Materiali del 9 e 10 novembre

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Materiali del 9 e 10 novembre
Pidgin e creoli
• “a pidgin represents a languages which has
been stripped of everything but the bare
essentials necessary for communication. There
are few, if any, stylistic options”.
• Romaine, S. (1988), Pidgin and Creole Languages,
London and New York, Longman, p. 24.
Significato
Standard Fijian
case, box, basket
kato
fishing basket
noke
coconut leaf basket sū
woven leaf tray
(Romaine 1988: 34 )
i lalakai
Pidgin Fijian
kato
• Bipo tru tripela liklik pik i stap. Ol i stap long bus
tasol. Ol i no gat haus. Na i gat wanpela weldok
tu em i stap long dispela bus. Em i bikpela moa
na em i man nogut tru. Em i save kilim planti
abus bilong dispela bus na i kaikai. Na em i laik
tumas long kaikai dispela tripela liklik pik. Oltaim
em i bihaihim lek bilong tripela.
• Mancanza di accordo tra un quantificatore e la
propria testa nominale
• cfr. turco:
• Beş
adam-a
yardım
ettim
• cinque uomo-DAT
aiuto
ho fatto
• ‘Ho aiutato cinque uomini’ (lit. ‘Ho fatto aiuto a
cinque uomo’)
• (vs. plur. adamlara ‘agli uomini’)
• (cfr. Banfi, E. / Grandi, N. (2003), Lingue d’Europa,
Roma, Carocci, p. 219).
• tripela ‘tre’ (tri < ing. three ‘tre’ + -pela < ing.
fellow, usato come suffisso in combinazione con
gli aggettivi monosillabici; si veda anche blakpela
‘nero’ < black o dispela ‘questo’ < this
• West African Pidgin English (WAPE)
• Wi
go fain
i
haus
• Noi
FUT cercare
sua casa / ‘Noi
cercheremo la sua casa’
• (Turchetta, B. (1996), Lingua e diversità, Milano,
Franco Angeli, p. 123)
• Convergenza del valore esistenziale e del valore possessivo
• Creolo guyanese (a base inglese)
• dem get wan uman we get gyal pikini
• ‘c’è una donna che ha una figlia’
• Kreyol (Haiti; a base francese)
• gê you fâm ki gê you petit-fi’
• ‘c’è una donna che ha una figlia’
•
•
•
•
•
Kristang (India; a base portoghese)
irmang-machu teng na rua
‘mio fratello è in strada’
yo teng irmang-machu
‘ho un fratello’
• Russo
• U menja (jest’) tri mašiny
• ‘ho tre macchine’ (lett. ‘a me (sono) tre
macchine’)
• ?V parke (jest’) tri devočki
• ‘al parco ci sono tre bambini’
• gras
• erba
bilong
di
het (hed)
testa / ‘capelli’
• het bilong
• testa
di
Alex
• famili
• famiglia di
bilong
mi
me / ‘la mia famiglia’
Alex / ‘la testa di Alex’
• le parole funzionali e le marche flessive vengono
create partendo dal materiale lessicale a
disposizione, cioè trasformando in funtori
grammaticali termini che, in origine, hanno
significato pienamente lessicale
(grammaticalizzazione).
• “How lexical items and constructions come in
certain linguistic contexts to serve grammatical
functions or how grammatical items develop new
grammatical functions?”
• (Hopper, P. / Traugott, E.C. (1993), Grammaticalization, Cambridge,
Cambridge University Press, p. 1)
• “Grammaticalization is usually thought of as that
subset of linguistic change whereby a lexical item
or construction ic certain uses takes on
grammatical characteristics, or through which a
grammatical item becomes more grammatical”
• (Hopper, P. / Traugott, E.C. (1993), Grammaticalization, Cambridge,
Cambridge University Press, p. 2)
• Creolo guyanese (a base inglese)
• wisaid ‘dove’ (< ing. which side)
• wamek ‘perché’ (< ing. what makes)
• Kamtok (Camerun; a base inglese)
• wetin ‘cosa’ (< ing. what thing)
• Tok Pisin (Papua Nuova Guinea; a base inglese)
• wanem ‘quale’ (< ing. what name)
• husat ‘chi’ (< ing. who’s that)
•
•
•
•
Creolo di Haiti (a base francese)
ki koté ‘dove’ (< fr. qui coté)
lakoz ki ‘perché’ (< fr. la cause que)
ki fer ‘perchè’ (< fr. qui faire)
• nella fase di creolizzazione non si assiste ad una
restaurazione della originaria complessità
grammaticale (cioè ad un recupero dell’impianto
strutturale della lingua lessificatrice o delle
lingue di sostrato), ma alla creazione, quasi ex
novo, di una nuova complessità. E’ proprio
attraverso questo percorso evolutivo che il
creolo si distacca dalle lingue da cui ha tratto
origine e, con ciò, legittima il proprio status di
lingua autonoma a tutti gli effetti.
• WAPE (West African Pidgin English)
• bikman 'persona rispettata'
ma lett. 'grande uomo' (> inglese big 'grande'; man
'uomo')
• smolboi 'apprendista'
ma lett. 'piccolo ragazzo' (> inglese small 'piccolo'; boy
'ragazzo')
• doktakau 'veterinario'
ma lett. 'dottore mucca' (> inglese doctor 'dottore'; caw
'mucca')
• watarut 'acquedotto'
ma lett. ‘acqua strada’ (> inglese water 'acqua'; route
'via, strada')
•Bipo tru tripela liklik pik i stap. Ol i stap long bus tasol. Ol i no
gat haus. Na i gat wanpela weldok tu em i stap long dispela
bus. Em i bikpela moa na em i man nogut tru. Em i save kilim
planti abus bilong dispela bus na i kaikai. Na em i laik tumas
long kaikai dispela tripela liklik pik. Oltaim em i bihaihim lek
bilong tripela.
•Traduzione (abbastanza letterale):
•Molto tempo fa c'erano tre piccoli porcellini. Essi vivevano in
un bosco. Non avevano casa. C'era anche un lupo che viveva
in quel bosco. Era grande e cattivo. Era solito uccidere e
mangiare molti animali del bosco. E egli voleva mangiare i tre
porcellini. Seguiva sempre le loro tracce.
La nascita delle forme verbali perifrastiche nelle lingue romanze
Premesse generali:
Tempo: collocazione temporale del discorso (in genere rispetto al momento
dell'enunciazione)
Es. presente
passato
futuro
Aspetto: diversi modi di vedere la dimensione temporale di una situazione
descritta da un verbo.
Es. perfettivo vs. imperfettivo (cioè compiuto vs. incompiuto)
progressivo vs. non progressivo
abituale vs. continuo
...
Tendenze tipologiche:
a) Le forme verbali che esprimono informazioni di natura aspettuale tendono ad
essere realizzate con costruzioni perifrastiche (es. ausiliare + verbo lessicale)
b) Le forme verbali che esprimono informazioni di natura temporale tendono ad
essere realizzate con costruzioni sintetiche (es. verbo lessicale + desinenza)
Universale: nelle lingue SOV, l'ausiliare segue il verbo lessicale
Problemi da affrontare:
- In latino il futuro sintetico (es. cantabo 'canterò') lascia spazio ad un futuro
perifrastico (es. cantare habeo 'canterò', ma lett. 'ho da cantare') che poi nelle
lingue romanze torna ad essere sintetico:
cantare habeo > *cantare ajo > it. canterò, sp. cantaré, fr. chanterai, port. cantarei
Perché il futuro compie questa sorta di 'ciclo', apparentemente inutile, che lo porta
ad abbandonare una espressione sintetica per acquisire una nuova espressione
sintetica, dopo essere passato per una fase analitica?
- In latino al perfetto (es. cantavi 'cantai' e 'ho cantato') si affianca un perfetto
perifrastico cantatum habeo (che significava approssimativamente 'ho cantato').
Tanto le forme sintetiche, quanto quelle perifrastiche sopravvivono nelle moderne
lingue romanze (it. cantai e ho cantato).
Perché questa proliferazione di forme?
Perché le forme perifrastiche del perfetto non danno origine a nuove forme
analitiche, come nel caso del futuro?
Cronologia relativa degli eventi
Punto di partenza
Latino:
SOV
verbo less+aux
Futuro
Perfetto
I e II coniugazione: cantabo
'canterò'; monebo 'consiglierò'
III e IV coniugazione: legam
'raccoglierò'; audiam 'sentirò'
I e II coniugazione: cantavi 'cantai' e 'ho
cantato'; monui 'consigliai' e 'ho consigliato'
III e IV coniugazione: legi 'raccolsi' e 'ho
raccolto'; audivi 'sentii' e 'ho sentito'
Futuro: informazioni temporali
Perfetto: informazioni temporali e aspettuali
E' estremamente diffuso l'uso di frasi in
cui il participio passato svolge la
funzione di modificatore dell'oggetto (più
o meno come una frase relativa): multa
bona bene parta habemus (Plauto), cioè
'abbiamo molti beni [che sono stati] ben
procurati'. In queste frasi, il participio
passato dipende dall'oggetto (con cui si
accorda in genere e numero), non dal
verbo habere 'avere'.
Il futuro sintetico della I coniugazione si
indebolisce:
- la b intervocalica talvolta si trasforma in v;
dunque, cantabo > cantavo, troppo simile al
perfetto cantavi e all'imperfetto cantavam
(da cantabam, con lo stesso passaggio b >
v)
Nel futuro sintetico della III e IV
coniugazione le forme della prima persona
(legam e audiam) sono uguali a quelle del
congiuntivo e questa sovrapposizione può
creare ambiguità
In più, la lingua avverte verosimilmente
l'esigenza di uniformare la formazione del
futuro nelle quattro coniugazioni
L'ambiguità del perfetto, nel quale si
concentrano informazioni temporali e
aspettuali, comincia ad essere avvertita
con un certo fastidio dalla lingua.
Dalla rianalisi di frasi come multa bona
bene parta habemus nascono le prime
forme di perfetto perifrastico: il participio
non è più associato al nome oggetto, ma
al verbo: da 'abbiamo molti beni [che
sono stati] ben procurati' a 'abbiamo
procurato molti beni'
Si diffondono le prime forme di futuro
perifrastico, es. cantare habeo
Le forme di futuro perifrastico
soppiantano le più antiche forme
sintetiche
In ossequio alla tendenza tipologica
illustrata sopra (cfr. punto b), nelle forme
perifrastiche del futuro, che esprimono un
valore temporale e che tendono dunque
alla sintesi, verbo lessicale e ausiliare
tendono a fondersi sempre più.
La trasformazione di queste forme può dirsi
compiuta quando il participio passato non si
accorda più con il nome oggetto.
Le forme di perfetto perifrastico si affiancano
alle forme sintetiche di perfetto, ma non le
sostituiscono: le forme sintetiche, più antiche,
esprimono ora il solo valore temporale
(passato); quelle analitiche, più recenti,
ereditano il valore aspettuale (perfettivo)
In ossequio alla tendenza tipologica
illustrata sopra (cfr. punto a), nelle forme
perifrastiche del perfetto, che esprimono un
valore aspettuale, non si registra alcuna
fusione tra verbo lessicale e ausiliare.
Cambia l'ordine dei costituenti: SOV > SVO
Cambiano le costruzioni legate all'ordine dei costituenti, tra cui le forme
verbali perifrastiche:
verbo lessicale + ausiliare > ausiliare + verbo lessicale
Nelle forme di futuro perifrastico, la
sequenza verbo lessicale + asuliliare non
cambia: la coesione interna di questo
costrutto è tale che l'ausiliare (che ha
anche ridotto il suo corpo fonetico: habeo >
*ajo) è visto ormai come una sorta di
desinenza
Nelle forme di futuro perifrastico,
l'ausiliare perde del tutto la sua
autonomia e diviene a tutti gli effetti una
desinenza: *cantare ajo > cantarò (poi >
canterò)
Nelle forme di prefetto perifrastico, si
invertono le posizioni di verbo lessicale e
ausiliare e si diffondono sequenze del
tipo ausiliare + verbo lessicale (al
participio, che non si accorda più con
l'oggetto)
Stadio intermedio
Volgari pre romanzi:
SVO
aux + verbo less
Futuro
Perfetto
Nelle forme di perfetto perifrastico
comincia ad indebolirsi il valore
aspettuale, a vantaggio di un valore
temporale
La nuova coniugazione del futuro si è
ormai stabilizzata: es. it. canterò,
canterai, canterà... e non c'è più traccia
della precedente struttura perifrastica
Le forme del perfetto perifrastico hanno ormai
acquisito un pieno valore temporale (es. it.
passato prossimo) e perso quasi del tutto la
connotazione aspettuale.
Conformemente alla tendenza tipologica
indicata sopra in (b), dovremmo attenderci
anche per queste forme una progressiva
fusione interna. Ma la posizione iniziale
dell'ausiliare rende ovviamente impossibile
la sua trasformazione in suffisso. Esso non
può neppure trasformarsi in prefisso, poiché
nelle lingue romanze non vi sono prefissi
flessivi.
Stadio finale
Lingue romanze:
SVO
aux + verbo less
Riepilogo:
Futuro:
Le forme di futuro perifrastico danno origine a nuove forme sintetiche perchè vi
sono le condizioni formali e semantiche perchè ciò avvenga:
- condizioni formali: nella sequenza verbo lessicale + ausiliare, la posizione finale
dell'ausiliare è compatibile con la sua trasformazione in suffisso
- condizioni semantiche: il significato temporale favorisce la formazione di costrutti
sintetici
Perfetto:
Le forme di perfetto perifrastico non danno origine a nuove forme sintetiche perchè
inizialmente vi sono le condizioni formali perchè ciò avvenga, ma non quelle
semantiche:
- condizioni formali: nella sequenza verbo lessicale + ausiliare, la posizione finale
dell'ausiliare è compatibile con la sua trasformazione in suffisso
- condizioni semantiche: il significato aspettuale non favorisce la formazione di
costrutti sintetici
Successivamente lo scenario cambia e maturano le condizioni semantiche per la
formazione di un nuova coniugazione sintetica. Ma a questo punto non ci sono più le
condizioni formali perché ciò avvenga:
- condizioni semantiche: il nuovo significato temporale del perfetto perifrastico
favorisce la formazione di costrutti sintetici
- condizioni formali: nella nuova sequenza ausiliare + verbo lessicale, la posizione
iniziale dell'ausiliare è incompatibile con la sua trasformazione in suffisso
Maltese
berritta ‘cappello’ > berrittun ‘cappellone’
pupa ‘bambola’ > pupazz ‘fantoccio’
sakran ‘ubriaco’ > sakranazz ‘ubriacone’
żiemel ‘cavallo’ > żimlunazz ‘cavallo molto stanco,
affaticato’
nemla ‘formica’ > nemlun ‘formicona’
ġiebja ‘bacino’ > ġibjun ‘(grande) pozzo’
cfr. arabo marocchino
sbaε ‘leone’ > sbaεūn ‘leone enorme’
šms ‘sole’ > šmsūn ‘sole molto forte’
dbaε ‘iena’ > dbεūn ‘persona malvagia’
żlt ‘povertà’ > żltūn ‘poveraccio’
tlq ‘lasciar andare’ > tlqūn ‘scapolone’
Singolare
serp
forn
banda
pjazza
koxxa
skola
tanbur
Plurale
sriep
fran
baned
pjazez
koxox
skejjel
tnabar
Niccolò Machiavelli, Dialogo intorno alla nostra
lingua (1515):
“le lingue non possono essere semplici, ma
conviene che sieno miste con l’altre lingue. Ma
quella lingua si chiama d’una patria, la quale
convertisce i vocaboli ch’ella ha accattati all’uso
suo, ed è sì potente, che i vocaboli accattati non la
disordinano, ma ella disordina loro; perchè quello
ch’ella reca da altri lo tira a sé in modo che par
suo.”