PREMESSA PRINCIPI E FINALITA` DELLA SCUOLA DELL`INFANZIA
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PREMESSA PRINCIPI E FINALITA` DELLA SCUOLA DELL`INFANZIA
PREMESSA Il piano di lavoro comprende gli obiettivi specifici di apprendimento scelti e suddivisi per le tre fasce di età. Ci prefiggiamo di coordinare il Piano annuale delle attività educative, basandoci su metodi di programmazione per progetti curriculari in coerenza con il POF. Per quanto riguarda gli obiettivi formativi, questi sono attuati attraverso una specifica metodologia che tiene conto dei seguenti aspetti: • • • • • • Contenuti adeguati all’età dei bambini Esperienze concrete e vicine alla realtà quotidiana degli alunni Proposte personalizzate per la realizzazione delle varie esperienze Condivisione collettiva e socializzazione dell’esperienza Verbalizzazione individuale dell’esperienza didattica Documentazione dei percorsi personali di ciascun bambino. In riferimento alle esperienze didattiche le insegnanti organizzano, propongono, coordinano, osservano con modalità diverse per : 1. 2. 3. 4. Favorire la curiosità e la motivazione Favorire l’apprendimento di tecniche Sviluppare e stimolare le abilità logiche Rinforzare la fiducia e l’autostima. Nel piano di lavoro sono inoltre inserite: • • • • • Le indicazioni relative all’attuazione dei vari progetti nelle diverse sezioni; La situazione del gruppo sezione L’organizzazione dei tempi scuola negli orari delle insegnanti e della giornata scolastica La programmazione di religione cattolica Le modalità di verifica. PRINCIPI E FINALITA’ DELLA SCUOLA DELL’INFANZIA Le finalità assegnate all’attuale scuola dell’infanzia, che opera in una società complessa, perché sottoposta a continui cambiamenti, a sistema aperto, sono radicate in una visione interazionista del bambino: egli è soggetto attivo, in grado di orientare lo sviluppo della propria personalità. Pertanto la scuola dell’infanzia, oggi,si afferma come segmento della scuola di base e, come tale, i principi e le sue finalità, la maturazione dell’identità, la conquista dell’autonomia, lo sviluppo delle competenze, assumono un carattere formativo. I PRINCIPI • • • • • • • Educazione e sviluppo della personalità infantile Formazione dell’uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla Costituzione, nel rispetto delle diversità individuali, sociali e culturali Attenzione ai criteri ed ai comportamenti legati ai temi dell’eguaglianza e delle pari opportunità di base per tutti i bambini Potenziamento e arricchimento del bagaglio culturale degli allievi, ciascuno secondo i propri bisogni, orientando e sostenendo le capacità e le attitudini di ciascuno Accoglienza e integrazione degli allievi che presentano difficoltà e ritardi di apprendimento Sviluppo dell’autonomia di giudizio, dello spirito critico, creativo e riflessivo dei bambini Attenzione e comprensione delle problematiche e delle tematiche legate alla cultura dell’ambiente . LE FINALITA’ Con la maturazione dell’identità il bambino prende coscienza della propria persona (saper essere); con la conquista dell’autonomia diventa capace di relazionarsi autonomamente con l’ambiente e con gli altri (saper fare); con lo sviluppo delle competenze acquisisce la capacità di cogliere i messaggi, farli propri e rielaborarli (sapere). Rispettando i tempi e ritmi di crescita individuali, saranno quindi le unità di apprendimento, ad offrire le opportunità e i mezzi per un sviluppo completo che racchiude il sapere, il saper fare e il saper essere. Le insegnanti tracceranno i punti nodali sui quali stimolare l’attenzione dei bambini per attirare le loro strategie, per aumentate le attese accogliere l’imprevisto. Si ritiene importante che le esperienze proposte a scuola , facciano incontrare il bambino con le “cose “ (nell’accezione più vasta del termine: oggetti, essere viventi, ambienti, immagini…) in modo efficace sotto ogni aspetto: affettivo-emotivo, percettivo, cognitivo, estetico. Tale modalità esperienziale si realizza se le cose sono pienamente vissute , rielaborate, fatte proprie. La motivazione dei bambini è un punto di partenza irriducibile alle attività proposte. Questo non solo per seguire gli interessi espressi da ciascuno con il rischio di cadere nello spontaneismo e nell’approssimazione, quanto piuttosto, perché venga attribuito a ciò che si fa valore che vada al di là della conoscenza fine a se stessa e che renda gli alunni consapevoli costruttori dei loro apprendimenti. L’interesse quindi va educato e coltivato: non ci sono oggetti e questioni. Sarà opportuno partire ( considerata l’età dei bambini) da cose vicini, familiari, concrete sia per rivalutare ciò che spesso viene dato per scontato, sia perché solo partendo da ciò che ci appartiene o che conosciamo meglio, possiamo spingerci verso apprendimenti nuovi. L’intenzione è di progettare percorsi didattici in cui realtà e fantasia , i materiali a disposizione e la creatività mettano i bambini nelle condizioni migliori per comunicare le proprie esperienze e le proprie conoscenze esprimere attese ed emozioni. Pur lasciando libertà di organizzazione, di formazione dei gruppi, delle sezioni e delle attività in relazione alle scelte pedagogiche, all’età ed alla numerosità dei bambini, le Indicazioni delineano 5 campi di esperienza ed i relativi traguardi in cui le insegnanti possono trovare “orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare occasioni e possibilità di esperienze volte a favorire lo sviluppo delle competenze che a questa età va inteso in modo globale e unitario”. LA SCUOLA DELL’INFANZIA La scuola dell’infanzia, statale e paritaria, si rivolge a tutte le bambine e i bambini dai tre ai sei anni di età ed è la risposta al loro diritto all’educazione e alla cura, in coerenza con i principi di pluralismo culturale ed istituzionale presenti nella Costituzione della Repubblica, nella Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e nei documenti dell’Unione Europea. Essa si pone la finalità di promuovere nei bambini lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza e li avvia alla cittadinanza. Consolidare l’identità significa vivere serenamente tutte le dimensioni del proprio io, stare bene, essere rassicurati nella molteplicità del proprio fare e sentire, sentirsi sicuri in un ambiente sociale allargato, imparare a conoscersi e ad essere riconosciuti come persona unica e irripetibile. Vuol dire sperimentare diversi ruoli e forme di identità: quelle di figlio, alunno, compagno, maschio o femmina, abitante di un territorio, membro di un gruppo, appartenente a una comunità sempre più ampia e plurale, caratterizzata da valori comuni, abitudini, linguaggi, riti, ruoli. Sviluppare l’autonomia significa avere fiducia in sé e fidarsi degli altri; provare soddisfazione nel fare da sé e saper chiedere aiuto o poter esprimere insoddisfazione e frustrazione elaborando progressivamente risposte e strategie; esprimere sentimenti ed emozioni; partecipare alle decisioni esprimendo opinioni, imparando ad operare scelte e ad assumere comportamenti e atteggiamenti sempre più consapevoli. Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, “ripetere”, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi. Vivere le prime esperienze di cittadinanza significa scoprire l’altro da sé ed attribuire progressiva importanza agli altri e ai loro bisogni; rendersi sempre meglio conto della necessità di stabilire regole condivise; implica il primo esercizio del dialogo che è fondato sulla reciprocità dell’ascolto, l’attenzione al punto di vista dell’altro e alle diversità di genere, il primo riconoscimento di diritti e doveri uguali per tutti; significa porre le fondamenta di un comportamento eticamente orientato, rispettoso degli altri, dell’ambiente e della natura. Tali finalità sono perseguite attraverso l’organizzazione di un ambiente di vita, di relazioni e di apprendimento di qualità, garantito dalla professionalità degli operatori e dal dialogo sociale ed educativo con le famiglie e con la comunità. I bambini, le famiglie, i docenti, l’ambiente di apprendimento I BAMBINI I bambini sono il nostro futuro e la ragione più profonda per conservare e migliorare la vita comune sul nostro pianeta. Sono espressione di un mondo complesso e inesauribile, di energie, potenzialità, sorprese e anche di fragilità – che vanno conosciute, osservate e accompagnate con cura, studio responsabilità e attesa. Sono portatori di speciali e inalienabili diritti, codificati internazionalmente, che la scuola per prima è chiamata a rispettare. I bambini giungono alla scuola dell’infanzia con una storia: in famiglia, al nido di infanzia o alla sezione primavera hanno imparato a muoversi e ad entrare in contatto con gli altri, con livelli crescenti, ma ancora incerti, di autonomia; hanno sperimentato le prime e più importanti relazioni; hanno vissuto emozioni ed interpretato ruoli attraverso il gioco e la parola; hanno intuito i tratti fondamentali della loro cultura, hanno iniziato a porsi domande di senso sul mondo e la vita. Ogni bambino è, in sé, diverso ed unico e riflette anche la diversità degli ambienti di provenienza che oggi conoscono una straordinaria differenziazione di modelli antropologici ed educativi che comprendono famiglie equilibrate e ricche di proposte educative accanto ad altre più fragili e precarie; una presenza genitoriale sicura ma anche situazioni diverse di assenza; il rispetto per chi è bambino insieme al rischio della frettolosità e del precoce coinvolgimento nelle dinamiche della vita adulta. I bambini sono alla ricerca di legami affettivi e di punti di riferimento, di conferme e di serenità e, al contempo, di nuovi stimoli emotivi, sociali, culturali, di ritualità, ripetizioni, narrazioni, scoperte. La scuola dell’infanzia si presenta come un ambiente protettivo, capace di accogliere le diversità e di promuovere le potenzialità di tutti i bambini, che fra i tre e sei anni esprimono una grande ricchezza di bisogni ed emozioni, che sono pronti ad incontrare e sperimentare nuovi linguaggi, che pongono a se stessi, ai coetanei e agli adulti domande impegnative ed inattese, che osservano e interrogano la natura, che elaborano, le prime ipotesi sulle cose, sugli eventi, sul corpo, sulle relazioni, sulla lingua, sui diversi sistemi simbolici e sui media, dei quali spesso già fruiscono non soltanto e non sempre in modo passivo; e sull’esistenza di altri punti di vista. La scuola dell’infanzia riconosce questa pluralità di elementi che creano tante possibilità di crescita, emotiva e cognitiva insieme, per far evolvere le potenzialità di tutti e di ciascuno, creare la disponibilità nei bambini a fidarsi e ad essere accompagnati, nell’avventura della conoscenza. La scuola promuove lo star bene e un sereno apprendimento attraverso la cura degli ambienti, la predisposizione degli spazi educativi, la conduzione attenta dell’intera giornata scolastica. LE FAMIGLIE Le famiglie sono il contesto più influente per lo sviluppo affettivo e cognitivo dei bambini. Nella diversità di stili di vita, di culture, di scelte etiche e religiose, esse sono portatrici di risorse che devono essere valorizzate nella scuola, per far crescere una solida rete di scambi comunicativi e di responsabilità condivise. L’ingresso dei bambini nella scuola dell’infanzia è una grande occasione per prendere più chiaramente coscienza delle responsabilità genitoriali. Mamme e papà (ma anche i nonni, gli zii, i fratelli e le sorelle) sono stimolati a partecipare alla vita della scuola, condividendone finalità e contenuti, strategie educative e modalità concrete per aiutare i piccoli a crescere e imparare, a diventare più “forti” per un futuro che non è facile da prevedere e da decifrare. Per i genitori che provengono da altre nazioni e che sono impegnati in progetti di vita di varia durata per i loro figli nel nostro paese, la scuola si offre come uno spazio pubblico per costruire rapporti di fiducia e nuovi legami di comunità. Modelli culturali ed educativi, esperienze religiose diverse, ruoli sociali e di genere hanno modo di confrontarsi, di rispettarsi e di evolvere verso i valori di convivenza in una società aperta e democratica. Le famiglie dei bambini con disabilità trovano nella scuola un adeguato supporto capace di promuovere le risorse dei loro figli, attraverso il riconoscimento delle differenze e la costruzione di ambienti educativi accoglienti e inclusivi, in modo che ciascun bambino possa trovare attenzioni specifiche ai propri bisogni e condividere con gli altri il proprio percorso di formazione. I DOCENTI La presenza di insegnanti motivati, preparati, attenti alle specificità dei bambini e dei gruppi di cui si prendono cura, è un indispensabile fattore di qualità per la costruzione di un ambiente educativo accogliente, sicuro, ben organizzato, capace di suscitare la fiducia dei genitori e della comunità. Lo stile educativo dei docenti si ispira a criteri di ascolto, accompagnamento, interazione partecipata, mediazione comunicativa, con una continua capacità di osservazione del bambino, di presa in carico del suo “mondo”, di lettura delle sue scoperte, di sostegno e incoraggiamento all’evoluzione dei suoi apprendimenti verso forme di conoscenza sempre più autonome e consapevoli. La progettualità si esplica nella capacità di dare senso e intenzionalità all’intreccio di spazi, tempi, routine e attività, promuovendo un coerente contesto educativo, attraverso un’appropriata regia pedagogica. La professionalità docente si arricchisce attraverso il lavoro collaborativo, la formazione continua in servizio, la riflessione sulla pratica didattica, il rapporto adulto con i saperi e la cultura. La costruzione di una comunità professionale ricca di relazioni, orientata all’innovazione e alla condivisione di conoscenze, è stimolata dalla funzione di leadership educativa della dirigenza e dalla presenza di forme di coordinamento pedagogico. L’AMBIENTE DI APPRENDIMENTO Il curricolo della scuola dell’infanzia non coincide con la sola organizzazione delle attività didattiche che si realizzano nella sezione e nelle intersezioni, negli spazi esterni, nei laboratori, negli ambienti di vita comune, ma si esplica in un’equilibrata integrazione di momenti di cura, di relazione, di apprendimento, dove le stesse routine (l’ingresso, il pasto, la cura del corpo, il riposo, ecc.) svolgono una funzione di regolazione dei ritmi della giornata e si offrono come “base sicura” per nuove esperienze e nuove sollecitazioni. L’apprendimento avviene attraverso l’azione, l’esplorazione, il contatto con gli oggetti, la natura, l’arte, il territorio, in una dimensione ludica, da intendersi come forma tipica di relazione e di conoscenza. Nel gioco, particolarmente in quello simbolico, i bambini si esprimono, raccontano, rielaborano in modo creativo le esperienze personali e sociali. Nella relazione educativa, gli insegnanti svolgono una funzione di mediazione e di facilitazione e, nel fare propria la ricerca dei bambini, li aiutano a pensare e a riflettere meglio, sollecitandoli a osservare, descrivere, narrare, fare ipotesi, dare e chiedere spiegazioni in contesti cooperativi e di confronto diffuso. L’organizzazione degli spazi e dei tempi diventa elemento di qualità pedagogica dell’ambiente educativo e pertanto deve essere oggetto di esplicita progettazione e verifica. In particolare: - - lo spazio dovrà essere accogliente, caldo, ben curato, orientato dal gusto estetico, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. Lo spazio parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambientazione fisica, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare un luogo funzionale e invitante; il tempo disteso consente al bambino di vivere con serenità la propria giornata, di giocare, esplorare, parlare, capire, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. L’osservazione, nelle sue diverse modalità, rappresenta uno strumento fondamentale per conoscere e accompagnare il bambino in tutte le sue dimensioni di sviluppo, rispettandone l’originalità, l’unicità, le potenzialità attraverso un atteggiamento di ascolto, empatia e rassicurazione. La pratica della documentazione va intesa come processo che produce tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei bambini, rendendo visibili le modalità e i percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo. L’attività di valutazione nella scuola dell’infanzia risponde ad una funzione di carattere formativo, che riconosce, accompagna, descrive, e documenta i processi di crescita, evita di classificare e giudicare le prestazioni dei bambini, perché è orientata a esplorare e incoraggiare lo sviluppo di tutte le loro potenzialità. Analogamente, per l’istituzione scolastica, le pratiche dell’autovalutazione, della valutazione esterna, della rendicontazione sociale, sono volte al miglioramento continuo della qualità educativa. CAMPI DI ESPERIENZA IL SE’ E L’ALTRO Questo campo di esperienza riguarda lo sviluppo emotivo del bambino. La nostra scuola ha il compito di sviluppare principalmente le abilità di tipo socio-relazionale strettamente correlate con quelle cognitive. La psicologia umanistica individua una gerarchia di bisogni relativi alla dimensione emotivo-affettiva che sono da fondamento per l’apprendimento cognitivo: il bisogno di sicurezza, il bisogno di appartenenza, il bisogno di stima verso gli altri e verso se stesso, il bisogno di autorealizzazione. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA 1. sviluppare il senso dell'identità personale; 2. esprimere e riconoscere le proprie esigenze e sentimenti; 3. controllare in modo adeguato le emozioni; 4. conoscere la storia della propria famiglia; 5. conoscere le tradizioni della propria famiglia/comunità; 6. sviluppare il senso di appartenenza alla comunità; 7. conoscere i principali diritti dei bambini; 8. conoscere e rispettare le prime regole della convivenza; 9. riflettere sulle diversità e le differenze; 10. acquisire il rispetto sulle diversità e le differenze; 11. stabilire relazioni positive con adulti e compagni; 12. esprimere il proprio punto di vista e accettare quello degli altri; 13. giocare e lavorare rispettando le regole e i compagni; 14. riconoscere l'adulto come garante della situazione e delle regole stabilite; 15. assumere la responsabilità dei propri comportamenti; 16. dialogare, discutere, progettare, confrontando ipotesi e procedure. IL CORPO IN MOVIMENTO E’ il campo di esperienza della corporeità e della motricità che contribuisce alla crescita del bambino promuovendo la presa di coscienza del valore del corpo e la sperimentazione di questo in tutta la sua totalità. Attraverso la conoscenza e la padronanza di esso, il bambino penetra il mondo sensibile, impara a rappresentarlo simbolicamente, a trasformarlo nella propria mente. Le attività didattiche riguardanti questo campo di esperienza offriranno al bambino conoscenze motorie, corporee e tutte quelle informazioni utili per la corretta gestione del proprio corpo e della propria salute, componente importante per la corporeità. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA 1. raggiungere una buona autonomia personale: - nell'alimentarsi in modo sano, - nell'igiene personale, - nella cura di sé; 2. riconoscere le differenze sessuali; 3. controllare la forza del proprio corpo; 4. controllare il movimento del proprio corpo in gruppo; 5. modulare il movimento del proprio corpo in gruppo; 6. provare piacere nel movimento nelle sue diverse forme; 7. saper camminare, correre, saltare, stare in equilibrio, fare capriole, ecc.; 8. coordinarsi nei giochi di gruppo; 9. utilizzare correttamente gli attrezzi e i materiali; 10. rispettare le regole del gioco; 11. sperimentare le potenzialità sensoriali ed espressive del corpo; 12. conoscere le diverse parti del corpo; 13. rappresentare graficamente il corpo. IMMAGINI, SUONI , COLORI Questo campo di esperienza considera tutte le attività inerenti all’espressione manipolativo-visiva, sonoro-musicale, drammatico-teatrale. Esso comprende il conseguimento di tutte quelle competenze ed abilità utili al bambino per comprendere, tradurre, rielaborare e produrre codici che fanno parte della nostra civiltà. L’incrociarsi di tutti i linguaggi educa al senso del bello, alla conoscenza di se stesso, degli altri e della realtà. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA 1. seguire con piacere e attenzione gli spettacoli teatrali e musicali; 2. sviluppare interesse per la musica; 3. comunicare, esprimere emozioni; 4. raccontare utilizzando i vari linguaggi; 5. esprimersi attraverso le rappresentazioni; 6. esprimersi attraverso le drammatizzazioni; 7. costruire semplici coreografie; 8. esplorare i vari materiali ed utilizzarli con creatività; 9. esprimersi ed utilizzare diverse tecniche: disegno, pittura, manipolazione; esplora le potenzialità offerte dalle tecnologie; 10. progettare piani d'azione individualmente e in gruppo; 11. scegliere i materiali più adeguati per la realizzazione di un progetto; 12. portare a termine il proprio lavoro; 13. ricostruire le fasi più significative di un percorso; 14. inventare storie; 15. percepire e produrre suoni utilizzando: voce, corpo, oggetti; 16. scopre il paesaggio sonoro attraverso attività di percezione e produzione musicale utilizzando voce, corpo e oggetti; 17. sperimentare e produrre semplici sequenze sonore; 18. saper cantare in gruppo; I DISCORSI E LE PAROLE La scuola dell’infanzia ha il compito di promuovere nei bambini la padronanza della lingua italiana sia per consolidare l’identità personale e sia come strumento con il quale giocare ed esprimersi. Questo è il campo nel quale il bambino impara a comunicare verbalmente, a descrivere le proprie esperienze, a conversare e dialogare, a giocare con la lingua. Incoraggia il progressivo avvicinarsi dei bambini alla lingua scritta. TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA 1. sviluppare la padronanza d'uso della lingua italiana; 2. arricchire il proprio lessico; 3. sviluppare la comunicazione verbale per esprimersi con gli altri (adulti e coetanei); 4. sviluppare la fiducia nell'esprimere agli altri, attraverso il linguaggio verbale, i propri pensieri ed emozioni 5. sviluppare la fiducia e la motivazione nell'esprimere agli altri, attraverso il linguaggio verbale, le proprie domande e ragionamenti; 6. ascoltare e comprendere: - narrazioni, - lettura di storie, - filastrocche, - ecc.; 7. raccontare e inventare: - narrazioni, - lettura di storie, - filastrocche, - ecc.; 8. dialogare, discutere, conversare; 9. chiedere spiegazioni e spiegare; 10. usare il linguaggio per progettare le attività e per definirne le regole; 11. sviluppare un repertorio linguistico adeguato alle esperienze; 12. sviluppare un repertorio linguistico adeguato agli apprendimenti compiuti nei diversi campi d'esperienza; 13. riconoscere, apprezzare e sperimentare il linguaggio poetico; 14. formulare ipotesi sulla lingua scritta; 15. sperimentare le prime forme di comunicazione attraverso la scrittura. Riflessione linguistica • riflettere su che cos'è una parola, • riflettere su a che cosa serve una parola, • riflettere su come è fatta una parola, • confrontare e riflettere sui suoni delle parole, • sperimentare la pluralità linguistica, • formulare ipotesi sulla scrittura spontanea. CONOSCENZA DEL MONDO (Oggetti, fenomeni, viventi,) E’ il campo di esperienza relativo alla capacità di progettare e inventare, di interpretare consapevolmente sulla realtà naturale, artificiale e temporale. Si tratta delle prime anticipazioni del pensiero scientifico e matematico. Toccando, smontando, costruendo e ricostruendo, affinando i propri gesti, i bambini individuano qualità e proprietà degli oggetti e dei materiali, ne immaginano la struttura e sanno assemblarli in varie costruzioni. Il proprio corpo è sempre oggetto di interessi, soprattutto per quanto riguarda i processi nascosti, e la curiosità dei bambini permette di avviare le prime interpretazioni sulla sua struttura e sul suo funzionamento. Dall’ osservazione degli organismi viventi animali e vegetali, i bambini possono capire i cambiamenti e le varietà dei modi di vivere. Si può così portare l’attenzione dei bambini sui cambiamenti che avvengono nel loro corpo, in quello degli animali e delle piante. Numeri e spazio La familiarità con i numeri può nascere a partire da quelli che si usano nella vita di ogni giorno; i bambini acquisiscono le prime competenze su contare oggetti o eventi, accompagnandole con i gesti dell’indicare, del togliere e dall’aggiungere. Muovendosi nello spazio , i bambini scelgono ed eseguono percorsi più idonei per raggiungere una meta prefissata scoprendo concetti geometrici come quelli di direzione o di angolo. Sanno descrivere le forme di oggetti di oggetti tridimensionali, riconoscendo le forme geometriche e individuandone le proprietà. TRAGURDI PER LO SVILUPPO DELLA COMPETENZA 1. raggruppare e ordinare secondo criteri diversi; 2. confrontare e valutare quantità; 3. utilizzare semplici simboli per effettuare registrazioni; 4. misurare tramite semplici strumenti convenzionali e non; 5. collocare correttamente nello spazio: - se stesso, - oggetti, - persone; 6. seguire correttamente un percorso sulla base di indicazioni verbali; 7. orientarsi nei tempi e negli spazi della giornata scolastica (routine); 8. riferire eventi del passato dimostrando consapevolezza della loro collocazione temporale; 9. formulare riflessioni e considerazioni relative al futuro immediato/prossimo; 10. cogliere le trasformazioni naturali; 11. osservare con sistematicità i fenomeni naturali; 12. osservare con attenzione gli organismi viventi; 13. esplorare, porre domande, discutere e confrontare le azioni e le soluzioni; 14. formulare ipotesi e verificarle; 15. usare un linguaggio adeguato per descrivere le osservazioni e/o le esperienze; Spazio e figura • rielabora graficamente se stesso mentre esegue un percorso; • riconosce e nomina le forme geometriche degli oggetti nella realtà (cerchi, rettangolo, quadrato e triangolo); • inventa oggetti e paesaggi utilizzando le forme geometriche; • utilizzo di concetti topologici per descrivere situazioni (sopra, sotto, dentro, fuori, avanti, dietro); • disegna persone e oggetti all'interno di mappe rappresentanti percorsi eseguiti; • riconoscimento della destra e della sinistra su se stesso. Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria VERIFICA E VALUTAZIONE Durante il nostro percorso educativo e didattico, l’osservazione intenzionale e sistematica dei bambini e la documentazione della loro attività ci consentirà di verificare e di valutare la loro maturazione, le competenze acquisite, le loro particolari esigenze e, di conseguenza, di autovalutare il nostro lavoro cioè punti di forza e di debolezza della nostra programmazione. Questo ci permetterà, se opportuno, una riprogettazione, una modifica della traccia iniziale. VERIFICA Nella verifica cercheremo la conferma oggettiva che i bambini abbiano raggiunto gli obiettivi prefissati. Gli strumenti di cui ci serviremo sono: le risposte dei bambini, gli elaborati grafici, le schede operative e l’osservazione diretta. VALUTAZIONE Nella valutazione prenderemo in esame i risultati delle verifiche e l’analisi del nostro percorso annuale. Esaminando i risultati delle verifiche, esprimeremo dei giudizi valutativi che possono cambiare in rapporto al criterio di riferimento. Esso può essere: assoluto, dato dal confronto delle competenze del singolo con i traguardi di competenze contenuti nelle Indicazioni per il Curricolo. relativo, dato dal confronto del livello raggiunto del bambino rispetto al gruppo sezione. personale, dato dal confronto del punto di partenza e di arrivo del bambino. La valutazione del nostro percorso, invece, avrà sostanzialmente una funzione regolativa dell’intero processo. Essa può essere: iniziale, analizzando la situazione di partenza, abbiamo effettuato una prima valutazione circa le potenzialità sulle quali fare leva; in itinere, analizzando sistematicamente gli obiettivi raggiunti per calibrare e organizzare le attività successive. finale, analizzando l’intero processo per valutare l’efficacia dell’intervento e dell’azione didattica. ETA’ DEI BAMBINI SEZIONI INSEGNANTI 3 ANNI BOLINO GIUSEPPINA CICIO GIUSY CELESTE 3 ANNI BARTOLO ROSALIA CALANDRINO MASSIMILIANO ARCOBALENO 3 ANNI CASTRONOVO PAOLA PALUMBO PICCIONELLODANIELA ARANCIO 4 ANNI GIALLA MAGGIORE ANNA MARIA FALSETTA CROCETTA VIOLA 4 ANNI FRAGAPANE M. JOLANDA BONDI ANTONELLA BLU 4 ANNI RISO MARIA STELLA AIRO ALFONSA DI MALTA ANGELINA AZZURRA 5 ANNI BELLANCA SILVIA CASUCCIO MONICA VERDE 5 ANNI MOSCATO ENZA 5 ANNI ROSSA RELIGIONE TUTTE LE SEZIONI RIZZO ANGELINA LA LONGA MORTO ANTONINA BILLANTI GIUSEPPA