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Martedì 15
Ottobre 2013
La Voce
.SPECIALE SALUTE
25
SESSUALITA’ La rete, nuova maestra in questo campo, spesso non educa ma confonde
Virilità a rischio per un ragazzo su tre
Navigano in rete su siti “piccanti”, si
scambiano foto hot sui cellulari, parlano senza censure in chat e su Facebook.
Gli adolescenti italiani 2.0 pensano di
saperla lunga sul sesso, ma in realtà
sono poco informati. Proprio come i loro
coetanei di 10 o 20 anni fa. Perché la
mole di materiale che trovano su Internet non li educa, anzi altera la percezione della realtà: appena il 7% dei ragazzi
delle superiori sa che il preservativo
serve per proteggersi dalle malattie sessualmente trasmesse, il 90% sceglie di
usarlo solo per evitare una gravidanza
indesiderata.
Solo un giovanissimo su tre lo utilizza
sempre per i rapporti sessuali, mentre il
27% non ne ha mai comprato uno. Il
risultato di questo cattivo stile di vita?
Un 18enne su tre soffre di malattie
andrologiche significative. Da risolvere
tempestivamente.
Sono i dati di uno studio appena pubblicato sull’archivio italiano di urologia e
andrologia, che per la prima volta analizza a fondo la salute sessuale dei
diciottenni dopo l’abolizione della visita
di leva nel 2005.
L’indagine è stata illustrata oggi in
occasione della presentazione del progetto educativo Pianeta Uomo, kermes-
se promossa dalla Società italiana di
urologia (Siu) a Riccione.
I dati mostrano anche che la maggioranza dei giovanissimi segue stili di vita
sbagliati: l’80% degli under 18 beve
troppo e il 40% abusa di droghe, mettendo così a repentaglio la propria salute
sessuale presente e futura ed esponendosi al rischio di defaillance sotto le
lenzuola.
“I dati di questa ricerca - spiega Vincenzo Mirone, segretario generale della Siu
- fanno emergere la necessità di una
campagna informativa di educazione
sessuale e relazionale, perché i ragazzi
non hanno un punto di riferimento per
SANITA’ Il 30% dei test sono superflui. Ne risentono salute e portafoglio
Risonanza magnetica e raggi,
gli italiani abusano degli esami
In Italia una prestazione radiografica su 3 è inutile. E la spesa “evitabile” è considerevole. Se si considera,
infatti, che ogni anno si fanno circa
1 milione di esami e che il costo per
ognuno, a seconda delle metodiche
impiegate - si va dai 20 euro di un
semplice esame radiologico ai 150200 euro di una risonanza magnetica - incide comunque sulla gestione
sanitaria, specie per Tac e risonanza
magnetica, si può immaginare
quanto perda lo Stato.
Come se non bastasse, prescrivere
radiografie inutili aumenta del
400% il rischio di essere operato
inutilmente. La stima è della Società italiana di radiologia medica
(Sirm) che, in occasione del convegno per il suo centenario, cerca di
dare delle risposte costruttive a questo problema.
Rendere gli esami più efficaci in
termini diagnostici e ridurre l’esecuzione di quelli inutili sono le due
scommesse per il futuro lanciate da
Sirm, che aderisce al progetto “Fare
di più non significa fare meglio”. Si
tratta della versione italiana di
“Choosing wisely” (scegliere saggiamente), campagna attuata negli
Stati Uniti per scoraggiare il ricorso
a esami e procedimenti medici inutili da parte dei cittadini.
Nel nostro Paese è stata fatta pro-
In breve
Lo studio
Difetti al cuore,
cellule sotto accusa
■ I mitocondri, le centrali energetiche delle cellule, finiscono per la
prima volta alla sbarra come possibile causa di alcuni difetti
congeniti del cuore. Lo studio, che si è guadagnato le pagine di
Science, è firmato da un gruppo di ricercatori dell’università di
Padova e finanziato da Telethon. Il team, in collaborazione con
l’università americana di Washington, ha dimostrato che i mitocondri, questa specie di “pile cellulari”, sono in grado di
determinare in senso cardiaco il destino della cellula a livello
embrionale. Il lavoro suggerisce quindi nuovi potenziali meccanismi genetici alla base di alcune cardiopatie congenite.
Fecondazione assistita
All’estero per avere un figlio,
nel 20% dei casi non funziona
Non tutti gli esami medici sono necessari: gli italiani ne abusano
pria dalla rete Slow Medicine, fondata all’inizio del 2011 e composta
da società scientifiche, associazioni, collegi e ordini professionali e
gruppi di cittadini a favore di un
modello di cura che sia sobria, rispettosa e giusta. Una battaglia
sposata con convinzione anche dalla Sirm.
“Siamo dell’idea - spiega Carlo Faletti, primario di radiologia al Cto di
Torino e presidente Sirm - che cure
appropriate e di buona qualità e
un’adeguata comunicazione fra le
persone migliorino la qualità della
vita dei cittadini e dei professionisti
della salute e insieme riducano i
costi dei sistemi sanitari e ne promuovano, invece, l’equità e la sostenibilità economica e ambientale”.
Ma quali sono gli esami da evitare o
ridurre al minimo? Sirm ha stilato
un elenco di 5 pratiche ad alto
rischio di inappropriatezza: al primo posto spicca la risonanza magnetica del rachide lombosacrale,
ma anche quelle dell’encefalo e del
ginocchio non sono da meno. Chiudono la top five i raggi X al torace
pre-operatorio e quelli al cranio in
trauma lieve.
IL CONVEGNO L’Ail propone un metodo per risparmiare
Cure ematologiche, opportunità per le istituzioni
Una necessità per i pazienti e un’opportunità per le
istituzioni, soprattutto in
tempi di spending review.
L’assistenza domiciliare in
ematologia ha come obiettivo quello di migliorare la
qualità della vita del paziente e dei suoi familiari,
favorendo una continuità
di cure ematologiche adeguate ai diversi bisogni assistenziali, attraverso un
approccio multi professionale qualificato, in rete con
i loro dubbi in materia di sesso: da
quando finisce l’assistenza pediatrica,
attorno ai 14 anni, fino al momento in
cui si ha una vita di coppia stabile e si
mettono in cantiere dei figli, la vita
sessuale dell’uomo entra in un grande
‘buco nero’ dove impera il fai da te, non
ci si rivolge quasi mai a un medico e si
cercano informazioni sono dagli amici o
sul web. Il web purtroppo è una pessima
‘scuola’ perché ognuno può trovarci tutto e il contrario di tutto, perfino le pillole
contro la disfunzione erettile da scegliere nel più completo fai da te per un
‘aiutino’ a cui ricorrono anche e soprattutto i giovanissimi”.
le organizzazioni sociali e
sanitarie dedicate. Se ne è
parlato a Napoli, nel corso
di un convegno organizzato dall’Associazione italiana contro le leucemie (Ail)
con il contributo di Celgene Italia. Il servizio è già
partito nel Lazio, grazie alla collaborazione tra Regione e Ail, ma in provincia di
Napoli “troviamo una serie
di difficoltà, a volte insuperabili, perché il servizio
possa decollare”, spiega il
In collaborazione con Adnkronos
presidente di Ail Napoli,
Ermanno Rotoli.
“Le istituzioni - aggiunge dovrebbero essere interessate alla realizzazione del
servizio di assistenza domiciliare che comporta un
vantaggio per i pazienti e
una grossa economia per le
istituzioni, se attuato a
pieno regime. Abbiamo bisogno delle istituzioni e
delle Asl per ottenere la
cooperazione volta a migliorare l’assistenza domiciliare”.
“In epoca di spending review, i vantaggi dell’assistenza domiciliare sono
molto importanti”, incalza Bruno Tufari, consigliere Ail Napoli. I vantaggi,
spiega, sono “per i pazienti
che hanno difficoltà a recarsi presso le strutture
ospedaliere e che potrebbe-
ro essere curati a casa, e per
le strutture ospedaliere. I
pazienti possono essere curati da specialisti Ail, con
risparmio di denaro pubblico perché tutto finanziato da noi, con il cinque
per mille, le raccolte fondi
e tutte le altre nostre iniziative”.
“In questo momento, con
le risorse per la sanità che
si stanno contraendo, è
importante organizzare
questo percorso integrato”, dichiara il presidente
Sie, Fabrizio Pane. “E’ importante integrare il tipo di
assistenza specialistica in
ospedale con il percorso di
cure spesso a domicilio conclude - ma pone problemi organizzativi importanti per specialisti, operatori sociosanitari e istituzioni”.
■ Cinquantamila coppie italiane infertili ricorrono alla fecondazione assistita. E il 20% va all’estero. Ma questi “viaggi della
speranza per aspiranti genitori sono ormai inutili e pericolosi: in
Italia, tranne l’eterologa, si può fare tutto, mentre in altri Paesi
segnaliamo una carenza di informazioni, di counseling e talvolta
di qualità, oltre a quella che a volte si può definire come una
deregulation totale sulla fecondazione assistita”. Il monito arriva
da Ermanno Greco, direttore del Centro di medicina e biologia
della riproduzione dell’European Hospital di Roma, a margine di
un corso di formazione su “La diagnosi genetica preimpianto”.
Nascite
Boom di gemelli:
+25% in vent’anni
■ Negli ultimi vent’anni in Italia il numero di parti plurimi ha avuto
un incremento di circa il 25%. I due fattori alla base di
quest’aumento di gemelli sono l’innalzamento dell’età delle
neomamme e il maggior numero di gravidanze da procreazione
medicalmente assistita. A scattare la fotografia gli esperti del
Registro nazionale gemelli dell’Istituto superiore di sanità. Il
numero di parti plurimi in Italia è di 8.550 e rappresenta l’1,6% del
totale dei parti (545.493 nel 2010). La frequenza è più elevata fra
le donne con più di 40 anni (2,4%).
In Europa
Herpes zoster,
1,7 milioni di casi all’anno
■ Sono circa 1,7 milioni i nuovi casi di herpes zoster ogni anno
in Europa. Tra questi, 425.000 (il 25% circa) sviluppano la PHN
(Nevralgia Post Herpetica). In Italia si stima un’incidenza annuale
di 6.3 per 1.000 persone all’anno, e il 73% dei casi si verifica
negli adulti. . Sono questi alcuni dei dati presentati nel corso del
media briefing organizzato da Sanofi Pasteur Msd a margine del
9° Congresso della European Union Geriatric Medicine Society
(Eugms), in svolgimento a Venezia dal 2 al 4 ottobre. "L’herpes
zoster è una patologia comune e debilitante causata dalla
riattivazione del virus della varicella zoster, lo stesso virus che
provoca la varicella. Il virus riattivato causa una manifestazione
cutanea dolorosa, in un un’area corporea definita, che può
durare 2-4 settimane - ha spiegato Marian Nicholson, direttore
della Shingles Support Society Uk, associazione di pazienti per
la gestione e il trattamento dell’herpes zoster.
Esiste attualmente un unico vaccino disponibile per la
prevenzione dell’herpes zoster e dello stato di dolore nevralgico
cronico che ne può conseguire, noto come Nevralgia Post-Herpetica (Phn), è un vaccino autorizzato in Europa per
l’immunizzazione degli adulti dai 50 anni in su. Il vaccino
contribuisce a controllare la riattivazione e la replicazione del
virus dentro l’organismo.