L`etimologia di panettone
Transcript
L`etimologia di panettone
Terug: klik bovenaan in de Browser op (Vorige / Back) L’etimologia di panettone (uit: Le Pagine Azzurine 1997-98) Il panettone, termine menzionato per la prima volta all’inizio dell’Ottocento, è un tipico dolce milanese a forma di cupola, tradizionalmente consumato nelle feste natalizie, ottenuto facendo cuocere al forno un impasto di farina, uova, burro, zucchero, uva sultanina e dadetti di cedro candito.1 Conosciamo tutti questo dolce e ne conosciamo anche l’ipotetica storia: durante un grande banchetto di Natale, nel 1495, i dolci preparati dal capocuoco bruciarono e, un garzone di nome Toni offrí agli invitati una specie di pane dolce con uvette e canditi che piacque cosí tanto ai commensali da far sí il capocuoco concedesse la mano di sua figlia all’umile aiuto di cucina. Da allora questo dolce, il “pan di Toni” tramutó il suo nome in “panettone”. Questo è un bel racconto romantico, ma dal punto di vista dell’etimologia possiamo soltanto dire: è ben’ trovato ma non è vero. È un caso di “etimologia popolare”. Capita spesso che la gente inventi una storia per spiegare l’origine di un vocabolo o di un nome che non capisce. Un esempio classico da noi è la storia di Brabo che avrebbe gettato la mano del gigante: è stata inventata per fornire una spiegazione (erronea, naturalmente) del nome Anversa (Antwerpen = “hand-werpen”). Anche questa storia è bella e nel contempo un bel esempio della fantasia creativa del popolo, ma non ha valore scientifico alcuno. Ma allora, da dove viene il vocabolo panettone? I dizionari etimologici sfortunatamente non ci danno risposta. Il Battisti prova a farci credere che sia un diminutivo (!) di pane e il Cortelazzo preferisce non dare un’etimologia.2 Tuttavia la soluzione di questo problema non mi sembra troppo difficile e, poiché sorprendentemente i dizionari etimologici non ci forniscono una spiegazione soddisfacente, ecco la mia. È noto che l’italiano ha un sistema semplice e logico per formare diminutivi ed accrescitivi. I diminutivi vengono formati con il suffisso -ino, -etto (paesino, libretto), gli accrescitivi soprattutto con -one (librone). Quindi mi sembra chiaro che panettone sia l’accrescitivo di panetto (compara: cassetto - cassettone). “Come mai?”, si chiederanno i lettori più attenti (e forse scettici). “Panetto, come panello e panino, è un diminutivo di pane, allora panettone sarebbe l’accrescitivo di un diminutivo? Che assurdità!” Certo, panino e panetto sono i diminutivi di pane e panone ne è l’accrescitivo; panetto significa allora piccola pezzatura di pane, panino e in questo senso il vocabolo è già attestato nel Quattrocento.3 Ma panetto ha anche un altro significato, quello di: porzione modesta di una sostanza compatta, che si presenta in forma tondeggiante, ovale, cilindrica o anche parallelepipeda e oggi si dice in particolare di una quantità di burro confezionata in forma parallelepipeda.4 In questo senso panetto, nella coscienza dei parlatori, acquisisce il valore di 1 2 3 4 M. CORTELAZZO & P. ZOLLI, Dizionario etimologico della lingua italiana, Bologna, 1992, vol.4, p 870; lo ZINGARELLO 1994, Vocabolario della lingua italiana, Milano, 1993, p 1249. C. BATTISTI & G. ALESSIO, Dizionario etimologico italiano, Firenze, 1968, vol.4, p 2746; M. CORTELAZZO: v. nota 1. S. BATTAGLIA, Grande Dizionario della lingua italiana, Torino, 1984, vol.XII, p 477; F. PALAZZI & G. FOLENA, Dizionario della lingua italiana, Torino, 1995, p 1233; lo ZINGARELLO 1994, Vocabolario della lingua italiana, Milano, 1993, p 1249. BATTAGLIA o.c. p 477; PALAZZI o.c. p 1233; lo ZINGARELLI p 1249. vocabolo autonomo di cui si puó quindi formare un accrescitivo. Non è assurdo affatto. Disponiamo ora della conoscenza che può guidarci al significato di panettone. Oggi siamo tutti abituati a comprare burro confezionato “in forma parallelepipeda”, compriamo cioè dei “panetti di burro”. Ma nei secoli passati la gente acquistava il burro “sciolto”, non confezionato, nel negozio del lattaio che tagliava la quantità desiderata da un grande blocco di burro. Il cliente riceveva una parte modesta (un panetto) dal grande blocco (il panettone). Questi grandi pani di burro avevano forma conica o cilindrica, e la forma di cilindro troncato con la punta arrotondata è esattamente la forma del dolce milanese! Possiamo quindi suggerire la seguente conclusione: quando i milanesi cominciarono a produrre un certo tipo di pane dolce a forma di cono troncato lo chiamarono panettone per la somiglianza con il grande blocco di burro che si trovava in ogni latteria. E, poiché la lingua è in continuo mutamento, dall’accrescitivo di un diminutivo (panettone) è stato formato un nuovo diminutivo, cioè il diminutivo di un accrescitivo: il panettoncino. Come è possibile? Per lo stesso meccanismo che abbiamo visto nel caso di panetto. Il vocabolo panettone, benché originalmente un accrescitivo, è diventato la denominazione di un dolce milanese e l’idea di accrescitivo scomparsa cosí si è potuto formare un nuovo diminutivo ed ora un piccolo panettone si chiama panettoncino. Come è meravigliosa la lingua italiana!