il vero tempio, dimora di dio tra gli uomini

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il vero tempio, dimora di dio tra gli uomini
IL VERO TEMPIO, DIMORA DI DIO TRA
GLI UOMINI, È IL CORPO DI GESÙ
Ant.: Voi siete pietre vive per edificare un tempio santo
per il Signore nostro Dio.
Salmo 69
Salvami, o Dio:
l'acqua mi giunge alla gola.
3 Affondo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde
e l'onda mi travolge.
4 Sono sfinito dal gridare, la mia gola è riarsa;
i miei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio.
5 Più numerosi dei capelli del mio capo
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano:
quanto non ho rubato, lo dovrei restituire?
6 Dio, tu conosci la mia stoltezza
e le mie colpe non ti sono nascoste.
7 Chi spera in te, a causa mia non sia confuso,
Signore, Dio degli eserciti;
per me non si vergogni chi ti cerca, Dio d'Israele.
8 Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
9 sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.
10 Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
14 Ma io innalzo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza, o Dio.
15 Salvami dal fango, che io non affondi,
liberami dai miei nemici e dalle acque profonde.
16 Non mi sommergano i flutti delle acque
e il vortice non mi travolga,
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.
17 Rispondimi, Signore: il tuo amore è bontà;
volgiti a me nella tua grande tenerezza.
18 Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto, rispondimi.
19 Vieni vicino a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.
20 Tu conosci la mia infamia,
la mia vergogna e il mio disonore;
davanti a te sono tutti i miei nemici.
21 L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione, ma invano,
consolatori, ma non ne ho trovati.
22 Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.
30 Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.
31 Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,
32 che il Signore gradirà più dei tori,
più dei giovenchi con corna e unghie.
33 Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
34 poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza i suoi che sono prigionieri.
35 A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.
Salmo 49,1-15: Il culto in spirito e verità
1. Il Signore, Dio degli uomini,
Dio di verità e di misericordia
Ha qualcosa da dire alla sua Chiesa
che vive in ogni parte del mondo.
2. «Radunate tutti i battezzati,
i cresimati nel nome del Signore»,
voglio chiedere conto a ciascuno
di come vive concretamente il mio dono.
3. Io sono il vostro Dio e Signore,
il giudice che vi riscatta e rende liberi;
per questo sento il bisogno di ammonirvi,
di richiamarvi il sentiero della vita.
4. Mettetevi in atteggiamento di conversione
di fronte a quello che sto per dirvi;
se vi rimprovero è perché vi amo,
perché io sono un Dio di misericordia.
5. A voi praticanti assidui e devoti
rivolgo una prima parola,
un richiamo amorevole e forte
perché solo in me sia la vostra fiducia.
6. Non mi lamento delle Vostre preghiere:
in ogni ora e minuto del giorno
si celebrano messe a migliaia
e molte persone cantano la mia lode.
7. Mi adorate nel silenzio delle chiese
e mi portate in processione per le strade;
mi offrite fiori e suppellettili d' oro,
lumi, incenso e opere d'arte.
8. Ma ricordate bene una Cosa:
non sono io che ho bisogno di preghiere,
di lodi e in vocazioni al mio nome
o di persone che si sacrificano per me.
9. Io Sono il Signore del mondo,
mia lode è il cielo e la terra
e la storia che scorre al suo fine.
10. Non sono un padrone, ma un padre!
Questo spreco e inflazione di messe,
queste preghiere recitate per obbligo,
queste devozioni per Sentirvi più santi
mi sono molto sospette.
11. Mi credete forse un mercante
per contrattare Con me la salvezza?
Esigete le grazie con preghiere e offerte
e poi imprecate se io non vi ascolto.
12. Mi fa nausea questo atteggiamento sacrificale,
questo sapore di commercio e ricatto;
non è questo che voglio da voi,
non è questo che vi porta salvezza.
13. Il culto e la fede che voglio
è uno spirito rinnovato nell'intimo;
è l'amore sincero del cuore
e la fiducia che porta alla lode.
14. È il coraggio di essere veri
e il perdono di tutte le offese;
è il sentirvi bisognosi di aiuto
e il tendere la mano ai fratelli.
15. Non chi dice: «Signore, Signore»
è un praticante fedele e devoto
ma chi ogni giorno opera e prega
nello spirito e nella verità dell'amore.
Gesù scaccia i venditori dal tempio
13 Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. 14 Trovò nel
tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco. 15
Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi;
gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi, 16 e ai venditori di
colombe disse: «Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di
mercato!». 17 I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora.
18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: «Quale segno ci mostri per fare queste
cose?». 19 Rispose loro Gesù: «Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò
risorgere». 20 Gli dissero allora i Giudei: «Questo tempio è stato costruito in quarantasei
anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?».
Ma egli parlava del tempio del suo corpo. 22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi
discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola
detta da Gesù.
Il messaggio
Tutti e quattro gli evangelisti ricordano il gesto provocatorio di Gesù che scaccia dal
Tempio i «venditori» di animali e i «cambiamonete». Egli non può sopportare di vedere
la casa di suo Padre piena di gente che vive lucrando sul culto. Dio non lo si compra con
«sacrifici».
Giovanni, che è l'ultimo evangelista in ordine cronologico, aggiunge tuttavia un dialogo
con i Giudei, nel quale Gesù afferma in maniera solenne che, dopo la distruzione del
Tempio, egli «in tre giorni lo farà risorgere». Nessuno è in grado di comprendere quello
che sta dicendo. Per questo l'evangelista aggiunge: «Gesù parlava del tempio del suo
corpo».
Per comprendere questo gesto di Gesù, che possiamo chiamare segno anche se il termine
non ricorre, rifacciamoci a un triplice sfondo
Primo: la polemica dei profeti contro il tempio e l'attesa di una sua purificazione per il
tempo messianico. Ricordiamo Malachia 3,1-4: “Ecco, io mando il messaggero a
preparare la via innanzi a me e presto verrà nel suo tempio il Signore che voi ricercate;
l'angelo dell'alleanza che voi sospirate, ecco, viene, dice il Signore. Chi potrà sopportare
il giorno della sua venuta? Chi potrà sussistere al suo apparire? Egli sarà come il fuoco
dei fonditori e come la lisciva dei lavandai. Sederà per fondere e purgare l'argento.
Purificherà i figli di Levi, li affinerà come l'oro e l’argento affinché possano offrire al
Signore un'oblazione secondo giustizia. Allora tornerà gradito al Signore il sacrificio di
Giuda e di Gerusalemme, Come nei giorni antichi, Come nei tempi lontani”.
L'espressione casa di mercato (v. 16) evoca a sua volta Zaccaria 14,21: “... in quel giorno
non vi sarà più nessun mercante nel tempio del Signore degli eserciti”.
Ecco dunque un primo significato: il gesto di Gesù si colloca nel contesto della tradizione
biblica e ha un chiaro senso messianico (ma già l'espressione casa del padre mio lascia
sospettare un senso più profondo), senso che i giudei erano in grado di intendere. Difatti
è in questa luce che va intesa la loro domanda: Che segno ci mostri per fare queste cose?
(v. 18). Gesù non dà una risposta diretta ad una domanda ipocrita, ma presenta come
segno il suo stesso corpo.
Secondo: la comunità di Qumran critica la corruzione, la profanazione del tempio e
presenta se stessa come il nuovo tempio in attesa di una purificazione del tempio da parte
di Dio.
Terzo: la comunità cristiana, radunata attorno a Gesù risorto. Il tempio è sostituito non
perché profanato ma perché è arrivato il Messia, la nuova alleanza. La sostituzione è un
fatto permanente
La comunità cristiana è il nuovo tempio di Dio poiché essa è radunata attorno al Cristo,
mediante l’accettazione della sua parola. Con più decisione Giovanni afferma che non
solo il tempio è decaduto perché è arrivato il Cristo, ma perché egli, il Cristo, è il vero
tempio, il luogo unico della presenza salvifica di Dio fra noi. Con ancora maggior
precisione Giovanni indica il momento in cui l'antico tempio ha ceduto il passo al nuovo:
la morte e risurrezione. Il tempio è il Cristo risorto. In questa direzione ci conducono
diversi particolari del racconto. Giovanni non usa il verbo « ricostruire» ma far risorgere
(v. 19). Così l'annotazione in tre giorni, che nel linguaggio biblico significa
semplicemente « dopo un breve tempo", ma che nella comunità primitiva evocava
spontaneamente la risurrezione. E infine la citazione del Salmo 69,10 (v. 17), un salmo
usato in più occasioni dalle comunità cristiane primitive ma sempre in rapporto allo
scandalo della sofferenza e della morte di Gesù. Il Cristo risorto è dunque il vero tempio,
non anzitutto la comunità o il credente. Ma che cosa intende Giovanni con simili
affermazioni? Qual è il significato del tempio che ora il Cristo realizza? Nell'A.T. il
tempio aveva sostanzialmente due significati: luogo della presenza di Dio e luogo di
riunione e di incontro delle tribù. Il tempio di Gerusalemme era provvisorio - dice
Giovanni.
sotto entrambi gli aspetti, perché tutti e due sono ora sostituiti da Gesù. Primo aspetto: in
Gesù è presente la gloria (1,14): la parola gloria è il corrispondente dell'ebraico kab6d,
termine classico per indicare l'abitazione di Dio. Secondo aspetto: il Cristo innalzato è il
luogo dell'incontro, il luogo del grande raduno: 11,52.
Non dimentichiamo che Giovanni scrive il suo vangelo quando il Tempio di
Gerusalemme è stato distrutto ormai da venti o trent'anni. Molti ebrei si sentono orfani. n
Tempio era il cuore della loro religione: come potranno sopravvivere senza la presenza di
Dio in mezzo al suo popolo?
L'evangelista ricorda ai seguaci di Gesù che non devono provare nostalgia per il vecchio
Tempio. Gesù, «distrutto» dalle autorità religiose, ma «risuscitato» dal Padre, è il «nuovo
tempio». Non è una metafora audace: è una realtà che deve sempre caratterizzare il
rapporto dei cristiani con Dio.
Per quanti vedono in Gesù il nuovo tempio in cui Dio dimora, tutto cambia. Per
incontrarsi con lui non basta entrare in una chiesa, ma è necessario accostarsi a Gesù, entrare nel suo progetto, seguirne i passi, vivere con il suo spirito.
In quel nuovo tempio che è Gesù, per adorare Dio non bastano incenso, acclamazioni o
liturgie solenni. I veri adoratori sono quelli che vivono davanti a Dio «in spirito e verità»;
la vera adorazione consiste nel vivere con lo «Spirito» di Gesù nella «verità» del vangelo.
Senza queste cose, il culto è «vuota adorazione».
Le porte del nuovo tempio rappresentato da Gesù sono aperte a tutti, nessuno ne è
escluso: vi possono entrare i peccatori, gli impuri e perfino i pagani. Il Dio che dimora in
Gesù è di tutti e per tutti. In questo tempio non si fa discriminazione alcuna, non ci sono
spazi diversi per gli uomini e per le donne, non ci sono razze elette né popoli
esclusi. Gli unici a essere preferiti sono coloro che hanno bisogno di amore e di vita.
Per la riflessione
* Immagino il tempio con tutto il suo traffico nel periodo di Pasqua.
* Chiedo ciò che voglio: vedere il corpo di Gesù, morto e risorto, come il vero tempio,
comunione piena tra Dio e l'uomo.
* Traendone frutto, contemplo i personaggi: chi sono, che fanno, che dicono.
Da notare:
· Gesù sale a Gerusalemme per la Pasqua
· il tempio
· cosa c'è nel tempio
· cosa fa Gesù
· non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato
· si ricordarono i discepoli
· lo zelo della tua casa mi divorerà
· quale segno ci dai per fare queste cose?
· sciogliete questo santuario e in tre giorni lo farò risorgere
· parlava del santuario del suo corpo
· dopo la risurrezione i discepoli si ricordarono e capirono
· credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù disse loro.
Salmo 49,16-23: Il culto slegato dalla vita
1. Per voi praticanti di pura facciata
e per i battezzati solo di nome,
ma che ci tengono a dirsi credenti,
ho un rimprovero molto più duro.
2. Perché ti vanti di essere credente,
fai battezzare e cresimare i tuoi figli
e difendi le tradizioni religiose
se poi non osservi i comandamenti?
3. Se puoi calpestare qualcuno lo fai
e sfrutti chi è debole e indifeso;
hai distrutto i valori morali
e ti pavoneggi pur facendo il male.
4. Non t'importa di essere falso,
di calunniare e danneggiare i vicini
suscitando odi e divisioni
pur di raggiungere i tuoi scopi.
5.Parli spesso di valori inviolabili,
di sani principi e ideali
ma poi credi solo all'interesse,
alle clientele e alla logica del più forte.
6. Questo è il tuo modo di agire
e credi che io sia d'accordo?
No! Te lo grido in faccia chiaramente,
ti condanno per la tua falsità.
7. Ma tu pensi che io sono buono
e che alla fine dimentico tutto.
Io non sono incoerente come te,
ti amo, ma di un amore esigente.
8. Fate bene attenzione e ravvedetevi
voi che pronunciate invano il mio nome,
vi chiederò conto con severità
di quella fede che dite di avere.
9. Chi mi loda con cuore sincero
e fa della sua vita un dono d'amore
offerto ai fratelli con gioia e gratuità,
solo lui rende culto al mio nome.