Italiani e elettricità

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Italiani e elettricità
Gli italiani che
hanno fatto la storia
dell’elettricità
ALESSANDRO VOLTA
Quasi tutte le macchine elettriche che usiamo
derivano dagli studi e dalle invenzioni di italiani.
A parte il personal computer, ma quella è un’altra
storia che raccontiamo in ultima pagina
ANTONIOPACINOTTI
GUGLIELMO MARCONI
A cura degli studenti della classe 3 F
I.C. «GB Niccolini» - S.M. “N. Mandela”
a.s. 2014/15
GALILEO FERRARIS
ANTONIO MEUCCI
LUIGI GALVANI
Bologna, 9 settembre 1737 – Bologna, 4 dicembre 1798
E’ stato un fisiologo, fisico e anatomista italiano.
E’ oggi ricordato come lo scopritore
dell'elettricità biologica animale attraverso gli
studi effettuati sulle rane. Tali studi
influenzarono anche il più giovane Alessandro
Volta. In particolare una sua applicazione, la cella
elettrochimica, ispirò a Volta l’invenzione della
pila. Il galvanometro, lo strumento che rileva la
presenza di cariche elettriche, ha preso da lui il
nome.
ALESSANDRO VOLTA
(Como, 18 febbraio 1745 – Como, 5 marzo 1827)
Fisico, scoprì il metano ma è ricordato soprattutto per
aver inventato la pila, il primo generatore che trasforma
l'energia chimica in energia elettrica. In una
comunicazione datata 20 marzo 1800 Volta annunciò alla
comunità scientifica l'invenzione della pila da lui chiamata
"organo elettrico artificiale" e paragonata all'organo
elettrico del pesce Rana Torpedine.
Il principio chimico-fisico della pila di Volta è quello che è
alla base di tutte le batterie di uso comune, anche di
quelle ricaricabili dei cell e di altri dispositivi moderni.
ANTONIO PACINOTTI
(Pisa, 17 giugno 1841 Pisa, 25 marzo 1912)
E’ stato un fisico italiano, cui si deve nel 1860
l'invenzione della dinamo, la prima macchina che
trasforma l'energia cinetico/meccanica in
energia elettrica. La dinamo è un generatore di
corrente continua. Nel 1870 l'accoppiamento
della dinamo alla turbina idraulica diede avvio
alla produzione commerciale di energia elettrica.
Ciò diede impulso, negli anni seguenti alla
seconda rivoluzione industriale, alla ricerca sugli
utilizzi pratici dell'elettricità.
GALILEO FERRARIS
(Livorno Piemonte, 30 / 12/ 1847 – Torino, 7 / 02/ 1897)
E’ stato un ingegnere e scienziato italiano, scopritore del
campo magnetico rotante e ideatore del motore elettrico
in corrente alternata, la macchina cioè che trasforma
l’energia elettrica in energia meccanica. Da esso
derivano anche i moderni alternatori che, accoppiati alle
turbine, usiamo nelle centrali per produrre l’energia
elettrica in grandi quantità.
Galileo non brevettò la scoperta che invece fu brevettata
dal concorrente "Tesla Nikola" prima che Galileo si
accorgesse dell'importanza industriale della sua
scoperta.
ANTONIO MEUCCI
Firenze, 13 aprile 1808 – New York, 18 ottobre 1889
E’ stato un inventore italiano, celebre per lo sviluppo di un dispositivo di
comunicazione vocale accreditato da diverse fonti come il primo telefono.
Antonio non era un tecnico, aveva studiato all'Accademia delle belle arti di
Firenze.
Fu nel corso di esperimenti di elettroterapia che Antonio Meucci scoprì, nel
1849, la trasmissione della voce per via elettrica, divenendo così, in assoluto, il
primo pioniere del telefono elettrico della storia. Antonio diede subito al suo
sistema il nome di “telegrafo parlante”, ribattezzato successivamente
telettrofono. Antonio Meucci però non riuscì a brevettare completamente la sua
invenzione per mancanza di denaro. Approfittando delle varie difficoltà di
Antonio, l’americano Bell nel marzo del 1876 presentò la domanda di un
brevetto di telefono del tutto simile a quello di Meucci. Perciò fino a pochi anni
fa Antonio non risultava essere l'inventore nonostante che ripetute ricerche
storiche dimostrassero il contrario. L’11 giugno 2002, il Congresso degli Stati
Uniti d'America proclamò come unico inventore del telefono Antonio Meucci.
Così, il genio umile e dimenticato per anni dell’Italiano ha trovato il suo riscatto.
GUGLIELMO MARCONI
Bologna, 25 aprile 1874 – Roma, 20 luglio 1937
E’ stato un fisico, inventore, imprenditore, senatore del Regno.
A lui si deve lo sviluppo di un efficace sistema di comunicazione con
telegrafia senza fili via onde radio o radiotelegrafo che ottenne notevole
diffusione e la cui evoluzione portò allo sviluppo dei moderni sistemi e
metodi di radiocomunicazione senza fili (radio, radar, TV, wi-fi, ecc). La
scoperta gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1909. Dopo una prima
fase pioneristica occorrevano capitali per proseguire negli esperimenti,
così Marconi scrisse al ministero delle Poste e Telegrafi illustrando
l'invenzione del telegrafo senza fili e chiedendo finanziamenti. La lettera
non ebbe risposta e venne liquidata dal ministro sostenendo che le sue
ricerche erano inutili. Marconi, ricco proprietario terriero, non si arrese e
concentrò allora le sue ricerche verso l'Atlantico, convinto, in contrasto
con le teorie scientifiche del tempo, che le onde possano varcare l'oceano
seguendo la curvatura della Terra. Nel novembre, in Cornovaglia
(Inghilterra), installò un grande trasmettitore di onde elettromagnetiche.
Poi s'imbarcò per l’isola di Terranova. I due luoghi, separati dall'oceano
Atlantico, distano fra di loro oltre 3.000 chilometri. Il 12 dicembre 1901 ci fu
la comunicazione che costituì il primo segnale radio transoceanico. Il
messaggio ricevuto era composto da tre punti, la lettera S del codice
Morse. Era nata la radio. Nel 1903 Marconi installò a Coltano (PI) una
stazione radio che per molti anni fu tra le più importanti e potenti stazioni
radio del mondo.
Olivetti e il PC
All’inizio degli anni '60 la gente ancora non aveva idea di che cosa fosse un computer. I
primi Computer, infatti, erano degli apparati ingombranti, costosissimi e gestiti
esclusivamente dagli addetti ai lavori. Nel 1962 la fabbrica Olivetti di Ivrea, famosa
come grande casa produttrice di macchine da scrivere e calcolatrici, decide di creare
un apparecchio di piccole dimensioni e dai costi contenuti. L’ambizioso progetto è
affidato all'ingegnere Pier Giorgio Perotto che forma un'equipe di giovani ricercatori.
Nasce così la Programma 101, una macchina che consente ai “comuni mortali” e non
più ai soli tecnici specializzati di inserire dei dati e ricevere da essi dei risultati in maniera
semplice ed efficace.
La Olivetti presenta ufficialmente al pubblico la sua nuova creazione nel 1965 alla fiera
di New York, riscuotendo un grande successo. Sulle prime pagine dei giornali americani
più autorevoli dell’epoca si legge: “The first desktop computer of the World”.
Quindici anni prima di Steve Jobs (Apple) e Bill Gates (Windows) l’Olivetti capì che il
computer poteva essere qualcosa di diverso, un oggetto personale e “casalingo”. L’era
della digitalizzazione è incominciata da qui, grazie alla genialità e alla tecnologia
italiana. Ma poi succede che la statunitense Hewlett Packard ne compra un centinaio di
esemplari, li copia e li immette sul mercato. L’Olivetti le fa causa, accusandola di violare il
brevetto, e vince. L’Hp è condannata a versare un risarcimento di 900.000 dollari Usa
alla società di Ivrea, ma alla sconfitta in tribunale corrisponde una vittoria sul mercato che
vedrà trionfare gli americani con i loro grandi mezzi commerciali e soccombere gli italiani.