cap.1 – rete stradale (sistema della mobilita - Comune di
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INDICE CAP.1 – RETE STRADALE (SISTEMA DELLA MOBILITA’) CAP.2 – RETE DI PUBBLICA ILLUMINAZIONE E CAVIDOTTI RETE ENEL E TELEFONICA CAP.3 – RETE FOGNARIA CAP.4 – SISTEMA IDRICO 1 CAPITOLO 1 – RETE STRADALE (SISTEMA DELLA MOBILITA’) Nel presente capitolo si descrive il sistema di mobilità (ovvero la nuova viabilità) prevista all’interno del comparto D5, ubicato in località “San Pietro”, ed afferente la lottizzazione convenzionata di che trattasi. Nella previsione della nuova viabilità si è tenuto conto dei fattori che influenzano normalmente una sede stradale, ovvero i requisiti funzionali e geometrici per la costruzione delle strade, stabiliti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n°3 del 04/01/2002 e s.m.i., nonché dalla situazione di preesistenze al contorno. Più precisamente si è proceduto alla classificazione del tipo di strada, tenendo presente del traffico che avrebbe interessato la viabilità in oggetto, quale quello di tipo veicolare anche se in questa fase non si è voluta trascurare la componente pedonale. Si è classificato pertanto la viabilità da realizzare quale quella ricadente nella categoria “E – strada urbana di quartiere” ovvero assimilabile all’ambito territoriale urbano con un limite di velocità di 50 km/h, con una corsia per ogni senso di marcia e con un intervallo di velocità di progetto di 40 km/h e 60 km/h, così come indicato nella tab.3.4.a della sopra citata norma. Si è stabilito, anche in accordo con le esigenze dell’Amministrazione Comunale, quanto segue: - la strada prevista in progetto non è altro che l’ampliamento dell’attuale sede stradale a ridosso del Lotto L2, prevista dimensionata con una sezione trasversale larga complessivamente 10,00mt., incluso cioè anche i marciapiedi ai lati della carreggiata stradale (di cui su un lato già esistente); - il marciapiede nuovo (da realizzare lungo la striscia prevista in allargamento) avrà una sezione trasversale prevalente di larghezza costante pari a 1,00mt. e riguarderà la viabilità indicata in progetto con la sigla SS-2, che verrà ceduta dalla proprietà. La viabilità così realizzata permetterà una larghezza delle corsie di marcia pari a 4,00mt., con una larghezza totale della carreggiata di 8,00mt. escluso il marciapiede. I marciapiedi saranno dotati degli scivoli per il superamento delle barriere architettoniche. Per quanto riguarda la formazione della sovrastruttura stradale si prevede la seguente successione di categorie di opere, con i relativi valori di spessore a realizzare: 2 - uno strato di fondazione in misto granulare stabilizzato con legante naturale, di spessore finito pari a 40cm., posto al di sotto del nastro bituminoso e sotto ai marciapiedi; - uno strato di collegamento in conglomerato bituminoso (binder) di spessore reso finito pari a 7 cm.; - uno strato di usura (tappetino) in conglomerato bituminoso di spessore reso finito pari a 3 cm. Per quanto riguarda i marciapiedi, si avrà la seguente successione di categorie di opere, con i relativi valori di spessore a realizzare: - uno strato in conglomerato cementizio magro (masso), gettato in opera per uno spessore reso di 8cm.; - uno strato di collegamento in conglomerato bituminoso (binder) di spessore reso finito pari a 7 cm. e completamento della pavimentazione con uno un manto di usura (tappetino) in conglomerato bituminoso di spessore reso finito 3 cm.; - fornitura e posa in opera di cordoli in calcestruzzo vibrocompresso di dimensioni commerciali (spessore 10÷12 cm., altezza 25 cm. e lunghezza 100cm.). Per una maggiore chiarezza di quanto fin qui esposto, si rimanda agli elaborati della lottizzazione allegati. Infine, data la conformazione del terreno, così come è possibile verificare dai profili longitudinali e trasversali, non si sono avuti dislivelli tali da giustificare il ricorso ad opere particolari di sostegno. 3 CAPITOLO 2 – RETE DI PUBBLICA ILLUMINAZIONE E CAVIDOTTI RETE ENEL E TELEFONICA Lo studio di un impianto di pubblica illuminazione ha presupposto un accurato esame delle caratteristiche ambientali, dello scopo dell’illuminazione e dei numerosi altri fattori, non tutti valutabili con esattezza nella presente fase di progettazione. La visibilità notturna su strada si fonda sul contrasto di luminanze tra la carreggiata e gli oggetti che la delimitano e tra gli ostacoli e lo sfondo sul quale essi appaiono. Per avere un buon contrasto, la luminanza di fondo deve essere sufficientemente elevata ed uniforme. La carreggiata in oggetto è stata allestita con corpi illuminanti (lampade a vapori di sodio) da 70 W cadauno, allocati in armature stradali del tipo carenato in polipropilene, telaio in poliammide armato con fibre di vetro, corpo ottico in alluminio trattato verniciato esternamente, coppa di chiusura in metacrilato, installazione laterale di diametro 60 mm., attacco E 27, quest’ultimo montato su palo rastremato o conico con braccio zincato in lamiera d’acciaio saldati longitudinalmente ad induzione, completo delle seguenti lavorazioni: asola entrata cavi; applicazione della taschina di messa a terra; asola per morsettiera. La zona da illuminare è risultata larga mediamente 10,00mt. con pavimentazione scura e quindi non riflettente. Il calcolo del livello di illuminamento è stato eseguito prevedendo la disposizione unilaterale con altezza della fonte luminosa dal piano stradale di circa 4,50mt. con distanza media tra due punti luminosi bilaterale pari a circa 17,00mt. Il controllo dell’efficienza dell’impianto si è ottenuto verificando l’illuminamento medio orizzontale sul terreno (Lux) adottando il metodo del flusso totale. Em: 24*0,5=12 lux Il valore “24” tiene conto del “Tipo di emissione dell’apparecchio illuminante nonché della pavimentazione stradale”. Il valore “0,5” tiene conto della classe dell’impianto di illuminazione, del tipo di strada, nonché del livello medio di luminanza della carreggiata asciutta. Il livello di illuminamento è dato da: Em = ø N1 N2 N3 / L d dove: L = larghezza carreggiata = 10,00mt.; 4 d = interdistanza = 17,00mt.; H = altezza lampada = 4,50mt.; N1 = coeff. di utilizzazione = 0,40; N2 = coeff. di deprezzamento = 0,90; N3 = coeff. di manutenzione = 0,90; ø = flusso luminoso lampada a vapore di mercurio da 70W = 7.700 lumen si ottiene: Em = 7.700 x 0,40 x 0,90 x 0,90 / ( 10,00x 17,00 ) = 15 Lux Tale valore rientra abbondantemente nei limiti di legge. Al piede di ogni palo sono stati previsti da porre in opera pozzetti contenenti la treccia di rame necessaria alla messa a terra, le asole di alloggiamento della cassetta di derivazione nonché il manicotto per il sostegno dell’armatura di illuminazione. L’intero impianto sarà eseguito secondo le vigenti norme CEI. Nella lottizzazione in esame saranno previste in esecuzione anche le opere murarie relative alla formazione dei cavidotti di sevizio sia della rete ENEL che della rete telefonica TELECOM. Più precisamente si prevedono cavidotti con tubazione flessibile corrugata a doppia parete di diametro 63mm. e 125mm., posata in opera entro scavo, compreso: giunzioni, curve, manicotti, cavallotti di fissaggio, pozzetti prefabbricati di diramazione ed ispezione di varie misure. Per maggiori dettagli si rimanda al computo metrico estimativo allegato. 5 CAPITOLO 3 – RETE FOGNARIA Allo scopo di favorire la reale possibilità di riutilizzare, per quanto possibile, le acque piovane, per usi non idropotabili, la scelta del sistema fognario separato all’interno della lottizzazione, con distinte reti per convogliare le piovane e le nere, si è mostrata subito come l’unica perseguibile, e ciò anche in accordo con le più moderne indicazioni normative, che considerano tale sistema, separato, quello da assumere in mancanza di motivi ostativi; tale indicazione normativa ha avuto origine, come è noto, sia dalla maggiore efficienza del sistema di depurazione finale e sia anche della difficoltà, nel sistema misto, di procedere ad un vero riutilizzo delle piovane, in quanto intimamente mescolate ad acque nere, i cui costi di conversione appaiono eccessivamente alti. Tanto premesso, si passa ad esporre le principali scelte operate, sia con riferimento al sistema delle nere che a quello delle piovane ed ai collettori principali. Il sistema fognario, sia bianco che nero, è stato organizzato ponendo la massima attenzione all’assetto del bacino colante, in specie alle sue linee di pendenza, sia naturali e sia come modificate dal futuro assetto di urbanizzazione prevista; si è allora immediatamente individuato il punto di scarico, posto all’estremità dell’insediamento più depresso, e la zona di testa bacino, posta in corrispondenza del vertice opposto alla suddetta area depressa. Il reticolo principale, all’interno della lottizzazione, seguirà il tracciato della viabilità generale a realizzarsi, in modo da favorire l’ispezionabilità degli spechi, ed in modo da non costituire severe limitazioni per la futura suddivisione in lotti delle isole. Lungo la viabilità il collettore da realizzare costituirà il recapito di tale reticolo e sarà, quindi, dimensionato non solo in ragione delle utenze da servire all’interno della lottizzazione ma anche ipotizzando di raccogliere gli scarichi provenienti anche dalle altre utenze insediate nell’area. Il sistema di raccolta delle acque meteoriche terrà conto, invece, dell’area impermeabile interessata dalle piogge i cui dati vengono forniti dalla stazione idrometrica più vicina. Considerato che la lottizzazione sarà improntata a criteri di edilizia sostenibile, si è fatto ricorso il più possibile a superfici drenanti, pertanto l’area impermeabile di riferimento per il calcolo degli spechi sarà quella delle strade e dei marciapiedi. Sia per il sistema delle nere che delle bianche è da considerare con particolare attenzione la scelta del materiale da utilizzarsi per le tubazioni: è stato previsto da porre in opera un materiale che non perdesse le sue caratteristiche, di tenuta idraulica e di 6 comportamento statico, al perdurare di attacchi provenienti dalle acque convogliate. Considerando gli ordinari componenti chimici conferiti alle reti di collettamento, si è potuto prevedere che il materiale più idoneo da porre in opera fosse il Polipropilene, in sigla PP. Più in dettaglio le tubazioni, posate in barre da 6,00mt., sono formati da una parete piena munita di irrigidimenti esterni a costole cave, disposti lungo la circonferenza, atti ad elevare, al valore prefissato, la rigidezza anulare, espressa dal fattore SN. Lo standard di riferimento prestazionale prescelto è il prEN13476 (ex CEN/TC/155) che, pur non essendo ancora cogente, è stato assunto già come riferimento dalle più importanti case produttrici operanti sul mercato; tutte marchiate dall’Istituto Italiano Plastici. La giunzione è stata eseguita con manicotti muniti di guarnizioni elastomeriche. Lungo i rami principali sono previsti posti in opera pozzetti di tipologia corrente prefabbricata, con base in polietilene preformata, dotata di attacchi sporgenti su cui saranno innestati i tubi in arrivo e quelli in partenza; su tale base, che garantirà la massima officiosità idraulica grazie alle cunette preformate, saranno montati anelli di rialzo prefabbricati in cls vibrato (poggianti sul rinfianco in cls della base), sino al classico cono deviato con sovrastante chiusino in ghisa sferoidale classe D400 secondo UNI EN124. La disposizione e la scelta delle caditoie sarà effettuata portando in conto i principali aspetti, ed in particolare: 1. - natura delle superfici stradali; 2. - sagoma trasversale della sezione stradale, nel caso specifico in genere a doppia pendenza. Si è allora previsto il passo tipico delle caditoie consistente in circa 20,00mt., da entrambi i lati della carreggiata, con pozzetto in c.a.v. di dimensioni di circa 50x50x50cm., con sovrastante griglia in ghisa sferoidale classe C250 secondo UNI EN124. Una volta individuati gli obiettivi da conseguire, ed effettuate le scelte tecnologiche, si è passati alla fase di dimensionamento e verifica dell’intero sistema, considerandone i principali tronchi. Si sono così potute individuare le dimensioni delle tubazioni da porre in opera, indicate nel computo metrico estimativo allegato. In particolare sarà previsto da porre in opera la seguente tubazione: - diametro interno 400mm. in PP rigido, rigidità anulare SN 4 kN/m², per il collettore e/o diramazione principale delle acque di drenaggio; 7 - diametro esterno 200mm. in PP rigido, rigidità anulare SN 8 kN/m², per il convogliamento delle acque piovane; 8 CAPITOLO 4 – IL SISTEMA IDRICO Il sistema idrico è stato concepito come coesistenza di due reti, del tutto autonome, senza connessioni, e cioè: 1. rete idropotabile, con fornitura sulle utenze della risorsa idrica primaria, e cioè acqua potabile; 2. rete idrica non potabile, con fornitura sulle utenze di acqua proveniente dal trattamento delle acque del sistema fognario. Ambedue i sistemi seguono la trama del sistema viario principale progettato, con chiusura a maglia, particolarmente adatta per far fronte a situazioni di emergenza, quale rottura accidentale di tronchi o richieste concentrate significative, quali quelle antincendio. La rete idropotabile della lottizzazione nasce su una derivazione in pressione dall’esistente acquedotto comunale secondo le indicazioni fornite dall’Amministrazione Comunale in riferimento alle utenze servite. La rete idrica, disposta in modo da formare maglie chiuse, è stata progettata del tipo con tubi in polietilene PE da 80 PFA 12,5, conformi alle norme UNI EN 545/95 e al D.M.n.174 del 06/04/2004, il tutto secondo le prescrizioni della norma UNI EN 12201. Sulle tubazioni sopra descritte sono previste da porre in opera le seguenti apparecchiature: - saracinesche, del tipo in ghisa a corpo ovale. Tali apparecchiature saranno poste in opera del tipo PFA 16 bar se con controflange forate o a PN 10 o PN 16-. Dove necessario, tali apparecchiature saranno poste in idonei pozzetti in c.a. prefabbricati in modo da contenerle agevolmente; in sommità del passo d’uomo è previsto il montaggio di chiusino in ghisa sferoidale di classe D400 secondo UNI EN124. Per maggiori dettagli su quanto fino a qui esposto si rimanda agli elaborati relativi alla lottizzazione de quo. Orta di Atella, lì gennaio ’13 I tecnici redattori arch. Mario Di Lorenzo ____________________ geom. Vito Pellino ____________________ 9