Judo, Mondiali 2015: il bilancio delle potenze mondiali.

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Judo, Mondiali 2015: il bilancio delle potenze mondiali.
Judo, Mondiali 2015: il bilancio delle potenze
mondiali.
Conclusi i Campionati Mondiali di
Astana 2015, è tempo di bilanci per le
grandi potenze del judo mondiale. A
meno di un anno dai Giochi Olimpici di
Rio 2016, vediamo dunque la situazione
delle principali nazionali protagoniste
dell’ultima competizione iridata. Le
nostre considerazioni sono
naturalmente basate sulle potenzialità
di ogni squadra, e non semplicemente
sui risultati acquisiti.
GIAPPONE (8 ori, 4 argenti, 5 bronzi)
I nipponici hanno dominato la competizione dal primo all’ultimo giorno, collezionando
diciassette medaglie sulle venti possibili per una singola nazionale ed avvicinando i numeri
da record dell’edizione casalinga di Tokyo 2010. Al dominio nelle prove a squadre ed alla
finale tutta nipponica nella categoria 73 kg tra Shohei Ono e Riki Nakaya si è unito anche il
primo storico trionfo nella categoria 81 kg, l’unica che non aveva mai visto un giapponese
vincere il titolo mondiale: ad interrompere l’insolito digiuno ci ha pensato Takanori Nagase.
Inoltre, i giapponesi hanno messo in evidenza un mix tra giovani emergenti e vecchi
protagonisti tornati al top, come Misato Nakamura (52 kg), Kaori Matsumoto (57 kg) ed
Haruna Asami (48 kg).
FRANCIA (2 ori, 2 argenti, 2 bronzi)
La nazionale francese ha vissuto una stagione difficile, con tanti dei suoi migliori interpreti
che hanno passato la prima parte della stagione in infermeria, ma all’appuntamento clou
i Bleus sono comunque riusciti a collezionare sei medaglie individuali, solamente una in
meno rispetto alle ultime due edizioni, ma con quattro finali disputate, una in più dell’anno
scorso. Due francesi, poi, sono stati tra i protagonisti assoluti della rassegna, con
Gévrise Émane che è tornata sul gradino più alto del podio quattro anni dopo il suo
secondo trionfo ed un immenso Teddy Riner che è andato a prendersi il suo ottavo titolo
mondiale. La Francia si conferma dunque al secondo posto nelle gerarchie del judo
mondiale, come nel 2013 e nel 2014.
COREA DEL SUD (2 ori, 1 argento, 3 bronzi)
Dopo la fallimentare edizione del 2014, che vide i sudcoreani tornare a casa a mani vuote,
la terza forza nella storia dei Mondiali di judo è tornata a recitare un ruolo di primo piano
nell’appuntamento iridato. Ciò che ha impressionato è soprattutto la giovane età dei
protagonisti dei trionfi della Corea del Sud, mentre a fallire sono stati i grandi nomi come il
campione olimpico Kim Jae-Bum (81 kg). Nomi come An-Ba Ul (66 kg), classe 1994,
Gwak Dong-Han (90 kg), classe 1992, sono destinati a diventare i nuovi leader di una
squadre che ha un’età media inferiore ai venticinque anni, media che si abbassa
ulteriormente se si considerano i soli medagliati di Astana.
KAZAKISTAN (1 oro, 1 argento)
L’obiettivo della nazionale kazaka per l’edizione casalinga era quello di conquistare
almeno una medaglia. La squadra asiatica è però riuscita a fare meglio, monopolizzando
la finale della categoria 60 kg con Yeldos Smetov, vincitore, e Rustam Ibrayev. Un ottimo
risultato per un Paese che lo scorso anno non era salita sul podio e che precedentemente
aveva ottenuto un solo titolo mondiale nella sua seppur giovane storia, firmato Maxim
Rakov nel 2009.
SLOVENIA (1 oro, 1 argento)
Dopo la delusione della sconfitta europea, Tina Trstenjak ha coronato la sua ottima
stagione vincendo il titolo mondiale della categoria 63 kg. Un risultato che ha
un’importanza non solo per la carriera personale della venticinquenne, ma per tutta la
Slovenia, visto che questo Paese non aveva mai ottenuto una medaglia d’oro nella
competizione iridata, nonostante gli otto podi collezionati, oramai diventati dieci.
GERMANIA (1 argento, 3 bronzi)
La Germania si conferma una nazionale molto solida, in grado di ottenere medaglie in
diverse categorie sia al maschile che al femminile, come dimostrano i risultati nelle prove a
squadre. Come nelle edizioni passate, però, non è arrivata l’agognata medaglia d’oro.
MONGOLIA (4 bronzi)
Nelle ultime due stagioni, la Mongolia aveva sempre conquistato un titolo iridato.
Quest’anno sono arrivati solamente quattro bronzi, un risultato che non piazza i mongoli
nelle posizioni di vertice del medagliere, ma che è comunque superiore rispetto ai due
podi complessivi del 2013 e del 2014. Difficile dire quale dei due bilanci sia migliora, ma la
Mongolia ha comunque confermato una grande competitività nelle categorie di peso più
basse, ma anche in quelle intermedie.
CUBA (1 bronzo)
Un solo bronzo non può essere un risultato soddisfacente per una squadra che negli due
anni aveva occupato la terza posizione del medagliere iridato. Idalys Ortiz (+78 kg), dopo
due titoli consecutivi, si è dovuta accontentare del terzo posto, anche se va detto che
restano dei dubbi sulla gestione degli shido in occasione della sua sconfitta ai quarti di
finale contro la giapponese Megumi Tachimoto. Vanno anche considerati i problemi fisici
che negli ultimi tempi hanno colpito alcuni dei più forti judoka caraibici come Asley
González (90 kg) e José Armenteros (100 kg).
RUSSIA (1 argento, 3 bronzi)
Quattro medaglie senza titoli sono un bilancio decisamente insufficiente per la nazionale
che aveva dato una vera propria prova di forza in occasione dei Giochi Europei di Baku.
Forse i russi hanno puntato eccessivamente sull’appuntamento continentale, così
ravvicinato rispetto a quello iridato, e sono arrivati ad Astana a corto di energie. Il bilancio
russo piange anche rispetto all’anno scorso, quando in casa mancò ancora il metallo più
pregiato ma le medaglie complessive furono ben nove.
GEORGIA (3 bronzi)
Nell’arco di due anni, la Georgia sembra essere passata da nazionale dominante del judo
maschile a comparsa estemporanea in alcune categorie. Dopo un argento ed un oro,
Avtandili Tchrikishvili (81 kg) ha addirittura mancato l’appuntamento con il podio, mentre
Varlam Liaparteliani (90 kg) ha limitato i danni con un bronzo. Bronzo anche nella prova a
squadre, che i georgiani hanno spesso dominato negli ultimi anni.
BRASILE (2 argenti)
Tra le migliori quattro squadre del mondo sia nel 2014 che nel 2013, il Brasile ha accusato
un preoccupante calo ad un anno dall’edizione casalinga dei Giochi Olimpici. I big del judo
verdeoro, come la campionessa di Londra 2012 Sarah Menezes (48 kg), hanno tradito le
attese, anche se le prestazioni deludenti possono essere in parte spiegate con il doppio
appuntamento continentale che i brasiliani – come i cubani – hanno dovuto affrontare, con
Campionati Panamericani e Giochi Panamericani in programma. Qualcosa, però, dovrà
cambiare se il Brasile vorrà recitare un ruolo da protagonista a Rio 2016.
PAESI BASSI (1 bronzo)
Come la Russia, anche l’Olanda sembra aver pagato i trionfi europei: a Baku,
gli Oranje conquistarono tre medaglie d’oro con Kim Polling (70 kg), Marhinde Verkerk (78
kg) ed Henk Grol (100 kg), ma le prestazioni di Astana non sono state per nulla
soddisfacenti, con la sola Verkerk in grado di centrare il podio. Per il secondo anno
consecutivo, dunque, gli olandesi hanno fallito l’appuntamento iridato (lo scorso anno fu
Sanne Verhagen a vincere l’unico bronzo tra le 57 kg).
UNGHERIA (0 medaglie)
Cinque settimi posti sono il sintomo di una squadra altamente competitiva in tante
categorie, ma l’acuto è mancato totalmente, nonostante i magiari possano vantare diversi
judoka nella top ten delle rispettive categorie. Ad inizio Mondiale sarebbe stato difficile
prevedere un bilancio così negativo per questa squadra.