good night and good luck
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GOOD NIGHT AND GOOD LUCK scheda tecnica titolo originale: GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK durata: 90 minuti nazionalità: Usa anno: 2005 regia: GEORGE CLONEY soggetto e sceneggiatura: GEORGE CLOONEY, GRANT HESLOV produzione: GEORGE CLOONEY, GRANT HESLOV PER SECTION EIGHT LTD., WIP, 2929 PRODUCTIONS, METROPOLITAN, PARTECIPANT PRODUCTIONS, REDBUS PICTURES, TOHOKASHINSHA FILM COMPANY LTD. fotografia: ROBERT ELSWIT montaggio: STEPHEN MIRRIONE scenografia: JAMES D. BISSELL costumi: LOUISE FROGLEY interpreti: DAVID STRATHAIRN (EDWARD R. MURROW), GEORGE CLOONEY (FRED FRIENDLY), GRANT HESLOV (DON HEWITT), ROBERT DOWNEY JR. (JOE WERSHBA), TOM MCCARTHY (PALMER WILLIAMS), PATRICIA CLARKSON (JENNY DARMONDY), JEFF DANIELS (TED CHURCH), RAY WISE (DON HOLLENBECK) la parola ai protagonisti George Clooney Come è arrivato a Good night and good luck? Oggi come allora si sfrutta la paura per limitare la nostra libertà. Negli Usa la nuova proposta sulla sicurezza nazionale permette all'Fbi di investigare sulla vita di una persona senza che questi neppure lo sappia. È un passo pericoloso. E purtroppo l'informazione è completamente assente. Mio padre ha lasciato il suo lavoro proprio perché la tv era diventata sempre più spettacolo senza spazio per le notizie. È un fatto ciclico: c'è un periodo in cui si usa la paura per attaccare le libertà civili e per fortuna poi si va avanti. Ce la faremo anche stavolta. Dunque è un film sull'oggi? Mi sembrava giusto entrare nel dibattito che c'è negli Stati uniti, specie adesso che il Patriot act farà il suo secondo passaggio al senato. Bisogna discuterne visto che si sta attaccando la nostra libertà. Però, anche se tutti sanno come la penso, non avevo in mente di fare un film contro l'attuale amministrazione. L'aspetto storico è centrale, sono un fan di Murrow, ma se ci si vedono riferimenti all'attualità mi fa piacere. [email protected] 1 Lei ha sempre fatto film-spettacolo. Questo è un altro tipo di film, che creerà un dibattito pubblico. E' più soddisfacente? E' sempre bello fare un film, io non sono uno snob, mi piacciono i film spettacolari, tipo Ocean's eleven, sono divertenti. Ma film come questo, come Three kings creano un dibattito, è divertente, suscitano commenti ed è bello fare parte di questo. Specialmente ora che la legge sul patriottismo farà un secondo passaggio in parlamento. E' bello il dibattito sulle libertà civili se è giusto toglierle o no. Ma questo film non è un pretesto per attaccare l'attuale amministrazione, è riferito a un fatto del passato: sono un fan di Murrow, se c'è un riferimento all'oggi ne sono felice, ma il mio obiettivo era suscitare un dibattito più generale. A chi si è ispirato come regista? Io imparo da qualsiasi regista con cui lavoro da sempre, stavolta ho rubato molto ai colleghi documentaristi, perché parlavo di una inchiesta giornalistica e lo stile del documentario era il più fedele. Ha scelto il bianco e nero e una forma "documentaria". Era la soluzione che mi permetteva di armonizzare il film coi materiali d'archivio. Non ho mai pensato di usare un attore per McCarthy... volevamo farlo vedere di persona come Murrow, che ha usato solo la sua voce. Nessuno eguaglia McCarthy come McCarthy. Forse gli daranno un premio da attore non protagonista. Il film racconta il maccartismo attraverso l'informazione, i media, il loro potere. Quando ero ragazzo c'erano tre network negli Usa. Avevano tutti le stesse informazioni che il pubblico prendeva e interpretava. Ci sono stati alcuni momenti che hanno segnato la storia americana. Come quando Walter Cronkite, un uomo di cui gli americani si fidavano, tornò dal Vietnam dicendo che era una guerra sbagliata. O come quando Murrow disse che McCarthy era un criminale. Il punto non era che le persone da lui accusate fossero o meno delle spie. Ciò che contava era che se accusi qualcuno con le prove chiuse in una busta sigillata, senza concedere di vederle e senza mostrare la faccia dell'accusatore, distruggi tutto quanto di grande ha fatto l'America. Oggi questo tipo di giornalismo non è più possibile. Il sistema televisivo è frammentato e questo fa sì che si scelga il canale che dice le cose che vuoi sentire. Se vai su Fox saprai che ci sono buoni e cattivi senza mai un fatto, contano solo le categorie. Questo permette il controllo dell'informazione? La tv può avere un potere enorme, oggi l'informazione viene in maggioranza dalla televisione. In tv si fa politica, con la televisione è stato eletto Kennedy. Oggi c'è sempre più controllo dei capitali sulla televisione, ecco perché l'informazione è messa in un angolo, non frutta denaro e è pure pericolosa... Un tempo l'informazione poteva controllare gli altri poteri: non era solo un diritto ma una responsabilità. Ora invece non si fanno più le domande che contano. Chi ha creato il documento che provavamo che Saddam cercava di comperare uranio dalla Nigeria? Sappiamo adesso che era falso ma non sappiamo chi lo ha inventato. Per queste domande non c'è più spazio. Mi sembra di capire che considera il suo un film più storico che politico... Esatto, noi ci siamo limitati a fare delle ricerche per raccontare delle cose che sono realmente successe. Abbiamo fatto come farebbe un qualunque bravo giornalista, abbiamo fatto un controllo incrociato delle fonti, abbiamo intervistato le persone protagoniste ancora in vita, abbiamo usato tutti i riferimenti storici possibili. Al momento negli Stati Uniti c'è una strana teoria per cui McCarthy era un brava persona, mentre Murrow un comunista antipatriottico, quindi direi che è il momento giusto per ribadire che le cose non stanno veramente così. Perché avete usato il vero senatore McCarthy? Oggi in molti cercano di riabilitarlo e farlo passare per un bravo ragazzo, allora abbiamo scelto di utilizzare le sue stesse frasi e la sua faccia, come aveva fatto Murrow. In fondo [email protected] 2 pensiamo che abbia fatto un bel lavoro nel recitare se stesso e che potrebbe vincere un premio come migliore attore non protagonista. Può spiegarci meglio perché è arrivato il momento di parlare di lui? Ci sono molte ragioni. Perché è una grande storia, prima di tutto, e ogni volta che fai un film quello che racconti è fondamentalmente un atto di coraggio e questo è un grande atto di coraggio. Poi è arrivato il momento di sollevare il dibattito sull'utilizzo che si fa della paura per privare le persone dei loro diritti civili, così come è importante parlare delle responsabilità che hanno le grandi multinazionali proprietarie dei network nel controllo delle notizie che poi arrivano al pubblico. E poi perché stanno per rinnovare il Patriot Act con norme ancora più restrittive che calpesteranno ulteriormente i nostri diritti costituzionali. E poi perché è un momento difficile negli Stati Uniti. Sally Shean, la madre di un soldato morto in Iraq che campeggia di fronte il ranch di George W. Bush, è stata additata da un'associazione ultra conservatrice come una comunista e il presidente di questa stessa associazione ha fatto il nome di altre cinque organizzazioni, di cui io sono membro, indicando anche queste come comuniste. Forse è proprio arrivato il momento di discutere di queste cose. Ed Murrow era un ottimo giornalista. Ce ne sono ancora bravi come lui? Mio padre è un giornalista ed è bravo, così come credo che ce ne siano molti altri. Pensiamo solo a tutti quelli che sono in questo momento in Iraq e ai 57 che sono morti. Il mio film non è un atto d'accusa contro i giornalisti, ma un tentativo di aprire un dibattito sulla necessità di avere sempre delle notizie accurate. Negli Stati Uniti attraversiamo ogni trenta, quaranta anni dei periodi in cui nasce la paura di parlare, di alzare la voce, e quindi smettiamo di discutere di cose di cui sarebbe invece necessario confrontarsi, atteggiamento quest'ultimo che ritengo essere estremamente patriottico. "Good Night. And Good Luck" è per me un atto d'amore nei confronti dei giornalisti, professionisti che nella maggior parte dei casi hanno a che fare con questioni delicatissime. Il cinema può essere uno spazio libero dove discutere di queste cose? Lo è. Io ho fatto pessimi film che hanno insegnato alla gente perché non si deve andare al cinema, ma ci sono anche opere che sono dei veri e propri eventi sociali. Pensiamo a "I migliori anni della nostra vita" e "I giovani leoni" dopo la seconda guerra mondiale, "Indovina chi viene a cena?" durante gli anni della lotta per i diritti civili, "Tornando a casa" dopo la guerra in Vietnam e in tempi ancora più recenti "Philadelphia", il primo film che ha veramente sollevato il dibattito sul problema dell'AIDS. Comunque non credo che possano essere completamente istruttivi, perché non si tratta di documentari. In "Good Night. And Good Luck" il cinquanta per cento del film è composto da materiali d'archivio, ma l'altra metà del film è scritta da noi, perché non abbiamo la certezza di ciò che sia successo in quelle stanze, sebbene la maggior parte delle cose che dice Murrow sono vere e proprie citazioni. Se vuoi la verità devi fare un documentario, ma anche questo deve essere comunque equilibrato e ben fatto. Cosa pensa dell'incarcerazione della giornalista Judith Miller per non aver rivelato la sua fonte? Ci sono state poche proteste dall'Europa... Io non sono giornalista. Sono figlio di un giornalista. La mia risposta potrebbe essere presa male o capita male, ma posso dirvi quel che penso: per me incarcerare giornalisti per motivi attinenti alla professione, in un paese come il nostro, è un errore. Pensa che l'informazione sia cambiata dopo l'undici settembre? L'informazione è a rischio non solo dall'undici settembre. Mio padre alla fine ha smesso questo lavoro perché si trattava sempre più di spettacolo e sempre meno di dare notizie. Bisogna sempre sapere qual è il prezzo che si paga per dare informazioni. Ma il pericolo c'è perché la maggior parte delle persone ottiene informazioni dalla televisione, noi americani siamo ciclici, facciamo cose stupide, utilizziamo la paura per limitare le libertà civili. Ma ci riprenderemo, l'abbiamo già fatto, lo faremo e alla fine vinceremo. [email protected] 3 Cosa pensa della stampa italiana? Il mio giudizio sulla stampa italiana è articolato. Ad un primo sguardo, sembra assomigliare a quella statunitense: anche qui in Italia ci sono pochi proprietari di molti canali... E le informazioni finiscono per essere simili fra di loro. Questo, ovviamente, non è un atto di accusa contro i giornalisti, anche perché mio padre lo era. Credo che sia positivo tenere aperto il dibattito. Anche perché sopprimere l'informazione è un fatto pericoloso per tutti, soprattutto quando è in gioco la vita delle persone. Tra scrivere, girare e recitare cosa la diverte di più? La scrittura è la cosa che mi diverte di più: c'è qualcosa di magico nel vedere ciò che hai scritto su un foglio prendere vita. Comincia quando qualcuno costruisce un set. Poi arrivano gli attori a dire le battute e i cameraman che cominciano a girare. Il prodotto della tua mente realizzato da 150 persone è sicuramente la parte che mi piace di più. Sente di avere in comune qualcosa con Orson Welles? Sto ingrassando come lui. No, insomma, lui ha girato 'Quarto potere' quando aveva 25 anni. Era un genio, ha fatto uno dei migliori film che siano mai stati fatto a quell'età. Lui era un genio e io sono solo il prodotto di tutte queste persone intelligenti e piene di talento di cui mi circondo. C'è una cosa in cui sono davvero bravo: mi circondo di gente come loro. Come vedi il fatto di essere in competizione qui alla Mostra del cinema di Venezia? Di solito difficilmente le grandi star accettano di far parte del concorso... Anche con "Confessions of a Dangerous Mind" ero in concorso al Festival di Berlino, e anche, a Cannes, con "Fratello, dove sei?", di cui ero solo interprete. Credo sia giusto, siamo a un festival, perché non dovrebbe farmi piacere? È però vero che non sono molto bravo nella competizione perché credo sia difficile fare un confronto tra film tanto diversi. Inoltre il mio è un film difficile da vendere all'estero, quindi Venezia è un'ottima vetrina internazionale. Oltretutto il trenta per cento dei miei connazionali non sa chi è McCarthy: è una buona maniera anche questa per farglielo scoprire. recensioni Tullio Kezich - Il Corriere della Sera, 2 settembre 2005 Saranno fischiate le orecchie a più d' uno nei piani alti dei nostri palazzi televisivi se è pervenuto fin lassù l' eco del discorso che incornicia Good Night, and Good Luck di George Clooney, presentato ieri alla Mostra. Il film dà voce all' indignazione che abbiamo tutti dentro nei riguardi di una tv «usata per distrarre, illudere, divertire e isolare». E il bello è che questa intemerata, Ed Murrow la pronunciò quasi mezzo secolo fa, a un banchetto della Radio Television News Directory Association del ' 58, denunciando che le reti erano finite al servizio di programmi come quelli di Ed Sullivan e Steve Allen (leggi «Affari tuoi» o «L' isola dei famosi»). Egbert Roscoe Murrow (19081965) aveva condotto per 7 anni la rubrica «See It Now», rischiando la carriera nello sforzo di contrastare il senatore Joe McCarthy truffaldino animatore della «caccia alle streghe». Memore della lezione di Tutti gli uomini del presidente, Clooney ripropone in una suggestiva ricostruzione d' ambiente un capitolo di storia del giornalismo in cui si riserva una parte marginale in mezzo a un gruppo di eccellenti interpreti fra i quali primeggia David Strathairn. Nel film in bianco e nero gli attori interagiscono con i personaggi delle registrazioni d' archivio (McCarthy è presente in prima persona) gareggiando in verisimiglianza. Murrow comincia con la difesa del pilota Radulovich, radiato senza prove dalla marina per sospetto di comunismo; gli sponsor si innervosiscono e i dirigenti della Cbs preferirebbero «più intrattenimento», ma Ed e i suoi non mollano su una questione che investe i diritti dei cittadini. Per loro sarà una vittoria di Pirro includente un suicidio, licenziamenti vari e Murrow sbattuto in orario di minore prestigio. Film che posa sulle cose di ieri lo sguardo di oggi, Good Night, and Good Luck segna l' assunzione di Clooney regista nell' empireo di Hollywood e un plausibilissimo candidato al Leone d' oro. [email protected] 4 Natalia Aspesi - La Repubblica, 2 settembre 2005 Lo scapol odef i ni t oi lpi ùsex ydelmondo,i lr api nat or epast i cci oneesf or t unat odiOcean’ sel ev en, l ’ avv ocat ov anesi ochespecchi al anuov adent at ur anel l al amadelcol t el l odiPr i mat isposo.Poit i r ov i no, l ’ at t or e dal l av oce car nal e e dalsor r i so l ucci cant e, la perfetta star del cinema hollywoodiano, George Clooney, porta alla Mostra, come regista, cosceneggiatore, interprete in una parte secondaria, in prima assoluta mondiale, uno di quei film ben fatti, eleganti e appassionatamente democratici che, parlando del passato, ci richiamano ai malesseri assopiti, alle inquietudini accantonate del presente. Good night and good luck, secondo film come regista del finto buontempone Clooney, in concorso alla 62esima Mostra, racconta dei tempi leggendari o addirittura fiabeschi, gli anni 50 americani, in cui il giornalismo, in questo caso quello televisivo, non era al servizio di nessuno se non della verità, svolgeva la sua funzione di vigilanza e opposizione al governo, resisteva alle intimidazioni dei potenti, non conosceva la faziosità, ed era orgoglioso del suo ruolo di sentinella in difesa della Costituzione, dei diritti civili e della giustizia. In sole cinque puntate sulla rete televisiva CBS, negli anni drammatici e cupi tra il 1953 e il 1954, Edward R. Murrow, conduttore di un popolare programma giornalistico, con la collaborazione ent usi ast adelsuost af fel ’ appoggi odelcapodel l ar et e,r i uscìar i v el ar el epr at i chei nt i mi dat or i e, bugiarde e illegali con cui il senatore Joseph McCarthy, presidente del Comitato Parlamentare per le Attività Antiamericane, tentò di incastrare senza prove, presunti colpevoli di comunismo. Quando si parla di maccartismo, anche nei film, (Il prestanome con Woody Allen, Indiziato di reato con De Niro), è sempre alla famosa lista nera di Hollywood che ci si riferisce, ai registi, agli attori che persero il lavoro e talvolta la vita perché sospettati di simpatie bolsceviche o perché rifiutarono di denunciare i colleghi, e dei colleghi che invece scelsero di salvarsi con la delazione. Clooney, 44 anni,figlioli un giornalista televisivo che ha fatto politica con il partito democratico, con unaz i a,l acel ebr ecant ant ed’ epocaRosemar yCl ooney ,cher i schi òdif i ni r enel l al i st aner adei nemi cidel l ’ Amer i ca,ha scel t o dir i cor dar e queit empieroici e pericolosi attraverso la breve st agi onediunast ardel l ’ i nf or maz i onet el ev i si v a,«per chéèl at el ev i si onechesopr at t ut t oi nf or mao disinforma, forma o deforma le coscienze. Il senatore McCarthy fu i! primo a sfruttare la paura per fini politici; allora il nemico era il comunismo, oggi è il terrorismo. Vorrei chiarire che sono un pat r i ot a si ncer o,come l of u Mur r ow,che non er a comuni st a;non v ogl i o at t accar el ’ at t ual e amministrazione del mio paese, ma solo ricordare un momento magico del mestiere d’ i nf or mar e.E ricordarlo adesso in un paese, gli Stati Uniti, che, con il Patriot Act, in nome della sicurezza, si sta di sumani zz ando e v i ene t enut o al l ’ oscur o del l ar eal t à con sempr e nuov el i mi t az i oni ,censur e, mi nacceal l ’ i nf or maz i one». In quel meraviglioso, lucente bianco e nero che misteriosamente rende il cinema tanto più vivo e emozionante, in 90 minuti che si rincorrono veloci e ansiosi come in una geniale, nervosa, concitata trasmissione in diretta, in Good night and good luck,(la frase con cui Murrow concludeva l asuat r asmi ssi one) ,Cl ooneyi nt r ecci adocument ar id’ epocaer i cost r uz i onediquelcheav v enne nella redazione televisiva, in quei mesi cruciali. Murrow, indagando su un fatto di persecuzione politica, non attaccò mai personalmente McCarthy masil i mi t òat r asmet t er eif umat idel l esuedi chi ar az i oniel ecas set t er egi st r at epi ened’ i nsul t iche, rifiutando il confronto, lui gli mandava. Dice Clooney: «Anche nel mio film il senatore parla solo at t r av er so if i l mat id’ epoca,per ché nessun at t ore avrebbe reso credibile la sua doppiezza e fanatismo». Murrow è interpretato da un attore fantastico, Davìd Strathairn, magro, severo, i mpeccabi l e,el egant i ssi mo,mal i nconi ciocchichi ar i ,gest ibr uschi ,l ’ et er nasi gar et t aaccesa( i l v er o conduttore è mor t o dicancr o a 57 anni ,nel‘ 65) ,che s ar ender ei lcar i sma t el ev i si v o del personaggio quando brusco, dice: «La linea tra indagine doverosa e pericolosa persecuzione è molto sottile. Il senatore ha oltrepassato quella linea troppe volte. Non ci lasceremo trascinare dal l apaur ai nun’ er ad’ i r r az i onal i t à.Nonpossi amodi f ender el al i ber t àal l ’ est er osecir i nunci amo nel nostro paese», Dice Clooney, «Non esistono più giornalisti come Murrow, o come Cronkite, che indicando sulla cartageografica il Vietnam, dichiarò, questa guerra è un errore, o come Woodward e Berstein che rivelarono il Watergate. Chi informa non ha più fiducia nel suo mestiere, non osa o non può più porre domande scomode, è ossequioso coi potenti, ha perso coraggio, si barcamena, chiude gli occhi ,siadat t aal l ’ i nf or maz i onespet t acol oeal l ’ i mpegno del l a pubbl i ci t à. Quando gli inserzionisti impauriti si ritirarono dalla sua trasmissione, Murrow pagò gli spazi di tasca sua. Oggi la gente è meno informata di l5, 20 anni fa perché legge poco: in più negli Stati Uniti i canal it el ev i si v isono cent i nai ael af r amment az i one del l ’ i nf or maz i one,i lsuo accumul o,l a [email protected] 5 cancel l ano,l a omol ogano,i mpedendo al l a gent e dif or mar siun’ opi ni one,st or dendol a,al l af i ne disgustandola». Vedesse la televisione italiana,si gnorCl ooney ’ ~ dir et ineabbi amo meno,ma quasi tutte padronali-gov er nat i v ev edessei l gi or nal i smod’ opposi z i onediVespa,l ar i cer caacc ani t a della verità dei direttori di testata Mimun o Rossella, le domande sferzanti al premier o ai suoi ministri,l er i v el az i onicor aggi ose sugl iscandal if i nanz i ar i :e r i cor dando l ’ or maidi ment i cat o senatore Joseph McCarthy, sapesse quanti discorsi in cassetta già registrati arrivano in video, e di quanto pericolo comunista sentiremo parlare, nei prossimi mesi di propaganda elettorale! Roberto Nepoti - La Repubblica, 17 settembre 2005 Vincitrice morale della Mostra di Venezia, dove ha incassato i premi per la migliore sceneggiatura e il miglior attore protagonista ma si è vista sfuggire quello per il miglior film,l ’ oper asec ondadi George Clooney è davvero una bella sorpresa. Dite voi se vi par poco realizzare un film su un epi sodi or eal ment eaccadut o,gi r at oi nunbi ancoener od’ epocaet ut t o“ st r et t o”al l ’ i nt er nodiuno studio televisivo, e renderlo appassionante e teso come il più moderno dei thriller politici. Nel 1953 l ’ anchor manEdwar dR.Mur r ow conduceunnot i z i ar i oeunt al kshow sul l ’ emi t t ent eCBS.Unpo’ annoiato dalle interviste a personaggi noti del tempo, genere Liberace, Ed riscopre la sua vera vocazione di cronista quando in redazione arriva una - apparentemente piccola notizia: un giovane pi l ot adel l amar i nami l i t ar eèst at or adi at opersospet t e“ at t i v i t àant i amer i cane”del l asuaf ami gl i a.I l giornalista divulga la notizia in televisione, trovando l ’ appoggi o delpr odut t or e Fr edFr i endl y( l o interpreta lo stesso Clooney) ma mettendo in serie ambasce il numero due della Cbs. Conv i nt oche di et r ol ’ epi sodi ocisi al al onga manusdiJosephMcCar t hy ,i lsenat or ej uni ordel Wisconsin passato alla storia per la famigerata caccia alle streghe, prepara un numero del programma montandone dichiarazioni rilasciate in varie occasioni, che mostrano in modo molto esplicito la nube di sospetto e persecuzione in cui e avvolto il Paese. Le reazioni del senatore non si f annoat t ender e,ment r el ast essar edaz i onedel l ’ emi t t ent emost r asegnidicedi ment oecont al e prime vittime. Sembra la lotta di Davide contro Golia; si constaterà, invece, che un giornalista coraggioso ha ancora un credito –e un potere da spendere quando si apprenderà che il pilota radiato è stato reintegrato nel ruolo. A par t el ’ ov v i a nost al gi a pert empidial t r at el ev i si one ( qual si asir i f er i ment o a quel l a odi er na è puramente casuale), Good night, and good luck si fa amare per la passione civile che anima non solo la vicenda, ma anche chi la mette in scena e chi la interpreta. Già intrigato dalla storia nonufficiale nel suo debutto come regista, Confessioni di una mente pericolosa, Clooney sa dare alle immagini un senso di necessità, dirigendo un film appassi onant eet ut t av i a non“ cal col at o”per pi acer e.Al l ’ ef f et t oc ont r i bui scei nmododeci si v ol ’ i nt er pr et az i onediDav i dSt r at hai r n,at t or epoco noto ai più (ma tra i prediletti di John Sayles, e visto spesso in parti minori) la cui bella faccia trascende le mode, come quelle di Gary Cooper e di Jimmy Stewart. Lietta Tornabuoni - La Stampa, 2 settembre 2005 George Clooney ha diretto la ma opera in concorso, un politico appassionante, elegante (nel bellissimo bianconero di Robert Elswit), collocato in modo perfetto nei primi Anni Cinquanta amer i cani( l ef ac ce,iv est i t i ,l ev oci ,l ’ ent usi asmopr of es si onal e,l eper ennisi gar et t e) ,dedi cat o«ai giornalisti coraggiosi», ricco di allusioni significative al presente, di fermezza e di moralità. «Good NightandGoodtuck» (Buonanotte e buona fortuna) è la frase abituale con cui il giornalista televisivo della rete Columbia Broadcasting System-CBS, Edward R. Murrow, conduttore del telegiornale e del programma «Person to Person», si congedava dai suoi ascoltatori, in un periodo specialmente oscuro della Storia degli Stati Uniti che, dice Clooney, «somiglia agli errori che si commettono oggi, sfruttando la paura della gente per limitare la libertà». Dal 1952, acquistò forte potere in America, nel clima della guerra fredda e della contrapposizione militare e ideologica tra Stati Uniti e Unione Sovietica, la Commissione per le Attività Antiamericane presieduta dal senatore del Wisconsin Joseph McCarthy: la sua «caccia alle streghe» perseguitò con accuse di comunismo centinaia di persone riducendole alla di soccupaz i oneeal l adi sper az i one,pr ov ocòpsi cosi ,sui ci diesc el t ed’ esi l i o( t r air egi st i ,Josepb Losey se ne andò a Londra, Jules Dassin a Parigi, Wiiliam Wyler a Roma), fece nascere crisi di coscienza, ricatti e delazioni (a esempio, di Ella Kazan), manifestazioni di protesta (tra gli altri, di Humphrey Bogart ed Lauren Bacail). Quando la persecuzione, dopo gli artisti e i funzionari statali, cominciò ad attaccare gli alti gradi militari, questi si ribellarono; presto McCarthy venne sconfitto e [email protected] 6 sparì dalla scena politica. A quei giorni bui sono stati dedicati film come Il prestanome di Martin Ritt con Woody Allen e Zero Motel o Indiziato di reato di Irwin Wiokier con Bobert De Niro. Il film di George Clooney è ancora più interessante, per due motivi: il Patriot Act americano fa oggi proposte per la sicurezza nazionale antiterrorismo che come allora limitano gravemente i diritti i ndi v i dual i ;l av i cenda diGood Ni ghtand Good Luckr i guar da imezz id’ i nf or mazi one,v ei col o essenziale della democrazia. «Noi siamo gli artefici della nostra Storia: i nostri media debbono liberarsi da troppe compiacenze», dice il protagonista Murrow (David Strathairn). La tenace lotta senza paure contro gli eccessi antidemocratici e grotteschi del senatore Mccarthy, i conflitti interni alla CBS, la necessità di coraggio civile, i problemi etici connessi al lavoro giornalistico in quelle condizioni costituiscono la mat er i abr uci ant edel f i l m chev edet el ev i si oniegi or nal inoncomest r ument id’ opposizione politica ma come organi di controllo popolare sul potere governativo. Gli interpreti (o stesso Clooney, Jeff Daniels, Robert Downey jr., Patricia Clarkson, Frank Langella) sono tutti perfettamente adeguati e bravi: il regista ha una buona conoscenz adel l ’ ambi ent e,suo padr e,cuidedi ca i lf i l m,è st at o anchor man pert r ent ’ anni ,gi à a undi ciannil uimanov r av ai l «gobbo». Il ritmo è serrato, il film parlato non prevede distrazioni. A proposito delle dichiarazioni del presidente Bush di voler portare la democrazia in Iraq o in Iran, suona bene una battuta del protagonista: «Non si difende la libertà di altri Stati calpestando la propria libertà». Maurizio Cabona - Il Giornale, 2 settembre 2005 «Libertà di parola senza libertà di parola alla radio è nulla», diceva Ezra Pound. Con Good Night, and Good Luck («Buona notte.., e buona fortuna»), George Clooney si associa. Denso, coerente e stringato, questo film da lui scritto (con Grant Heslov), diretto e interpretato è stato ieri in concorso alla Most r adiVenez i a,ponendoun’ aut or ev ol i ssi macandi dat ur aal Leoned’ or o. Siamo nel 1953, quando il potere politico americano non persegue più vecchi poeti filofascisti, ma not igi or nal i st inont ant of i l ocomuni st i .quant oost i l ial l ’ al l eanz aconl ’ exnemi co, la Germania, e al l ’ at t r i t oconl ’ exal l eat o,l ’ Uni oneSovi et i ca.Gi àdal l acr i sidiBer l i no( 1948) ,masopr at t ut t odal l a guerra di Corea (1950), i comunisti americani vengono guardati di nuovo - succedeva già dal 1917 al 1941 - come agent id’ i nf l uenz a ostili al sistema, se non come traditori. Occorreva infatti giustificare sul piano interno un radicale cambiamento dl politica internazionale. «Chi non denunciai comunisti, ne è complice», sancisce la Commissione sulle attività antiamericane, presieduta da Joseph McCarthy, repubblicano, e composta fra gli altri da Robert Kennedy, democralico. Mentre, in base alla Costituzione, il Partito comunista continua a esistere e a pubblicare un giornale... Perché Clooney evoca fatti remoti? Perché la «caccia alle streghe» è bipartisan come la «guerra al terrorismo». Cambia il presidente, non più Eisenhower ma Bush, ma lo stile - dice infatti Clooney rimane quello. I giornalisti devono scegliere fra cantare nel coro, come auspica ogni amministratore di (tele)giornale, e dissentire, come auspica ogni idealista. Incluso Clooney, che non è disincantato come Wilder. Prima di Good Night and Good Luck, per Clooney una simile contrapposizione sarebbe stata troppo lusinghiera: Il suo unico film precedente, Confessioni di una mente pericolosa - centrato anch’ essosuundi v ot v ,si car i odel l adomeni caperconi odel l aCi a- era infatti velleitario. Ma ora il «divo fatuo» - molti lo credono in perpetua vacanza sul lago di Como - si scopre ottimo regista e si conferma uomo rispettabile anche da chi discordi da lui. Quanti rischierebbero una carriera come la sua per opporsi a Bush, avendo alle spalle una Hollywood declinante? Sono finiti i tempi del Vietnam, quando contro la guerra erano anche editoria e università... Steven Soderbergh si limita a essere produttore esecutivo di Good Night, and Good Luck. Clooney smette di guardare a lui come a un faro e prende come modello ben altro cinema hollywoodiano, tipo Il gran de coltello di Aldrich, anch’ esso cor r osi v o,anch’ ess oi n bi anco e ner o,anch’ esso gi r at o sol oi ni nt er ni ,ma senz a oppr i mer el ospet t at or econdelt eat r of umat o.E poinelf i l m nonc’ èunanacr oni smoneimodi , negli abili, nel lessico. La virgola di Good Night, and Good Luck - in italiano si metterebbero i puntini di sospensione indica la pausa che il reale conduttore tv Edward R. Murrow lasciava cadere nella consueta formula di commiato a fine programma. David Strathairn lo interpreta bene, ma è una gara nel cast a chi è più bravo in questo intreccio di ironia e amarezza senza lieto fine, che pare glorificare la [email protected] 7 Cbs come paladina degli oppressi, salvo mostrare che i suoi dipendenti non potevano sposarsi fra loro, salvo licenziamento di entrambi. Fossero pro o contro McCarthy. Roberto Escobar - Il Sole-24 Ore, 25 settembre 2005 Il rispetto per il proprio mestiere, per le sue regole e per le sue ragioni: questo è l cuore di Good Night, and Good Luck (Usa, 2005, 1993). Lo si avverte già nella recitazione di George Clooney. Impegnato, insieme con il cosceneggiatore Grant Heslov, a trasformare in film un discorso tenuto nel 1958 dal giornalista televisivo della Cbs Edward R. Murrow a un gruppo di colleghi, Clooney non lascia mai che il suo proprio personaggio (Fred Friendley) ne metta in ombra la centralità narrativa. Al cont r ar i o,sinega come di v o gi à neit onie nel l ’ aspet t o.I lCl ooneyat t or e è peri l Clooney regista solo uno fra i tanti del cast. E in questa decisione di non sovrapporre ruoli, di non conf onder e quel l o del l ’ uno conquel l o del l ’ al t r o,c’ è appunt o unr i spet t o evidente tanto del suo mest i er edi r egi st aquant odel suomest i er ed’ at t or e. Da un coerente rispetto di sé è attraversata poi tutta la storia di Murrow (David Strathairn), e della suadeci si oned’ oppor sial l oscempi ochei lsenat or eJosephMcCar t hyf adei diritti, civili negli Stati Uni t idel l apr i mamet àdegl ianniTr ent a.D’ al t r apar t e,st andoal l ’ i nt er nodiGoodNi ght ,andGood Luck ,par ol ecome“ deci si one”e“ oppor si ”pai onoi nadeguat e.Daunl at o,sugger i sconoi nMur r ow una militanza che la sceneggiat ur aescl ude.Dal l ’ al t r o,r i duconoaunconf l i t t ot r aduepr ospet t i v e politiche quello che è, invece, il risultato di una coerenza professionale, e certo anche civile, che non esita né di fronte al potere politico né di fronte alla pigrizia morale che, spesso, finisce per scegliere i vantaggi del silenzio. Girato quasi per intero negli studi della Cbs, e in un bianco e nero che torna al cinema di 70 anni f a,i l f i l m st abenaddossoal suopr ot agoni st a.Ei l v i sodiMur r owi l “ l uogo”nelqual eCl ooneyv aa cercare le ragioni profonde che spingono un giornalista di successo a rischiare la carriera e a scontrarsi con McCarthy. McCarthy, appunto, si impadronisce delle coscienze usando diffamazione e terrore, paura-odio, r i cat t o e conv eni enz a.È quest a un’ ant i ca pr at i ca dipot er e,f ondat a sul l a“ sempl i f i caz i one”del mondo,sul l asuar i duz i oneal l ami sur ad’ unoscont r of r abeneemal e.Quandoquest oac cade,gl i uomi niel edonnesidi v i donot r aper secut or iev i t t i me:chinons’ adat t aast ar edal l apar t edel l e seconde, presto finisce tra i primi. E stare tra i persecutori significa avere della politica,della morale, della Storia e del mondo una immagine più netta, più semplice appunto, e più violentemente certa di sé. Chi per pigrizia morale cede a questa logica antica, diventa via via meno sensi bi l eal l ’ or r or e,epi ùpr ont oaconsegnar el apr opr i acosci enz aalsempl i f i cat or e.I nl uiv i en meno la capacità di provare orrore, o almeno di vergognarsi. È questa progressiva, silenziosa corruzione morale che Murrow sembra, presentire ari che per sé. La av v er t e al l ’ i nt emo delpr opr i o mest i er e.La av v er t e come conv eni enz a a mandar ei n onda servizi giornalistici di successo, interviste a personaggi popolari... Oggi si direbbe: interviste e ser v i z igi or nal i st i ci“ l ar ghi ” ,i n gr ado d’ ar r i v ar e al l a massa degl ispet t at or isenz af ar l ipensar e, senza disturbarli nella loro certezza che tutto sia semplice, la politica e la morale, la Storia e il mondo. Edènel l osguar dodiMur r ow,v el at odaun’ angosci aappenaaccennat a,èl ìchel amacchina da presa va a cercare «il lavoro della coscienza» che lo porta a vincere silenzio e pigrizia. Da giornalista, e da uomo di televisione, si trova dunque nella necessità di scegliere. Da un lato, può deci der siperl ’ ov v i oei lsenso comune,perl er agioni del suo boss Frank Langella) e degli i nser z i oni st i .Dal l ’ al t r o,può f ar ei lpr opr i o mest i er e,e mandar ei n onda un ser v i z i o su Mi l o Radul ov i ch,espul so dal l ’ avi az i one mi l i t ar ei n spr egi o d’ ognigar anzi a gi ur i di ca e ci v i l e,v i t t i ma del l ’ odi oedel l asemplificazione. Ni ent eches’ av v i ci nial l a mi l i t anz a,oa una v i si one delmondoant agoni st ar i spet t oa quel l a di McCarthy, dunque, ma proprio solo rispetto del proprio mestiere, e di sé: questo muove la scelta consapevole di Edward R. Murrow, e alla fine la sua libertà e la sua moralità. Meglio: la libertà e la mor al i t àdelgi or nal i st aedel l ’ uomodit el ev i si oneEdwar dR.Mur r ow. E la televisione, appunto, che Clooney sta raccontando-ci, la televisione con la sua retorica del l ’ audi ence,conl esuepi gr i z i eele sue carriere, con i suoi silenzi e le sue complicità. Non è vero che gli spettatori si aspettino e si meritino solo una stupida semplificazione del mondo, dice su per giù Murrow ai suoi colleghi, alla fine del film. E se anche così fosse, aggiunge, in ogni caso non la si dovrebbe fare, una. televisione senza rispetto di sé. [email protected] 8 Fabio Ferzetti - Il Messaggero, 2 settembre 2005 Sono decenni che il cinema americano evoca lo spettro del maccartismo, ma il senatore McCarthy al cinema lo avevamo visto solo di sfuggita o impersonato da un attore. Nel secondo film da regista diGeor ge Cl ooneyi nv ece l ’ i nv ent or e del l a cac ci a al l e st r eghe è pr opr i ol ìsul l o scher mo che at t accaipr esunt i“ comuni st i ”conl i nguaggi ogr ev eeoggii ncr edi bi l e( «unbr ancodisci acal l ipronti ad azzannarvi alla gola»), con quello sguardo torpido che parla più di mille inchieste, con quei gesti lenti e minacciosi su cui il senno di poi getta una luce sinistra. Nat ur al ment ei lpr ot agoni st adiGoodNi ght ,andGoodLucknonèl ’ uomochet er r or i z z òl ’ Amer i ca (e Hollywood in particolare) scatenando processi ed epurazioni senza precedenti, bensì il giornalista che osò sfidarlo dai teleschermi della Cbs, il popolare Edward R. Murrow (un concentrato, efficacissimo David Strathairn). Ma il film, che prende il titolo dalla-formula con cui Murrow chiudeva i servizi fin da quando seguiva la guerra via radio a Londra, non sarebbe lo st ess os enz aquest ’ i nt ui z i onechi av e:usar ei lv er oMcCar t hygr az i eair i cchiar chi v idel l aCbs.E adeguare a questa sceltal ’ i nt er aest et i cadel f i l m. Perché Murrow, da buon giornalista anglosassone, non attaccava mai di persona ma lasciava parlare i fatti (in questo caso il personaggio). E i suoi programmi contro il potente senatore, che nel 1953-54 nessuno osava afFrontare apertamente, ebbero successo proprio perché Murrow si limitava a montare brani da interventi e dichiarazioni di McCarthy per dimostrare quanto scorretti, intimidatori e in definitiva inaccettabili fossero i suoi metodi. Incorporando quelle e altre immagi nid’ epoca( geni al el apubbl i ci t àdel l esi gar et t e)i nunf i l m chea suav ol t anonannegai l passat onel l asol i t al ucemor bi daenost al gi cadit ant i“ amer i cangr af f i t i ”ma sceglie il più tagliente e filologico bianco e nero, Clooney sottolinea dunque la durezza, la tensione. l af at i caquot i di anadiunper i odonelqual el el i ber t àf ondament al ier anomi nacci at e.Unpo’come oggi ,i lpar agoneèi nev i t abi l e;conl ’ aggr av ant echei nt empidit vpi oni er i st i caear t i gi anal eer a ancora possibile che un giomalista e il suo producer (lo stesso Clooney) pagassero di tasca pr opr i a imancat ii nt r oi t ipubbl i ci t ar ipurdif ar e a modo l or o,ment r e oggiun’ i pot esisi mi l eè semplicemente impensabile. E se Good Night, and Good Luck, non uscendo quasi mai dagli studios tv, ricrea con tanta pr eci si one ( eunbr i ci ol o dimi t i z z azi one)i lcl i ma del l ’ epoca,it r ucchet t ii ngenuidel l a messa i n onda, i colleghi in trepida e solidale attesa dietro il vetro, il fumo che si taglia col coltello, i telefoni che attaccano a squillare appena finisce la diretta, ma anche le pressioni, le intimidazioni (su Murrow circolano presto strani dossier), il collega che non regge alle diffamazioni e si uccide, le discussioni coi dirigenti che contrastando McCarthy temevano di perdere sponsor e contratti, se insomma Clooney rievoca con tanta passione questa grande pagina del giornalismo americano, è anche perr i cor dar e quant oi n basso si a cadut o oggii lsi st ema del l ’ i nf or maz i one,di v ent at o infotainment, cioè informazione più entertain-ment, ovviamente non solo! negli Usa. E as col t andoi lmoni t o( aut ent i co)l anci at odaMur r ow pi ùt ar di ,nell ont ano‘ 58,v i enespont aneo f ar eunpo’di“ f ant aci nema”echi eder sicomepot r ebbeesser eunf i l m si mi l ei nI t al i asequal cunoi v ol esser acc ont ar egl ianni‘ 50i nunacerta prospettiva. Chi lo produrrebbe, oggi, un film simile? Le i mmagi nid’ ar chi vi o sit r ov er ebber o ancor a? E i lf i l m poipot r ebbe ci r col ar e spar i r ebbe come accadde anni addietro a Forza Italia! di Roberto Faenza, che malgrado il titolo profetico raccontava t r ent ’ annidi Dc?Domandeaper t enat ur al ment e.Sper i amocheaVenez i asenedi scut a. Valerio Caprara - Il Mattino, 2 settembre 2005 Che George Clooney, party o non party, avesse tutte le qualità lo sapevamo tutti. Per scongiurare rancori (soprattutto maschili) restava solo la mediocre attività da produttore e soprattutto il pessimo esordio da regista («Confessioni di una mente pericolosa»). Da ieri arriva, ahinoi, puntuale la smentita: il fascinoso e affabile divo è anche in grado di dirigere un film tanto polemico e impegnato quanto sobrio e raffinato nonché scritto, ambientato e recitato alla grandissima. Alla prima, distratta lettura, in effetti, Good Night, and Good Luck potrebbe sembrare una scontata rievocazione del periodo maccartista, un accanito pamphlet liberal messo in scena secondo i commi del teatro politico, una pietruzza firmata portata all'altare dell'antiamericanismo di ieri, di oggi e di sempre. Le precise qualità di cui sopra riescono, invece, a scompaginare gli eventuali pregiudizi o paraocchi e, alla fine, a far emergere un messaggio di segno opposto, la lineare esaltazione dei valori intrinseci alla democrazia Usa e la fede nelle sue costanti capacità di reagire [email protected] 9 alle cicliche e in fondo fisiologiche tentazioni d'involuzione o di ripiegamento. Sulla base di sofferte esperienze familiari, Clooney immerge in un bianco e nero che si fonde perfettamente e in qualche passaggio miracolosamente con rari e preziosi inserti d'epoca la strenua campagna giornalistica che l'anchorman televisivo E. R. Murrow conduce contro le crociate del senatore Joseph McCarthy. Siamo tra il 1953 e il 1954, quando il grossolano presidente del famigerato Comitato per le Attività Antiamericane è all'apogeo della sua caccia alquanto paranoica a tutti coloro che potrebbero avere avuto dei contatti con il semiclandestino partito comunista locale. Mirabilmente interpretato dal segaligno David Strathairn (circondato da altri attori da applausi, tra cui lo stesso Clooney), il giornalista della CBS non nutre - come avvenne nella realtà - la minima simpatia per le idee dei sospettati, alcuni dei quali, del resto, risultarono in seguito davvero adepti delle perniciose direttive dell'internazionale staliniana. Quello che gli sta a cuore e per cui è disposto a rischiare il posto e persino a destabilizzare i meccanismi commerciali del network è l'inammissibilità delle persecuzioni senza prove, la tutela dei diritti civili e, soprattutto, il principio costituzionale del diritto al dissenso. Dopo qualche mitica puntata del pugnace talk-show «Person to Person» - ricostruite con totale credibilità psicologica e tempi drammaturgici scanditi col metronomo - Murrow riesce a dimostrare all'opinione pubblica che McCarthy è sospinto da un equivoco livore che lo porta a ricorrere a tecniche investigative liberticide e controproducenti. I danni inferti alle persone restano, come conferma la storia, imperdonabili, ma grazie all'inflessibile imparzialità del protagonista e dei suoi colleghi, il Senato predispone le misure per censurare McCarthy e deporlo dalla carica con l'autorevole avallo del Presidente Eisenhower. Per fortuna degli spettatori, insomma, il film non serve per propagandare faziosità da supermarket e il suo autore non è bell'e pronto per essere invitato ai raduni dei simpatizzanti dei tagliagole di Baghdad. Alberto Crespi - L’ Uni t à,2set t embr e2005 Alcuni film non sono eccezionali, ma è bene che esistano: Good Night and Good Luck, seconda r egi a deldi v o Geor ge Cl ooney,i ncor sa peri lLeone d’ or o,appar t i ene a quest a cat egor i a.È l i ev ement e noi oso,e mol t o st at i co ( gi r at ot ut t oi ni nt er ni ,con l unghe scene di al ogat e) ;l ’ uni ca «cifra» stilistica che lo contraddistingue è la scelta del bianco e nero, mentre il precedente film diretto da Clooney, Confessioni di una mente pericolosa, era visivamente molto audace. Ma è bello saper echec’ è.Nont ant operl ast or i acher acc ont a( perconos cer l as ar ebbebast at ounsucci nt o ar t i col odigi or nal e) ,quant operir i v er ber ipol i t i ciemor al ichet al est or i ahasul l ’ oggi .I nAmer i ca,e anche da noi. Good Night and Good Luck, «buonanotte e buona fortuna», era la formula con la quale il giornalista televisivo Edward S. Murrow chiudeva sempre i propri programmi sulla Cbs, negl ianni‘ 50. Mur r owèl ’ er oedelf i l m.Edèut i l er i cor dar echeCl ooneyèf iglio di un importante cronista della tv diquel t empo:i l f i l m èqui ndiunomaggi oalpadr eeaun’ i nt er agener az i onedigi or nal i st icapacidi non piegare la schiena di fronte al potente di turno. E il potente con il quale Murrow si scontrò nel 1953 era un tipo pericoloso: il senatore del Wisconsin Joseph McCarthy, demagogo abilissimo e anti-comunista ossessivo. Quali danni abbia fatto McCarthy, attraverso il suo famigerato comitato perle attività antiamericane, è noto. Soprattutto è nota la sua ingerenza a Hollywood, le persecuzioni di cui furono vittime decine di artisti e di intellettuali appena vagamente sospettati di simpatie per il comuni-sino. Ma i tentacoli del maccartismo arrivavano dovunque, e tentarono di strangolare Murrow quando questi raccontò in tv la storia di un pilota della marina, Milo Radulovich, espulso perché considerato «un rischio per la sicurezza». Tirato in ballo, McCarthy r eagìnel l ’ uni comodochel asuar oz z ez z apr ev edev a:accusandoMur r ow diesser eegl ist essoal sol do del l ’ Uni one Sovietica. Il senatore non sapeva ancora in quale ginepraio si era cacciato: Murrow e i suoi colleghi della Cbs lo attirarono nella trappola del diritto di replica», facendogli dichiarare tali e tante sciocchezze, e confutandole puntualmente, da indurre il Senato degli Stati Uni t iacensur ar ei l senat or eeadepor l odal l acar i cadipr esi dent edel suddet t ocomi t at o.L’ at t acco aMur r owf uperMcCar t hyl ’ i ni z i odel l af i ne. Clooney ritaglia per sé il ruolo del produttore Fred Friendly (che bel cognome! Significa «amichevole»)e affida quello di Murrow al bravissimo David Strathairn; nel coro ci sono anche Robert Downey jr., Frank Langella, Jeff Daniels e tanti altri attori, tutti in splendida forma. Nessuno avrebbe potuto interpretare McCarthy, che vediamo soloi nf i l mat id’ epoca( t r acuiquel l o,dav v er o emozionante, della puntata che Murrow e Friendly gli «dedicarono»). La struttura è quella della sitcom,nonsiescemaidal l ar edaz i onedel l aCbseappar eev i dent el ’ i ni z i al edest i nazi onet el ev i si v a [email protected] 10 del film (Clooney voleva farne un tv-movie nello stile di Fail Safe). La sostanza politica è lampante, per si no di dascal i ca: un gr i do a f av or e del l a democr az i a, del l a l i ber t à d’ espr essi one e d’ i nf or maz i one.Sel ’ anel i t opuòsembr ar eov v i or i f er i t oagl ianni‘ 50eal l a caccia alle streghe, la suaf or z aèmol t osuper i or eser i f er i t aal l ’ oggi .Nel l ’ epocadiFoxNew se del«pensi er ouni co» i mpost o dal l et v diMur doch e dal l ’ i deol ogi a neo-con, Clooney sembra suggerire che oggi ci vorrebbero non uno, ma cento, mille, diecimila Murrow in grado di rinfacciare ai politici americani (e nonsol o)t ut t el eschi f ez z echecombi nano.I lt emasiappl i caal l ’ I t al i aconf i nt r oppaf aci I i t à:i n fondo quello che racconta Clooney è un caso-Biagi, e i risvolti pin inquietanti della storia di Murrow sono i continui riferimenti (da parte dei dirigenti della Cbs) alle preoccupazioni degli sponsor per il cont enut o delpr ogr amma.Quelche i n Good Ni ghtand Good Luckè un r i schi o,nel l ’ I t al i a di Berlusconi è realtà. Francesca Gentile - L’ Uni t à,14 agosto 2005 George Clooney, nel sito internet www.clooneynetwork.com, svela quanto lo appassioni l ’ ar goment odelgi or nal i smo.Or aquest apassi one,i ncul cat agl idalpadr egi or nal i st at el ev i si v o,è di v ent at a unf i l m di r et t oei nt er pr et at odal l ’ at t or eamer i cano. Good Night. And Good Luck verrà pr esent at oi nconcor soaVenez i aer accont aunodeit r eepi sodicuisir i f er i s cel ’ at t or edi v ent at o anche regista, il duro conflitto che vide protagonisti il giornalista Edward R. Murrow e il senatore Joseph McCarthy. Si parla quindi di concetti come libertà di informazione e, quindi, di democrazia. Murrow e la sua squadra fronteggiarono pressioni potenti per cercare di far luce sugli anni bui del maccartismo e della caccia alle streghe. E alla fine riuscirono a far cadere McCarthy. Non senza sofferenza. Murrow venne accusato di essere comunista e di condurre attività anti-americane, come era costume negli anni cinquanta ogni qualvolta una voce critica si levava dal coro. «Murrow - continua Clooney - è tutto quello che or a non c’ è pi ù.Una v oce che non av ev a paur a di r ac cont ar el av er i t à.Luisapev adinonesser e“ comuni st a”el eac cusecheJos ephMcCar t hygl i mosse lo colpirono ma non lo misero a terra». GoodNi ght .AndGoodLuckol t r eal l ’ at t or eer egi st av edenel castanche David Strathairn, Patricia Clarkson, Roobert Downey Jr. e Frank Langella. Girato in una Los Angeles in bianco e nero, il film f aunampi ousodimat er i al et el ev i si v od’ ar chi v i o.Unescamot agechehaper messoaCl ooneydi far sì che fosse il vero McCarthy a interpretare se stesso nella pellicola. «Non potevamo usare un attore - spiega Clooney - non sarebbe stata la stessa cosa». La carriera di Murrow, nel film interpretato da David Strathairn, fu esemplare. Inviato nel 1937 in Europa dalla Cbs (quando questa era ancora una radio) per raccontare il clima incandescente che por t ò al l a guer r a,mi se i nsi eme una squadr a( ben pr est o bat t ezz at a «Mur r ow’ s boy s»)che raccontò la Seconda Guerra Mondiale con coraggio e obiettività. Lo stesso Murrow seguì in volo olt r ev ent ibombar dament isuBer l i noer ac cont òperpr i mol ’ or r or edeicampidist er mi ni onaz i st i . Tornato in America si avvicinò alla nascente televisione. Scrive Clooney: «Nessuno di loro Sapeva nulla di riprese, montaggi, inquadrature; Era una nuova avventura e quello che volevano fare era r ac cont ar eSt or i e».Comel ast or i adelser gent eMi l oRadul ov i ch,congedat odal l ’ avi az i onemi l i t ar e perché il padre e la sorella erano sospettati di simpatie comuniste. Radulovich, per tornare nel l ’ eser ci t o,av r ebbedov ut o ripudiare pubblicamente i suoi familiari ma rifiutò. Murrow denunciò il cas onel l asuat r asmi ssi oneSeeI tNow,i lser gent epot èt or nar ealsuopost omal ’ epi sodi of ec e puntare il dito del maccartismo contro il giornalista che di lì a poco fu accusato di essere a libro pagadel l ’ Uni oneSov i et i ca. Murrow non si arrese e mise insieme una trasmissione composta quasi interamente da filmati e discorsi di McCarthy: ne usciva il ritratto di un fanatico. Al momento della messa in onda la paura al eggi av anel l ’ ar i adello studio. Murrow disse: «Il terrore è vivo in questa stanza. Nessun uomo ha i ldi r i t t odit er r or i z z ar eun’ i nt er anaz i oneamenochenonsi amot ut t iaccondi scendent i .Tut t oquel l o che posso sperare è di insegnare a mio figlio a dire la verità e a non avere paura di nessun uomo». La trasmissione, nonostante il clima di terrore, andò in onda. Murrow la concluse così: «La linea chepassaf r ai nv est i gaz i oneeper secuz i oneèsot t i l i ssi ma.I lsenat or edelWi s consi nl ’ hasuper at a ripetutamente. Non ci faremo gui dar ei n un’ er a dìi r r agi onev ol ezz a dal l a paur a.Nonpossi amo difendere la libertà facendo il deserto intorno a casa». Parole che potrebbero andare applicate benissimo alla situazione odierna ma Clooney è pessimista: «Sono cosciente della responsabilità del giornalismo televisivo ha avuto e del fallimento dì ciò che la televisione promise: Da qualche parte, lungo il cammino, da quegli esordì ad oggi, qualcuno si è accorto che con le notizie si [email protected] 11 potevano fare i soldi. E questo ha cambiato tutto. Ho visto mio padre combattere contro questo nuovo modo di fare tv, combattere sino al momento in cui raccontò di non poter vincere, quel giorno ha chiuso con la televisione». Murrow concluse quella storica trasmissione con un saluto, attuale allora come oggi, che è il titolo del film: «Buona notte. E, buona fortuna. Roberto Silvestri - Il Manifesto, 2 settembre 2005 Imor t ist at uni t ensidel l ’ i nv asi oneedel l ’ occupaz i one del l ’ I r aqchesicont anoesipi angonosol o clandestinamente, o non sono cittadini americani o sono il nuovo sintomo di un trauma persistente nel sistema informativo del paese di dio. Venezia 62 apre la gara con un film americano indipendente (produce Soderbergh) in bianco e nero, come era la tv degli anni 50 che ne è il soggetto, e poetico-politico, per passionalità, Good Night, and Good Luck di George Clooney. Buona notte e buona fortuna. È la storia, ripresa dal suo stesso ufficio, di un mito liberal, Edward R. Murrow, conduttore del programma di approfondimento giornalistico See it now e del talk show Person to person, che seppe affiancare appuntito, con coraggio e astuzia professionale (ma tra amici istigati alle dimissioni e colleghi suicidi) il declino e la caduta delle commissioni di inchiesta senatoriali per le attività non-americane. Un film che parla di 50 ma intende oggi. Decostruisce il teorema della caccia alle streghe, e delle epurazione dei comunisti e dei loro simpatizzanti dai posti di responsabilità politica e culturale, perché non furono giuridicamente corrette quelle condanne per spionaggio. Ma un film contro il Patriot act e ogni legge liberticida di oggi che metta in discussione al cunif i or ial l ’ occhi el l odel l ademocr az i a.Lal i ber t àdiopi ni oneedipar ol a, .L’ habeascor pus,l a tutela dei diritti civili Certo. Ci vorrebbe un film diretto da Malco1m X per spiegare che sono i diritti umani che quel paese imperiale, allora e oggi, colpisce, in patria e fuori. La sostanza conoscitiva del film (che utilizza toni e tecniche da commedia rooseveltiana, spiazzanti e cinici dialoghi «dada» e residui anarchici di spirito new left-new Hollywood) è tratto dalla storia vera (su cui ha lavorato con acutezza in Italia Bruno Cartosio) e dai documenti ampex conservati (non siamo mica alla Rai) della Cbs e del giornalismo televisivo liberal e radical Usa. Una moltitudine capace di erigere barriere pre-kennediane contro la guerra di sterminio preventiva condotta. troppo platealmente per i gusti di Eisenhower, dal complesso militare industriale dopo la morte di Koosevelt, utilizzando il fanatico senatore McCarthy e ambiziosi e più astuti politici come Richard Nixon. Col pi scenelf i l m,r i bal t ai lnost r omododipensar e,l ’ enf asisul l ’ eguagl i anz adelci t t adi noi ndi f eso r i spet t o al l ’ uomo dipot er e.Nonè pi ùl ’ i ncubo deir i cchi ,f amosie pot ent isceneggi at ori rossi, angosciati dalla fine dei loro privilegi hollywoodiani e pronti a tradire. In tv, nelle scuole e nelle biblioteche furono stanati e sterminati generazioni di anonime anime belle e di «individualisti democratici». E questo film li risarcisce, a partire dal «caso Milo Radulovich», oscuro marinaio dichiarato colpevole senza alcun processo. Uomo qualunque che Murrow (nel film è un impressionante, imbattibile ammazza cattivi, David Strathairm, dalla autentica grinta wooblie) sa vendicare e far riassumere. Nel paese della totale eguaglianza di diritti, urla Eisenhower, tra vertice e base. Ma, da allora, si rimuove, con ogni mezzo necessario, chiunque impedisca il flusso continuo di interessi delle mega compagnie. Colpi di stato in mezzo mondo, e eliminazioni laburiste diesper t i ,i nst i l e Bl ai r ,compr esi .Lo v edi amo t ut t iigi or nianche al l a per i f er i a del l ’ I mper o.Se Berlusconi si sente le mani legate. epura. Se lui non può permettersi di ordinare al suo governo ciò che si deve fare, epura. Se Santoro e Biagi volessero discuterne, epura. E se,i mbav agl i at al a Bbc,l o st i l e AlJaz eer a( l ’ opi ni one e l ’ opi ni one oppost a) ,perquant o si a adorato dagli investitori pubblicitari, funziona, si oscura. Orson Welles, prima di morire, si pentì del suo più grave errore. Non essersi candidato, quella volta, per la poltrona senatoriale del Winsconsin, contro un certo McCarthy... Priscilla del Ninno - I lSecol od’ I t al i a,2set t embr e2005 Le sette spade di Tsui Hark tagliano il nastro della 62° mostra e subito dopo George Clooney, sbar cat e alLi do di r et t ament e dal l ’ al t r or amo delLago diComo,af f onda l al ama nelv i v o del concorso portando in laguna la sua attesa seconda opera registica: Good Night, and Good Luck concuii ldi v odiOcean’ sel ev eneTwel v esf er r ai l suosofisticato attacco ai potenti della politica e ai cattivi maestri mediatici. Accompagnato dal fido Steven Soderbergh, caposcuola del cinema indipendente e qui in veste di [email protected] 12 produttore esecutivo del film. Porta-bandiera della rivolta hollywoodina intestata a un“ pat r i ot t i co ant i amer i cani smo”abi l ment emascher at osot t ol espogl i eaut or i al idiunpaci f i smoi nt er v ent i st asul set, George Clooney non partecipa, al pari di altri suoi colleghi, a cortei di protesta o a sottoscrizioni di liste antigovernative ma, forte del commercialissimo successo di quella che ha tutto il sapore della saga in fieri dei colpi al casinò, incassato con mega produzioni all star, scende nel l ’ agone v enez i ano con un apol ogo dal l ’ i mpost az i one r i gor osament e document ar i st i ca,che affida a un efficace bianco e nero il racconto di una delle pagine più oscure e controverse del r ecent epassat oast el l eest r i sce,i lmaccar t i smo,i mmancabi l ment eaggi or nat aal l ’ er adel l aguer r a in Iraq. E così ,r i chi amandosia un ar bi t r ar i o par al l el ot r al ’ i ncubo del pericolo comunista evocato dal senat or eamer i canoal l ’ i ni z i odegl ianni‘ 50,ei lt i mor echel ’ odi er na mi nacci at er r or i st i caposs a por t ar e a un’ anal oga r est r i z i one del l el i ber t ài ndi v i dual i ,l ’ ex dot t .Ross del l a cel ebr e ser i e E. R. , smessoi l cami cedel l ’ affascinante medico Tv che gli ha regalato gli exploit degli esordi, punta oggial l ’ anal i sideimal idel l ecosci enz e. Un malessere, suggerisce il regista e co-sceneggiatore nel corale Good Night and Good Luck dove è alla guida e parte di un cast di attori di magistrale livello interpretativo (che va dal protagonista David Strathairn a Robert Downe Jr, passando per Jeff Daniels e Ray Wise, fino a Frank Langella) - le cui responsabilità vanno ascritte in gran parte allo spregiudicato e pericoloso uso dei mez z id’ i nf or maz i one. E così lui, figlio di un celebre anchorman televisivo, che negli studi di registrazione è cresciuto, oltre che nato a quella che si sarebbe rivelata subito come una promettente carriera artistica, firma con questa sua applaudita opera seconda un personale omaggio familiare. Ungr af f i ant e apol ogo d’ i mpegno ci vi l e e un dov er oso r i cor do delcor r aggi o delgi or nal i st a del piccolo schermo, Edward B. Murrow, che mezzo secolo fa sfidò i piani alti del Palazzo cercando di diradare le ombre e cont r i buendo a i mpor r e un model l o digi or nal i smo e d’ i nchi est a at t i v oe militante che oggi dopo aver alimentato tanta cinematografia Usa, sembra abdicare direttamente agli attori. Glauco Maggi - Libero, 10 agosto 2004 Ci vuole un bel coraggio, ma ai liberal di Hollywood non manca. Chi sene frega dei fatti e della St or i a,quando sipuò f ar e un belf i l m sul l ’ ant i amer i cani smo r i nf r es cando uno sl ogan t r a ipi ù r i usci t i ,“ l a cacci a al l e st r eghe comuni st e” ,i nv ent at o dagl iut i l ii di ot ialsol do diMosca? Così prepar i amociadassi st er eal l apr ossi maf at i cadiGeor geCl ooney ,i lf i l m“ GoodNi ght ,andGood Luck ”sulmaccar t i smodi50annif a,r i cor dandocidipor t ar econnoial menounbr ev eest r at t odei Venona Documents. Non convinceremo il vicino di posto, sazio delle gesta eroiche del giornalista Edward Murrow, impersonato da David Strathairn, che mette alla berlina il senatore repubblicano perché accusava le spie comuniste di essere spie comuniste, ma almeno saremo in pace con la verità e con la coscienza. Il film, che sarà visto anche a Venezia, aprirà fra qualche settimana il New York Festival. il presidente del comitato per la selezione dei titoli Richard Pena ne è già ent usi ast a:«Gi r at oi nunbelbi ancoener o,cat t ur asuper bament el ’ at mosf er adial l or aecir egala una storia emozionante di sorprendente rilevanza per i nostri giorni». Per quanti in Italia non hanno avuto occasione di leggere la storia completa di McCarthy e dei Venona Documents (tutti, temiamo) le cose sono andate, sommariamente, così. Finita la Seconda Guerra Mondiale, l ’ Occi dent eer api enodicomuni st i .I nI t al i at ant i ssi mi ,i npi enal uceei nPar l ament o;i nAmer i ca molti di meno, ma presenti nei sindacati, da quelli dei metalmeccanici a quelli degli attori e registi di Hollywood. Un senatore Repubblicano di 38 anni, Joe McCarthy,che vedeva il comunismo per quello che aveva già dimostrato di essere (e chi vuole visitare ancora oggi il Museo vivente degli orrori dello Stalinismo può andare nei campi dl concentramento della Corea del Nord) prese a cuore la missione di smascherare gli infiltrati nella pubblica amministrazione. Si badi, non nel Paese,dov e pot ev ano almassi mo subi r el ’ i sol ament o psi col ogi co da par t e del l a st r agr ande maggioranza degli americani. anticomunisti (tra cui molti democratici con in testa John Kennedy), ma nei r anghi del l ’ or gani z z azi one f eder al e e st at al e. McCar t hy di v enne f amosi ssi mo, e at t accat i s si modail i ber alchegr i dav ano“ al l acacci aal l est r eghe” .Lat esidegl iut i l ii di ot ier achei comunisti non facevano le spie, avevano il diritto di pensare come Stalin e che smascherarli, isolani, ridurli in condizione di non far del male al sistema libero capitalistico americano non era altro che repressione del dissenso, mancanza di tolleranza. Suona familiare? È questa la [email protected] 13 «sorprendente rilevanza per i nostri giorni» del film anti McCarthy di Clooney, produttore-registaat t or e?Icomuni st ialser v i z i odel l ’ Ur sscomeicl er i cii sl amof as ci st idiLondr aev i al eJenner ?Da ol t r emez z osecol ol ’ ant i amer i cani smoèun’ ot t i machi av edil et tura della realtà politica. Allora gli ut i l ii di ot il av or av anoperi l Redel Cr eml i no,v agheggi andodiun’ i deol ogi asal v i f i cachehaaper t ol e bare per 100 milioni di vittime nel XX secolo. Oggi gli utili idioti sono pronti a saltare addosso a Bush e a Blair perchè hanno individuato il nemico islamo fascista, e non intendono tollerare l ’ i nt ol l er anz aassassi na.Cal at oneipr i miAnni50,i lquadr odelf i l m diCl ooneyav r àl et i nt ef or t idi allora della protesta per la libertà del dissenso: ma bisogna ricordare che erano i tempi del conflitto in Corea, e di là da venire erano i tre decenni di Guerra Fredda, quelli nei quali le università Usa ospitavano economisti che tifavano per i Soviet e prevedevano la vittoria del comunismo. Nel 1995,è stata finalmente scrit t al apar ol af i neal l ebugi esul l a“ cacci aal l est r eghe” .E l ’ annodel l a pubblicazione dei Venona Documents, che avevano raccolto le indagini del controspionaggio anglo-amer i canoeav ev anoal f i net r ov at oconf er madal l ’ aper t ur adegl iar chi v imoscov i t i .Gi ànel 1946,gl ianal i st idelVenonai ni z i ar onoa“ l egger e”icodi cir ussiesmascher ar onol apr i mar et edi spie ai Los Alamos National Laboratories. Poi è emerso che altri lavoravano a Washington nel Di par t i ment odiSt at o,alTesor o;t r a15e20er anoal l ’ Ufficio dei Servizi Strategici (predecessore del l aCi a) ,ei lConsi gl i operl apr oduz i onediguer r a,i lConsi gl i odel l ’ economi adiguer r ael ’ uf f i ci o delle Informazioni di guerra avevano un minimo di sei informatori ognuno tra i propri funzionari. MeCarthy af f er mòcheer anocent i nai al espi epagat e,epagòi nv ecel uiconl ’ ost r aci smoper chél a rete delle connivenze tenne ed oggi Clooney e e ne canta le lodi. La lettura dei codici decriptali, che è incompleta, ha individuato 349 individui che hanno preso parte a operazioni di spionaggio per i sovietici fin dal 1942. Tra essi Alger Hiss; Harry Dexter White, funzionario del Tesoro; Lauchlin Currie, assistente personale del presidente Franklin Roosevelt; Maurice Halperin,capo sezione della futura Cia. Venona ha anche chiarito che ì coniugi Ethel e Julius Rosenberg, per i quali ci furono manifestazioni negli Usa e nel mondo. erano spie pagate. Non confessarono, furono gi ust i z i at ipert r adi ment o,e per si no Sar t r e non per se l ’ occasi one dit acer e.Venona ha f at t o giustizia. Non sarebbe un bel soggetto per la seconda puntata del film di Clooney? Roberta Ronconi - Liberazione, 2 settembre 2005 «Sper osi aunf i l mi st r ut t i v o.C’ èl apossi bi l i t àcheungi ov anesucent ocheogginonsachisi a Murrow riesca, grazie a questo film, a conoscerlo e ad interrogarsi sui seri pericoli che una democrazia come la nostra corre quando la paura (per esempio del terrorismo) viene usata come un’ ar ma) ) .Geor geCl ooney ,nonost ant el ’ ar i adagi gi one,èunocheamascher z ar emachequando c’ èda fare sul serio evidentemente non si tira indietro. il suo Good night, and.good luck apre la corsa al Leone di questa 62ma Mostra di Venezia dandoci una bella sferzata su ciò che il gi or nal i smoe l ’ i nf or mazi onesar ebber oi ngr ado dif ar esenonav esser operso potere e anche coraggio, se non fossero stati sottratti al bene collettivo per diventare megafoni di volontà economiche e politiche. Per dimostrare la sua tesi, Clooney, in veste di produttore, co-sceneggiatore e attore nonprotagonista, porta sullo scher mo una del l ef i gur e mi t i che delgi or nal i smo amer i cano d’ assal t o, l ’ anchor mandel l aCbsEdwar dR.Mur r owche,dur ant ei l per i odopi ùner odel l acacci aal l est r eghe maccartista, ebbe il coraggio di sfidare il senatore americano McCarthy nel suo programma di i nf or maz i one ser al e“ Seen i tnow” .Si amo agl ii ni z idegl ianniCi nquant aei n Amer i ca si susseguonosenz at r eguaipr oces siat ut t icol or ochev engonopor t at ii nt r i bunal econl ’ accusadi essere comunisti, quindi nemici della patria. Tra i processati finisce anche un pilota della marina, Milo Radulovich, che McCarthy riesce a portare davanti al Comitato Parlamentare per le Attività Antiamericane senza uno straccio di prova. Un piccolo caso di provincia, che Murrow (un magnetico David Strathairn) decide di cavalcare nella sua trasmissione, con la complicità del suo produttore Fred Friendly (George Clooney) per stanare le scorrettezze procedurali di McCarthy. Il film, fede1e alla storia, ci racconta quindi la battaglia della coraggiosa redazione della Cbs (formata da giornalisti come Don Hewitt, JoeWershba e Palmer Williams. Tutti nomi che faranno egande il giornalismo americano di quegli anni) fino alla decisione del Senato americano di togliere ogni incarico governativo a McCarthy, pur non allontanandolo dal Parlamento. «Quelli erano anni in cui giornalisti come Cronckite tornavano dal Vietnam e dichiaravano in televisione davanti a milioni di spettatori che quella guerra era sbagliata», continua Clooney, che nel mondo televisivo ha vissuto gran parte della sua adolescenza, accanto al padre, giornalista [email protected] 14 d’ assal t o.Goodni ght ,andgoodl uckèqui ndiunev i dent eomaggi oalgeni t or e,cosìcomeaun moment ost or i coal uipar t i col ar ment ecar o,«gl ianni‘ 50per chésonost at iunodeipochiper i odii n cui, grazie al giornalismo combattente e impegnato, abbiamo assistito a un profondo e radicale cambiamento del mondo e del modo di pensare della gente. Fu uno dei rari momenti della nostra storia - aggi unge l ’ at t or er egi st a - nei quali il coraggio di qualcuno riuscì veramente a fare la differenza». I tempi sono cambiati, Clooney ne è cosciente: «Non si tratta oggi di sperare di poter tornare a quegli uomini e a quel giornaliamo. Quel tempo è passato. Oggi però dobbiamo essere coscienti del potere che esercita la televisione e di come venga usata per limitare le libertà civili. Ma sono un ottimista - sorride irresistibile Clooney -. La storia avanza per cicli, sapremo attraversare anche questo. E ci riprenderemo». Poi, forse timoroso di essersi spinto più in là del “ pol i t i cament eaccet t abi l e”addr i z z ai lt i r o:«i lmi ononèunf i l m cont r ol ’ at t ual eammi ni st r az i one americana. Non volevo fare un manifesto politico, ma un buon film. Spero che Muller lo abbia scelto in concorso a Venezia soprattutto per questo». Good night, and goud luck però smentisce il suo autore. Girato in un magnifico bianco e nero, curato nei minimi dettagli, abbellito dalla straordinaria bravura degli attori (tra cui anche Patricia Clarkson e Robert Downey jr), non lo definiremmo un capolavoro quanto un esercizio ben riuscito e formalmente corretto. Non correrà per il Leone (mentre invece tifiamo per una coppa Volpi al l ’ i nt er pr et az i onediDav i dSt r at hai r n) ,mahapor t at oal l apr i magi or nat adiconcor sodelFest i v al unbelpo’dicar neal f uoco.Cl ooney evidentemente ha voglia di combattere (per produrre il film si è persino impegnato la casa) e noi siamo con lui. Per tanti buoni motivi. Mariarosa Mancuso - Il Foglio, 17 settembre 2005 Beati anni 50. Fumano di continuo. Ai party, durante le riunioni di redazione, anche nello studio tv, non appena la telecamera spegne la luce rossa, mentre la regia manda in onda lo spot delle sigarette Kent. Un tipo serissimo, seduto al tavolo con i fogli davanti, tipo lettore di telegiornale, si rivolge direttamentealpubbl i co,snocci ol andocompl i ment i .Di cepi ùomenocosì :“ Sappi amodai sondaggi che gli spettatori di questa trasmissione hanno un cultura sopra la media, una curiosità sopra la media, un reddito sopra la media. Ti sei riconosciuto in questo ritratto? Kent è la sigaretta che f a pert e” .Fi ne del l o spot ,t ut t ia casa ac chi appano pacchet t o e accendi no,r i pr ende i l programma di informazione. Si chiamava See it Now, era condotto da Edward R. Murrow. Un tipo al t o,secco,f acci aser i aeun’ i deachi ar ai nt esta: la televisione deve educare. Sono o non sono gli spettatori del suo programma un gradino superiore alla media, come ribadiscono i pubblicitari? Sono o non sono antropologicamente diversi da quei bietoloni che guardano il varietà? Da quella gentaglia che alla sera vuole distrarsi, orrore e raccapriccio, dalle fatiche del lavoro? Avviso ai naviganti, e al regista nonché sceneggiatore nonché attore Clooney: il lavoratore che si vuole elevare, maneggiando con le mani callose il quaderno a quadretti esiste solo nei romanzi di De Ami ci s,nel l av i t av api ùv ol ent i er ial l ost adi o( perunacopi a di“ Cuor e” ,chi eder ealpar r ocodi Laglio, sicuramente ne ha una impolverata in canonica). Un bel giorno, Edward Murrow avvia una campagna contro il senatore McCarthy, chest av ai nt er r ogandol ’ Amer i caacacci adicomuni st i .I l giornalista combatte la sua battaglia rischiando retrocessione e licenziamento, implacabilmente fedele al saluto Good Night, and Good Luck –Il film, in quel bianco e nero a cui non si nega mai l ’ agget t i v o“ r i gor oso”è benscr i t t o permet à,ben r eci t at o sempr e,pr ov v i st o dimessaggi o che l ampeggi aai nt er v al l i :“ Conl ascusadicombat t er ei l t er r or i smo,Bushèi l McCar t hydi oggi ” . Qualcuno dica a George Clooney che lo preferivamo frivolo. Non sentivamo il bisogno di un altro Sean Penn. Natalino Bruzzone - Il Secolo XIX, 2 settembre 2005 Il Grande Paese dove suona forte il no dei liberali a George W. Bush (ri)alza la testa e scopre di avere persino lo sguardo seducente e assassino di George Clooney.Unst arcont r ol ’ ar i a( mol t o pesante e assai conservatrice) del tempo, ma anche un divo che non potrà mai essere definito un traditore della causa di quella Patria che evidentemente non è una prerogativa esclusiva dei tumultuosi cuori repubblicani. Good Ni ght ,andGoodLuckèuni nnoal l ’ Amer i ca,al v i gor edeisuoi ideali democratici e alla tenacia con cui vengono difesi i diritti umani e civili. Ma attenzione, al secondo film da regista Clooney non fa comizi e non si lascia trasportare dalla vertigine del l ’ ecces sodimi l i t anz a:isuoisononov ant asecchimi nut idici nemai nunni t i doconcent r at odi drammaturgia tesa e ben scandita, tanto da inaugurare il concorso veneziano secondo la miglior [email protected] 15 tradizione di una Hollywood pronta ad aggiungere la rabbia civile al talento e che trova sempre nella storia della nazione le sue sceneggiature più convincenti. Clooney racconta di come il giornalismo possa sconfiggere il clima di paura e di menzogne dentro al quale un maneggione politico aveva imprigionato e storpiato l er egol e sol ennidiun’ i nt er a società. E non un semplice mestatore di partito, ma un tremendo incantatore di serpenti quale il senatore Joseph McCarthy. Nel 1953 il popolare reporter della Cbs, Edward R. Murrow, apre i suoi due pr ogr ammi ,“ See i tNow”e “ Per sonTu Per son” ,a un’ i ndagi ne sul l a“ cacci a al l e st r eghe” secondo i modi brutali della commissione McCarthy pronta a bollare chiunque di comunismo, schi ac ci andocosìl ’ accusat oal l acondi z i onedipar i a.Spal l eggi at odalpr odut t or eesecut i v oFr ed Friendley, Murrow non si ferma neppure di fronte alle perplessità e ai continui richiami dei vertici del l ’ az i enda. Sa diav er r agi one e l o di most r er à,caso per cas o,demol endo pr opr i ol e approssimazioni e le non prove che stavano mietendo vittime su vittime (compreso il suicidio di un collega conduttore del bollettino notturno della Cbs). Good Night, and Good Luck (era il saluto finale di Murrow agli ascoltatori) cerca e trova nel bianco &ner ol ’ adesi oneper f et t aaidocument idel l ’ epocacosìcomel amacchi nadapresa non esce mai in esterni, ma sta addosso a volti, corpi e comportamenti in una sintesi stringata ed emozionante di f at t i ,di scussi oniedev ent i( memor abi l el ’ at t esaal bardel l er ecensi onideiquot i di ania“ Seei tNow” proprio come accadeva nelle commedie sofisticate quando le compagnie teatrali cenavano da “ Sar di ’ s”aspet t ando l e cr i t i che) .Non sol o un “ com’ er av amo”sot t oi lt al l one diMcCar t hy per al l uder eaun“ comesi amo”aigi or nidiBush.maancheunar i f l essi oneeunmement ol anci nant e sui compi t idel l ’ i nf or maz i one e sul l ’ uso del l o st r ument ot el ev i si v oi n unsopr assal t o diassol ut a i ndi pendenz adigi udi z i ochepuòanchef ar eamenodeidol l ar idegl isponsorl egat ial l ’ i ndust r i a militare e sostenitori delle folle campagna di McCarthy. Clooney attore può mettersi in disparte, ritagliandosi il ruolo di Fred Frindley, anche perché ha in David Strathairn un protagonista in stato di grazia sempre con la sigaretta e il coraggio accesi, capacediassest ar ealsuoMur r owicont or nidiun’ i nt er pr et az i onememorabile scolpita in battute che farebbero felice qualunque scrittore di copioni in crisi ispirativa. Good Night, and Good Luck lascia, poi, che la morale del congedo sia tratta dal discorso con cui il presidente Eisenhower seppellì il maccartismo, in mani er at al echenonr est i nodubbidisor t a:Cl ooneyst aconl ’ Amer i ca dove nessun pericoloso satrapo populista sia considerato un intoccabile. Una America garantita dalla qualità delle notizie e dei personaggi che le confezionano, perché solo la conoscenza della verità rende davvero liberi. [email protected] 16