LO PSICOLOGO ALL`INTERNO DELL`ISTITUTO SCOLASTICO

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LO PSICOLOGO ALL`INTERNO DELL`ISTITUTO SCOLASTICO
LO PSICOLOGO ALL’INTERNO
DELL’ISTITUTO SCOLASTICO
Proposta di continuità del progetto dell’a.s. 2006/2007
per l’a.s. 2007/2008
Franca SCARLACCINI
Psicologa
Iscritta all’albo degli psicologi della Valle d’Aosta n. 87
Croix des Prés, 66
11015 La Salle (AO)
Tel. 0165.862329
Cell. 348.7149329
Sommario
Premessa. ________________________________________________________________3
Il ruolo dello psicologo. _____________________________________________________3
Obiettivi e modalità dell’intervento. ___________________________________________4
Necessità della presentazione del servizio alle famiglie. _________________________4
Relazione sulle attività svolte durante l’anno scolastico 2006/2007 ________________5
Conclusioni e proposte______________________________________________________6
Costi del progetto. _________________________________________________________ 7
Chi propone il progetto. _____________________________________________________ 8
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Ci sembra importante, considerata anche la risposta ampiamente positiva al progetto presentato nell’anno
scolastico precedente da parte di alunni, genitori e insegnanti, riproporre, sulla stessa scia, lo stesso progetto.
Il bilancio dell’attività, presentata all’interno del documento permetterà sicuramente di indirizzare l’attività per il
nuovo anno scolastico al fine di migliorarne alcuni aspetti.
Premessa.
L’intervento dello psicologo all’interno dell’istituto scolastico si propone come la possibilità da parte degli
operatori scolastici di avvalersi di un esperto della relazione per migliorare i propri interventi pedagogici ed
educativi.
E’ infatti palese che affinché un bambino possa apprendere e possa imparare a relazionarsi con il contesto in
modo adeguato ed equilibrato, affinché egli possa trovare il proprio posto nel gruppo e possa incamminarsi
verso la propria autonomia grazie agli strumenti forniti dalla formazione scolastica, egli deve vivere in un
contesto di benessere. Per incoraggiare e incrementare una vera politica ed un’azione mirata a creare una
sempre migliore qualità della vita all’interno dell’istituzione scolastica, lo psicologo si propone come un
interlocutore privilegiato che può, grazie alle sue competenze, affiancare gli insegnanti nell’obiettivo di
mantenere al centro del dispositivo l’alunno, il bambino e creare le migliori condizioni per affrontare il percorso
pedagogico-educativo, anche in quelle situazioni più problematiche per le quali la scuola sente di aver
utilizzato tutte le sue risorse.
La volontà dell’Istituzione Scolastica ed in particolare del ciclo primario, è sicuramente quella di operare
coerentemente per la valorizzazione dell’alunno, affinché egli possa crescere nelle conoscenze, nel suo
rapporto al mondo, nel suo essere persona. I docenti, nonostante il loro impegno, si trovano però talvolta
confrontati a difficoltà di origine multifattoriale e perciò di difficile comprensione, che coinvolgono non solo il
bambino ma l’intero sistema alunno-classe-insegnanti-famiglia. Queste situazioni-problema risultano spesso
vissute come situazioni per le quali “tutto è stato tentato”, come situazioni di stallo, di smacco, che sembrano
perpetuarsi senza possibilità di evoluzione. Spesso, solo quando sembra che ogni limite sia stato superato e
per quelle situazioni che sembrano aver raggiunto un livello di particolare gravità, viene richiesto l’intervento
dei Servizi socio-sanitari, i quali non sempre riescono ad assorbire idoneamente le richieste di presa in carico.
Il ruolo dello psicologo.
Lo psicologo all’interno dell’istituto scolastico, non solo permette di avere una risposta sempre disponibile per
queste situazioni di difficoltà, offrendo un intervento che perde la connotazione “medicalizzata”, che spesso è
attribuita ai servizi di territorio, ma offre anche una vera consulenza attiva e continua agli insegnanti e alle
famiglie per garantire il “diritto al benessere” dell’allievo.
Infatti, lo psicologo, in qualità di consulente attivo a servizio dell’Istituto Scolastico, aiuta gli insegnanti
costantemente, e non solo di fronte a situazioni che degenerano, a scoprire nuove risorse, svolgendo così un
intervento che si inserisce anche nel quadro della prevenzione mirando a mantenere un contesto ed un clima
di benessere nel quale ogni individuo può esprimere al meglio le proprie risorse e capacità.
Lo psicologo deve quindi essere considerato uno strumento-risorsa che interviene con il preciso obiettivo di
aiutare gli operatori e le famiglie a mobilitare le proprie risorse, senza sostituirsi ad essi, ma trovando insieme
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a loro nuove strategie di intervento, talvolta offuscate dalla ricerca delle responsabilità e dai conflitti che
possono nascere tra scuola e famiglia nel tentativo di difendere il proprio sistema, scaricando le colpa
sull’altro. Il altri termini, è ruolo dello psicologo far convergere in un unico senso le forze dei sistemi coinvolti,
con l’obiettivo esplicito di risolvere (e non solo capire) una situazione problematica.
Obiettivi e modalità dell’intervento.
L’intervento dello psicologo all’interno dell’istituto scolastico si propone quindi di:
a) Fornire all’Istituto Scolastico un sostegno ed un supporto nei casi problematici per i quali spesso
esiste un sentimento di impotenza;
b) Fornire un sostegno alla gestione educativa del bambino da parte della scuola e della famiglia;
c) Far convergere le forze della famiglia e della scuola in vista di una risoluzione delle difficoltà, creando
una collaborazione anche mediata;
d) Contribuire al mantenimento dello stato di benessere di tutti gli allievi, incoraggiando un clima di
collaborazione, nel quale è possibile la valorizzazione e il potenziamento delle risorse di ciascuno.
L’intervento dello specialista si attua attraverso interventi concordati con gli insegnanti e con la direzione
scolastica. E’ importante sottolineare che questo servizio vuole essere una risposta plastica, rivedibile,
adattabile al contesto: infatti lo psicologo interviene in un’organizzazione precisa, con esigenze precise, di cui
non solo tiene conto, ma sulle quali deve modellare il suo intervento.
Gli interventi che lo psicologo può attuare sono:
1. Incontri con docenti, che possono prendere la forma di consulenze individuali (tipo permanenza), di
formazione di gruppo o di supervisione;
2. Incontri con i genitori, con la stessa possibilità di creare incontri di gruppo o consulenze per singoli
genitori (tipo sportello psicologico);
3. Consultazione dello specialista da parte dei Consigli di Classe;
4. Progettazione e interventi mirati di percorsi educativo-didattici per la singola classe o per più classi
(temi di prevenzione del disagio psicologico, che possono comprendere l’incoraggiamento
all’introspezione, alla verbalizzazione e espressione dei sentimenti, lo sviluppo della collaborazione di
gruppo, della consapevolezza dell’altro e di sé…, ma anche temi di educazione alla salute e in
particolare nell’ottica della prevenzione dei disturbi alimentari e della tossicodipendenza).
Tali interventi, le modalità e l’impegno orario dello psicologo devono essere decisi in accordo con l’équipe
docente e la direzione didattica in base alle esigenze specifiche.
Necessità della presentazione del servizio alle famiglie.
Spesso il senso comune attribuisce purtroppo ancora oggi al ruolo dello psicologo una connotazione piuttosto
negativa, associando il suo intervento all’ambito della malattia mentale. E’ importante quindi che i genitori dei
bambini dell’Istituto che si avvale di un tale servizio, possano incontrare lo psicologo che interverrà e che potrà
essere a contatto con i loro bambini, conoscerlo, confrontarsi con lui e indagare sulle sue competenze. E’
necessario che i genitori siano coinvolti al massimo nel progetto, perché non abbiano l’impressione (che si
riscontra troppo spesso quando i servizi sociali sono portati ad intervenire), che si voglia palliare alle loro
carenze con l’intervento dello specialista. I genitori devono, a nostro parere, essere coinvolti anche nella
progettazione degli interventi: è sicuramente molto costruttivo presentare loro il progetto come la possibilità di
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rispondere alle loro esigenze creando ad esempio incontri ad hoc su temi che i genitori stessi avranno
sollevato. Questa partecipazione nelle scelte costituisce sicuramente una base importante per il successo
dell’intervento.
Relazione sulle attività svolte durante l’anno scolastico 2006/2007
Da settembre 2006 a giugno 2007 è stato attuato il progetto “lo psicologo all’interno dell’Istituto scolastico”,
impropriamente chiamato sportello d’ascolto. Infatti, l’attività non è consistita solamente nel fornire uno spazio
di consulenza individuale a genitori, alunni e insegnanti, ma, come evocato nel progetto stesso consegnato
all’Istituzione Scolastica, lo psicologo si è inserito all’interno dell’Istituzione come strumento-risorsa per ogni
ambito che ritenga importante il suo intervento.
Concretamente l’attività è consistita in:
-
Consulenze individuali ad alunni delle scuole secondarie di primo grado di Courmayeur e Morgex
(sportello d’ascolto).
Consulenze individuali a genitori di alunni di ogni ordine e grado, che hanno preso direttamente
contatto spontaneamente o incoraggiati dagli insegnanti.
Consulenze individuali a insegnanti sulla loro pratica.
Consulenze a consigli di classe intorno a problematiche legate a casi particolari o al gruppoclasse.
Collaborazione con gli insegnanti per incontri con i genitori per affrontare situazioni problematiche.
Collaborazione con il dirigente per riflettere e agire in casi particolari.
Intervento di “trait d’union” con l’équipe di territorio per alcuni casi.
Incontri con alunni in situazione di grave disagio o durante sospensioni con obbligo di frequenza,
con o senza coinvolgimento della famiglia.
Collaborazione con la funzione strumentale del disagio con presenza in programmazioni sul
disagio e riflessioni comuni su situazioni particolari.
Una parte fondamentale del progetto è stata la prima presa di contatto con le famiglie: all’inizio dell’anno
scolastico il professionista ha incontrato presso i diversi plessi, insieme al dirigente scolastico, i genitori per
presentare il progetto di consulenza e rispondere alle eventuali domande. Allo stesso modo, per la scuola
secondaria, sono stati realizzati due incontri (uno per Courmayeur, uno per Morgex), per presentare in modo
dettagliato ai genitori il servizio dello sportello d’ascolto. Era infatti prioritario per il successo dell’attività, come
illustrato nel paragrafo precedente, coinvolgere al massimo i genitori permettendo loro di conoscere il
professionista e il servizio proposto. Solo in un secondo momento è stato preso contatto con i ragazzi con la
presentazione in ogni classe del servizio.
Da settembre a dicembre, un certo numero di ore è stato dedicato alla visita (ogni 15 giorni) di tutti i plessi per
rendere possibile il contatto diretto con alunni e insegnanti e l’osservazione della realtà scolastica. L’idea
seguita era proprio quella dello psicologo che appartiene all’Istituzione ed è presente quasi quotidianamente a
disposizione di chi ne necessita. Tuttavia, questa modalità, sicuramente importante, è stata abbandonata nel
secondo quadrimestre a causa dell’aumentare di consulenze individuali e del non sufficiente monte ore
previsto dal progetto, lasciando spazio all’intervento “su chiamata”.
A fronte di un impegno orario previsto di 244 ore, in realtà le ore dedicate al progetto sono state più di 400. Il
professionista ha ritenuto impossibile interrompere l’attività al raggiungimento del monte ore ed ha proseguito
in forma di volontariato il progetto, per garantire il normale svolgimento dell’attività prevista. E’ da evidenziare
come non fosse realmente prevedibile una risposta così importante al servizio da parte dell’utenza.
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L’impronta data al servizio è stata quella della plasticità e della mobilità: si è cercato di favorire al massimo i
genitori sia negli orari, sia negli spostamenti (effettuando consulenze all’interno dei vari plessi): questa
disponibilità è sicuramente stata apprezzata, ma sarebbe il caso di riflettere sull’opportunità di centralizzare
(nella sede di Morgex) le consulenze per ottimizzare i mezzi a disposizione.
La ripartizione delle attività può essere così riassunta:
54 % genitori
26 % alunni
20 % insegnanti
•
71% Consulenze individuali a alunni, genitori, insegnanti
+ consulenze ad insegnanti per casi specifici
•
29% Contatti con l’Istituzione : osservazioni, programmazioni sul disagio, riflessioni con
consigli di classe e dirigente, incontri genitori-insegnanti per casi specifici…
La parte più importante dell’intervento riguarda quindi la consulenza. Di seguito i numeri:
Circa 122 contatti tra alunni, genitori e insegnanti:
-
65 genitori
32 alunni della scuola secondaria allo sportello
25 contatti con gli insegnanti per situazioni particolari
Per quanto riguarda le consulenze ai genitori:
65 diversi casi per un totale di 194 incontri (una media di 3 incontri per ogni caso).
La richiesta di consulenza da parte dei genitori è stata motivata da:
solo in minima parte problemi di risultati scolastici dei figli
in gran parte problemi di comportamento dei figli a casa e/o a scuola (bambini disobbedienti, talvolta
intenibili, paure notturne/fobie, problemi relazionali con coetanei…)
- buona parte per chiarimenti sulla condotta da tenere con i figli (cosa fare di fronte ai capricci, al rifiuto
di fare i compiti, quando il bambino risponde male…)
-
L’approccio utilizzato per aiutare le famiglie è stato quello del counseling di impronta strategica (o coatching
strategico) , ovvero orientato alla soluzione, che consiste nel trovare soluzioni apparentemente semplici a
problemi complessi, passando dal “perché il problema” a “come la soluzione”. I genitori sono stati
accompagnati passo passo ad attuare nuove strategie comportamentali per cambiare il funzionamento del
sistema. Nella maggior parte dei casi è stata raggiunta una buona alleanza professionista-utente, che ha
permesso l’ottenimento di buoni risultati, ovvero del miglioramento della condotta dei bambini.
E’ da sottolineare che i migliori risultati, nel caso di problemi che coinvolgevano direttamente la scuola (es.
comportamento difficile del bambino a scuola…) si sono ottenuti nei casi in cui si è raggiunta una stretta
collaborazione tra scuola e famiglia, con la supervisione dello psicologo.
Conclusioni e proposte
Il riscontro da parte dell’utenza è stato positivo e va nel senso di una reale domanda della figura dello
psicologo dell’istituzione.
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Le ore preventivate (244), si sono rilevate largamente insufficienti per il tipo di attività proposta.
Sembra importante, nel continuare ad offrire la possibilità di consulenza a genitori e alunni, potenziare
l’intervento dello psicologo per gli insegnanti. Durante l’attività è emerso chiaramente il bisogno, da parte degli
insegnanti, di avere degli spazi nei quali poter lavorare sulle difficoltà della relazione con gli alunni e con le
famiglie (possiamo pensare a spazi di supervisione /analisi della pratica collettivi e/o individuali). Gli insegnanti
si trovano infatti sempre più confrontati a problematiche che non coinvolgono più solamente la didattica.
Anche alla luce di questi risultati, viene riproposto, per l’anno scolastico 2007/2008, lo stesso progetto.
L’obiettivo a lungo termine potrebbe essere che lo psicologo entri a far parte del personale non docente
dell’Istituzione Scolastica e possa davvero diventare una risorsa a completa disposizione di coloro che
usufruiscono dell’Istituzione stessa.
Costi del progetto.
I costi variano a seconda delle modalità di attuazione e vanno concordati con la Direzione didattica a seconda
delle disponibilità dell’Istituto.
Sembrerebbe importante poter definire un monte ore massimo (es. 300 ore ), che sarà comunque oggetto di
consuntivo, in modo che, nel caso in cui la risposta dell’utenza fosse minore, l’Istituzione paghi solamente le
ore effettive di servizio. Il costo orario non sarà inferiore ai 40 € esclusa cassa professionale (2%). La R.A. è a
carico della committenza. Siamo comunque disponibili per qualsiasi altro suggerimento.
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