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INTERVISTE
Recenti tendenze in Italia
delle piscine
e degli impianti acquatici
Riflessioni del progettista e considerazioni del costruttore
di Bruno Grillini
Il mercato degli impianti natatori che coinvolge al suo interno diversi attori fondamentali quali progettisti, costruttori e gestori è stato fortemente toccato dalla crisi economica che ha colpito il
nostro Paese negli ultimi anni.
Tale fase di forte contrazione ha senz’altro registrato la fuoriuscita dal mercato dei soggetti economicamente più deboli, che nella precedente decade di sviluppo e maggior disponibilità di fondi
e contributi pubblici si erano improvvisati gestori, soggetti che commercializzavano prodotti con
una specializzazione superficiale o progettisti di impianti natatori (che richiedono per una realizzazione a regola d’arte una forte specializzazione essendo manufatti molto complicati sia in termini di prescrizioni normative che di impiantistica indotta anche a garanzia della sicurezza e salute degli utenti). Di contro le realtà più strutturate e fortemente specializzate che ancora operano
sul mercato hanno iniziato a interrogarsi su quali azioni intraprendere per cercare di affrontare e
superare un cambiamento repentino e soprattutto fortemente impattante in termini di riduzione
del fatturato conseguente alla forte contrazione del mercato dovuta in ambito pubblico al forzato rispetto del Patto di Stabilità, con crollo verticale degli interventi finanziati con fondi pubblici e
contrazione dei consumi nel mercato privato in ragione delle diminuzione del reddito disponibile
per i cittadini. Sono quindi nate occasioni di confronto e brainstorming in cui i partecipanti hanno
portato la loro esperienza e la fotografia del mercato dal loro punto di vista.
Senz’altro si è giunti alla conclusione che i diversi operatori dovessero cercare di muoversi in
sinergia, andando a potenziare ed evidenziare le eccellenze presenti, in una logica di filiera.
Questo è il motivo per cui negli ultimi 2 anni sono nate più reti di impresa che coinvolgono soprattutto i costruttori di piscine, di impiantistica tecnologica e attrezzature.
Per quanto riguarda i progettisti si è cercato di fare sinergia con gli altri operatori di mercato, con-
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tinuando nella formazione e nell’aggiornamento professionale, lavorando soprattutto in fase di
ingegnerizzazione a stretto contatto con le ditte esecutrici e fornitrici di componenti altamente
prestazionali per garantire la qualità del servizio e del prodotto nel rispetto dei budget a disposizione. In questo servizi abbiamo raccolto il contributo di un progettista fra i più esperti nel mercato degli impianti acquatici e di rappresentanti di aziende costruttrici del made in Italy che portano alcuni spunti inerenti la loro peculiare specializzazione.
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Interviews
Recenti tendenze in Italia delle piscine e degli impianti acquatici
Riflessioni del progettista e considerazioni del costruttore
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coinvolge al suo interno diversi attori fondamentali quali progettisti, costruttori e gestori è stato
fortemente toccato dalla crisi economica che ha colpito il nostro Paese negli ultimi anni.
Tale fase di forte contrazione ha senz’altro registrato la fuoriuscita dal mercato dei soggetti economicamente più deboli, che nella precedente decade di sviluppo e maggior disponibilità di fondi
e contributi pubblici si erano improvvisati gestori, soggetti che commercializzavano prodotti con
una specializzazione superficiale o progettisti di impianti natatori (che richiedono per una realizzazione a regola d’arte una forte specializzazione essendo manufatti molto complicati sia in termini di prescrizioni normative che di impiantistica indotta anche a garanzia della sicurezza e salute
degli utenti).
Di contro le realtà più strutturate e fortemente specializzate che ancora operano sul mercato
hanno iniziato a interrogarsi su quali azioni intraprendere per cercare di affrontare e superare un
cambiamento repentino e soprattutto fortemente impattante in termini di riduzione del fatturato
conseguente alla forte contrazione del mercato dovuta in ambito pubblico al forzato rispetto del
Patto di Stabilità, con crollo verticale degli interventi finanziati con fondi pubblici e contrazione dei
consumi nel mercato privato in ragione delle diminuzione del reddito disponibile per i cittadini.
Sono quindi nate occasioni di confronto e brainstorming in cui i partecipanti hanno portato...
Riflessioni dell’architetto Paolo Pettene
L’architetto Paolo Pettene, titolare dello Studio SdiA
Nella pagina di apertura, impianto natatorio stagionale
(con vasca 50 m e ludico-ricreativa) in Regione
Tzamberlet ad Aosta ed esploso dello studio progettuale
per nuovo impianto natatorio indoor nel Canavese.
In questa pagina, l’impianto natatorio comunale di
Follonica prima e dopo l’intervento di ristrutturazione/
riqualificazione.
Progetti fino a pag. 68: studio SdiA; fotografie Manuela
Cerri.
Dida
Si deve prima di tutto evidenziare l’importanza strategica per lo sviluppo del settore del
progetto dell’impianto acquatico nella sua
complessità ed evoluzione, non solo in considerazione dell’architettura e dell’ingegnerizzazione, ma in particolare dalla conoscenza
degli aspetti organizzativi-gestionali (che sono
l’approccio metodologico utilizzato da sempre
dallo studio SdiA sin da quando ha iniziato a
specializzarsi nella progettazione dell’impiantistica sportiva/natatoria).
Sia personalmente che poi nello sviluppo e
crescita dello Studio di Architettura SdiA di cui
sono titolare sono stati coinvolti negli anni professionisti specializzati in tali ambiti (architetti,
ingegneri impiantisti e strutturisti in particolare
con la presenza in studio ormai da anni dell’ingegnere gestionale Cristina Demarchi) per
offrire un servizio globale per la Committenza
ed inserire nello sviluppo della progettazione
di tali strutture sportive (sono stati sviluppati
negli anni oltre 300 impianti sportivi di cui le
piscine superano il centinaio) già tutti quelli
accorgimenti necessari per ottimizzare il
layout secondo parametri propri della conduzione- manutenzione e dell’ efficientamento
energetico.
Da sempre è stato instaurato nella fase progettuale un confronto sinergico con i gestori
che sono figure fondamentali e devono essere coinvolte da subito, soprattutto nello svilup-
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po di strutture pubbliche (nel corso dei suoi
30 anni Tsport ha pubblicato moltissimi articoli su tale materia - progettazione e gestione
di impianti natatori - a firma dello Studio SdiA).
Il mercato degli impianti natatori è cambiato
molto in questi ultimi anni sia nella tipologia
di interventi oggetto di progettazione e successiva realizzazione sia per il mutamento e
l’evoluzione degli operatori che in esso operano costantemente (le mansioni dei gestori
sono cambiate: dalla sola organizzazione
delle attività natatorie e manutenzione-conduzione della struttura a soggetti imprenditoriali
a volte per scelta a volte per “obbligo contrattuale” con onere di realizzazione delle opere e
perseguimento dell’obiettivo di bilancio in una
logica di autofinanziamento).
Con estrema sintesi potremmo dire che
attualmente ci si muove su diversi filoni: recupero delle strutture preesistenti in una ricerca
di soglia di convenienza; realizzazione ex novo
di impianti di dimensioni contenute con layout
ottimizzato e di nuova generazione; rimodulazione di impianti in località turistiche con pluralità di spazi acqua o un’unica vasca polifunzionale con forte connotazione ludico-ricreativa e per il benessere/loisir (sul modello di
quanto già attuato da altri Paesi europei e da
me rilevato nel corso dei miei numerosi viaggi
di formazione professionale a fiere e convegni
di settore: importantissimi per il giusto appro-
fondimento e per una visione di ampio respiro sul quelle che sono le tendenze in atto
anche oltre confine).
La forte contrazione degli investimenti pubblici ha fatto sì che ci sia stato negli ultimi
anni un incremento degli interventi di rifunzionalizzazione e ristrutturazione del patrimonio esistente a discapito di nuovi impianti
natatori realizzati ex novo.
Diversamente da quanto si possa pensare
intervenire sull’esistente, quindi ristrutturare,
riqualificare un impianto ormai obsoleto sotto
tutti i punti di vista (la maggior parte degli
impianti pubblici esistenti risalgono agli anni
70-80), però comporta molte difficoltà tecniche e gli investimenti risultano comunque
onerosi. Negli ultimi anni grazie all’attivazione
di finanziamenti per l’efficientamento energetico si è andati ad operare su sostituzione
centrali termiche, micro-cogenerazione, introduzione di UTA ad alta efficienza, inserimento
di dispositivi impiantistici per garantire il recupero di tutti i cascami energetici, inserimento
di cappotti e sostituzione serramenti sempre
in una logica costruttiva “a secco”.
Spesso gli interventi di ristrutturazione ed
ampliamento di impianti preesistenti sono
volti ad un ammodernamento degli spazi
acqua disponibili con l’introduzione di vasche
di nuova morfologia che vanno oltre alla tradizionale vasca nuoto omologabile (la cui pre-
senza è però fondamentale per le attività di
avviamento al nuoto con relativa fidelizzazione
dell’utenza che inizia a frequentare il centro
intorno ai 6 anni e prosegue almeno fino ai 16
anni). Spessissimo si va ad intervenire anche
sugli spogliatoi e servizi indotti per creare
ambienti colorati e luminosi, sicuri per l’utenza
e che migliorano il livello globale del servizio
offerto.
I grandi contenitori sportivi-natatori con finalità prettamente agonistiche realizzati nel passato non risultano purtroppo più attuabili nel
mercato attuale; tralasciando impianti cittadini
gestiti direttamente dalla Federazione Nuoto
FIN, laddove possibile impianti del passato
con una forte connotazione agonistica in
gestione a società sportive registrano interventi di ammodernamento con riduzione delle
profondità (per diminuire i volumi di acqua da
scaldare e sanificare per un contenimento
delle spese gestionali) e inserimento piuttosto
di pluralità di vasche a diversa profondità e
temperatura per offrire un servizio eterogeneo che va dai bambini di 3 mesi agli over 60.
Questi investimenti si rendono necessari
anche per andare incontro ad un nuovo
approccio all’ambiente acqua da parte dell’utenza. Con lo sviluppo delle attività di fitness
in acqua infatti si è avvicinata all’impianto
natatorio una fascia di utenza già adulta che
pur non sapendo nuotare o avendo poca abi-
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In questa pagina, in alto, render progettuale per impianto acquatico ludico-ricreativo indoor nell’area metropolitana torinese e l’Eracle Sports Center a San Fermo della
Battaglia (Como): ambito acquatico.
Qui sopra, fotoinserimento del nuovo campus sportivo
nell’Eracle Sports Center.
Dida
Contributo dell’ ingegnere Ivano Pelosin
lità nella tecnica natatoria approccia all’elemento acqua con una fruizione degli spazi di
tipo verticale anziché orizzontale.
Ulteriore considerazioni sulle attuali criticità:
gli impianti natatori sono ormai diventati
“opere tiepide”, nel senso che i gestori (in una
sorta di nemesi per gli errori, la superficialità e
gli sprechi del passato registrati nella gestione
mista pubblico-privato) sono stati progressivamente gravati in un passaggio di rischio di
impresa dal pubblico totalmente a carico del
privato con l’utilizzo degli strumenti del parternariato pubblico-privato.
Quindi a carico del gestore sono stati imputati realizzazione degli interventi, gestione (comprensiva di tutte le utenze energetiche),
manutenzione ordinaria e straordinaria.
Il progettista con il suo staff interdisciplinare
deve essere necessariamente esperto “nell’architettura dell’acqua” con conoscenze
impiantistiche per garantire la massima efficienza prestazionale degli impianti natatori
acquatici.
Negli ultimi anni si registra purtroppo una difficoltà di accesso al credito da parte dei
gestori (ricordiamo che l’impianto natatorio su
cui vanno a fare gli interventi oggetto di concessione di lavori è proprietà comunale e
quindi non può essere utilizzato come garanzia) con richiesta da parte degli istituti bancari di garanzie proprie (in assenza di concessione di diritto di superficie o fidejussioni
comunali: strumento quest’ultimo di cui nel
recente passato operatori spregiudicati
hanno abusato arrecando un fortissimo
danno a tutto il settore). Molto spesso in questo ultimo quinquennio operazioni che avrebbero avuto la loro valenza sociale e gestionale si sono arenati per la debolezza economica del soggetto gestore. I costruttori che partecipano alle ATI per PF e concessioni di
costruzione e gestione e che potrebbero for-
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nire quota parte delle garanzie richieste per il
mutuo infatti non hanno come core business
la gestione di impianti sportivi e mirano ad
uscire dalla società di progetto all’uopo costituita a seguito del collaudo definitivo delle
opere realizzate.
Tali impianti necessitano, quindi, oltre un certo
livello di soglia di investimento un contributo
da parte dell’Amministrazione Comunale con
un’attuazione mista soprattutto per quelle
opere di infrastrutturazione che non generano
reddito e che non sono in grado di ripagarsi
con la gestione (parcheggi, recinzioni, sistemazioni esterne, allacci).
Non va infatti dimenticata la forte valenza
sociale di un centro erogatore di servizi natatori non solo agonistici, ma anche educativi e
di promozione di un corretto stile di vita.
Tali strutture polifunzionali acquatiche rispondono spesso a esigenze di pratica motoria e
natatoria fortemente sentite dal territorio e
influiscono positivamente sui cosiddetti
“determinanti della salute”: con la possibilità
di fruire di un nuovo spazio natatorio coperto
in cui praticare attività motoria e acquatica. Si
influirà così positivamente sullo stile di vita
che è sempre più sedentario, avendo quindi
ricadute in senso positivo sullo stato di salute
della popolazione.
Si riportano recenti esempi di progettazioni e
realizzazioni di impianti acquatici pubblici e privati di nuova generazione, dove ogni intervento risulta sempre diverso dal precedente, originale ed evoluto.
Le difficoltà dell’economia europea ed in
particolare di quella italiana sono proseguite negli ultimi anni ed anzi purtroppo si sono
accentuate. Le previsioni parlano di un
debole segnale di ripresa, ma la realtà
fin’ora si è sempre dimostrata peggiore
delle previsioni! Il nostro settore, forse in
modo più sfumato, meno accentuato, per lo
meno nella fascia più alta di mercato ha
seguito un andamento analogo. Pure i centri benessere, in cui la piscina attrezzata
con molteplici giochi d’acqua riveste un
ruolo principale, anche in termini di fatturato, paiono subire una stasi, se non un rallentamento. Ma la riflessione più importante che dobbiamo condividere non è tanto il
dato economico ma il fatto che, molto probabilmente, siamo di fronte ad un cambiamento definitivo del mercato della piscina in
Italia. Tutti i soggetti coinvolti nel nostro
settore (produttori, distributori, costruttori,
progettisti….), se non lo hanno già fatto, si
dovranno adeguare alle dimensioni ed esigenze di questo nuovo mercato lavorando
in sinergia con competenza e la necessaria
specializzazione:
- numeri più bassi per quanto riguarda le
nuove realizzazioni che, per contro, tenderanno ad essere di valore più elevato;
- incremento delle ristrutturazioni sia delle
piscine che dei centri benessere esistenti,
complici anche le realizzazioni non troppo
curate nel periodo passato;
- maggiori richieste da parte del cliente committente che, oggi, è molto più informato e
preparato di un tempo;
- prezzi in calo con una contrazione significativa della marginalità in tutti i passaggi della
filiera, dal produttore al costruttore, ma con
una richiesta da parte del cliente finale di
aumentare la qualità della realizzazione!
I produttori e distributori che hanno visto per
primi una significativa contrazione di fatturato
ed, essendo aziende più grandi e strutturate,
dispongono di strumenti di analisi più attenti
e sensibili rispetto ai costruttori, stanno cambiando, in alcuni casi anche in modo radicale,
la loro politica di vendita. Si sta passando da
“tutto a tutti” perseguito quando il mercato
“tirava” e l’unico problema pareva essere
quello di avere materiale per soddisfare la
richiesta, da qualunque parte arrivasse, alla
ricerca di creare un rapporto fidelizzato con i
clienti scelti tra i costruttori più seri e preparati. Si torna a parlare di concessionari se non
di catene di franchising, o comunque si cerca
di avere un rapporto molto forte ed esclusivo
con i costruttori. Si è capito che la qualità
paga non solo in termini di fatturato più
costante nel tempo ma anche proprio di
pagamento reale ed effettivo! Tra i costruttori la crisi ha prodotto e sta producendo una
significativa “selezione naturale”: le aziende
meno preparate, quelle che hanno sempre
anteposto l’aspetto commerciale a quello
tecnico, quelle improvvisate, nate durante il
periodo del boom della piscina giungendo
anche da altri settori, non riescono più a
stare sul mercato, complice anche una politica dei prezzi “suicida”. Così rimangono in
piedi le aziende storiche, chi ha sempre investito in uomini, mezzi ed attrezzature, chi ha
curato l’assistenza, il “service” che, se ben
gestito, da peso può diventare una risorsa.
Negli ultimi tempi anche nel nostro settore
comincia ad interessare il nuovo concetto di
“Rete di aziende”: si ha la consapevolezza
che i problemi del mercato, la drastica riduzione degli utili, l’aumento della burocrazia e
dei compiti di formazione e sicurezza all’interno di ogni azienda anche la più piccola, si
possono affrontare meglio facendo “gruppo”
pur rispettando la propria individualità e specializzazione.
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Ing. Ivano Pelosin, Presidente di ASSOPISCINE e titolare
di Italpool
Nella pagina di fronte, in alto, vasca polifunzionale estiva
dell’impianto natatorio di via Trecate a Torino (Studio
SdiA). Nella colonna di sinistra, composizione di schizzibozzetti progettuali dell’architetto Pettene sul tema degli
impianti acquatici.
In questa pagina, realizzazioni Italpool sulla collina torinese (a sinistra) e nella campagna piacentina (a destra).
Dida
Contributo del dottor Giancarlo Brizzi
Abbiamo chiesto al Direttore di Culligan Piscine
Giancarlo Brizzi, di parlarci di quello che si presenta come un esempio concreto di sinergia di
eccellenza internazionale, che ha registrato
importanti ricadute economiche-turistiche in
particolare nella zona di Abano a Montegrotto
Terme, in Provincia di Padova: il nuovo Centro Y40 realizzato e progettato dal proprietario
albergatore architetto Emanuele Boaretto.
Il dottor Giancarlo Brizzi direttore di Culligan Italia
“Tantissime sono state le sfide avvincenti che
hanno visto protagonista il team di Culligan
Piscine, dal Principe di Piemonte a Viareggio,
una piscina realizzata sul tetto di un hotel a 5
stelle lusso, esperienza poi ripetuta, pochi
mesi fa, al GH Gallia a Milano, di proprietà
dell’Emiro Arabo del Qatar, Althani, fino alla
piscina più profonda del mondo, Y-40, che fin
dal primo anno ha registrato la visita di oltre
100.000 persone provenienti da 81 paesi del
mondo, con milioni di contatti sul web, dove Y40 e Culligan viaggiano a braccetto, essendo
noi i partner tecnici più importanti, visto che
garantiamo, tutti i giorni, 4500 mc. di acqua
termale perfettamente limpida e a 33° C di
temperatura costante, per il piacere dei subacquei”.
E’ vero che siete stati premiati dal quartier
generale della Culligan International di Chicago,
per questo successo ?
“Sì, è stata una grandissima soddisfazione ricevere per Y-40 il premio annuale “Culligan Pure”,
che viene assegnato alla più ambiziosa ed
innovativa realizzazione dell’anno a livello mondiale.”
In questa pagina, la realizzazione Y-40 a Montegrotto
Terme (Padova). L’impianto trattamento acqua è realizzato da Culligan.
Dida
Chiediamo a Brizzi qual è il segreto di questo
successo, in un momento storico tutt’altro che
positivo come quello che abbiamo vissuto in
questi anni.
“E’ stata l’occasione per festeggiare insieme a
tutta la Filiale di Montecatini questo importante
successo, perché i successi non si raggiungo-
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no mai per caso. L’ambiente di lavoro ideale è
fondamentale per poter esprimere al meglio le
proprie potenzialità e la voglia di crescere. Il
mio lavoro, in 36 anni di attività in Culligan, è
stato sempre improntato alla formazione di
giovani entusiasti del proprio lavoro, che vedevano fondamentale l’investimento sul miglioramento di se stessi insieme al gruppo,… senza
mai accontentarsi e perché no… usando un
po’ di sana “incoscienza giovanile”… perché è
quello il momento più bello e creativo”.
Ci parli dunque di Y-40
“Voluto fortemente dalla famiglia Boaretto di
Montegrotto quest’ambizioso progetto tutto
italiano, con i suoi 42 metri di profondità, stabilisce il nuovo record mondiale, con acqua
termale variabile tra i 32 e 34°C. Come hanno
sancito campioni del calibro di Enzo Maiorca
e Umberto Pellizzari, sceso in apnea per la
misurazione ufficiale, Y-40 è destinato a
diventare il paradiso dei subacquei, provenienti da tutta l’Europa e sicuramente anche
da oltre oceano, registrando il passaggio di
migliaia di utilizzatori che avranno modo di
ammirare la nostra sala impianti che (contrariamente ad altre realtà in cui si trova in
ambienti angusti e nascosti) i proprietari
hanno voluto rendere visibile a tutti: i filtri
(sono quattro, per una portata totale di 720
mc/h) sono “in vetrina” affacciati sulla sala
meeting, proprio per l’orgoglio di mostrare il
“cuore pulsante” che garantisce un’acqua
bellissima e purissima, con una perfetta visibilità fino a 42 metri, e che ha impressionato
molto positivamente tutti coloro che l’hanno
collaudata. Vogliamo inoltre sottolineare che
l’Hotel Millepini, che ospita Y-40, si è affidato
completamente a Culligan per tutto il trattamento dell’acqua. Oltre alla piscina, abbiamo
installato impianti di potabilizzazione, addolcimento e osmosi inversa per utilizzare al meglio
l’acqua del pozzo, per tutti gli utilizzi igienico e
termosanitari”.