Eric giunse in cima alla salita, dalla sua fronte gocce di
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Eric giunse in cima alla salita, dalla sua fronte gocce di
Le caverne di Bosconero 1 Le caverne di Bosconero Le caverne di Bosconero ric giunse in cima alla salita, dalla sua fronte gocce di sudore scendevano lungo in volto segnato dal riverbero del sole. Mise il piede su un masso e si appoggiò al ginocchio per riprendere fiato, poi si guardò intorno. Di fronte a lui i tre picchi di Bosconero si ergevano contro l’azzurro del cielo. Sotto, nella stretta valle, una leggera nebbia rendeva indefiniti i contorni delle rocce. Spostò una ciocca dei lunghi capelli neri che gli era finita sugli occhi. L’unico rumore era quello del vento e del suo mantello che ondeggiava come impazzito. Eric osservava preoccupato quel poco che riusciva a vedere della stretta valle. Tirò fuori dalla tasca la logora pergamena, l’aprì e studiò ancora una volta i segni che vi erano tracciati, la strada che aveva seguito era giusta, e la sua meta doveva essere da qualche parte sul fondo della gola. I suoi occhi, azzurri come il ghiaccio, già cercavano un modo per scendere nello stretto canyon osservando rocce e improbabili sentieri per raggiungere il suo scopo. 2 Le caverne di Bosconero Dopo alcuni istanti scelse di avventurarsi lungo la parete alla sua sinistra, dove una serie di piccoli ripiani naturali garantivano una facile discesa almeno per i primi metri. Facendo attenzione iniziò a scendere da una sporgenza all’altra, osservando ogni volta che si spostava il percorso che presentava meno difficoltà. Dopo poco si trovò a percorrere uno stretto passaggio tortuoso che si snodava tra le rocce. Era molto stretto e ad ogni passo Eric rischiava di mettere un piede nel vuoto e cadere nel baratro. Entrando nella nebbia la sensazione di pericolo aumentò, costringendo il viaggiatore a rallentare ulteriormente il passo. Questo non servì allorché una pietra rotolò da sotto il suo piede facendogli perdere l’equilibrio. I suoi piedi persero l’appoggio del sentiero ed Eric iniziò a scivolare verso il basso. Solo la fortuna gli concesse di trovare l’appiglio di una pietra che resse il suo peso. Lentamente l’avventuriero si issò a forza di braccia riuscendo a riguadagnare il sentiero. Si sdraiò per un attimo esausto. Il suo cuore pulsava tanto forte che gli sembrò di sentirne l’eco sulle pareti di roccia della gola. Quando infine si calmò riprese la sua discesa. Ben presto l’ombra dei monti oscurò il suo cammino ed il viaggiatore si trovò a cercare nello zaino una torcia che gli permettesse di vedere, almeno in parte, il sentiero. Riprese ad avanzare, ma la luce gli concedeva solo pochi passi di visuale. La nebbia sembrava accarezzare i suoi vestiti, sembrava quasi che vi restasse attaccata e rendesse gravoso il passo. Eric si rese conto che non era 3 Le caverne di Bosconero una semplice sensazione, aveva ripreso a sudare abbondantemente e faticava ad avanzare. Si guardò i piedi aspettandosi di vedere la nebbia avvinghiata attorno alle sue caviglie, ma rimase sorpreso non vedendo nulla che gli ostruisse il passo. Pensò si trattasse di un qualche tipo di incantesimo posto a guardia del luogo che era venuto a cercare. Stringendo i denti riprese ad avanzare, lentamente, un passo dopo l’altro. Faticosamente, caparbiamente proseguì nella sua discesa. Quando infine raggiunse il fondo della gola aveva i vestiti bagnati di sudore. Respirava a fatica tanta era l’umidità all’interno del canyon. Sulla roccia vicino a lui il muschio cresceva abbondante e gocce d’acqua cadevano sulle pietre creando un effetto sinistro. Scrutando attraverso la bruma riprese ad avanzare, purtroppo l’udito non poteva sopperire alle difficoltà visive, il rumore dell’acqua gli impediva di sentire ogni altro suono Scivolò diverse volte sul muschio umido, infine estrasse la spada per usarla come appoggio. Avanzò a lungo cercando una traccia della sua destinazione, scrutando dietro le rocce, ma tutto sembrava inutile. Stava già pensando di tornare sui suoi passi quando un piccolo topo scappò per evitare di essere schiacciato. Eric seguì con lo sguardo la fuga dell’animale che si nascose dietro un sasso. Un sorriso increspò il volto dell’avventuriero. A pochi passi di distanza si apriva uno stretto passaggio nelle rocce. 4 Le caverne di Bosconero Si accorse che la torcia era quasi spenta e ne accese un'altra, la Infilò nell’apertura. Davanti ai suoi occhi si apriva un varco angusto che si inoltrava nel fianco della montagna. Seguì il tortuoso sentiero fino a raggiungere una grotta. Guardandosi attorno ne stimò la larghezza, circa dieci passi, poi si rese conto che due occhi rossi lo fissavano maligni. Si piegò sulle ginocchia pronto a resistere all’attacco, poi come erano apparsi scomparvero nel buio. Eric alzò la torcia cercando il suo avversario, ma non c’era nessuno. Si chiese se si era immaginato gli occhi che lo fissavano. Fece fare un mezzo giro alla spada e la strinse con forza mentre avanzava nella grotta. Si fermò un attimo. Il suo istinto lo aveva avvertito di un movimento. Cauto spostò la torcia prima a destra, poi a sinistra. Vide la luce riflettersi sulle rocce. Avanzò. Osservò la grotta. Le rocce apparivano lucide come specchi. Con la torcia fendette l’aria ma non accadde nulla. Lo stesso con la spada. Allungò una mano e sentì un dolore acuto che lo fece indietreggiare spaventato. Guardò la mano ed era leggermente lucida. Non riusciva a muoverla bene e gli faceva male. Era quasi congelata. Eric si fermò a scaldarla. Se avesse proseguito, sudato come era, sarebbe sicuramente caduto a terra dal dolore senza avere la possibilità di salvarsi. Ma come poteva oltrepassare quel punto? Mentre cercava una soluzione un’altra domanda scaturì nella sua mente. Come mai non vi erano i cadaveri di chi l’aveva preceduto? Rimase fermo a lungo aspettando che il suo corpo si adattasse alla temperatura della grotta. Poi si alzò ed 5 Le caverne di Bosconero iniziò a studiare le pareti in pietra. Sembrava che il tratto gelido non fosse molto lungo, ma il problema era la temperatura. Decise di fare una prova Prese un sasso e ci versò sopra un po’ d’acqua, poi lo gettò poco più avanti. Il sasso toccò terra e dopo pochi istanti era lucido come le altre pietre. Eric rimase in silenzio per alcuni istanti, il freddo non era così intenso da essere istantaneo, ma abbastanza da essere una seria minaccia. Versò ancora un po’ d’acqua su un altro sasso e lo gettò al limite del raggio di luce della torcia, il sasso toccò terra ma non gelò. Dunque la trappola non era molto larga, ma come fare a superare quel punto era ancora un enigma. Il guerriero iniziò a camminare in cerchio cercando una soluzione. Se si fosse messo a correre con tutta probabilità il gelo lo avrebbe bloccato e ucciso in pochi istanti. Mentre pensava la sua mente si fissò sul secondo sasso. Non era congelato, eppure aveva attraversato tutta la zona. Allora cosa azionava la trappola? Infine giunse alla sua mente una sola ed unica soluzione: la pietra scagliata per prima con tutta probabilità si era gelata a contatto con il terreno, mentre la seconda, scagliata con più vigore, non aveva subito lo stesso destino. Doveva essere quello il meccanismo pensò Eric, una parte di terreno lungo all’incirca dieci passi dove qualsiasi cosa in contatto con esso gelava quasi istantaneamente. In fondo la sua mano stava gelando perché era entrato nella zona incantata con tutto il corpo, e la parte più sporgente in quel caso era stata proprio la 6 Le caverne di Bosconero sua mano. Eric doveva superare quell'ostacolo. Iniziò a guardarsi intorno pensieroso, poi volse lo sguardo ad un masso di medie dimensioni, che poteva però consentirgli di ingannare il magico tranello a guardia del sentiero. Lo spostò senza troppo sforzo fino al punto in cui il gelo incantato iniziava a fare effetto; poi prese una lunga rincorsa, si spogliò del corpetto di cuoio borchiato che sicuramente avrebbe compromesso la strategia che aveva in mente, e si privò anche del fedele mantello da viaggio che lo aveva protetto dalle gelide notti nei giorni trascorsi alla ricerca di questo lugubre luogo. Chiuse gli occhi, ed iniziò a respirare più profondamente, non poteva sbagliare, era quasi giunto alla tanto attesa destinazione, il suo scopo era vicino. Un respiro profondo, chiuse gli occhi ed il tempo parve dilatarsi mentre rilassava i muscoli e concentrava la mente. Respirò nuovamente riempiendo i polmoni d'aria, una goccia di sudore scese rigandogli il volto, ma lui non se ne accorse. Un ultimo respiro profondo, poi il silenzio più assoluto. Eric aprì gli occhi, e con uno scatto rapido e deciso iniziò a correre a gran velocità, la massima consentitagli dalle sue gambe. Il masso che aveva posizionato si avvicinava sempre più, fino al momento decisivo: il giovane vi posò il piede destro e si dette una spinta possente sfruttando tutta la forza che aveva in corpo e la velocità accumulata con la lunga rincorsa. Poi come la puntura di mille api il suo corpo si contrasse per il dolore. Un gemito sfuggì dalle sue labbra mentre il corpo si contraeva durante il salto. Udì solo il battito prorompente del suo cuore, tutto attorno a lui era come 7 Le caverne di Bosconero rallentato. Lo sguardo si velò, ma la spinta lo fece giungere al di la dell'ingannevole zona stregata. Rotolò malamente a terra mentre la morsa di dolore lo torturava, poi, lentamente, il suo corpo iniziò a rilassarsi ed a scaldarsi. Lo sguardo tornò limpido. Ma era buio, la torcia che aveva in mano si era spenta. Si voltò e notò che era finito proprio al limite del malvagio terreno. Non aveva previsto di restare al buio, così attese che i suoi occhi si adattassero alla penombra. Con entrambe le mani prese a scaldare per alcuni minuti il suo corpo. Improvvisamente avvertì una sensazione di gelo corrergli lungo la schiena, rapido sfoderò la sua spada, guardandosi attorno allarmato. Non c'era nulla. Riprese dunque il suo cammino cercando di non fare rumore. La grotta si inoltrava sempre più nella montagna e ad ogni passo diventava sempre più buio. Eric stava disperando di poter continuare, ma affrontare nuovamente la trappola poteva voler dire andare in contro a morte certa. Fece alcuni passi nel buio più totale, infine decise che era troppo pericoloso e fece per ripercorrere i suoi passi quando gli parve di vedere un barlume di luce. Cercando nell'oscurità notò che in lontananza riusciva a vedere delle rocce. Rincuorato ma guardingo riprese ad avanzare. Dopo poco riuscì nuovamente a distinguere i contorni del passaggio e camminò fino a giungere in un antro nel quale filtrava una tenue luce . Al centro di quella caverna, su un piccolo capitello ben lavorato ricavato da una pietra nera, risplendeva un 8 Le caverne di Bosconero bagliore di un blu intenso che attirò subito l'attenzione del giovane. Come ipnotizzato da un mago di strada iniziò a camminare a passo felpato verso quella strana fonte di luce. Mentre si avvicinava il suo occhio si posò su quella che doveva essere una carcassa umana, così ritornò in se, ed impugnando più fermamente la sua spada continuò ad avanzare a piccoli passi. Il suo sesto senso non lo aveva mai tradito, ed ora aveva la sensazione di essere osservato e spiato da qualcuno o da qualcosa. Un movimento alle sue spalle lo allarmò, si voltò di scatto e fendette l'aria con la sua arma, ma non vi era traccia di nessun pericolo. D'un tratto sentì del fiato caldo e denso al collo, non fece in tempo a voltarsi che venne scaraventato al suolo da un colpo alle spalle; spaventato ma anche deciso a non perdere la vita in un posto come quello, l'avventuriero si rimise in piedi immediatamente e si voltò per osservare il suo avversario, ma ne rimase sconcertato. Un mostro, dalle iridi incandescenti e dalle zanne acuminate si stagliava in piedi, maestoso. Si trovava a qualche passo di distanza da lui, nella penombra: i tratti visibili gli davano l'aspetto di una creatura misteriosa, simile ad un lupo rabbioso ma con un qualcosa di umano, data la postura eretta su due zampe. La creatura sbavò, poi puntò il giovane che prontamente riuscì a porre la spada tra se e gli artigli del nemico evitando il primo micidiale attacco. Il ragazzo si trovò in estrema difficoltà, i colpi del nemico scagliati con forza mostruosa e disumana lo indebolivano rapidamente facendogli dolere i muscoli delle braccia. Da parte sua lo strano essere sembrava non curarsi della 9 Le caverne di Bosconero spada colpendola con forza, solo allora Eric si rese conto che il suo avversario probabilmente non era fatto di carne, ma di una qualche strana mescolanza di energia e materia. Sentiva che le forze lo stavano abbandonando. Le sue braccia si muovevano in modo quasi automatico mentre la stanchezza lo avvolgeva. E fu proprio in quel preciso istante che nella sua mente apparvero i ricordi, il motivo del suo vagabondare e le vicissitudini che lo avevano condotto a quel luogo remoto. Nella sua mente dardeggiavano i ricordi: sua madre, dolce e bellissima, uccisa brutalmente da un uomo ammantato di cui ricordava solo un anello dai sinistri bagliori bluastri situato sulla mancina. Ricordò quando, dopo anni di ricerche, con un suo compagno di avventure, riuscì a trovare il nascondiglio del misterioso uomo; l'aspro scontro contro quello che scoprirono essere un potente stregone, di come si fosse bruciato gran parte del corpo prima di riuscire a sconfiggere il malvagio mago, mozzandogli di netto la mancina e trafiggendolo dritto al cuore con la sua spada. Ricordò anche del tradimento del suo compagno, che fuggì con l'anello lasciandolo moribondo nella torre, e ricordò anche la fatica ed il sudore versato per trovare e strappar di mano, dopo un arduo duello, la pergamena che lo aveva condotto fino a questo punto. Ma c'era un valido motivo per la sua ricerca, non solo la vendetta, sua madre era infatti una chierica di Riannon ed in fin di vita gli sussurrò che quell'anello conferiva grandi poteri al suo possessore, e che avrebbe dovuto recuperarlo per 10 Le caverne di Bosconero custodirlo, lui che era un giovane dal cuore nobile, per evitare che finisse nuovamente in mani sbagliate. Eric aveva sempre sognato di sconfiggere ed estirpare il male dal mondo, aiutare i più deboli, e furono proprio la sua volontà e la sua determinazione che gli dettero il giusto coraggio per andare avanti nella ricerca, anche quando le speranze sembravano vane. La mente di Eric tornò lucida, a abbandonò il suo corpo ed i suoi movimenti divennero fluidi e rapidi. Evitò un colpo poderoso sferratogli dal mostro saltando alla sua sinistra, nello stesso momento la sua lama descrisse un arco verso il nemico: l'arma fendette l'aria con un sibilo acuto e concluse la sua corsa nel costato della belva. Il mostro portò un artiglio al fianco e dopo un urlo straziante si accasciò sul freddo e soglio terreno, con le vitree iridi fisse nel vuoto. Eric guardò per un attimo la lama dalla quale colava uno strano fluido bruno, poi, dopo averla ripulita, la rinfoderò e si avvicinò al capitello. Osservò per un istante l'anello mentre la fatica della battaglia lo attanagliava, per troppi giorni aveva spinto il suo fisico al limite nella ricerca. Con la mano destra, dalla quale grondava sangue, raccolse l'oggetto e lo infilò all'anulare date le sue dimensioni. Si aspettava un qualche tipo di prodigio, ma non accadde nulla, allora si volse nuovamente a guardare il mostro, ma con suo stupore del suo avversario non restava altro che una chiazza bruna sulla pietra. Mentre stava decidendo sul da farsi si rese conto che respirare non gli 11 Le caverne di Bosconero causava più dolore. I suoi muscoli sembravano rinvigoriti. La stanchezza dello scontro lasciava il posto ad una ritrovata forma, posò allora il suo sguardo sul braccio ferito e notò che la ferita aveva già smesso di sanguinare. Era dunque questo il potere della Lacrima del Cielo, l'anello che sua madre aveva a lungo cercato. Euforico e fiero di aver concluso quella che era l'ultima volontà di sua madre, il ragazzo si incamminò verso l'uscita dell'antro, pronto ad iniziare una nuova avventura; proteggere i più deboli e bisognosi. Poi improvvisamente ricordò la trappola del gelo, anche con l'anello sarebbe stato un pericolo mortale. Doveva trovare un'altra uscita. Con rinnovato ottimismo si incamminò in un nuovo tunnel, inoltrandosi nelle profondità della montagna. Una nuova idea lo sosteneva: Eric Mushan sarebbe diventato un chierico di Riannon. 12