Recensione Carmilla 9-08-2016 (360 KB/ pdf)

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Recensione Carmilla 9-08-2016 (360 KB/ pdf)
Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
Contenuti
Interventi
Recensioni
Controinformazione
Interviste
Nemico (e) immaginario. Il nemico
allo schermo: nemici dell’America,
nemici dell’umanità
Pubblicato il 9 agosto 2016 · in Cinema & tv ·
Testi
Poesia
Romanzi a puntate
Cinema & tv
Speciali
di Gioacchino Toni
Schegge taglienti
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Carmilla ebook
Gli eBook di
Carmilla:
L'Era del
Cazzaro, di
Alessandra
Daniele
30 maggio
2016
Gli eBook di
Carmilla:
Malevisione,
di Marilù
Oliva
19 gennaio
2016
Gli eBook di
Carmilla:
Fuga, di
Mauro
Baldrati
29 settembre
Dopo aver analizzato, attraverso
la metafora dello zombie, le
pulsioni
autodistruttive
dell’essere
umano
contemporaneo
incapace
di
sognare un mondo migliore [su
Carmilla], indagare più in
generale la figura del nemico
portata sugli schermi dal cinema
di
fantascienza
americano
contribuisce
a
ricostruire
l’immaginario
diffuso
statunitense a proposito di ciò
che, di volta in volta, viene
percepita come minaccia da cui
difendersi e da eliminare. Se da
un lato la figura del nemico
veicolata dal cinema fantascientifico viene costruita sulla percezione
diffusa di ciò che è ritenuto essere il nemico in un determinato
momento storico, dall’altro tale rappresentazione contribuisce a
rafforzare alcuni aspetti stereotipati dell’immaginario del periodo. Se
spesso si tratta di confermare e rafforzare convincimenti in linea con
l’establishment, in altri casi il cinema non manca di svolgere una
funzione critica anche radicale.
Sono diversi i nemici individuati ed affrontati nel corso del tempo
dall’America e, direttamente od indirettamente, dal suo cinema
fantascientifico. Per sommi capi, a partire dal Secondo conflitto
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Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
2015
Schegge taglienti
Spot must g
on
28 agosto
2016
The only
winning mov
21 agosto
2016
I soliti
sospetti
14 agosto
2016
Interventi
Bagliori.
Romanzo di
formazione
per giovani
fascisti (alla
vigilia del
massacro)
27 Ago 2016
L'umànita
tremante
23 Ago 2016
Foreign
Fighters
6 Ago 2016
Recensioni
La strategia
tensione e i
di informazi
“Guerra
psicologica”
mondiale, si possono elencare: il Giappone con il suo attacco
improvviso a Pearl Harbor; la Germania nazista con le sue mire
espansionistiche; l’Unione Sovietica ed in generale la diffusione del
comunismo; il Medioriente forte delle sue risorse petrolifere desiderate
e considerate immeritate dall’Occidente. Vista la potenza di fuoco di cui
il cinema a stelle e strisce dispone, la figura del nemico da esso messa
in scena coincide con il nemico dell’intera umanità. Nonostante, in un
modo o nell’altro, i nemici dell’America tendano ad essere presentati
come i nemici dell’umanità, non mancano pellicole di science fiction in
cui il nemico è lo stesso establishment statunitense con i suoi eterni
vizi imperialisti e guerrafondai.
Al fine di approfondire tali questioni, risulta utile far riferimento al libro
di Roberto Giacomelli, Nemici dell’America, nemici dell’umanità.
Il “nemico” nel cinema fantascientifico americano (Sovera
Edizioni, 2014). Il volume attraversa la storia del cinema di
fantascienza americano alla ricerca delle modalità con cui viene
presentata la figura del nemico. Certo, non ci si può attendere
un’analisi esaustiva di un genere che ha prodotto centinaia di pellicole,
soprattutto se si vogliono esaminare anche le opere di minor qualità.
La scelta dei film operata da Giacomelli è inevitabilmente parziale ma si
tratta di una buona base di partenza su cui riflettere e, volendo,
l’analisi proposta dallo studioso può essere integrata da opere non
citate e/o se ne possono togliere alcune che appaiono ai limiti del
genere o, ancora, nulla vieta di riassemblare i film trattati secondo
logiche differenti.
La prima tappa del viaggio di Giacomelli all’interno della cinematografia
fantascientifica statunitense parte dagli anni ’40, quando gli schermi
risultano popolati da figure di mad doctor, in linea con i timori
esercitati dal progresso scientifico applicato all’ambito bellico che richia
di finire nelle mani di folli megalomani. Il cinema di fantascienza,
sostiene l’autore, non è riuscito a trarre grande ispirazione dal nemico
giapponese, nonostante il suo rappresentare un antagonista infido che
attacca di sorpresa ed alle spalle. Piuttosto, il riferimento al Giappone,
nell’abito fantascientifico, si è concentrato sul tragico epilogo del
conflitto bellico rappresentato della bomba atomica americana, con i
suoi nefasti effetti che, oltre al massacro immediato, si proiettano
sull’ambiente e sulle generazioni a venire. Il filone dei monster movie
degli anni ’50 si sviluppa proprio a partire dai disastri provocati dagli
esperimenti nucleari, tanto che nello stesso Giappone vengono prodotti
diversi film ruotanti attorno alla figura del mostro derivato dalle
mutazioni innescate dalla catastrofe atomica di Hiroshima e Nagasaki e
dagli esperimenti nucleari nel Pacifico. A tal proposito non si può che
citare il nipponico Godzilla (Gojira, Ishiro Honda, 1954).
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controinform
24 Ago 2016
Etica e/del
genocidio: i
nazisti e la
responsabili
morale
Negli anni ’40 il cinema americano preferisce concentrarsi sul nemico
nazista seppure, si argomenta nel saggio, in maniera indiretta.
Secondo l’autore, «è possibile riscontrare un’influenza tra la fantascienza del Terzo Reich e la fantascienza cinematografica» (p. 26). Non
è pertanto difficile cogliere il parallelismo tra la figura dello scienziato
pazzo, incline ad utilizzare gli sviluppi scientifici per folli progetti
personali, ed i gerarchi e medici nazisti, quando non lo stesso Führer,
con i loro progetti eugenetici.
4 Ago 2016
Le radici del
2 Ago 2016
Interviste
Giulio Regen
le verità
ignorate.
Intervista a
Lorenzo
Declich
12 Lug 2016
Haiti, la
canna da
zucchero e i
nuovi schiav
conversazio
con Raùl
Zecca
8 Lug 2016
Glenn Gould
il pianista
fuori tempo
Intervista a
Sandrine
Revel
30 Giu 2016
Controinformazione
Ventimiglia:
esistenze,
voci,
solidarietà
negate
19 Ago 2016
Nel
saggio
vengono
portati tre esempi su
tutti di opere degli anni
’40 in cui compaiono
figure di mad doctor. Il
primo, Mostro Pazzo
(The Mad Monster,
Sam
Newfield,
1942), narra la storia
di uno scienziato che, al
fine di rafforzare le
truppe americane nella
loro guerra contro il
Terzo Reich, finisce col progettare un’armata di soldati licantropi. Il film
pare voler mettere in guardia gli Stati Uniti dai rischi che si corrono
nell’accentrare troppo potere nelle mani di un singolo che può rivelarsi
un pazzo. Il secondo film, Il Dottor Cyclops (Dr. Cyclops, Ernest B.
Schoedsack – Merian C. Cooper, 1940), è un’opera in cui uno
studioso, non a caso di origine nord europea e palesemente
somigliante ad Heinrich Himmler, decide di miniaturizzare coloro che
intralciano i suoi esperimenti, suggerendo così allo spettatore l’idea del
malvagio che costruisce un regno di terrore in cui gli altri esseri umani
vengono sovrastati, miniaturizzati, appunto. Nel terzo caso, La donna
e il mostro (The Lady and the Monster, George Sherman, 1944),
si racconta di uno scienziato che riesce a mantenere in vita il cervello
degli esseri umani anche dopo la morte e di come tale esperimento
finisca con lo sfuggirgli di mano visto che il cervello mantenuto in vita
risulta in grado di controllare la volontà altrui. In queste tre pellicole il
nemico è da ricercarsi nelle mire megalomani di qualche scienziato
pazzo ma non si manca di denunciare la responsabilità di chi consente
che ciò accada: la Nazione deve impedire che un singolo sia messo in
condizione di determinare la rovina del Paese se non dell’umanità
intera.
Terminatala la Seconda guerra mondiale si entra presto nella Guerra
Fredda ed il nemico cambia dentro e fuori lo schermo. Il Blocco
sovietico sostituisce il Terzo Reich ed al regime hitleriano succede il
pericolo comunista. Il filone cinematografico fantascientifico non può
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Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
Con i
lavoratori
"esuberanti"
della Fiera d
Bologna
13 Ago 2016
Morire a
Dacca/3
12 Ago 2016
che trarre feconda ispirazione dalla corsa allo spazio che vede l’Unione
Sovietica e gli Stati Uniti contendersi il cielo e, soprattutto, attraverso
esso, il primato in ambito scientifico, tecnologico e militare. In un simile
clima che mette a contatto l’essere umano con lo spazio, la science
fiction, attraverso centinaia di romanzi e film, non può che far
riferimento ad invasioni aliene e conflitti stellari. «Il nemico assume
sembianze polimorfiche, si insinua nella mente, prende il controllo delle
sue vittime, è invisibile, subdolo e letale. È alieno e spesso marziano,
rosso come il pianeta da cui proviene e come il paese in cui vivono i
russi, comunista. Il nemico può nascondersi ovunque, assumere le
sembianze dell’americano modello, arrivare perfino ai vertici politici. E
così la concretizzazione della paranoia dilagante è presto in atto» (p.
33).
Cinema e TV
Nemico (e)
immaginario
I media dei
morti vivent
del/nel
neoliberismo
23 Ago 2016
Nemico (e)
immaginario
L'Umano e
l'Alieno
16 Ago 2016
Io l'ho visto
7 Ago 2016
Testi
Là nella vall
/13 : Giochi
olimpici
17 Ago 2016
Il mondo di
spalle
14 Ago 2016
Per il vostro
lavoro:
FasTime!
Soprattutto a partire dai primi anni ’50, con il diffondersi del
maccartismo, non solo il vero nemico dell’America è il comunista ma
questo può essere chiunque. Dunque, sostiene Giacomelli, «dagli anni
’50 agli anni ’70 […] il nemico aveva una valenza ben specifica ma allo
stesso tempo non possedeva una fisionomia autentica. Chiunque
poteva essere il nemico e il cinema di fantascienza lo intuì ammantando
gli alieni invasori che popolavano i cinema degli anni ’50 di chiare
connotazioni metaforiche che richiamavano le paure dell’epoca» (pp.
33-34).
Gli alieni, proprio come i comunisti, mirano a colonizzare il pianeta
mimetizzandosi con i comuni esseri umani. Il film simbolo di tale filone
di alieni alla conquista della terra è indicato dal saggio in L’invasione
degli ultracorpi (Invasion of the Body Snatchers, Don Siegel,
1956). In realtà il regista e lo sceneggiatore affermano di non aver
mai pensato a metafore politiche che vedessero le forze aliene
identificabili con i comunisti ma resta il fatto che il film,
contestualizzato all’interno della Guerra Fredda, non può che esser
letto dal pubblico americano degli anni ’50 in tal modo.
Nel film A prova di errore (Fail-Safe, Sidney Lumet, 1964), rifatto
per la tv nel 2000 da Stephen Frears, tratto dall’omonimo romanzo di
Eugene Burdick ed Harvey Wheeler, si fa riferimento a come il
malfunzionamento tecnologico determini la catastrofe nucleare.
Chiaramente, suggerisce Giacomelli, il film riesce a risultare
coinvolgente anche grazie al clima che si è venuto a creare con la Crisi
dei missili di Cuba del 1962. Anche nel celebre lungometraggio Il
dottor Stranamore (Dr. Strangelove: How I Learned to Stop
Worrying and love the Bomb, Stanley Kubrick, 1964) si fa
riferimento all’avvio della catastrofe nucleare. In questo caso la causa
non è imputabile ad un errore tecnologico ma alla follia militare
supportata da un consigliere ex scienziato nazista che sogna la
ripopolazione del pianeta, dopo il disastro, ad opera di una razza
superiore. Attraverso il registro della commedia grottesca, il film di
Kubrick, tratto dal romanzo del 1958 Allarme Rosso (Red Alert) di Peter
Geroge, mostra che «il nemico è come una serpe che l’America ha
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Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
3 Ago 2016
covato in seno per diverso tempo» (p. 37). E questa serpe è parte
integrante dell’establishment.
A proposito di film statunitensi che,
rifacendosi alla corsa allo spazio delle
Perché la
due superpotenze, si concentrano sulla
rivoluzione
che non
possibilità di invasioni aliene o sui
danza non è
pericoli provenienti da quello spazio
la nostra
rivoluzione.
che
l’uomo
intende
conquistare,
Festival Alta
Giacomelli si sofferma su Uomini sulla
Felicità,
22/24 Luglio Luna (Destination Moon, George
Venaus
Pal, 1950) e RXM – Destinazione
Valsusa
Luna
(Rocketship
XM,
Kurt
Neumann, 1950). Nel primo film
10 Ago 2016
viene mostrata la frenesia delle
intente
a
giocare
Marcinelle, 8 superpotenze
agosto 1956 d’anticipo sulla rivale e come la scelta
carbone in
di
affrettare
i
tempi
da
parte
cambio di
americana, determini una serie di problemi risolti soltanto grazie ad un
vite umane
patriottico happy end. Nel secondo lungometraggio alcuni astronauti
8 Ago 2016
americani, finiti per errore su Marte, hanno modo di vedere gli esiti di
una guerra atomica che ha sconvolto gli abitanti del lontano pianeta e,
Gorizia,
sul finale del film, l’umanità viene esplicitamente messa in guardia circa
l'attuale
gli esiti nefasti di un conflitto nucleare. Anche Conto alla rovescia
(Countdown, Robert Altman, 1967) mostra come la fretta di
6 Ago 2016
anticipare gli avversari porti gli americani a mettere piede sulla luna il
più presto possibile. A metà anni ’70 la competizione tra USA ed URSS
nella corsa allo spazio termina con una missione in cui i due paesi
collaborano. Anticipando i tempi La cortina di bambù – Il mistero di
Santi subito!
Saturno (The Bamboo Saucer, Frank Telford, 1968) narra di una
Sono
collaborazione spaziale tra russi ed americani contro la Cina. Non
fotogenico
sfugge come il comune nemico cinese proiettato nello spazio dagli
schermi cinematografici coincida con l’epoca della Rivoluzione culturale
24 Lug 2016
di Mao.
Speciali
Il mio gross
grasso
matteorenzi
greco
19 Lug 2015
Nous somme
Stephan
24 Feb 2015
Romanzi a puntate
Affinché termini la Guerra Fredda nella realtà occorre attendere la finire
degli anni ’80, nel frattempo, ricorda Giacomelli, la fantascienza
americana produce film che non mancano di palesare nuove e vecchie
paure. Ad esempio, Capricorn One (id., Peter Hyams, 1978) è un
film che narra di un finto sbarco americano su Marte traendo linfa dal
diffondersi negli anni ’70 di teorie cospirazioniste che manifestano dubbi
anche a proposito dell’autenticità dello sbarco sulla luna di Apollo 11.
Dopotutto non è passato molto tempo dallo svelamento delle menzogne
relative al Watergate ed alla guerra del Vietnam. Il nemico tende,
dunque, ad essere identificato nel Governo stesso e nelle agenzie che
cospirano alle spalle dei cittadini. Il saggio cita anche The Day After –
Il giorno dopo (The Day After, Nicholas Meyer, 1983) come
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Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
L'Arca della
Fattanza
(Epilogo)
17 Gen 2016
L'Arca della
Fattanza
(Capitolo 5b
10 Gen 2016
L'Arca della
Fattanza
(Capitolo 5a
3 Gen 2016
Segnalazioni
Frammenti d
redenzione e
pallone
28 Ago 2016
Per i primi
trent'anni de
Forte
Prenestino
esempio di film che continua a narrare del confronto militare-nucleare
tra le due superpotenze. Invece, in Essi Vivono (They Live, John
Carpenter, 1988) la pura deriva dalla possibilità di controllare la
volontà altrui ed in questo caso la minaccia, suggerisce l’autore,
anziché comunista appare essere borghese e capitalista.
Chiusa la parentesi della Guerra Fredda, il nuovo nemico, dentro e fuori
dagli schermi, diventa il mondo mediorientale: un antagonista che
palesa una cultura, una religione ed usanze difficilmente conciliabili con
l’Occidente. Ovviamente la contrapposizione dell’America con il nemico
mediorientale inizia ben da prima dell’abbattimento delle Twin Towers,
comunque la Prima Guerra del Golfo si ha ad inizio anni ’90 ed un
decennio dopo è la volta della Seconda e, «come accaduto nei
precedenti conflitti che hanno delineato la fisionomia del nemico
statunitense, è l’intero Occidente ad entrare in prima persona nella
questione. Il terrorista diventa l’incubo post 2000 per eccellenza […]
Bin Laden è il moderno ba-bau, immortale raffigurazione del terrore
capace di spazzare via i simboli del potere occidentale, ossessione di
una nazione» (p. 43). Il nemico è il mediorientale, non importa di
quale nazionalità, egli rappresenta una minaccia senza volto, un nemico
pronto ad immolarsi senza preavviso, un po’ come i vecchi kamikaze
giapponesi.
Chi siamo
In RoboCop (id., José Padilha, 2014), reboot realizzato dal regista
brasiliano del film degli anni ’80 di Paul Verhoeven, «l’intento di
attualizzazione della vicenda che da un immaginario futuristico di fine
anni ’80 avrebbe dovuto legarsi a quello post 2000, tende a identificare
immediatamente il mediorientale come minaccia per gli Stati Uniti, da
combattere e soprattutto da prevenire. […] Il film di Padilha si muove
poi su altri terreni che interessano, oltre al conflitto politico interno,
anche le questioni di carattere etico sull’utilizzo della tecnologia
applicata alla medicina, ma [l’incipit] già riesce ad inquadrare
efficacemente la preoccupazione tutta americana verso un estraneo
imprevedibile e l’azione diretta per sabotarlo e prevenire la minaccia
che in passato ha colpito il cuore degli Stati Uniti» (pp. 44-45).
Carmilla ®
Supplemento a
Progetto Memoria
Aut. Trib. Bologna
n. 5737 del
3.5.1989.
Dir. Resp. Valerio
Evangelisti - I
pareri espressi dai
singoli redattori
nei loro articoli
Cloverfield (id., Matt Reeves, 2008), film che riprende le modalità
del mockumentary, è indicato dallo studioso come apologo sulle paure
americane post 11 settembre: «Cloverfiled è proprio il manifesto più
esplicito di un malessere comune tra i cittadini di New York (e on solo),
che sotto all’aspetto del film di genere nasconde il più efficace e
spaventoso specchio della tragedia avvenuta e sempre pronta a
ripetersi» (pp. 46-47). Nel film il mostro che semina distruzione nelle
strade di New York è ripreso dal “cineocchio” di un ragazzo qualsiasi
che si ritrova casualmente a documentare gli avvenimenti. «Una sorta
di temerarietà da testimone (audio)visivo che nell’epoca di You Tube e
25 Ago 2016
Gli universi
Moras
20 Ago 2016
https://www.carmillaonline.com/2016/08/09/nemico-immaginario-nemico-allo-schermo-nemici-dellamerica-nemici-dellumanita/[29/08/2016 14.08.24]
Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
non
necessariamente
rispecchiano quelli
dell'intera
redazione.
dei videofonini si inocula nel più impensabile individuo, spinto dalla
voglia di documentare, di poter dire ad amici ed estranei “io c’ero” […]
nel post 11 settembre Cloverfield utilizza a suo vantaggio la paura per
gli attentati terroristici e ne ricrea il caratteristico clima di terrore
trasfigurandolo in una nuova creatura che si va ad aggiungere al
nutrito bestiario di mostri di fantascienza che da oltre mezzo secolo
spaventa e diverte il pubblico» (p. 47)
Informativa
sull'uso dei cookie
Se la paura per il gesto terroristico, per l’azione improvvisa del nemico,
accomuna
diverse
produzioni
di
science
fiction catastrofica
contemporanea, nel saggio si ricorda come non siano mancati cenni ad
attentati terroristici nemmeno nel cinema di fantascienza del passato,
come, ad esempio, avviene nel film La guerra dei mondi (War of
the Worlds, Steven Spielberg, 2005), attualizzazione di inizio
millennio del romanzo di H.G. Wells del 1898. L’invasione aliena ai
danni dell’umanità narrata dal romanzo ben si presta ad attualizzazioni:
«il marziano è il diverso con intenti ostili, colui che proviene dall’altra
parte del confine e invade il nostro territorio con potenza distruttiva.
Ogni epoca ha la sua guerra e ogni guerra ha, secondo il punto di
vista, un nemico ostile e guerrafondaio» (p. 47). Giacomelli ricorda
come il romanzo di Wells abbia dato «profetica forma al nemico
giapponese nel celebre sceneggiato radio curato da Orson Welles nel
1938 ed è stato adattato con efficacia nel 1953 nella riduzione
cinematografica di Byron Haskin… Nel film di Haskin il nemico venuto
da Marte poteva essere letto come la metafora del nemico comunista
[…] e infatti si inseriva nel momento clou della Guerra Fredda» (pp.
47-48). Se nel film di Haskin dei primi anni ’50, in fin dei conti, sembra
essere la fede cristiana a «veicolare l’abbattimento delle navette
spaziali aliene», nel film di Spilberg del 2005 sembra , piuttosto, essere
la fede nella famiglia a determinare la sconfitta aliena.
Anche
il
già
citato
L’invasione degli ultracorpi
(1956), tratto dal romanzo
di Jack Finney, viene indicato
dal libro come opera-simbolo
della “paranoia da Guerra
Fredda”. Il romanzo di Finney
è fonte d’ispirazione anche
per Terrore dallo spazio
profondo (Invasion of the
Body
Snatchers,
Philip
Kaufman,
1978)
che,
secondo
Giacomelli,
rappresenta la versione più pessimistica tra le opere cinematografiche
ispirate all’opera narrativa. Nei primi anni ’90 i pericolosi baccelli alieni
tornano nel film Ultracorpi – L’invasione continua (Body
https://www.carmillaonline.com/2016/08/09/nemico-immaginario-nemico-allo-schermo-nemici-dellamerica-nemici-dellumanita/[29/08/2016 14.08.24]
Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
Snatchers, Abel Ferrara, 1993) ed, in questo caso, non è difficile
scorgere l’eco della Guerra del Golfo. Nel film di Ferrara l’invasione
nemica prende avvio proprio in una base militare americana, il male si
propaga a partire da quel mondo militare che dovrebbe difendere il
Paese dagli attacchi nemici. I militari «sono i primi a cadere sotto il
fuoco omologante dei parassiti vegetali di provenienza extraterrestre,
che trovano nel mondo militare un ambiente molto fertile ai loro intenti
di massificazione. La mente militare, infatti, detta la disciplina e la
disgregazione dell’ego di fronte ai dettami di chi è gerarchicamente
superiore, un’ideologia che svuota le coscienze così come gli invasori
alieni fanno con le vittime umane, creando così un parallelismo che
sembra minare in special modo i sistemi di difesa dell’uomo,
rendendolo inerte di fronte all’attacco nemico» (p. 49). Tutto ciò ci
induce a prendere atto che, in realtà, il nemico siamo noi.
Nella serie televisiva Invasion (ideata da Shaun Cassidy, 20052006), all’interno di uno scenario di provincia semi-rurale scosso dai
grandi uragani che hanno sconvolto gli Stati Uniti, si torna a trattare la
clonazione e l’assenza di emozioni delle copie che sostituiscono gli
esseri umani. In questo caso viene narrata una società in cui non ci si
può più fidare di nessuno e in cui non ci si riconosce più nemmeno
all’interno della famiglia. Nel film Invasion (The Invasion, Oliver
Hirschbiegel, 2007), ennesima produzione cinematografica che si rifà
al romanzo di Finney, si torna ad ambientazioni metropolitane che,
secondo Giacomelli, evidenziano un parallelismo tra il loro presentarsi
lugubri e l’assenza di emotività che contraddistingue i replicanti alieni.
In questo caso «sono gli stessi corpi umani a trasformarsi in armi per il
nemico, come se l’uomo fosse già predisposto al cambiamento,
all’invasione. […] Il male è già sedimentato nell’essere umano, ha
bisogno solo di una spinta esterna che possa farlo emergere e Invasion
ci lascia il dubbio che il cambiamento in atto non sia proprio un male,
ma semplicemente una ulteriore fase del processo evolutivo e
adattativo dell’essere umano» (p. 51).
In
alcuni
film
gli
extraterrestri-invasori
rimandano
esplicitamente
al
nemico
mediorientale
ed a tal proposito il
saggio si sofferma su
Skyline (id., Colin
Strause,
Greg
Strause, 2010), che
sin dal titolo rinvia
all’attacco al WTC, e World Invasion (Battle: Los Angeles,
Jonathan Liebesman, 2011), ove i marines si trovano a combattere
https://www.carmillaonline.com/2016/08/09/nemico-immaginario-nemico-allo-schermo-nemici-dellamerica-nemici-dellumanita/[29/08/2016 14.08.24]
Nemico (e) immaginario. Il nemico allo schermo: nemici dell'America, nemici dell'umanità - Carmilla on line x
strada per strada «contro una minaccia aliena che mira all’estinzione
dell’umanità, anzi dell’americanità, vista l’enfasi patriottica che la
vicenda tende a sollevare soprattutto con l’esaltazione della figura del
soldato a stelle e strisce» (p. 51). In Dead Air (id., Corbin Bernsen,
2009) il virus letale che deve distruggere l’America è propagato da un
gruppo di terroristi esplicitamente mediorientali. In questo caso,
suggerisce il saggio, il film, nel far ricorso a tutti gli stereotipi relativi al
terrorista arabo, scadendo nel becero razzismo, ha almeno il merito di
esplicitare la xenofobia dilagante dell’America di Bush Jr. Il film
riprende la tematica del contagio ed in questo caso si tratta di un virus
diffuso nell’aria dai terroristi mediorientali che provoca comportamenti
aggressivi ed antropofagi. Nonostante il piano criminale non si attui
totalmente, il Paese, una volta che si è messo in moto il contagio, pare
ormai destinato a dover continuare a fare i conti con rabbiosi,
distruttivi e dinamici morti viventi. «Per l’opinione pubblica le azioni
terroristiche provenienti dal Medio Oriente sono la paura reale di inizio
secolo, aggressori che distruggono le certezze e la quotidianità di ogni
individuo, di ogni onesto lavoratore colpito a morte nelle sua stessa
abitazione o sul luogo di lavoro […] Si tratta di nemici degli Stati Uniti
e, di riflesso, dell’intero Occidente» (pp. 53-54).
Giacomelli, dopo aver passato in rassegna le modalità con cui il cinema
fantascientifico ha dato immagine ai nemici dell’America, si concentra
sulle figure dell’Umano e dell’Alieno così come vengono presentate
dalla science fiction statunitense. Entrambe le figure vengono
analizzate come figure di nemico: l’essere umano come minaccia per se
stesso e per il pianeta, come artefice del male, causa e conseguenza
dei disastri e l’Alieno come figura su cui proiettare, quasi sempre, le
caratteristiche peggiori dell’umanità stessa. Nel nostro prossimo scritto
ci soffermeremo su tali aspetti analizzati dall’autore nella seconda parte
del saggio.
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Nemici dell'America nemici dell'umanità. Il “nemico” nel cinema fantascientifico
https://www.carmillaonline.com/2016/08/09/nemico-immaginario-nemico-allo-schermo-nemici-dellamerica-nemici-dellumanita/[29/08/2016 14.08.24]