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30.8.2013 Cade la neve, tutto cambia Come la neve muta nel tempo Nello spettacolo Neve del Teatro delle Radici , proposto come conclusione dell’annuale laboratorio internazionale, due elementi in natura, il ghiaccio e l’acqua, tracciano la linea di demarcazione della materia, con la loro capacità fisica di mutare ma anche di restare immutate. Due corpi di donne, una giovane e l’altra più attempata, (Camilla Parini e Bruna Gusberti) s i intrecciano e si s eparano in un gioco d i movimenti e gestualità. L’elemento proiettato durante tutta la rappresentazione, scivola sullo sfondo, come sostanza fondante e intermedia tra la liquidità della vita, la solidità del corpo e la leggerezza dell’anima. Alternandosi in una danza che a volte allevia il vissuto esistenziale di entrambe le due d onne, a ltre volte ne rallenta le fattezze, riaffiorano in superficie rabbia e gentilezza. Il volteggiare d ei loro corpi, costretti in uno spazio scenico volutamente delimitato, traccia la linea rossa tra ragione e follia, giovinezza e vecchiaia, passato e presente, anima e corpo, memoria e oblio. L’idea nata da Bruna Gusberti, con la supervisione di Cristina Castrillo, con la quale collabora da molti anni, ha profuso quel s enso di dualità p erenne e costante, in cui sdoppiamento e fusione s i alternano. Un cubo di ghiaccio, portato a fatica dall’attrice Bruna Gusberti, introduce la rappresentazione partendo dalla fase solida per scivolare sulla superficie di un tavolo metallico, o per abbandonarsi pesantemente su due sedie trasparenti come il cristallo. La pesantezza del cubo di ghiaccio raffigura la fatica del vivere. La materia si trasforma con il passare del tempo e con il mutare delle condizioni esteriori, rispetta le leggi della natura che implacabili ne determinano il cambiamento, ma resta impressa n ello specchio della memoria. Come la vita muta con il mutar d el tempo. I movimenti sinuosi delle due donne scivolano in un abbraccio a sprazzi riconciliante, a momenti interrotto da una spinta che le allontana con impeto. La giovane vestita di bianco simboleggia la purezza, la più attempata, vestita di scuro, simboleggia il tempo trascorso che si addentra nella notte. La fase di transizione dalla giovinezza alla vecchiaia, dal solido al liquido e viceversa, in cui prende forma la memoria, riaffiora n ei testi, che aderiscono con forza alla costruzione d ello spettacolo e alle immagini d ella n eve che non arresta la sua caduta, come la vita. Poi la distruzione finale d el cubo di ghiaccio, con la mano armata di punteruolo della giovane attrice che sul finire si ricongiunge in un abbraccio all’attrice attempata, dando respiro a una sola vita. Nicoletta Barazzoni