esseri umani: «Cessarono di
essere degli automi e divennero esseri liberi e pensanti, accettando la schiavitù del dolore, della malattia e della morte.»
È sempre lo stesso tema quindi
- sia che si parli di Lucifero o di
divinità oppure di Spiriti Luciferici - a determinare la matrice
luciferica. Ovvero, l'evoluzione
dell'Uomo sia come specie che
come individuo attraverso
l'acquisizione della conoscenza, al prezzo della sofferenza a
essa intimamente legata.
È altresì fondamentale notare
come l'appellativo Lucifer (o
Phosphoros) abbia un equivalente astroteologico. Lucifer
era l'appellativo del pianeta
Venere. L'astro, infatti, precede nel cielo il sorgere del sole.
Venere è quindi il pianeta che
“porta la luce.” Sempre per la
stessa ragione, altri epiteti di
Venere sono “Torcia dell'Aurora” e, soprattutto, “Stella del
mattino.”
mina il mondo.
La statua, alta ben 93 metri
che domina la baia di New
York, è caratterizzata principalmente dalla fiaccola, dal Libro
della legge tenuto stretto nella
mano sinistra, dai raggi che le
incoronano il capo e dalle catene spezzate ai piedi.
Secondo la descrizione ufficiale, quella che vediamo sarebbe
una donna che rende, stando
alle parole del progettista Bartholdi, “gloria alla libertà e alla
Repubblica, nella speranza che
questi valori non muoiano.”
Bartholdi si sarebbe ispirato
alla scultura marmorea La libertà della Poesia, eseguita da
La Statua della Libertà
Pio Fedi fra il 1870 e il 1883.
Situata nella basilica di Santa
Altro nome della famosissima Croce, l'opera fa parte del moStatua della Libertà, nome me- numento funebre a Giovan
no noto che la ricollega ai sud- Battista Niccolini.
detti concetti di libertà e illu- Non c'è ragione di dubitare
minazione, è La libertà che illu- che quest'opera abbia ispirato
Bartholdi, dato che l'impostazione del corpo si sposa alla
perfezione con la struttura della Statua della Libertà.
Eppure quest'ultima rivela a un
occhio attento tutta una serie
di dettagli aggiuntivi che sembrerebbero indicare altri livelli
di lettura più profondi, dettagli
paradossalmente nascosti in
piena vista, accessibili esclusivamente a coloro che conoscono la sintassi esoterica.
Prima di procedere è importante sottolineare ciò che viene affermato dalla Gran Loggia
Autonoma Delle Calabrie:
L’origine massonica della Statua della Libertà è fuor di dubLucifero, illustrazione a opera di Gino
bio: fu, specificamente, un rede' Bini (1887)
45
Libertà della Poesia
galo della massonica Francia
alla massonica America, copia
dell’icona che campeggia sulla
Senna. Secondo la mitologia
massonica, le Statue della Libertà simboleggiano la Regina
Semiramide e Iside. Il Sole che
circonda il capo della Statua è
anch’esso un simbolo di origine
ermetica: il quale, peraltro, è
stato a lungo sotto gli occhi degli italiani, sui vessilli dei massonicissimi Partito Socialista e
Partito Social Democratico insieme al Libro della Legge,
che peraltro entrambe le Statue della Libertà reggono in
mano. La torcia simboleggia
l’illuminazione, la Luce, la Conoscenza: è un segno della Tradizione Primordiale e Unica.
Ciò conferma oltre ogni ombra
di dubbio, qualora ce ne fosse
davvero bisogno, il simbolismo
di carattere esoterico dell'opera di Bartholdi.
Per di più, come abbiamo visto
in precedenza, Iside rientra nel
cerchio dell'archetipo luciferino.
Finora abbiamo quindi preso in
considerazione due descrizioni
diverse della Statua della Libertà. La prima, quella ufficiale, si limita a descriverla come
simbolo della democrazia americana, facendo riferimento alla dea romana Libertas. La seconda, meno conosciuta se
non in ambito massonico, la
identifica invece con le figure
di Iside e della Regina Semira-
mide, leggendaria regina di Babilonia, conquistatrice di terre
e governatrice.
Ma è tutto qua o c'è dell'altro?
Il viso della statua dovrebbe
rappresentare quello della madre di Bartholdi. Eppure, se lo
osserviamo da vicino, vediamo
che i tratti sono molto più vicini a quelli di un volto maschile
che non a quelli di uno tipicamente femminile.
Stando ad alcuni siti internet
americani d'ispirazione
evangelico-cristiana, infatti,
l'intento di Bartholdi sarebbe
stato in realtà quello di rappresentare Lucifero.
Volto della Statua della Libertà (1886)
46
Semiramide
Osservandolo da vicino, il volto
della Statua della Libertà mostrerebbe in effetti alcune caratteristiche tipiche di quello di
un uomo. La fronte non solo
appare inclinata obliquamente
ma possiede la sporgenza ossea all'altezza delle sopracciglia che definisce di norma i
volti di sesso maschile.
La grandezza del naso in relazione al resto del volto sembrerebbe essere un'altra indicazione che abbiamo a che fare con un volto maschile, non
femminile. Altre caratteristiche
maschili del volto della statua
sarebbero: le guance scavate spesso le guance delle donne
presentano più grasso sottocutaneo rispetto a quelle degli
uomini -; le folte sopracciglia; e
la distanza fra il labbro e la base del naso, che di norma nelle
donne è più breve e questo
contribuisce alla forma più
tondeggiante del viso femminile.
Alla luce di queste osservazioni, non è possibile scartare l'ipotesi che il volto di questione
sia davvero quello di un uomo.
Ciononostante, possiamo ve-
Differenza fra la tipica fronte maschile e quella femminile
dere chiaramente che la statua
possiede anche il seno, ovvia
caratteristica anatomica femminile.
La Statua della Libertà sembrerebbe quindi essere androgina.
Androgino lo è anche, per lo
meno in alcune rappresentazioni, Lucifero. Ma non è il solo. Anche Venere, archetipo
luciferino, veniva in alcuni casi
ritratta nella cultura greca con
la barba. Femminile nella parte
inferiore, maschile in quella
superiore, in questi casi ci si
riferisce a essa come “Venere
priapea”. Nell'antichità era cosa comune, in effetti, dare alle
divinità una natura androgina,
così come sottolinea Plutarco
riferendosi alla luna:
Gli egiziani chiamano quindi la
Luna «madre del cosmo», e le
attribuiscono una natura androgina: fecondata e resa gravida dal Sole, infatti, essa rilascia ancora nell’aria degli elementi germinali, e li dissemina.
In ultima analisi possiamo
quindi affermare che la Statua
della Libertà rappresenta non
tanto Lucifero come entità a se
stante. Ma è simbolo invece
dell'archetipo luciferino, un archetipo ampio che include tante diverse divinità, tutte con
caratteristiche sia estetiche sia
simboliche simili.
47
La vera identità della struttura
sarà pure stata occultata, quindi: ma il suo significato esoterico rimane vicino a quello sottolineato dal nome con cui è
più popolarmente nota.
Portatore di luce, portatore di
conoscenza e libertà, l'archetipo luciferino continuerà in ogni modo, probabilmente ancora per molto tempo, a specchiarsi nelle acque della Grande Mela.
Fonti
GRAN LOGGIA AUTONOMA DELLE CALABRIE, La presenza della
massoneria nella vita quotidiana,
agosto/2013, http://
www.gladc.it/letturecur.htm
M. HEINDEL, La Cosmogonia dei
Rosacroce, Verona, Edizioni del
Cigno, 2005
M.P. HALL, The Secret Teachings
of all Ages, Radford, Wilder Publications, 2009
O. RHYN, Mysteria, History of the
Secret Doctrines and Mystic Rites
of Ancient Religions and Medieval and Modern Secret Orders,
New York, J. Fitzgerald & co.,
1895
R. STEINER, Influssi luciferici, arimanici, asurici (Conferenza di Rudolf Steiner del 1909)
ABDUCTION MILITARI
E TECNOLOGIA VRS
CRISTOFORO BARBATO
TECNOLOGIA VRS (Virtual Reality Scenario) nei Rapimenti Alieni
LE MILITARY ABDUCTIONS, UN
PROGRAMMA STATUNITENSE
SU MIGLIAIA DI VITTIME IGNARE
La task force dei rapimenti Impianti cerebrali, bio chip per la
realtà virtuale, proiezioni olografiche... È possibile che operazioni ed esperimenti segreti
vengano condotti nei paesi occidentali democratici sotto il
paravento di falsi sequestri alieni? Spesso resoconti e studi inerenti i rapimenti alieni sono
stati presentati da alcuni ricercatori in maniera incompleta,
focalizzando l'attenzione solo
su determinati aspetti. Comportamento ed omissioni, voluti o meno, che rappresentano
un ostacolo per la vera ricerca,
dato che resoconti censurati
non forniscono un quadro com-
pleto ed attendibile del fenomeno. Un esempio lampante
sono le cosiddette esperienze
virtuali note con il termine VRS
(Virtual Reality Scenario), ossia
scenari di realtà virtuale, indotti dall'esterno, e per il soggetto
praticamente indistinguibili dalla realtà oggettiva. L'individuo
può sperimentare una determinata situazione attraverso un
input sensoriale totale e reagire
con spontanee risposte fisiche
ed emotive, anche se nella realtà si trova sdraiato su di un lettino per esami clinici o sta dormendo nel suo letto senza ricevere alcun segnale esterno che
lo disturbi. Sebbene alcune esperienze possano essere state
scenario di realtà virtuale generate dagli alieni, come molti ufologi sostengono, altre attività
"secondarie" indicano chiaramente un coinvolgimento
dell'uomo. In tale contesto si
inserisce il recente studio con48
dotto dal professor Helmut
Lammer, rappresentante austriaco del centro ufologico americano MUFON, sulle MILAB
(Military Abductions) ovvero
falsi rapimenti alieni eseguiti, in
realtà, da militari. "Dobbiamo
cercare di comprendere - afferma Lammer - qual è il programma che si cela dietro il fenomeno delle abductions aliene e
qual è lo scopo delle MILAB. C'è
un forte interesse da parte dei
militari nello sviluppo di impianti cerebrali, bio-chip per la
realtà virtuale, proiezione di
immagini olografiche, dispositivi di occultamento ed armi che
alterano la mente". L'esistenza
di queste tecnologie, secondo
lo studioso, induce alle seguenti ipotesi: si stanno effettuando,
da anni, esperimenti segreti sugli esseri umani, tali esperimenti sono stati nascosti alle autorità di governo ed al pubblico,
finanziando progetti segreti.
Pertanto, se esistono le prove,
anche di un solo caso di personale militare coinvolto in scenari di rapimento, non è possibile liquidare facilmente quei
resoconti che accennino allo
stesso evento. Inoltre, se enti
governativi e militari sono davvero coinvolti segretamente in
tali operazioni, è d'obbligo effettuare ricerche molto più approfondite rispetto a quelle
condotte fino ad oggi. Nonostante tutto, gran parte degli
ufologi e studiosi "ufficiali"
non si sono dimostrati molto
entusiasti di affrontare eventuali violazioni dei diritti umani
da parte di apparati dell'establishment politico-militare,
probabilmente intimoriti da
eventuali rappresaglie personali che, come già registrato in
passato nella casistica ufologica, si verificano realmente.
Esperimenti di mind control
contro civili "Tutti quelli che si
rifiutano - prosegue Lammer di credere che siano stati compiuti degli esperimenti segreti
sulla gente, inclusi i bambini,
dovrebbero visionare i documenti comprovanti gli esperimenti effettuati dai servizi se-
greti militari prima, durante e
dopo la guerra fredda e che
sono ormai di dominio pubblico". Gli Stati Uniti e il Canada,
secondo lo studioso, non sono
stati gli unici Paesi a perpetrare tali atrocità: di recente la
stampa inglese ha riportato la
notizia che anche il Regno Unito, durante gli ultimi 40 anni,
ha condotto esperimenti segreti concernenti gli effetti delle radiazioni sugli esseri umani.
Alla nona conferenza annuale
di Orange County, California, lo
psichiatra canadese Colin Ross,
ha presentato un documento
ottenuto attraverso il FOIA
(Freedom of Information Act),
contenente le prove che la CIA
aveva segretamente condotto
ricerche sulla creazione di
"cavie manciù" fin dalla seconda Guerra Mondiale. Il dottor
Ross ed altre organizzazioni di
ricerca hanno incontrato i sopravvissuti di esperimenti che
includevano l'impiego di elettroshock, droghe, impianti cerebrali e deprivazione sensoriale. Alcuni soggetti erano stati rinchiusi in gabbie, costretti
al sonno forzato, ad abusi rituali e sessuali. Una volta sele49
zionate, le vittime sono state
ripetutamente usate quali
"animali umani da laboratorio"
per tutta la vita, in una serie di
esperimenti controllati e monitorati dall'esterno. Nel 1997 lo
ACHES-MC (Advocacy Committee for Human Experiment
Survivors-Mind Control), ovvero il Comitato legale per i sopravvissuti agli esperimenti di
controllo mentale sugli umani,
ha consegnato un videodocumento al Presidente Clinton ed al Primo Ministro canadese, in cui richiede un'udienza presidenziale e la declassificazione dei dati governativi relativi a presunti esperimenti di
controllo mentale. Tali esperimenti furono condotti su adulti e bambini inconsapevoli e
furono finanziati dal governo
degli Stati Uniti dal 1940 in poi.
Il video contiene, inoltre, le testimonianze dei sopravvissuti
(bambini e adulti) agli esperimenti, nonché le testimonianze di terapisti, psichiatri e psicologi. Stranamente, queste
vittime non riferiscono casi di
contatti alieni o UFO come
quelli delle MILAB, ma alcune
delle esperienze hanno molto
in comune sul tipo di controllo
mentale e di abusi descritti.
Questo breve scorcio di esperimenti segreti condotti sull'uomo supporta l'ipotesi MILAB di
operazioni segrete perpetrate
contro civili.
Possibili scopi delle MILAB Alla luce di queste nuove informazioni si può constatare come l'intero scenario delle abductions aliene/umane sia
molto più complesso di quanto
si credesse all'inizio. Esistono
prove evidenti che più di un
progetto umano sia inserito
nell'intricato fenomeno delle
abductions aliene. Ognuno di
questi programmi ha probabilmente un suo punto focale che
coinvolge presunti rapiti dagli
alieni. Credo che il primo gruppo sia interessato ad esperimenti sul controllo mentale e
comportamentale. Esistono
prove di esperimenti di deprivazione sensoriale, respirazione di liquidi, stimolazione elettromagnetica dei lobi temporali, ricerca sul cervello e innesto
di impianti. Il secondo gruppo
sembra interessato alla ricerca
genetica e biologica. Alcune
vittime di MILAB ricordano di
aver visto, nel corso dei loro
rapimenti in basi militari sotterranee, degli esseri umani in
contenitori pieni di liquido, e
animali geneticamente mutati
chiusi in gabbie. Bisognerebbe
sottolineare che alcuni soggetti prelevati dagli alieni, senza
contatti con militari, ricordano
scene simili all'interno degli
UFO. Il terzo gruppo invece
sembra essere una specie di
task force militare, operativa
fin dagli anni '80, e interessata
al fenomeno abductions
umano/alieno al fine di raccogliere informazioni a riguardo.
È possibile che i capi di questa
task force credano che alcune
abductions aliene siano vere e
che esse abbiano implicazioni
riguardanti la sicurezza nazionale. È altresì possibile che il
secondo e il terzo gruppo lavo-
rino insieme per condividere i
dati degli studi genetici sugli
addotti dagli alieni. Si può focalizzare ora l'attenzione sulle
esperienze degli addotti MILAB, quindi sulle persone rapite da personale militare, concernenti i contenitori ripieni di
liquido menzionati poc'anzi.
Molti degli addotti ricordano di
esservi stati posti. Secondo alcuni erano vuoti, per altri avevano all'interno degli alieni,
altri ricordano di averci visto
degli esseri umani. Alcuni dicono di essere stati costretti a respirare il liquido e di averlo vissuto come un'esperienza estremamente traumatica. Altri
ricordano di essere stati portati in strutture militari sotterranee e di aver visto persone tutte identiche, in lunghe file di
tubi di plastica o di vetro e
questo ha fatto pensare subito
a esperimenti di clonazione.
Tutto ciò potrebbe inserirsi in
un programma come: il mante-
50
nimento di esseri umani privi
di cervello quali "contenitori di
organi", oppure la creazione di
soldati immuni alle armi biologiche.
I Bio-chip cerebrali intelligenti
dell'USAF Molta gente è conscia del fatto che nel periodo
successivo alla guerra, fino agli
anni Settanta, furono effettuati
esperimenti segreti sul controllo della mente e del comportamento e sulla resistenza alle
radiazioni. Dovremmo domandarci se qualcuno ha interesse
ad effettuare esperimenti segreti anche oggi. Chi afferma
che i risultati di questo studio
sono solo spazzatura dovrebbe
visionare le ricerche declassificate dell'Aeronautica Militare
e tutti gli studi condotti sulle
armi non convenzionali.
Tutto ciò, in effetti, viene contemplato nel documento "Air
Force 2025" pubblicato di recente dall'Aeronautica Militare
statunitense (USAF), e più pre-
cisamente nella sezione intitolata "Information Operations:
A New War-Fighting Capability" (una nuova capacità di
combattimento in guerra), dove vengono presi in esame scenari tecnologico/bellici nel
2025. In questo rapporto gli
autori, militari ed esperti
dell'USAF, accennano alla possibilità di diffondere microscopici chip impiantati nel cervello, i quali svolgerebbero due
funzioni: il bio-chip impiantato
connetterebbe l'individuo ad
una rete di sistemi satellitari
integrati o smart satellites (IIC)
in orbita bassa attorno alla Terra, creando un'interfaccia tra la
persona impiantata e incredibili risorse informatiche. L'impianto rilascerebbe le informazioni elaborate dal IIC direttamente al cervello dell'utente; il
bio-chip potrebbe creare una
visualizzazione mentale
dell'ambiente circostante generata dal computer e basata
sulle richieste dell'utente. La
visualizzazione , sarebbe di
360°, non più limitata dal campo visivo umano, e permetterebbe al pilota di un aereo da
caccia di porsi in una "zona di
guerra" a lui perfettamente visibile. Inoltre, una vasta gamma di armi letali verrebbe collegata al sistema satellitare,
permettendo agli utenti impiantati, in possesso di autorizzazioni speciali (soldati cibernetici), di usare direttamente
queste armi. Questo significa
che un soldato potrebbe mantenere la vista nella maniera
normale, con in più una sfumatura di informazioni che identifichino e descrivano oggetti
specifici che non rientrano direttamente nel suo campo visivo. Potrebbe così valutare eventuali minacce e ordinare il
fuoco da una varietà di sistemi
d'arma, per affrontare e distruggere questi bersagli a distanza. Si può osservare da tali
studi militari che la ricerca segreta sulle human brainmachine (cervello umano/
macchina) e impianti di realtà
51
virtuale, è già stata intrapresa.
Armi per la manipolazione
mentale Gran parte di questi
documenti fanno riferimento a
istituti di ricerca militare e sono classificati. Visto che gli autori del testo scrivono che gli
"apparecchi da impianto" negli
umani suscitano problemi di
etica e di relazioni pubbliche,
dovremmo chiederci chi potrebbero essere le cavie per
questi progetti di ricerca futuristica. Un altro documento interessante, riguardante la
"Information Warfare", è classificato e solo i possessori di
autorizzazioni appropriate possono ottenerne copia dal Centro di Informazioni Tecniche di
Fort Belvoir, Virginia. Il fascicolo studia la proiezione di immagini olografiche, i dispositivi
di occultamento e mimetica
multispettrale che forniranno
ai militari capacità strategiche
incredibili. È questa la tecnologia più promettente, quella atta a creare ambienti fittizi che
un avversario potrebbe credere reali. Nel files, inoltre si afferma che nella ricerca per le
operazioni di PSYWAR (guerra
psichica) si tenta di influenzare
una persona bersaglio, proiettando immagini olografiche
che trasmettono l'effetto desiderato. Dovremmo domandarci ancora: chi sono gli avversari
e i bersagli dei test in questi
progetti di ricerca? Un recente
articolo pubblicato dall'U.S.
News and World Report, ha
rivelato che i militari americani
hanno sviluppato armi in grado
di alterare la mente tramite
manipolazioni acustiche, microonde e onde cerebrali che
alterano i modelli del sonno.
Fatto singolare, nell'articolo c'è
la foto di un elicottero militare
che punta un raggio di energia
verso una casa. Secondo un
rapporto del Pentagono, armi
acustiche e soniche possono
vibrare all'interno degli esseri
umani fino a tramortirli, causare nausea o perfino liquefare i
loro cervelli. All'inizio degli anni Ottanta il dottor Eldon Byrd
era a capo di uno strano progetto sulle armi elettromagnetiche. Gran parte delle sue ricerche venivano condotte
nell'Istituto di Ricerca Radiobiologica di Bethesda, Maryland. Il medico affermò che
sia lui che i suoi colleghi cercavano di rilevare le attività elettriche del cervello e il modo di
influenzarle. Byrd usava onde a
frequenze estremamente basse per stimolare il cervello, che
rilasciava così alcune sostanze
chimiche capaci di regolare il
comportamento umano. Questo sistema applicato agli uomini soggetti ai test provocava
immediatamente nausea e sintomi influenzali. Byrd non testò mai il suo macchinario sul
campo ed il progetto, originariamente previsto per la durata
di quattro anni, fu chiuso dopo
solo due. La tecnica funzionava, quindi sospettò che gli studi venissero continuati segretamente. Altri scienziati raccontarono esperienze simili.
"Si può desumere - dichiara il
professor Lammer - che tali
progetti segreti di ricerca militare, siano stati condotti come
studi sulla guerra biologica e
genetica. Se ipotizziamo che il
nucleo del fenomeno delle abductions aliene sia reale, il personale militare che si cela dietro questi progetti sarebbe interessato alla biologia aliena,
alla loro genetica e alle loro
procedure di controllo mentale. Visto che questa ricerca è
celata nell'ambito di progetti
altamente segreti, solo poche
persone saprebbero esattamente quello che sta accadendo". Un altro pericolo potrebbe essere rappresentato dalle
organizzazioni umanitarie che
52
cercano di portare a livello di
governo le denunce sulle atrocità commesse su esseri umani
nell'ambito delle ricerche genetiche segrete, in cui sono
coinvolti i militari. Tali progetti
sono programmi non riconosciuti ufficialmente e molti rappresentanti del governo non
ne sono neppure al corrente.
"Occorre precisare - dice Lammer - che la maggior parte delle vittime delle MILAB dichiara
di aver visto esseri alieni e personale militare lavorare fianco
a fianco. Queste affermazioni
andrebbero attentamente investigate. Abbiamo bisogno,
ovviamente, di ulteriori ricerche prima di poter definitivamente concludere che esseri
alieni e personale militare stiano collaborando".
Attività di elicotteri connessa
alle MILAB Gli studi indicano
che gli addotti delle MILAB sono spesso assillati da elicotteri
neri e senza insegne che volano attorno alle loro case. L'attività degli elicotteri associata
alle abductions UFO è aumentata, dagli anni '80 ad oggi. In
alcuni casi gli elicotteri sono
stati visti nelle vicinanze delle
case degli addotti solo poche
ore dopo un episodio di abduction. Possiamo stendere un
sommario in cinque punti delle
informazioni in nostro possesso sui movimenti dei misteriosi
elicotteri:
L'attività degli elicotteri iniziò
tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 e sembrava essere
connessa ai casi di mutilazione
animale.
In quel periodo, gli elicotteri
mostrarono solo un vago interesse verso le persone rapite
dagli alieni, apparendo occasionalmente dopo alcuni avvistamenti di UFO.
L'attività degli elicotteri neri
iniziò ad aumentare in relazione alle abductions aliene dagli
anni '80 in poi. Comunque, al
principio il fenomeno venne
riportato in prossimità di luoghi in cui furono rinvenuti animali mutilati, nel nord America.
Al momento, nei files di molti
ricercatori del fenomeno abductions del nord America, figurano alcuni casi di misteriosi
elicotteri neri.
In Inghilterra durante gli anni
'70 è stata riportata una forte
attività di elicotteri fantasma,
ma sembra che il loro interesse verso le mutilazioni animali
e gli addotti sia limitato al
nord America.
Molti addotti riportano delle
interazioni con il personale dei
servizi segreti dopo le apparizioni degli elicotteri neri. Le
MILAB comprendono i seguenti elementi:
- Attività di elicotteri neri senza
insegne.
- L'apparizione di strani furgoni
o veicoli nelle vicinanze delle
abitazioni degli addotti.
- Esposizione a campi magnetici che disorientano.
- Trasporto in strutture segrete
sotterranee dopo essere stati
drogati.
Di solito, in seguito ad abductions da parte dei militari, sono stati riscontrati effetti colla-
terali quali spossatezza e senso
di nausea. Ci sono anche delle
differenze nel modo di presentarsi dei rapitori: in molti casi
di abductions aliene gli ET attraversano muri e finestre
chiuse, oppure gli addotti percepiscono una strana presenza
nella stanza. Molti dicono di
venire paralizzati dal potere
mentale degli esseri alieni. Durante le MILAB, invece, gli addotti asseriscono che i rapitori
gli iniettano qualcosa e che,
durante le analisi, non vengono paralizzati, ma piuttosto legati ad un tavolo.
Impianti terrestri Fino ad oggi,
più di tre milioni di animali in
tutto il mondo sono stati impiantati con successo con dei
transponder Destron-Fearing.
Si tratta di un contrassegno di
identificazione a frequenza radio passiva, progettato per lavorare con un sistema di lettura di identificazione ad una frequenza radio compatibile, atti-
53
vato da un segnale a bassa frequenza che trasmette il codice
di identificazione al sistema di
lettura. Un bio-chip simile, per
uso umano, fu ideato nel 1989
dal medico statunitense Daniel
Man. Per impiantarlo c'è bisogno di una piccola incisione
chirurgica e il luogo migliore
per collocarlo sarebbe la zona
dietro l'orecchio. L'apparecchio andrebbe periodicamente
ricaricato con una batteria da
tenere all'esterno, vicino
all'impianto. Gli individui preposti per tenere sotto controllo le persone impiantate potrebbero sfruttare tre satelliti
[] o speciali elicotteri. Se un'agenzia fosse interessata a monitorare lo status fisiologico di
un addotto durante una abduction da parte di alieni, potrebbe usare la telemetria biomedica, che permette la trasmissione di informazioni fisiologiche da un luogo inaccessibile a un sito di monitoraggio
molto distante. In questo mo-
do i militari potrebbero ottenere in tempo reale i dati fisiologici degli addotti, quali la respirazione, la tensione muscolare e la presenza di adrenalina
nel flusso sanguigno, durante il
rapimento stesso.
Scenario di realtà virtuale
Sembra che alcune esperienze
narrate da presunti addotti e
dalle vittime degli esperimenti
di controllo mentale possano
essere spiegate come facenti
parte di una tecnologia avanzata. Alcuni soggetti affermano
che qualcuno ha immesso nel
loro cervello delle immagini.
Gli scienziati militari sostengono che l'idea di inserire nella
mente altrui un'esperienza di
realtà virtuale è solo un'ipotesi
ma, allo stesso tempo, anche
molto promettente. Se tale
tecnologia fosse stata sviluppata in segreto e oggi esistesse, i
ricordi insolitamente lucidi di
alcune abductions potrebbero
essere spiegati dall'inserimento di un'esperienza artificiale
nel cervello dell'addotto. I dottori Joseph Sharp e Allen Frey
hanno sperimentato la trasmissione di parole direttamente nella corteccia auditiva,
attraverso microonde a impul-
so, già negli anni '60. Ancora,
alcuni addotti riferiscono di
sentire voci nella mente, questo nonostante le analisi abbiano escluso la schizofrenia. Di
certo questi fatti non possono
spiegare tutte le abductions
aliene, ma potrebbero chiarirne una piccola parte e giocare
un ruolo importante nelle MILAB. Le MILAB potrebbero essere la prova che una task
force militare dei servizi segreti
opera nel Nord America fin dai
primi anni '80 ed è coinvolta
nel monitoraggio e nel sequestro di persone in precedenza
rapite dagli alieni. Sembra che
siano molto interessati ai casi
54
di abductions ET: monitorano
le case delle vittime, le rapiscono e forse impiantano in
loro apparecchi militari poco
tempo dopo una abduction aliena. Forse stanno cercando
degli impianti alieni o, forse,
presunti embrioni ibridi umano-alieni. L'unica cosa certa è
che questa task force si avvale
di una avanzatissima tecnologia di controllo mentale, che
continua ad essere sperimentata illegalmente su individui e
che costoro non hanno nulla a
che vedere con le abductions
da parte di alieni.
NON PRENDIAMOCI SUL SERIO...
55
UNA SINGOLARE
SEPOLTURA
SIMONE BARCELLI
La “dama di ghiaccio” è una ragazza di nemmeno trent’anni,
racchiusa all’interno di un sarcofago in tronco di larice decorato con cervi e leopardi delle
nevi intagliati nelle pelli di cervo, la cui sepoltura è degna di
una regina. Indossava
un’elegante tunica in lana e aveva con sé un ricco corredo
56
funebre, addirittura sei cavalli,
per l’ultimo viaggio che
l’avrebbe portata nell’aldilà.
Sulla sua pelle sono ancora visibili splendidi tatuaggi di colore
blu che raffigurano creature
antropomorfe, con le corna che
magicamente si trasformano in
un intreccio floreale. Insomma,
una sepoltura eccezionale, anche perché il corpo imbalsamato si è perfettamente conservato per la formazione di uno
spesso strato di ghiaccio formatosi sul fondo della tomba.
Fu l’archeologa Natalia Polosmak a rinvenirla nel 1993 nella piana di Ukok, sui Monti Altai che segnano il confine tra
Russia e Cina. La zona, indicata
dai locali come il “secondo
strato di cielo” perché un gradino sopra le vicende di questo
mondo, fu scavata già negli anni Venti del secolo scorso
dall’archeologo S.I. Rudenko,
che rinvenne una quarantina di
tombe risalenti al V secolo a.C.
Già all’epoca i sepolcri risultavano saccheggiati, ma
all’interno si trovarono almeno
tre corpi imbalsamati, interamente coperti da tatuaggi. La
datazione di campioni organici
provenienti dal cibo di cui si
nutrirono i cavalli sacrificati, ha
permesso di scoprire che la dama di ghiaccio era vissuta verso
la metà del I millennio a.C. e
apparteneva alla razza degli
Sciti, nomadi delle steppe così
chiamati dai Greci. Gli Sciti erano una popolazione iranica di
ceppo indoeuropeo forse proveniente dalla Persia, che Erodoto attesta nella Siberia meridionale fin dal VII secolo a.C.
Provenivano quindi dall’Asia
centrale e giunsero nella regione del Mar Nero. Non avevano
una propria scrittura e quel che
si conosce, lo dobbiamo alle
cronache, certo non genuine,
dei popoli con cui vennero in
contatto (i Greci sostenevano
che gli Sciti fossero discendenti
di Scite, figlio del mitico Eracle,
ma altre fonti narrano di una
discendenza da Targitao, primo
abitante di quella terra, e dai
suoi tre fratelli Lipoxai, Arpoxai
e Coloxai, ognuno dei quali diede origine a una tribù). Sciti in
iranico vuol dire “arcieri” e con
queste mansioni erano, infatti,
inglobati nell'esercito persiano.
Gli Sciti serbavano alla donna
un ruolo speciale, come dimostrano altre numerose sepolture, solitamente riservate solo ai
regnanti, rinvenute nei kurgan.
I kurgan erano fosse circolari
del diametro di settanta metri
sormontate da colline artificiali
(tanto da apparire piramidi nella steppa) che, come i corredi
funebri, erano proporzionate al
potere e alla grandezza dei defunti. I più antichi kurgan risalgono al 3.000 a.C. Monumentali dimore ultraterrene, riservate ai sovrani e alle classi dominanti, al loro interno sono
stati rinvenuti ricchi corredi,
inequivocabile testimonianza
dell’altissimo livello raggiunto
dagli Sciti nell’arte orafa (in una
regione naturalmente ricca di
preziosi minerali), perlomeno
fino all’assimilazione forzata
con i Goti nel IV secolo d.C.).
Reperti aurei di eccelsa fattura,
così come li descrisse Erodoto,
sono stati disseppelliti in scavi
archeologici intrapresi nel secolo scorso, soprattutto a Ordzonikidze, lungo il corso del
57
Dnepr (allo State Hermitage
Museum di San Pietroburgo
http://www.hermitagemuseum.org/
è possibile visionare una collezione di questi pregevoli manufatti, tra cui un magnifico specchio dorato, proveniente dal
Kuban, con effigiati grifoni,
sfingi e divinità alate). Un popolo che era riuscito a stabilire
un equilibrio perfetto con le
forze della natura, sovente rappresentate con figure stilizzate
e antropomorfe di un magico
regno animale. Nei tatuaggi dei
defunti ci sono creature fantastiche che si rifanno soprattutto ad asini, capre, arieti, cervi,
capricorni, mufloni, giaguari,
grifoni e pesci. È interessante
osservare che lo storico romano Pompeo Trogo definiva
quella degli Sciti la più antica
razza della Terra mentre la ricercatrice Tamara Talbot Rice,
nel secolo passato, ricordava
che alcuni dei racconti mitici
più famosi nascono proprio in
Scizia, considerata “La Terra del
Sole Nascente” e “Mondo
d’Oltremare”: qui Giasone e gli
Argonauti erano alla ricerca del
Vello d’oro, Ulisse terminava le
sue fatiche e il demone Magog
partiva per portare devastazione tra gli Ebrei.
Questi cavalieri della steppa
facevano risalire le proprie origini a Targitaus, figlio del re del
cielo, e alla sua sposa, una dea
serpentiforme (secondo la mitologia greca Targitaus fu generato da Zeus e una figlia di Boristene; altre fonti narrano
dell’unione di
Eracle con il mostro Echidna da
cui nacque Scite).
Gli Sciti ebbero in dono dal loro
dio un aratro d’oro, un giogo,
un’ascia e una coppa, tutti simboli del potere: è straordinario
costatare che la tribù dei Cherokee, all’altro capo del mondo,
tramandano un’identica leggenda. Targitaus sarebbe se-
polto a Gerhos (località non ancora individuata dagli archeologi), stando alle parole pronunciate nel 508 a.C. circa dal re
scita Idanthyrsus al cospetto
dell’invasore Dario I di Persia:
un monito per lasciar riposare i
padri della patria, unico attaccamento di un popolo senza
terra che voleva evitare
un’altra battaglia.
Chi era veramente questa ragazza, dal giacchio catapultata
ai nostri tempi? Potrebbe anche essere una sacerdotessa o
una sciamana al servizio della
sua comunità. Sicuramente si
trattava di un esemplare di razza caucasica, almeno dai risultati scaturiti dalle analisi sul
Dna, ma anche dalle misurazioni del cranio e dalle caratteristiche del viso. Jeanne Smoot,
una studentessa al seguito della Polosmak, ha raccontato che
alcuni del gruppo, durante gli
scavi archeologici in quella zo58
na, erano rimasti vittime
d’incubi notturni. La stessa Polosmak, in seguito ai numerosi
imprevisti accaduti durante lo
spostamento della mummia,
aveva avuto la netta sensazione che lo spirito del ghiaccio
non ne volesse proprio sapere
di andarsene dalla dimora eterna.
LIFE AFTER LIFE
DI NOEMI STEFANI
DARE O NON DARE?
Perché dare è meglio che ricevere ed è meglio non avere rimorsi e ripensamenti.
Nessuno è perfetto, tanto meno io, e quando il tempo che è
passato incomincia a essere più
di quello che si avrà davanti,
bisogna fare una considerazione.
Cosa ho sbagliato, cosa avrei
potuto fare e non ho fatto...
Tante cose. Da bambina abitavo nelle case popolari. Grandi
palazzoni anonimi con i segni
della guerra ancora impressi
nelle facciate.
Però c'erano i giardinetti, ogni
caseggiato aveva il suo cortile
59
dove i bambini si potevano incontrare e giocare insieme nel
pomeriggio. Il mio cortile era
estremamente squallido, soltanto qualche oleandro, un
paio di panchine, e una portinaia che ci ricordava sempre di
giocare senza gridare. Il cortile
di fronte dove abitavano i miei
amici aveva una meravigliosa
pista per le biglie con la forma
dell'Italia. Le biglie di plastica
trasparente ovviamente contenevano le fotografie dei corridori ciclisti più famosi. Ma
c'erano anche le biglie di vetro,
tutte colorate da sembrare
preziose. I biglioni grandi e
quelle trasparenti, le più ambite.
Io non ne avevo. Non chiedevo
ai miei di comprarmi giochi...
Forse qualcuno me ne aveva
regalate un paio, non so, con
quelle avevo giocato e vinto.
Vinto e vinto fino ad avere un
sacchetto di nylon trasparente
pieno dei miei trofei e orgogliosa le mostravo agli amici.
Quel pomeriggio uno di loro mi
aveva guardato e mi aveva
chiesto: <Me ne dai due?>
Di getto avevo risposto: <No>.
Ecchecavolo... Avevo fatto fatica per guadagnarmele. Era tutto il pomeriggio che stavo
chinata sulla pista a lanciarle.
Lui aveva fatto un sorriso triste
e poi era andato via.
Quella sera tornando a casa
per cena mentre salivo le scale
fino al terzo piano, avevo ripensato a quel “No”.
Non mi piaceva quella brutta
sensazione. Alla fine ne avevo
tante di biglie, avrei potuto
darne qualcuna...
Non ci avevo pensato più perché presto sarei partita per le
vacanze.
Poi un giorno in cortile non si
parlava d'altro. Una disgrazia.
Il mio amico (quello delle biglie) era appena andato in vacanza, una brutta caduta ed
era tornato in un furgone, dentro una cassa da morto…
Morto.
A otto anni non conoscevo il
senso di questa parola finché
non l'ho visto disteso in una
bara. Il faccino pallido dietro al
vetro, e tutti che parlavano
sottovoce, come se avesse potuto svegliarsi.
Credo che questa sia stata la
peggior sensazione di tutta la
mia breve vita. Aver negato
qualcosa a un amico che non
avrei rivisto più.
A questo proposito Jesus dice
<Dare è condividere le tue cose
con qualcuno che può gioire
con te. Se ti tieni tutto avrai
soltanto il bene materiale, una
gioia che poi perderà anche il
senso di essere (Che me ne faccio delle biglie adesso?)
Separarsi da ciò che vale
(essere generosi) è separarsi di
60
ciò che ti forma una persona
vera e l'egoismo ti fa arido.>
Se avessi potuto tornare indietro, se…
Jesus dice (e quello che dice è
per tutti):
<Perché tutto si possa fare è
necessario essere più coerenti
e dare più attenzione alle cose
che facciamo.
Quando senti che ti stai perdendo, resta attaccato a quello
che sei davvero.
Un essere di luce una vita che
vuole fare cose esatte e senti
quanto resta tuo impegno.>
Questo è il senso della vita, abbiamo questa possibilità per
esprimere quello che siamo
davvero, allora cerchiamo di
non sprecarla.
CONFESSO, HO VIAGGIATO
DI NOEMI STEFANI
VIAGGIO IN
TURCHIA
E non era per il mare, cristallino ma con poca sabbia e forse
freddo per nuotarci dentro.
Non era per i paesaggi affascinanti molto simili a quelli delle
isole greche.
Questo viaggio era quasi tornare alle origini di una lunga storia, quasi un ritorno a casa.
Avrei camminato dove aveva
vissuto la Madre per eccellenza
(Maria) che dopo la morte del
Suo Jesus si era ritirata a vivere
su una collina vicino a Efeso.
Lei che è diventata il simbolo di
tutte le madri e la speranza di
tutte le genti..
Ma non lo avevo previsto.
In origine l'itinerario era diverso. Era da tempo che desideravo vedere Istanbul, e magari
tornare a Efeso che avevo già
visto anni prima, ma avrei voluto riscoprire perché è di una
bellezza eccezionale.
La destinazione è stata Izmir,
l'antica Smirne fondata da
Alessandro Magno. Non proprio la città dove c'è l'aeroporto, ma non molto distante.
61
Un piccolo centro abitato disteso ai margini della costa con
le sue costruzioni bianche e
tutte simili. Si chiama Teos.
Siamo fortunati, Elcin la nostra
guida, una bella ragazza bionda, è archeologa e spiega bene. Teos era un sito archeologico dedicato a una divinità che
gli antichi greci chiamavano
Dioniso.
< Quel Dioniso che insegnò le
danze che divennero parte integrante dei suoi riti, gli orgia
(Ecco da dove deriva il termi-
ne). Dopo avere diffuso la conoscenza dei suoi riti dalla Tracia all’India, giunse a Tebe, città di sua madre, dove si fece
riconoscere come dio e celebrò
gli orgia per la prima volta in
terra greca.
Il vino, da lui donato agli uomini, era per i Greci la bevanda
che faceva dimenticare gli affanni, che creava gioia nei banchetti, che induceva al canto,
all’amore, nonché alla follia e
alla violenza e che, nel sacrificio, era strumento di mediazione tra uomini e dei. Le sue epifanie erano caratterizzate dal
polimorfismo: era toro, leone,
serpente, capretto, barbaro e
greco, giovane e vecchio, femmineo nel vestire e nei capelli
fluenti. > (da Treccani.it)
Il dio delle sregolatezze, insomma, il dannato.
Peccato non aver potuto visitare questo sito perché era proprio vicino all'albergo, ma il
tempo che avevamo a disposizione era molto limitato.
Volevamo vedere il più possibile, i giorni erano pochi e le
escursioni abbastanza stancanti. Mi piace pensare che Jesus
guida e sceglie il mio percorso.
Dopo aver camminato sui Suoi
passi per le strade di Nazaret
Betlemme e Gerusalemme,
l'ho cercato tra le grotte di Masada. Lì ho percepito la presenza e ho sentito il respiro di
Gesù...
62
Con la certezza che nulla avviene per caso e che gli avvenimenti siano concatenati in una
sequenza che porta alla nostra
attenzione quello che è importante, questo ultimo viaggio mi
dà ragione e vi spiegherò il perché.
In Turchia la mia destinazione
è l'hotel Atlantis e come entro
nella hall mi accorgo subito che
c'è qualcosa di disarmonico.
Ho una sensazione strana e anche se fa molto caldo sento
freddo.
Vedo pilastri portanti con grandi serpentoni che si incrociano
e un lungo tavolo di marmo
con alla base cinque teste di
demoni.
Ovunque vedo serpi e simboli
massonici. È evidente che i
proprietari desideravano mettere bene in mostra il loro credo.
L'albergo ha una grande terrazza a picco sul mare dove si
pranza con una vista mozzafiato.
Pìon (od. Panayir-Daǧ) e il Coresso (od. Bulbul-Daǧ). Si conservano tratti della cinta di mura costruita da Lisimaco: alta
circa 6 m, costruita in grossi
blocchi e guarnita di torri quadrangolari, in essa si aprivano
alcune porte. La via Arcadiana,
lungo la quale erano i maggiori
edifici della città, era fiancheggiata da un duplice porticato e
chiusa ai due estremi da due
porte. Nella piazza vi era il teatro, un ginnasio-terme e il teatro ellenistico (ricostruito nel
1°-3° sec. d.C.). Nel 3° sec. d.C.
l’agorà commerciale ellenistica
Uno spettacolo superbo.
messo di riconoscere le varie risultava circondata da portici a
Ho l'impressione di sentire tre- fasi di costruzione
due navate con botteghe e mamare la terra sotto i piedi in
dell’Artemisio, che nel 6° sec. gazzini. Nell’altra agorà (sul
modo continuo, poi mi dicono a.C. era un grande tempio mar- luogo di una precedente necroche il territorio è fortemente
moreo, ionico, diptero. Incen- poli tardo-arcaica), c’erano
tellurico.
diato nel 356 a.C., fu ricostrui- l’Odeon costruito da P. Vedio
Sono tornata a Efeso più con- to dall’architetto Chirocrate. La Antonino (2° sec. d.C.), la basisapevole questa volta. Volevo città ellenistica e romana si
lica, ricostruita in età augustea,
pesare e misurare tutto con
stendeva sulle due colline, il
una fontana (2°-4° sec.), un
precisione per conservare nella
memoria.
Efeso (gr. ῎Εϕεσος, lat. Ephĕsus)
< Antica città dell’Asia Minore,
sulle coste dell’Egeo. Fu colonizzata dagli Ioni sullo scorcio
del 2° millennio a.C., e nel 334
Alessandro Magno la liberò dai
Persiani. Passata sotto il dominio romano divenne capitale
della provincia di Asia (129). La
città fu devastata dai Goti (263
d.C.) e, rifiorita nel 4°-5° sec.,
nel 655 fu presa e saccheggiata
dagli Arabi. Dopo
l’identificazione delle rovine
del tempio di Artemide ai piedi
della collina di Ayasuluk (od.
Selçuk), gli scavi hanno per63
tempio dedicato a Domiziano.
Prima della porta di Magnesia,
c’è la cosiddetta tomba di s.
Luca, costruzione circolare di
età classica trasformata in cappella cristiana. Le strade fuori
delle mura erano fiancheggiate
da sepolcri. La città bizantina
era più ristretta, lasciando fuori dalle mura la parte meridionale dell’abitato. Tra gli edifici
cristiani: i resti della chiesa della Vergine, dove si tenne il concilio, e quelli della chiesa di
fondazione pregiustinianea di
S. Giovanni. Notevoli anche i
resti di una fontana e la necropoli dei Sette dormienti. Del
periodo selgiuchide, il monumento più importante è la moschea di ῾Īsa I (1375).
Nel mese artemisio a E. si tenevano le efesie, feste notturne
in onore di Artemide.
Avevano carattere orgiastico e
vi prendevano parte uomini,
donne non maritate e schiave.
Nel mese artemisio a E. si tenevano le efesie, feste notturne
in onore di Artemide. Avevano
carattere orgiastico e vi prendevano parte uomini, donne
non maritate e schiave. Da E.
prendevano nome anche le lettere efesie, formule misteriose,
la cui invenzione era attribuita
ai Dattili Idei e che si diceva
possedessero effetti magici;
erano perciò incise su amuleti
da portare indosso.
Concilio di E. Terzo concilio
64
ecumenico (431). Convocato
dall’imperatore Teodosio II e
presieduto da Cirillo di Alessandria, condannò la dottrina di
Nestorio e proclamò la divina
maternità di Maria (theotòkos).> (da Treccani)
L'antica città conserva ancora
le tubature dell'acqua e caratteristiche molto simili alle nostre. I viali hanno lastricati che
troviamo ancora nelle strade
delle città moderne, là dove
sono passati i romani. Dimostrano che hanno fatto un
buon lavoro perché sono rimasti intatti. Le strutture architettoniche quasi crollate per i
continui terremoti nei secoli,
lasciano intravedere quella che
doveva essere la bellezza e la
grandezza di questa città che
si estendeva per chilometri.
Incontro la leggiadra Nike (la
vittoria) con le ali che assomiglia tanto a un angelo, percorro il viale lastricato tutto in discesa e non so se guardare di
più a destra o a sinistra, perché
c’è tanto da guardare. Gli scavi
hanno portato alla luce soltanto una minima parte di quel
che era.
Sopra una colonna primeggia la
tipica croce dei templari. Vuol
dire che i templari, dopo aver
viaggiato in lungo e in largo per
la Palestina e l'Egitto, sono passati anche di qui e come sempre hanno lasciato il loro
marchio...
La tipica croce con le braccia
che terminano ad ali di rondine.
D'altra parte devo dire che le
loro tracce sono un po' ovunque per il mondo.
E non posso fare a meno di
considerare che a distanza di
anni dalla mia prima visita, la
città di Efeso sembra sia diventata di esclusiva proprietà dei
gatti.
Felini che si sdraiano al sole a
riposare e che si rincorrono tra
le colonne. Oppure si mettono
in posa per i turisti sopra a
qualche statua che rappresen-
ta il leone, il loro fratello maggiore. Ce ne sono ovunque.
Si sono perfettamente integrati
nel paesaggio e saltano e giocano senza riguardo persino
nell'anfiteatro dove ha predicato S. Paolo. Un teatro a cielo
aperto che ancora mantiene un
aspetto molto simile a come
doveva essere in origine.
Tra le cose notevoli che ho visto, una è senz'altro la piazza
dell'Agorà, con le colonne
65
pressoché intatte dell'antica
libreria, la più grande dell'epoca e seconda soltanto a quella
enorme e famosissima di Alessandria d'Egitto. Divertente
l'antico tunnel che serviva ai
mariti del tempo per raggiungere indisturbati il postribolo
senza essere visti da occhi indiscreti che avrebbero potuto
riferire alle mogli...
Una rappresentazione di gladiatori che combattono all'ultimo sangue chiude degnamente questa visita e ci salutano il rumore delle cicale di un
lungo viale alberato.
Claros
Sempre vicino a Efeso c'è un
sito archeologico. Tra breve si
riprenderanno i lavori che erano rimasti sospesi e Elcin, la
nostra guida che è anche archeologa, sarà lì a lavorare.
Il sito archeologico di Claros,
famoso per l'oracolo di Apollo località fondata nell'VIII sec.
a.C., diventata particolarmente
prospera nel II sec. d.C. - si
possono osservare ancor oggi
la zona dedicata ai sacrifici e le
camere sotterranee a forma di
cripta.
La fine di Claros non furono le
lotte con Efeso e Mileto.
Quando il paganesimo cominciò a perdere la sua importanza
mentre il cristianesimo stava
crescendo, il santuario si lasciò
andare piano piano.
Il sito archeologico era in stato
d’abbandono: invaso dalle erbacce e dagli alberi, venne
sommerso regolarmente dalle
acque e il tempio di Apollo era
ridotto a un ammasso di colonne spezzate. Nonostante ciò,
gli scavi piacciono per l'atmosfera nostalgica e romantica
che vi si respira. Chissà cosa ci
nasconde ancora questa terra
così piena di storia.
Poco distante da qui c'è quello
che rimane della chiesa di S.
Giovanni l'Evangelista, il giovane apostolo prediletto di
Gesù.
Si trova in una bella posizione
sopraelevata e l'occhio spazia
su una gran distesa verde interrotta dall'apparizione di un
altro tempio, altri ruderi forse
meno famosi.
In cima alle altissime colonne
bianche di marmo, le bianche
gru indisturbate hanno fatto il
nido, e i piccoli sbattono le ali e
aprono il becco in attesa che
arrivi il cibo.
Una grande lastra di marmo
bianco con una lapide definisce
dove è sepolto S. Giovanni e
quello che stupisce il viaggiatore, è un buco nella terra. Alla
sommità della lapide c'è un buco scavato nella terra e rico-
perto da una grata, dal quale
gli antichi cristiani pensavano
sarebbe uscito il respiro del
Santo. Come se ancora per una
volta la morte non avesse vinto
sulla carne e l'anima continuasse a respirare e a consolare
quelli che passano vicino.
Giovanni, l'Apostolo prediletto
di Gesù, quello a cui dall'alto
della croce e in punto di morte
aveva affidato la Madre, probabilmente dicendo di portarla
via perché in Israele sarebbe
stata Lei stessa in pericolo di
vita.
66
Sarebbero partiti per nave fino
ad approdare alle sponde della
Turchia, e poi avrebbero cercato un posto per nascondersi
dal paganesimo (altre religioni,
altre divinità), perché i Cristiani
venivano perseguitati anche a
Efeso.
Esistono prove certe che la storia sia andata in questo modo.
Una di queste, per esempio, è
che sopra una piccola collina,
nascosta dentro alla vegetazione di un bosco, sia stata ritrovata la casa della Madonna.
In questa piccola struttura, due
minuscole stanze che si appog- Madonna che ti sorride con le tro, che quando uscirai non sagiano a quello che resta di un braccia aperte e percepire che rai più lo stesso.
ulivo millenario, viveva Marqualcosa ti sta cambiando den- È una forte energia che ti peyem Ana (Mamma Maria) e qui
è rimasta fino alla fine dei Suoi
giorni.
Non ne hanno fatto una cattedrale, niente affreschi o luci
abbaglianti, niente ricchezze di
ori o argenti.
Per fortuna hanno lasciato integro un luogo povero ma ricco
e splendente di tanta spiritualità.
Non si può descrivere cosa si
prova quando si entra in queste stanze.
Ti puoi soltanto inginocchiare e
stare a sentire in silenzio. Alzare gli occhi alla statua della
67
netra l'anima e ti guarisce ogni
dolore.
È una forza che non se ne va
quando esci da quel luogo, la
porti con te, e so che sarà sempre così.
È strano che la chiesa cattolica
non abbia tenuto conto di questo luogo mentre ha proclamato altri luoghi come santi. Ma
non importa, chi deve arrivare
qui ci arriverà comunque.
Smirne o Izmir come la chiamano i Turchi.
La città moderna si apre su una
grande piazza con un orologio
in cima a una torre ed è il punto di ritrovo più comune per
chi abita questa città.
E' molto simile alle città arabe
con le caratteristiche viuzze
piene di negozi che attirano i
turisti con le loro “vere” imitazioni firmate.
Seguo il mio fiuto e mi faccio
portare dal profumo delle spezie. Arrivo a un piccolo negozio
che ne ha di ogni tipo, sempre
attenta a non perdermi però,
perché so che è abbastanza fa-
cile...
Smirne (Izmir) fu fondata dal
grande Alessandro Magno.
<La Smirne arcaica stava a una
distanza di circa 8 km. dalla
Smirne ellenistica, che è continuata dalla Smirne attuale. Essa è stata identificata nell'aprile 1825 da A. v. ProkeschOsten nei resti già prima ritrovati nella parte occidentale del
Yamanlar Dağ. Lì presso, sulla
collina di Hacimutsos, è stata
identificata la città bassa arcaica, Nauloco. A poco più di un
km. nord-est sta una necropoli
con tumuli di carattere non
greco, al maggiore dei quali fu
dato il nome di "Sepolcro di
Tantalo". Questi resti confermano uno strato preellenico
che si può dedurre dallo stesso
nome non greco della città, che
si ritrova, tra l'altro, in un quartiere di Efeso. Tra i Greci occuparono Smirne dapprima gli
Eoli, e poi altre invasioni.>
Nella piazza principale c'è una
minuscola moschea che attrae
la mia attenzione.
68
Dopo essermi lavata le mani e
il viso per rispetto dell'usanza
dei musulmani, giro intorno
alla piccola costruzione e mi
avvicino alla porta che purtroppo è chiusa.
Prima di andarmene appoggio
una mano alla porta, chiudo gli
occhi e dico una breve preghiera.
Il Signore deve avermi ascoltato perché arriva il guardiano e
dopo avermi detto qualcosa
che ovviamente non capisco,
apre e mi fa segno di entrare.
Non mi chiede nemmeno di coprirmi il capo (lo farà con le
donne che mi hanno seguito),
si mette alle mie spalle e lo
sento che prega, stiamo pregando insieme.
È bellissimo...
È lo stesso Dio, non importa se
lui lo chiama in modo diverso.
Perché non sono le religioni
che dividono i popoli, ma chi
vuole che siano divisi, perché
dividendo impera.
E chi si nasconde dietro a questi loschi individui?
Io un'idea ce l'avrei... Sempre
lui... Sempre lui.
GOVERNANCE DEL PIANETA
TERRA, LE RIVELAZIONI DI
HARRY POTTER E DMITRIJ
MEDVEDEV
M. MARTINELLI
In precedenti articoli ho accennato
ai programmi educativi dedicati a
noi, Homo Sapiens Sapiens, i quali
sono in atto nel presente sotto la
regia di chi detiene la Governance
del pianeta Terra.
Nella letteratura, l’autore che ha
senz’altro trattato in maniera più
organica e dettagliata il tema dei
programmi educativi è il Dott. Roberto Pinotti, giornalista aerospaziale, scrittore e sociologo, la figura più
rappresentativa dell’ufologia italiana
nel mondo. Nei suoi ultimi tre libri,
“Alieni: Un incontro annunciato” (2009), “Ufo ed extraterrestri” (2011) e “Ufo: Oltre il contatto
(2013), Pinotti ha mostrato dettagliatamente l’impiego dei mezzi di
comunicazione di massa nei paesi
occidentali per instillare, ma anche
per risvegliare nei cervelli di noi Homo Sapiens Sapiens, pochi ma basilari concetti come
- L’esistenza di altri esseri non terrestri.
- La Governance del pianeta Terra
gestita da esseri non terrestri.
- L’implementazione di un ominide,
probabilmente Homo Erectus,
nell’odierno Homo Sapiens Sapiens
da parte degli stessi esseri non terrestri.
- Il possesso da parte degli esseri
non terrestri di tecnologie sconosciute all’Homo Sapiens Sapiens.
In una conferenza tenuta nel maggio
2013 (1), ho tentato di analizzare i
simboli di coloro che gestiscono i
programmi educativi e la governance del pianeta Terra, mentre nel
presente articolo cercherò di analizzare uno dei più eclatanti esempi di
divulgazione finalizzata a introdurre
presso l’Homo Sapiens Sapiens il
nuovo paradigma, tramite una comparazione tra un recente evento di
divulgazione ed una serie di sette
libri pubblicati nel corso dell’ultimo
decennio, due fatti apparentemente
lontani tra loro nello spazio e nel
tempo.
Aggiungo la personale sensazione
che sembra che negli ultimi tempi
sia in atto una sostanziale accelerazione dei programmi educativi, co69
me è ampiamente dimostrato dalla
ingente massa di informazioni cartacee, visive e soprattutto tecnologiche rivolte ai ragazzi, quasi che fosse
necessario prepararli con un corso
intensivo alle nuove conoscenze prima che si verifichi un evento molto
importante per l’umanità.
L’Altro Ministro
“Era quasi mezzanotte ed il Primo
Ministro stava seduto da solo nel
suo ufficio a leggere una lunga relazione... e in quel momento, mentre
dava di spalle alla stanza, sentì un
lieve colpo di tosse.
Raggelò... Conosceva quella tosse.
L’aveva già sentita. Si voltò molto
lentamente per fronteggiare la stanza vuota... “Al Primo Ministro dei
Babbani (Homo Sapiens Sapiens, il
corsivo è mio), Necessità di incontro
urgente. Si prega di rispondere
all’istante. Distinti saluti. Caramell”.
…Il Primo Ministro rimase a guardare, cercando di non tradire la minima traccia di sorpresa o allarme,
mentre un uomo corpulento appariva tra le fiamme… “Ah Primo Mini-
stro “disse Cornelius Caramell, avanzando con la mano tesa. “Sono lieto
di rivederla”.
Il Primo Ministro non poteva in tutta
sincerità dire altrettanto, perciò non
rispose. Non era affatto contento di
vedere Caramell, le cui occasionali
apparizioni, oltre ad essere allarmanti in sé, significavano in genere
l’annuncio di brutte notizie.
…“Non saprei da dove cominciare
“borbottò Caramell. Si sedette e appoggiò la bombetta verde sulle ginocchia. “Che settimana, che settimana…”. “Pessima anche la sua?”
Chiese il Primo Ministro…” Si capisce
“rispose Caramell…” La mia settimana è stata uguale alla sua, Primo
Ministro. Il ponte di Brockdale… gli
omicidi Bones e Vance… per non
parlare del finimondo nel West
Country…”
Lei…ehm…la sua…voglio dire, alcuni
dei suoi sono… coinvolti in queste…
cose?”
Caramell fissò il Primo Ministro con
una certa severità. “Ma certo” disse.
“Lei avrà senz’altro capito che cosa
sta succedendo”.
“Io…” esitò il Primo Ministro.
Era proprio per quell’atteggiamento
che detestava tanto le visite di Caramell. Dopotutto era il Primo Ministro, e non gli piaceva fare la figura
dello scolaretto ignorante. Ma naturalmente era stato così fin dal loro
primissimo incontro, durante la sua
primissima sera da Capo del Governo. Lo ricordava come se fosse ieri e
sapeva che quel ricordo lo avrebbe
ossessionato fin nel letto di morte.
Si trovava da solo in quello stesso
ufficio, ad assaporare il trionfo che
aveva coronato tanti anni di sogni e
progetti, quando aveva sentito un
colpo di tosse alle spalle, proprio come quella sera, e si era voltato per
scoprire quel brutto piccolo ritratto
che gli parlava, annunciandogli che
il Ministro della Magia stava per venire a presentarsi.
Naturalmente aveva pensato che la
lunga campagna e la tensione delle
elezioni lo avessero fatto impazzire.
Sentirsi rivolgere la parola da un ritratto era stato spaventoso, anche
se nulla in confronto a quando un
sedicente mago era saltato fuori dal
camino e gli aveva stretto la mano.
Era rimasto senza parole per tutto il
tempo in cui Caramell gli aveva spiegato cortesemente che esistono ancora maghi e streghe nascosti nel
mondo, e l’aveva rassicurato che
non avrebbe dovuto preoccuparsi
per loro, visto che il Ministero della
Magia si prendeva cura dell’intera
comunità magica ed evitava che la
popolazione non magica sospettasse
della sua esistenza.
…A questo punto il Primo Ministro
aveva finalmente ritrovato la voce.
“Lei…lei non è uno scherzo, allora?
“Era stata la sua ultima, disperata
speranza.
“No” aveva risposto Caramell con
dolcezza. “Temo di no. Guardi.” E
aveva trasformato la tazza di tè del
Primo Ministro in un gerbillo.
“Ma” aveva boccheggiato il Primo
Ministro, guardando l’ex tazza rosicchiare l’angolo del prossimo discorso, “ma perché… perché nessuno mi
ha detto…?”
“Il Ministro della Magia si palesa
solo al Primo Ministro Babbano suo
contemporaneo” aveva spiegato
Caramell, riponendo la bacchetta
magica dentro la giacca. “Riteniamo
che sia il modo migliore per mantenere il segreto”.
“Ma allora” aveva piagnucolato il
Primo Ministro, “perché il mio predecessore non mi ha avvertito…?”
A queste parole, Caramell era scoppiato a ridere. “Mio caro Primo Ministro, lei ha intenzione di dirlo a
qualcuno?”. (2)
Il messaggio che si evince dalla poche righe che ho estrapolato dalla
più ampia narrazione contenuta
all’inizio del sesto libro, “Harry Potter e il principe mezzosangue”, del
celeberrimo ciclo dedicato appunto
a Harry Potter da parte dell’autrice
Joanne K. Rowling (3), è abbastanza
chiaro, ovvero:
La governance non è esercitata dalle
70
istituzioni politiche, Presidente della
Repubblica o Primo Ministro, ma da
altri esseri, fisicamente simili
all’Homo Sapiens Sapiens.
Questi esseri dispongono di tecnologie sconosciute all’Homo Sapiens
Sapiens.
Questi esseri vivono separatamente
dagli Homo Sapiens Sapiens, ma le
loro azioni e anche contrasti interni
generano conseguenze fra gli Homo
Sapiens Sapiens.
Esiste un antico contrasto tra due
gruppi di questi esseri.
Il Fuori onda del Primo Ministro
Intervistatrice: “C’è in giro l’opinione
che su alcuni avvenimenti esistano
dei dossier molto voluminosi con sopra scritto “segretissimo”, e che là
siano racchiusi tutti i segreti del
mondo, e che voi sappiate assolutamente tutto. Per esempio, se sono o
no venuti sulla Terra degli extraterrestri, i cosiddetti “omini verdi”.
Primo Ministro: “Dunque, le dico
questo per la prima e ultima volta.
Insieme alla “valigetta con i codici
nucleari”, al Presidente della Nazione viene portata una speciale cartella, su cui è scritto “segretissimo”.
Questa cartella è interamente dedicata agli extraterrestri che hanno
visitato il nostro pianeta. Nello stesso tempo viene trasmessa una relazione assolutamente riservata del
reparto servizi segreti che si occupa
della presenza degli extraterrestri
sul territorio del nostro Paese. Queste due cartelle di documenti vengono consegnate assieme alla
“valigetta nucleare”. A mandato
concluso tali cartelle vengono conseguentemente passate al nuovo presidente. Delle informazioni più precise su tale questione le potete avere
guardando il noto documentario Gli
uomini in nero. Ce ne sono parecchie.”
Intervistatrice: “Quanti sono tra noi
gli extraterrestri?“
Primo Ministro: “Quanti siano tra
noi non posso dirlo, in quanto ciò
potrebbe scatenare il panico” (4)
Cenni di Governance “non visibile”
Fra le numerose versioni e analisi (5) della
cosiddetta divulgazione avvenuta il 7 dicembre 2012 da parte
del Primo Ministro
(ed ex Presidente)
della Repubblica FeDmitrji Mevedev derativa Russa, Dmitrji
Anatolievic Medvedev (6), ho scelto
quella riportata da Roberto Pinotti,
proprio perché egli ha correttamente inquadrato il “fuori onda” di Medvedev all’interno della continua
opera di disclosure in atto. Ribadisce
Pinotti:
“…Pertanto la chiave è più che mai
nella crescente consapevolezza del
pubblico. E creare consapevolezza è
quanto da tempo fanno gli ufologi,
intesi come seri studiosi in rotta di
collisione con l’establishment. Che
non dovrebbero limitarsi a fare ineccepibili indagini sul campo e a pubblicarne i risultati su riviste specializzate. Occorre rivolgersi intelligentemente ai media, scrivere libri, andare in tv. Insomma fare della
“esopolitica” (come molti oggi la
definiscono) e preparare la gente. E
parlare non tanto dell’aneddotica
(pur molto importante), quanto dei
cambiamenti che la presenza extraterrestre comporterà per tutti noi “(il
grassetto è mio).
Un autorevole studioso di storia e
scienza della politica come il professor Giorgio Galli, prendendo spunto
anche dalla transizione avvenuta
dall’Unione Sovietica alla Repubblica
Federativa Russa, ricorda in un saggio scritto assieme a Paolo Rumor e
Loris Bagnara come
Serge Hutin ( seduto ) e Jean Bouilly
“…il futuro Paolo VI appare, da cardinale, una sorta di responsabile o
controllore dei servizi segreti vaticani. Tale dato a mio parere, consente
un significativo paragone sui rapporti tra “governo visibile” e “governo
invisibile”, al quale ho dedicato parte dei miei studi (ultimamente in
Piombo Rosso, Baldini, Castoldi, Dalai Editore). Il paragone, che non è
irriverente e rientra a pieno titolo
nell’analisi politologica, può esser
fatto sia con sistemi democratici che
con sistemi autoritari: Bush senior
che diviene presidente degli Stati
Uniti dopo essere stato responsabile
della Cia; Gorbaciov e Putin che balzano dal KGB al vertice politico
dell’Unione Sovietica (il primo) e della successiva Federazione Russa (il
secondo). Lo stesso Montini, analogamente, diverrà papa dopo aver
gestito gli aspetti più riservati del
potere pontificio.” (7)
Un autore che ha trattato il concetto
di governance “non visibile”, seguendo l’antica tradizione francese
è senz’altro Serge Hutin (8), in particolare nel volume edito nel 1973,
“Governants invisibles et sociétés
segrete”. Hutin introduce il concetto
della presenza extraterrestre sul pianeta Terra, sostenendo
“…D’altra parte, non essendo il nostro pianeta isolato dalle linee generali di evoluzione del Sistema Solare
e della Galassia, ossia dell’intero universo, non sarebbe poi così assurdo ritenere possibili delle ramificazioni di questo governo occulto, una
specie di supervisione extraterrestre
dei capi invisibili che guidano il cammino dell’umanità.” (9)
Dopo una lunga esposizione delle
origini segrete della Rivoluzione
Francese, della nascita del nazismo
e dei personaggi che hanno sostenuto l’esistenza di “Capi segreti e Guide dell’umanità, Hutin conclude:
“...È assurdo immaginare che non
soltanto gli extraterrestri siano scesi
sul nostro pianeta, ma che siano anche intervenuti di nascosto presso
certi dirigenti per far sì che gli avve71
nimenti prendessero la piega che
essi desideravano? …L’umanità comincia ad esaminare seriamente la
possibilità di viaggi interplanetari ed
interstellari. La scoperta più straordinaria che si potrebbe fare, grazie a
tali viaggi, sarebbe di constatare che
l’evoluzione generale e le questioni
terrestri premono anche ai misteriosi visitatori extraterrestri.
L’umanità non è sola nell’Universo e
non è lei a essere al vertice della scala dell’evoluzione. Al di sopra degli
uomini esiste tutta una gerarchia di
esseri il cui potere è immenso, e sono loro a guidare l’evoluzione della
nostra specie.” (10)
Così scriveva quarant’anni fa Serge
Hutin, senz’altro conoscitore di informazioni riservate. È interessante
notare che Hutin, pur analizzando
diffusamente i cosiddetti esoteristi
francesi e inglesi, fra gli altri Alexander Saint-Yves d’Alveydre, il Maestro Philippe de Lyon, Gérard Encausse (meglio noto come Papus),
Réné Guénon, Sir Edward BulverLytton, Aleister Crowley, non nomini
che di sfuggita uno dei principali fra
quei personaggi, ovvero Alphonse
Louis Constant, conosciuto come
Eliphas Levi.
Ritengo che il reale motivo per questa “strana” omissione da parte di
Hutin, risieda nel semplice fatto che
nel 1973 non era stata ancora rivelata l’appartenenza di Eliphas Levi alla
millenaria organizzazione, la quale
opera per nome e per conto di chi
detiene la Governance del pianeta
Terra.
L’organizzazione millenaria
L’appartenenza di Eliphas Levi
all’organizzazione sopra menzionata
è stata divulgata dall’Avvocato Paolo
Rumor nel 2010 in un
saggio all’interno del
libro già citato in precedenza, “L’altra Europa”, scritto con la
collaborazione del
Professor Giorgio Galli e dell’architetto Loris Bagnara.
Eliphas Levi
Nel libro Rumor riporta e ricostruisce le memorie del padre, Giacomo,
il quale svolse le sue attività per
conto dell’Organizzazione o Struttura, all’interno del movimento cattolico e della Democrazia Cristiana,
rimanendo sempre a stretto contatto con il cardinale Montini, successivamente Papa Paolo VI, all’epoca
responsabile dei servizi segreti del
Vaticano. Il cugino di Paolo Rumor,
Mariano, fu invece un protagonista
più visibile della politica italiano
sempre all’interno della Democrazia
Cristiana; infatti Mariano Rumor fu
per ben cinque volte presidente del
Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana.
Analizzando i profili dei personaggi
citati da Rumor fra gli appartenenti
alla Struttura intorno alla metà del
diciannovesimo secolo (Rumor ha
accuratamente evitato di citare persone ancora in vita), si notano comuni intenti divulgativi riguardo al
tema estremamente
attuale, ovvero
l’ipotesi che la governance del pianeta Terra sia diretta
da poche persone,
accuratamente non
identificabili, i cosiddetti “Maestri ScoAleister Crowley
nosciuti”, “Superiori Sconosciuti”,
“Guide dell’Umanità”. A tale tema
era legato il concetto di “magia”,
ovvero una tecnologia sconosciuta
alle persone normali, che era appunto gestita da Esseri Superiori.
Alphonse Louis Constant (1810 1875), il quale aderì alla Struttura
nel 1862, è di una figura chiave dei
movimenti esoteristi ed occultisti
francesi del diciannovesimo secolo,
studioso di Kabbala e dei Tarocchi,
meglio conosciuto come Eliphas Levi
Zahed, o semplicemente Eliphas Levi. All’inizio degli anni 1850 incontrò
in Londra Sir E. Bulwer Lytton nel
quadro dello sviluppo delle attività
“rosacrociane” (11), rafforzando lo
stretto collegamento fra le attività
degli esoteristi inglesi e francesi.
Levi incorporò le carte dei Tarocchi
nel proprio sistema di magia, avendo un grande impatto sul sistema
dell’Hermetic Order of the Golden
Dawn e su uno dei suoi membri più
conosciuti, Alesteir Crowley.
Eliphas Levi sosteneva inoltre che
dietro il velo di tutte le sacre e mistiche allegorie e riti delle antiche società segrete esistenti sin
dall’antichità, esisteva sempre la
stessa comune dottrina, seppure
adeguatamente celata.
Secondo Crowley, “…Levi era legato
ad un giuramento di segretezza verso l’Ordine degli Iniziati, che gli aveva donato i segreti dei Tarocchi…”
Levi, come tutti i cosiddetti occultisti
di quel periodo, sosteneva di essere
stato iniziato alla conoscenza da
“Maestri Sconosciuti”, così come le
varie società segrete, nuove o ricostituite, le quali abbondavano tra
Francia e Regno Unito a partire dalla
metà del diciannovesimo secolo, fra
le quali una delle maggiormente celebri era l’Hermetic Order of the
Golden Dawn.
Crowley spiega chiaramente che lo
scopo dell’uso di (eventuali,
l’aggiunta è mia) poteri magici consisteva nel “tentativo di entrare in
contatto con i Capi Segreti
dell’Ordine… tentativo che riuscì nel
72
1904 al più giovane dei membri, Frater Perdurabo” (12) (ovvero lo stesso Aleister Crowley, il quale assunse
il motto “Perdurabo “al momento
della sua iniziazione nell’Hermetic
Order of the Golden Dawn il 18 febbraio 1898).
È importante sottolineare il fatto
che Aleister Crowley, come ampiamente documentato in un recente
saggio da Richard B. Spence (13), agì
per lunghi anni a stretto contatto
con i servizi segreti inglesi, quasi a
rimarcare i rapporti tra l’Intelligence
Britannica e l’Occulto. Spence ne
sottolinea i legami, rimarcando che
“…Crowley spiegava che lo scopo
della magia consisteva
nell’effettuare mutamenti nel mondo fisico ‘seguendo la volontà’, ovvero nel manipolare i comportamenti e
le forze naturali senza azioni che potessero essere notate. Verso la fine
della propria vita, egli rifletté sullo
stesso argomento, comparando i
Capi Segreti, i cosiddetti maestri invisibili ed inaccessibili della ’Grande
Loggia Bianca’ al Capitano A. ed
all’Ammiraglio B. del British
Intelligence Service.” (14)
Recentemente un autore particolarmente prolifico e informato come
Maximillien de Lafayette ha messo
in evidenza le connessione tra i cosiddetti occultisti inglesi e tedeschi,
spiegando
“…in quello stesso anno, Karl Haushofer (15) fondò l’ordine ‘Bruder
Des Lichts’ (Fratelli della luce). Ironicamente Aleister Crowley, il famoso
occultista internazionale ed agente
del servizio segreto inglese, si unì al
gruppo di Haushofer. Difficile da credere? Non particolarmente in
quanto Aleister
Crowley partecipò ad alcuni dei
più importanti
incontri di Hitler,
in particolare a
quello in cui Hitler preparò il
programma di
Maximillien de Lafayette
lavoro per l’organizzazione del suo
partito. Egualmente ironico risulta il
fatto che Theodor Reuss, il mentore
di Aleister Crowley e la forza dietro
la Ordo Templi Orientis Society, era
un agente del servizio segreto tedesco. Mi sembra che tutte queste società segrete occulte e spirituali fossero tutto fuorché spirituali!
...L’Ordo Templi Orientis e la Golden
Dawn erano associati con società
segrete russe, britanniche e tedesche, in particolare con la società
Teosofica di Elena Blavatsky, fondata a New York nel 1875, con The
Bruder Des Lichts e con Rudolf von
Sebottendorf, fondatore della Thule
Gesellschaft, il quale attrasse Adolf
Hitler, Himmler, Kaurl Haushofer,
Jorg Lanz von Liebenfels, Rosenberg,
Halford John Mackider, Hans Frank,
Queste associazioni ed alleanze segrete uniscono assieme gli occultisti
tedeschi ed inglesi in un formidabile
vincolo.” (16)
Il Conte Sergei Yulyevich Witte
(1849 - 1915) aderì alla Struttura nel
1895. L’attività del Conte Witte è
legata all’industrializzazione della
Russia zarista alla fine del diciannovesimo secolo. Egli ricoprì numerosi
incarichi politici, economici e diplomatici sotto gli ultimi due Zar della
Russia, diventando Ministro delle
Finanze e persino il primo Presidente del Consiglio dei Ministri
dell’ultimo Zar Nicola II.
Per quanto attiene al
presente saggio, Witte
fu il protettore di Ferdinand Ossendowski (17),
autore del best seller
Sergei Yulyevich internazionale “Bestie,
Witte
uomini e Dei “, nel quale si parla diffusamente
di un cosiddetto “Regno sotterraneo
dell’Agarthi”, in cui vivrebbe il “Re
del Mondo”. Dopo la pubblicazione
della traduzione francese del libro di
Ossendowski nel 1924, René Guénon (18) pubblicò appunto il libro “Il
re del mondo” nel 1927.
Guénon, con sicurezza ed erudizio-
ne, spiega che “…il titolo di ‘Re del
Mondo’ designa un principio
…l’importante qui è far rilevare che
tale principio può essere reso manifesto da un centro spirituale stabilito
nel mondo terrestre, da
un’organizzazione incaricata di conservare integralmente il deposito
della tradizione sacra, di origine
‘non umana’ (apaurusheya)…” (19)
Se leggiamo con attenzione, Guénon
esplicita due concetti molto importanti per il presente saggio, ovvero
che da millenni esiste
un’organizzazione al servizio di un
potere e che questo potere è di origine non umana, oppure come diremmo oggi, non terrestre. Egli era
consapevole di aver forse superato
un limite nel rilascio di informazioni
e infatti, alla fine del libro, confessa
“…Siamo ben lungi dal pretendere di
aver detto tutto il possibile
sull’argomento del presente studio,
e gli accostamenti che abbiamo fatto potranno anche suggerirne molti
altri; comunque abbiamo detto molto più di quanto mai sia stato detto
finora, e alcuni saranno forse tentati
di rimproverarcelo.”
Durante la sua dettagliata analisi
storica e geografica dell’evoluzione
del centro di conoscenza iniziale e
iniziatico, Guénon aggiunge infine
una chiosa all’attività della Sig.ra
Blavatsky (20), quasi a rimproverarla
di una certa superficialità nel trattare una tema così vitale per l’Homo
Sapiens Sapiens: “…Aggiungiamo
che sulla base di informazioni frammentarie raccolte su questo argomento, senza peraltro coglierne il
significato, la Blavatsky concepì
l’idea della ‘Grande Loggia Bianca’,
che potremmo definire non tanto
un’immagine quanto una semplice
caricatura o una parodia immaginaria dell’Agarttha.” (21)
Come a collegare le ramificazioni
dirette ed indirette della Struttura, è
veramente interessante sottolineare
il fatto che il Conte Witte era primo
cugino della Sig.ra Blavatsky, in
quanto la madre di Witte, Ekaterina
73
Andreevna, era la sorella della madre della Sig.ra Blavatsky, Helena
Von Han. Witte ne traccia un interessante ritratto nelle proprie memorie, ricordando in particolare che
“…Essa aveva enormi occhi di colore
azzurro, quando parlava con foga
essi risplendevano con un fascino
che è completamente indescrivibile.
Nella mia vita non ho mai visto nulla
come quel paio d’occhi.” (22)
Ricordo infine che durante l’ultima
parte temporale della presenza e le
attività politiche ed economiche del
Conte Witte all’interno della corte e
del governo zarista, a San Pietroburgo fu presente il famoso Gurdjieff
G.I., il ‘cercatore di verità’ per antonomasia, uno dei personaggi più interessanti dal punto di vista cognitivo nel periodo a cavallo tra la fine
dell’ottocento e la prima metà del
novecento. Gurdjieff aveva sposato
una dama di compagnia della Zarina
Alexandra Feodorovna, per cui la
sua presenza nella corte zarista appare certificata, anche se egli era
legato ad un potere superiore, come
si evince dalla sua analisi “…Cosa è
la guerra? E’ il risultato
dell’influenza planetaria. Da qualche
parte lassù, due o tre pianeti si sono
avvicinati troppo l’uno all’altro: ne
risulta una tensione… e qui, sulla
terra, le persone cominciano a massacrarsi a vicenda… Non si rendono
conto di quanto siano pedine del
gioco… Né l’imperatore Guglielmo,
né i generali, né i ministri, né i parlamentari significano qualcosa o possono fare qualcosa.” (23)
Paolo Rumor non conferma la data
in cui George Ivanovic Gurdjieff
(1866? - 1949) aderì alla Struttura,
tuttavia Rumor cita per ben tre volte
Gurdjieff nel libro, indicandolo come
“…Priore, depositario di un registro
(o di una copia di questo) contenente la parte inziale dell’elenco” (24)
degli appartenenti
all’Organizzazione o Struttura come
la indica Rumor. Ricordo inoltre che
Gurdjieff si stabilì assieme ai suoi
allievi in Francia vicino a Fontaine-
bleau nel 1922,
andando a vivere
in una struttura
denominata
“Prieuré”. In precedenti articoli e
conferenze ho
anche effettuato
una comparazione
tra le informazioni
rilasciate da Gurdjieff nei suoi libri,
pubblicati postuGeorges I. Gurdjieff
mi, e gli studi di
Zecharia Sitchin riguardo all’origine
non terrestre dell’Homo Sapiens Sapiens grazie all’intervento di esseri
provenienti da altri pianeti e sistemi
planetari. (25)
Sempre Rumor spiega che Gurdjieff,
assieme a personaggi come Cesare
Merzagora, Jean Cocteau, Giacomo
Rumor, padre dello stesso Paolo Rumor, fece parte delle commissioni
che si riunirono poco dopo la fine
della seconda guerra mondiale allo
scopo di mettere le basi per la creazione della futura Unione Europea.
Sentiamo come Gurdjieff “predisse”
a Bennett nel 1949 l’instaurazione di
quello che oggi viene comunemente
chiamato “nuovo ordine mondiale”:
“…Disse che al momento si stava
instaurando nel mondo
l’organizzazione di un ordine superiore, che avrebbe potuto accogliere
soltanto coloro che avevano raggiunto uno stadio di sviluppo spirituale tale da essere in grado di produrre energie superiori.” (26)
Gli ingegneri inglesi John (1835 1891) e Waynman (1844 - 1930) Dixon, fratelli di Sir Raylton Dixon
(1838 - 1901), famoso costruttore di
navi con la società di famiglia Raylton Dixon & Co. fondata nel 1873
e gestita dai tre fratelli, poi chiusa
nel 1923. John e Waynman fecero
entrambi parte della Struttura, Rumor conferma solamente la data
dell’affiliazione di John nel 1871.
Proprio l’anno seguente, come per
una coincidenza significativa, Waynman, lavorando all’interno della
grande Piramide di Giza, scoprì quel- tura un lungo pezzo di legno, che per
li che sono oggi noti come “Dixon
forma e per sembianza, sembrava
relics”.
essere simile a quel pezzo più piccolo
trovato dai Dixons nel 1872 in fondo
al condotto. Questa vestigia avrebbe
naturalmente potuto essere datata
al carbonio 14 e per fortuna fornire
una datazione adeguata della Grande Piramide. Sino ad ora, questa asta di legno non è stata recuperata
dal Dr. Zahi Hawass, il Direttore Generale dei monumenti di Giza, nonostante le numerose richieste fatte da
In effetti sono gli unici oggetti mai
me stesso e da altri. Sembra che il Dr
ritrovati all’interno della Grande Pi- Hawass non approvi la datazione al
ramide. In un articolo pubblicato in Carbonio-14. Pertanto ritrovare la
Discussions in Egyptology, Oxford,
‘Dixon relic’ mancante, ovvero il pezVolume 50, 2001, dal titolo “Grant zo lungo 5 pollici di legno simile al
Bey and the missing pyramid relic”, cedro, è cruciale, in quanto potrebbe
Robert G. Bauval ripercorre la storia risolvere questo impasse.” (27)
della scoperta da parte di Waynman I fratelli Dixon furono particolarDixon:
mente legati alle attività
“Nel settembre 1872, un ingegnere dell’establishment inglese in Egitto,
britannico, Waynman Dixon scoprì le infatti sono famosi anche per la speaperture dei due condotti nelle pare- dizione a Londra dell’Obelisco di Cleti sud e nord della Camera della Re- opatra (il cosiddetto Cleopatra’s
gina e nella sezione orizzontale dei needle) nel 1876. Nella sua “A Short
condotti che conduce nella camera History of the Egyptian Obelisks”
egli trovò tre piccole vestigia, un pic- (1877), William Ricketts Cooper ricolo gancio di bronzo, una parte di porta un breve racconto di Sir Eraun legno simile al cedro ed una sfera smus Wilson (28) riguardo al suo
di granito. Le vestigia vennero por- incontro con Waynman Dixon:
tate in Inghilterra da John Dixon, il
“Essendo figlio di un navigatore, la
fratello maggiore di Waynman e
cosa mi interessò… compresi ben
consegnate all’astronomo reale di
presto che il Sig. Dixon era un masScozia, Piazzi Smyth, il quale ne pre- sone, pertanto saltammo tutte le
se nota nel proprio diario e quindi le formalità e le cerimonie. Egli mi disriconsegnò a John Dixon. Le ‘Dixon
se che da tempo aveva progettato di
relics’ successivamente sparirono.
portare l’obelisco in Inghilterra e che
Nel 1993 condussi una ricerca di
sperava di poterlo fare lui stesso un
queste vestigia con la Drs Mary
giorno, quando sarebbe stato abbaBruck ed alla fine le rintracciammo stanza ricco… Egli disse anche, lo
nel British Museum. Sfortunatamen- avrebbe inserito in un forno riscaldate mancava il piccolo pezzo di un
to, fatto scivolare in mare ed infine
legno simile al cedro, per cui non fu rimorchiato sino in Inghilterra.” (29)
possibile effettuare la datazione con Successivamente Sir Erasmus Wilson
il Carbonio 14. Le vestigia sono ades- dette l’incarico ai fratelli Dixon per
so esposte nella sezione Egitto del
la spedizione e l’installazione
British Museum.
dell’obelisco sulle rive del Tamigi,
Quando l’ingegnere tedesco Rudolf evento che venne realizzato nel
Gantenbrink, esplorò i condotti della 1878.
Camera della regina all’interno della Gaetano Mosca (1858 – 1941) aderì
Grande Piramide nel 1993, egli riuscì alla Struttura nel 1920. Studioso itaa fotografare con un robot in minia- liano di scienza della politica e di
74
storia delle dottrine politiche, senatore del Regno d’Italia e firmatario
nel 1925 del “Manifesto
degli intellettuali antifascisti” proposto da Benedetto Croce (30). GaeGaetano Mosca
tano Mosca è ricordato
dagli addetti ai lavori
come uno dei più importanti esponenti della teoria “elitista” della
classe politica, assieme a Vilfredo
Pareto (31) e Robert Michels (32).
Le sue teorie vennero riprese dopo
la fine della seconda guerra mondiale da studiosi anglosassoni come
Charles Wright Mills (33) e Ralph
Dharendorf (34).
In pratica Mosca implementò il concetto che la guida della governance
nel passato e nel presente era sempre stata ed è attualmente nella mani di un gruppo ristretto di persone,
di un élite di poche persone, in
quanto è sempre esistita una sola
forma di governo, l’oligarchia. Secondo Mosca l’élite mantiene il potere utilizzando tutti i mezzi pubblici
e di comunicazione disponibili.
Parallelamente all’introduzione del
concetto della presenza di un potere
gestito da millenni da poche persone, altri componenti della Struttura
si sono occupati di introdurre e sviluppare altri concetti, come quello
dell’esistenza di una conoscenza iniziale comune a tutte le civilizzazioni
succedutesi dopo il grande diluvio o
Tsunami avvenuto circa 12.000 anni
fa. Tale conoscenza globale, utilizzata per la prima volta dalla civilizzazione sumera, aveva permesso ai
nostri antenati di disporre di importanti conoscenze in svariati campi,
incluse quelle geografiche, astronomiche, matematiche etc. Tuttavia il
concetto importante consisteva nel
fatto che le conoscenze di cui disponevano i Sumeri provenivano, per
loro stessa ammissione, dai loro
“Guardiani”, “Maestri”, esseri superiori come lo può essere un professore di fronte ad allievo al primo
anno di scuola.
Alexander Thom (1894 - 1985), ingegnere scozzese, il quale aderì alla
Struttura tra il 1945 ed il 1950, mostrò che le costruzioni ed in monumenti dell’età della pietra del Neolitico, a partire da circa il 3.500 prima
dell’era attuale, erano state realizzate grazie all’impiego di una unità di
misura standardizzata estremamente precisa ed accurata che Thom definì “Megalithic Yard”, la quale era
usata dalla civilizzazione sumera in
Mesopotamia.
Lo sviluppo dei concetti di Thom
portarono altri studiosi ad identificare nella civiltà sumera l’origine di
tali unità di misura la civiltà la fonte
di tali conoscenze, mostrando come
tali conoscenze, seppur parzialmente dimenticate, siano sempre stati
presenti nella storia degli ultimi cinquemila anni del pianeta Terra.
Recentemente gli studiosi Christopher Knight ed Alan Butler hanno
ripreso e sviluppato gli studi di Alexander Thom in un affascinante saggio (35), per mostrare come i sistemi di pesatura e di misurazione adottati nei paesi anglosassoni ed
quelli introdotti in Europa al tempo
della Rivoluzione Francese derivino
da una iniziale ed antica civilizzazione.
Ad esempio il professor Livio Catullo Stecchini (1913 - 1979), il quale
fece parte della Struttura, spiegò
che il sistema matematico a base 60
impiegato dalla civilizzazione sumera era alla base dei sistemi di misurazione e di pesatura metrici reintrodotti sia in Francia durante la
Rivoluzione che negli Stati Uniti
75
Alexander Thom
d’America sin dalla loro nascita. Ancora Knight e Butler spiegano:
“L’attuale comprensione dei sistemi
di misurazione Sumeri e Babilonesi è
stata ricostruita da esperti che hanno studiato molti testi cuneiformi
trovati nelle tavolette di terracotta
fra le rovine di antiche città della
Mesopotamia. Come per molte culture che sono durate nel tempo, le
diverse lunghezze lineari, i pesi ed i
volumi utilizzati nella ‘Mezzaluna
Fertile’ possono risultare terribilmente complicati, con specifiche lunghezze e pesi riservati a particolari
merci. Tuttavia, come suggerito nel
capitolo 4, esistevano alcuni pesi e
misure che erano impiegati come
sistemi standard e che non sono mutati in maniera significativa nel corso del tempo. Secondo il professor
Livio C. Stecchini queste sistemi
standard derivano dal periodo Sumero, intorno al 1.800 a.C.” (36)
Stecchini è inoltre conosciuto per i
suoi studi riguardo alle dimensioni
della Grande Piramide di Cheope,
Livio C. Stecchini in una foto presa verso il 1978
nella sua casa in New Jersey da Robert K. Temple, l’autore del best seller “The Sirius Mystery”
inclusi
nell’appendice del
libro scritto dallo
studioso Peter
Tompkins, “Secrets
of the Great Pyramid” (37) e per la
sua partecipazione
alla difesa delle teSamuel Noah Kramer
orie proposte da
Immanuel Velikovsky. (38)
Per terminare l’analisi delle divulgazioni dell’avvocato Paolo Rumor, è
doveroso mettere in risalto un altro
chiaro ed evidente collegamento
con la civilizzazione sumera che emerge dal libro, anche se Rumor
tratta la questione quasi di sfuggita,
scrive infatti Rumor:
“…Venivano usati termini quali
‘tolleranza” e libertà’, ‘fratellanza’,
‘moderazione’, ‘equità’, e questi vocaboli venivano anche riassunti o
siglati con l’abbreviazione ‘Me’.”
(39)
L’espressione “Me” è stata studiata
e analizzata dai principali studiosi
della civilizzazione sumera, da Avigdor Speiser a Samuel Noah Kramer
a Thorkild Jacobsen a Diane Wolkenstein, ed è stata tradotta in varie
maniere, “formule divine”, “leggi
universali” (40), “uffici cosmici (41)”,
“attributi della civiltà.” (42)
Appare in ogni caso è evidente che
si tratta di piccoli oggetti che potevano essere trasportati, ad esempio
la Maestra/Dea Inanna ne riceve dal
Maestro/Dio Ea/Enki circa un centinaio (43), i quali erano necessari per
la gestione di una civilizzazione. Tuttavia non si trattava semplicemente
di oggetti in cui erano incise o codificate conoscenze, leggi, formule o
dati, ma anche oggetti che consentivano la capacità, l’autorità ed il potere di esercitare una certa conoscenza.
Il programma educativo “Harry Potter”
All’inizio del presente saggio ho presentato uno degli innumerevoli esempi divulgativi della realtà della
governance del pianeta Terra così
come viene presentata nei sette libri
della serie di Harry Potter, i quali
sono in un’impressionante regolare
sequenza
1997 - Harry Potter and the Philosopher's Stone
1998 - Harry Potter and the Chamber of Secrets
1999 - Harry Potter and the Prisoner
of Azkaban
2000 - Harry Potter and the Goblet
of Fire
2003 - Harry Potter and the Order of
the Phoenix
2005 - Harry Potter and the HalfBlood Prince
2007 - Harry Potter and the Deathly
Hallows
Dai sette libri, sette sono i film realizzati dagli stessi libri (il film tratto
dall’ultimo libro è stato diviso in due
successive parti), sempre con
un’impressionante regolare sequenza, ovvero
2001 -Harry Potter and the Philosopher's Stone
2002 -Harry Potter and the Chamber
of Secrets
2004 -Harry Potter and the Prisoner
of Azkaban
2005 -Harry Potter and the Goblet
of Fire
2007 -Harry Potter and the Order of
the Phoenix
2009 -Harry Potter and the HalfBlood Prince
2010 -Harry Potter and the Deathly
Hallows – Part 1
2011 -Harry Potter and the Deathly
Hallows – Part 2
Per comprendere l’importanza
dell’operazione “Harry Potter” inserita all’interno dei programmi educativi attualmente in atto, basta
semplicemente verificare le statistiche della vendita delle copie dei libri
e gli incassi al botteghino per il film.
Secondo l’enciclopedia internet
Wikipedia, che ha ripreso le informazioni di Alison Ford nel sito “The
Bookseller.com” (44) del 17 giugno
2008, la serie di Harry Potter ha superato 400 milioni di copie vendute
nel mondo con traduzioni in 67 pae76
si. (45) Pertanto la percentuale
mondiale del numero di giovani che
hanno sicuramente letto almeno un
libro della serie di Harry Potter è
altissima, considerando che nel
2013 le statistiche delle Nazioni Uniti stabiliscono che la popolazione
mondiale in età tra 0 e 15 anni ammonta a 1.878.000.000, mentre
quella in età tra 15 e 24 anni ammonta a 1.205.000.000. (46)
Se poi consideriamo il semplice fatto
che in molte famiglie il numero dei
ragazzi è almeno due, il bacino di
utenza risulta vicino ai due terzi del
totale dei giovani in età fra i 15 ed i
24 anni. Il fatto poi che l’operazione
“Harry Potter” sia dedicata principalmente ai ragazzi in particolare e
ai giovani in generale, significa che
l’implementazione dei programmi
educativi ha ricevuto una evidente
accelerazione, probabilmente a causa di un evento esogeno che accadrà
nel giro di pochi anni o di pochi lustri. Non debbo certamente ricordare l’estrema importanza del numero
sette nelle conoscenze e nella storia
dell’umanità, dalla chimica (le classi
di simmetria dei sistemi cristallini),
alla fisica (i colori dell’arcobaleno e
le misure del sistema internazionale), all’arte (le arti liberali)
all’alchimia (i metalli del processo di
trasmutazione), al calendario (i gior-
ni della settimana), alla musica (le
note musicali), all’informatica (gli
strumenti del controllo statistico di
processo), alle religioni (i bracci del
candelabro ebraico Menorah, gli dei
della felicità nel buddismo e shintoismo, i doni dello Spirito Santo nel
cristianesimo, le virtù e di peccati
capitali, gli attributi di Allah), alla
storia (le tavolette dell’Enuma Elish,
gli Apkallu mesopotamici, i saggi filosofi greci, le meraviglie del mondo
e-nu-ma e-liš la na-bu-ú šá-ma-mu[1]
šap-liš am-ma-tum šu-ma la zak-rat
Terra il settimo pianeta che viene
incontrato da chi proviene
dall’esterno del sistema solare.
L’operazione educativa “Harry Potter” ha pertanto chiaramente identificato il luogo al quale si riferisce la
sua analisi, ovvero il pianeta Terra.
L’oggetto della sua analisi riguarda
invece la Governance del pianeta
Terra, dunque chi la detiene e quali
sono i suoi simboli.
Seguendo la millenaria tradizione
Quando in alto il Cielo non aveva ancora un
nome,
E la Terra, in basso, non era ancora stata chiamata con il suo nome,
ZU.AB-ma reš-tu-ú za-ru-šu-un
Nulla esisteva eccetto Apsû, l'antico, il loro
creatore,
E Mummu e Tiāmat, la madre di loro tutti,
mu-um-mu ti-amat mu-al-li-da-at gim-ri-šúun
A.MEŠ-šú-nu iš-te-niš i-ḫi-qu-ú-ma
Le loro acque si mescolarono insieme
gi-pa-ra la ki-is-su-ru su-sa-a la she-'u-ú
E i pascoli non erano ancora formati, né i canneti esistevano;
e-nu-ma dingir dingir la šu-pu-u ma-na-ma
Quando nessuno degli Dei era ancora manifesto.
Nessuno aveva un nome e i loro destini erano
incerti.
Allora, in mezzo a loro presero forma gli Dei.
šu-ma la zuk-ku-ru ši-ma-tú la ši-na-ma
ib-ba-nu-ú-ma dingir dingir qê-reb-šú-un
L’inizio dell’Enuma Elish
antico).
Mi collego invece agli studi di Zecharia Sitchin (47) ed alle 7 tavolette in
cui è scritta l’Enuma Elish (48) mesopotamica, per ricordare appunto i
sette libri delle Earth Chronicles dello stesso Sitchin e, soprattutto, il
fatto che nell’antichità il numero del
pianeta Terra era il sette, essendo la
terrestre, esistono due gruppi o forze contrapposte anche nella serie
“Harry Potter”. La parte positiva,
relativa in questo caso al sistema
scolastico dedicato
all’insegnamento delle speciali tecnologie (arti magiche) è identificata
come Grifone d’oro (nei libri in lunga inglese “Gryffindor”), cui si oppone la parte negativa denominata
Serpeverde (nei libri in lingua inglese “Slytherin”). In araldica il grifone
si blasona come aquila per le ali e
come leone per il resto del corpo,
specificando dunque esattamente i
simboli del potere che sono presenti
da millenni nel pianeta Terra.
Nei saggi e nella conferenza precedentemente citati ho spiegato dettagliatamente la presenza dei simboli sia dell’aquila che del leone nelle bandiere e nelle insegne dei prinImmagine di Ninurta assieme all’aquila dalla dop- cipali imperi e stati nazionali del
pia testa, da una tavoletta sumera
passato e del presente. Ho spiegato
77
inoltre a cui è
sempre appartenuto il simbolo dell’aquila,
ovvero al
Maestro/Dio
della città mesopotamica di
Lagash (oggi il
sito archeologico di Tello), NiIl Grifone in araldica
nurta. (49)
L’emblema e
simbolo di Ninurta è l’aquila dalla
doppia testa, di qui l’espressione di
“Double Eagle of Lagash”. Troviamo
ancora il simbolo dell’aquila a due
teste all’interno dei riti dei Free
Massons, dove in particolare nel Rito Scozzese, il trentaduesimo grado
è appunto denominato “The Double
Eagle of Lagash”, mentre anche nel
massimo grado, il trentatreesimo, è
simboleggiata l’aquila a due teste.
Il simbolo del gruppo che si oppone
al gruppo dell’aquila e del leone nella serie di “Harry Potter” è, come
sopra menzionato, quello dell’astuto
serpente, la cui lingua è quella appunto del serpente (parseltongue
nei libri in lingua inglese). Il principale rappresentante del gruppo del
serpente è conosciuto come Tom
Riddle (inteso come indovinello, enigma, colui che risolve), la cui linea
genetica non è pura, essendo un
mezzosangue (halfblood nei libri in
lingua inglese), quindi con un genitore non mago, dunque figlio anche
di un Homo Sapiens Sapiens.
Zecharia Sitchin ha esaurientemente
spiegato nei suoi scritti che uno degli epiteti Sumeri
del Maestro/Dio
Ea/Enki (50) era
“Buzur”, che significava sia “Colui
che
conosce/risolve i
segreti”, sia
“Quello delle miniere di rame” che
“Serpente”; paEa/Enki da una tavoletta
rallelamente il
sumera
termine ebraico impiegato nella famosa e determinante storia del
“Giardino dell’Eden” per indicare
colui il quale aveva “tentato Eva”
era “Nahash”, tradotto “Serpente”,
ma tale termine ha anche stessi significati del Sumero “Buzur” sopra
citati. (51)
Pertanto si comprende come sia stato possibile dimostrare che il concetto di “Serpente”, come sopra
menzionato uno dei soprannomi
(52) di Ea/Enki e in seguito di tutto il
suo clan familiare, divenisse il simbolo di un essere negativo, anzi che
fosse stato proprio lui a far iniziare
le tribolazioni dell’Uomo, quando
spinse i cosiddetti “Adamo ed Eva”
a mangiare la mela della conoscenza, disubbidendo alla volontà di Dio,
il quale di conseguenza dovette punirli, cacciandoli dal Paradiso (53) o
E.Din. (54)
Analizzando le numerose citazioni
del “serpente” (55) nella Bibbia, si
evince che inizia già l’identificazione
del serpente con il Leviatano (56) e
con il drago o dragone (57), anticipando il tema tipico del Medioevo,
quando al serpente si sostituì come
animale negativo “il drago”, per cui
possiamo leggere molte storie di
cavalieri, la più famosa quella di San
Giorgio, i quali uccidono il drago.
(58)
All’interno della tradizione ebraica e
cristiana, l’accezione negativa del “
Serpente “ si corrobora con
l’equazione Serpente-Satana [sà-tana], (‫ שָׂ טָ ן‬Ebraico Satan, Σατανᾶς
Lingua Greca Satanâs, Latino Sátanas, Ebraico tiberiense Śāṭān; Aramaico ‫ שִׂ טְ נָא‬Śaṭanâ; ‫ ﺷﯿﻄﺎن‬Šayṭān:
"Avversario"; "accusatore"). Si tratta
di un angelo, demone, o divinità minore in molte religioni; in particolare, nelle religioni monoteiste derivate da quella giudaica, è l'incarnazione e la personificazione del principio
del male supremo, in contrapposizione a Dio, principio del sommo
bene. Nel Nuovo Testamento questo “Avversario” per eccellenza è
identificato con il Diavolo, con il
Dragone, con il “Serpente Antico”
che è stato espulso dal cielo e dalla
Terra che ha tentato Gesù Cristo e
che tenta tuttora gli uomini. (59)
La prima apparizione di Satana come Dragone o Serpente è nel Libro
della Rivelazione. (60)
L’equazione Serpente-Satana comporta anche l’equazione SerpenteSatana-Diavolo, la voce derivante
dal greco “Διάβολος”, che significa
originariamente “calunniatore”,
“accusatore”, diventato
l’equivalente dell’ebraico “Satan”,
“avversario”, nell’accezione che ebbe nel tardo giudaismo. Nella corrente principale del Cristianesimo il
Diavolo è noto anche con il nome di
Satana, un essere che odia tutta l'umanità, o più precisamente la creazione (in contrapposizione a Dio),
che diffonde menzogne e causa distruzioni nelle anime del genere umano. Nella Bibbia il diavolo viene
identificato con il serpente nella storia del Giardino dell'Eden, col dragone nell'Apocalisse di Giovanni, e col
tentatore nei Vangeli.
Come ha ampiamente dimostrato
Samuel Noah Kramer (61), uno dei
principali studiosi esperti del mondo
dei Sumeri, in uno studio dedicato
espressamente ad Ea/Enki: (62)
“…Ad Enki è regolarmente attribuito
l’epiteto di “Dio della sapienza”. Poiché il concetto di sapienza era già
particolarmente complesso sin
dall’inizio del mondo antico, ed raggiungeva dimensioni differenti rispetto a quelle che si ritrovano nella
tradizione biblica (ovvero nella magia, nei rituali, nella capacità di entrare ed uscire dal mondo sotterraneo), abbiamo scelto di evitare “la
sapienza” quando le storie di Enki
sembrano domandare astuzia e furbizia, le arti del Trickster
(Ingannatore, la traduzione è mia).
Enki stupisce persino gli altri dei con
soluzioni scioccanti per problemi apparentemente impossibili. Il termine
inglese “cunning (astuzia, furbizia, la
traduzione è mia)”, contiene solamente una parte del suo significato
78
primigenio, “apprendimento” ed
“erudizione, ma mantiene una parte
della “capacità di saper fare”, l’arte,
il mestiere e la scienza in particolare
delle arti occulte...” (63)
Dopo la precedente breve ma esplicita analisi, ritengo di poter riassumere qui di seguito alcuni fra i più
importanti concetti che l’operazione
“Harry Potter” ha inteso inculcare
nei cervelli soprattutto dei giovani:
Esistono sul pianeta Terra esseri di
origine non terrestre da tempi molto antichi.
Questi esseri dispongono di tecnologie sconosciute all’Homo Sapiens
Sapiens, denominate nel passato
arti magiche.
Questi esseri sono divisi fra loro,
esistono contrasti che generano
conseguenze, anche pericolose, per
gli Homo sapiens Sapiens.
Esiste un gruppo che detiene la
leadership e la governance del pianeta Terra, i cui simboli sono l’aquila
ed il leone.
Questo gruppo ha gestito nel passato e gestisce attualmente i principali
imperi e stati internazionali e nazionali i cui simboli sono appunto
l’aquila ed il leone.
Questo gruppo sta attualmente terminando la riorganizzazione della
sua governance sul pianeta Terra alcuni analisti la chiamano new
world order - tentando inoltre di
identificare il proprio avversario come un gruppo negativo
Al gruppo che detiene la governance dl pianeta Terra, si oppone da
tempi molto antichi un altro, il quale
ha cercato di caratterizzare la propria azione contrapponendo l’uomo
della conoscenza all’uomo del potere, i cui simboli sono il serpente ed il
drago.
Per ambedue i gruppi il mantenimento della purezza genetica è una
priorità assoluta.
Poiché il gruppo cosiddetto
“oppositore” è inoltre presente anche all’interno degli stati controllati
dal gruppo che detiene la
leadership, a volte l’azione di alcuni
governi sembra non sia univoca.
D’altra parte questo fatto si è sempre verificato nel passato, per cui
anche all’interno delle due principali
religioni, Cristiana ed Islamica, sono
avvenute profonde divisioni e lacerazioni. Probabilmente il contrasto,
la frattura, Sunniti contro Sciiti
all’interno della religione mussulmana è una conseguenza diretta del
contrasto fra i
due gruppi, in
particolare se
consideriamo
l’attuale cooperazione fra molti
dei principali stati gestiti dai sunniti con stati gestiti dal gruppo
dell’aquila (basta
un solo esempio,
Stati Uniti e Arabia Saudita).
Uno studioso “addentro alle segrete cose” come Andy Lloyd (64), ricorda, sulla scia della divulgazioni
della serie “Harry Potter”, del Primo
Ministro della Repubblica Federativa
Russa, Medvedev, dell’avvocato Paolo Rumor, come
“…I governi di questo mondo non
siano la sola fonte di potere in questo pianeta. Ai nostri governi occidentali, in particolare, piace dare
l’impressione che essi siano al servizio del popolo, il quale li ha eletti
democraticamente. Ma in realtà, noi
(i governi, l’aggiunta è mia), non siamo null’altro che un management di
medio livello. I partiti di destra, di
sinistra, non sono altro che
Andy Lloyd
Lo schema proposto da Andy Lloyd
un’inezia. Tuttavia, esistono altri
poteri che nessuno di noi, persino in
questo grande e vecchio edificio, riesce totalmente a comprendere. Questi poteri sono molto, molto antichi.
Sono incorporati nei nostri livelli sociali più elevati, crescendo e mutando nello stesso tempo in cui la società cresce e muta. Il fatto importante
da afferrare in questo caso consiste
che questi poteri non agiscono sempre in accordo fra loro. Quando non
sono d’accordo, le nostre nazioni
possono a volte essere divise, per cui
si verificano le guerre. A volte, quando esiste un unico potere dominante
nel mondo, come esiste oggi, i poteri
segreti spingono quel governo nello
stesso tempo in diverse direzioni,
creando confusione.” (65)
Andy Lloyd è uno dei pochi studiosi
che ha tentato in questi tempi di
proporre all’attenzione del pubblico
la realtà come essa è realmente in
due romanzi, “Ezekiel One” (vedi
nota 60) e il successivo “The Followers of Horus” (66), a cui dovrebbe
seguire un terzo e ultimo romanzo,
secondo le intenzioni di Andy. I due
romanzi sono stati scritti dopo un
saggio estremamente rigoroso (67),
nel quale Andy Lloyd ha ripreso le
teorie proposte da alcuni astronomi
durante gli anni Ottanta riguardo
all’esistenza di una nana bruna,
compagna del nostro sole, per la
quale gli astronomi e gli studiosi
hanno proposto vari nomi, Nibiru,
Planet X, The Destroyer, Nemesis,
Wormwood.
Lloyd, implementando inoltre gli
studi del già citato Zecharia Sitchin
79
sulla presenza di un pianeta con una
massa probabilmente superiore parecchie volte quella di Giove, che
regolarmente ritorna al perielio tramite un’orbita ellittica, propone
un’interessante teoria cosmogonica
nella quale viene presentato un sistema binario, in cui sono presenti
da una parte il nostro Sole e
dall’altra la nana bruna o Dark Star.
Ricordo per completezza
d’informazione che il più volte menzionato George I. Gurdjieff, membro
della millenaria organizzazione che
opera per nome e per conto di chi
detiene la governance del pianeta
Terra, indicò chiaramente:
“…In modo analogo noi, sul pianeta
Karatas, chiamiamo ‘anno’ il periodo
di tempo compreso fra i momenti in
cui i soli ‘Samos’ e ‘Selos’ sono più
vicini fra loro… inoltre, è stato calcolato che durante il periodo al termine del quale il sole ‘Samos’ raggiunse il punto più vicino al sole ‘Selos’ periodo che sul pianeta Karatas è
considerato un ‘anno’ - il pianeta
Terra descrive attorno al suo sole
Ors trecentottanta nove dei suoi cerchi krentolnalniani.” (68)
Gurdjieff, anticipando Andy Lloyd e
alcuni degli scienziati odierni, presenta dunque un sistema quasi
trinario, con due soli a noi sconosciuti più il nostro sole, con il pianeta di origine di chi detiene la governance del pianeta Terra, che ruota
intono a uno di questi soli. Allo stesso modo,in uno dei romanzi sopra
menzionati, Andy Lloyd accenna a
Sirio come il secondo sole partner
della Dark Star, per cui ritengo che
sia necessario effettuare un rapido e
profondo approfondimento:
“...È anche fuori dall’asse TerraHorus. E si allinea con il segnale ricevuto da Sirio. Se si possono ascoltare
le trasmissioni degli Anunnaki tra
Nibiru e Sirio, allora potrebbe essere
in grado di ascoltare anche noi.”
(69)
Lo scenario è abbastanza delineato,
tuttavia non è ancora completamente chiara la motivazione
dell’accelerazione e
l’implementazione attuali dei programmi educativi avvenuta negli
ultimi tempi. Se consideriamo il test
compiuto sulla psicologia dell’Homo
Sapiens Sapiens con le catastrofiche
previsioni per la fine del 2012, potremmo pensare che la motivazione
per l’accelerazione dei programmi
educativi possa risiedere
nell’accadimento di un evento esogeno di particolare pericolosità. Allora sarebbe necessario per chi detiene la governance del pianeta Terra, avere la possibilità di gestire
un’emergenza tramite una organizzazione efficace ed efficiente, di
stampo militare.
Con la consueta lucidità Roberto Pinotti ha presentato recentemente
una serie di possibili scenari, dallo
scatenarsi della terza guerra mondiale, all’impatto del pianeta Terra
con asteroidi, al passaggio vicino al
pianeta Terra di enormi corpi planetari, al verificarsi di enormi terremoti e tsunami, all’accadimento di spaventosi solar killshots che causerebbero un Effetto Carrington (70) con
conseguenze ben più terribili di
quello avvenuto nel 1859. (71)
Un fatto è ad oggi incontrovertibile,
l’astro planetario denominata
C/2012 S1, conosciuto come cometa
Ison, secondo i dati certificati dalla
Nasa giungerà al perielio a 0.012 UA
dal Sole il 28 novembre 2013, al perigeo a 0,4268 UA dalla Terra il 26
dicembre 2013, mentre il MOID
(distanza minima tra le orbite di Ison
e Terra) sarà pari a UA 0,0232.
A new ScienceCast video anticipates
Comet ISON's close flyby of Mars on
Oct. 1, 2013. Play it
Dal sito NASA
http://science.nasa.gov/science-
80
news/science-atnasa/2013/23aug_marsison/
Il passaggio di Ison al perielio a sole
UA 0,012 può esporre la stessa Ison
al rischio di superare il limite di Roche, per cui il nucleo si potrebbe
spezzare. L’eventuale rischio per il
pianeta Terra, a partire da circa il 2
gennaio 2014, sussiste nella presenza di un consistente sciame di detriti
che la Ison si porterà appresso, passando in pratica tale sciame sopra la
nostra testa.
Dr. M. Martinelli
[email protected]
Copyright Dr. M. Martinelli –
E possibile riprodurre in toto od in parte il
presente saggio citando
Copyright Dr. M. Martinelli – Reprinted with
permission
NOTE AL TESTO
(1) Dr. M. Martinelli “Programmi educativi,
Governance del pianeta Terra, arrivo al perigeo della cometa Ison”, al XII Meeting
dell’USAC, 25 maggio 2013, in Occhiobello,
Ferrara.
(2) J.K. Rowling “Harry Potter e il principe
mezzosangue”, Salani Editore, Milano,
2006, Traduzione di Beatrice Masini, pagg.
9-14.
(3) Joanne K. Rowling (31 luglio 1965) è
divenuta particolarmente famosa nel mondo grazie all’enorme quantità di copie vendute della serie di 7 libri dedicati alla storia
di Harry Potter. L’indirizzo del suo sito è
www.jkrowling.com, mentre quello dedicato alla serie Harry Potter è
www.pottermore.com
(4) Versione dell’intervista fuori onda del
Primo Ministro della repubblica Federativa
Russa, Dmitrij Anatolyevic Medvedev alla
giornalista Maximovskaja, da Roberto Pinotti “Ufo: Oltre il contatto”, Oscar Mondadori, Milano, 2013, pag. 328.
(5) Confronta ad esempio l’articolo di Umberto Visani “Medvedev e i Men in black” in
Ufo International Magazine, nuova serie,
anno 2, n. 6 (206) pagg. 58-59.
(6) Dmitrij Anatolyevich Medvedev (14 Settembre 1965) è il decimo e attuale Primo
Ministro della Repubblica Federativa Russa
dal 2012. In precedenza egli era stato il terzo e più giovane Presidente della RFR dal
2008 al 2012. Da notare il fatto che il mentore di Medvedev, come del resto anche
per Vladimir Putin, fu Anatoly Alexandrovich Sobchak (1937-2000), già uno fra gli
autori della Costituzione della Repubblica
Federativa Russa, primo sindaco eletto di
San Pietroburgo. Sarebbe interessante poter approfondire il ruolo di Sobchak nella
transizione politica russa tra la fine degli
anni ottanta e la fine degli anni novanta.
(7) Paolo Rumor, con la collaborazione di
Giorgio Galli e Loris Bagnara, “L’altra Europa”, Hobby & Work Publishing Srl, 2010,
pag. 15.
(8) Serge Hutin, (1927 - 1997), massone,
studioso e prolifico scrittore di numerose
opere riguardanti l’esoterismo e le scienze
occulte.
(9) Serge Hutin “Governi occulti e società
segrete”, Edizioni Mediterranee, Roma,
1996, traduzione dal francese di Miriam
Magry, pag. 24.
(10) Serge Hutin “Governi occulti e società
segrete”, Edizioni Mediterranee, Roma,
1996, traduzione dal francese di Miriam
Magry, pag. 159.
(11) E. Bulwer Button (1803 -1873). Fra i
suoi libri, i più importanti per il presente
saggio sono “Zanoni” e “The Coming Race”.
Interessante notare come Bulwer Lytton sia
stato il primo ad introdurre il concetto di
“Vril” o “Vril-ya”. In The Coming Race il protagonista trova un mondo sotterraneo abitato appunto da esseri angelici denominati
“Vri-ya”, i quali sono i discendenti di una
civilizzazione antidiluviana. Essi impiegano
una tecnologia speciale “Vril”, sia energia
che capacità telepatica.
(12) A. Crowley, “The Secret Book of
Thoth”, Samuel Weiser Inc, York Beach Maine, 1969, pag. 8 ( Traduzione dell’autore).
(13) Richard B.Spence, “Secret Agent 666”,
Feral House, WA, 2008.
(14) Richard B.Spence, “Secret Agent 666”,
Feral House, WA, 2008, pag. 17.
(15) Karl Haushofer, (1969 - 1946), fu un
generale tedesco esperto di geografia e
fondatore della geo-politica, attivo nella
Germania pre-nazista in varie società segrete. Morì suicida nel dopoguerra.
(16) Maximillien de Lafayette “Vol. 1 Maria
Orsic, the Woman who originated and created Earth first Flying Saucers”, Art, Ufos &
Supernatural Magazine, New York, Berlin,
2012, pagg. 183-4 ( Traduzione dell’Autore).
(17) Antoni Ferdynand Ossendowski (1876 1945) fu un giornalista e politico polacco
che intraprese un lungo viaggio nella Siberia
e nella Mongolia durante la guerra civile tra
russi bianchi e bolscevichi.
(18) René Jean-Marie-Joseph Guénon (1886
- 1951) è stato uno scrittore francese, esoterista, studioso dei temi della Tradizione
nelle diverse culture del mondo.
(19) R. Guénon, “Il re del mondo”, Adelphi
Edizioni, Milano, 1977, traduzione di Bianca
Candian, pag 17.
(20) Helena Petrovna Blavatsky (1831 1891) fu una studiosa delle sapienze antiche la quale, assieme a H.S. Olcott creò un
istituto di ricerca e di pubblicazione di libri
denominato “La Società Teosofica”.
(21) R. Guénon, “Il re del mondo”, Adelphi
Edizioni, Milano, 1977, traduzione di Bianca
Candian, pagg. 84-85.
(22) Vedi «Excerpted from The Memoirs of
Count Witte», traduzione dal manoscritto
originale russo, edito da Abraham Yarmolinsky, Garden City, N.Y.: Doubleday, Page
& Company, 1921, pagg. 4-10 (la traduzione
è mia).
(23) James Moore “George Ivanovitc Gurdjieff, anatomia di un mito”, Edizioni il Punto d’Incontro, Vicenza, 1993, traduzione di
Anna Lucietto e Sergio Peterlini, pag. 96.
(24) Paolo Rumor, con la collaborazione di
Giorgio Galli e Loris Bagnara, “L’altra Europa”, Hobby & Work Publishing Srl, 2010,
pag. 128.
(25) Vedi fra gli altri l’articolo di Maurizio
Martinelli “Ufo, alieni e programmi educativi” in Ufo International Magazine, nuova
serie, anno 2, n. 6 (206) pagg. 40-57.
(26) John Godolphin Benett “Gurdjieff, un
nuovo mondo”, Ubaldini Editore, Roma,
pag. 82.
81
(27) Robert G. Bauval Robertbauval.co.uk/
ar cles/ar cles/DE49cont.html.
(28) Sir William James Erasmus Wilson
(1809 – 1884), chirurgo e dermatologo inglese, famoso per essersi accollato le spese
di trasporto dell’obelisco di Cleopatra
dall’Egitto in Inghilterra nel 1978.
(29) Vedi il sito http://
obeliskseven.blogspot.it/2010/11/artistengineer-dinner-obelisk-for.html (la traduzione è mia).
(30) Benedetto Croce (1966 - 1952) filosofo,
politico, storico, scrittore italiano, considerato uno dei maggiori protagonisti della
cultura europea del XX secolo.
(31) Vilfredo Federico Damaso Pareto (1848
–1923) è stato un ingegnere, economista e
sociologo italiano.
(32) Robert Michels, (1876-1936), è stato
un sociologo e politologo tedesco naturalizzato italiano, il quale studiò il comportamento politico delle élite intellettuali e contribuì a definire la teoria dell'elitismo.
(33) Charles Wright Mills (1916-1962) è
noto soprattutto per i propri studi riguardo
alla struttura del potere negli Stati Uniti con
il libro “The Power Elites”. Secondo Wright
Mills la struttura di potere è costituita dalla
triade della élite economica, di quella politica e di quella militare.
(34) Ralf Gustav Dahrendorf, (1929-2009) è
stato un sociologo, filosofo, scienziato della
politica ed infine politico liberale.
(35) Christopher Knight and Alan Butler
“Civilization One”, Watkins Publishing, London, 2006.
(36) Christopher Knight and Alan Butler
“Civilization One”, Watkins Publishing, London, 2006, pag. 243.
(37) Peter Tompkins (1919 - 2007) “Secrets
of the Great Pyramid”, 1997. Come molti
altri brillanti studiosi, Tompkins lavorò per i
servizi segreti.
(38) Immanuel Velikovsky (1895 - 1979) fu
uno scrittore ebreo di origine russa, successivamente emigrato negli Stati Uniti
d’America. Autore di libri controversi ma di
successo, effettuò studi di mitologia comparata, sostenendo che il pianeta Terra ed il
sistema solare subirono nel passato anche
recente molti eventi catastrofici, riportati
dagli antichi in miti e leggende.
(39) Paolo Rumor, con la collaborazione di
Giorgio Galli e Loris Bagnara, “L’altra Europa”, Hobby & Work Publishing Srl, 2010,
pag. 107.
(40) Samuel Noah Kramer, John Maier
“Miths of Enki, the Crafty God”, Oxford
University Press, Oxford, New York, pag. 44.
(41) Cosmic office in “Thorkild Jacobsen The
treasure of Darkness”, Yale University
Press, New haven and London, 1976, pag.
85.
(42) Diane Wolkenstien and Samuel Noah
Kramer “Inanna, Queen of Heaven and E-
arth”, Harper & Row Publishers, New York,
1983, pag. 224.
(43) La storia è riportata in “Inanna and the
God of Wisdom”, vedi Vedi Diane Wolkenstein and Samuel Noa Kramer “Inanna,
Queen of Heaven and Earth”, Harper & Row
Publishers, New York, 1983, pagg. 12-27.
(44) Verifica in http://
www.thebookseller.com/news/potter-tops400-million-sales.html.
(45) Verifica in http://en.wikipedia.org/
wiki/J._K._Rowling.
(46) World Population Prospects the 2012
Revision, Volume I: Comprehensive Table,
United Nations, New York, 2013, pag. 6,
Table 1.4, in http://esa.un.org/unpd/wpp/
Documentation/pdf/WPP2012_VolumeI_Comprehensive-Tables.pdf.
(47) Zecharia Sitchin (1920-2010). Attualmente la spiegazione più coerente, almeno
per quanto riguarda il cosiddetto
“Occidente”, riguardo all’origine dell’Homo
Sapiens Sapiens ed agli avvenimenti succedutisi sul pianeta Terra negli ultimi 250.000
circa, è stata proposta da Zecharia Sitchin
(1920-2010) nei suoi 14 libri scritti fra il
1976 ed il 2010.
(48) L’Enûma Eliš (denominato anche Enuma Elish"), venne ritrovato da Austen Henry
Layard nel 1849 in vari frammenti nella
Libreria di Ashurbanipal in Nineveh (oggi
Mosul,Iraq) e pubblicato da George Smith
nel 1876.
(49) Secondo Sitchin il nome Ninurta proviene da Nini.urta, “Cacciatore ed agricoltore”. Egli è il primogenito di Enlil, nato
dall’unione con la sorellastra di Enlil, Ninharsag o Ninamah. Pertanto Ninurta, come
successore di Enlil, ha il diritto di fregiarsi
del rango numerico di 50, secondo solo al
“Re” degli Anunnaki, Anu, il cui rango numerico è 60. La sua sposa era conosciuta
come Ba.u, il cui soprannome era Gu.la (la
grande di dimensioni), la quale si occupava
delle strutture mediche proprio della città
di Lagash.
(50) Letteralmente “La cui dimora è
l’acqua”. Primogenito di Anu, il “Re o Capo”
di Nibiru, il pianeta di origine degli Anunnaki, ma non l’erede legale, guidò la prima
spedizione sulla Terra di un gruppo di 50
Anunnaki. Da qui Ea ricevette il titolo di
En.Ki (Signore della Terra), ma il suo riferimento numerico, 40, era inferiore a quello
del fratellastro Enlil, l’erede legale alla successione ad Anu e “Manager “della missione sulla Terra. Ad Ea (Ptah per gli Egiziani)
è attribuita la gestione delle due consecutive manipolazioni genetiche che consentirono all’Homo Erectus di essere implementato per divenire l’attuale Homo Sapiens Sapiens. Come “creatore dell’umanità” fu Ea
a non rispettare le istruzioni di Enlil per
celare all’Homo Sapiens Sapiens l’arrivo del
Diluvio/Tsunami informando il famoso Noa
per mettere in salvo un gruppo di HSS assieme al Dna delle principali creature allora
esistenti.
(51) Z. Sitchin “ The war of gods and men”
Avon Books, New York, 1985, pagg. 107-8.
(52) Uno dei primi seguaci di Sitchin, prima
di ripudiare in toto le sue precedenti teorie,
Alan Alford, aggiunse un altro indizio per
corroborare l’identificazione di Ea/Enki con
il “Serpente”, citando da “Artand History of
Egypt”, Bonechi, 1994, “…passando il tempo, il Nilo evolveva nella sua attuale forma,
un gigantesco serpente che iniziava nel cuore dell’Africa…”, da Alan Alford “Gods of the
New millennium”, Eridu Books, 1996, pagg.
276-77.
(53) La Bibbia lo identifica come “H“Gan
Eden ( Il giardino/frutteto dell’Eden )” il
miglior luogo dove abitare sul pianeta Terra.
(54) E.din (Casa/residenza dei Giusti) per i
Sumeri erano l’area dove gli Anunnaki stabilirono le loro basi pre-Diluvio.
(55) Per una visione sinottica della citazioni
di “Serpente” nella versione “King James”
della Bibbia, consulta il sito
“www.shelvin.com “.
(56) Leviatano (‫" ִלוְי ָָתן‬contorto; avvolto",
lingua ebraica Livyatan, ebraico tiberiense
Liwyāṯān) è il nome di una creatura biblica.
Si tratta di un terribile mostro marino dalla
leggendaria forza presentato nell'Antico
Testamento. Alcuni studiosi, soprattutto
ebrei, identificano il Leviatano con il serpente primordiale, metafora del serpente
che tentò Adamo ed Eva, accostamento
presente anche nel testo dello Zohar.
(57) Ad esempio, Isaia, 27,1.
(58) La leggenda era sorta al tempo delle
Crociate, seguendo un'immagine dell'imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col
piede un drago, simbolo del “nemico del
genere umano”. Flavio Valerio Costantino,
meglio conosciuto come Costantino I e Costantino il Grande (lingua latina: Flavius
Valerius Constantinus[8]; Naissus, 27 febbraio 274 – Nicomedia, 22 maggio 337),
sancì l'inizio dell'alleanza fra l’impero Romano e la Chiesa cristiana. Costantino presiedette il Primo concilio di Nicea nel 325
d.c., che è stato il primo concilio ecumenico
del mondo cristiano, secondo la prassi del
Concilio di Gerusalemme di età apostolica.
Il primo Concilio di Nicea, fra le altre determinazioni, sancì la sconfitta delle tesi di
Ario, il quale sosteneva che Gesù avesse
una natura semi-divina. Tale concetto è
estremamente importante perché mostra
come esistesse ancora una conoscenza della presenza di Anunnaki sul pianeta Terra
all’epoca.
(59) Cfr (Pietro I, V, 8 “Il vostro avversario è
il Diavolo), (Luca X, 18; Apocalisse XII, 9;
Apocalisse XX, 2), (Matteo, IV, 1, 10), (Atti,
82
V; i Cor, VII, 5: II Cor, XI, 14).
(60) Rev. 12, 3,4.
(61) Samuel Noah Kramer (1897 – 1990) è
stato uno dei principali studiosi a livello
mondiale della storia e del linguaggio mesopotamico, dai Sumeri agli Assiri, sviluppando i ritrovamenti effettuati nelle campagne
di scavo da parte dell’Oriental Studies Department dell’Università della Pennsylvania.
(62) Samuel Noa Kramer, John Maier
“Miths of Enki, the Crafty God”, Oxford
University Press, Oxford, New York.
(63) Samuel Noa Kramer, John Maier
“Miths of Enki, the Crafty God”, Oxford
University Press, Oxford, New York,pag. 5
( la traduzione è mia).
(64) Andy Lloyd (1971), artista eclettico,
studioso in vari campi cognitivi, presenta le
proprie attività in due website, http://
www.andylloyd.org e http://
www.darkstar1.co.uk.
(65) Andy Lloyd, “ Ezekiel One”, Timeless
Voyager Press, Santa Barbara, CA, 2008,
pag. 160.
(66) Andy Lloyd, “The Followers of Horus”,
Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA,
2010.
(67) Andy Lloyd, “Dark Star”, Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA, 2005.
(68) Georges I. Gurdieff, “I racconti di Belzebù a suo nipote”, Neri pozza Editore, Vicenza, 2009, traduzione di Mariella Fumagalli e
Roberta Cervetti, con la supervisione di
Michèle Thomasson, pag. 105 e 110 (ho
scritto Karatas e non Karataz come nel testo, in quanto per me è importante mantenere la parola turca Kara Tas, il cui significato è Pietra Nera. Infatti ritengo sia una chiara indicazione riguardo ad una caratteristica
fisica del pianeta di origine di chi detiene la
governance del pianeta Terra).
(69) Andy Lloyd, “The Followers of Horus”,
Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA,
2010, pag. 141 (la traduzione è mia).
(70) L’Effetto, o meglio L'Evento di Carrington fu la più grande tempesta geomagnetica o solare mai registrata. L’evento è noto
anche Solar Storm or Solar Superstom. Fu
registrato il primo settembre 1859. Il suo
nome proviene da Richard Carrington, un
astronomo inglese che, grazie al suo studio
delle macchie solari, fu anche il precursore
anche della Legge di Spörer. L'evento produsse i suoi effetti su tutta la Terra dal 28
agosto al 2 settembre. La tempesta provocò
notevoli disturbi all'allora recente tecnologia del telegrafo, causando l'interruzione
delle linee telegrafiche per 14 ore e produsse un'aurora boreale visibile anche a latitudini inusuali.
(71) Roberto Pinotti, “Ufo: oltre il contatto”, Oscar Mondadori, Milano, 2013, pagg.
262-285.
83
IL DRAGO
E IL LOTO BIANCO
ROBERTO LA PAGLIA
La Triade cinese, tristemente
nota per le sue attività illegali,
presenta allo stesso tempo un
antico passato che affonda le
sue radici nei misteri legati
all’esoterismo orientale.
Uno dei simboli adottati dalla
Triade è il Drago Rosso, antico
protettore e dispensatore della
vera saggezza; si tratta di una
immagine molto popolare in
tutto l’Oriente ma quasi completamente sconosciuta in Occidente se non per alcuni significati che gli sono stati attribuiti
senza una vera e propria analisi
della questione.
La prima impressione è quella
di un animale terrificante, che
sputa fuoco e puzza di zolfo,
altrettanto temibile in quanto
non possiede una dimora fissa
e sulla terraferma, nell’aria o
sull’acqua potrebbe attaccare
con risultati disastrosi.
Una antica credenza consiglia
di adornare le case, sia esternamente che internamente,
con figure simboliche allusive
del Drago; questo servirebbe a
tenere lontani i poteri di questo potente animale.
Il Drago quindi, inteso come
manifestazione di illimitata potenza, rappresenta l’ultimo ostacolo da superare per giungere al traguardo; in Cina soltanto
all’Imperatore era permesso di
usare l'emblema del Drago con
i cinque artigli delle sue zampe;
84
i subordinati dovevano usare
per le loro decorazioni draghi
che avessero solo quattro artigli. La distinzione non riguardava comunque soltanto gli artigli
ma anche i colori stessi del Drago. La mitologia orientale non
distingue un vero e propri luogo che funge da residenza per i
Draghi, questi possono vivere
indifferentemente sia in cielo
che in terra, così come in acqua, così come in ogni luogo
esiste un problema da superare, un ostacolo da abbattere o
una battaglia con se stessi al
fine di raggiungere un ulteriore
grado di conoscenza.
Questa interpretazione del Drago come ostacolo, molto vicina
alla figura del Guardiano di Soglia delle Scienze Occulte, ha
anche influenzato il pensiero
scientifico Occidentale, in particolar modo la psicologia e le
sue applicazioni derivate dai
metodi di Jung. L’iconografia
classica del Drago cinese è
quella di un animale con corna,
artigli e squame, con la spina
dorsale irta di punte e una perla che inghiotte o sputa; proprio in questa perla risiede tutto il suo potere e basterà essere così temerari da strappargliela perché diventi del tutto
inoffensivo. Il gioiello appena
descritto rappresenta la meta
da raggiungere, il prossimo
passo verso una nuova concezione di pensiero, un passo
molto duro e faticoso, che implica impegno e rinunce; nella
mitologia la perla racchiude e
condiziona le fasi della luna, le
maree, la pioggia, il tuono, il
lampo, il ciclo della nascita,
della morte e della reincarnazione. Molti saggi tentarono di
spiegare la figura del Drago ma
il risultato fu soltanto
l’immagine di un essere a metà
tra il divino e il terreno, che poteva trasformarsi, capace di
chiamare il vento e la pioggia,
di controllare le forze naturali,
la divinità animale che li aiutava in battaglia e il mezzo di trasporto degli abitanti del cielo.
Il significato simbolico del Drago cambiò con il passare dei
secoli; fu considerato simbolo
di fortuna come la tigre bianca,
il cardellino rosso e la tartaruga
nera; durante il periodo del regno Liu Bang della dinastia Han
Occidentale (III sec. a.C.), prese
il significato di antenato del
clan dominante e di simbolo
del potere imperiale.
85
Durante il periodo delle dinastie Yuan, Ming e Qing, si decretò che il potere proveniva
direttamente dal cielo e per
darne ampia dimostrazione, la
figura del Drago venne apposta
ovunque. Ma se tutto questo
avveniva per volere
dell’imperatore, la situazione
era diversa per il popolo;
quest’ultimo infatti non vedeva
il Drago solo ed esclusivamente
come simbolo del potere imperiale, si trattava anche di una
immagine che affondava le
proprie radici nella notte dei
tempi, simboleggiata e perpetuata nella danza del Drago,
nella la corsa delle barche a
forma di Drago, in pratica in
tutte quelle attività ricreative
popolari che si tenevano durante la festa di Primavera. Le
preghiere per la pioggia con la
danza del Drago cominciarono
durante la dinastia Han, le corse con le barche a forma di
Drago ancora prima. Si tratta
quindi di una figura le cui forme e attributi iniziarono già a
delinearsi circa 4000/5000 anni
fa, che si è sviluppata in sincronia con la nazione cinese unendosi alla sua storia, all'ideologia, alle religioni, alla mitologia,
con notevoli apporti in termini
di suggestione e tradizione.
Lo stesso discorso non vale per
l’Occidente, dove il Drago viene
dipinto come simbolo del male
e personificazione di Satana,
all’opposto della tradizione cinese che lo dipinge come simbolo e dispensatore di felicità e
benessere. Questo costante disaccordo tra Oriente e Occi-
dente è palese anche in molti
altri caratteri della simbologia
esoterica, oltre che in molte
tradizioni quali ad esempio
l’uso del colore nero che per gli
occidentali rappresenta il lutto
e la morte, mentre uguale attributo viene dato in Cina al
bianco. Una delle società segrete cinesi tenuta storicamente in grande considerazione è
di certo quella del Loto Bianco;
proprio questo suo appellativo
ci offre la possibilità di approfondire la simbologia ad esso
legata, non senza aver prima
dato qualche informazione sulla società stessa. La Società del
Loto bianco nasce nel tardo XIII
secolo, durante la dominazione
Mongola; si trattava di una associazione molto vicina ai principi Buddisti, che ebbe un notevole successo soprattutto tra
le donne e i poveri; i principi
religiosi erano rivolti alla Madre Eterna e la dottrina in generale si esplicava nell’attesa
dell’avvento imminente del
Budda Maitreya. Il Loto Bianco
divenne ben presto un formidabile strumento di resistenza
contro l’oppressione, pur mantenendo i suoi caratteri di religiosità; la sua attività si trasformò in una vera e propria presenza armata sul territorio, culminando nella rivoluzione del
1352 e acquistando innumerevoli consensi, tanto da essere
presente su tutto il territorio
cinese a partire dal 1355.
La seconda, grande, ribellione
che vide scendere in campo il
Loto Bianco fu quella del 1774,
con a capo Wang Lun, erborista
e praticante di arti marziali, aiutato dai coloni impoveriti che
divennero in seguito la forza
trainante dell’associazione.
La fine della ribellione è databile intorno al 1804 e coincide
con la decadenza del mito di
invincibilità della dinastia Manchu, in questo periodo è databile anche la decadenza delle
antiche tradizioni del Loto
Bianco, fiaccate e impoverite
dalle continue persecuzioni e
dai tradimenti di monaci senza
scrupoli. Da un punto di vista
della trascendenza esoterica,
risulta interessante notare e
riportare alcune considerazioni
sulla simbologia del Loto Bianco. Il simbolismo del loto, in
particolare nelle regioni
dell’Asia orientale, presenta numerosi aspetti, ma i principali
derivano dalla particolarità di
questo fiore che si distende
sulla superficie delle acque stagnanti. Simbolo di purezza perché uscito dalle acque paludose non è macchiato da esse;
uscito dall'oscurità esso si espande in piena luce: è il sim-
86
bolo dell'apertura spirituale.
Poiché le acque sono l'immagine dell'aspetto indistinto primordiale, il loto rappresenta la
manifestazione che ne emana,
che si schiude alla superficie
come l'uovo del mondo; in tal
senso potrebbe anche essere
inteso come simbolo del Centro Primordiale. Il boccio chiuso è l'equivalente esatto di
quest'uovo la cui rottura corrisponde all'apertura del fiore: è
la rappresentazione delle possibilità contenute nel germe
iniziale, delle possibilità dell'essere perché anche il cuore è un
loto chiuso. Poiché il loto tradizionale ha otto petali, esso è
come lo spazio a otto direzioni,
il simbolo dell'armonia cosmica, gli Otto trigrammi dei quali
ci occuperemo in avanti. Lo si
utilizza in questo senso nel
tracciato di numerosi Mandala
e Yantra. Dal punto di vista
buddhista, il loto sul quale troneggia Sakyamuni, è la natura
del Buddha, non influenzata
dall'ambiente fangoso del Samsàra.
NOVITA’
87
SAMANTHA
SMITH
TRADUZIONE
ALESSANDRO LATTANZIO
SITOAURORA
quando andò in un campo per
bambini in Crimea, in Unione
Samantha Smith (1972 - 1985)
Sovietica.
era una studentessa e attivista
Era odiata da alcuni del comper la pace di Manchester, Maiplesso militare-industriale stane (USA), divenuta famosa
Precedentemente pubblicato su
http://aurorasito.wordpress.com/
88
tunitense.
Morì in circostanze misteriose
nel 1985.
Nel 1982 Samantha scrisse una
lettera al neonominato leader
Samantha Smith nel campo di Artek in Crimea
russo Jurij Andropov, e ricevette una risposta personale comprendente un invito a visitare
l’Unione Sovietica, che accettò.
Samantha attirò molta attenzione dei media in entrambi i
Paesi.
Il 7 luglio 1983 volò a Mosca
con i suoi genitori.
Andropov non poté incontrarsi
con lei durante la visita, anche
se parlarono per telefono.
Successivamente si scoprì che
Andropov era seriamente malato e si era ritirato dalla scena
pubblica in quel periodo.
Samantha scrisse nel suo libro
che a Leningrado lei e i suoi genitori rimasero stupiti dalla cordialità della gente e dai regali
che molte persone gli fecero.
Parlando a una conferenza
stampa a Mosca, dichiarò che i
sovietici erano “proprio come
noi”.
Durante il viaggio trascorse del
tempo ad Artek, il principale
campo per pionieri sovietici,
89
nella penisola di Crimea.
Ad Artek, Samantha scelse di
stare con i bambini sovietici
piuttosto che accettare le sistemazioni privilegiate che gli offrirono.
Disney sarebbe, secondo alcuni, una risorsa della CIA.
Nel 1984, Samantha fu ospite
di uno speciale per bambini del
Disney Channel intitolato
‘Samantha Smith va a Washington‘.
Scrisse un libro sulla sua visita
in Unione Sovietica e fu coprotagonista nella serie televisiva Lime Street.
Samantha morì a 13 anni
nell’incidente aereo del Bar
Harbor Airlines Flight 1808.
Le accuse di trucchi sporchi cir-
colarono ampiamente in Unione Sovietica.
È molto probabile che Samantha sia stata assassinata.
Un monumento a lei dedicato
fu costruito a Mosca.
Una Samantha Smith Alley nel
campo dei Giovani Pionieri di
Artek fu nominata nel 1986.
L’Unione Sovietica emise un
francobollo commemorativo
con la sua effige.
Nel 1986, quando l’astronoma
sovietica Ljudmila Chernykh
scoprì l’asteroide 3147, le diede il nome di Samantha 3147.
Il compositore danese Per Nørgård nel 1985 scrisse il suo
Concerto per viola
“Ricordando una
Bambina” in memoria di Smith.
Una montagna nell’ex
Unione Sovietica e
una nave oceanica
furono battezzate in
onore di Samantha.
Nel Maine, il primo
lunedì di giugno di
ogni anno è ufficialmente designato come Samantha Smith
Day per legge dello Stato.
Vi è una statua in bronzo di Samantha presso il Museo dello
Stato del Maine, ad Augusta.
Nell’ottobre 1985, la madre di
Il campo di Artek in Crimea
90
Samantha fondò la Samantha
Smith Foundation, che favoriva
lo scambio di studenti tra gli
Stati Uniti e l’Unione Sovietica
(e dal dicembre 1991 degli Stati ‘ex-sovietici) fino a eclissarsi
a metà degli anni ’90.
91
92