Sabato 23 agosto 2014 ore 17,30
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Sabato 23 agosto 2014 ore 17,30
Bonnefoit Bonnefoit Bonnefoit ARTE VIA “La via dell’arte” Il museo, uno dei luoghi che danno l’idea più elevata dell’uomo, non è soltanto uno spazio chiuso da mura, dove incontrare le opere che esso contiene e protegge, per permettere loro - forse ancor più intimamente che altrove - di far visita al nostro essere e alla nostra più o meno spiccata sensibilità estetica. Il viaggio dentro di esso, oppure in una chiesa, una residenza storica o una galleria d’arte, è un’esperienza fisica e spirituale ineguagliabile, che esiste per crescere, per purificarsi, per rendersi conto di quanto siamo vivi accanto a quei Maestri universali che di tanto inestimabile patrimonio ci hanno eletto a eredi privilegiati. Ma l’Arte, per sua natura, non ha limiti né confini, può fare ciò che vuole ed essere dove vuole, per stabilire un dialogo o un contatto con chiunque lo desideri nel profondo. Ecco che portare l’Arte sul territorio rappresenta l’occasione di condurre i sublimi frutti della creatività fuori dagli spazi espositivi ad essi deputati, di porli a stretto contatto con un pubblico più ampio possibile e al contempo di caratterizzare o rivalutare il contesto urbano o l’ambiente naturale che li accoglie. È questo l’obbiettivo del progetto “La via dell’Arte” nel Comune di Montignoso, un nascente percorso dentro un autentico scrigno di risorse, volto a promuovere artisti selezionati e le loro opere, ma anche il notevole paesaggio montano in cui tale via felicemente si snoda. Un progetto ideato per il potenziamento delle risorse artistiche e ambientali, dedicato allo sviluppo di strategie turistiche per la valorizzazione coordinata tra beni culturali e paesaggistici, concepito per favorire politiche di sostegno alle risorse economiche, espressive e di conoscenza. Una sorta di museo diffuso, un circuito d’arte visiva a cielo aperto, una vena d’oro che si sta svolgendo metro dopo metro, un percorso estetico per gli occhi e per l’anima che si dipana fra sculture ed installazioni pittoriche permanenti, appositamente create da artisti fra loro eterogenei ma che all’unisono intendono lasciare un segno in un presente in cui, giorno dopo giorno, si sta costruendo il domani. Quella zona che un tempo vedeva schiere di pellegrini in viaggio sulla Francigena, oggi assiste alla creazione di una via nata sotto la stella dell’Arte e della cultura, che si offre al passo riflessivo di un pellegrinaggio contemporaneo, nuovo e pur sempre spirituale, fatto di uomini assetati di emozioni, consapevoli dell’importanza vitale di quel diritto inalienabile che è l’educazione al Bello. Un sogno, non certo utopico, che saprà cogliere un ardente desiderio di comunicazione e di partecipazione attiva, e che saprà finalmente realizzare la messa in opera di un sentiero di crescita collettiva e condivisa: là dove si respira l’aria buona dell’Arte, e dove tutte le strade corrono dritte al futuro. Marco Palamidessi Evento per la “Via dell’Arte” Sabato 23 agosto 2014 ore 17,30 con esposizione al comune di Montignoso (MS) Limonaia di Villa Schiff PR O M BP BENASSI Aperta fino al 31/08/2014 ore 17,30/21,00 Comune di Montignoso O LOCO N TI O Viaggio verso l’arte attraverso la bellezza Progetto che nasce da un’idea della Proloco di Montignoso in collaborazione con il Comune Assessorato Cultura, che ringraziamo, e del sig. Marco Vidà 2012 Garrisi per la Proloco a cui va un ringraziamento particolare per aver fornito i contatti con gli autori delle opere e per aver creduto fortemente in questsa iniziativa, volta a valorizzare il percorso nominato “La via dell’arte”, legato all’importante percorso storico della Via Francigena che unisce vari comuni fra i quali Montignoso e Pietrasanta. Questa iniziativa verrà Maranghi 2013 estesa anche ad altri Comuni limitrofi come Massa e Carrara che s’impegneranno ad offrire delle personali agli autori e la possibilità di vedere inserite le copie delle loro opere in via permanente su “La via dell’Arte”, a loro volta doneranno una loro opera al Comune ospite. Lo scopo di questa iniziativa che vedrà coinvolti artisti di fama internazonale sarà quello di unire gli estremi del “La via dell’arte” in un crescendo di opere disposte sotto lo sguardo di chi vorrà apprezzare il costante ipegno rivolto a rendere sempre più prestigiosa LA VIA DELL’ARTE. GNO S MONTEPEPE La via del mistero-bellezza nel nudo femminile Alain Bonnefoit Nasce nel 1937 a Parigi, nel quartiere di Montmartre, pittore, incisore e scultore. Dal 1953 frequenta l’École des Arts Appliqués e dal 1956 l’École des Beaux Arts di Parigi; poi, dal 1959, anche l’École des Beaux Arts di Bruxelles (sezione “Incisione e scultura”). Dal 1961 frequenta la Scuola di Arti Applicate di Parigi e pratica lo studio dello scultore italo-francese Antoniucci Volti, che diventerà suo maestro d’arte; con lui condividerà l’approccio al corpo femminile e stabilirà una stretta relazione di lavoro e una vera amicizia. Nel 1965 si trasferisce a Campiglia Marittima in Toscana, pur mantenendo il proprio studio di Parigi, diventando di fatto toscano d’adozione. Alain Bonnefoit ha mutuato con intelligenza il segno fluttuante di Matisse, la corposità plastica di Arp e la casualità danzante di Dufy; il tutto stemperato nelle luci e tonalità toscane. L’artista, infatti, approfondisce la raffigurazione del nudo poco prima di trasferirsi in Italia. Proprio qui, comincia a sperimentare le varie tecniche, dalla mista su carta, all’olio, l’acquarello, le litografie, la china e la scultura, con l’unico scopo di dare vita a infinite varianti nel ritrarre il corpo femminile in un clima di pacato erotismo. Nel 1969 tiene la prima grande mostra personale a Parigi. Il primo viaggio in Giappone avviene nel 1973: un’esperienza che lo segna profondamente. Lì scopre e studia la tecnica del sumi-e, che approfondisce tornando spesso in Oriente e di cui oggi è maestro. I suoi incontri con grandi artisti giapponesi e con opere intrise di pensiero Zen, hanno maturato l’uomo e il suo lavoro. Bonnefoit, soprattutto dopo aver appreso la tecnica sumi-e (che insegna a realizzare una figura con un solo gesto meditato, senza mai staccare il pennello dal foglio) nei primi anni Settanta, dipinge, “scrive” una vita fatta di sguardi e di corpi, tenendo appese quelle sue creature fragili che poco basta a sciupare. Dalla fine degli anni Ottanta si segnalano importanti esposizioni a Parigi, Vichy, Angers, Toulouse, Sion, Le Havre, Bièvres, Metz, Juanles-Pins, Venezia, Pisa, Firenze, Milano, Siena, Lille, Grenoble, Nantes, Marseille, Strasbourg, Reims e Brion. Dagli inizi degli anni Novanta la vera esplosione artistica: le richieste di mostre personali si moltiplicano rapidamente, così come il successo di critica e di pubblico. Rilevanti le mostre di Tokyo, Roma, Parigi, Losanna, Osaka, Orléans, Los Angeles, Luxembourg, Martigny, Firenze, Cannes, Bruxelles, Kyoto, Chaumont, Lyon, Certaldo, Bordeaux, Seoul, Ludwigshafen, Siena, Pietrasanta, Tahiti, New York, Kwangju, Napoli. Sue opere si trovano in istituzioni pubbliche italiane, giapponesi, coreane e francesi: raccolta dello Stato e del Comune di Parigi; Museo di Arte Moderna di Tokyo; Museo d’Arte Moderna di Kwan Ju; Palazzo Pretorio, Certaldo (Fi). Alain Bonnefoit ha tenuto oltre 200 mostre personali in tutto il mondo. Corps de femme, blanches collines, cuisses blanches, l’attitude du don te rend pareil au monde… Corps de femme, je persisterai dans ta gräce… Pablo NERUDA Alain Bonnefoit si consacra al principio oscuro della vita che conci-lia, in ferma essenzialità naturale e corporea, l’antica brama con la dolcezza che stempera l’eros nello stupore di chi scopre la bellezza e si ritrova nel desiderio L’antica brama si smemora del fallimento se nell’inventario monotono delle forme fisiche s’illumina la probabilità del miracolo: l’arte fa testimonianza delle infinite tappe lungo le quali l’ostinato viaggiatore tra-sferisce in immagini le illuminanti verità di incontri e delusi riconoscimenti. Ad ogni inganno corrisponde la ripresa del cammino: per tutte le strade del mondo la nuda consistenza della magia muliebre rispecchia un festoso rinnovamento che rivela l’effimero eterno per cui vale la pena di vivere. Intanto la nuda consistenza di splendide stagioni femminili è fermo richiamo alla felicità istintiva che corre al miele dove s’inventa primavera nel mezzo dell’inverno: più non importa se il fascino conosce senza vivere o vive senza conoscere. Bonnefoit propone corpi di limpidi incanti, che hanno il segreto del filo di Arianna e potrebbero donarlo a Teseo solo se invece di smemorarsi nella vittoria, lo riconsegnasse illuminandolo d’identificazione. La verità è sempre l’uomo che ci è di fronte; inevitabilmente l’uomo è destino dell’uomo e ogni “nudo” come isola d’amore è approdo alla delusione e, a sua volta, attesa delusa. L’universo femminile di Bonnefoit, investigato nel giro del sole per tutte le terre dove solo e sempre l’onda e il vento camminano insieme, ha per ciascuna Sirena il giusto nido nella pittura. La critica non ci ha fatto caso, ma tutta la storia della pittura, nostra o esotica poco importa, certamente d’ogni estetica congrua al luminoso splendore degli interrogativi nudi, plasticamente organici all’inesistente che esiste, vale a dire alla pittura e all’atmosfera in cui dominano come evitar incanti, è spazio di felice accoglienza del fascino e della meraviglia. Sicuramente “La via dell’Arte” merita un’artista come Bonnefoit come Alain diventa parte fondamentale e integrante della stessa. Il nudo, comunque messo in posa, potrebbe essere memoria vissuta che torna alla coppa di Nestore e giù, in fondo, s’accende di luce, ma Bonnefoit ha il suo segreto: fonde con la sua “pittura” lo spazio d’accoglienza (la pittura che significa le vesti deposte del nudo ospitato) e la purezza della solitudine cioè dell’incanto, che si rivela fluida sfida al desiderio che guarda e alla intelligenza che vede. La pittura di Bonnefoit è sfida a varcare la lontananza, il valico insuperabile che consente di trovarsi dove la vita con-sente. Euridice non è più perduta: è sempre nel vigile sguardo di Orfeo. Per l’artista che affida all’abbraccio di tante ricerche pittoriche le sue misteriose Sirene, nessuna invenzione di luce vale per sé stessa: la vita, in forma di colore, è la sola degna di ospitare la nuda bellezza che genera vita: l’approdo è sempre al mistero. Marco GARRISI