Mesotelioma pleurico maligno in casalinghe della provincia di
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Mesotelioma pleurico maligno in casalinghe della provincia di
Casistica clinica Vol. 95, N. 7-8, Luglio-Agosto 2004 Mesotelioma pleurico maligno in casalinghe della provincia di Catania Lidia Proietti 1, Marcello Migliore 2, Riccardo Polosa 3, Pietro Comba 4, Cristina Circo 3, Giuseppe U. Di Maria 3 Riassunto. Il nostro studio riporta sette casi di mesotelioma pleurico maligno in soggetti di sesso femminile, residenti nella provincia di Catania, casalinghe, età media di 69,2 (59-81) anni e con anamnesi negativa per pregressa esposizione ad asbesto, né occupazionale diretta, né indiretta, quale, ad esempio, la convivenza con partner esposto, nè ambientale. È stata inoltre esclusa esposizione a radiazioni ionizzanti. Questi casi non possono quindi essere correlati a pregressa esposizione professionale o ambientale ad asbesto, né a pregressa esposizione a radiazioni ionizzanti. Anche se non è possibile escludere un eventuale responsabilità del virus SV40, appare ragionevole ritenere che una eventuale minima esposizione ad asbesto nell’ambiente domestico e la concomitante suscettibilità genetica possano aver determinato l’instaurarsi della malattia. Parole chiave. Asbesto, mesotelioma, suscettibilità genetica. Summary. Pleural malignant mesothelioma in housewife in Catania area. Our study reports pleural malignant mesothelioma (PMM) in seven female patients. All patients were resident in Catania area (Sicily), the median age was 69.2 years and ranged from 59 to 81 years. They were housewife. Their anamnesis was negative for both direct and indirect previous exposure to asbestos; the partners of all patients were also not exposed to asbestos. The exposure to X-rays was also excluded for these patients. Different pathogenetic mechanisms for the appearance of PMM in these patients can be hypothesized, for example, SV40 infection and genetic susceptibility; a minimal domestic exposure to asbestos can be not excluded. Therefore, further studies in a more large number of subjects are necessary to determine whether one or all of these hypothetic pathogenetic mechanisms are more significant for the develop of PMM. Key words. Asbestos, genetic susceptibility, mesothelioma. Introduzione Il mesotelioma maligno (MM), è considerato una neoplasia “sentinella” di esposizione ad amianto 1, anche se, nonostante la frequente associazione con una pregressa esposizione, solo una piccola frazione di esposti sviluppa la malattia. Caratteristico è il lungo periodo di latenza tra l’inizio dell’esposizione e l’insorgenza del tumore, il che suggerisce così come per altri tumori, una evoluzione multistadiale con l’intervento di numerosi fattori mutazionali sia inizianti che promuoventi lo sviluppo. Numerosi studi sono stati effettuati in questi ultimi anni per individuare possibili fattori che in sinergia con l’asbesto possono avere un ruolo nello sviluppo di questo tumore. Sono state chiamate in causa le radiazioni ionizzanti 2, la suscettibilità genetica 3, e dalla metà degli anni ‘90 ha progressivamente guadagnato terreno quale agente co-cancerogeno , un virus appartenente alla famiglia dei Polyoma virus, il virus SV40, il quale produce oncoproteine in grado di legarsi ed inibire svariate proteine a funzione antitumorale, inducendo la trasformazione cellulare 4,5. La maggior parte dei casi finora riscontrati è associata ad una esposizione professionale, è prevalente nel sesso maschile ed è principalmente avvenuta in settori lavorativi dove l’amianto non è stato usato come materia prima (come l’edilizia, la siderurgia, la metalmeccanica). Molto meno frequenti sono i mesoteliomi pleurici associati ad esposizioni ambientali e non professionali. 1 Sezione di Medicina del Lavoro, Dipartimento di Medicina Interna e Patologie Sistemiche; 2 Sezione di Malattie Respiratorie, Dipartimento di Medicina Interna e Medicina Specialistica; 3 Sezione di Chirurgia Toracica Generale, Dipartimento di Chirurgia, Università, Catania; 4 Istituto Superiore di Sanità, Roma. Pervenuto il 28 gennaio 2004. 366 Recenti Progressi in Medicina, 95, 7-8, 2004 Le esposizioni negli ambienti di vita, in generale, sono di molto inferiori a quelle professionali, pur tuttavia non sono da sottovalutare perché l’effetto neoplastico non ha teoricamente valori di soglia. A contaminazione ambientale, piuttosto che ad esposizione lavorativa, sono stati ricondotti casi di mesotelioma pleurico riscontrati nella zona di Biancavilla (Catania) 5-10. Studi epidemiologici hanno dimostrato in questa zona un significativo aumento di mortalità per mesotelioma pleurico; indagini ambientali avevano permesso di stabilire che in quella zona non erano state mai svolte attività lavorative a rischio di esposizione ad amianto e che la popolazione era esposta a fibre minerali provenienti da una cava di pietra presente in una collina denominata Monte Calvario, posta nella parte nord-est di Biancavilla, a ridosso del paese. La cava era stata produttiva dal 1950 al 1998, anno della sua chiusura, per l’estrazione di sabbia e pietrisco utilizzati per l’edilizia locale. Un precedente clamoroso di esposizione ambientale è quello segnalato nel 1978 nella popolazione del Karain, esposta ad erionite presente nelle rocce locali utilizzate per la costruzione delle abitazioni e per la pavimentazione delle strade 11. Nella nostra pratica clinica abbiamo riscontrato casi di mesotelioma pleurico maligno in pazienti di sesso femminile in apparente assenza di esposizione ad asbesto. Questa osservazione ci ha spinti ad una revisione retrospettiva di tutti i pazienti osservati presso la nostra Divisione con diagnosi di mesotelioma pleurico maligno al fine di individuare uno o più possibili fattori di rischio. Pazienti e metodi Sono stati esaminati tutti i casi di mesotelioma pleurico maligno diagnosticati presso il Presidio ospedaliero Ascoli Tomaselli dell’Azienda Garibaldi di Catania tra l’aprile 1999 e il dicembre 2002. Particolare attenzione è stata posta nel controllo dell’anamnesi lavorativa per evidenziare la eventuale esposizione professionale, e/o ambientale ad asbesto; è stata inoltre controllata la eventuale esposizione a radiazioni ionizzanti e l’abitudine al fumo. Nello studio sono stati inseriti soltanto i pazienti con quadro clinico compatibile con la diagnosi di mesotelioma e con almeno un esame istologico positivo secondo gli orientamenti formulati dall’ISPESL 12. Per tutti, la diagnosi di presunzione era stata posta sulla base dell’esame clinico, Rx e TC torace e successivamente confermata con l’esame istologico di biopsie effettuate mediante metodica toracoscopica videoassistita 13. Risultati Su un totale di 24 pazienti giunti alla nostra osservazione dal 1999 al 2002, 17 erano di sesso maschile con età media di 65 aa. (56-80), e 7 di sesso femminile con età media di 69,2 aa. (59-81), tutti residenti nella provincia di Catania. Per i pazienti di sesso maschile, dall’anamnesi risultava una pregressa esposizione lavorativa o ambientale ad asbesto; invece per le pazienti di sesso femminile non era stato possibile dimostrare esposizione ad asbesto, né occupazionale diretta, né indiretta, quale, ad esempio, la convivenza con partner esposto. Nessuna di loro era stata esposta a radiazioni ionizzanti e per nessuna risultava abitudine al fumo. Quali patologie associate abbiamo riscontrato rispettivamente un caso di diabete, anemia mediterranea, diverticolosi del colon, tromboflebite dall’arto inferiore sinistro. Il motivo del ricovero era stato, in tutte le pazienti, la presenza di versamento pleurico recidivante: destro in 4, e sinistro in 3. L’esame TC del torace dimostrava la presenza di versamento pleurico saccato in 2 pazienti e libero in 5 pazienti, in nessun caso la TC aveva evidenziato la presenza di noduli sospetti sulla pleura parietale. La toracentesi diagnostica era stata eseguita in tutte le pazienti ma l’esame citologico era risultato sempre negativo per cellule neoplastiche. Dal punto di vista istologico le biopsie prelevate durante la videotoracoscopia avevano permesso di avere una diagnosi di certezza in tutti i pazienti: in 5 casi un mesotelioma di tipo epiteliale ed in 2 casi un mesotelioma di tipo ghiandolare tubulo papillare (tabella 1). All’esame dei reperti videotoracoscopici risultava versamento di colore giallo citrino in 5 casi e sieroematico in 2. Intraoperatoriamente il versamento era plurisaccato in due pazienti. La pleura parietale è risultata essere interessata in tutti casi, la viscerale in 6, la diaframmatica in 2, il pericardio in 1. Risultava inoltre che le biopsie erano state prelevate su tutte le lesioni sospette e che nei casi in cui la stadiazione intraoperatoria precludeva ulteriore trattamento chirurgico demolitivo quale la pleuro-pneumonectomia, era stato eseguito il talcaggio al fine di evitare la recidiva di versamento. Tutti pazienti oggetto della nostra revisione erano erano stati sottoposti a terapia adiuvante con cisplatino e gemcitabina. Discussione Lo stretto legame tra esposizione ad asbesto e mesotelioma è stato stabilito nel 1960 da Wagner e al. 14 e ben documentato in numerosi studi epidemiologici 15. Nonostante l’asbesto sia considerato il fattore eziologico principe per questa neoplasia, sono stati riportati casi di mesotelioma pleurico in soggetti apparentemente non esposti. Tabella 1. - Casi di mesotelioma pleurico in soggetti di sesso femminile. 1 2 3 4 5 6 7 Pazienti Età Occupazione N.M. P.L. C.G. P.M. B.C. C.G. S.I. 76 75 68 61 60 68 77 casalinga casalinga casalinga casalinga casalinga casalinga casalinga Diagnosi Mesotelioma di tipo epiteliale Mesotelioma di tipo epiteliale Mesotelioma di tipo epiteliale Mesotelioma di tipo epiteliale con aspetto tubulo papillare Mesotelioma di tipo ghiandolare tubulo papillare Mesotelioma di tipo epiteliale Mesotelioma di tipo epiteliale L. Proietti et al.: Mesotelioma pleurico maligno in casalinghe della provincia di Catania Questo può essere dovuto ad una sottostima dell’esposizione che qualche volta può passare inosservata sia al paziente che al medico. Infatti, per il mesotelioma esiste una potenzialità patogena di dosi di asbesto basse o molto basse; tale caratteristica emerge negli anni ’70 ed è chiaramente descritta da Selikoff nel 1978: «la dose innescante può essere piccola, in certi casi straordinariamente piccola» 16. D’altra parte, anche i trattati specialistici recenti, a più ampia diffusione, affermano che: «Tutte le informazioni disponibili indicano che il mesotelioma, con questa sua caratteristica di indipendenza dalla quantità di amianto inalata, si differenzia non solo dalle altre malattie provocate dall’amianto (asbestosi e cancro polmonare) ma anche da tutti gli altri tumori da causa o concausa nota, professionali o non (da cromati, da idrocarburipoliciclici, da amine aromatiche, da fumo di tabacco, ecc.) per i quali è costantemente ritrovabile una netta correlazione dose/risposta. Numerose osservazioni scientifiche in tema di mesotelioma inducono a ipotizzare che nella genesi di questo tumore, assai più che nella genesi degli altri, assumano una peculiare importanza caratteristiche individuali tali da rendere alcuni certi soggetti assai più ricettivi di altri all’azione cancerogena dell’amianto sulla pleura e sul peritoneo» 17. In poche parole, la suscettibilità individuale sembra avere un ruolo primario nella genesi del mesotelioma pleurico maligno. Alla luce di tali considerazioni, i casi da noi osservati potrebbero trovare la loro eziologia in una straordinariamente piccola dose innescante. Dobbiamo infatti ricordare che fonti di esposizione negli ambienti di vita possono derivare dall’inquinamento urbano derivante dal traffico veicolare, dall’usura dei freni e frizioni nelle auto prodotte negli anni passati, dalla disgregazione di materiali utilizzati in edilizia fino agli anni 70, nonché dall’inquinamento interno di edifici pubblici o abitazioni, dovuto al rilascio di fibre di amianto contenute nei materiali di costruzione con caratteristiche di isolante e antincendio. Tali materiali sono stati impiegati per la coibentazione soprattutto in prefabbricati, scuole, ospedali, teatri, cinematografi, negli impianti di condizionamento, nelle navi. Possono essere presenti nell’ambiente domestico manufatti contenenti amianto: vecchie stufe a gas catalitiche, alcuni elettrodomestici, cartoni isolanti posti dietro le stufe in cucina, guanti e prese da forno, assi da stiro. Ulteriori fonti di esposizione possono essere: l’inquinamento delle aree abitative limitrofe a insediamenti industriali che utilizzano amianto in grandi quantità, la dispersione da discariche non controllate, l’inquinamento naturale o quello prodotto da scarichi industriali o minerari; da demolizioni e rimozioni di materiali contenenti amianto, da erosione di tetti, tettoie etc, o dal rilascio di amianto in acque destinate al consumo umano da parte di condutture in cemento. C’è da sottolineare che l’inquinamento dell’ambiente di vita, pur essendo molto inferiore a quello che si verifica negli ambienti di lavoro, può rappresentare un problema rilevante per la salute della colletti- 367 vità in relazione al numero elevato delle persone che possono risultare esposte ed alla durata dell’esposizione. Si è calcolato in 0,2 - 3,7 per 100.000 il numero dei decessi per tumore polmonare e mesotelioma attribuibili ad una esposizione a 0,001 fibre di amianto per ml (1 fibra /l) di aria respirata in età scolare a partire da 10 anni di età in ambiente scolastico per 5 anni, assumendo una età media di vita di 75 anni. In genere, l’inquinamento ambientale è di un ordine di grandezza 3 volte inferiore a quello che è il limite stabilito negli ambienti di lavoro, ma – pur se il livello appare basso – ciò non significa che debba essere ignorato. Dobbiamo ricordare che anche l’OMS ha riconosciuto l’impossibilità di individuare un valore-soglia di concentrazione di fibre di amianto nell’aria al di sotto del quale non ci sia rischio. L’esposizione a radiazioni ionizzanti, uno dei fattore di rischio ipotizzato per mesotelioma pleurico, non è da prendere in considerazione quale possibile agente eziologico poiché le pazienti non hanno avuto alcuna esposizione di questo tipo. In merito, abbiamo trovato in letteratura numerosi casi di mesotelioma in pazienti che erano stati sottoposti a terapia radiante per neoplasie, ma un recente studio di coorte effettuato da Neuget et al. su 250.000 affette da tumore della mammella e malattia di Hodgkin, 255 delle quali erano state sottoposte a terapia radiante, ha mostrato un rischio relativo di sviluppare mesotelioma dopo terapia radiante toracica di 1,6, con un IC al 95% di 0,2-5,6 statisticamente non significativo. In assenza di terapia radiante, il rischio relativo è risultato dello 0,9% (0,22,2). Questo esclude una relazione tra irradiazione del torace e mesotelioma pleurico. Per quanto riguarda le abitudini alimentari – altro fattore ipotizzato come responsabile di mesotelioma – le nostre pazienti erano solite usare dieta mediterranea e non avevano preferenze per cibi quali pomodori, carote, broccoli e spinaci 18. Dai dati presenti in letteratura rimane d’altra parte incerto il rischio di sviluppo di mesotelioma legato ad un particolare tipo di dieta. Non è possibile escludere una eventuale contaminazione da virus SV40 del quale è stato recentemente ipotizzato un effetto potenziante l’azione cancerogena dell’amianto 3. Tale agente svolgerebbe la sua azione non mediante integrazione nel DNA della cellula mesoteliale, bensì con un meccanismo di tipo episomiale. Tali osservazioni traggono la loro origine dal fatto che studi sperimentali hanno dimostrato che l’iniezione intrapleurica di SV40 è in grado di indurre MPM nel 100% di animali da esperimento, indipendentemente da esposizione ad amianto 4. I dati statistici ad oggi disponibili sono contrastanti e non consentono risultati conclusivi, probabilmente per il fatto che nessuno studio ha mai avuto un follow-up sufficientemente lungo, tale da evidenziare patologie tumorali caratterizzate da una così lunga latenza; nessuno studio caso controllo è stato portato a termine 19. 368 Recenti Progressi in Medicina, 95, 7-8, 2004 Il notevole apporto di dati biomolecolari suggerisce la possibilità di una associazione eziopatogenetica tra SV40 e asbesto nel mesotelioma maligno. Conclusione L’aver trovato sette donne affette da mesotelioma senza apparente esposizione ad asbesto pone alcuni problemi in merito al possibile nesso eziologico. I casi da noi riportati non sono spiegabili con altri fattori di rischio, quali pregressa esposizione a radiazioni ionizzanti, contaminazione da SV40 o dieta alimentare. Appare comunque ragionevole ritenere che la eventuale minima esposizione ad asbesto nell’ambiente domestico e la concomitante suscettibilità genetica possano aver determinato l’instaurarsi della malattia. Risulta la necessità di ulteriori studi epidemiologici e sperimentali per approfondire le conoscenze sulla relazione tra le cause ambientali e non ambientali nell’insorgenza del mesotelioma. Bibliografia 1. Rutstein DD, Mullan RJ, Frazier TM, Halperin WE, Melius JM, Sestito JP. Sentinel health events (occupational): a basis for physician recognition and public health surveillance.Am J Public Health 1983; 73: 1054-62. 2. Sanders CL. Pleural mesothelioma in the rat following exposure to 239PuO2. Health Phys 1992; 63: 695-7. 3. Viana NJ, Polan A. 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