N° 22 - Tracce d`Eternità
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N° 22 - Tracce d`Eternità
NON SOLO ZOMBIE E BASTA MIRKO GIACCHETTI Anno V 22 Tracce La rivista elettronica del mistero d’eternità ARCHEOLOGIA BOSNIACA FABIO GARUTI Questa rivista telematica, in formato pdf, non è una testata giornalistica, infatti non ha alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale, ai sensi della legge n. 62/2001. Viene fornita in download gratuito solamente agli utenti registrati del portale e una copia è inviata agli autori e ai collaboratori. Per l’eventuale utilizzo di testi e immagini è necessario contattare i rispettivi autori. LA STATUA DELLA LIBERTÀ ARCHETIPO LUCIFERINO PER ECCELLENZA RICERCA E ANALISI SIMBOLICA ROBERTO BOMMARITO VIAGGIO IN TURCHIA NOEMI STEFANI ABDUCTION MILITARI E TECNOLOGIA VRS CRISTOFORO BARBATO LE FIRME: GIORGIO GIORDANO, ROBERTO BOMMARITO, MIRKO GIACCHETTI, MARIA BENEDETTA ERRIGO, MAURIZIO MARTINELLI, ROBERTO LA PAGLIA, CRISTOFORO BARBATO, ANTONELLA BECCARIA, ALESSANDRO DEMONTIS, FABIO MARINO, FABIO GARUTI, NOEMI STEFANI, SIMONE BARCELLI, GIANLUCA RAMPINI CONTENUTI ARTICOLI PAG. 24 LA MALEDIZIONE DEI FILM DI TOD BROWNING DI MARIA BENEDETTA ERRIGO PAG. 29 LE SACERDOTESSE DI BABILONIA DI ALESSANDRO DEMONTIS PAG. 34 ARCHEOLOGIA BOSNIACA DI FABIO GARUTI PAG. 41 NON SOLO ZOMBIE E BASTA DI MIRKO GIACCHETTI PAG. 43 LA STATUA DELLA LIBERTA’ ARCHETIPO LUCIFERINO PER ECCELLENZA DI ROBERTO BOMMARIT0 PAG. 48 ABDUCTION MILITARI E TECNOLOGIA VRS DI CRISTOFORO BARBATO PAG. 56 UNA SINGOLARE SEPOLTURA DI SIMONE BARCELLI PAG. 69 TERRA, LE RIVELAZIONI DI HARRY POTTER E DMITRIJ MEDVEDEV DI MAURIZIO MARTINELLI PAG. 84 IL DRAGO E IL LOTO BIANCO DI ROBERTO LA PAGLIA PAG. 88 SAMANTHA SMITH (TRADUZIONE DI ALESSANDRO LATTANZIO – SITOAURORA) Chimera RUBRICHE PAG. 3 NOTE A MARGINE DI GIANLUCA RAMPINI PAG. 5 POLVERE DI SIMONE BARCELLI PAG. 8 LUCI DALL’OLTREVERSO DI FABIO MARINO PAG. 17 PALEO STORIE DI GIORGIO GIORDANO PAG. 20 XAARAN DI ANTONELLA BECCARIA PAG. 38 ALMANACCO DEL CREPUSCOLO (REDAZIONE NERO CAFE’) PAG. 55 NON PRENDIAMOCI SUL SERIO… (REDAZIONALE) PAG. 59 LIFE AFTER LIFE DI NOEMI STEFANI PAG. 61 CONFESSO, HO VIAGGIATO DI NOEMI STEFANI APPUNTAMENTO IN PRIMAVERA QUESTA RIVISTA TELEMATICA, IN FORMATO PDF, NON È UNA TESTATA GIORNALISTICA, INFATTI NON HA ALCUNA PERIODICITÀ. NON PUÒ PERTANTO CONSIDERARSI UN PRODOTTO EDITORIALE, AI SENSI DELLA LEGGE N. 62/2001. VIENE FORNITA IN DOWNLOAD GRATUITO SOLAMENTE AGLI UTENTI REGISTRATI DEL PORTALE E UNA COPIA È INVIATA AGLI AUTORI E AI COLLABORATORI. PER L’EVENTUALE UTILIZZO DI TESTI E IMMAGINI È NECESSARIO CONTATTARE I RISPETTIVI AUTORI. Progetto grafico e impaginazione a cura di Simone Barcelli. Revisione testi a cura della redazione. REDAZIONE Gianluca Rampini [email protected] Simone Barcelli [email protected] Fabio Marino [email protected] Traduzioni Sabrina Pasqualetto [email protected] Anna Florio [email protected] Antonio Nicolosi [email protected] Germana Maciocci [email protected] Carla Masolo [email protected] LEGGI TRACCE D'ETERNITÀ IN EDICOLA, SULLE PAGINE DEL MENSILE XTIMES, EDITO DA XPUBLISHING 2 NOTE A MARGINE DI GIANLUCA RAMPINI EMPATIA ROBOTICA Recentemente ho letto un articolo su un argomento che mi sento di riportarvi. In sostanza analizzava l’opportunità di conferire dei “diritti” ai robot. Detta così sembra una sciocchezza da film di fantascienza, ma se avrete un attimo di pazienza capirete perché la cosa mi abbia colpito. Innanzitutto questa discussione è sorta grazie a dei veri e propri esperimenti, chiamiamoli sociali, realizzati da una ricercatrice del MIT, Kate Darling. Quindi non pizza e fichi. Nel primo di questi esperimenti la ricercatrice consegnò ai partecipanti un robot giocattolo a forma di cucciolo di dinosauro, che imitava principalmente la sua caratteristica di essere indifeso, di non saper camminare, insomma di dipendere dall’aiuto di chi lo accudiva. Dopo circa un’ora di questa attività la Darling ha tirato fuori coltelli e strumenti vari con i quali ha chiesto alle persone di infierire sul piccolo dinosauro robot, fino a distruggerlo. L’obbiettivo era rilevare quanta difficoltà le persone incontrassero nel fare questo. Provate a immaginarlo, mettetevi nei loro panni per un atti- 3 mo. Razionalità ed empatia entrano immediatamente in conflitto. E in effetti i risultati sono stati molti più sorprendenti di quanto aspettato. L’impossibilità di infierire sul giocattolo ha avuto ampiamente il sopravvento. Un esperimento simile era quello di guardare un video in cui lo stesso dinosauro veniva maltrattato, messo in un sacchetto e sbattuto sul muro. Anche in questo caso le emozioni rilevate sono state assai più forti di quanto non si potesse immaginare. E ci sono situazioni “di vita” in cui questo genere di empatia si manifesta. Ci sono ad esempio i soldati che onorano, premiano e persino celebrano funerali ai robot anti-mine usati in battaglia. Ci sono persone che danno nomi ai vari bot autonomi per le pulizie di casa, eccetera. Chiaro che non soffriremmo mai a vedere maltrattato un tostapane ma la rapida evoluzione dei robot potrebbe complicare questo assunto. Proviamo a fare degli esempi, forse eccessivi ma chiarificatori. Andiamo per gradi. Sarebbe accettabile che un bambino guardi il proprio padre seviziare un giocattolo di questi più evoluti, mi viene in mente il Furby? Non so per voi, ma la mia risposta non è così facile da trovare, o per lo meno tende a non andare nel senso della razionalità. Aumentiamo il livello. Se venissero creati dei robot a forma di bambino, realistici nella forma e nella reazione, sarebbe accettabile che i pedofili li usassero per i loro scopi? Immaginate cosa potrebbero fare certe persone con robot realistiche riproduzioni di animali vari. Detto tutto questo, son certo che a qualcuno verrebbe in mente che tali comportamenti sarebbero “inumani”. Che cioè il nostro essere umani dovrebbe sotto intendere un rapporto empatico anche nei confronti di oggetti inanimati, o forse che più semplicemente la violenza non è propria di tutti gli esseri umani. Che nonostante si dica che gli uomini sono naturalmente violenti non sia vero, che tale impressione forse deriva da un successivo condizionamento. 4 Secondario è secondo me, per ora, se poi i robot siano o no titolati a ricevere “diritti” alla stregua degli esseri viventi. Ma è un aspetto che prima o poi dovrà essere affrontato, come lo è stato in tanta narrativa scientifica, pensiamo ad Asimov. Soprattutto perché, almeno al momento, non vi è freno alcuno nella ricerca sulla intelligenza artificiale. Non che freno ci debba essere, ma consapevolezza sì. Sono situazioni ancora apparentemente lontane ma che secondo me richiedono di essere trattate già adesso, perché prima o poi ci arriveremo, di questo sono certo. Quindi per concludere, buon Natale a tutti i nostri collaboratori e a tutti i pazienti lettori, e per quanto un po’ inquietante, spero questa riflessione lasci un po’ di speranza nel cuore di tutti noi. POLVERE DI SIMONE BARCELLI “The Olmecs America's First Civilization” è un testo edito per la prima volta in Inghilterra da Thames and Hudson Ltd nel 2004. L’autore è il noto archeologo antropologo d’oltremare Richard A. Diehl, che riesce a condensare in appena duecento pagine tutto quel che c’è da sapere sulla cultura madre della Mesoamerica, gli Olmechi. In attesa che il testo venga tradotto in italiano (ne dubitiamo), e con tutto il rispetto per quel che scriveva Jacques Soustelle trent’anni fa ne “Gli Olmechi” (unico testo di riferimento finora tradotto nel nostro paese), il libro di Diehl merita una lettura approfondita, pur con tutte le difficoltà che può incontrare chi non mastica alla meraviglia l’inglese. Diehl, a differenza di altri archeologi (ad esempio Christopher Pool in “Olmec Archaeology and Early Mesoamerica”), si avvale di una scrittura semplice e scorrevole, senza peraltro mancare di scendere nei particolari, quando ritenuto necessario. Diehl, forte di oltre quarant’anni di esperienza, quasi tutti sul campo, è considerato con Michael D. Coe il miglior conoscitore del mondo mesoamericano. Già nelle stagioni di scavo 1966-68 a San Lorenzo Tenochtitlan (uno dei maggiori centri olmechi), i due studiosi erano fianco a fianco in quella che rimane la ricerca più approfondita finora condotta nell’area nucleare della cultura madre. I risultati di quella eccezionale spedizione archeologica fu condensata nel 1980 nel testo accademico in due volumi “In the Land of the Olmec”, pietra miliare da cui ogni studente muove ancor oggi i primi passi nella materia. Il volume qui segnalato è acquistabile su Amazon.com per poco meno di dieci dollari. 5 Recensire “Le colpe del padre”, a distanza di tre anni dalla sua uscita (Girardi Editore, 2010), può apparire fuori luogo, o meglio fuori tempo. Ma chi legge sa bene che ogni libro che custodiamo sugli scaffali, prima o poi avrà il suo momento. Ora l’attesa è davvero finita, poiché abbiamo finalmente avuto tempo e voglia di leggere il romanzo di Gianluca Rampini quest’estate, sul traghetto che ci conduceva sull’isola greca di Karpatos. L’autore, editorialista e colonna portante di Tracce d’eternità fin dalla nascita della rivista, è riuscito a condensare in queste pagine buona parte delle sue ricerche ufologiche. La scelta di romanzare gli avvenimenti è stata felice, una maniera espressiva che premia Rampini in un mare di saggi dedicati all’argomento, che troppo spesso lasciano l’amaro in bocca. Le vicende di una tranquilla famiglia americana s’intrecciano in crescendo con quelle di altri oscuri personaggi, che trovano spazio pagina dopo pagina e vanno a sconvolgere il corso degli eventi. Agenti segreti in fuga e gruppi paramilitari deviati inseguono un fine che pare sconfinare dalla normale comprensione umana, in una storia che tiene il lettore incollato al romanzo fino all’ultimo. Non mancano, tra i capitoli, improvvisi colpi di scena che riaccendono l’interesse dopo lunghe descrizioni di luoghi e persone, non sempre determinanti per la comprensione del testo. Le ultime cento pagine del romanzo scorrono velocemente, con la curiosità di conoscere l’epilogo dell’intricata vicenda, in un crescendo di illuminanti rivelazioni: qui le strade dei protagonisti convergeranno in un destino comune, per un finale che non deluderà le aspettative. Un bel romanzo (su Amazon.it si acquista con lo sconto del 15%), che merita di essere letto, in attesa del prossimo “Il gusto del sangue”, in cui l’autore andrà a investigare il Male in tutte le sue espressioni. 6 Viola Talentoni è una giornalista scrittrice forlivese che dopo aver dedicato tempo e fatica a raccontare la vita dei colleghi romagnoli Max David, Renato Serra e Rino Alessi, si è interessata anche alla figura di Peter Kolosimo, che pure bazzicò la Romagna per via dell’amicizia fraterna con Alberto Silvestri: in “Peter Kolosimo. Dall'Atene di Romagna all'archeologia spaziale” (Il Ponte Vecchio, 2007), Silvestri intreccia i suoi ricordi (per larga parte inediti, così come l’apparato iconografico) con il profilo letterario che Viola Talentoni cura da par suo sul noto divulgatore di paleoastronautica. Viola Talentoni aveva anche un romanzo nel cassetto da tempi immemorabili, che prende finalmente corpo con la pubblicazione di “Il sole dietro le nuvole” (MdS Editore, 2013). rà la consapevolezza di essere uscita da quel tunnel d’incertezza, quando finalmente scorgerà in cielo l’immagine che dà il titolo al romanzo, descritta magistralmente dall’autrice nelle ultime pagine. Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, in grado di arricchire il lettore con un bel carico di emozioni. Con lo sconto del 5%, il libro è acquistabile su Ibs.it. Narby sviluppa un’affascinante teoria che spiega la nascita dell’intelligenza e della coscienza, partendo dalle inspiegabili conoscenze in possesso degli uomini medicina di questa e altre tribù, i quali sostengono di ricevere queste informazioni durante gli stati alterati della mente, spesso raggiunti con Jeremy Narby è l’uso di piante l’antropologo che sul fini- psicotrope. Il racconto di Narby re degli anni Novanta è avvincente, giungendo a procondensò in un libro, porre un collegamento sensato “The Cosmic Serpent: tra queste conoscenze e il noDNA and the Origins of stro DNA, fonte primaria di un Stavolta, pur romanzando, la Knowledg”, la sua esperienza sapere ancestrale che credevagiornalista racconta qualcosa di tra genti amazzoniche. Il testo, mo perduto per sempre. “Il Sersé, scrivendo di avvenimenti an- proposto in Italia da Venexia E- pente Cosmico Il DNA e le origiche tragici del suo passato, dizioni nel 2006, è diventato un ni della conoscenza” è disponiquando nel 1943 i bombarda- classico per chi si occupa di ri- bile con un po’ di sconto su Amenti alleati arrivarono a deva- cercare le origini del sapere u- mazon.it. stare i dintorni di Livorno, dove mano, soprattutto investigando abitava. Ambientato tra la Tostrade diverse. La lunscana e la Romagna, la storia ga permanenza di vede Tina, la protagonista, diNarby tra gli Ashaninventare donna in un periodo ca, gli ha permesso di davvero burrascoso del nostro raccontare due storie recente passato, quando la importanti. La prima, mancanza di qualsiasi certezza il serio pericolo di non permetteva di delineare, scomparire che corre nemmeno a grandi linee, il pro- questa gente, a conprio futuro. I turbamenti giova- tatto con quella che nili di Tina s’intrecciano con chiamiamo stoltal’esistenza di amici e parenti, mente ‘civiltà’; da qui travolti dagli avvenimenti della l’impegno profuso neSeconda Guerra Mondiale, in gli anni dall’autore un’attesa che pare non avere per salvaguardare le mai fine. Eppure, tra paure e sorti di queste tribù. delusioni, anche per Tina arrive- In seconda battuta, 7 LUCI DALL’OLTREVERSO DI FABIO MARINO EGIZI AMANUENSI DEL PASSATO? Gizah: una delle località mondiali su cui sono stati versati non già fiumi, ma addirittura oceani di inchiostro. E a giusta ragione, perché, volendo eliminare ogni altro elemento, Sfinge inclusa, la sola presenza delle Tre Grandi Piramidi spiega il motivo di questo enorme interesse. Com'è noto, ormai da quasi due secoli si fronteggiano idee e teorie di ogni genere riguardo l'origine, la datazione, la funzione di questi monumenti straordinari, sui quali il mistero aleggia quasi per definizione, come la caligine di smog che avvolge l'intero altopiano, proveniente dalla megalopoli cairota. Non ultimo degli enigmi degli immutabili edifici, si erge, impenetrabile anch'esso, quello della modalità di costruzione, per cui si è fatto ricorso a teorie di ogni genere e grado. Alla fin fine, l'unico tentativo di "dimostrare" in via empirica e scientifica come costruire una piramide è stato, ad oggi, il Progetto NOVA di Mark Lehner nel 1997. Un progetto criticato anche da molti Egittologi ortodossi, che hanno sottolineato i limiti metodologici della "costruzione" di una piccola piramide, alta circa 6 metri, avvenuta col trucco, nel senso che non vennero utilizzati strumenti accessibili agli Egizi, ma moderna strumentazione in acciaio e macchine utensili ben poco congrue con il presunto grado tecnologico della Valle 8 del Nilo del 2.500 a.C. Un modo esemplare, insomma, di come NON si fa la Scienza, unito ad un modo esemplare di disinformazione mirata alla conservazione del paradigma scientifico attualmente in auge. Ma è davvero possibile che esista un'alternativa seria e plausibile all'idea ufficiale delle Grandi Piramidi "nate" a metà del III millennio a.C.? O, meglio, è possibile individuare, almeno a livello intuitivo, una datazione diversa per i tre colossi? A mio giudizio, sì. E, si badi, quando parlo di "intuizione" prescindo, ovviamente, da reperti ben visibili, ma solitamente contestati dall'Egittologia di Hawass e seguaci, perché (sic!) "non assi- Foto 1 - piana di Gizah milabili al contesto" (mi si perdoni il gioco di parole...). Perché reperti di tal guisa esistono, e in abbondanza: in primo luogo, ad esempio, l'ormai famoso Uovo di Aswan, datato al Tardo Neolitico (probabilmente al confine fra il Badariano e il Predinastico di Naqada I: come dire circa 6.000 anni fa) e che sembra ritrarre proprio l'altopiano di Gizah completo di tre piramidi circa 1.500 anni prima della presunta costruzione della necropoli egizia, e a seguire la serie di stele ed epigrafi che accennano chiaramente alla preesistenza della Grande Piramide, delle sue consorelle e della Grande Sfinge al regno di Khufu (Cheope). Paradossalmente, il richiamo a questi "fonografi del passato" non fa altro che innescare polemiche e reciproci irrigidimenti fra "conservatori/ortodossi", seguaci del modello standard (o, meglio, standardizzato...) dell'evoluzione sociale e tecnologica dell'Umanità, e "innovatori/eterodossi", al contrario adepti di un nuovo modo di interpretare la storia evolutiva della nostra specie e del nostro pianeta. Pertanto, di fronte alle considerazioni di stampo prevalentemente analitico, quasi "digitale", è forse il caso di affidarsi al buon vecchio metodo analogico, per arrivare ad intuire una diversa verità? Si può provare; e allora, vediamo se esiste un qualche vecchio LP di puro vinile in grado, chissà?, di farci ascoltare qualche nota 9 rimasta nascosta fra le scintillanti ma gelide pieghe del CD... Solitamente, e chissà perché, si ritiene che, chiunque abbia costruito la Piramide di Cheope e in qualunque momento della storia lo abbia fatto, essa sia la più antica del terzetto principale di Gizah. In effetti, considerando solo le grandi piramidi di Gizah, Meidum, Saqqara e Dashur, la Grande Piramide sarebbe la quinta, come antichità, essendo la prima quella di Zoser a Saqqara. Eppure, questo concetto, al quale siamo tutti così assuefatti da darlo assolutamente per scontato, di fatto non è suffragato da alcun elemento realmente valido e inoppugnabile. Perché, ovviamente, se, secondo l'Egittologia classica la Stele dell'Inventario dice (anche) molte scioc- chezze a proposito della piana di Gizah e per questo motivo non può essere valida nella ricostruzione delle vicende egizie dell'Antico Regno, non si capisce perché mai si dovrebbe invece dar credito a quattro faraoni, arcinoti per le loro fedifraghe millanterie, quando affermano di essere i costruttori di questa o quella meraviglia MAI più REPLICATA. Per inciso, tra l'altro, come si sa Cheope non sparò nemmeno questa fanfaronata. Quindi, vogliamo mettere da parte le guerre di religione sulle affermazioni che emergono (o meglio non emergono) dai reperti, e vedere se un ragionamento "per analogia" ci porta da qualche parte? Ovviamente, bisogna avere un'idea di partenza; la mia è che la prima piramide ad essere costruita, in un periodo anteriore (forse anche BEN anteriore...) a quello comunemente accettato sia stata la cosiddetta Piramide di Khafra (Chefren). Innanzi tutto, per un motivo assolutamente banale: è quella centrale, ed è posta su uno zoccolo di roccia, alto una dozzina di metri, che la rende, sempre e comunque, apparentemente più alta di quella di Cheope. Le sue dimensioni, in ogni caso, erano e sono ragguardevoli (136 metri attuali di altezza, per via della mancanza del pyramidion, che la porterebbe a svettare a 143 metri; 225 metri di lunghezza per il lato di base; precisione di angoli e di misure assolutamente sovrapponibili a quella della più studiata consorella). Già da queste brevi osservazioni, non balena l'idea, la possibilità che - chiunque abbia costruito la Grande Piramide - ne abbia ‘tarato’ le dimensioni per eguagliare alla vista la ‘nuova’ piramide a quella ‘vecchia’? In effetti, quasi da ogni prospettiva si ha l'impressione che la Seconda Piramide (continuerò ad utilizzare la denominazione corrente per comodità) sia più grande della Prima (foto 1, pagina precedente). C'è poi un altro aspetto che contrasta decisamente con le tecniche co- Foto 2 - base della piramide detta "di Khafra" 10 Foto 3 - base della piramide detta "di Khufu" struttive delle consorelle: l'esistenza di due o tre corsi alla base del monumento, che fungono quasi da basamento e che hanno caratteri completamente diversi da quelli dei corsi di muratura superiori. Come si vede dalla foto 2 (pagina precedente), infatti, i blocchi posti in opera sono molto più lunghi di quelli utilizzati per i livelli superiori (e anche per quelli usati per le altre due piramidi, raggiungendo anche i 10-12 metri), ma, soprattutto, sono ancora più impressionanti, se possibile, visto che - come si vede agevolmente dalla foto, Foto 4 - Tempio della Valle di Khafra, ingresso 11 in cui io, alto esattamente 1 metro e 90 centimetri, vengo surclassato dall'altezza di sole due file di monoliti - raggiungono l'altezza di circa 210-220 centimetri per due file, oltre tre metri per tre file. (foto 2, base della piramide detta "di Khafra"). Di fatto, un unicum nella costruzione delle piramidi, come si vede chiaramente dalla foto 3 (sopra), che ritrae la base della Prima Piramide e in cui è evidente l'assenza del basamento di tipo megalitico presente nell'illustrazione precedente. Ebbene, dopo questa ampia introduzione, qualcuno si chiederà che fine hanno fatto i "percorsi analogici" di cui ho parlato prima. Ci arriviamo subito. Sembra solo a me, oppure le strutture sospettate di maggiore antichità paiono possedere, insieme a un aspetto che oggi definiremmo Foto 6 - ingresso della necropoli di Saqqara "minimalista", dei caratteri analoghi a quello dei "corsi megalitici" della Piramide di Chefren? Guardiamo, ad esempio, i caratteri dell'ingresso al Tempio della Valle di Chefren (foto 4, pagina precedente, in basso) e quelli all'interno del Tempio stesso (per intenderci, stiamo osservando il percorso attraverso il quale i turisti arrivano sul bordo del Recinto della Sfinge, foto 5, sotto). I caratteri di tipo megalitico "avanzato" e "minimalista" (rispettivamente nel senso di una tecnologia apparentemente più evoluta rispetto - ad esempio - al pur stupefacente Stonehenge, e freddamente funzionale, prati- camente senza fronzoli né elementi decorativi) emergono anche a un'occhiata superficiale, lasciando chiaramente intuire (appunto...) un'origine, un'ideazione, un modus cogi- Foto 5 - corridoio interno del Tempio 12 tandi comune. E anche introducendo le caratteristiche di Saqqara si vedono le stesse cose: il magnifico ingresso "a facciata di palazzo" (foto 6, sopra) riecheggia enormemente gli Foto 7 - portale dell'ingresso, particolare elementi che ho segnalato a Gizah (megalitismo avanzato e minimalismo), come appare ancora più crudamente, direi, nel dettaglio della foto successiva (foto 7, a fianco). Si tratta evidentemente di un'immagine che denuncia uno stile decisamente diverso (è un eufemismo, ovviamente) dalle pressoché coeve, secondo i "conservatori/ortodossi", strutture poste immediatamente a Sud (foto 8, in basso). E nel caso in cui siano necessari ulteriori elementi, è sufficiente guardare più a Sud, ad Abydos, località fra le più antiche dell'Egitto, risalente al Predinastico e capitale di uno dei Foto 8 - tombe e mura della III e IV dinastia, Saqqara 13 Foto 9 - Osireion (tratta da Wikipedia) Regni preunitari del Paese, quindi con una storia superiore ai 6.000 anni accertati. Colà, in stretta vicinanza con il famoso cenotafio di Seti I, esiste il cosiddetto Osireion, una delle strutture megalitiche più "intriganti" dell'intero Egitto, curiosamente e ostinatamente associato dall'Ortodossia al Nuovo Regno. Eppure, i rilievi stratigrafici in primo luogo lasciano ipotizzare con ben altra verosimiglianza un'origine di gran lunga anteriore per il monumento, che, guarda combinazione, presenta - suppongo per mero spirito imitativo o, ancor meglio, per puro caso delle innegabili analogie con il Tempio della Valle, con il recinto di Saqqara, con la Piramide di Chefren: i "soliti" elementi megalitici "moderni" e "minimalisti" già mostrati. Poiché, in casi del genere, un'immagine vale più di mille parole, "voici l'Osireion" (foto 9, a fianco). Bene. Mi sembra chiaro che poiché da sempre sostengo che ogni ipotesi deve soddisfare alcuni requisiti, credo sia giunto il momento di esplicitare la mia ipotesi di riferimento. Un’ipotesi molto semplice: su base analogico/intuitiva, ritengo che vada profondamente rivista la datazione (e la primogenitura...) assegnata ad alcuni dei più significativi monumenti dell'Antico Egitto. In altri termini, le strutture che ho illustrato fin qui fanno sospettare che la Seconda Piramide, il Recinto di Saqqara, il Tempio del- la Valle di Chefren, l'Osireion e molti altri edifici monumentali hanno non solo una comune origine cronologica, ma sono anche le vestigia primeve di una possibile civiltà pre-egizia tecnologicamente e socialmente assai evoluta; rappresentano, se si preferiscono altri termini, le strutture di riferimento per edificazioni successive. Ovviamente, alcune di esse sono un'evoluzione più o meno evidente operata dalla medesima civiltà, appartenente quindi 14 alla stessa "stratificazione tecnologica" (intendo riferirmi alla Grande Piramide in primo luogo); altre, invece, una mal riuscita imitazione da parte di un'entità culturalmente eccezionale, ma largamente più "primitiva" perché, paradossalmente, di molto successiva e perciò meno dotata tecnologicamente. Infatti, molto si è scritto sullo stupefacente declino delle capacità costruttive degli Egizi in circa un secolo; verificato di persona, il fatto in Foto 10 - apice della piramide di Zoser, 2670 a.C. circa sé è decisamente impressionante. E in effetti, la stessa piramide di Zoser a Saqqara è qualitativamente MOLTO DIVERSA dalle consorelle di Gizah (e anche da quelle di Dashur, se è per questo). Si guardi il dettaglio della foto 10 (sopra), e si individuerà immediatamente la differenza. Decisamente, non sembra costruita nello stesso modo delle strutture precedenti, vero? Non dà quasi l'impressione di un tentativo di imitare qualcosa di irriproducibile nella sua complessità? Anche perché il paragone si fa ancora più impietoso con la piramide di Unas (nonché con quella di Teti). Costruite "ufficialmente" circa un secolo dopo le Grandi Piramidi di Gizah, non solo presentano una tecnica costruttiva radicalmente diversa (e invece molto simile a quella di Zoser), ma rappresentano forse l'epitome del fallimento imitativo condotto dagli Egizi senza i poderosi mezzi del Progetto NOVA di Lehner (o armamentario tecnologico equivalente). Infatti, questo misero sbriciolamento è il risultato (foto 11, pagina successiva). In conclusione, anche la struttura interna delle camere della Seconda Piramide (almeno allo stato delle nostre attuali conoscenze), che appare simile (sarcofago rosso vuoto compreso...) ma solo vagamente a quella ben più complessa della Grande Piramide sembra deporre per una possibile verità storica alternativa: prima della Prima Piramide, vennero la cosiddetta Seconda e molti altri edifici concettualmente analoghi, assai somiglianti fra loro in 15 termini di fredda razionalità e aspetto tipicamente megalitico "avanzato". Solo successivamente LO STESSO POPOLO, ben prima degli Egizi, affinò le proprie tecniche. Da ultimo, quando nella Valle del Nilo giunsero i pre-egizi (da Nabta Playa o, più probabilmente, dal Sahara in via di desertificazione), restarono ammaliati da quelle costruzioni, al punto che, nel tempo, le restaurarono, cercando di carpirne i segreti della costruzione. Ambiziosi e intelligenti quali erano, tentarono di riprodurre quei super monumenti. Fallirono. Ma ci hanno comunque indicato la via del coraggio, lasciandoci migliaia di altre opere d'arte, dal Predinastico in poi, che possono solo stupire. La grandezza degli Egizi non sta nelle Piramidi o nella Sfinge, Foto 11 - Piramide di Unas, 2450/2350 a. C. circa che probabilmente non furono mai in grado di edificare. Sta nel tentativo di conservare un sapere antico e nell'accettare la sfida che esso proponeva. In questo caso, non esistono fallimenti, ma solo vittorie. È sufficiente gettare il cuore oltre l'ostacolo, come con ogni probabilità i figli di Khemet hanno fatto. Per me personalmente, non ha importanza se non sono riusciti a superare l'ostacolo, rivelatosi troppo arduo. È importante che ci abbiano provato e che domani si possa rendere merito e omaggio a Coloro che li ispirarono, stimolandone l'intelligenza. 16 NOTA tutte le fotografie sono dell'Autore, che se ne riserva ogni diritto, a eccezione dell’immagine di apertura e della fotografia 9, prelevate da Wikipedia. L'Autore è disponibile a concedere l'utilizzo delle fotografie presenti in questo articolo a chiunque ne faccia richiesta e sia disposto a citare la fonte. PALEOSTORIE GIORGIO GIORDANO L'EDEN E IL SERPENTE CELESTE «Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden... Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio». Il mito dell'Eden è un'allegoria precessionale. In particolare parla dello spostamento della Stella Polare dalla costellazione del Dragone a quella della dell'Orsa Minore. Abbiamo il Giardino dell'Eden, che è il cerchio delle costellazioni nordpolari, quelle che girano intorno a loro stesse, senza mai andare sotto l'orizzonte. Nel Giardino ci sono due Alberi. L'Albero che corrisponde al Polo dell'Eclittica è perpendicolare al piano del percorso apparente del Sole, il cerchio attorno al quale ruotano le costellazioni, che per effetto dell'inclinazione dell'asse terrestre interseca con un angolo di 23 gradi il piano equatoriale. Questo Polo è "eterno" (l'Albero della Vita eterna), non cambia - quasi - mai, varia ciclicamente tra circa 22,5 gradi e circa 24,5 17 gradi con un periodo di 41.000 anni; poi c'è l'Albero della Stella Polare, che è perpendicolare al piano equatoriale e rivela agli uomini le coordinate del vero Nord geografico. Questo Polo è "umano", terreno (l'Albero della Conoscenza del Bene e del Male), perché è estremamente mutevole, cambia infatti di un grado ogni 72 anni circa per effetto della precessione. Ogni 12.960 anni questo Albero si trova addirittura abbattuto in direzione diametralmente opposta rispetto al Sole. Nel mezzo del Giardino c'è il Serpente che taglia da un capo all'altro la volta celeste boreale. Questa costellazione è il Draco o Dragone. Attorno ci sono gli animali del Giardino e fra questi le due Orse, l'antica Bilancia celeste, in mezzo alla quale si insinua il Draco/ Serpente. Peraltro le due Orse hanno teste, gambe e braccia (come Adamo ed Eva) se considerate nel complesso, e non solo nella parte del Piccolo e del Grande Carro. «Metterò inimicizia tra la tua genia e quella della donna» significa che i due Poli celesti, quello indicato dalla Stella Polare e quello dll'Eclittica, non coincideranno mai per effetto dell'inclinzazione dell'asse; «ma ella ti calpesterà» indica che nell'Era del Toro la Stella Polare era nella costellazione del Dragone, mentre poi si è spostata in quella dell'Orsa Minore (la donna), dove si trova ancora oggi. Per l'uomo, in effetti, il Polo celeste di riferimento è l'Albero "violato" da Adamo ed Eva e la Stella Polare è il "frutto" che risplende alla sommità del cielo. Nella Bibbia si dice che il Giardino, dove c'è il Serpente, si trova a Oriente. Di cosa? A Oriente del Polo Nord celeste, l'Albero perpendicolare al piano equatoriale. Non a caso, l'Orsa Maggiore e l'Orsa Minore a Oriente confinano con il Dragone. Scrive René Guenon: «La parola Tula in sanscrito significa bilancia e designa propriamente il segno zodiacale con questo nome: ma, secondo una tradizione cinese, la Bilancia Celeste era in origine l'Orsa Maggiore. Questa osservazione è della massima importanza perché il simbolismo che si riferisce all'Orsa Maggiore (o all'insieme dell'Orsa Maggiore e dell'Orsa Minore) è naturalmente legato nel modo più stretto a quello del Polo. Tula è chiamata anche "l'isola bian- 18 ca". In India, l'isola bianca (Shweta-dwipa), che si situa generalmente nelle lontane regioni del Nord, è considerata come il "soggiorno dei Beati", al centro di questa s'innalza la "montagna bianca", la cui cima è di colore purpureo. Questa "montagna del Sole", come è anche chiamata, corrisponde al monte Meru». E' interessante anche il paragone con la mitologia greca. Oggi in Occidente il grande Serpente del Cielo è detto Dragone in ossequio alla tradizione ellenica, che peraltro vedeva nell'Orsa Minore le ali del biscione, considerando insieme le due costellazioni. Al matrimonio di Zeus e Era c'è una gara fra le divinità per offrire i doni più preziosi. La Terra regala alla coppia degli alberi da frutto, che a ogni primavera producono delle mele d'oro. Gli alberi sorgono in un giardino affidato a quattro ninfe, le Esperidi, le quali pongono a guardia dell'entrata un drago con cento teste. Una delle dodici fatiche di Ercole è impossessarsi di queste mele: grazie al consiglio di Prometeo di farsi aiutare da Atlante, l'eroe riusce a uccidere il drago e a rubarle. Infine Era pone il drago nel cielo nella costellazione del Dragone in modo che tutti potessero ricordarlo. Anche nelle mitologia greca, dunque, abbiamo un giardino, degli alberi, dei frutti vietati che qualcuno ruba, "quattro" ninfe/fiumi, il serpente/drago, e perfino una coppia sacra; la tradizione greca offre due ulteriori spunti: la primavera (equinozio) e Atlante, padre delle Esperidi, il titano che sorregge il mondo tenendolo "diritto". L'Eden è il luogo delle costellazioni circumpolari dove risiede il Serpente del Cielo, e non per caso il Sole allo Zenit e il Serpente spesso si fondono simbolicamente, ad esempio nel "Serpente piumato" precolombiano e nell'Ureo, in origine posto ai lati del disco solare e successivamente sul copricapo dei faraoni egizi. E' scritto nello Sepher Jezirah: «Il Dragone celeste è nell’Universo simile a un Re sul suo trono; lo Zodiaco nell’anno simile a un Re nella sua città; il Cuore nell’uomo simile a un Re in mezzo ai suoi eserciti». Il Dragone è un centro immobile, la sfera dello Zodiaco si muove senza mutare la sua orbita. Astronomicamente si può constatare che ai tempi dell’autore del Sepher Jezirah, la Stella Polare faceva parte della costellazione del Draco. L’'immagine era effettivamente quella del Dragone come Re sul suo Trono, il centro dell’Universo. Un paragone che troviamo anche nella figura di Re Artù, il Pendragon, il centro della "tavola rotonda", che altro non è se non uno Zodiaco. Circa 6000 anni fa la Polare era Thuban (Alfa Draconis), poi 5000 anni fa la polare divenne la ben più luminosa Edasich (Iota Draconis), 3000 anni fa la stella più vicina al po19 lo era Kochab (Beta Ursae Minoris). Nell’ultimo millennio la Polare è stata l’Alfa dell’Orsa maggiore, chiamata appunto Polaris, e lo sarà ancora per 1500 anni. Attorno al 130 a.C., Ipparco ha compreso il meccanismo della precessione in modo elementare, confrontando le proprie osservazioni del cielo con quelle avvenute nei 169 anni precedenti e concludendo che le intersezioni si erano spostate di 2 gradi. Sappiamo per certo che gli uomini osservano il cielo e gli spostamenti degli astri dai tempi dei CroMagnon, e lo hanno fatto ossessivamente per decine di migliaia di anni, non per miseri 169 o 500 o mille, quindi non vedo problemi nell'ammettere che qualcuno possa avere compreso il movimento precessionle anche molto prima dell'astronomo greco. Di certo sappiamo che la Bibbia è stata composta dopo il ritorno dall'Esilio babilonese intorno al 500 a.C. XAARAAN DI ANTONELLA BECCARIA LOS ANGELES, 1915 QUANDO GLI STRILLONI AVEVANO 7 E 9 ANNI NEGLI SCATTI DEL SOCIOLOGO E FOTOGRAFO LEWIS WICKES HINE Su Shorpy.com uno scatto 7 e 9 anni che distribuivano dal 1915 (qui in versione giornali a Los Angeles. più grande): due strilloni di È un’immagine del fotografo e sociologo statunitense 20 Lewis Wickes Hine che sempre ha lavorato occupandosi di lavoro e riforme sociali in ambito infantile. “IO MI SONO SALVATO”: SHOAH E STRAGI NAZISTE DEL 1943 SUL LAGO MAGGIORE. LA STORIA (IN PARTE INEDITA) DI ALDO TOSCANO Gli accadimenti legati alla seconda guerra mondiale e dalla Shoah continuano a raccontare e a riproporre storie di costante interesse. È il caso del libro Io mi sono salvato. L’olocausto del lago Maggiore e gli anni dell’internamento in Svizzera (1943-1945) di Aldo Toscano, che esce (di nuovo) per Interlinea Edizioni a ridosso del set- tantesimo anniversario di una strage nazista: Nei giorni immediatamente successivi all’armistizio, tra il 15 settembre e l’11 ottobre 1943, sulla sponda occidentale del lago Maggiore i soldati del primo battaglione SS del secondo reggimento della divisione corazzata Leibstandarte “Adolf Hitler” compirono uno dei più efferati eccidi di ebrei in territorio italiano. A oggi le vittime accertate sono 57, uomini, donne, vecchi e bambini, implacabilmente rintracciati e immediatamente sterminati. I contorni della strage emersero in tutta la loro tragica evidenza, soltanto nel 1963, grazie all’indagine condotta da Gerhard Wiedmann sull’attività del capitano delle SS Theodor Saewceke. Prese avvio un’istruttoria giudiziaria che si concluse con un processo contro i maggiori responsabili dell’eccidio che ven- ne celebrato nel 1968 a Osnabrück. Dopo 61 udienze e l’escussione di 180 testi, gli ufficiali vennero condannati all’ergastolo e i due sottoufficiali a pene minori. Nell’appello svoltosi il 17 aprile 1970, la corte suprema di Berlino li mandò assolti, con la stupefacente motivazione dell’avvenuta prescrizione dei termini. Aldo Toscano, ebreo novarese nato nel 1907, dopo essere scampato all’eccidio rifugiandosi in Svizzera dove venne internato, fu il primo a dedicarsi alla ricostruzione storica di quegli avvenimenti, pubblicando il risultato delle sue ricerche nel 1993 su una rivista storica novarese. In occasione del settantesimo anniversario della strage e a vent’anni dalla morte di Toscano, si ripubblica lo studio insieme al diario che ricostruisce gli anni dell’internamento, rimasto inedito fino ad oggi. Gli ignoti che si riuniscono sotto la sigla Anonymous promettono battaglia contro censura, imperialismo, finanza d’assalto, devastatori dell’ambiente e militarismo. Questo libro è un’inchiesta su una forma di lotta da nuovo millennio che ha finito per colpire sette religiose, corporation, partiti reazionari e dittature mediorientali. Ogni volta che verrà compiuto un abuso, compariranno gli anonimi fustigatori il cui volto è rappresentato dalla maschera del giustiziere Guy Fawkes. E già oggi si può intuire il loro scopo: servizi digitali che garantiscano agli utenti la libertà di espressione. AVVERTENZA di Antonella Beccaria Mi rivolgo a voi, Anonymi. Questa non vuole essere la ricostruzione completa al millimetro della vostra storia. Qualcuno di voi me l’ha raccontata o almeno mi ha fornito la sua visione che non per forza è quella di tutti. Poi ne ho letto, rimbalzando un po’ ovunque per il web, e in fase di stesura delle pagine che seguono ho compiuto una scelta arbitraria: estrapolare da ciò che avete firmato, in toto o in parte, alcune operazioni che mi sembra vi descrivano meglio. Rimane fondamentale l’inciso «secondo me». Leggetelo come il necessario imho, in my humble opinion, come si usa scrivere nelle mailing list e nei gruppi di discussione in rete. Quella che voi e altri lettori incontrerete scorrendo questo testo è una specie di biografia non autorizzata. E se alla fine ciò che leggerete non vi piacerà, non “bombardate” troppo forte il mio sito. All’origine del libro c’è la volontà di tributarvi un merito indiscutibile: combattere per la libertà di informazione. Perché, credetemi, almeno un tratto in comune ce l’abbiamo, voi e io: crediamo che l’informazione debba essere libera. A qualunque costo. E comunque la prenderete, sarà stato un viaggio entusiasmante. Un viaggio all’interno di un enorme scherzo tremendamente serio. 21 NOVITA’ nell’ombra plasmare trent’anni di misteri d’Italia, fatti di massoni, servizi segreti, banche svizzere, giudici raggirati e politici in odor di mafia. È Elio Ciolini il depistatore. Di lui circola un’unica fotografia e la fuggevole ripresa di un volto immediatamente coperto. È il 26 novembre 1981 quando Ciolini comincia a parlare. Si trova in Svizzera, detenuto nel carcere di Champ-Dollon per truffa. Si sta comprando la libertà, ma non solo. Invoca come mandante della strage del 2 agosto 1980 la sconosciuta Loggia Riservata, i cui adepti altro non sono che la crème della P2, e ne snocciola i nomi. Fra i più pesanti: Gelli, Andreotti, Ortolani, Rizzoli. Movente: distrarre l’attenzione delle autorità da un’operazione di acquisto in massa di azioni Eni, condotta in pieno scandalo Eni-Petronim. La fase organizzativa sarebbe stata affidata a Stefano Delle Chiaie, il fondatore delIL FACCENDIERE la neofascista Avanguardia Nazionale STORIA DI ELIO CIOLINI, L'UOMO CHE SAPEVA TUTTO espatriato in Argentina. È abile, Elio Ciolini, sa mescolare organizzazioni Fingere di sapere. Mescolare il falso false e sospettati veri, fantomatiche operazioni in seno a scandali reali. Ed al vero. Far correre gli investigatori essere sempre presente: alle riservaper due continenti, dall’Europa tissime riunioni massoniche di Monall’America Latina, alla ricerca di ritecarlo come agli incontri logistici a scontri. E poi ritrattare, sostenere che era tutto falso. O quasi, accam- Buenos Aires. Non male per un sedipando presunte minacce e non rive- cente infermiere, imprenditore, operatore finanziario, uomo landone gli autori. Rimanere dell’intelligence francese come del nell’ombra, artefice misterioso del depistaggio della strage di Bologna. E Sismi, un faccendiere divenuto colla- Antonella Beccaria, Giacomo Pacini boratore di giustizia, pare anche dietro notevole compenso. Si rivelerà tutta un’invenzione, lo ammetterà lui stesso e verrà condannato per calunnia e falso aggravato. Dodici anni dopo la bomba alla stazione di Bologna, Ciolini conferma la sua vocazione (o la necessità?) a essere un protagonista dei momenti più bui della storia italiana, e diventa l’anello di congiunzione con la trattativa Stato-mafia. Accade quando dal carcere «predice» i delitti eccellenti della Sicilia del 1992, gli omicidi di Salvo Lima, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e delle loro scorte, che innescano la crisi politica da cui nasce una nuova strategia della tensione. E ancora oggi non si arresta la «carriera» di un personaggio che non si è dimostrato affatto riservato. Anzi, ha parlato così tanto e su così tanti argomenti da essersi attirato l’etichetta di «pataccaro», una specie di burattino manovrato da figure rimaste senza nome. Antonella Beccaria ripercorre le sue gesta, consulta quarant’anni di carte giudiziarie, intervista giudici, carabinieri, testimoni che scelgono di rimanere nell’anonimato, e traccia, in un’inchiesta sbalorditiva, il profilo di un uomo incredibile, una macchietta in apparenza, un criminale nei fatti, che ha tessuto una spy story italiana, che di romanzesco non ha nulla e che di reale ha un centinaio di vittime in attesa di giustizia. È inimmaginabile per chiunque la quantità di Male che bisogna accettare per ottenere il Bene”, afferma il Divo Giulio Prima edizione marzo 2012 Divo ritratto nel fortunato film di Paolo Sorrentino. E Giulio Andreotti, l’uomo in carne e ossa, di male ne ha attraversato tanto o, quantomeno, tante sono state le realtà opache che hanno accompagnato la sua storia. Fin dai tempi della Seconda guerra mondiale e dei suoi rapporti con i servizi segreti alleati, proseguendo con la stagione dei dossier, l’esplosione del terrorismo, le coperture degli stragisti neofascisti, l’allestimento di apparati non ortodossi, come Gladio e l’Anello, fino alle clientele necessarie per raccogliere consenso e ai rapporti ambigui con la mafia. Difficile dire se il Divo Giulio sia stato il maggiore statista italiano del Novecento o il grande Belzebù che si è nutrito della parte più oscura della storia nazionale. Quello che è certo è che ripercorrere la sua vicenda significa attraversare tutti i maggiori scandali italiani dal dopoguerra a oggi, dal golpe Borghese al delitto Moro, dalla P2 a Michele Sindona, fino all’omicidio del giornalista d’assalto Mino Pecorelli. Questa biografia di Giulio Andreotti, rigorosa e documentata, ricostruisce per la prima volta senza pregiudizi e senza timori l’intera storia politica, quella ufficiale e quella inconfessabile, del ‘grande vecchio’ dell’Italia del Novecento, tracciando un percorso inquietante dentro le ombre più dense della prima Repubblica. 22 NOVITA’ ANTONELLA BECCARIA I SEGRETI DELLA MASSONERIA IN ITALIA questa forza occulta che sembra guidare i destini del mondo? Come è nata e con quali scopi? Chi sono stati i suoi massimi esponenti e chi ne fa parte ancora oggi? In Italia, in particolare, sembra che la storia nazionale si sia spesso intrecciata con quella delle logge segrete: dalle persecuzioni degli affiliati in epoca fascista alle deviazioni estreme della P2 di Licio Gelli, con le ombre del golpismo e L'Italia è una Repubblica fonda- delle stragi, mai del tutto canta su di loro cellate; dagli interessi americani al potenziale abbraccio letale Documenti inediti con esponenti delle forze dell’ordine e dei cosiddetti Dalla prima Gran Loggia alla P2 “servizi segreti deviati”, fino ai Inchiesta sull’organizzazione pericolosi contatti con la malapiù potente della storia occivita organizzata. dentale Con interviste esclusive e materiale inedito, la giornalista Templari, libera muratoria, Fra- d’inchiesta Antonella Beccaria tellanza, Gran Loggia, Rosacro- va alla scoperta di un mondo ce: tanti sono i nomi attribuiti spesso sconosciuto e inesploranei secoli a quella forma di as- to, per illuminare le molte zone sociazione segreta nota ai più d’ombra che ancora oggi si trosemplicemente come vano attorno al fenomeno mas“massoneria”. sonico. Ma chi c’è veramente dietro a 23 Tutto quello che c’è da sapere sull’organizzazione più antica, misteriosa e potente della storia occidentale Tra gli argomenti trattati nel libro: • Morte presunta di un massone • Le origini della famiglia: istanze di libertà dal Medioevo all’età moderna • L’approdo in Italia delle idee massoniche • Venti di dittature e reazione delle consorterie • Fratelli d’America: il nodo della seconda guerra mondiale e la posizione dei cugini d’oltreoceano • Anomalie nel tempio: la bufera della P2 • Incroci eversivi: quale ruolo nella strategia della tensione? • Relazioni inconfessabili: l’ombra delle mafie • Logge regolari e deviate: le moderne camere di compensazione. LA MALEDIZIONE DEI FILM DI TOD BROWNING MARIA BENEDETTA ERRIGO Tod Browning, un nome che ai più non dice nulla, se non ai cinefili più accaniti. Ma è stato un grande regista, attivo soprattutto nei primi anni Trenta, dopo un passato da circense e da attore. Browning è stato il regista del primo Dracula con Bela Lugosi (1931) e di Freaks (1932), uno dei film maledetti di cui abbiamo già parlato in una rubrica su Tracce di Eternità. Freaks è stato uno dei film più discussi dei suoi anni: parlava infatti di un gruppo di “fenomeni della natura” che lavoravano in un circo, i freaks appunto, e comprende il biz- zarro triangolo amoroso tra un nano danaroso, un'attraente e avida trapezista e un rude e forzuto circense, una storia di omicidio e un patto di vendetta tra il nano e i suoi amici "freaks". Il film, una cruda e al contempo toccante allegoria sul tema del "diverso", causò molto scalpore, portando addirittura al taglio di alcune scene, considerate "inquietanti", che riprendono i "freaks", che lo stesso Browning aveva preso da un vero circo. Il film è un flop al botteghino, e danneggerà notevolmente la carriera del suo regista, visto che viene consi24 derato ancora oggi un film maledetto per il fatto che all’uscita molte sono state le persone che si sono sentite male durante la proiezione e anzi pare che una donna incinta abbia avuto un aborto spontaneo mentre lo stava guardando. Dracula con Bela Lugosi non ha bisogno di molte presentazioni. È stata una delle più belle rappresentazioni del libro di Bram Stoker, dal 2000 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della biblioteca del Congresso degli Stati Uniti e ha consacrato la stella di Bela Lugosi, attore di origine tazione. L'ispettore Burke, interpretato da Chaney, di Scotland Yard è chiamato a investigare sul caso. Gli indiziati di omicidio sono il maggiordomo Williams, Sir James Hamlin e suo nipote, Arthur Hibbs. Viene trovato un biglietto del defunto che farebbe pensare a un suicidio e il caso viene chiuso di conseguenza. Cinque anni dopo, la vecchia dimora ormai disabitata di Balfour è infestata da un sinistro figuro dai tratti vampireschi, con un cappello a cilindro, gli occhi spiritati e un ungherese che già da tempo ce: Sir Roger Balfour viene tro- ghigno satanico perenne. Sua calcava le platee interpretando vato assassinato nella sua abi- assistente è una donna spettrail ruolo di Dracula. Ma forse non tutti sanno che il grande Lugosi fu la seconda scelta del regista: il ruolo di Dracula, infatti, sarebbe dovuto andare a Lon Chaney, grande attore del muto e attore feticcio di Browning, scomparso un paio di anni prima. Chaney e Browning furono la coppia d’oro dei film muti horror degli anni Venti. Basti solo dire che furono Lugosi e Boris Karloff a raccogliere l’eredità cinematografica di Chaney dopo la sua morte. Non solo, furono anche i protagonisti di un film che fu molto discusso al momento della sua uscita e che oggi come oggi risulta perduto. Ancora una volta, insomma, un film di Browning viene ammantato da un’aura di mistero. Il film in questione si intitola “Il fantasma del castello” (London after Midnight) ed è del 1927. La trama è abbastanza sempli25 le, dai capelli corvini. Potrebbe essere Sir Balfour, resuscitato dalla tomba? Ovviamente non racconto come va a finire, visto che magari qualcuno potrebbe essere interessato a vederlo. Sì, lo so che ho detto che è un film perduto, ma abbiate pazienza, ci arriviamo. Quello che posso dire è che Chaney in questo film fa un doppio ruolo, quello dell’ispettore e quello del vampiro e che il suo trucco e la sua mimica raggiungono vette inarrivabili. Ed è proprio questo che ha impressionato tanto gli spettatori: proprio l’atmosfera della scenografia e la mimica dell’attore. Chaney era bravissimo a cambiare letteralmente faccia, questo grazie anche al fatto che i suoi genitori erano sordomuti e quindi lui fin da piccolo aveva imparato il linguaggio dei segni per comunicare con loro. Il trucco di Chaney utilizzato nel film è notevole, denti aguzzi, occhi ipnotici, tutti effetti ottenuti con aggeggi che l'attore stesso ideava e si costruiva da solo. Secondo fonti di allora, Chaney diede volutamente al personaggio del vampiro un aspetto esageratamente assurdo e questa fu l'unica volta in cui Chaney utilizzò la sua famosa abilità nel makeup come un espediente della trama. Il film incassò circa 500.000 dollari al botteghino, divenendo il successo più grande della collaborazione cinematografica tra Chaney e Browning. E qui però inizia la leggenda del film. Molti spettatori, infatti, dichiararono di essersi molto 26 impressionati dalle scene e dal trucco del vampiro. Anzi pare proprio che questa figura spettrale provocasse crisi di panico e di paura. Quindi fu deciso dalle alte sfere di non far circolare troppo il film nelle sale cinematografiche. Fino ad arrivare alla tragedia di un anno dopo:nel 1928 un uomo uccide una ragazza ad Hyde Park. Bene, il film viene citato in difesa dell’accusato come causa scatenante del fatto. L'avvocato dell'imputato disse che l'interpretazione di Chaney aveva talmente impressionato l'uomo da renderlo temporaneamente incapace di intendere e volere, ma la mozione venne respinta e l'uomo condannato per il suo crimine. Va da sé che Il fantasma del castello inizia ad avere una fama di film maledetto e tutte le co- della MGM. Nel 1965, però, un cortocircuito elettrico causò un forte incendio che distrusse numerosi film dell'epoca del muto, tra i quali anche London After Midnight. Sfortunatamente, il film è ormai andato perduto: nessuna copia sembra essere sopravvissuta, anche se nel 2002 c'è stato un tentativo di ricostruzione utilizzando il copione e le foto pubblicitarie, creando un film di 45 minuti in bianco e nero, utilizzando anche le musiche originali. L’ho visto, non è male, ma questo aumenta solo la curiosità di sapere come poteva essere l’originale perduto. Certo, molte cose a noi non fanno più paura, ma bisogna sempre ricordare il periodo in cui il film è stato girato e il terrore del soprannaturale che potevano avere allora le persone. Spesso si è parlato di collezionisti che custodirebbero alcune pie vengono ritirate. In seguito al ritiro di tutte le copie, Browning stesso fece un remake sonoro del film, con qualche cambiamento alla sceneggiatura, intitolato I vampiri di Praga (1935) dove Lionel Barrymore interpreta l'ispettore di polizia e Bela Lugosi interpreta il vampiro fantasma, ma non era presente in nessun modo l’atmosfera di paura che permeava invece la pellicola di London After Midnight. L'ultima copia originale conosciuta del film venne immagazzinata nel deposito numero 7 27 copie in 16 millimetri del film rimane un film perduto, un film E forse anche della maledizione originale, ma quasi sempre si è che ha iniziato a far parlare di che ogni suo film pare porti scoperto che erano bufale. Browning e del suo talento. con sé. Quindi Il fantasma del castello 28 LE SACERDOTESSE DI BABILONIA ALESSANDRO DEMONTIS È opinione comune, presso chi non ha studiato approfonditamente la storia e la religione del Medio Oriente, che la donna avesse un ruolo marginale quasi al limite della considerazione umana. Molti hanno addirittura l’idea che la donna, nell’antica Mesopotamia, fosse considerata alla stregua degli schiavi, che non avesse diritti, che fosse soltanto una ‘proprietà’ maschile. In realtà non è così. Le donne erano tutelate da contratti di matrimonio, sia a Sumer sia successivamente a Babilonia. Ai tempi di Sumer non esistevano codici di leggi paragonabili ai nostri, dunque tutto ciò che riguardava la ‘condizione umana’ veniva regolamentato dai re e dai sacerdoti. Certo è che, dopo la conquista di una città in seguito a invasione, i suoi cittadini erano fatti schiavi. Uomini e donne indistintamente. Le donne schiave avevano meno valore degli uomini schiavi, per la loro minore resistenza nei lavori agricoli e per l'impossibilità di utilizzarle per la difesa della casa. Ma venivano comunque tutelate e spesso utilizzate come concubine per generare dei figli dal capofamiglia. È importante chiarire che questo non era visto come una ‘offesa’ alla donna schiava, ma come una ‘possibile mansione’ che poteva o meno verificarsi. Alcune donne, schiave o meno, potevano scegliere di abbracciare il sacerdozio. Mai, come a Babilonia, il sacerdozio femminile assunse un ruolo e un valore così alto. Le sacerdotesse babilonesi erano di vari tipi, si suddividevano in NADITU, 29 KULMASHITU, QADISHTU, SHAGITU e UGBABTU. Il gruppo sulle quali abbiamo più notizie sono le Naditu. Esse erano generalmente mogli o figlie di sacerdoti maschi, specialmente a Sippar nel tempio di Shamash, ma potevano essere Naditu anche figlie di contadini e perfino schiave di uomini possidenti, se il loro padrone decideva in questo senso, o decideva di assecondare la richiesta della schiava di entrare al chiostro. Al chiostro e al tempio comunque stavano altre donne, tenute in grande considerazione. Esse si prendevano cura dell’arredamento, potevano cantare nei riti e nei festival, potevano amministrare qualora incaricate dal sacerdote. Quando una donna decideva di diventare Naditu, il suo percorso sceglievano il celibato; potevano avere schiavi, e il loro sacerdozio durava per tutta la vita. Potevano condurre uffici religiosi, officiare i riti sacri, compresi i riti funebri (spesso dei loro familiari) e assistere il sacerdote maschio nei riti da lui condotti. Solo i riti più alti e gli oracoli erano vietati alle sacerdotesse. Nel tempio di Marduk invece le Naditu potevano sposarsi ma non avere figli, la loro vita sacerdotale era molto più regolamentata rispetto a quella del tempio di era assimilato a un matrimonio un appezzamento di terreno o Shamash, addirittura le Naditu (con il dio o la dea del tempio), una casa. Questi beni di Marduk potevano accedere al infatti la donna poteva diventare rimanevano di sua proprietà ma sacerdozio nel tempio solo dopo Naditu solo in età da costituivano la ‘ricchezza’ del un periodo di addestramento matrimonio, e al suo ingresso al tempio. Nel tempio di Shamash religioso nel quale erano chiostro la sua famiglia doveva le sacerdotesse Naditu potevano confinate nel chiostro. darle una ‘dote’, generalmente sposarsi, anche se in genere Alcune Naditu erano perfino 30 mogli o sorelle di re. Un esempio in tal senso fu Ayalatum, figlia del re Samulalel. Quando erano di famiglia reale le Naditu potevano assumere un nome che contenesse quello di una divinità, come nel caso appena citato in cui, infatti, Aya era il nome della moglie di Shamash. Le Naditu avevano il proprio sigillo nel quale compariva il loro nome e il patronimico che le distingueva quando questo era reale. Tali sigilli erano utilizzati per siglare le trattative religiose e societarie. Infatti le Naditu potevano presiedere anche a tutte le attività mercantili e societarie inerenti al Tempio. Delle Ugbabtu sappiamo poco. Avevano quasi tutte le stesse caratteristiche delle Naditu, potevano possedere terreni, officiare rituali, e sembra che avessero anche l’incarico di annullare i sortilegi e le magie. Sia le Naditu che le Ugbabtu, in età anziana, potevano adottare un’altra sacerdotessa con un atto formale. In questo modo i possedimenti della ‘madre’ passavano alla ‘figlia’ alla morte. La ‘figlia’ per contro aveva l’obbligo di prendersi cura della ‘madre’ in malattia e in vecchiaia. Le sacerdotesse che rimanevano nel chiostro erano chiamate Kulmashitu. Loro potevano cantare inni nelle funzioni rituali, ma non officiare i riti. Potevano sposarsi e avere figli, ma la maggior parte, come molte Naditu, sceglievano il celibato. Le Kulmashitu potevano essere occasionalmente ammesse al tempio, in quel caso diventavano Naditu. Potevano possedere terreni e case, ma in genere erano meno ricche delle Naditu. Un altro grado di sacerdozio era quello delle Qadishtu. Esse non erano molto ricche, era permesso loro avere pochi possedimenti, le loro doti, all’ingresso alla vita sacerdotale, erano più modeste. Le Qadishtu non vivevano nel chiostro, generalmente vivevano ai bordi esterni del complesso sacerdotale. Le Shagitu erano le ‘giovani’ 31 sacerdotesse. In genere erano le sorelle minori delle Naditu, non potevano officiare riti e spesso erano le seconde mogli dei mariti delle sacerdotesse Naditu. La dote delle Shagitu era povera, generalmente consisteva in uno schiavo (o schiava), un militare, e alcuni utensili per il tempio o per la casa dove avrebbero vissuto. In linea generale le sacerdotesse erano considerate una ricchezza per lo stato, sia materiale che spirituale. Con le loro funzioni amministrative all’interno del tempio e del chiostro esse avevano una notevole importanza. Mentre infatti le donne normali catturate in una città conquistata venivano sempre vendute come schiave, le sacerdotesse catturate venivano generalmente accompagnate ai templi dove dio o della dea del tempio, potevano servire una Naditu o diventando prima Shagitu e poi una Kulmashitu, o addirittura Kulmashitu o Naditu. abbracciare il sacerdozio del 32 33 ARCHEOLOGIA BOSNIACA FABIO GARUTI Ormai le discussioni in merito alla Piramide di Visoko, in Bosnia (anche ribattezzata Piramide del Sole) sono giunte a un punto che suscita interesse sotto diversi punti di vista. Questa che all’apparenza sembra una grande collina naturale, sorge nei pressi della cittadina di Visoko, in Bosnia, lungo il fiume Bosna e alla confluenza con il fiume Fojinicka. Si tratta di un particolare sempre poco considerato, ma che potrebbe avere una propria interessante valenza. Alta circa 213 metri, la collina ha indubbiamente la forma di una piramide, anche se tale considerazione è stata osteggiata a lungo. Trattandosi di un edificio eventualmente gigan- tesco, e soprattutto Europeo, la vicenda ha avuto una notevole eco, tanto da dividere le opinioni di ricercatrici e ricercatori. Personalmente sono convinto si tratti di una piramide, certamente opera dell’uomo, che presenta caratteristiche molto ma molto particolari. Vediamole. - Rispetto ai grandi siti piramidali, Visoko è un qualcosa di diverso. Si tratta con ogni probabilità di una collina naturale, ma rimodellata e ricoperta di lastroni in materiale pietroso (certamente squadrati dall’uomo) tanto da formare una vera e propria piramide. Le immagini relative agli scavi non lasciano dubbi in merito. Non ha senso ricoprire una col34 lina naturale in modo da lasciarle la forma piramidale, oltretutto in modo talmente perfetto da giungere fino ai nostri giorni. - Lastroni simili sono stati reperiti anche altrove in territorio bosniaco, senza che la popolazione locale abbia la minima idea della loro origine e del loro utilizzo. Io stesso ho potuto visionare immagini in tal senso assai esplicative. A cosa altro possono servire dei lastroni in pietra se non a “rimodellare” qualcosa? Che funzione poteva avere questa immensa piramide? Non è facile dirlo, ma data la mole e il lavoro occorso, dubito si tratti di un edificio esclusivamente a scopo votivo o fu- nerario; anche perché anche in questo caso abbiamo un’imponente presenza del fattore - acqua, come in tutti i più grandi siti piramidali. Ormai è innegabile uno spostamento di fatto delle analisi e dei confronti archeologici più su base planetaria che non sul singolo sito. Troppe le coincidenze, diretta conseguenza di incongruenze non più difendibili, che ci portano a dover constatare “raccordi antichissimi” fino ad ora sottovalutati o ignorati. Tale nuovo modo di concepire l’archeologia, a livello di siti megalitici, di siti piramidali e di reperti di ogni genere, va gestito e analizzato, soprattutto stante un clamoroso, e quindi assordante, silenzio pressoché totale dell’archeologia “ufficiale”. Non è una questione di oggi, ci mancherebbe altro, ma possiamo affermare a ragion veduta che essa si arricchisce ogni giorno di più di ulteriori elementi. Se l’analisi comparativa dei tre grandi siti piramidali di Teotihuacan in Messico, di Giza La stele della foresta bosniaca 35 in Egitto e di Xian in Cina ci consegna un progetto omologo e teso a creare un anello perfetto attorno al nostro Pianeta (Teoria della Mappatura Terrestre delle Piramidi), eliminando di fatto ogni possibile deriva di stampo “localistico” su detti siti unici sul pianeta e posti su una medesima circonferenza, è anche vero che possiamo ricavare ulteriori conferme a un assunto del genere da reperti che quotidianamente ci vengono segnalati. È proprio il caso di una magnifica stele, segnalatami dal Sig. Carmine Barisano (che qui pubblicamente ringrazio di cuore), valente ricercatore archeologico, ed esperto di “Archeologia Bosniaca” nonché di tematiche a ciò collegate. La Bosnia, credetemi, ha molto da offrire in termini di “resa archeologica”, basti pensare proprio alla citata Piramide di Visoko. Dicevo la stele, di cui allego un’immagine inviatami appunto dal citato ricercatore, scoperta in piena foresta, non distante, ma neanche vicinissima, a Visoko appunto, alta circa sei metri e su cui la gente del luogo non ha alcuna precisa memoria. A proposito di stele, va considerato anche il fatto che reperti del genere sono stati reperiti su entrambe le sponde dell’Adriatico. In Puglia, e precisamente nel territorio della Capitanata (Provincia di Foggia) stele e reperti simili vengono scoperti abbastanza frequentemente, benché di dimensioni molto più contenute. Fregi e decorazioni talvolta coincidono, incentivando così ulteriori spunti di riflessione. Un reperto eccezionale quello bosniaco, dicevamo, per svariati motivi, di cui nessuno banale, tutt’altro. - La Stele è sormontata da una piramide, la cui base, in cima alla stessa, deborda chiaramente, proprio per evidenziare tale concetto. Che si tratti della riproduzione di una piramide è oggettivo, e il particolare ci risulta particolarmente gradito nell’ottica della conoscenza di tale tipo di edifici, soprattutto per quanto attiene alla considerazione che le piramidi erano ben conosciute, da sempre e anche in territorio europeo. Le immagini parlano chiaro. - Tra raffigurazioni apparentemente incomprensibili (testa di animale, cerchi concentrici, fiori), una è per noi particolarmente interessante: si tratta di figure che, per conformazione, struttura, raffronti con centinaia di immagini similari, non lasciano spazio a soverchi dubbi (peraltro sempre doverosi): sono con ogni probabilità raffigurazioni collegate a pannocchie di mais. - Ovviamente tale parere è stato suffragato da esperti del settore, tra cui una biologa napoletana che vuole conservare l'anonimato, ma che mi ha dettagliatamente relazionato in merito. Ovviamente ciò sottende una doverosa considerazione: il Mais proviene dal Centro America, per cui si ipotizza un passaggio, o almeno il ricordo di esso, tra questi due continenti. Difficile dare una datazione precisa al tutto, ma, dato anche l'oblio in cui il reperto è immerso, certamente assai a ritroso nel tempo. Se ne ricava anche una conferma a considerazioni “planetarie” assolutamente impensabili, se consideriamo che siamo in un periodo che, a detta della “ufficialità”, vede solo uomini primitivi e rari insediamenti stanziali. Un collegamento tra Centro America ed Europa è comunque straordinario, anche se proprio la riproduzione dei cerchi concentrici, peraltro ben presenti anch’essi in gran numero sulla stele, collega non solo Centro America ed Europa, ma addirittura tutto il mondo. L’importante è che questa nuova “visione“ dell’archeologia venga non dico asseverata all’istante, ma almeno, e finalmente, presa nella dovuta considerazione, anche perché ormai gli aggiornamenti sono all’ordine del giorno. Anche per quanto attiene a visioni tecnologiche derivanti dal passato, su cui le discussioni sono ovviamente molto accese, va a mio avviso fatta una considerazione di ordine metodologico. Proprio a proposito del mais, e della sua "apparizione improvvisa e inspiegabile" parecchie migliaia di anni fa, (assolutamente mai ben spiegata dalla botanica), credo vada fatta una considerazione: L’autore dell’articolo 36 con l'immagine di una radiolina effigiata 12.000 anni fa, ben pochi crederanno all’autenticità della cosa. L’attenzione si focalizza, infatti, non sui due oggetti simili, bensì sul loro confronto, propendendo automaticamente per la loro diversità. Ma ove venga scoperto un reperto identico allora e oggi (ed entrambi sono sconosciuti ai più) penso che la questione cambi, e anche di parecchio. spesso abbiamo parlato di reperti che possono essere collegati a una realtà tecnologica nell'antichità, dal momento che ne ritroviamo, o crediamo di ritrovarne, tracce anche nella nostra. Facile obiettare, come spesso è accaduto, che si tratti di abbagli, di sviste, di affermazioni non verificabili (e mi riferisco a lampadine, batterie, cavi, materiali isolanti eccetera...). Ma se a un certo punto, dico io, si scoprisse un qualcosa che risalga a migliaia e migliaia di anni fa, che sia stato imitato dalla nostra super tecnologica civiltà, e di cui sia ben poco conosciuta, se non ignorata, anche la "versione attuale", oltre ovviamente a quella "antica", come la metteremmo? Diventerebbe difficile negare la stretta correlazione tra due realtà sconosciute ai più, dato che mancherebbe ogni "condizionamento attuale" oltre a ogni automatico e caratterizzante raffronto. Se comparo una radio attuale Fabio Garuti LA PREISTORIA ATOMICA Lungo la Linea di Orione ISBN 9788897621232 Anguana Edizioni Alcuni siti archeologici completamente dimenticati ed altri molto famosi. Le prove inequivocabili di un antichissimo utilizzo dell’energia atomica per usi biogenetici, con conseguenze che riguardano quotidianamente anche la nostra vita. Le testimonianze di tutto ciò in alcuni tra i più famosi siti archeologici del pianeta, vero e proprio ponte tra questa civiltà antica ed assai sviluppata e il nostro tempo. Tecnologie ancora oggi molto attuali ed incredibilmente ancora utilizzate. Ma anche la memoria di tutta questa attività atomica, trasmessa attraverso incisioni rupestri, disegni, sculture e grandiosi gruppi megalitici famosissimi nel mondo, tra cui Stonehenge. Ciascun aspetto della conoscenza Egizia, Maya e Cinese sembra essere stato completo fin dall'inizio, non c’e’ alcun segno di un periodo di evoluzione; le realizzazioni compiute dalle dinastie più antiche non furono mai superate o eguagliate in seguito. Come può una civiltà complessa sbocciare all'improvviso in tutto il proprio splendore? Ogni cosa era perfetta già dall'inizio. La soluzione del mistero e’ evidente: le civiltà Egizia, Maya e Cinese non furono un’evoluzione del passato, bensì un’eredita’, o meglio un ricordo, di esso. 37 L'ARCANGELO MICHELE DEL GARGANO, FATIMA E LA DIMETILTRIPTAMINA ROBERTO BOMMARITO È la sua iconografia, soprattutto, a rendere l'arcangelo Michele tanto conosciuto, anche fra coloro che non professano la fede religiosa. L’arcangelo, infatti, viene spesso rappresentato nell’atto decisivo di sconfiggere il Drago. Il grande rettile viene interpretato come sinonimo di Satana, anche se un’interpretazione simbolica più ampia potrebbe svelarci che il Drago è anche rappresentativo delle pulsioni umane più ataviche, quelle legate agli istinti di sopravvivenza, come la paura. All’interno del discorso esoterico, emozioni come per l’appunto la paura, essendo legate alla sopravvivenza e 38 ai bisogni più immediati, sono quelle che tengono schiava la mente. Le impediscono, in pratica, di sintonizzarsi – proprio come un televisore – sui canali che le permettono la ricezione di forze più sottili, per mezzo della liberazione nell’organismo di molecole come la dimetiltriptamina (DMT) che, come indicato ad esempio dagli studi dello psichiatra Rick Strassman, agiscono sulla ghiandola pineale. Nelle profezie di Fatima, anche se l’arcangelo non viene identificato come tale, si parla comunque di un angelo con una spada infuocata. Nella versione del terzo segreto reso pubblico dalla Chiesa leggiamo: «Dopo le due parti che già ho esposto, abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!» Ma le sue apparizioni si riscontrano anche sul territorio italiano. In località Monte Sant’Angelo sul Gargano ap- 39 parve diverse volte. Le prime apparizioni, avvenute all’interno di una grotta, risalgono al V secolo durante il pontificato di papa Gelasio (492-496). A questo punto si entra nel mondo del mito e delle leggende e quanto segue va interpretato, ovviamente, secondo quest’ottica. Si narra che un ricco proprietario di bestiame schioccò una freccia all’interno della grotta. Questa ritornò indietro, spaventando lui e i suoi uomini. Il vescovo Lorenzo Maiorano prese la situazione in mano, o per lo meno ci provò a suo modo, ordinando a tutti di far di- giuno per tre giorni. Si sperava di capire il significato di quello che era successo. Le preghiere vennero ascoltate. Trascorsi i tre giorni, il vescovo ebbe un sogno nel quale apparve l’Arcangelo Michele che gli disse di edificare una chiesa in quel posto per diffondere la religione cristiana. Dopo molte esitazioni (e una seconda apparizione), gli abitanti, seguendo il vescovo, decisero di entrare nella grotta, trovandoci all’interno una cappella naturale. Sull’altare ricoperto da una tovaglia rossa splendeva nifestò in diversi modi, ma spe- che decisero le sorti di diverse una croce di cristallo. Negli an- cialmente attraverso agenti na- battaglie, ad esempio contro i ni a seguire, l’arcangelo si ma- turali come nebbie e forti venti Goti e i Bizantini. Quella dell’arcangelo Michele è una figura importante, non solo per il suo simbolismo cristiano ma anche come archetipo la cui funzione nelle dinamiche della mente umana è quella del potere esercitato sulle emozioni e sui sentimenti fuori controllo, caotici, che impediscono all’individuo di sviluppare il proprio potenziale umano. Fonti Cecilia Gatto Trocchi, Le più belle leggende popolari italiane, Newton & Compton Editori, 2002 40 NON SOLO ZOMBIE E BASTA MIRKO GIACCHETTI Vi ricordate ancora di tutte quelle ore passate a spulciare la Divina Commedia? Quante volte avete tentato di estrarre un senso compiuto da quelle terzine, per colarlo entro i confini di un italiano più moderno? Vi avranno detto che era un buon esercizio e ne avreste tratto dei sicuri benefici, ma questa rassicurazione vi suonava un po’ fasulla quando interrogavate il 41 dizionario e quello vi rispondeva in una maniera più sibillina dell’oracolo di Delfi. Inoltre, come giustificare quello studio matto e disperato del gossip, mascherato da Storia, di Firenze del 1300, per individuare tutti i possibili riferimenti inseriti e le varie allusioni indirizzate contro chi aveva esiliato il poeta Dante Alighieri? Un’opera che ha più di settecento anni non è certo un esempio di modernità; se cercate bene ha qualche contenuto interessante, ma non regge al confronto con i prodotti del nostro tempo. I morti di Dante sono solo un’anima e devono aspettare l’Apocalisse per tornare a indossare le spoglie mortali, inoltre sono confinati all’Inferno e quindi uno deve andare pure a cercarseli! Nella nostra epoca siamo riusciti a far di meglio; se i morti ritornano, li chiamiamo zombie, non sono anime ma corpi ancora prima del giudizio universale e si possono trovare comodamente sotto casa, senza dovere intraprendere strani viaggi. All’epoca di Dante un’anima amareggiata e sconfitta dai propri peccati poteva terrorizzare e ammonire i vivi, mentre oggi i vivi si rispecchiano nei corpi senz’anima, ma questo è un al- tro discorso… Eppure esiste un collegamento tra queste due dimensioni così distanti. Vi state chiedendo cosa accomuna l’horror e la poesia? Semplice, proprio l’autore della Divina Commedia, Dante Alighieri! Vi sembra una forzatura? La Divina Commedia, almeno nell’Inferno, era un racconto dell’orrore che mostrava le conseguenze e le punizioni per chi viveva un’esistenza distante dal “cammin” cristiano, mentre i moderni film e telefilm con protagonisti gli zombie, cercano di mostrare cos’è l’uomo senza una società e come sia facile smarrire il cammino verso l’umanità. In settecento anni molte cose sono cambiate, ma sono convinto che, con toni e contenuti diversi, la finalità sia la stessa. Come molti, anch’io ho letto sui banchi di scuola le terzine e della “trilogia” ho preferito il capitolo iniziale: l’Inferno. La bravura con cui Dante ha descritto l’aldilà mi ha sempre affascinato, talvolta ho pensato che i morti li avesse visti veramente… In “Exilium. L’inferno di Dante”, la fantasia e la preparazione di Kim Paffenroth hanno dato vita a una storia che rende concreto quello che è sempre stato un sospetto; il romanzo descrive una parte dell’esilio del poeta, quella in cui viaggiò troppo verso est e si ritrovò non in una selva oscura, ma in una terra infestata da zombie. Molti di voi penseranno che, siccome è il momento del morto vivente, l’autore si sia accodato e abbia dato origine a un'altra copia in- fedele. Niente di più sbagliato, poiché il romanzo fu scritto in tempi non sospetti e Paffenroth è un professore di studi religiosi, un profondo conoscitore del pensiero di Sant’Agostino, che ha pubblicato diversi saggi di teologia. Questi studi comunque non gli hanno impedito di rivolgere la sua attenzione a un altro tipo di cultura: l’horror, con particolare attenzione per gli zombie. Soggetti al centro di alcuni saggi dell’autore e altre opere letterarie. Exilium, quindi, è il punto d’incontro tra gli interessi di Paffenroth. Quindi niente poeta karateca al centro di un ricco buffet di zombie. Non è un clone di Ash de “L’armata delle tenebre” e non ha neppure una caratteristica in comune con l’agente Rick Grimes di “The Walking Dead”. Nel viaggio fantastico, ma non ultraterreno, compiuto dai protagonisti nelle pagine di Exilium, Dante non è una semplice stratificazione di nozioni o un manichino imbottito di cultura che stenta a diventare un personaggio. Dante è vivo, almeno quanto può esserlo un protagonista di un romanzo. La trama ricalca lo schema “on the road”, dove la vera salvezza non è l’arrivo alla meta, ma l’avere intrapreso un viaggio per raggiungerla. Dante non sarà solo, con lui altri personaggi cercheranno di salvarsi. Nel presentarli, per cavalleria iniziamo con Bogdana, una donna che può sfuggire a una vita incastrata tra la miseria e la paura, il cavaliere Radovan in cerca di una 42 giusta causa da servire, infine Adam, un uomo a capo di uno strano ordine religioso che incontra il mondo fuori dalle mura del convento. In questo viaggio si susseguono situazioni in cui, senza distinzioni di sorta, uomini e zombie sono puniti per i loro desideri e restano intrappolati in un’esistenza senza speranza. Secondo la finzione del romanzo, tutto ciò che Dante sperimenta sarà la base da cui nascerà la Divina Commedia. Un romanzo adatto a tutti gli appassionati del genere e non solo; sia per chi conosce tutto del Sommo Poeta, che avrà il piacere di incontrare un personaggio molto simile all'originale e sia per quelli che, come me, ne hanno un pessimo ricordo scolastico. In fondo potrebbe anche essere l'occasione per riappacificarsi e apprezzare l'uomo e il poeta Dante Alighieri. Exilium, inoltre è anche al centro di un’iniziativa dell’associazione culturale Nero Cafè che, in seguito al successo della prima edizione e l’imminente ristampa, con una veste grafica rivisitata, ha indetto il concorso “Exilium Extended”(qui il regolamento http:// nerocafe.net/concorsi/exiliumextended/); una selezione letteraria di racconti di genere horror che abbiano come tema l’ambientazione o i personaggi del romanzo. Il racconto vincitore verrà pubblicato in formato digitale in calce alla versione ebook di Exilium, la cui uscita è prevista per gennaio 2014. LA STATUA DELLA LIBERTÀ ARCHETIPO LUCIFERINO PER ECCELLENZA RICERCA E ANALISI SIMBOLICA ROBERTO BOMMARITO Costruita tra il 1880-1886, la statua progettata da Frédéric Auguste Bartholdi e Gustave Eiffel è oggi una delle icone culturali più note del mondo. Tanto nota che, prendendola per scontato come spesso accade in questi casi, in pochi si soffermano a domandarsi se ciò che stanno vedendo con i propri occhi corrisponda davvero alla descrizione offerta dalla narrativa popolare. Nel seguente articolo si esaminerà la possibilità che la Statua della Libertà rappresenti l'archetipo luciferino. Importante premessa: ai fini di questa analisi, Lucifero non verrà trattato come figura spirituale negativa, così come apparirebbe agli occhi di una tradizione exoterica cristiana come quella cattolica. Lucifero verrà invece considerato secondo l'approccio esoterico, ovvero come una delle tante forze in gioco nell'animo umano, ben distinta fra l'altro da quella dell'oppositore e avversario Satana. Se quest'ultimo è il principe delle tenebre, Lucifero nella grammatica esoterica è al contrario colui che porta la luce. I luciferici L'appellativo “Lucifero” racchiude in sé la funzione dell'archetipo spirituale al quale si riferisce. La parola latina lucifer deriva da lux (luce) e ferre (portare). Lucifero significa quindi “colui che porta la luce”. Il latino lucifer è a sua volta una traduzione precisa della parola greca phosphoros. Anche in questo caso, la parola phosphoros ha come significato quella di “portatore di luce”, essendo costituita da phos (luce) e pherein (portare). Fosforo (o Eosforo) veniva ri43 tratto come un bambino nudo con una torcia stretta in mano, simbologia questa che possiamo riscontrare anche nella figura di Prometeo o, più recentemente, in quella della Statua della Libertà. In ogni caso abbiamo la fiamma della ragione - la conoscenza - che illumina l'oblio dell'ignoranza. Del culto romano di Lucifer non sappiamo purtroppo nulla. Eppure in qualità di “portatore di luce” - ovvero di conoscenza - altre divinità del pantheon pagano venivano anch'esse definite “lucifere”. Fra queste abbiamo Prometeo, Venere e Giunone. Iside, strettamente collegata alle origini della Sophia (la Sapienza di Dio), è anch'essa componente dell'archetipo luciferino. Diana, dal canto suo, veniva spesso chiamata Diana lucifera, ossia “Diana portatrice di luce”. Nella cultura popolare, trovia- Prometeo ruba il fuoco, Heinrich Friedrich Füger (1817) mo la torcia presente nel logo della Columbia Pictures. Conosciuta come The Columbia Lady, la donna dell'immagine appare avvolta in una tunica che rimanda per l'appunto alle diverse divinità lucifere portatrici di conoscenza. Secondo la tradizione esoterica, i luciferici sono una classe di spiriti che hanno influenzato pesantemente l'evoluzione dell'essere umano. Il mistico Max Heindel, nell'importante opera La Cosmogonia dei Rosacroce, spiega come gli Spiriti Luciferici fossero «ad un grado intermedio fra gli uomini che possiedono un cervello e gli Angeli che non ne hanno bisogno: in breve, essi erano semidei.» E continua: …nell'ultima parte dell'Epoca Lemuriana, l'uomo non vedeva il Mondo Fisico come lo vediamo al presente […] Egli possedeva […] una coscienza di visione interna, ma era inconsapevole del mondo esterno. La donna, molto più che l'uomo, era turbata dall'intuizione di un mondo - quello materiale - che non riusciva a percepire del tutto. Gli Spiriti Luciferici risolsero per lei il problema «aprendole gli occhi». Le rivelarono il proprio corpo e quello dell'uomo e le insegnarono come, unendosi, avrebbero potuto vincere la morte creando dei nuovi corpi. Così la morte non avrebbe potuto toccarli poiché essi, come Jehovah, sarebbero stati capaci di creare a Volontà. Lucifero aprì dunque gli occhi della donna. Ella cercò l'aiuto dell'uomo e, a sua volta, gli a- Logo della Columbia Pictures 44 prì gli occhi. Così in un modo reale, benché oscuro, essi si conobbero, o meglio divennero consci uno dell'altro e anche del Mondo Fisico. Come ogni altra cosa, però, la conoscenza è una lama a doppio taglio: Divennero pure consci della morte e del dolore, impararono a far differenza fra l'uomo interiore e la veste esteriore che egli porta e rinnova ogni volta che deve fare un passo avanti nell'evoluzione. La percezione del dolore - e Max Heindel (1865-1919) quindi il ruolo degli Spiriti Luciferici - fu indispensabile in quanto, solo grazie a loro, gli esseri umani: «Cessarono di essere degli automi e divennero esseri liberi e pensanti, accettando la schiavitù del dolore, della malattia e della morte.» È sempre lo stesso tema quindi - sia che si parli di Lucifero o di divinità oppure di Spiriti Luciferici - a determinare la matrice luciferica. Ovvero, l'evoluzione dell'Uomo sia come specie che come individuo attraverso l'acquisizione della conoscenza, al prezzo della sofferenza a essa intimamente legata. È altresì fondamentale notare come l'appellativo Lucifer (o Phosphoros) abbia un equivalente astroteologico. Lucifer era l'appellativo del pianeta Venere. L'astro, infatti, precede nel cielo il sorgere del sole. Venere è quindi il pianeta che “porta la luce.” Sempre per la stessa ragione, altri epiteti di Venere sono “Torcia dell'Aurora” e, soprattutto, “Stella del mattino.” mina il mondo. La statua, alta ben 93 metri che domina la baia di New York, è caratterizzata principalmente dalla fiaccola, dal Libro della legge tenuto stretto nella mano sinistra, dai raggi che le incoronano il capo e dalle catene spezzate ai piedi. Secondo la descrizione ufficiale, quella che vediamo sarebbe una donna che rende, stando alle parole del progettista Bartholdi, “gloria alla libertà e alla Repubblica, nella speranza che questi valori non muoiano.” Bartholdi si sarebbe ispirato alla scultura marmorea La libertà della Poesia, eseguita da La Statua della Libertà Pio Fedi fra il 1870 e il 1883. Situata nella basilica di Santa Altro nome della famosissima Croce, l'opera fa parte del moStatua della Libertà, nome me- numento funebre a Giovan no noto che la ricollega ai sud- Battista Niccolini. detti concetti di libertà e illu- Non c'è ragione di dubitare minazione, è La libertà che illu- che quest'opera abbia ispirato Bartholdi, dato che l'impostazione del corpo si sposa alla perfezione con la struttura della Statua della Libertà. Eppure quest'ultima rivela a un occhio attento tutta una serie di dettagli aggiuntivi che sembrerebbero indicare altri livelli di lettura più profondi, dettagli paradossalmente nascosti in piena vista, accessibili esclusivamente a coloro che conoscono la sintassi esoterica. Prima di procedere è importante sottolineare ciò che viene affermato dalla Gran Loggia Autonoma Delle Calabrie: L’origine massonica della Statua della Libertà è fuor di dubLucifero, illustrazione a opera di Gino bio: fu, specificamente, un rede' Bini (1887) 45 Libertà della Poesia galo della massonica Francia alla massonica America, copia dell’icona che campeggia sulla Senna. Secondo la mitologia massonica, le Statue della Libertà simboleggiano la Regina Semiramide e Iside. Il Sole che circonda il capo della Statua è anch’esso un simbolo di origine ermetica: il quale, peraltro, è stato a lungo sotto gli occhi degli italiani, sui vessilli dei massonicissimi Partito Socialista e Partito Social Democratico insieme al Libro della Legge, che peraltro entrambe le Statue della Libertà reggono in mano. La torcia simboleggia l’illuminazione, la Luce, la Conoscenza: è un segno della Tradizione Primordiale e Unica. Ciò conferma oltre ogni ombra di dubbio, qualora ce ne fosse davvero bisogno, il simbolismo di carattere esoterico dell'opera di Bartholdi. Per di più, come abbiamo visto in precedenza, Iside rientra nel cerchio dell'archetipo luciferino. Finora abbiamo quindi preso in considerazione due descrizioni diverse della Statua della Libertà. La prima, quella ufficiale, si limita a descriverla come simbolo della democrazia americana, facendo riferimento alla dea romana Libertas. La seconda, meno conosciuta se non in ambito massonico, la identifica invece con le figure di Iside e della Regina Semira- mide, leggendaria regina di Babilonia, conquistatrice di terre e governatrice. Ma è tutto qua o c'è dell'altro? Il viso della statua dovrebbe rappresentare quello della madre di Bartholdi. Eppure, se lo osserviamo da vicino, vediamo che i tratti sono molto più vicini a quelli di un volto maschile che non a quelli di uno tipicamente femminile. Stando ad alcuni siti internet americani d'ispirazione evangelico-cristiana, infatti, l'intento di Bartholdi sarebbe stato in realtà quello di rappresentare Lucifero. Volto della Statua della Libertà (1886) 46 Semiramide Osservandolo da vicino, il volto della Statua della Libertà mostrerebbe in effetti alcune caratteristiche tipiche di quello di un uomo. La fronte non solo appare inclinata obliquamente ma possiede la sporgenza ossea all'altezza delle sopracciglia che definisce di norma i volti di sesso maschile. La grandezza del naso in relazione al resto del volto sembrerebbe essere un'altra indicazione che abbiamo a che fare con un volto maschile, non femminile. Altre caratteristiche maschili del volto della statua sarebbero: le guance scavate spesso le guance delle donne presentano più grasso sottocutaneo rispetto a quelle degli uomini -; le folte sopracciglia; e la distanza fra il labbro e la base del naso, che di norma nelle donne è più breve e questo contribuisce alla forma più tondeggiante del viso femminile. Alla luce di queste osservazioni, non è possibile scartare l'ipotesi che il volto di questione sia davvero quello di un uomo. Ciononostante, possiamo ve- Differenza fra la tipica fronte maschile e quella femminile dere chiaramente che la statua possiede anche il seno, ovvia caratteristica anatomica femminile. La Statua della Libertà sembrerebbe quindi essere androgina. Androgino lo è anche, per lo meno in alcune rappresentazioni, Lucifero. Ma non è il solo. Anche Venere, archetipo luciferino, veniva in alcuni casi ritratta nella cultura greca con la barba. Femminile nella parte inferiore, maschile in quella superiore, in questi casi ci si riferisce a essa come “Venere priapea”. Nell'antichità era cosa comune, in effetti, dare alle divinità una natura androgina, così come sottolinea Plutarco riferendosi alla luna: Gli egiziani chiamano quindi la Luna «madre del cosmo», e le attribuiscono una natura androgina: fecondata e resa gravida dal Sole, infatti, essa rilascia ancora nell’aria degli elementi germinali, e li dissemina. In ultima analisi possiamo quindi affermare che la Statua della Libertà rappresenta non tanto Lucifero come entità a se stante. Ma è simbolo invece dell'archetipo luciferino, un archetipo ampio che include tante diverse divinità, tutte con caratteristiche sia estetiche sia simboliche simili. 47 La vera identità della struttura sarà pure stata occultata, quindi: ma il suo significato esoterico rimane vicino a quello sottolineato dal nome con cui è più popolarmente nota. Portatore di luce, portatore di conoscenza e libertà, l'archetipo luciferino continuerà in ogni modo, probabilmente ancora per molto tempo, a specchiarsi nelle acque della Grande Mela. Fonti GRAN LOGGIA AUTONOMA DELLE CALABRIE, La presenza della massoneria nella vita quotidiana, agosto/2013, http:// www.gladc.it/letturecur.htm M. HEINDEL, La Cosmogonia dei Rosacroce, Verona, Edizioni del Cigno, 2005 M.P. HALL, The Secret Teachings of all Ages, Radford, Wilder Publications, 2009 O. RHYN, Mysteria, History of the Secret Doctrines and Mystic Rites of Ancient Religions and Medieval and Modern Secret Orders, New York, J. Fitzgerald & co., 1895 R. STEINER, Influssi luciferici, arimanici, asurici (Conferenza di Rudolf Steiner del 1909) ABDUCTION MILITARI E TECNOLOGIA VRS CRISTOFORO BARBATO TECNOLOGIA VRS (Virtual Reality Scenario) nei Rapimenti Alieni LE MILITARY ABDUCTIONS, UN PROGRAMMA STATUNITENSE SU MIGLIAIA DI VITTIME IGNARE La task force dei rapimenti Impianti cerebrali, bio chip per la realtà virtuale, proiezioni olografiche... È possibile che operazioni ed esperimenti segreti vengano condotti nei paesi occidentali democratici sotto il paravento di falsi sequestri alieni? Spesso resoconti e studi inerenti i rapimenti alieni sono stati presentati da alcuni ricercatori in maniera incompleta, focalizzando l'attenzione solo su determinati aspetti. Comportamento ed omissioni, voluti o meno, che rappresentano un ostacolo per la vera ricerca, dato che resoconti censurati non forniscono un quadro com- pleto ed attendibile del fenomeno. Un esempio lampante sono le cosiddette esperienze virtuali note con il termine VRS (Virtual Reality Scenario), ossia scenari di realtà virtuale, indotti dall'esterno, e per il soggetto praticamente indistinguibili dalla realtà oggettiva. L'individuo può sperimentare una determinata situazione attraverso un input sensoriale totale e reagire con spontanee risposte fisiche ed emotive, anche se nella realtà si trova sdraiato su di un lettino per esami clinici o sta dormendo nel suo letto senza ricevere alcun segnale esterno che lo disturbi. Sebbene alcune esperienze possano essere state scenario di realtà virtuale generate dagli alieni, come molti ufologi sostengono, altre attività "secondarie" indicano chiaramente un coinvolgimento dell'uomo. In tale contesto si inserisce il recente studio con48 dotto dal professor Helmut Lammer, rappresentante austriaco del centro ufologico americano MUFON, sulle MILAB (Military Abductions) ovvero falsi rapimenti alieni eseguiti, in realtà, da militari. "Dobbiamo cercare di comprendere - afferma Lammer - qual è il programma che si cela dietro il fenomeno delle abductions aliene e qual è lo scopo delle MILAB. C'è un forte interesse da parte dei militari nello sviluppo di impianti cerebrali, bio-chip per la realtà virtuale, proiezione di immagini olografiche, dispositivi di occultamento ed armi che alterano la mente". L'esistenza di queste tecnologie, secondo lo studioso, induce alle seguenti ipotesi: si stanno effettuando, da anni, esperimenti segreti sugli esseri umani, tali esperimenti sono stati nascosti alle autorità di governo ed al pubblico, finanziando progetti segreti. Pertanto, se esistono le prove, anche di un solo caso di personale militare coinvolto in scenari di rapimento, non è possibile liquidare facilmente quei resoconti che accennino allo stesso evento. Inoltre, se enti governativi e militari sono davvero coinvolti segretamente in tali operazioni, è d'obbligo effettuare ricerche molto più approfondite rispetto a quelle condotte fino ad oggi. Nonostante tutto, gran parte degli ufologi e studiosi "ufficiali" non si sono dimostrati molto entusiasti di affrontare eventuali violazioni dei diritti umani da parte di apparati dell'establishment politico-militare, probabilmente intimoriti da eventuali rappresaglie personali che, come già registrato in passato nella casistica ufologica, si verificano realmente. Esperimenti di mind control contro civili "Tutti quelli che si rifiutano - prosegue Lammer di credere che siano stati compiuti degli esperimenti segreti sulla gente, inclusi i bambini, dovrebbero visionare i documenti comprovanti gli esperimenti effettuati dai servizi se- greti militari prima, durante e dopo la guerra fredda e che sono ormai di dominio pubblico". Gli Stati Uniti e il Canada, secondo lo studioso, non sono stati gli unici Paesi a perpetrare tali atrocità: di recente la stampa inglese ha riportato la notizia che anche il Regno Unito, durante gli ultimi 40 anni, ha condotto esperimenti segreti concernenti gli effetti delle radiazioni sugli esseri umani. Alla nona conferenza annuale di Orange County, California, lo psichiatra canadese Colin Ross, ha presentato un documento ottenuto attraverso il FOIA (Freedom of Information Act), contenente le prove che la CIA aveva segretamente condotto ricerche sulla creazione di "cavie manciù" fin dalla seconda Guerra Mondiale. Il dottor Ross ed altre organizzazioni di ricerca hanno incontrato i sopravvissuti di esperimenti che includevano l'impiego di elettroshock, droghe, impianti cerebrali e deprivazione sensoriale. Alcuni soggetti erano stati rinchiusi in gabbie, costretti al sonno forzato, ad abusi rituali e sessuali. Una volta sele49 zionate, le vittime sono state ripetutamente usate quali "animali umani da laboratorio" per tutta la vita, in una serie di esperimenti controllati e monitorati dall'esterno. Nel 1997 lo ACHES-MC (Advocacy Committee for Human Experiment Survivors-Mind Control), ovvero il Comitato legale per i sopravvissuti agli esperimenti di controllo mentale sugli umani, ha consegnato un videodocumento al Presidente Clinton ed al Primo Ministro canadese, in cui richiede un'udienza presidenziale e la declassificazione dei dati governativi relativi a presunti esperimenti di controllo mentale. Tali esperimenti furono condotti su adulti e bambini inconsapevoli e furono finanziati dal governo degli Stati Uniti dal 1940 in poi. Il video contiene, inoltre, le testimonianze dei sopravvissuti (bambini e adulti) agli esperimenti, nonché le testimonianze di terapisti, psichiatri e psicologi. Stranamente, queste vittime non riferiscono casi di contatti alieni o UFO come quelli delle MILAB, ma alcune delle esperienze hanno molto in comune sul tipo di controllo mentale e di abusi descritti. Questo breve scorcio di esperimenti segreti condotti sull'uomo supporta l'ipotesi MILAB di operazioni segrete perpetrate contro civili. Possibili scopi delle MILAB Alla luce di queste nuove informazioni si può constatare come l'intero scenario delle abductions aliene/umane sia molto più complesso di quanto si credesse all'inizio. Esistono prove evidenti che più di un progetto umano sia inserito nell'intricato fenomeno delle abductions aliene. Ognuno di questi programmi ha probabilmente un suo punto focale che coinvolge presunti rapiti dagli alieni. Credo che il primo gruppo sia interessato ad esperimenti sul controllo mentale e comportamentale. Esistono prove di esperimenti di deprivazione sensoriale, respirazione di liquidi, stimolazione elettromagnetica dei lobi temporali, ricerca sul cervello e innesto di impianti. Il secondo gruppo sembra interessato alla ricerca genetica e biologica. Alcune vittime di MILAB ricordano di aver visto, nel corso dei loro rapimenti in basi militari sotterranee, degli esseri umani in contenitori pieni di liquido, e animali geneticamente mutati chiusi in gabbie. Bisognerebbe sottolineare che alcuni soggetti prelevati dagli alieni, senza contatti con militari, ricordano scene simili all'interno degli UFO. Il terzo gruppo invece sembra essere una specie di task force militare, operativa fin dagli anni '80, e interessata al fenomeno abductions umano/alieno al fine di raccogliere informazioni a riguardo. È possibile che i capi di questa task force credano che alcune abductions aliene siano vere e che esse abbiano implicazioni riguardanti la sicurezza nazionale. È altresì possibile che il secondo e il terzo gruppo lavo- rino insieme per condividere i dati degli studi genetici sugli addotti dagli alieni. Si può focalizzare ora l'attenzione sulle esperienze degli addotti MILAB, quindi sulle persone rapite da personale militare, concernenti i contenitori ripieni di liquido menzionati poc'anzi. Molti degli addotti ricordano di esservi stati posti. Secondo alcuni erano vuoti, per altri avevano all'interno degli alieni, altri ricordano di averci visto degli esseri umani. Alcuni dicono di essere stati costretti a respirare il liquido e di averlo vissuto come un'esperienza estremamente traumatica. Altri ricordano di essere stati portati in strutture militari sotterranee e di aver visto persone tutte identiche, in lunghe file di tubi di plastica o di vetro e questo ha fatto pensare subito a esperimenti di clonazione. Tutto ciò potrebbe inserirsi in un programma come: il mante- 50 nimento di esseri umani privi di cervello quali "contenitori di organi", oppure la creazione di soldati immuni alle armi biologiche. I Bio-chip cerebrali intelligenti dell'USAF Molta gente è conscia del fatto che nel periodo successivo alla guerra, fino agli anni Settanta, furono effettuati esperimenti segreti sul controllo della mente e del comportamento e sulla resistenza alle radiazioni. Dovremmo domandarci se qualcuno ha interesse ad effettuare esperimenti segreti anche oggi. Chi afferma che i risultati di questo studio sono solo spazzatura dovrebbe visionare le ricerche declassificate dell'Aeronautica Militare e tutti gli studi condotti sulle armi non convenzionali. Tutto ciò, in effetti, viene contemplato nel documento "Air Force 2025" pubblicato di recente dall'Aeronautica Militare statunitense (USAF), e più pre- cisamente nella sezione intitolata "Information Operations: A New War-Fighting Capability" (una nuova capacità di combattimento in guerra), dove vengono presi in esame scenari tecnologico/bellici nel 2025. In questo rapporto gli autori, militari ed esperti dell'USAF, accennano alla possibilità di diffondere microscopici chip impiantati nel cervello, i quali svolgerebbero due funzioni: il bio-chip impiantato connetterebbe l'individuo ad una rete di sistemi satellitari integrati o smart satellites (IIC) in orbita bassa attorno alla Terra, creando un'interfaccia tra la persona impiantata e incredibili risorse informatiche. L'impianto rilascerebbe le informazioni elaborate dal IIC direttamente al cervello dell'utente; il bio-chip potrebbe creare una visualizzazione mentale dell'ambiente circostante generata dal computer e basata sulle richieste dell'utente. La visualizzazione , sarebbe di 360°, non più limitata dal campo visivo umano, e permetterebbe al pilota di un aereo da caccia di porsi in una "zona di guerra" a lui perfettamente visibile. Inoltre, una vasta gamma di armi letali verrebbe collegata al sistema satellitare, permettendo agli utenti impiantati, in possesso di autorizzazioni speciali (soldati cibernetici), di usare direttamente queste armi. Questo significa che un soldato potrebbe mantenere la vista nella maniera normale, con in più una sfumatura di informazioni che identifichino e descrivano oggetti specifici che non rientrano direttamente nel suo campo visivo. Potrebbe così valutare eventuali minacce e ordinare il fuoco da una varietà di sistemi d'arma, per affrontare e distruggere questi bersagli a distanza. Si può osservare da tali studi militari che la ricerca segreta sulle human brainmachine (cervello umano/ macchina) e impianti di realtà 51 virtuale, è già stata intrapresa. Armi per la manipolazione mentale Gran parte di questi documenti fanno riferimento a istituti di ricerca militare e sono classificati. Visto che gli autori del testo scrivono che gli "apparecchi da impianto" negli umani suscitano problemi di etica e di relazioni pubbliche, dovremmo chiederci chi potrebbero essere le cavie per questi progetti di ricerca futuristica. Un altro documento interessante, riguardante la "Information Warfare", è classificato e solo i possessori di autorizzazioni appropriate possono ottenerne copia dal Centro di Informazioni Tecniche di Fort Belvoir, Virginia. Il fascicolo studia la proiezione di immagini olografiche, i dispositivi di occultamento e mimetica multispettrale che forniranno ai militari capacità strategiche incredibili. È questa la tecnologia più promettente, quella atta a creare ambienti fittizi che un avversario potrebbe credere reali. Nel files, inoltre si afferma che nella ricerca per le operazioni di PSYWAR (guerra psichica) si tenta di influenzare una persona bersaglio, proiettando immagini olografiche che trasmettono l'effetto desiderato. Dovremmo domandarci ancora: chi sono gli avversari e i bersagli dei test in questi progetti di ricerca? Un recente articolo pubblicato dall'U.S. News and World Report, ha rivelato che i militari americani hanno sviluppato armi in grado di alterare la mente tramite manipolazioni acustiche, microonde e onde cerebrali che alterano i modelli del sonno. Fatto singolare, nell'articolo c'è la foto di un elicottero militare che punta un raggio di energia verso una casa. Secondo un rapporto del Pentagono, armi acustiche e soniche possono vibrare all'interno degli esseri umani fino a tramortirli, causare nausea o perfino liquefare i loro cervelli. All'inizio degli anni Ottanta il dottor Eldon Byrd era a capo di uno strano progetto sulle armi elettromagnetiche. Gran parte delle sue ricerche venivano condotte nell'Istituto di Ricerca Radiobiologica di Bethesda, Maryland. Il medico affermò che sia lui che i suoi colleghi cercavano di rilevare le attività elettriche del cervello e il modo di influenzarle. Byrd usava onde a frequenze estremamente basse per stimolare il cervello, che rilasciava così alcune sostanze chimiche capaci di regolare il comportamento umano. Questo sistema applicato agli uomini soggetti ai test provocava immediatamente nausea e sintomi influenzali. Byrd non testò mai il suo macchinario sul campo ed il progetto, originariamente previsto per la durata di quattro anni, fu chiuso dopo solo due. La tecnica funzionava, quindi sospettò che gli studi venissero continuati segretamente. Altri scienziati raccontarono esperienze simili. "Si può desumere - dichiara il professor Lammer - che tali progetti segreti di ricerca militare, siano stati condotti come studi sulla guerra biologica e genetica. Se ipotizziamo che il nucleo del fenomeno delle abductions aliene sia reale, il personale militare che si cela dietro questi progetti sarebbe interessato alla biologia aliena, alla loro genetica e alle loro procedure di controllo mentale. Visto che questa ricerca è celata nell'ambito di progetti altamente segreti, solo poche persone saprebbero esattamente quello che sta accadendo". Un altro pericolo potrebbe essere rappresentato dalle organizzazioni umanitarie che 52 cercano di portare a livello di governo le denunce sulle atrocità commesse su esseri umani nell'ambito delle ricerche genetiche segrete, in cui sono coinvolti i militari. Tali progetti sono programmi non riconosciuti ufficialmente e molti rappresentanti del governo non ne sono neppure al corrente. "Occorre precisare - dice Lammer - che la maggior parte delle vittime delle MILAB dichiara di aver visto esseri alieni e personale militare lavorare fianco a fianco. Queste affermazioni andrebbero attentamente investigate. Abbiamo bisogno, ovviamente, di ulteriori ricerche prima di poter definitivamente concludere che esseri alieni e personale militare stiano collaborando". Attività di elicotteri connessa alle MILAB Gli studi indicano che gli addotti delle MILAB sono spesso assillati da elicotteri neri e senza insegne che volano attorno alle loro case. L'attività degli elicotteri associata alle abductions UFO è aumentata, dagli anni '80 ad oggi. In alcuni casi gli elicotteri sono stati visti nelle vicinanze delle case degli addotti solo poche ore dopo un episodio di abduction. Possiamo stendere un sommario in cinque punti delle informazioni in nostro possesso sui movimenti dei misteriosi elicotteri: L'attività degli elicotteri iniziò tra la fine degli anni '60 e i primi anni '70 e sembrava essere connessa ai casi di mutilazione animale. In quel periodo, gli elicotteri mostrarono solo un vago interesse verso le persone rapite dagli alieni, apparendo occasionalmente dopo alcuni avvistamenti di UFO. L'attività degli elicotteri neri iniziò ad aumentare in relazione alle abductions aliene dagli anni '80 in poi. Comunque, al principio il fenomeno venne riportato in prossimità di luoghi in cui furono rinvenuti animali mutilati, nel nord America. Al momento, nei files di molti ricercatori del fenomeno abductions del nord America, figurano alcuni casi di misteriosi elicotteri neri. In Inghilterra durante gli anni '70 è stata riportata una forte attività di elicotteri fantasma, ma sembra che il loro interesse verso le mutilazioni animali e gli addotti sia limitato al nord America. Molti addotti riportano delle interazioni con il personale dei servizi segreti dopo le apparizioni degli elicotteri neri. Le MILAB comprendono i seguenti elementi: - Attività di elicotteri neri senza insegne. - L'apparizione di strani furgoni o veicoli nelle vicinanze delle abitazioni degli addotti. - Esposizione a campi magnetici che disorientano. - Trasporto in strutture segrete sotterranee dopo essere stati drogati. Di solito, in seguito ad abductions da parte dei militari, sono stati riscontrati effetti colla- terali quali spossatezza e senso di nausea. Ci sono anche delle differenze nel modo di presentarsi dei rapitori: in molti casi di abductions aliene gli ET attraversano muri e finestre chiuse, oppure gli addotti percepiscono una strana presenza nella stanza. Molti dicono di venire paralizzati dal potere mentale degli esseri alieni. Durante le MILAB, invece, gli addotti asseriscono che i rapitori gli iniettano qualcosa e che, durante le analisi, non vengono paralizzati, ma piuttosto legati ad un tavolo. Impianti terrestri Fino ad oggi, più di tre milioni di animali in tutto il mondo sono stati impiantati con successo con dei transponder Destron-Fearing. Si tratta di un contrassegno di identificazione a frequenza radio passiva, progettato per lavorare con un sistema di lettura di identificazione ad una frequenza radio compatibile, atti- 53 vato da un segnale a bassa frequenza che trasmette il codice di identificazione al sistema di lettura. Un bio-chip simile, per uso umano, fu ideato nel 1989 dal medico statunitense Daniel Man. Per impiantarlo c'è bisogno di una piccola incisione chirurgica e il luogo migliore per collocarlo sarebbe la zona dietro l'orecchio. L'apparecchio andrebbe periodicamente ricaricato con una batteria da tenere all'esterno, vicino all'impianto. Gli individui preposti per tenere sotto controllo le persone impiantate potrebbero sfruttare tre satelliti [] o speciali elicotteri. Se un'agenzia fosse interessata a monitorare lo status fisiologico di un addotto durante una abduction da parte di alieni, potrebbe usare la telemetria biomedica, che permette la trasmissione di informazioni fisiologiche da un luogo inaccessibile a un sito di monitoraggio molto distante. In questo mo- do i militari potrebbero ottenere in tempo reale i dati fisiologici degli addotti, quali la respirazione, la tensione muscolare e la presenza di adrenalina nel flusso sanguigno, durante il rapimento stesso. Scenario di realtà virtuale Sembra che alcune esperienze narrate da presunti addotti e dalle vittime degli esperimenti di controllo mentale possano essere spiegate come facenti parte di una tecnologia avanzata. Alcuni soggetti affermano che qualcuno ha immesso nel loro cervello delle immagini. Gli scienziati militari sostengono che l'idea di inserire nella mente altrui un'esperienza di realtà virtuale è solo un'ipotesi ma, allo stesso tempo, anche molto promettente. Se tale tecnologia fosse stata sviluppata in segreto e oggi esistesse, i ricordi insolitamente lucidi di alcune abductions potrebbero essere spiegati dall'inserimento di un'esperienza artificiale nel cervello dell'addotto. I dottori Joseph Sharp e Allen Frey hanno sperimentato la trasmissione di parole direttamente nella corteccia auditiva, attraverso microonde a impul- so, già negli anni '60. Ancora, alcuni addotti riferiscono di sentire voci nella mente, questo nonostante le analisi abbiano escluso la schizofrenia. Di certo questi fatti non possono spiegare tutte le abductions aliene, ma potrebbero chiarirne una piccola parte e giocare un ruolo importante nelle MILAB. Le MILAB potrebbero essere la prova che una task force militare dei servizi segreti opera nel Nord America fin dai primi anni '80 ed è coinvolta nel monitoraggio e nel sequestro di persone in precedenza rapite dagli alieni. Sembra che siano molto interessati ai casi 54 di abductions ET: monitorano le case delle vittime, le rapiscono e forse impiantano in loro apparecchi militari poco tempo dopo una abduction aliena. Forse stanno cercando degli impianti alieni o, forse, presunti embrioni ibridi umano-alieni. L'unica cosa certa è che questa task force si avvale di una avanzatissima tecnologia di controllo mentale, che continua ad essere sperimentata illegalmente su individui e che costoro non hanno nulla a che vedere con le abductions da parte di alieni. NON PRENDIAMOCI SUL SERIO... 55 UNA SINGOLARE SEPOLTURA SIMONE BARCELLI La “dama di ghiaccio” è una ragazza di nemmeno trent’anni, racchiusa all’interno di un sarcofago in tronco di larice decorato con cervi e leopardi delle nevi intagliati nelle pelli di cervo, la cui sepoltura è degna di una regina. Indossava un’elegante tunica in lana e aveva con sé un ricco corredo 56 funebre, addirittura sei cavalli, per l’ultimo viaggio che l’avrebbe portata nell’aldilà. Sulla sua pelle sono ancora visibili splendidi tatuaggi di colore blu che raffigurano creature antropomorfe, con le corna che magicamente si trasformano in un intreccio floreale. Insomma, una sepoltura eccezionale, anche perché il corpo imbalsamato si è perfettamente conservato per la formazione di uno spesso strato di ghiaccio formatosi sul fondo della tomba. Fu l’archeologa Natalia Polosmak a rinvenirla nel 1993 nella piana di Ukok, sui Monti Altai che segnano il confine tra Russia e Cina. La zona, indicata dai locali come il “secondo strato di cielo” perché un gradino sopra le vicende di questo mondo, fu scavata già negli anni Venti del secolo scorso dall’archeologo S.I. Rudenko, che rinvenne una quarantina di tombe risalenti al V secolo a.C. Già all’epoca i sepolcri risultavano saccheggiati, ma all’interno si trovarono almeno tre corpi imbalsamati, interamente coperti da tatuaggi. La datazione di campioni organici provenienti dal cibo di cui si nutrirono i cavalli sacrificati, ha permesso di scoprire che la dama di ghiaccio era vissuta verso la metà del I millennio a.C. e apparteneva alla razza degli Sciti, nomadi delle steppe così chiamati dai Greci. Gli Sciti erano una popolazione iranica di ceppo indoeuropeo forse proveniente dalla Persia, che Erodoto attesta nella Siberia meridionale fin dal VII secolo a.C. Provenivano quindi dall’Asia centrale e giunsero nella regione del Mar Nero. Non avevano una propria scrittura e quel che si conosce, lo dobbiamo alle cronache, certo non genuine, dei popoli con cui vennero in contatto (i Greci sostenevano che gli Sciti fossero discendenti di Scite, figlio del mitico Eracle, ma altre fonti narrano di una discendenza da Targitao, primo abitante di quella terra, e dai suoi tre fratelli Lipoxai, Arpoxai e Coloxai, ognuno dei quali diede origine a una tribù). Sciti in iranico vuol dire “arcieri” e con queste mansioni erano, infatti, inglobati nell'esercito persiano. Gli Sciti serbavano alla donna un ruolo speciale, come dimostrano altre numerose sepolture, solitamente riservate solo ai regnanti, rinvenute nei kurgan. I kurgan erano fosse circolari del diametro di settanta metri sormontate da colline artificiali (tanto da apparire piramidi nella steppa) che, come i corredi funebri, erano proporzionate al potere e alla grandezza dei defunti. I più antichi kurgan risalgono al 3.000 a.C. Monumentali dimore ultraterrene, riservate ai sovrani e alle classi dominanti, al loro interno sono stati rinvenuti ricchi corredi, inequivocabile testimonianza dell’altissimo livello raggiunto dagli Sciti nell’arte orafa (in una regione naturalmente ricca di preziosi minerali), perlomeno fino all’assimilazione forzata con i Goti nel IV secolo d.C.). Reperti aurei di eccelsa fattura, così come li descrisse Erodoto, sono stati disseppelliti in scavi archeologici intrapresi nel secolo scorso, soprattutto a Ordzonikidze, lungo il corso del 57 Dnepr (allo State Hermitage Museum di San Pietroburgo http://www.hermitagemuseum.org/ è possibile visionare una collezione di questi pregevoli manufatti, tra cui un magnifico specchio dorato, proveniente dal Kuban, con effigiati grifoni, sfingi e divinità alate). Un popolo che era riuscito a stabilire un equilibrio perfetto con le forze della natura, sovente rappresentate con figure stilizzate e antropomorfe di un magico regno animale. Nei tatuaggi dei defunti ci sono creature fantastiche che si rifanno soprattutto ad asini, capre, arieti, cervi, capricorni, mufloni, giaguari, grifoni e pesci. È interessante osservare che lo storico romano Pompeo Trogo definiva quella degli Sciti la più antica razza della Terra mentre la ricercatrice Tamara Talbot Rice, nel secolo passato, ricordava che alcuni dei racconti mitici più famosi nascono proprio in Scizia, considerata “La Terra del Sole Nascente” e “Mondo d’Oltremare”: qui Giasone e gli Argonauti erano alla ricerca del Vello d’oro, Ulisse terminava le sue fatiche e il demone Magog partiva per portare devastazione tra gli Ebrei. Questi cavalieri della steppa facevano risalire le proprie origini a Targitaus, figlio del re del cielo, e alla sua sposa, una dea serpentiforme (secondo la mitologia greca Targitaus fu generato da Zeus e una figlia di Boristene; altre fonti narrano dell’unione di Eracle con il mostro Echidna da cui nacque Scite). Gli Sciti ebbero in dono dal loro dio un aratro d’oro, un giogo, un’ascia e una coppa, tutti simboli del potere: è straordinario costatare che la tribù dei Cherokee, all’altro capo del mondo, tramandano un’identica leggenda. Targitaus sarebbe se- polto a Gerhos (località non ancora individuata dagli archeologi), stando alle parole pronunciate nel 508 a.C. circa dal re scita Idanthyrsus al cospetto dell’invasore Dario I di Persia: un monito per lasciar riposare i padri della patria, unico attaccamento di un popolo senza terra che voleva evitare un’altra battaglia. Chi era veramente questa ragazza, dal giacchio catapultata ai nostri tempi? Potrebbe anche essere una sacerdotessa o una sciamana al servizio della sua comunità. Sicuramente si trattava di un esemplare di razza caucasica, almeno dai risultati scaturiti dalle analisi sul Dna, ma anche dalle misurazioni del cranio e dalle caratteristiche del viso. Jeanne Smoot, una studentessa al seguito della Polosmak, ha raccontato che alcuni del gruppo, durante gli scavi archeologici in quella zo58 na, erano rimasti vittime d’incubi notturni. La stessa Polosmak, in seguito ai numerosi imprevisti accaduti durante lo spostamento della mummia, aveva avuto la netta sensazione che lo spirito del ghiaccio non ne volesse proprio sapere di andarsene dalla dimora eterna. LIFE AFTER LIFE DI NOEMI STEFANI DARE O NON DARE? Perché dare è meglio che ricevere ed è meglio non avere rimorsi e ripensamenti. Nessuno è perfetto, tanto meno io, e quando il tempo che è passato incomincia a essere più di quello che si avrà davanti, bisogna fare una considerazione. Cosa ho sbagliato, cosa avrei potuto fare e non ho fatto... Tante cose. Da bambina abitavo nelle case popolari. Grandi palazzoni anonimi con i segni della guerra ancora impressi nelle facciate. Però c'erano i giardinetti, ogni caseggiato aveva il suo cortile 59 dove i bambini si potevano incontrare e giocare insieme nel pomeriggio. Il mio cortile era estremamente squallido, soltanto qualche oleandro, un paio di panchine, e una portinaia che ci ricordava sempre di giocare senza gridare. Il cortile di fronte dove abitavano i miei amici aveva una meravigliosa pista per le biglie con la forma dell'Italia. Le biglie di plastica trasparente ovviamente contenevano le fotografie dei corridori ciclisti più famosi. Ma c'erano anche le biglie di vetro, tutte colorate da sembrare preziose. I biglioni grandi e quelle trasparenti, le più ambite. Io non ne avevo. Non chiedevo ai miei di comprarmi giochi... Forse qualcuno me ne aveva regalate un paio, non so, con quelle avevo giocato e vinto. Vinto e vinto fino ad avere un sacchetto di nylon trasparente pieno dei miei trofei e orgogliosa le mostravo agli amici. Quel pomeriggio uno di loro mi aveva guardato e mi aveva chiesto: <Me ne dai due?> Di getto avevo risposto: <No>. Ecchecavolo... Avevo fatto fatica per guadagnarmele. Era tutto il pomeriggio che stavo chinata sulla pista a lanciarle. Lui aveva fatto un sorriso triste e poi era andato via. Quella sera tornando a casa per cena mentre salivo le scale fino al terzo piano, avevo ripensato a quel “No”. Non mi piaceva quella brutta sensazione. Alla fine ne avevo tante di biglie, avrei potuto darne qualcuna... Non ci avevo pensato più perché presto sarei partita per le vacanze. Poi un giorno in cortile non si parlava d'altro. Una disgrazia. Il mio amico (quello delle biglie) era appena andato in vacanza, una brutta caduta ed era tornato in un furgone, dentro una cassa da morto… Morto. A otto anni non conoscevo il senso di questa parola finché non l'ho visto disteso in una bara. Il faccino pallido dietro al vetro, e tutti che parlavano sottovoce, come se avesse potuto svegliarsi. Credo che questa sia stata la peggior sensazione di tutta la mia breve vita. Aver negato qualcosa a un amico che non avrei rivisto più. A questo proposito Jesus dice <Dare è condividere le tue cose con qualcuno che può gioire con te. Se ti tieni tutto avrai soltanto il bene materiale, una gioia che poi perderà anche il senso di essere (Che me ne faccio delle biglie adesso?) Separarsi da ciò che vale (essere generosi) è separarsi di 60 ciò che ti forma una persona vera e l'egoismo ti fa arido.> Se avessi potuto tornare indietro, se… Jesus dice (e quello che dice è per tutti): <Perché tutto si possa fare è necessario essere più coerenti e dare più attenzione alle cose che facciamo. Quando senti che ti stai perdendo, resta attaccato a quello che sei davvero. Un essere di luce una vita che vuole fare cose esatte e senti quanto resta tuo impegno.> Questo è il senso della vita, abbiamo questa possibilità per esprimere quello che siamo davvero, allora cerchiamo di non sprecarla. CONFESSO, HO VIAGGIATO DI NOEMI STEFANI VIAGGIO IN TURCHIA E non era per il mare, cristallino ma con poca sabbia e forse freddo per nuotarci dentro. Non era per i paesaggi affascinanti molto simili a quelli delle isole greche. Questo viaggio era quasi tornare alle origini di una lunga storia, quasi un ritorno a casa. Avrei camminato dove aveva vissuto la Madre per eccellenza (Maria) che dopo la morte del Suo Jesus si era ritirata a vivere su una collina vicino a Efeso. Lei che è diventata il simbolo di tutte le madri e la speranza di tutte le genti.. Ma non lo avevo previsto. In origine l'itinerario era diverso. Era da tempo che desideravo vedere Istanbul, e magari tornare a Efeso che avevo già visto anni prima, ma avrei voluto riscoprire perché è di una bellezza eccezionale. La destinazione è stata Izmir, l'antica Smirne fondata da Alessandro Magno. Non proprio la città dove c'è l'aeroporto, ma non molto distante. 61 Un piccolo centro abitato disteso ai margini della costa con le sue costruzioni bianche e tutte simili. Si chiama Teos. Siamo fortunati, Elcin la nostra guida, una bella ragazza bionda, è archeologa e spiega bene. Teos era un sito archeologico dedicato a una divinità che gli antichi greci chiamavano Dioniso. < Quel Dioniso che insegnò le danze che divennero parte integrante dei suoi riti, gli orgia (Ecco da dove deriva il termi- ne). Dopo avere diffuso la conoscenza dei suoi riti dalla Tracia all’India, giunse a Tebe, città di sua madre, dove si fece riconoscere come dio e celebrò gli orgia per la prima volta in terra greca. Il vino, da lui donato agli uomini, era per i Greci la bevanda che faceva dimenticare gli affanni, che creava gioia nei banchetti, che induceva al canto, all’amore, nonché alla follia e alla violenza e che, nel sacrificio, era strumento di mediazione tra uomini e dei. Le sue epifanie erano caratterizzate dal polimorfismo: era toro, leone, serpente, capretto, barbaro e greco, giovane e vecchio, femmineo nel vestire e nei capelli fluenti. > (da Treccani.it) Il dio delle sregolatezze, insomma, il dannato. Peccato non aver potuto visitare questo sito perché era proprio vicino all'albergo, ma il tempo che avevamo a disposizione era molto limitato. Volevamo vedere il più possibile, i giorni erano pochi e le escursioni abbastanza stancanti. Mi piace pensare che Jesus guida e sceglie il mio percorso. Dopo aver camminato sui Suoi passi per le strade di Nazaret Betlemme e Gerusalemme, l'ho cercato tra le grotte di Masada. Lì ho percepito la presenza e ho sentito il respiro di Gesù... 62 Con la certezza che nulla avviene per caso e che gli avvenimenti siano concatenati in una sequenza che porta alla nostra attenzione quello che è importante, questo ultimo viaggio mi dà ragione e vi spiegherò il perché. In Turchia la mia destinazione è l'hotel Atlantis e come entro nella hall mi accorgo subito che c'è qualcosa di disarmonico. Ho una sensazione strana e anche se fa molto caldo sento freddo. Vedo pilastri portanti con grandi serpentoni che si incrociano e un lungo tavolo di marmo con alla base cinque teste di demoni. Ovunque vedo serpi e simboli massonici. È evidente che i proprietari desideravano mettere bene in mostra il loro credo. L'albergo ha una grande terrazza a picco sul mare dove si pranza con una vista mozzafiato. Pìon (od. Panayir-Daǧ) e il Coresso (od. Bulbul-Daǧ). Si conservano tratti della cinta di mura costruita da Lisimaco: alta circa 6 m, costruita in grossi blocchi e guarnita di torri quadrangolari, in essa si aprivano alcune porte. La via Arcadiana, lungo la quale erano i maggiori edifici della città, era fiancheggiata da un duplice porticato e chiusa ai due estremi da due porte. Nella piazza vi era il teatro, un ginnasio-terme e il teatro ellenistico (ricostruito nel 1°-3° sec. d.C.). Nel 3° sec. d.C. l’agorà commerciale ellenistica Uno spettacolo superbo. messo di riconoscere le varie risultava circondata da portici a Ho l'impressione di sentire tre- fasi di costruzione due navate con botteghe e mamare la terra sotto i piedi in dell’Artemisio, che nel 6° sec. gazzini. Nell’altra agorà (sul modo continuo, poi mi dicono a.C. era un grande tempio mar- luogo di una precedente necroche il territorio è fortemente moreo, ionico, diptero. Incen- poli tardo-arcaica), c’erano tellurico. diato nel 356 a.C., fu ricostrui- l’Odeon costruito da P. Vedio Sono tornata a Efeso più con- to dall’architetto Chirocrate. La Antonino (2° sec. d.C.), la basisapevole questa volta. Volevo città ellenistica e romana si lica, ricostruita in età augustea, pesare e misurare tutto con stendeva sulle due colline, il una fontana (2°-4° sec.), un precisione per conservare nella memoria. Efeso (gr. ῎Εϕεσος, lat. Ephĕsus) < Antica città dell’Asia Minore, sulle coste dell’Egeo. Fu colonizzata dagli Ioni sullo scorcio del 2° millennio a.C., e nel 334 Alessandro Magno la liberò dai Persiani. Passata sotto il dominio romano divenne capitale della provincia di Asia (129). La città fu devastata dai Goti (263 d.C.) e, rifiorita nel 4°-5° sec., nel 655 fu presa e saccheggiata dagli Arabi. Dopo l’identificazione delle rovine del tempio di Artemide ai piedi della collina di Ayasuluk (od. Selçuk), gli scavi hanno per63 tempio dedicato a Domiziano. Prima della porta di Magnesia, c’è la cosiddetta tomba di s. Luca, costruzione circolare di età classica trasformata in cappella cristiana. Le strade fuori delle mura erano fiancheggiate da sepolcri. La città bizantina era più ristretta, lasciando fuori dalle mura la parte meridionale dell’abitato. Tra gli edifici cristiani: i resti della chiesa della Vergine, dove si tenne il concilio, e quelli della chiesa di fondazione pregiustinianea di S. Giovanni. Notevoli anche i resti di una fontana e la necropoli dei Sette dormienti. Del periodo selgiuchide, il monumento più importante è la moschea di ῾Īsa I (1375). Nel mese artemisio a E. si tenevano le efesie, feste notturne in onore di Artemide. Avevano carattere orgiastico e vi prendevano parte uomini, donne non maritate e schiave. Nel mese artemisio a E. si tenevano le efesie, feste notturne in onore di Artemide. Avevano carattere orgiastico e vi prendevano parte uomini, donne non maritate e schiave. Da E. prendevano nome anche le lettere efesie, formule misteriose, la cui invenzione era attribuita ai Dattili Idei e che si diceva possedessero effetti magici; erano perciò incise su amuleti da portare indosso. Concilio di E. Terzo concilio 64 ecumenico (431). Convocato dall’imperatore Teodosio II e presieduto da Cirillo di Alessandria, condannò la dottrina di Nestorio e proclamò la divina maternità di Maria (theotòkos).> (da Treccani) L'antica città conserva ancora le tubature dell'acqua e caratteristiche molto simili alle nostre. I viali hanno lastricati che troviamo ancora nelle strade delle città moderne, là dove sono passati i romani. Dimostrano che hanno fatto un buon lavoro perché sono rimasti intatti. Le strutture architettoniche quasi crollate per i continui terremoti nei secoli, lasciano intravedere quella che doveva essere la bellezza e la grandezza di questa città che si estendeva per chilometri. Incontro la leggiadra Nike (la vittoria) con le ali che assomiglia tanto a un angelo, percorro il viale lastricato tutto in discesa e non so se guardare di più a destra o a sinistra, perché c’è tanto da guardare. Gli scavi hanno portato alla luce soltanto una minima parte di quel che era. Sopra una colonna primeggia la tipica croce dei templari. Vuol dire che i templari, dopo aver viaggiato in lungo e in largo per la Palestina e l'Egitto, sono passati anche di qui e come sempre hanno lasciato il loro marchio... La tipica croce con le braccia che terminano ad ali di rondine. D'altra parte devo dire che le loro tracce sono un po' ovunque per il mondo. E non posso fare a meno di considerare che a distanza di anni dalla mia prima visita, la città di Efeso sembra sia diventata di esclusiva proprietà dei gatti. Felini che si sdraiano al sole a riposare e che si rincorrono tra le colonne. Oppure si mettono in posa per i turisti sopra a qualche statua che rappresen- ta il leone, il loro fratello maggiore. Ce ne sono ovunque. Si sono perfettamente integrati nel paesaggio e saltano e giocano senza riguardo persino nell'anfiteatro dove ha predicato S. Paolo. Un teatro a cielo aperto che ancora mantiene un aspetto molto simile a come doveva essere in origine. Tra le cose notevoli che ho visto, una è senz'altro la piazza dell'Agorà, con le colonne 65 pressoché intatte dell'antica libreria, la più grande dell'epoca e seconda soltanto a quella enorme e famosissima di Alessandria d'Egitto. Divertente l'antico tunnel che serviva ai mariti del tempo per raggiungere indisturbati il postribolo senza essere visti da occhi indiscreti che avrebbero potuto riferire alle mogli... Una rappresentazione di gladiatori che combattono all'ultimo sangue chiude degnamente questa visita e ci salutano il rumore delle cicale di un lungo viale alberato. Claros Sempre vicino a Efeso c'è un sito archeologico. Tra breve si riprenderanno i lavori che erano rimasti sospesi e Elcin, la nostra guida che è anche archeologa, sarà lì a lavorare. Il sito archeologico di Claros, famoso per l'oracolo di Apollo località fondata nell'VIII sec. a.C., diventata particolarmente prospera nel II sec. d.C. - si possono osservare ancor oggi la zona dedicata ai sacrifici e le camere sotterranee a forma di cripta. La fine di Claros non furono le lotte con Efeso e Mileto. Quando il paganesimo cominciò a perdere la sua importanza mentre il cristianesimo stava crescendo, il santuario si lasciò andare piano piano. Il sito archeologico era in stato d’abbandono: invaso dalle erbacce e dagli alberi, venne sommerso regolarmente dalle acque e il tempio di Apollo era ridotto a un ammasso di colonne spezzate. Nonostante ciò, gli scavi piacciono per l'atmosfera nostalgica e romantica che vi si respira. Chissà cosa ci nasconde ancora questa terra così piena di storia. Poco distante da qui c'è quello che rimane della chiesa di S. Giovanni l'Evangelista, il giovane apostolo prediletto di Gesù. Si trova in una bella posizione sopraelevata e l'occhio spazia su una gran distesa verde interrotta dall'apparizione di un altro tempio, altri ruderi forse meno famosi. In cima alle altissime colonne bianche di marmo, le bianche gru indisturbate hanno fatto il nido, e i piccoli sbattono le ali e aprono il becco in attesa che arrivi il cibo. Una grande lastra di marmo bianco con una lapide definisce dove è sepolto S. Giovanni e quello che stupisce il viaggiatore, è un buco nella terra. Alla sommità della lapide c'è un buco scavato nella terra e rico- perto da una grata, dal quale gli antichi cristiani pensavano sarebbe uscito il respiro del Santo. Come se ancora per una volta la morte non avesse vinto sulla carne e l'anima continuasse a respirare e a consolare quelli che passano vicino. Giovanni, l'Apostolo prediletto di Gesù, quello a cui dall'alto della croce e in punto di morte aveva affidato la Madre, probabilmente dicendo di portarla via perché in Israele sarebbe stata Lei stessa in pericolo di vita. 66 Sarebbero partiti per nave fino ad approdare alle sponde della Turchia, e poi avrebbero cercato un posto per nascondersi dal paganesimo (altre religioni, altre divinità), perché i Cristiani venivano perseguitati anche a Efeso. Esistono prove certe che la storia sia andata in questo modo. Una di queste, per esempio, è che sopra una piccola collina, nascosta dentro alla vegetazione di un bosco, sia stata ritrovata la casa della Madonna. In questa piccola struttura, due minuscole stanze che si appog- Madonna che ti sorride con le tro, che quando uscirai non sagiano a quello che resta di un braccia aperte e percepire che rai più lo stesso. ulivo millenario, viveva Marqualcosa ti sta cambiando den- È una forte energia che ti peyem Ana (Mamma Maria) e qui è rimasta fino alla fine dei Suoi giorni. Non ne hanno fatto una cattedrale, niente affreschi o luci abbaglianti, niente ricchezze di ori o argenti. Per fortuna hanno lasciato integro un luogo povero ma ricco e splendente di tanta spiritualità. Non si può descrivere cosa si prova quando si entra in queste stanze. Ti puoi soltanto inginocchiare e stare a sentire in silenzio. Alzare gli occhi alla statua della 67 netra l'anima e ti guarisce ogni dolore. È una forza che non se ne va quando esci da quel luogo, la porti con te, e so che sarà sempre così. È strano che la chiesa cattolica non abbia tenuto conto di questo luogo mentre ha proclamato altri luoghi come santi. Ma non importa, chi deve arrivare qui ci arriverà comunque. Smirne o Izmir come la chiamano i Turchi. La città moderna si apre su una grande piazza con un orologio in cima a una torre ed è il punto di ritrovo più comune per chi abita questa città. E' molto simile alle città arabe con le caratteristiche viuzze piene di negozi che attirano i turisti con le loro “vere” imitazioni firmate. Seguo il mio fiuto e mi faccio portare dal profumo delle spezie. Arrivo a un piccolo negozio che ne ha di ogni tipo, sempre attenta a non perdermi però, perché so che è abbastanza fa- cile... Smirne (Izmir) fu fondata dal grande Alessandro Magno. <La Smirne arcaica stava a una distanza di circa 8 km. dalla Smirne ellenistica, che è continuata dalla Smirne attuale. Essa è stata identificata nell'aprile 1825 da A. v. ProkeschOsten nei resti già prima ritrovati nella parte occidentale del Yamanlar Dağ. Lì presso, sulla collina di Hacimutsos, è stata identificata la città bassa arcaica, Nauloco. A poco più di un km. nord-est sta una necropoli con tumuli di carattere non greco, al maggiore dei quali fu dato il nome di "Sepolcro di Tantalo". Questi resti confermano uno strato preellenico che si può dedurre dallo stesso nome non greco della città, che si ritrova, tra l'altro, in un quartiere di Efeso. Tra i Greci occuparono Smirne dapprima gli Eoli, e poi altre invasioni.> Nella piazza principale c'è una minuscola moschea che attrae la mia attenzione. 68 Dopo essermi lavata le mani e il viso per rispetto dell'usanza dei musulmani, giro intorno alla piccola costruzione e mi avvicino alla porta che purtroppo è chiusa. Prima di andarmene appoggio una mano alla porta, chiudo gli occhi e dico una breve preghiera. Il Signore deve avermi ascoltato perché arriva il guardiano e dopo avermi detto qualcosa che ovviamente non capisco, apre e mi fa segno di entrare. Non mi chiede nemmeno di coprirmi il capo (lo farà con le donne che mi hanno seguito), si mette alle mie spalle e lo sento che prega, stiamo pregando insieme. È bellissimo... È lo stesso Dio, non importa se lui lo chiama in modo diverso. Perché non sono le religioni che dividono i popoli, ma chi vuole che siano divisi, perché dividendo impera. E chi si nasconde dietro a questi loschi individui? Io un'idea ce l'avrei... Sempre lui... Sempre lui. GOVERNANCE DEL PIANETA TERRA, LE RIVELAZIONI DI HARRY POTTER E DMITRIJ MEDVEDEV M. MARTINELLI In precedenti articoli ho accennato ai programmi educativi dedicati a noi, Homo Sapiens Sapiens, i quali sono in atto nel presente sotto la regia di chi detiene la Governance del pianeta Terra. Nella letteratura, l’autore che ha senz’altro trattato in maniera più organica e dettagliata il tema dei programmi educativi è il Dott. Roberto Pinotti, giornalista aerospaziale, scrittore e sociologo, la figura più rappresentativa dell’ufologia italiana nel mondo. Nei suoi ultimi tre libri, “Alieni: Un incontro annunciato” (2009), “Ufo ed extraterrestri” (2011) e “Ufo: Oltre il contatto (2013), Pinotti ha mostrato dettagliatamente l’impiego dei mezzi di comunicazione di massa nei paesi occidentali per instillare, ma anche per risvegliare nei cervelli di noi Homo Sapiens Sapiens, pochi ma basilari concetti come - L’esistenza di altri esseri non terrestri. - La Governance del pianeta Terra gestita da esseri non terrestri. - L’implementazione di un ominide, probabilmente Homo Erectus, nell’odierno Homo Sapiens Sapiens da parte degli stessi esseri non terrestri. - Il possesso da parte degli esseri non terrestri di tecnologie sconosciute all’Homo Sapiens Sapiens. In una conferenza tenuta nel maggio 2013 (1), ho tentato di analizzare i simboli di coloro che gestiscono i programmi educativi e la governance del pianeta Terra, mentre nel presente articolo cercherò di analizzare uno dei più eclatanti esempi di divulgazione finalizzata a introdurre presso l’Homo Sapiens Sapiens il nuovo paradigma, tramite una comparazione tra un recente evento di divulgazione ed una serie di sette libri pubblicati nel corso dell’ultimo decennio, due fatti apparentemente lontani tra loro nello spazio e nel tempo. Aggiungo la personale sensazione che sembra che negli ultimi tempi sia in atto una sostanziale accelerazione dei programmi educativi, co69 me è ampiamente dimostrato dalla ingente massa di informazioni cartacee, visive e soprattutto tecnologiche rivolte ai ragazzi, quasi che fosse necessario prepararli con un corso intensivo alle nuove conoscenze prima che si verifichi un evento molto importante per l’umanità. L’Altro Ministro “Era quasi mezzanotte ed il Primo Ministro stava seduto da solo nel suo ufficio a leggere una lunga relazione... e in quel momento, mentre dava di spalle alla stanza, sentì un lieve colpo di tosse. Raggelò... Conosceva quella tosse. L’aveva già sentita. Si voltò molto lentamente per fronteggiare la stanza vuota... “Al Primo Ministro dei Babbani (Homo Sapiens Sapiens, il corsivo è mio), Necessità di incontro urgente. Si prega di rispondere all’istante. Distinti saluti. Caramell”. …Il Primo Ministro rimase a guardare, cercando di non tradire la minima traccia di sorpresa o allarme, mentre un uomo corpulento appariva tra le fiamme… “Ah Primo Mini- stro “disse Cornelius Caramell, avanzando con la mano tesa. “Sono lieto di rivederla”. Il Primo Ministro non poteva in tutta sincerità dire altrettanto, perciò non rispose. Non era affatto contento di vedere Caramell, le cui occasionali apparizioni, oltre ad essere allarmanti in sé, significavano in genere l’annuncio di brutte notizie. …“Non saprei da dove cominciare “borbottò Caramell. Si sedette e appoggiò la bombetta verde sulle ginocchia. “Che settimana, che settimana…”. “Pessima anche la sua?” Chiese il Primo Ministro…” Si capisce “rispose Caramell…” La mia settimana è stata uguale alla sua, Primo Ministro. Il ponte di Brockdale… gli omicidi Bones e Vance… per non parlare del finimondo nel West Country…” Lei…ehm…la sua…voglio dire, alcuni dei suoi sono… coinvolti in queste… cose?” Caramell fissò il Primo Ministro con una certa severità. “Ma certo” disse. “Lei avrà senz’altro capito che cosa sta succedendo”. “Io…” esitò il Primo Ministro. Era proprio per quell’atteggiamento che detestava tanto le visite di Caramell. Dopotutto era il Primo Ministro, e non gli piaceva fare la figura dello scolaretto ignorante. Ma naturalmente era stato così fin dal loro primissimo incontro, durante la sua primissima sera da Capo del Governo. Lo ricordava come se fosse ieri e sapeva che quel ricordo lo avrebbe ossessionato fin nel letto di morte. Si trovava da solo in quello stesso ufficio, ad assaporare il trionfo che aveva coronato tanti anni di sogni e progetti, quando aveva sentito un colpo di tosse alle spalle, proprio come quella sera, e si era voltato per scoprire quel brutto piccolo ritratto che gli parlava, annunciandogli che il Ministro della Magia stava per venire a presentarsi. Naturalmente aveva pensato che la lunga campagna e la tensione delle elezioni lo avessero fatto impazzire. Sentirsi rivolgere la parola da un ritratto era stato spaventoso, anche se nulla in confronto a quando un sedicente mago era saltato fuori dal camino e gli aveva stretto la mano. Era rimasto senza parole per tutto il tempo in cui Caramell gli aveva spiegato cortesemente che esistono ancora maghi e streghe nascosti nel mondo, e l’aveva rassicurato che non avrebbe dovuto preoccuparsi per loro, visto che il Ministero della Magia si prendeva cura dell’intera comunità magica ed evitava che la popolazione non magica sospettasse della sua esistenza. …A questo punto il Primo Ministro aveva finalmente ritrovato la voce. “Lei…lei non è uno scherzo, allora? “Era stata la sua ultima, disperata speranza. “No” aveva risposto Caramell con dolcezza. “Temo di no. Guardi.” E aveva trasformato la tazza di tè del Primo Ministro in un gerbillo. “Ma” aveva boccheggiato il Primo Ministro, guardando l’ex tazza rosicchiare l’angolo del prossimo discorso, “ma perché… perché nessuno mi ha detto…?” “Il Ministro della Magia si palesa solo al Primo Ministro Babbano suo contemporaneo” aveva spiegato Caramell, riponendo la bacchetta magica dentro la giacca. “Riteniamo che sia il modo migliore per mantenere il segreto”. “Ma allora” aveva piagnucolato il Primo Ministro, “perché il mio predecessore non mi ha avvertito…?” A queste parole, Caramell era scoppiato a ridere. “Mio caro Primo Ministro, lei ha intenzione di dirlo a qualcuno?”. (2) Il messaggio che si evince dalla poche righe che ho estrapolato dalla più ampia narrazione contenuta all’inizio del sesto libro, “Harry Potter e il principe mezzosangue”, del celeberrimo ciclo dedicato appunto a Harry Potter da parte dell’autrice Joanne K. Rowling (3), è abbastanza chiaro, ovvero: La governance non è esercitata dalle 70 istituzioni politiche, Presidente della Repubblica o Primo Ministro, ma da altri esseri, fisicamente simili all’Homo Sapiens Sapiens. Questi esseri dispongono di tecnologie sconosciute all’Homo Sapiens Sapiens. Questi esseri vivono separatamente dagli Homo Sapiens Sapiens, ma le loro azioni e anche contrasti interni generano conseguenze fra gli Homo Sapiens Sapiens. Esiste un antico contrasto tra due gruppi di questi esseri. Il Fuori onda del Primo Ministro Intervistatrice: “C’è in giro l’opinione che su alcuni avvenimenti esistano dei dossier molto voluminosi con sopra scritto “segretissimo”, e che là siano racchiusi tutti i segreti del mondo, e che voi sappiate assolutamente tutto. Per esempio, se sono o no venuti sulla Terra degli extraterrestri, i cosiddetti “omini verdi”. Primo Ministro: “Dunque, le dico questo per la prima e ultima volta. Insieme alla “valigetta con i codici nucleari”, al Presidente della Nazione viene portata una speciale cartella, su cui è scritto “segretissimo”. Questa cartella è interamente dedicata agli extraterrestri che hanno visitato il nostro pianeta. Nello stesso tempo viene trasmessa una relazione assolutamente riservata del reparto servizi segreti che si occupa della presenza degli extraterrestri sul territorio del nostro Paese. Queste due cartelle di documenti vengono consegnate assieme alla “valigetta nucleare”. A mandato concluso tali cartelle vengono conseguentemente passate al nuovo presidente. Delle informazioni più precise su tale questione le potete avere guardando il noto documentario Gli uomini in nero. Ce ne sono parecchie.” Intervistatrice: “Quanti sono tra noi gli extraterrestri?“ Primo Ministro: “Quanti siano tra noi non posso dirlo, in quanto ciò potrebbe scatenare il panico” (4) Cenni di Governance “non visibile” Fra le numerose versioni e analisi (5) della cosiddetta divulgazione avvenuta il 7 dicembre 2012 da parte del Primo Ministro (ed ex Presidente) della Repubblica FeDmitrji Mevedev derativa Russa, Dmitrji Anatolievic Medvedev (6), ho scelto quella riportata da Roberto Pinotti, proprio perché egli ha correttamente inquadrato il “fuori onda” di Medvedev all’interno della continua opera di disclosure in atto. Ribadisce Pinotti: “…Pertanto la chiave è più che mai nella crescente consapevolezza del pubblico. E creare consapevolezza è quanto da tempo fanno gli ufologi, intesi come seri studiosi in rotta di collisione con l’establishment. Che non dovrebbero limitarsi a fare ineccepibili indagini sul campo e a pubblicarne i risultati su riviste specializzate. Occorre rivolgersi intelligentemente ai media, scrivere libri, andare in tv. Insomma fare della “esopolitica” (come molti oggi la definiscono) e preparare la gente. E parlare non tanto dell’aneddotica (pur molto importante), quanto dei cambiamenti che la presenza extraterrestre comporterà per tutti noi “(il grassetto è mio). Un autorevole studioso di storia e scienza della politica come il professor Giorgio Galli, prendendo spunto anche dalla transizione avvenuta dall’Unione Sovietica alla Repubblica Federativa Russa, ricorda in un saggio scritto assieme a Paolo Rumor e Loris Bagnara come Serge Hutin ( seduto ) e Jean Bouilly “…il futuro Paolo VI appare, da cardinale, una sorta di responsabile o controllore dei servizi segreti vaticani. Tale dato a mio parere, consente un significativo paragone sui rapporti tra “governo visibile” e “governo invisibile”, al quale ho dedicato parte dei miei studi (ultimamente in Piombo Rosso, Baldini, Castoldi, Dalai Editore). Il paragone, che non è irriverente e rientra a pieno titolo nell’analisi politologica, può esser fatto sia con sistemi democratici che con sistemi autoritari: Bush senior che diviene presidente degli Stati Uniti dopo essere stato responsabile della Cia; Gorbaciov e Putin che balzano dal KGB al vertice politico dell’Unione Sovietica (il primo) e della successiva Federazione Russa (il secondo). Lo stesso Montini, analogamente, diverrà papa dopo aver gestito gli aspetti più riservati del potere pontificio.” (7) Un autore che ha trattato il concetto di governance “non visibile”, seguendo l’antica tradizione francese è senz’altro Serge Hutin (8), in particolare nel volume edito nel 1973, “Governants invisibles et sociétés segrete”. Hutin introduce il concetto della presenza extraterrestre sul pianeta Terra, sostenendo “…D’altra parte, non essendo il nostro pianeta isolato dalle linee generali di evoluzione del Sistema Solare e della Galassia, ossia dell’intero universo, non sarebbe poi così assurdo ritenere possibili delle ramificazioni di questo governo occulto, una specie di supervisione extraterrestre dei capi invisibili che guidano il cammino dell’umanità.” (9) Dopo una lunga esposizione delle origini segrete della Rivoluzione Francese, della nascita del nazismo e dei personaggi che hanno sostenuto l’esistenza di “Capi segreti e Guide dell’umanità, Hutin conclude: “...È assurdo immaginare che non soltanto gli extraterrestri siano scesi sul nostro pianeta, ma che siano anche intervenuti di nascosto presso certi dirigenti per far sì che gli avve71 nimenti prendessero la piega che essi desideravano? …L’umanità comincia ad esaminare seriamente la possibilità di viaggi interplanetari ed interstellari. La scoperta più straordinaria che si potrebbe fare, grazie a tali viaggi, sarebbe di constatare che l’evoluzione generale e le questioni terrestri premono anche ai misteriosi visitatori extraterrestri. L’umanità non è sola nell’Universo e non è lei a essere al vertice della scala dell’evoluzione. Al di sopra degli uomini esiste tutta una gerarchia di esseri il cui potere è immenso, e sono loro a guidare l’evoluzione della nostra specie.” (10) Così scriveva quarant’anni fa Serge Hutin, senz’altro conoscitore di informazioni riservate. È interessante notare che Hutin, pur analizzando diffusamente i cosiddetti esoteristi francesi e inglesi, fra gli altri Alexander Saint-Yves d’Alveydre, il Maestro Philippe de Lyon, Gérard Encausse (meglio noto come Papus), Réné Guénon, Sir Edward BulverLytton, Aleister Crowley, non nomini che di sfuggita uno dei principali fra quei personaggi, ovvero Alphonse Louis Constant, conosciuto come Eliphas Levi. Ritengo che il reale motivo per questa “strana” omissione da parte di Hutin, risieda nel semplice fatto che nel 1973 non era stata ancora rivelata l’appartenenza di Eliphas Levi alla millenaria organizzazione, la quale opera per nome e per conto di chi detiene la Governance del pianeta Terra. L’organizzazione millenaria L’appartenenza di Eliphas Levi all’organizzazione sopra menzionata è stata divulgata dall’Avvocato Paolo Rumor nel 2010 in un saggio all’interno del libro già citato in precedenza, “L’altra Europa”, scritto con la collaborazione del Professor Giorgio Galli e dell’architetto Loris Bagnara. Eliphas Levi Nel libro Rumor riporta e ricostruisce le memorie del padre, Giacomo, il quale svolse le sue attività per conto dell’Organizzazione o Struttura, all’interno del movimento cattolico e della Democrazia Cristiana, rimanendo sempre a stretto contatto con il cardinale Montini, successivamente Papa Paolo VI, all’epoca responsabile dei servizi segreti del Vaticano. Il cugino di Paolo Rumor, Mariano, fu invece un protagonista più visibile della politica italiano sempre all’interno della Democrazia Cristiana; infatti Mariano Rumor fu per ben cinque volte presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana. Analizzando i profili dei personaggi citati da Rumor fra gli appartenenti alla Struttura intorno alla metà del diciannovesimo secolo (Rumor ha accuratamente evitato di citare persone ancora in vita), si notano comuni intenti divulgativi riguardo al tema estremamente attuale, ovvero l’ipotesi che la governance del pianeta Terra sia diretta da poche persone, accuratamente non identificabili, i cosiddetti “Maestri ScoAleister Crowley nosciuti”, “Superiori Sconosciuti”, “Guide dell’Umanità”. A tale tema era legato il concetto di “magia”, ovvero una tecnologia sconosciuta alle persone normali, che era appunto gestita da Esseri Superiori. Alphonse Louis Constant (1810 1875), il quale aderì alla Struttura nel 1862, è di una figura chiave dei movimenti esoteristi ed occultisti francesi del diciannovesimo secolo, studioso di Kabbala e dei Tarocchi, meglio conosciuto come Eliphas Levi Zahed, o semplicemente Eliphas Levi. All’inizio degli anni 1850 incontrò in Londra Sir E. Bulwer Lytton nel quadro dello sviluppo delle attività “rosacrociane” (11), rafforzando lo stretto collegamento fra le attività degli esoteristi inglesi e francesi. Levi incorporò le carte dei Tarocchi nel proprio sistema di magia, avendo un grande impatto sul sistema dell’Hermetic Order of the Golden Dawn e su uno dei suoi membri più conosciuti, Alesteir Crowley. Eliphas Levi sosteneva inoltre che dietro il velo di tutte le sacre e mistiche allegorie e riti delle antiche società segrete esistenti sin dall’antichità, esisteva sempre la stessa comune dottrina, seppure adeguatamente celata. Secondo Crowley, “…Levi era legato ad un giuramento di segretezza verso l’Ordine degli Iniziati, che gli aveva donato i segreti dei Tarocchi…” Levi, come tutti i cosiddetti occultisti di quel periodo, sosteneva di essere stato iniziato alla conoscenza da “Maestri Sconosciuti”, così come le varie società segrete, nuove o ricostituite, le quali abbondavano tra Francia e Regno Unito a partire dalla metà del diciannovesimo secolo, fra le quali una delle maggiormente celebri era l’Hermetic Order of the Golden Dawn. Crowley spiega chiaramente che lo scopo dell’uso di (eventuali, l’aggiunta è mia) poteri magici consisteva nel “tentativo di entrare in contatto con i Capi Segreti dell’Ordine… tentativo che riuscì nel 72 1904 al più giovane dei membri, Frater Perdurabo” (12) (ovvero lo stesso Aleister Crowley, il quale assunse il motto “Perdurabo “al momento della sua iniziazione nell’Hermetic Order of the Golden Dawn il 18 febbraio 1898). È importante sottolineare il fatto che Aleister Crowley, come ampiamente documentato in un recente saggio da Richard B. Spence (13), agì per lunghi anni a stretto contatto con i servizi segreti inglesi, quasi a rimarcare i rapporti tra l’Intelligence Britannica e l’Occulto. Spence ne sottolinea i legami, rimarcando che “…Crowley spiegava che lo scopo della magia consisteva nell’effettuare mutamenti nel mondo fisico ‘seguendo la volontà’, ovvero nel manipolare i comportamenti e le forze naturali senza azioni che potessero essere notate. Verso la fine della propria vita, egli rifletté sullo stesso argomento, comparando i Capi Segreti, i cosiddetti maestri invisibili ed inaccessibili della ’Grande Loggia Bianca’ al Capitano A. ed all’Ammiraglio B. del British Intelligence Service.” (14) Recentemente un autore particolarmente prolifico e informato come Maximillien de Lafayette ha messo in evidenza le connessione tra i cosiddetti occultisti inglesi e tedeschi, spiegando “…in quello stesso anno, Karl Haushofer (15) fondò l’ordine ‘Bruder Des Lichts’ (Fratelli della luce). Ironicamente Aleister Crowley, il famoso occultista internazionale ed agente del servizio segreto inglese, si unì al gruppo di Haushofer. Difficile da credere? Non particolarmente in quanto Aleister Crowley partecipò ad alcuni dei più importanti incontri di Hitler, in particolare a quello in cui Hitler preparò il programma di Maximillien de Lafayette lavoro per l’organizzazione del suo partito. Egualmente ironico risulta il fatto che Theodor Reuss, il mentore di Aleister Crowley e la forza dietro la Ordo Templi Orientis Society, era un agente del servizio segreto tedesco. Mi sembra che tutte queste società segrete occulte e spirituali fossero tutto fuorché spirituali! ...L’Ordo Templi Orientis e la Golden Dawn erano associati con società segrete russe, britanniche e tedesche, in particolare con la società Teosofica di Elena Blavatsky, fondata a New York nel 1875, con The Bruder Des Lichts e con Rudolf von Sebottendorf, fondatore della Thule Gesellschaft, il quale attrasse Adolf Hitler, Himmler, Kaurl Haushofer, Jorg Lanz von Liebenfels, Rosenberg, Halford John Mackider, Hans Frank, Queste associazioni ed alleanze segrete uniscono assieme gli occultisti tedeschi ed inglesi in un formidabile vincolo.” (16) Il Conte Sergei Yulyevich Witte (1849 - 1915) aderì alla Struttura nel 1895. L’attività del Conte Witte è legata all’industrializzazione della Russia zarista alla fine del diciannovesimo secolo. Egli ricoprì numerosi incarichi politici, economici e diplomatici sotto gli ultimi due Zar della Russia, diventando Ministro delle Finanze e persino il primo Presidente del Consiglio dei Ministri dell’ultimo Zar Nicola II. Per quanto attiene al presente saggio, Witte fu il protettore di Ferdinand Ossendowski (17), autore del best seller Sergei Yulyevich internazionale “Bestie, Witte uomini e Dei “, nel quale si parla diffusamente di un cosiddetto “Regno sotterraneo dell’Agarthi”, in cui vivrebbe il “Re del Mondo”. Dopo la pubblicazione della traduzione francese del libro di Ossendowski nel 1924, René Guénon (18) pubblicò appunto il libro “Il re del mondo” nel 1927. Guénon, con sicurezza ed erudizio- ne, spiega che “…il titolo di ‘Re del Mondo’ designa un principio …l’importante qui è far rilevare che tale principio può essere reso manifesto da un centro spirituale stabilito nel mondo terrestre, da un’organizzazione incaricata di conservare integralmente il deposito della tradizione sacra, di origine ‘non umana’ (apaurusheya)…” (19) Se leggiamo con attenzione, Guénon esplicita due concetti molto importanti per il presente saggio, ovvero che da millenni esiste un’organizzazione al servizio di un potere e che questo potere è di origine non umana, oppure come diremmo oggi, non terrestre. Egli era consapevole di aver forse superato un limite nel rilascio di informazioni e infatti, alla fine del libro, confessa “…Siamo ben lungi dal pretendere di aver detto tutto il possibile sull’argomento del presente studio, e gli accostamenti che abbiamo fatto potranno anche suggerirne molti altri; comunque abbiamo detto molto più di quanto mai sia stato detto finora, e alcuni saranno forse tentati di rimproverarcelo.” Durante la sua dettagliata analisi storica e geografica dell’evoluzione del centro di conoscenza iniziale e iniziatico, Guénon aggiunge infine una chiosa all’attività della Sig.ra Blavatsky (20), quasi a rimproverarla di una certa superficialità nel trattare una tema così vitale per l’Homo Sapiens Sapiens: “…Aggiungiamo che sulla base di informazioni frammentarie raccolte su questo argomento, senza peraltro coglierne il significato, la Blavatsky concepì l’idea della ‘Grande Loggia Bianca’, che potremmo definire non tanto un’immagine quanto una semplice caricatura o una parodia immaginaria dell’Agarttha.” (21) Come a collegare le ramificazioni dirette ed indirette della Struttura, è veramente interessante sottolineare il fatto che il Conte Witte era primo cugino della Sig.ra Blavatsky, in quanto la madre di Witte, Ekaterina 73 Andreevna, era la sorella della madre della Sig.ra Blavatsky, Helena Von Han. Witte ne traccia un interessante ritratto nelle proprie memorie, ricordando in particolare che “…Essa aveva enormi occhi di colore azzurro, quando parlava con foga essi risplendevano con un fascino che è completamente indescrivibile. Nella mia vita non ho mai visto nulla come quel paio d’occhi.” (22) Ricordo infine che durante l’ultima parte temporale della presenza e le attività politiche ed economiche del Conte Witte all’interno della corte e del governo zarista, a San Pietroburgo fu presente il famoso Gurdjieff G.I., il ‘cercatore di verità’ per antonomasia, uno dei personaggi più interessanti dal punto di vista cognitivo nel periodo a cavallo tra la fine dell’ottocento e la prima metà del novecento. Gurdjieff aveva sposato una dama di compagnia della Zarina Alexandra Feodorovna, per cui la sua presenza nella corte zarista appare certificata, anche se egli era legato ad un potere superiore, come si evince dalla sua analisi “…Cosa è la guerra? E’ il risultato dell’influenza planetaria. Da qualche parte lassù, due o tre pianeti si sono avvicinati troppo l’uno all’altro: ne risulta una tensione… e qui, sulla terra, le persone cominciano a massacrarsi a vicenda… Non si rendono conto di quanto siano pedine del gioco… Né l’imperatore Guglielmo, né i generali, né i ministri, né i parlamentari significano qualcosa o possono fare qualcosa.” (23) Paolo Rumor non conferma la data in cui George Ivanovic Gurdjieff (1866? - 1949) aderì alla Struttura, tuttavia Rumor cita per ben tre volte Gurdjieff nel libro, indicandolo come “…Priore, depositario di un registro (o di una copia di questo) contenente la parte inziale dell’elenco” (24) degli appartenenti all’Organizzazione o Struttura come la indica Rumor. Ricordo inoltre che Gurdjieff si stabilì assieme ai suoi allievi in Francia vicino a Fontaine- bleau nel 1922, andando a vivere in una struttura denominata “Prieuré”. In precedenti articoli e conferenze ho anche effettuato una comparazione tra le informazioni rilasciate da Gurdjieff nei suoi libri, pubblicati postuGeorges I. Gurdjieff mi, e gli studi di Zecharia Sitchin riguardo all’origine non terrestre dell’Homo Sapiens Sapiens grazie all’intervento di esseri provenienti da altri pianeti e sistemi planetari. (25) Sempre Rumor spiega che Gurdjieff, assieme a personaggi come Cesare Merzagora, Jean Cocteau, Giacomo Rumor, padre dello stesso Paolo Rumor, fece parte delle commissioni che si riunirono poco dopo la fine della seconda guerra mondiale allo scopo di mettere le basi per la creazione della futura Unione Europea. Sentiamo come Gurdjieff “predisse” a Bennett nel 1949 l’instaurazione di quello che oggi viene comunemente chiamato “nuovo ordine mondiale”: “…Disse che al momento si stava instaurando nel mondo l’organizzazione di un ordine superiore, che avrebbe potuto accogliere soltanto coloro che avevano raggiunto uno stadio di sviluppo spirituale tale da essere in grado di produrre energie superiori.” (26) Gli ingegneri inglesi John (1835 1891) e Waynman (1844 - 1930) Dixon, fratelli di Sir Raylton Dixon (1838 - 1901), famoso costruttore di navi con la società di famiglia Raylton Dixon & Co. fondata nel 1873 e gestita dai tre fratelli, poi chiusa nel 1923. John e Waynman fecero entrambi parte della Struttura, Rumor conferma solamente la data dell’affiliazione di John nel 1871. Proprio l’anno seguente, come per una coincidenza significativa, Waynman, lavorando all’interno della grande Piramide di Giza, scoprì quel- tura un lungo pezzo di legno, che per li che sono oggi noti come “Dixon forma e per sembianza, sembrava relics”. essere simile a quel pezzo più piccolo trovato dai Dixons nel 1872 in fondo al condotto. Questa vestigia avrebbe naturalmente potuto essere datata al carbonio 14 e per fortuna fornire una datazione adeguata della Grande Piramide. Sino ad ora, questa asta di legno non è stata recuperata dal Dr. Zahi Hawass, il Direttore Generale dei monumenti di Giza, nonostante le numerose richieste fatte da In effetti sono gli unici oggetti mai me stesso e da altri. Sembra che il Dr ritrovati all’interno della Grande Pi- Hawass non approvi la datazione al ramide. In un articolo pubblicato in Carbonio-14. Pertanto ritrovare la Discussions in Egyptology, Oxford, ‘Dixon relic’ mancante, ovvero il pezVolume 50, 2001, dal titolo “Grant zo lungo 5 pollici di legno simile al Bey and the missing pyramid relic”, cedro, è cruciale, in quanto potrebbe Robert G. Bauval ripercorre la storia risolvere questo impasse.” (27) della scoperta da parte di Waynman I fratelli Dixon furono particolarDixon: mente legati alle attività “Nel settembre 1872, un ingegnere dell’establishment inglese in Egitto, britannico, Waynman Dixon scoprì le infatti sono famosi anche per la speaperture dei due condotti nelle pare- dizione a Londra dell’Obelisco di Cleti sud e nord della Camera della Re- opatra (il cosiddetto Cleopatra’s gina e nella sezione orizzontale dei needle) nel 1876. Nella sua “A Short condotti che conduce nella camera History of the Egyptian Obelisks” egli trovò tre piccole vestigia, un pic- (1877), William Ricketts Cooper ricolo gancio di bronzo, una parte di porta un breve racconto di Sir Eraun legno simile al cedro ed una sfera smus Wilson (28) riguardo al suo di granito. Le vestigia vennero por- incontro con Waynman Dixon: tate in Inghilterra da John Dixon, il “Essendo figlio di un navigatore, la fratello maggiore di Waynman e cosa mi interessò… compresi ben consegnate all’astronomo reale di presto che il Sig. Dixon era un masScozia, Piazzi Smyth, il quale ne pre- sone, pertanto saltammo tutte le se nota nel proprio diario e quindi le formalità e le cerimonie. Egli mi disriconsegnò a John Dixon. Le ‘Dixon se che da tempo aveva progettato di relics’ successivamente sparirono. portare l’obelisco in Inghilterra e che Nel 1993 condussi una ricerca di sperava di poterlo fare lui stesso un queste vestigia con la Drs Mary giorno, quando sarebbe stato abbaBruck ed alla fine le rintracciammo stanza ricco… Egli disse anche, lo nel British Museum. Sfortunatamen- avrebbe inserito in un forno riscaldate mancava il piccolo pezzo di un to, fatto scivolare in mare ed infine legno simile al cedro, per cui non fu rimorchiato sino in Inghilterra.” (29) possibile effettuare la datazione con Successivamente Sir Erasmus Wilson il Carbonio 14. Le vestigia sono ades- dette l’incarico ai fratelli Dixon per so esposte nella sezione Egitto del la spedizione e l’installazione British Museum. dell’obelisco sulle rive del Tamigi, Quando l’ingegnere tedesco Rudolf evento che venne realizzato nel Gantenbrink, esplorò i condotti della 1878. Camera della regina all’interno della Gaetano Mosca (1858 – 1941) aderì Grande Piramide nel 1993, egli riuscì alla Struttura nel 1920. Studioso itaa fotografare con un robot in minia- liano di scienza della politica e di 74 storia delle dottrine politiche, senatore del Regno d’Italia e firmatario nel 1925 del “Manifesto degli intellettuali antifascisti” proposto da Benedetto Croce (30). GaeGaetano Mosca tano Mosca è ricordato dagli addetti ai lavori come uno dei più importanti esponenti della teoria “elitista” della classe politica, assieme a Vilfredo Pareto (31) e Robert Michels (32). Le sue teorie vennero riprese dopo la fine della seconda guerra mondiale da studiosi anglosassoni come Charles Wright Mills (33) e Ralph Dharendorf (34). In pratica Mosca implementò il concetto che la guida della governance nel passato e nel presente era sempre stata ed è attualmente nella mani di un gruppo ristretto di persone, di un élite di poche persone, in quanto è sempre esistita una sola forma di governo, l’oligarchia. Secondo Mosca l’élite mantiene il potere utilizzando tutti i mezzi pubblici e di comunicazione disponibili. Parallelamente all’introduzione del concetto della presenza di un potere gestito da millenni da poche persone, altri componenti della Struttura si sono occupati di introdurre e sviluppare altri concetti, come quello dell’esistenza di una conoscenza iniziale comune a tutte le civilizzazioni succedutesi dopo il grande diluvio o Tsunami avvenuto circa 12.000 anni fa. Tale conoscenza globale, utilizzata per la prima volta dalla civilizzazione sumera, aveva permesso ai nostri antenati di disporre di importanti conoscenze in svariati campi, incluse quelle geografiche, astronomiche, matematiche etc. Tuttavia il concetto importante consisteva nel fatto che le conoscenze di cui disponevano i Sumeri provenivano, per loro stessa ammissione, dai loro “Guardiani”, “Maestri”, esseri superiori come lo può essere un professore di fronte ad allievo al primo anno di scuola. Alexander Thom (1894 - 1985), ingegnere scozzese, il quale aderì alla Struttura tra il 1945 ed il 1950, mostrò che le costruzioni ed in monumenti dell’età della pietra del Neolitico, a partire da circa il 3.500 prima dell’era attuale, erano state realizzate grazie all’impiego di una unità di misura standardizzata estremamente precisa ed accurata che Thom definì “Megalithic Yard”, la quale era usata dalla civilizzazione sumera in Mesopotamia. Lo sviluppo dei concetti di Thom portarono altri studiosi ad identificare nella civiltà sumera l’origine di tali unità di misura la civiltà la fonte di tali conoscenze, mostrando come tali conoscenze, seppur parzialmente dimenticate, siano sempre stati presenti nella storia degli ultimi cinquemila anni del pianeta Terra. Recentemente gli studiosi Christopher Knight ed Alan Butler hanno ripreso e sviluppato gli studi di Alexander Thom in un affascinante saggio (35), per mostrare come i sistemi di pesatura e di misurazione adottati nei paesi anglosassoni ed quelli introdotti in Europa al tempo della Rivoluzione Francese derivino da una iniziale ed antica civilizzazione. Ad esempio il professor Livio Catullo Stecchini (1913 - 1979), il quale fece parte della Struttura, spiegò che il sistema matematico a base 60 impiegato dalla civilizzazione sumera era alla base dei sistemi di misurazione e di pesatura metrici reintrodotti sia in Francia durante la Rivoluzione che negli Stati Uniti 75 Alexander Thom d’America sin dalla loro nascita. Ancora Knight e Butler spiegano: “L’attuale comprensione dei sistemi di misurazione Sumeri e Babilonesi è stata ricostruita da esperti che hanno studiato molti testi cuneiformi trovati nelle tavolette di terracotta fra le rovine di antiche città della Mesopotamia. Come per molte culture che sono durate nel tempo, le diverse lunghezze lineari, i pesi ed i volumi utilizzati nella ‘Mezzaluna Fertile’ possono risultare terribilmente complicati, con specifiche lunghezze e pesi riservati a particolari merci. Tuttavia, come suggerito nel capitolo 4, esistevano alcuni pesi e misure che erano impiegati come sistemi standard e che non sono mutati in maniera significativa nel corso del tempo. Secondo il professor Livio C. Stecchini queste sistemi standard derivano dal periodo Sumero, intorno al 1.800 a.C.” (36) Stecchini è inoltre conosciuto per i suoi studi riguardo alle dimensioni della Grande Piramide di Cheope, Livio C. Stecchini in una foto presa verso il 1978 nella sua casa in New Jersey da Robert K. Temple, l’autore del best seller “The Sirius Mystery” inclusi nell’appendice del libro scritto dallo studioso Peter Tompkins, “Secrets of the Great Pyramid” (37) e per la sua partecipazione alla difesa delle teSamuel Noah Kramer orie proposte da Immanuel Velikovsky. (38) Per terminare l’analisi delle divulgazioni dell’avvocato Paolo Rumor, è doveroso mettere in risalto un altro chiaro ed evidente collegamento con la civilizzazione sumera che emerge dal libro, anche se Rumor tratta la questione quasi di sfuggita, scrive infatti Rumor: “…Venivano usati termini quali ‘tolleranza” e libertà’, ‘fratellanza’, ‘moderazione’, ‘equità’, e questi vocaboli venivano anche riassunti o siglati con l’abbreviazione ‘Me’.” (39) L’espressione “Me” è stata studiata e analizzata dai principali studiosi della civilizzazione sumera, da Avigdor Speiser a Samuel Noah Kramer a Thorkild Jacobsen a Diane Wolkenstein, ed è stata tradotta in varie maniere, “formule divine”, “leggi universali” (40), “uffici cosmici (41)”, “attributi della civiltà.” (42) Appare in ogni caso è evidente che si tratta di piccoli oggetti che potevano essere trasportati, ad esempio la Maestra/Dea Inanna ne riceve dal Maestro/Dio Ea/Enki circa un centinaio (43), i quali erano necessari per la gestione di una civilizzazione. Tuttavia non si trattava semplicemente di oggetti in cui erano incise o codificate conoscenze, leggi, formule o dati, ma anche oggetti che consentivano la capacità, l’autorità ed il potere di esercitare una certa conoscenza. Il programma educativo “Harry Potter” All’inizio del presente saggio ho presentato uno degli innumerevoli esempi divulgativi della realtà della governance del pianeta Terra così come viene presentata nei sette libri della serie di Harry Potter, i quali sono in un’impressionante regolare sequenza 1997 - Harry Potter and the Philosopher's Stone 1998 - Harry Potter and the Chamber of Secrets 1999 - Harry Potter and the Prisoner of Azkaban 2000 - Harry Potter and the Goblet of Fire 2003 - Harry Potter and the Order of the Phoenix 2005 - Harry Potter and the HalfBlood Prince 2007 - Harry Potter and the Deathly Hallows Dai sette libri, sette sono i film realizzati dagli stessi libri (il film tratto dall’ultimo libro è stato diviso in due successive parti), sempre con un’impressionante regolare sequenza, ovvero 2001 -Harry Potter and the Philosopher's Stone 2002 -Harry Potter and the Chamber of Secrets 2004 -Harry Potter and the Prisoner of Azkaban 2005 -Harry Potter and the Goblet of Fire 2007 -Harry Potter and the Order of the Phoenix 2009 -Harry Potter and the HalfBlood Prince 2010 -Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 1 2011 -Harry Potter and the Deathly Hallows – Part 2 Per comprendere l’importanza dell’operazione “Harry Potter” inserita all’interno dei programmi educativi attualmente in atto, basta semplicemente verificare le statistiche della vendita delle copie dei libri e gli incassi al botteghino per il film. Secondo l’enciclopedia internet Wikipedia, che ha ripreso le informazioni di Alison Ford nel sito “The Bookseller.com” (44) del 17 giugno 2008, la serie di Harry Potter ha superato 400 milioni di copie vendute nel mondo con traduzioni in 67 pae76 si. (45) Pertanto la percentuale mondiale del numero di giovani che hanno sicuramente letto almeno un libro della serie di Harry Potter è altissima, considerando che nel 2013 le statistiche delle Nazioni Uniti stabiliscono che la popolazione mondiale in età tra 0 e 15 anni ammonta a 1.878.000.000, mentre quella in età tra 15 e 24 anni ammonta a 1.205.000.000. (46) Se poi consideriamo il semplice fatto che in molte famiglie il numero dei ragazzi è almeno due, il bacino di utenza risulta vicino ai due terzi del totale dei giovani in età fra i 15 ed i 24 anni. Il fatto poi che l’operazione “Harry Potter” sia dedicata principalmente ai ragazzi in particolare e ai giovani in generale, significa che l’implementazione dei programmi educativi ha ricevuto una evidente accelerazione, probabilmente a causa di un evento esogeno che accadrà nel giro di pochi anni o di pochi lustri. Non debbo certamente ricordare l’estrema importanza del numero sette nelle conoscenze e nella storia dell’umanità, dalla chimica (le classi di simmetria dei sistemi cristallini), alla fisica (i colori dell’arcobaleno e le misure del sistema internazionale), all’arte (le arti liberali) all’alchimia (i metalli del processo di trasmutazione), al calendario (i gior- ni della settimana), alla musica (le note musicali), all’informatica (gli strumenti del controllo statistico di processo), alle religioni (i bracci del candelabro ebraico Menorah, gli dei della felicità nel buddismo e shintoismo, i doni dello Spirito Santo nel cristianesimo, le virtù e di peccati capitali, gli attributi di Allah), alla storia (le tavolette dell’Enuma Elish, gli Apkallu mesopotamici, i saggi filosofi greci, le meraviglie del mondo e-nu-ma e-liš la na-bu-ú šá-ma-mu[1] šap-liš am-ma-tum šu-ma la zak-rat Terra il settimo pianeta che viene incontrato da chi proviene dall’esterno del sistema solare. L’operazione educativa “Harry Potter” ha pertanto chiaramente identificato il luogo al quale si riferisce la sua analisi, ovvero il pianeta Terra. L’oggetto della sua analisi riguarda invece la Governance del pianeta Terra, dunque chi la detiene e quali sono i suoi simboli. Seguendo la millenaria tradizione Quando in alto il Cielo non aveva ancora un nome, E la Terra, in basso, non era ancora stata chiamata con il suo nome, ZU.AB-ma reš-tu-ú za-ru-šu-un Nulla esisteva eccetto Apsû, l'antico, il loro creatore, E Mummu e Tiāmat, la madre di loro tutti, mu-um-mu ti-amat mu-al-li-da-at gim-ri-šúun A.MEŠ-šú-nu iš-te-niš i-ḫi-qu-ú-ma Le loro acque si mescolarono insieme gi-pa-ra la ki-is-su-ru su-sa-a la she-'u-ú E i pascoli non erano ancora formati, né i canneti esistevano; e-nu-ma dingir dingir la šu-pu-u ma-na-ma Quando nessuno degli Dei era ancora manifesto. Nessuno aveva un nome e i loro destini erano incerti. Allora, in mezzo a loro presero forma gli Dei. šu-ma la zuk-ku-ru ši-ma-tú la ši-na-ma ib-ba-nu-ú-ma dingir dingir qê-reb-šú-un L’inizio dell’Enuma Elish antico). Mi collego invece agli studi di Zecharia Sitchin (47) ed alle 7 tavolette in cui è scritta l’Enuma Elish (48) mesopotamica, per ricordare appunto i sette libri delle Earth Chronicles dello stesso Sitchin e, soprattutto, il fatto che nell’antichità il numero del pianeta Terra era il sette, essendo la terrestre, esistono due gruppi o forze contrapposte anche nella serie “Harry Potter”. La parte positiva, relativa in questo caso al sistema scolastico dedicato all’insegnamento delle speciali tecnologie (arti magiche) è identificata come Grifone d’oro (nei libri in lunga inglese “Gryffindor”), cui si oppone la parte negativa denominata Serpeverde (nei libri in lingua inglese “Slytherin”). In araldica il grifone si blasona come aquila per le ali e come leone per il resto del corpo, specificando dunque esattamente i simboli del potere che sono presenti da millenni nel pianeta Terra. Nei saggi e nella conferenza precedentemente citati ho spiegato dettagliatamente la presenza dei simboli sia dell’aquila che del leone nelle bandiere e nelle insegne dei prinImmagine di Ninurta assieme all’aquila dalla dop- cipali imperi e stati nazionali del pia testa, da una tavoletta sumera passato e del presente. Ho spiegato 77 inoltre a cui è sempre appartenuto il simbolo dell’aquila, ovvero al Maestro/Dio della città mesopotamica di Lagash (oggi il sito archeologico di Tello), NiIl Grifone in araldica nurta. (49) L’emblema e simbolo di Ninurta è l’aquila dalla doppia testa, di qui l’espressione di “Double Eagle of Lagash”. Troviamo ancora il simbolo dell’aquila a due teste all’interno dei riti dei Free Massons, dove in particolare nel Rito Scozzese, il trentaduesimo grado è appunto denominato “The Double Eagle of Lagash”, mentre anche nel massimo grado, il trentatreesimo, è simboleggiata l’aquila a due teste. Il simbolo del gruppo che si oppone al gruppo dell’aquila e del leone nella serie di “Harry Potter” è, come sopra menzionato, quello dell’astuto serpente, la cui lingua è quella appunto del serpente (parseltongue nei libri in lingua inglese). Il principale rappresentante del gruppo del serpente è conosciuto come Tom Riddle (inteso come indovinello, enigma, colui che risolve), la cui linea genetica non è pura, essendo un mezzosangue (halfblood nei libri in lingua inglese), quindi con un genitore non mago, dunque figlio anche di un Homo Sapiens Sapiens. Zecharia Sitchin ha esaurientemente spiegato nei suoi scritti che uno degli epiteti Sumeri del Maestro/Dio Ea/Enki (50) era “Buzur”, che significava sia “Colui che conosce/risolve i segreti”, sia “Quello delle miniere di rame” che “Serpente”; paEa/Enki da una tavoletta rallelamente il sumera termine ebraico impiegato nella famosa e determinante storia del “Giardino dell’Eden” per indicare colui il quale aveva “tentato Eva” era “Nahash”, tradotto “Serpente”, ma tale termine ha anche stessi significati del Sumero “Buzur” sopra citati. (51) Pertanto si comprende come sia stato possibile dimostrare che il concetto di “Serpente”, come sopra menzionato uno dei soprannomi (52) di Ea/Enki e in seguito di tutto il suo clan familiare, divenisse il simbolo di un essere negativo, anzi che fosse stato proprio lui a far iniziare le tribolazioni dell’Uomo, quando spinse i cosiddetti “Adamo ed Eva” a mangiare la mela della conoscenza, disubbidendo alla volontà di Dio, il quale di conseguenza dovette punirli, cacciandoli dal Paradiso (53) o E.Din. (54) Analizzando le numerose citazioni del “serpente” (55) nella Bibbia, si evince che inizia già l’identificazione del serpente con il Leviatano (56) e con il drago o dragone (57), anticipando il tema tipico del Medioevo, quando al serpente si sostituì come animale negativo “il drago”, per cui possiamo leggere molte storie di cavalieri, la più famosa quella di San Giorgio, i quali uccidono il drago. (58) All’interno della tradizione ebraica e cristiana, l’accezione negativa del “ Serpente “ si corrobora con l’equazione Serpente-Satana [sà-tana], ( שָׂ טָ ןEbraico Satan, Σατανᾶς Lingua Greca Satanâs, Latino Sátanas, Ebraico tiberiense Śāṭān; Aramaico שִׂ טְ נָאŚaṭanâ; ﺷﯿﻄﺎنŠayṭān: "Avversario"; "accusatore"). Si tratta di un angelo, demone, o divinità minore in molte religioni; in particolare, nelle religioni monoteiste derivate da quella giudaica, è l'incarnazione e la personificazione del principio del male supremo, in contrapposizione a Dio, principio del sommo bene. Nel Nuovo Testamento questo “Avversario” per eccellenza è identificato con il Diavolo, con il Dragone, con il “Serpente Antico” che è stato espulso dal cielo e dalla Terra che ha tentato Gesù Cristo e che tenta tuttora gli uomini. (59) La prima apparizione di Satana come Dragone o Serpente è nel Libro della Rivelazione. (60) L’equazione Serpente-Satana comporta anche l’equazione SerpenteSatana-Diavolo, la voce derivante dal greco “Διάβολος”, che significa originariamente “calunniatore”, “accusatore”, diventato l’equivalente dell’ebraico “Satan”, “avversario”, nell’accezione che ebbe nel tardo giudaismo. Nella corrente principale del Cristianesimo il Diavolo è noto anche con il nome di Satana, un essere che odia tutta l'umanità, o più precisamente la creazione (in contrapposizione a Dio), che diffonde menzogne e causa distruzioni nelle anime del genere umano. Nella Bibbia il diavolo viene identificato con il serpente nella storia del Giardino dell'Eden, col dragone nell'Apocalisse di Giovanni, e col tentatore nei Vangeli. Come ha ampiamente dimostrato Samuel Noah Kramer (61), uno dei principali studiosi esperti del mondo dei Sumeri, in uno studio dedicato espressamente ad Ea/Enki: (62) “…Ad Enki è regolarmente attribuito l’epiteto di “Dio della sapienza”. Poiché il concetto di sapienza era già particolarmente complesso sin dall’inizio del mondo antico, ed raggiungeva dimensioni differenti rispetto a quelle che si ritrovano nella tradizione biblica (ovvero nella magia, nei rituali, nella capacità di entrare ed uscire dal mondo sotterraneo), abbiamo scelto di evitare “la sapienza” quando le storie di Enki sembrano domandare astuzia e furbizia, le arti del Trickster (Ingannatore, la traduzione è mia). Enki stupisce persino gli altri dei con soluzioni scioccanti per problemi apparentemente impossibili. Il termine inglese “cunning (astuzia, furbizia, la traduzione è mia)”, contiene solamente una parte del suo significato 78 primigenio, “apprendimento” ed “erudizione, ma mantiene una parte della “capacità di saper fare”, l’arte, il mestiere e la scienza in particolare delle arti occulte...” (63) Dopo la precedente breve ma esplicita analisi, ritengo di poter riassumere qui di seguito alcuni fra i più importanti concetti che l’operazione “Harry Potter” ha inteso inculcare nei cervelli soprattutto dei giovani: Esistono sul pianeta Terra esseri di origine non terrestre da tempi molto antichi. Questi esseri dispongono di tecnologie sconosciute all’Homo Sapiens Sapiens, denominate nel passato arti magiche. Questi esseri sono divisi fra loro, esistono contrasti che generano conseguenze, anche pericolose, per gli Homo sapiens Sapiens. Esiste un gruppo che detiene la leadership e la governance del pianeta Terra, i cui simboli sono l’aquila ed il leone. Questo gruppo ha gestito nel passato e gestisce attualmente i principali imperi e stati internazionali e nazionali i cui simboli sono appunto l’aquila ed il leone. Questo gruppo sta attualmente terminando la riorganizzazione della sua governance sul pianeta Terra alcuni analisti la chiamano new world order - tentando inoltre di identificare il proprio avversario come un gruppo negativo Al gruppo che detiene la governance dl pianeta Terra, si oppone da tempi molto antichi un altro, il quale ha cercato di caratterizzare la propria azione contrapponendo l’uomo della conoscenza all’uomo del potere, i cui simboli sono il serpente ed il drago. Per ambedue i gruppi il mantenimento della purezza genetica è una priorità assoluta. Poiché il gruppo cosiddetto “oppositore” è inoltre presente anche all’interno degli stati controllati dal gruppo che detiene la leadership, a volte l’azione di alcuni governi sembra non sia univoca. D’altra parte questo fatto si è sempre verificato nel passato, per cui anche all’interno delle due principali religioni, Cristiana ed Islamica, sono avvenute profonde divisioni e lacerazioni. Probabilmente il contrasto, la frattura, Sunniti contro Sciiti all’interno della religione mussulmana è una conseguenza diretta del contrasto fra i due gruppi, in particolare se consideriamo l’attuale cooperazione fra molti dei principali stati gestiti dai sunniti con stati gestiti dal gruppo dell’aquila (basta un solo esempio, Stati Uniti e Arabia Saudita). Uno studioso “addentro alle segrete cose” come Andy Lloyd (64), ricorda, sulla scia della divulgazioni della serie “Harry Potter”, del Primo Ministro della Repubblica Federativa Russa, Medvedev, dell’avvocato Paolo Rumor, come “…I governi di questo mondo non siano la sola fonte di potere in questo pianeta. Ai nostri governi occidentali, in particolare, piace dare l’impressione che essi siano al servizio del popolo, il quale li ha eletti democraticamente. Ma in realtà, noi (i governi, l’aggiunta è mia), non siamo null’altro che un management di medio livello. I partiti di destra, di sinistra, non sono altro che Andy Lloyd Lo schema proposto da Andy Lloyd un’inezia. Tuttavia, esistono altri poteri che nessuno di noi, persino in questo grande e vecchio edificio, riesce totalmente a comprendere. Questi poteri sono molto, molto antichi. Sono incorporati nei nostri livelli sociali più elevati, crescendo e mutando nello stesso tempo in cui la società cresce e muta. Il fatto importante da afferrare in questo caso consiste che questi poteri non agiscono sempre in accordo fra loro. Quando non sono d’accordo, le nostre nazioni possono a volte essere divise, per cui si verificano le guerre. A volte, quando esiste un unico potere dominante nel mondo, come esiste oggi, i poteri segreti spingono quel governo nello stesso tempo in diverse direzioni, creando confusione.” (65) Andy Lloyd è uno dei pochi studiosi che ha tentato in questi tempi di proporre all’attenzione del pubblico la realtà come essa è realmente in due romanzi, “Ezekiel One” (vedi nota 60) e il successivo “The Followers of Horus” (66), a cui dovrebbe seguire un terzo e ultimo romanzo, secondo le intenzioni di Andy. I due romanzi sono stati scritti dopo un saggio estremamente rigoroso (67), nel quale Andy Lloyd ha ripreso le teorie proposte da alcuni astronomi durante gli anni Ottanta riguardo all’esistenza di una nana bruna, compagna del nostro sole, per la quale gli astronomi e gli studiosi hanno proposto vari nomi, Nibiru, Planet X, The Destroyer, Nemesis, Wormwood. Lloyd, implementando inoltre gli studi del già citato Zecharia Sitchin 79 sulla presenza di un pianeta con una massa probabilmente superiore parecchie volte quella di Giove, che regolarmente ritorna al perielio tramite un’orbita ellittica, propone un’interessante teoria cosmogonica nella quale viene presentato un sistema binario, in cui sono presenti da una parte il nostro Sole e dall’altra la nana bruna o Dark Star. Ricordo per completezza d’informazione che il più volte menzionato George I. Gurdjieff, membro della millenaria organizzazione che opera per nome e per conto di chi detiene la governance del pianeta Terra, indicò chiaramente: “…In modo analogo noi, sul pianeta Karatas, chiamiamo ‘anno’ il periodo di tempo compreso fra i momenti in cui i soli ‘Samos’ e ‘Selos’ sono più vicini fra loro… inoltre, è stato calcolato che durante il periodo al termine del quale il sole ‘Samos’ raggiunse il punto più vicino al sole ‘Selos’ periodo che sul pianeta Karatas è considerato un ‘anno’ - il pianeta Terra descrive attorno al suo sole Ors trecentottanta nove dei suoi cerchi krentolnalniani.” (68) Gurdjieff, anticipando Andy Lloyd e alcuni degli scienziati odierni, presenta dunque un sistema quasi trinario, con due soli a noi sconosciuti più il nostro sole, con il pianeta di origine di chi detiene la governance del pianeta Terra, che ruota intono a uno di questi soli. Allo stesso modo,in uno dei romanzi sopra menzionati, Andy Lloyd accenna a Sirio come il secondo sole partner della Dark Star, per cui ritengo che sia necessario effettuare un rapido e profondo approfondimento: “...È anche fuori dall’asse TerraHorus. E si allinea con il segnale ricevuto da Sirio. Se si possono ascoltare le trasmissioni degli Anunnaki tra Nibiru e Sirio, allora potrebbe essere in grado di ascoltare anche noi.” (69) Lo scenario è abbastanza delineato, tuttavia non è ancora completamente chiara la motivazione dell’accelerazione e l’implementazione attuali dei programmi educativi avvenuta negli ultimi tempi. Se consideriamo il test compiuto sulla psicologia dell’Homo Sapiens Sapiens con le catastrofiche previsioni per la fine del 2012, potremmo pensare che la motivazione per l’accelerazione dei programmi educativi possa risiedere nell’accadimento di un evento esogeno di particolare pericolosità. Allora sarebbe necessario per chi detiene la governance del pianeta Terra, avere la possibilità di gestire un’emergenza tramite una organizzazione efficace ed efficiente, di stampo militare. Con la consueta lucidità Roberto Pinotti ha presentato recentemente una serie di possibili scenari, dallo scatenarsi della terza guerra mondiale, all’impatto del pianeta Terra con asteroidi, al passaggio vicino al pianeta Terra di enormi corpi planetari, al verificarsi di enormi terremoti e tsunami, all’accadimento di spaventosi solar killshots che causerebbero un Effetto Carrington (70) con conseguenze ben più terribili di quello avvenuto nel 1859. (71) Un fatto è ad oggi incontrovertibile, l’astro planetario denominata C/2012 S1, conosciuto come cometa Ison, secondo i dati certificati dalla Nasa giungerà al perielio a 0.012 UA dal Sole il 28 novembre 2013, al perigeo a 0,4268 UA dalla Terra il 26 dicembre 2013, mentre il MOID (distanza minima tra le orbite di Ison e Terra) sarà pari a UA 0,0232. A new ScienceCast video anticipates Comet ISON's close flyby of Mars on Oct. 1, 2013. Play it Dal sito NASA http://science.nasa.gov/science- 80 news/science-atnasa/2013/23aug_marsison/ Il passaggio di Ison al perielio a sole UA 0,012 può esporre la stessa Ison al rischio di superare il limite di Roche, per cui il nucleo si potrebbe spezzare. L’eventuale rischio per il pianeta Terra, a partire da circa il 2 gennaio 2014, sussiste nella presenza di un consistente sciame di detriti che la Ison si porterà appresso, passando in pratica tale sciame sopra la nostra testa. Dr. M. Martinelli [email protected] Copyright Dr. M. Martinelli – E possibile riprodurre in toto od in parte il presente saggio citando Copyright Dr. M. Martinelli – Reprinted with permission NOTE AL TESTO (1) Dr. M. Martinelli “Programmi educativi, Governance del pianeta Terra, arrivo al perigeo della cometa Ison”, al XII Meeting dell’USAC, 25 maggio 2013, in Occhiobello, Ferrara. (2) J.K. Rowling “Harry Potter e il principe mezzosangue”, Salani Editore, Milano, 2006, Traduzione di Beatrice Masini, pagg. 9-14. (3) Joanne K. Rowling (31 luglio 1965) è divenuta particolarmente famosa nel mondo grazie all’enorme quantità di copie vendute della serie di 7 libri dedicati alla storia di Harry Potter. L’indirizzo del suo sito è www.jkrowling.com, mentre quello dedicato alla serie Harry Potter è www.pottermore.com (4) Versione dell’intervista fuori onda del Primo Ministro della repubblica Federativa Russa, Dmitrij Anatolyevic Medvedev alla giornalista Maximovskaja, da Roberto Pinotti “Ufo: Oltre il contatto”, Oscar Mondadori, Milano, 2013, pag. 328. (5) Confronta ad esempio l’articolo di Umberto Visani “Medvedev e i Men in black” in Ufo International Magazine, nuova serie, anno 2, n. 6 (206) pagg. 58-59. (6) Dmitrij Anatolyevich Medvedev (14 Settembre 1965) è il decimo e attuale Primo Ministro della Repubblica Federativa Russa dal 2012. In precedenza egli era stato il terzo e più giovane Presidente della RFR dal 2008 al 2012. Da notare il fatto che il mentore di Medvedev, come del resto anche per Vladimir Putin, fu Anatoly Alexandrovich Sobchak (1937-2000), già uno fra gli autori della Costituzione della Repubblica Federativa Russa, primo sindaco eletto di San Pietroburgo. Sarebbe interessante poter approfondire il ruolo di Sobchak nella transizione politica russa tra la fine degli anni ottanta e la fine degli anni novanta. (7) Paolo Rumor, con la collaborazione di Giorgio Galli e Loris Bagnara, “L’altra Europa”, Hobby & Work Publishing Srl, 2010, pag. 15. (8) Serge Hutin, (1927 - 1997), massone, studioso e prolifico scrittore di numerose opere riguardanti l’esoterismo e le scienze occulte. (9) Serge Hutin “Governi occulti e società segrete”, Edizioni Mediterranee, Roma, 1996, traduzione dal francese di Miriam Magry, pag. 24. (10) Serge Hutin “Governi occulti e società segrete”, Edizioni Mediterranee, Roma, 1996, traduzione dal francese di Miriam Magry, pag. 159. (11) E. Bulwer Button (1803 -1873). Fra i suoi libri, i più importanti per il presente saggio sono “Zanoni” e “The Coming Race”. Interessante notare come Bulwer Lytton sia stato il primo ad introdurre il concetto di “Vril” o “Vril-ya”. In The Coming Race il protagonista trova un mondo sotterraneo abitato appunto da esseri angelici denominati “Vri-ya”, i quali sono i discendenti di una civilizzazione antidiluviana. Essi impiegano una tecnologia speciale “Vril”, sia energia che capacità telepatica. (12) A. Crowley, “The Secret Book of Thoth”, Samuel Weiser Inc, York Beach Maine, 1969, pag. 8 ( Traduzione dell’autore). (13) Richard B.Spence, “Secret Agent 666”, Feral House, WA, 2008. (14) Richard B.Spence, “Secret Agent 666”, Feral House, WA, 2008, pag. 17. (15) Karl Haushofer, (1969 - 1946), fu un generale tedesco esperto di geografia e fondatore della geo-politica, attivo nella Germania pre-nazista in varie società segrete. Morì suicida nel dopoguerra. (16) Maximillien de Lafayette “Vol. 1 Maria Orsic, the Woman who originated and created Earth first Flying Saucers”, Art, Ufos & Supernatural Magazine, New York, Berlin, 2012, pagg. 183-4 ( Traduzione dell’Autore). (17) Antoni Ferdynand Ossendowski (1876 1945) fu un giornalista e politico polacco che intraprese un lungo viaggio nella Siberia e nella Mongolia durante la guerra civile tra russi bianchi e bolscevichi. (18) René Jean-Marie-Joseph Guénon (1886 - 1951) è stato uno scrittore francese, esoterista, studioso dei temi della Tradizione nelle diverse culture del mondo. (19) R. Guénon, “Il re del mondo”, Adelphi Edizioni, Milano, 1977, traduzione di Bianca Candian, pag 17. (20) Helena Petrovna Blavatsky (1831 1891) fu una studiosa delle sapienze antiche la quale, assieme a H.S. Olcott creò un istituto di ricerca e di pubblicazione di libri denominato “La Società Teosofica”. (21) R. Guénon, “Il re del mondo”, Adelphi Edizioni, Milano, 1977, traduzione di Bianca Candian, pagg. 84-85. (22) Vedi «Excerpted from The Memoirs of Count Witte», traduzione dal manoscritto originale russo, edito da Abraham Yarmolinsky, Garden City, N.Y.: Doubleday, Page & Company, 1921, pagg. 4-10 (la traduzione è mia). (23) James Moore “George Ivanovitc Gurdjieff, anatomia di un mito”, Edizioni il Punto d’Incontro, Vicenza, 1993, traduzione di Anna Lucietto e Sergio Peterlini, pag. 96. (24) Paolo Rumor, con la collaborazione di Giorgio Galli e Loris Bagnara, “L’altra Europa”, Hobby & Work Publishing Srl, 2010, pag. 128. (25) Vedi fra gli altri l’articolo di Maurizio Martinelli “Ufo, alieni e programmi educativi” in Ufo International Magazine, nuova serie, anno 2, n. 6 (206) pagg. 40-57. (26) John Godolphin Benett “Gurdjieff, un nuovo mondo”, Ubaldini Editore, Roma, pag. 82. 81 (27) Robert G. Bauval Robertbauval.co.uk/ ar cles/ar cles/DE49cont.html. (28) Sir William James Erasmus Wilson (1809 – 1884), chirurgo e dermatologo inglese, famoso per essersi accollato le spese di trasporto dell’obelisco di Cleopatra dall’Egitto in Inghilterra nel 1978. (29) Vedi il sito http:// obeliskseven.blogspot.it/2010/11/artistengineer-dinner-obelisk-for.html (la traduzione è mia). (30) Benedetto Croce (1966 - 1952) filosofo, politico, storico, scrittore italiano, considerato uno dei maggiori protagonisti della cultura europea del XX secolo. (31) Vilfredo Federico Damaso Pareto (1848 –1923) è stato un ingegnere, economista e sociologo italiano. (32) Robert Michels, (1876-1936), è stato un sociologo e politologo tedesco naturalizzato italiano, il quale studiò il comportamento politico delle élite intellettuali e contribuì a definire la teoria dell'elitismo. (33) Charles Wright Mills (1916-1962) è noto soprattutto per i propri studi riguardo alla struttura del potere negli Stati Uniti con il libro “The Power Elites”. Secondo Wright Mills la struttura di potere è costituita dalla triade della élite economica, di quella politica e di quella militare. (34) Ralf Gustav Dahrendorf, (1929-2009) è stato un sociologo, filosofo, scienziato della politica ed infine politico liberale. (35) Christopher Knight and Alan Butler “Civilization One”, Watkins Publishing, London, 2006. (36) Christopher Knight and Alan Butler “Civilization One”, Watkins Publishing, London, 2006, pag. 243. (37) Peter Tompkins (1919 - 2007) “Secrets of the Great Pyramid”, 1997. Come molti altri brillanti studiosi, Tompkins lavorò per i servizi segreti. (38) Immanuel Velikovsky (1895 - 1979) fu uno scrittore ebreo di origine russa, successivamente emigrato negli Stati Uniti d’America. Autore di libri controversi ma di successo, effettuò studi di mitologia comparata, sostenendo che il pianeta Terra ed il sistema solare subirono nel passato anche recente molti eventi catastrofici, riportati dagli antichi in miti e leggende. (39) Paolo Rumor, con la collaborazione di Giorgio Galli e Loris Bagnara, “L’altra Europa”, Hobby & Work Publishing Srl, 2010, pag. 107. (40) Samuel Noah Kramer, John Maier “Miths of Enki, the Crafty God”, Oxford University Press, Oxford, New York, pag. 44. (41) Cosmic office in “Thorkild Jacobsen The treasure of Darkness”, Yale University Press, New haven and London, 1976, pag. 85. (42) Diane Wolkenstien and Samuel Noah Kramer “Inanna, Queen of Heaven and E- arth”, Harper & Row Publishers, New York, 1983, pag. 224. (43) La storia è riportata in “Inanna and the God of Wisdom”, vedi Vedi Diane Wolkenstein and Samuel Noa Kramer “Inanna, Queen of Heaven and Earth”, Harper & Row Publishers, New York, 1983, pagg. 12-27. (44) Verifica in http:// www.thebookseller.com/news/potter-tops400-million-sales.html. (45) Verifica in http://en.wikipedia.org/ wiki/J._K._Rowling. (46) World Population Prospects the 2012 Revision, Volume I: Comprehensive Table, United Nations, New York, 2013, pag. 6, Table 1.4, in http://esa.un.org/unpd/wpp/ Documentation/pdf/WPP2012_VolumeI_Comprehensive-Tables.pdf. (47) Zecharia Sitchin (1920-2010). Attualmente la spiegazione più coerente, almeno per quanto riguarda il cosiddetto “Occidente”, riguardo all’origine dell’Homo Sapiens Sapiens ed agli avvenimenti succedutisi sul pianeta Terra negli ultimi 250.000 circa, è stata proposta da Zecharia Sitchin (1920-2010) nei suoi 14 libri scritti fra il 1976 ed il 2010. (48) L’Enûma Eliš (denominato anche Enuma Elish"), venne ritrovato da Austen Henry Layard nel 1849 in vari frammenti nella Libreria di Ashurbanipal in Nineveh (oggi Mosul,Iraq) e pubblicato da George Smith nel 1876. (49) Secondo Sitchin il nome Ninurta proviene da Nini.urta, “Cacciatore ed agricoltore”. Egli è il primogenito di Enlil, nato dall’unione con la sorellastra di Enlil, Ninharsag o Ninamah. Pertanto Ninurta, come successore di Enlil, ha il diritto di fregiarsi del rango numerico di 50, secondo solo al “Re” degli Anunnaki, Anu, il cui rango numerico è 60. La sua sposa era conosciuta come Ba.u, il cui soprannome era Gu.la (la grande di dimensioni), la quale si occupava delle strutture mediche proprio della città di Lagash. (50) Letteralmente “La cui dimora è l’acqua”. Primogenito di Anu, il “Re o Capo” di Nibiru, il pianeta di origine degli Anunnaki, ma non l’erede legale, guidò la prima spedizione sulla Terra di un gruppo di 50 Anunnaki. Da qui Ea ricevette il titolo di En.Ki (Signore della Terra), ma il suo riferimento numerico, 40, era inferiore a quello del fratellastro Enlil, l’erede legale alla successione ad Anu e “Manager “della missione sulla Terra. Ad Ea (Ptah per gli Egiziani) è attribuita la gestione delle due consecutive manipolazioni genetiche che consentirono all’Homo Erectus di essere implementato per divenire l’attuale Homo Sapiens Sapiens. Come “creatore dell’umanità” fu Ea a non rispettare le istruzioni di Enlil per celare all’Homo Sapiens Sapiens l’arrivo del Diluvio/Tsunami informando il famoso Noa per mettere in salvo un gruppo di HSS assieme al Dna delle principali creature allora esistenti. (51) Z. Sitchin “ The war of gods and men” Avon Books, New York, 1985, pagg. 107-8. (52) Uno dei primi seguaci di Sitchin, prima di ripudiare in toto le sue precedenti teorie, Alan Alford, aggiunse un altro indizio per corroborare l’identificazione di Ea/Enki con il “Serpente”, citando da “Artand History of Egypt”, Bonechi, 1994, “…passando il tempo, il Nilo evolveva nella sua attuale forma, un gigantesco serpente che iniziava nel cuore dell’Africa…”, da Alan Alford “Gods of the New millennium”, Eridu Books, 1996, pagg. 276-77. (53) La Bibbia lo identifica come “H“Gan Eden ( Il giardino/frutteto dell’Eden )” il miglior luogo dove abitare sul pianeta Terra. (54) E.din (Casa/residenza dei Giusti) per i Sumeri erano l’area dove gli Anunnaki stabilirono le loro basi pre-Diluvio. (55) Per una visione sinottica della citazioni di “Serpente” nella versione “King James” della Bibbia, consulta il sito “www.shelvin.com “. (56) Leviatano (" ִלוְי ָָתןcontorto; avvolto", lingua ebraica Livyatan, ebraico tiberiense Liwyāṯān) è il nome di una creatura biblica. Si tratta di un terribile mostro marino dalla leggendaria forza presentato nell'Antico Testamento. Alcuni studiosi, soprattutto ebrei, identificano il Leviatano con il serpente primordiale, metafora del serpente che tentò Adamo ed Eva, accostamento presente anche nel testo dello Zohar. (57) Ad esempio, Isaia, 27,1. (58) La leggenda era sorta al tempo delle Crociate, seguendo un'immagine dell'imperatore cristiano Costantino, trovata a Costantinopoli, in cui il sovrano schiacciava col piede un drago, simbolo del “nemico del genere umano”. Flavio Valerio Costantino, meglio conosciuto come Costantino I e Costantino il Grande (lingua latina: Flavius Valerius Constantinus[8]; Naissus, 27 febbraio 274 – Nicomedia, 22 maggio 337), sancì l'inizio dell'alleanza fra l’impero Romano e la Chiesa cristiana. Costantino presiedette il Primo concilio di Nicea nel 325 d.c., che è stato il primo concilio ecumenico del mondo cristiano, secondo la prassi del Concilio di Gerusalemme di età apostolica. Il primo Concilio di Nicea, fra le altre determinazioni, sancì la sconfitta delle tesi di Ario, il quale sosteneva che Gesù avesse una natura semi-divina. Tale concetto è estremamente importante perché mostra come esistesse ancora una conoscenza della presenza di Anunnaki sul pianeta Terra all’epoca. (59) Cfr (Pietro I, V, 8 “Il vostro avversario è il Diavolo), (Luca X, 18; Apocalisse XII, 9; Apocalisse XX, 2), (Matteo, IV, 1, 10), (Atti, 82 V; i Cor, VII, 5: II Cor, XI, 14). (60) Rev. 12, 3,4. (61) Samuel Noah Kramer (1897 – 1990) è stato uno dei principali studiosi a livello mondiale della storia e del linguaggio mesopotamico, dai Sumeri agli Assiri, sviluppando i ritrovamenti effettuati nelle campagne di scavo da parte dell’Oriental Studies Department dell’Università della Pennsylvania. (62) Samuel Noa Kramer, John Maier “Miths of Enki, the Crafty God”, Oxford University Press, Oxford, New York. (63) Samuel Noa Kramer, John Maier “Miths of Enki, the Crafty God”, Oxford University Press, Oxford, New York,pag. 5 ( la traduzione è mia). (64) Andy Lloyd (1971), artista eclettico, studioso in vari campi cognitivi, presenta le proprie attività in due website, http:// www.andylloyd.org e http:// www.darkstar1.co.uk. (65) Andy Lloyd, “ Ezekiel One”, Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA, 2008, pag. 160. (66) Andy Lloyd, “The Followers of Horus”, Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA, 2010. (67) Andy Lloyd, “Dark Star”, Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA, 2005. (68) Georges I. Gurdieff, “I racconti di Belzebù a suo nipote”, Neri pozza Editore, Vicenza, 2009, traduzione di Mariella Fumagalli e Roberta Cervetti, con la supervisione di Michèle Thomasson, pag. 105 e 110 (ho scritto Karatas e non Karataz come nel testo, in quanto per me è importante mantenere la parola turca Kara Tas, il cui significato è Pietra Nera. Infatti ritengo sia una chiara indicazione riguardo ad una caratteristica fisica del pianeta di origine di chi detiene la governance del pianeta Terra). (69) Andy Lloyd, “The Followers of Horus”, Timeless Voyager Press, Santa Barbara, CA, 2010, pag. 141 (la traduzione è mia). (70) L’Effetto, o meglio L'Evento di Carrington fu la più grande tempesta geomagnetica o solare mai registrata. L’evento è noto anche Solar Storm or Solar Superstom. Fu registrato il primo settembre 1859. Il suo nome proviene da Richard Carrington, un astronomo inglese che, grazie al suo studio delle macchie solari, fu anche il precursore anche della Legge di Spörer. L'evento produsse i suoi effetti su tutta la Terra dal 28 agosto al 2 settembre. La tempesta provocò notevoli disturbi all'allora recente tecnologia del telegrafo, causando l'interruzione delle linee telegrafiche per 14 ore e produsse un'aurora boreale visibile anche a latitudini inusuali. (71) Roberto Pinotti, “Ufo: oltre il contatto”, Oscar Mondadori, Milano, 2013, pagg. 262-285. 83 IL DRAGO E IL LOTO BIANCO ROBERTO LA PAGLIA La Triade cinese, tristemente nota per le sue attività illegali, presenta allo stesso tempo un antico passato che affonda le sue radici nei misteri legati all’esoterismo orientale. Uno dei simboli adottati dalla Triade è il Drago Rosso, antico protettore e dispensatore della vera saggezza; si tratta di una immagine molto popolare in tutto l’Oriente ma quasi completamente sconosciuta in Occidente se non per alcuni significati che gli sono stati attribuiti senza una vera e propria analisi della questione. La prima impressione è quella di un animale terrificante, che sputa fuoco e puzza di zolfo, altrettanto temibile in quanto non possiede una dimora fissa e sulla terraferma, nell’aria o sull’acqua potrebbe attaccare con risultati disastrosi. Una antica credenza consiglia di adornare le case, sia esternamente che internamente, con figure simboliche allusive del Drago; questo servirebbe a tenere lontani i poteri di questo potente animale. Il Drago quindi, inteso come manifestazione di illimitata potenza, rappresenta l’ultimo ostacolo da superare per giungere al traguardo; in Cina soltanto all’Imperatore era permesso di usare l'emblema del Drago con i cinque artigli delle sue zampe; 84 i subordinati dovevano usare per le loro decorazioni draghi che avessero solo quattro artigli. La distinzione non riguardava comunque soltanto gli artigli ma anche i colori stessi del Drago. La mitologia orientale non distingue un vero e propri luogo che funge da residenza per i Draghi, questi possono vivere indifferentemente sia in cielo che in terra, così come in acqua, così come in ogni luogo esiste un problema da superare, un ostacolo da abbattere o una battaglia con se stessi al fine di raggiungere un ulteriore grado di conoscenza. Questa interpretazione del Drago come ostacolo, molto vicina alla figura del Guardiano di Soglia delle Scienze Occulte, ha anche influenzato il pensiero scientifico Occidentale, in particolar modo la psicologia e le sue applicazioni derivate dai metodi di Jung. L’iconografia classica del Drago cinese è quella di un animale con corna, artigli e squame, con la spina dorsale irta di punte e una perla che inghiotte o sputa; proprio in questa perla risiede tutto il suo potere e basterà essere così temerari da strappargliela perché diventi del tutto inoffensivo. Il gioiello appena descritto rappresenta la meta da raggiungere, il prossimo passo verso una nuova concezione di pensiero, un passo molto duro e faticoso, che implica impegno e rinunce; nella mitologia la perla racchiude e condiziona le fasi della luna, le maree, la pioggia, il tuono, il lampo, il ciclo della nascita, della morte e della reincarnazione. Molti saggi tentarono di spiegare la figura del Drago ma il risultato fu soltanto l’immagine di un essere a metà tra il divino e il terreno, che poteva trasformarsi, capace di chiamare il vento e la pioggia, di controllare le forze naturali, la divinità animale che li aiutava in battaglia e il mezzo di trasporto degli abitanti del cielo. Il significato simbolico del Drago cambiò con il passare dei secoli; fu considerato simbolo di fortuna come la tigre bianca, il cardellino rosso e la tartaruga nera; durante il periodo del regno Liu Bang della dinastia Han Occidentale (III sec. a.C.), prese il significato di antenato del clan dominante e di simbolo del potere imperiale. 85 Durante il periodo delle dinastie Yuan, Ming e Qing, si decretò che il potere proveniva direttamente dal cielo e per darne ampia dimostrazione, la figura del Drago venne apposta ovunque. Ma se tutto questo avveniva per volere dell’imperatore, la situazione era diversa per il popolo; quest’ultimo infatti non vedeva il Drago solo ed esclusivamente come simbolo del potere imperiale, si trattava anche di una immagine che affondava le proprie radici nella notte dei tempi, simboleggiata e perpetuata nella danza del Drago, nella la corsa delle barche a forma di Drago, in pratica in tutte quelle attività ricreative popolari che si tenevano durante la festa di Primavera. Le preghiere per la pioggia con la danza del Drago cominciarono durante la dinastia Han, le corse con le barche a forma di Drago ancora prima. Si tratta quindi di una figura le cui forme e attributi iniziarono già a delinearsi circa 4000/5000 anni fa, che si è sviluppata in sincronia con la nazione cinese unendosi alla sua storia, all'ideologia, alle religioni, alla mitologia, con notevoli apporti in termini di suggestione e tradizione. Lo stesso discorso non vale per l’Occidente, dove il Drago viene dipinto come simbolo del male e personificazione di Satana, all’opposto della tradizione cinese che lo dipinge come simbolo e dispensatore di felicità e benessere. Questo costante disaccordo tra Oriente e Occi- dente è palese anche in molti altri caratteri della simbologia esoterica, oltre che in molte tradizioni quali ad esempio l’uso del colore nero che per gli occidentali rappresenta il lutto e la morte, mentre uguale attributo viene dato in Cina al bianco. Una delle società segrete cinesi tenuta storicamente in grande considerazione è di certo quella del Loto Bianco; proprio questo suo appellativo ci offre la possibilità di approfondire la simbologia ad esso legata, non senza aver prima dato qualche informazione sulla società stessa. La Società del Loto bianco nasce nel tardo XIII secolo, durante la dominazione Mongola; si trattava di una associazione molto vicina ai principi Buddisti, che ebbe un notevole successo soprattutto tra le donne e i poveri; i principi religiosi erano rivolti alla Madre Eterna e la dottrina in generale si esplicava nell’attesa dell’avvento imminente del Budda Maitreya. Il Loto Bianco divenne ben presto un formidabile strumento di resistenza contro l’oppressione, pur mantenendo i suoi caratteri di religiosità; la sua attività si trasformò in una vera e propria presenza armata sul territorio, culminando nella rivoluzione del 1352 e acquistando innumerevoli consensi, tanto da essere presente su tutto il territorio cinese a partire dal 1355. La seconda, grande, ribellione che vide scendere in campo il Loto Bianco fu quella del 1774, con a capo Wang Lun, erborista e praticante di arti marziali, aiutato dai coloni impoveriti che divennero in seguito la forza trainante dell’associazione. La fine della ribellione è databile intorno al 1804 e coincide con la decadenza del mito di invincibilità della dinastia Manchu, in questo periodo è databile anche la decadenza delle antiche tradizioni del Loto Bianco, fiaccate e impoverite dalle continue persecuzioni e dai tradimenti di monaci senza scrupoli. Da un punto di vista della trascendenza esoterica, risulta interessante notare e riportare alcune considerazioni sulla simbologia del Loto Bianco. Il simbolismo del loto, in particolare nelle regioni dell’Asia orientale, presenta numerosi aspetti, ma i principali derivano dalla particolarità di questo fiore che si distende sulla superficie delle acque stagnanti. Simbolo di purezza perché uscito dalle acque paludose non è macchiato da esse; uscito dall'oscurità esso si espande in piena luce: è il sim- 86 bolo dell'apertura spirituale. Poiché le acque sono l'immagine dell'aspetto indistinto primordiale, il loto rappresenta la manifestazione che ne emana, che si schiude alla superficie come l'uovo del mondo; in tal senso potrebbe anche essere inteso come simbolo del Centro Primordiale. Il boccio chiuso è l'equivalente esatto di quest'uovo la cui rottura corrisponde all'apertura del fiore: è la rappresentazione delle possibilità contenute nel germe iniziale, delle possibilità dell'essere perché anche il cuore è un loto chiuso. Poiché il loto tradizionale ha otto petali, esso è come lo spazio a otto direzioni, il simbolo dell'armonia cosmica, gli Otto trigrammi dei quali ci occuperemo in avanti. Lo si utilizza in questo senso nel tracciato di numerosi Mandala e Yantra. Dal punto di vista buddhista, il loto sul quale troneggia Sakyamuni, è la natura del Buddha, non influenzata dall'ambiente fangoso del Samsàra. NOVITA’ 87 SAMANTHA SMITH TRADUZIONE ALESSANDRO LATTANZIO SITOAURORA quando andò in un campo per bambini in Crimea, in Unione Samantha Smith (1972 - 1985) Sovietica. era una studentessa e attivista Era odiata da alcuni del comper la pace di Manchester, Maiplesso militare-industriale stane (USA), divenuta famosa Precedentemente pubblicato su http://aurorasito.wordpress.com/ 88 tunitense. Morì in circostanze misteriose nel 1985. Nel 1982 Samantha scrisse una lettera al neonominato leader Samantha Smith nel campo di Artek in Crimea russo Jurij Andropov, e ricevette una risposta personale comprendente un invito a visitare l’Unione Sovietica, che accettò. Samantha attirò molta attenzione dei media in entrambi i Paesi. Il 7 luglio 1983 volò a Mosca con i suoi genitori. Andropov non poté incontrarsi con lei durante la visita, anche se parlarono per telefono. Successivamente si scoprì che Andropov era seriamente malato e si era ritirato dalla scena pubblica in quel periodo. Samantha scrisse nel suo libro che a Leningrado lei e i suoi genitori rimasero stupiti dalla cordialità della gente e dai regali che molte persone gli fecero. Parlando a una conferenza stampa a Mosca, dichiarò che i sovietici erano “proprio come noi”. Durante il viaggio trascorse del tempo ad Artek, il principale campo per pionieri sovietici, 89 nella penisola di Crimea. Ad Artek, Samantha scelse di stare con i bambini sovietici piuttosto che accettare le sistemazioni privilegiate che gli offrirono. Disney sarebbe, secondo alcuni, una risorsa della CIA. Nel 1984, Samantha fu ospite di uno speciale per bambini del Disney Channel intitolato ‘Samantha Smith va a Washington‘. Scrisse un libro sulla sua visita in Unione Sovietica e fu coprotagonista nella serie televisiva Lime Street. Samantha morì a 13 anni nell’incidente aereo del Bar Harbor Airlines Flight 1808. Le accuse di trucchi sporchi cir- colarono ampiamente in Unione Sovietica. È molto probabile che Samantha sia stata assassinata. Un monumento a lei dedicato fu costruito a Mosca. Una Samantha Smith Alley nel campo dei Giovani Pionieri di Artek fu nominata nel 1986. L’Unione Sovietica emise un francobollo commemorativo con la sua effige. Nel 1986, quando l’astronoma sovietica Ljudmila Chernykh scoprì l’asteroide 3147, le diede il nome di Samantha 3147. Il compositore danese Per Nørgård nel 1985 scrisse il suo Concerto per viola “Ricordando una Bambina” in memoria di Smith. Una montagna nell’ex Unione Sovietica e una nave oceanica furono battezzate in onore di Samantha. Nel Maine, il primo lunedì di giugno di ogni anno è ufficialmente designato come Samantha Smith Day per legge dello Stato. Vi è una statua in bronzo di Samantha presso il Museo dello Stato del Maine, ad Augusta. Nell’ottobre 1985, la madre di Il campo di Artek in Crimea 90 Samantha fondò la Samantha Smith Foundation, che favoriva lo scambio di studenti tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica (e dal dicembre 1991 degli Stati ‘ex-sovietici) fino a eclissarsi a metà degli anni ’90. 91 92