Un mondo di riflessi - Il Verde Editoriale

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Un mondo di riflessi - Il Verde Editoriale
GESTIONE I LAGHETTI COME ELEMENTO D’ARREDO
Un mondo
di riflessi
Gli specchi d’acqua, arricchiti
da flora e fauna specifiche,
creano notevoli suggestioni
negli spazi verdi. Materiali
naturali e artificiali costituiscono
la base di laghetti di ogni forma
e dimensione, nell’ambito
di un progetto globale che deve
considerare, prima di tutto,
lo spazio disponibile, la
tipologia dei fruitori e l’equilibrio
finale di un ecosistema
a bassa manutenzione
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acqua costituisce la linfa vitale del
giardino, indispensabile per la
sopravvivenza delle piante, ma
anche prezioso elemento di arredo che arricchisce e completa un angolo verde.
I laghetti, le fontane e i giochi d’acqua
permettono di creare un movimento e una
sonorità di notevole suggestione, che invitano
il passante a soffermarsi e indugiare in luoghi
particolarmente gradevoli a vista e udito.
Gli elementi d’acqua possono essere costruiti utilizzando materiali naturali (rocce, pietra,
legno ecc.) oppure artificiali (materie plastiche
opportunamente sagomate), anche in combinazione tra loro; la loro scelta è soggettiva e
dipende dal risultato estetico che si desidera
ottenere. Oltre ai materiali si devono considerare però anche altri fattori, quali lo spazio in
cui avverrà la collocazione o la tipologia dei
fruitori. Per questo è importante predispor-
L’
▼
Arianna Ravagli
Testo di Lucia Bortolini, Irricentre Dipartimento Territorio e Sistemi agroforestali,
Università degli Studi di Padova
A tutta pagina, specchio
d’acqua, esempio di equilibrio
tra suggestione e funzionalità.
GESTIONE
Laghetto e cascatella in pietra realizzati,
in realtà, in materiale artificiale.
Lo zampillo favorisce l’ossigenazione.
▼
re un progetto accurato che consideri il
contesto in cui verrà inserito l’elemento d’acqua. Molto utile può essere anche osservare
altre installazioni, confrontare forme e modelli al fine di verificare ciò che può essere più
adatto a un determinato ambiente. Solo così si
perverrà alla creazione di un giardino veramente incantevole presso il quale è piacevole
posare lo sguardo e rilassarsi. Qualunque sia il
progetto finale scelto, l’importante è che la
realizzazione sia fatta a regola d’arte e che si
provveda a mantenerla nel tempo in buone
condizioni. Per questo è necessario seguire
alcune regole generali a cui è bene adeguarsi.
Dall’antica Cina
al giardino romantico
Elemento ricco di significati o semplice gioia
per gli occhi, l’acqua è una presenza che da
sempre accompagna e affascina l’uomo. I primi
giardini acquatici nacquero in tempi antichissimi in Asia, probabilmente in Cina, dove sono
tuttora luoghi di meditazione e di purificazione, carichi di simboli mistici e spirituali.
Gli antichi Romani svilupparono un loro
modo di intendere questi spazi, inserendovi
statue, grotte, fontane, getti d’acqua nonché
vasche per i pesci, elementi che ne accrebbero
la raffinatezza architettonica. Nel Rinascimento la presenza di giardini attorno all’abitazione
ritrovò grande interesse e si introdusse l’uso di
creare ampie vasche, dette peschiere, che all’ef-
Giardini d’Acqua
Il laghetto e la sua vita
fetto estetico abbinavano una utilità pratica,
poiché costituivano una importante riserva d’acqua utilizzabile per l’irrigazione. Nel XVII
secolo, con il trionfo dell’arte barocca, l’acqua
divenne protagonista dei giardini per creare
giochi bellissimi e maestosi di cui si hanno
ancor oggi suggestive testimonianze.
Nel secolo successivo, l’acqua continua a
essere presente negli spazi verdi, ma viene
preferita ferma, mentre torna in movimento
nell’Ottocento, sull’onda del Romanticismo.
Oggi laghetti e giochi d’acqua costituiscono
ancora un piacevole arredo degli spazi verdi e
la creazione di giardini acquatici è resa particolarmente agevole dalla presenza sul mercato
di un’offerta ampia e variegata di prodotti che
ne facilitano l’installazione e la gestione.
Il laghetto caratterizza un giardino acquatico. La sua bellezza è frutto della fantasia di chi
lo progetta e dell’amore di chi lo cura. Questa
presenza consente di dare a un angolo verde un
nuovo interesse estetico e naturalistico. Lo
specchio d’acqua è, infatti, una realtà dinamica e vitale, ma al contempo rilassante, dove
flora e fauna si integrano all’insegna della
continua evoluzione accogliendo, accanto alle
piante e ai pesci posti dall’uomo, numerosi
ospiti come libellule e rane.
La progettazione
L’invaso del laghetto si può realizzare con:
• vasche preformate in polietilene o vetroresina, di forma e dimensioni varie; solide e facili da installare, sono indicate per
realizzare piccoli laghetti;
• teli in Pvc o Eva, che consentono forme e
dimensioni del laghetto assolutamente libere; la messa in opera richiede, però, più attenzione e più tempo; il costo è contenuto e
il trasporto è agevole;
• muratura: l’interno dello specchio d’acqua
può essere internamente colorato o rifinito
con piastrelle, mosaici, ciottoli levigati
ecc., naturalmente a costi superiori;
Alcune piante interessanti per la
Ninfee piante perenni con grandi foglie galleggianti e splendida fioritura. Comprende due
generi: Nynphaea e Nuphar (nennufaro). Le varietà di Nynphaea sono suddivise in tropicali
e rustiche. Il primo gruppo comprende piante tuberose non resistenti al freddo, ideali per laghetti interni. Nel caso di utilizzo esterno, i tuberi devono essere portati al riparo durante l’inverno. Il secondo riunisce la maggior parte delle piante reperibili; sono erbacee perenni che
hanno bisogno di pieno sole. Il fogliame, particolarmente ornamentale, copre una superficie
pari a una volta e mezza la profondità d’impianto. I nennufari sono molto vigorosi e infestanti, quindi possono essere piantati solo in specchi d’acqua ampi o laghi. I fiori, gialli e profumati, sono piuttosto piccoli rispetto al fogliame.
Harri Arkkio
Calla (Zantedeschia aethiopica ): forse più nota come
pianta in vaso da interni, è
specie abbastanza rustica se
la base viene protetta con
una pacciamatura o si trova
sotto uno strato minimo d’acqua durante i mesi invernali.
Un cespo ben sviluppato è
splendido durante la fioritura.
Cipero lungo ( Cyperus longus): la più nota
delle molte specie di
Cyperus, membri della
famiglia dei Carici.
Queste piante sono
adatte a colonizzare i
margini degli specchi d’acqua; in fiore si posso
recidere per le composizioni in vaso. Esistono
molte specie sia delicate che resistenti al freddo.
Gamberaria (Callitriche hermaphroditica): pianta ossigenante molto efficiente,
che rimane attiva per la maggior parte
dell’inverno. Ha fogliame pallido in rosette a forma di stella. È gradita a pesci e a
insetti acquatici e ideale per gli stagni
dedicati alla fauna selvatica.
Elodea (Elodea
crispa ): pianta
ossigenante, vigorosa, sempreverde, che talvolta si compor ta
da infestante se
non viene tenuta
sotto controllo.
Giacinto d’acqua (Eichornia crassipes ): galleggiante robusta, dirompente nei climi caldi, con bellissimi
fiori simili a orchidee che sbocciano
in tarda estate. È interessante sia
per la coltivazione in serra che allevata in specchi d’acqua all’aperto.
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GESTIONE
Piante e pesci
Le ninfee e le altre piante acquatiche dovrebbero essere collocate fin dall’inizio in un
laghetto. Infatti, esse sono in grado di contrastare la crescita delle alghe, il più comune
problema, mantenendo l’acqua più ossigenata.
La sua scarsa qualità si manifesta con sintomi
diversi che vanno dalla colorazione verdastra,
dovuta appunto alle alghe, agli odori spiacevoli e alla proliferazione di insetti e germi, tutti
disagi legati principalmente proprio alla presenza di acqua stagnante. In particolare, soprattutto le piante galleggianti (con radici fluttuanti
non ancorate al fondo) e le acquatiche ossigenanti sottraggono all’acqua sali minerali ed
elementi nutritivi che stimolano la crescita di
microscopiche alghe, contribuendo a mantenerla limpida e favorendo la costituzione di un
ecosistema acquatico in equilibrio. Le piante
con grandi foglie galleggianti, come le ninfee
e i nennufari peraltro molto decorativi, contribuiscono a ombreggiare la superficie, riducendo la formazione di alghe e il riscaldamento.
Alcuni vegetali acquatici, come le elodee,
risultano particolarmente efficaci e si possono
considerare dei filtri naturali, in grado di rimuovere i nutrienti dall’acqua e impedire lo sviluppo di alghe. Le piante acquatiche dovrebbero
coprire almeno metà della superficie del laghetto o di più, se questo è esposto al sole diretto
per molte ore al giorno.
Oltre alle specie indicate in tabella 1, utili a
mantenere in salute lo specchio d’acqua e a
fornire cibo per i pesci, vi sono anche le piante palustri o marginali (come calle, iris ecc.),
che si piantano ai bordi del laghetto dove è
poco profondo (0-10 cm) e che concorrono
alla filtrazione dell’acqua. Infatti, tra le loro
radici si sviluppano microrganismi che abbattono le sostanze organiche, decomponendole
e trasformandole in nutrimento assorbito dallo
stesso apparato radicale.
Per quanto riguarda i pesci, l’introduzione
di specie larvivore, come i pesci rossi e le
gambusie, aiuta a prevenire la diffusione delle
zanzare che depongono le uova sulla superficie delle acque stagnanti. La quantità di pesci
immessi deve essere contenuta: in genere è
bene non superare i 50 cm di pesci (per esempio 5 pesci da 10 cm ognuno) per m3 d’acqua.
È da notare però che i pesci, senza adeguati
predatori, possono svilupparsi a dismisu▼
• argilla compatta: rivestimento semplice,
non sempre reperibile, ma semplice da riparare e di aspetto naturale. Facilmente
danneggiabile dalle temperature estreme e
dalle radici degli alberi.
Quali siano le motivazioni emotive, naturalistiche ed estetiche che spingono a realizzare un laghetto, occorre sempre ricordare che
esso costituisce un sistema naturale. Pertanto,
se lo si vuole bello e funzionale, bisogna stabilire un equilibrio biologico in cui la flora e la
fauna si sviluppino bene e l’acqua rimanga
limpida, senza alghe. Per quanto riguarda la
scelta dell’ubicazione, è opportuno evitare le
posizioni proprio sotto gli alberi a foglie caduche o sotto i pini che, perdendo molti aghi,
colorano l’acqua di marrone. Anche l’accorgimento di tenere i bordi più alti di 4-5 cm
rispetto al prato o alla pavimentazione circostante permette di mantenere l’acqua più pulita in caso di forti acquazzoni.
PIANTE UTILI PER LA SALUTE DELLO SPECCHIO D’ACQUA
E L’ALIMENTAZIONE DELLA FAUNA ITTICA
Piante sommerse
con foglie in superficie
Ninphaea spp.
Nelumbium spp.
Nuphar spp.
Juncus effusus
Piante galleggianti
Piante ossigenanti
Azolla caroliniana
Lemna trisulca
Hydrocharis morsus-ranae
Eichornia crassipes
Elodea spp.
Myriophyllum spicatum
Callitriche hermaphroditica
Vallisneria spiralis
realizzazione di un giardino acquatico
Giunco (Juncus effusus): cespuglio acquatico perenne, è
preferibile porlo in posizione
molto soleggiata, ai bordi del
laghetto o anche completamente sommerso. Non teme il
freddo e, nei luoghi in cui non
gela, è possibile favorirne una
crescita più compatta potandolo alla base in autunno.
Gunnera (Gunnera manicata):
pianta da palude essenziale
per grandi specchi d’acqua,
forse la più maestosa e con
fronde grandi abbastanza
da potersi r iparare sotto.
È decisamente poco rustica
e necessita di protezione
durante i periodi più freddi
dell’anno.
Millefoglio d’acqua ( Myriophyllum spicatum ): pianta
ossigenante dal fogliame filiforme, verde-azzurro o marrone,
che si addensa in spire su lunghi steli striscianti. Questi,
spesso, emergono in superficie
producendo, occasionalmente,
fiori dai petali rossi.
Lenticchia d’acqua (Lemna
trisulca ): meno infestante di
altre specie come la Lemna
minor, è apprezzata dai pesci
e dagli uccelli acquatici. Con
altre specie affini, domina la
superficie del laghetto. Se ne
limita lo sviluppo prelevandola con un retino.
Poligono anfibio (Polygonum anphibium): pianta selvatica vigorosa e adattabile, che cresce bene sia come tappezzante nei terreni umidi, sia nell’acqua ferma o corrente. È ideale per ombreggiare la superficie di stagni a favore della fauna selvatica.
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Pontederia (Pontederia cordata): il nome non rivela lo splendore di questa specie scultorea.
Collocata a gruppi in acqua assai
profonda, richiede poche cure e
offre il meglio quando la maggior
parte della fioritura è terminata.
GESTIONE
Il giardino
palustre
U
8
6
3
4
10
9
Legenda del disegno
1 - Telo
2 - Tessuto geotessile
3 - Sabbia grossa
4 - Sabbia fine
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7
9
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3
4
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6
5 - Terreno fertile
6 - Ghiaia
7 - Gruppo pompa-filtro
8 - Troppo pieno
5
9 - Passante con flangia
10 - Diffusore
11 - Basamento fontana
12 - Mattoni o pietre
Struttura schematica di un laghetto realizzato con telo plastico. L’uso di questo
materiale consente la massima versatilità per quanto riguarda forme e dimensioni.
▼
n tipo particolare di giardino acquatico è quello di palude o acquitrinoso. Si tratta di un ambiente
ideale per le piante igrofile, che necessitano di molta umidità, ma non
tollerano il ristagno per lunghi periodi.
Talvolta la zona dove creare un giardino palustre è facilmente individuabile,
per esempio dove la falda freatica affiora, oppure è presente una depressione periodicamente colmata dall’acqua di un ruscello in piena. In questi
casi, però, bisognerà fare attenzione
perché questi ambienti sono soggetti
a livelli di umidità variabili e si possono prosciugare d’estate con conseguenze disastrose. Le piante da palude, invece, necessitano di condizioni
costanti, perciò è preferibile creare
ex-novo una zona per questo uso, con
materiali che assicurino condizioni
stabili. La posizione più appropriata
per il giardino palustre è nelle immediate vicinanze di uno specchio d’acqua, in modo che le piante possano
integrarsi con le altre che condividono
l’habitat e il livello di umidità del terreno possa essere regolato.
Il modello più semplice da realizzare è
il “giardino da straripamento”, che si
può facilmente ricavare in prossimità di
uno specchio d’acqua esistente, scavando una zona profonda almeno 30
cm e assicurandosi che il livello della
nuova area palustre sia leggermente
più basso rispetto a quello del laghetto
già in loco, in modo da provocare un
adeguato straripamento dell’acqua in
eccesso. Le pareti vanno livellate, impermeabilizzate con un telo forato e ricoperto con uno strato di ghiaia fine
per evitare che la terra ostruisca i fori
di drenaggio. Quindi si riempie l’intera
buca con terra fertile da giardino. L’acqua (piovana o aggiunta nei periodi più
siccitosi) strariperà nella zona paludosa e la manterrà umida.
Se non si vuole rischiare di rovinare irrimediabilmente la vegetazione quando le piogge scarseggiano, si può pensare a un “giardino palustre irrigato”,
dotato di un sistema di alimentazione
d’acqua che utilizza una rete di manichette irrigue gocciolanti posizionate
sopra lo strato di ghiaia, su telo di rivestimento non forato. Tra la ghiaia e la
terra è bene stendere un foglio di tessuto non tessuto per evitare che la seconda occluda i fori dei tubi.
Simile a quello irrigato è il “giardino palustre idroponico”. In questo caso le
piante vanno irrigate una ad una ogni
10-14 giorni con una soluzione di concime liquido, controllando il livello dell’acqua con un tubo inserito verticalmente fino al fondo della ghiaia.
ra ripulendo completamente il laghetto da
girini, larve di libellula e altre creature benefiche. Per evitare ciò può essere opportuno dividere lo spazio in due parti, escludendo i pesci
da quella più selvatica.
Trattamento dell’acqua
Quando si crea un corpo d’acqua, sia in un
ampio spazio pubblico sia in uno piccolo privato, è importante che vengano presi tutti gli
accorgimenti necessari ad assicurarne nel
tempo una qualità eccellente. Il giusto rapporto di pesci, piante e luce concorre a creare
condizioni ottimali, ma se il risultato deve essere un’acqua limpida, l’aggiunta di un sistema
di aerazione (fontana, cascata ecc.) abbinato a
uno di filtrazione e/o sterilizzazione, permette
di conseguire l’effetto desiderato.
Un ossigenatore assicura l’aerazione di
laghetti e corpi d’acqua di elevati volumi. I
modelli galleggianti “a fontana” riescono a
mantenere costantemente in movimento una
grande quantità di liquido, creando correnti
subacquee che favoriscono i processi aerobici
e limitano la formazione di fanghiglia sul
fondo. Nel contempo il gioco d’acqua contribuisce a animare e arricchire il paesaggio; si
può ricorrere anche a effetti multipli che possono essere illuminati da proiettori subacquei.
Un generatore di ozono può essere abbinato ad alcuni modelli di ossigenatore. Questo
apparecchio, immettendo ossigeno puro arricchito (ovvero ozono), incrementa l’effetto
dell’aeratore. Il suo impiego è quindi consigliato nel caso in cui si operi in condizioni
limite o si vogliano ottenere effetti più immediati. Per evitare antiestetiche formazioni di
ghiaccio sulla superficie, si possono inserire
dei dispositivi che trasformano gli ossigenatori in potenti circolatori.
I filtri hanno lo scopo di filtrare l’acqua e
proteggere anche le pompe da eventuali detri-
ti che potrebbero causare un blocco del loro
funzionamento. Possono essere a immersione
o esterni e, in entrambi i casi, il funzionamento può essere meccanico o meccanico-biologico. Nel filtraggio meccanico le impurità vengono trattenute da filtri a schermo, costituiti da un
vaglio o da una rete metallica o di nylon con
fori di dimensione variabile a seconda del
grado di filtrazione richiesto. In genere, sono
utilizzati nelle fontane dove è necessario
mantenere l’acqua pulita per impedire l’intasamento degli ugelli. In questo caso, si sceglie un
filtro con fori di passaggio di diametro inferiore alla metà del diametro degli ugelli alimentati. Filtrazioni più spinte si ottengono abbinando speciali spugne filtranti.
La dimensione del filtro deve essere scelta in
base al carico intasante potenziale (presenza o
meno di alberi, polverosità della zona, presenza di prato regolarmente sfalciato ecc.) e la
superficie filtrante, espressa in cm2, può variare da 5 a 10 volte la portata passante per il filtro,
espressa in litri al minuto.
I filtri meccanico-biologici abbinano un filtro
a schermo (di solito costituito da speciali
spugne) a una zona formata da numerosi cilindretti in materiale plastico o biologico nel quale
si sviluppano in gran numero colonie di batteri in grado di ossidare i composti ridotti
(ammoniaca, nitriti ecc.) in sostanze nutrienti
utilizzabili dalle piante acquatiche, i nitrati. Il
loro utilizzo è quindi ideale in laghetti ornamentali, nei quali sono presenti piante e pesci,
in quanto contribuiscono a creare un ecosistema bilanciato nel corpo d’acqua.
I filtri meccanico-biologici fuori terra sono
di più facile manutenzione e vanno installati in
posizione più alta del livello dell’acqua; se
sistemati a opportuna quota permettono di creare cascate o piccoli ruscelli. Esistono modelli a
installazione seminterrata, più facilmente
mimetizzabili, o a immersione, adatti solo per
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GESTIONE
superfici acquatiche con modeste dimensioni.
Un dispositivo sterilizzatore a raggi UV
può essere installato quando si vuole contrastare radicalmente la formazione di alghe,
soprattutto nel periodo estivo più caldo, e si
vuole impedire la proliferazione di muffe e
parassiti nello specchio d’acqua. Questo dispositivo è costituito da una lampada a raggi UV
che viene inserita in un tubo attraverso il quale
viene fatta passare l’acqua spinta dalla pompa.
I raggi UV neutralizzano tutti i germi e le
microalghe contenute nell’acqua, impedendone la riproduzione. È bene ricordare che, dopo
un certo numero di ore, la lampada va sostituita perché comincia a perdere di efficacia. Gli
sterilizzatori sono sempre abbinati a un filtro
meccanico-biologico.
Stop all’inverdimento
L’acqua di un laghetto appena riempito assume, in breve tempo, un colore verdastro legato
alla presenza di microscopiche alghe. Anche se
può apparire allarmante, è uno stadio inevitabile che il laghetto deve attraversare per
raggiungere l’equilibrio perfetto. Grazie ai sali
minerali e alla luce, le alghe continuano a
moltiplicarsi finché l’equilibrio imposto dalle
piante presenti non viene ristabilito. Questo
stadio di assestamento, benché esteticamente
piuttosto sgradevole, è di fondamentale impor-
Il laghetto cosparso di foglie di piante
acquatiche accentua l’atmosfera
orientale dell’ angolo destinato al relax.
fanno nulla per porre rimedio alla vera causa.
Cambiare l’acqua posticipa il raggiungimento dell’equilibrio; è, invece, consigliabile
ripopolare il laghetto con alcuni molluschi
d’acqua dolce poiché ne filtrano continuamente grandi quantità, aiutando a eliminare le
alghe. Si può anche aggiungere una piccola
quantità di acqua di stagno o di ruscello naturale, per introdurre pulci d’acqua e altra fauna
microscopica che si ciba di alghe.
■
tanza poiché le alghe sono il nutrimento per
innumerevoli creature.
Se risulta inevitabile un intervento di contenimento, si devono seguire alcuni accorgimenti in modo da far raggiungere presto
l’equilibrio e non tamponare il problema,
ritardando di conseguenza il naturale raggiungimento della stabilità naturale.
Oltre agli accorgimenti da considerare attentamente in fase di progettazione, è bene ricordare che, per facilitare l’eliminazione dell’acqua verde, si consiglia di non utilizzare sostanze chimiche, quali il solfato di rame e il
permanganato di potassio. Questi trattamenti
curano i sintomi uccidendo le alghe, ma non
Abstract
A world of reflections
Expanses of water, complete with water
plants and wildlife, make green areas more
fascinating. The project must take into consideration the natural or man made materials
that can be used, the available space, the type
of users and the final balance of the ecosystem, which must have low maintenance
needs. The clarity of water is ensured by a
ventilation system combined with a filtering
and/or sterilization system. The latter
prevents algae from forming and moulds and
parasites from proliferating.