IL TURISMO RURALE - Comunità Montana Sondrio
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IL TURISMO RURALE - Comunità Montana Sondrio
SOTTOPROGETTO 1: AGRICOLTURA & TERRITORIO: DALLE RISORSE LOCALI OPPORTUNITÀ DI CRESCITA PER IL TURISMO RURALE IL TURISMO RURALE Relatore: Fioroni Marzia 1 1° INCONTRO INFORMATIVO 22 ottobre 2013 – IL TURISMO RURALE Il turismo è un movimento globale, il cui trend è tendenzialmente positivo. La sua crescita ha però, ovviamente, forti legami con i principali accadimenti a livello mondiale: non è un caso che battute d’arresto nella curva che ne testimonia l’aumento sono evidenziate sia in concomitanza dell’attacco alle Torri gemelle (11 settembre 2001), che successivamente alla seconda Guerra del Golfo (2003). Una vera e propria decrescita numerica si registra però solo nel 2008, con il fallimento di Lehman Brothers, ossia quando i fattori economici iniziano a incidere sulle possibilità di spesa dei viaggiatori. Nonostante la crisi economica in atto, gli esperti prevedono che nel 2020 si superino 1 Mld. e 400.000 arrivi internazionali nel mondo, e le stime indicano che si giunga addirittura a 1 Mld. e 800.000 arrivi nel 2030. Ma qual è la ripartizione dei mercati? Dove vanno i turisti? Il globo è suddivisibile in macro-regioni turistiche, ove l’Europa si colloca ancora al primo posto per quanto riguarda gli arrivi internazionali, seguita da “Asia e Pacifico”, “Americhe”, “Medio Oriente” e “Africa”. Ma va sottolineato come le crescite numeriche più consistenti non riguardino più il vecchio continente: nuove realtà stanno facendosi strada rapidamente sui mercati mondiali, con tassi di crescita superiori a quelli nostrani: Asia e Pacifico registrano la crescita più forte (+ 7%), seguiti dall'Africa (+6%) e dalle Americhe (+5%). Sul mercato globale si sta delineando quindi una sempre maggior competizione, con diverse nuove destinazioni emergenti spesso proposte a costi bassi (crescita quantitativa dell'offerta). A ciò hanno contribuito indubbiamente anche i voli low cost, che hanno portato alla luce svariate destinazioni precedentemente poco note (es. Riga & Ryanair). In termini economici, a livello globale si registra anche un incremento del 4% delle entrate, con la Cina che si consacra primo mercato mondiale con 102 Mld di Dollari spesi nel turismo internazionale. Per i mercati tradizionali la crescita attuale è invece più lenta, con Canada (+3%) e Francia (+2%) che mantengono la testa del gruppo, una sostanziale tenuta di USA, Germania e Regno Unito e la flessione di 2 Giappone, Australia e Italia. Ma quali sono le motivazioni che spingono al viaggio? I viaggi di piacere/ricreazione e vacanza coinvolgono ancora la maggioranza dei turisti a livello mondiale (52% al 2012), mentre religione e salute costituiscono il motore per circa il 27% di chi si sposta e motivi professionali (business) il 22%. È interessante scoprire anche come cambiano le esigenze di chi viaggia: un recente sondaggio pubblicato da TripAdvisor indica come il Wi-Fi gratuito in camera sia una delle principali richieste dei turisti, mentre alcune dei più classici servizi offerti (es. mini bar o palestra) hanno perso appeal. E chiaramente questo aspetto non è da sottovalutare, viste le grandi implicazioni che comporta…Grazie a internet il turista-consumatore ha infatti acquisito maggior consapevolezza sulle destinazioni e sul come muoversi e viaggiare. Oggi ha a disposizione strumenti di blogging e social networking, acquista beni e viaggi, sceglie hotel tramite Olta (On-line travel agency). Se questo è lo scenario che si identifica a livello globale, a livello europeo è interessante scoprire che, secondo la ricerca Holiday plans for EU members 2013 (EU), il 75% degli intervistati (92% Norvegesi, 91% Austriaci, 90% Tedeschi e Islandesi) hanno pianificato per il 2013 una vacanza. Il 34% di questi ha però dovuto cambiare piani per ragioni economiche. La maggioranza di intervistati pianificava soggiorni da 4 a 13 notti (42%), in misura minore short-stay (29%) o soggiorni più lunghi (20%). Il 51% viaggia entro il proprio paese di origine, mentre il 43% resta nell'EU. Spagna (12%), Italia (8%) e Francia (7%) risultano le destinazioni più popolari. Ma quali sono le motivazioni che spingono gli europei ad andare in vacanza? Spiaggia e sole si collocano in testa alle preferenze, seguiti da visite a famiglia ed amici. Seguono i viaggi legati alla scoperta della natura (che coinvolgono lago, montagna, ambiti di rilievo paesaggistico..) e quelli per scopi culturali, che includono peraltro la gastronomia locale. Anche le attività sportive costituiscono una motivazione di viaggio. Considerando questi ultimi tre aspetti come potenzialmente rintracciabili nel territorio valtellinese, emerge come le prospettive di vendita all’estero siano concrete, valorizzando proprio gli aspetti che paiono di interesse. Un’analisi a scala più di dettaglio porta a 3 evidenziare le tendenze nazionali: ISTAT nel 2012 registra un calo dell’8,3% degli Italiani che viaggiano in Italia (79,4%), mentre i viaggi verso l’estero sembrano nel complesso stabili, con un aumento dei flussi diretti verso i paesi extraeuropei (+31,4%). Diminuiscono le vacanze classiche in montagna (20,7%) e le visite a città o località d’arte (-18,9%), mentre aumentano le vacanze al lago, campagna e collina (+52,5%). Quest’ultimo dato sembra importante, parlando di turismo rurale. È interessante in tal senso scoprire come il Centro Studi del Touring Club, attraverso una recentissima indagine svolta presso un campione di 4.000 italiani e relativa alle scelte ideali per l’estate 2013, ha rilevato una netta preferenza per le mete nazionali (75%). In testa il Trentino Alto Adige! Sembra dunque delinearsi un cambiamento nelle motivazioni e nelle scelte di viaggio anche degli italiani: sono ridimensionati i prodotti mass market (mare, città d'arte..) e valorizzati svariati tematismi che compongono il quadro d'offerta. Risultano in flessione anche le vacanze lunghe in albergo (-16,9%) e quelle brevi in abitazioni di proprietà (-24%). L’auto resta il principale mezzo di trasporto, utilizzata nel 60,5% dei viaggi. Ad ogni modo, un dato da tener ben presente è la complessiva decrescita degli spostamenti del turismo interno, quando gli arrivi degli stranieri paiono in aumento. Il saldo numerico è comunque negativo nell’ultimo biennio e cala la permanenza media anche degli stranieri. La spesa, secondo dati ONIT, sembra però in leggera crescita: le entrate valutarie per paese di origine indicano (anno 2011 – fonte Banca di Italia) la Germania come top spender in Italia, seguita da USA, Francia e Regno Unito. Risultano in calo le entrate dalla Svizzera, Austria e Spagna. Volendo tracciare un quadro che aiuti meglio a comprendere le esigenze e le tendenze del nuovo turista, ossia del viaggiatore del terzo millennio, si può sostenere che: - chi viaggia ha spesso maggior esperienza di viaggio oggi rispetto ad un tempo, innanzitutto perché ha viaggiato di più. Il nuovo turista ha quindi maggior consapevolezza della qualità, ed è generalmente meglio educato, più veloce nell'apprendere, e cerca divertimento e avventura e maggior 4 varietà nell’offerta, perché nutre individualmente interessi particolari ed è curioso di scoprire; - rispetto ai viaggiatori del Novecento, sembra rilevarsi nel nuovo millennio un mutamento di valori, che passa “dall'avere all'essere”, che spesso si tramuta nella ricerca di esperienze “per puro divertimento”. Ha inoltre maggior sensibilità ambientale, ricerca ciò che è naturale e reale (le paccottiglie per turisti non sono sempre apprezzate..), sa ammirare le differenze ed è tecnologico (“high-tech” e “hi-touch”). Pone in primo piano anche principi quali sicurezza e salute, prediligendo situazioni di tranquillità per la propria vacanza; - spesso si tratta di un viaggiatore “indipendente”: il nuovo turista vuol essere protagonista attivo e si assume rischi per sentirsi “diverso dalla massa”; - spontaneo, non prevedibile, pianifica meno ed ha comportamenti d'acquisto che variano; - la vita quotidiana del turista odierno è caratterizzata da turni di lavoro spesso flessibili, da un maggior reddito e tempo libero, potendo così effettuare più frequenti short-breaks e viaggiare come stile di vita, che sceglie spesso salutare; - si registra un invecchiamento della popolazione turistica, la presenza di più single e coppie senza figli, nuove coppie e un ruolo delle donne più marcato. Anche in termini sociali il turista medio è cambiato! (Rielaborazione da: Mottironi C., 2013 – uni Bocconi MI). Come si accennava, sembra oggi più importante “cosa ho fatto”, rispetto a “dove sono andato”: si cercano quindi spunti per occupare il tempo libero e nuovi motivi per viaggiare. Avendo a che fare più con “viaggiatori” e sempre meno con “vacanzieri”, sale il n. di viaggi e si frammentano le vacanze in più periodi durante l’anno; il turismo è spesso fai da te o legato a pacchetti su misura che rispondano meglio ad esigenze mutate e diversificate. Tutto ciò porta a sostenere che si stia assistendo ad un cambiamento della vacanza: da vacanza di massa a vacanza a tema, passando in pratica da “un turismo per 5 tutti”, a “molti turismi”. Si differenziano quindi vacanze slow, vacanze attive, natura, vacanza gusto e gourmet, meeting ed eventi, salute e benessere, family, arte & cultura, charme, mistiche/religiose… Si può in qualche modo parlare di “tematizzazione della vacanza”. Per rispondere a queste esigenze, è quindi centrale ripensare le destinazioni e riscoprire il territorio rurale, che ben si presta ad offrire luoghi ideali per svolgere molte di queste esperienze. È chiaro come abbia senso valorizzazione le pratiche e le attività turistiche per le quali la destinazione è maggiormente vocata, adattandosi quindi alle caratteristiche del territorio per plasmare l’offerta (es. scialpinismo ed altre attività che ben si prestano al territorio alpino..). Ma cosa in particolare può offrire un territorio rurale/montano al turista? La miglior risposta dovrebbe poter venire direttamente dai cittadini di quello stesso territorio. E le risposte dovrebbero poter coincidere con le seguenti: - una buona qualità dell'ambiente e della vita, che in ambito metropolitano difficilmente si registra, - un contesto per lo svolgimento di attività ricreative all’aria aperta, - nuovi e particolari prodotti turistici, propri di quel luogo, - memoria e tipicità derivanti da una storia territoriale e umana unica e irripetibile, - produzioni agroalimentari di nicchia/eccellenza. Le peculiarità che ciascuno dei piccoli campanili nostrani ha (o dovrebbe aver) conservato vanno lette come un segno di forza: nell'era della globalizzazione l'unicità e l'esperienza autentica sono le chiavi del successo, e come tali andrebbero lette, riconosciute e valorizzate. Ma cosa significa davvero “esperienza”? Significa saper offrire momenti di relax, conoscenza e scoperta, angoli di benessere fisico e mentale, la possibilità di vivere sulla propria pelle attività originali che non si ha mai avuto occasione di sperimentare prima. E che possono essere successivamente raccontate e condivise.. Unicità d’altro canto è oggi da intendersi una rivisitazione in chiave innovativa e peculiare della tradizione locale, una reinterpretazione dell’antico o del tradizionale con creatività e fantasia. Un valore aggiunto non 6 secondario è quindi l’inclinazione individuale, che può rendere un prodotto consueto in qualcosa di davvero inimitabile. Sicuramente non è cosa facile, ma, ciascuno sulla base delle proprie competenze e capacità dovrebbe tendere a creare prodotti e servizi (turistici) innovativi, che vadano verso l’integrazione con il passato, ma che siano autentici, riconoscibili, e soprattutto credibili. Non ha senso del resto cercare di uscire dal contesto e snaturalizzare il territorio e le sue tradizioni, banalizzandolo e massificandolo. È chiaro a questo punto porsi delle domande, per cercare di capire quali possono essere i propri punti di forza, le peculiarità su cui puntare per fare breccia nel mercato. Quali servizi posso proporre al pubblico? Quali attività e servizi mi caratterizzano? Cosa il turista può trovare solo da me? Quali nuove attività e servizi posso ideare/costruire? A chi posso appoggiarmi? La strada più semplice dovrebbe essere quella di seguire le proprie passioni/caratteristiche, dando un occhio ai trend del momento (viaggiare è il miglior modo per poterlo fare!). Da soli, inoltre, non si va molto lontano: il gruppo fa la forza e, soprattutto quando la competizione è globale e in tanti ci si muove nella stessa direzione, è necessario fare sistema, costruire una rete, anche per aver maggior forza di penetrazione nel mercato. Nel turismo rurale l'agricoltura gioca un ruolo fondamentale nel conservare e produrre il patrimonio della destinazione turistica, non solo paesaggistico, ma anche e soprattutto per il legame che essa ha con la cultura dei luoghi e le produzioni, che definiscono un marchio unico e inimitabile, sul quale i processi di globalizzazione nulla possono. Pensiamo al sistema retico terrazzato. È fondamentale fare squadra e proporre, come ci insegnano molto bene gli esempi provenienti dall’Alto Adige e dal Trentino, il territorio in ogni sua forma, vendendolo anche (e soprattutto) sulle tavole dei turisti. È dunque chiaro anche come il patrimonio socio-culturale e quello ambientale di una destinazione debbano essere tutelati, anche perché parte sostanziale dell’offerta. Non si può dimenticare come essere “green”, ossia adottare comportamenti responsabili e sostenibili tutelando le risorse paesaggistiche ed ambientali, non è solo un dovere morale, ma è anche un'opportunità, quasi 7 un’esigenza, per distinguersi, vendere meglio il prodotto, raggiungere i consumatori. Interessante è l’esempio della struttura alberghiera pubblicizzata al link http://www.waldklause.at/it/naturhotel/, totalmente orientata ad un target elevato. Come si colloca la Valtellina in un contesto come quello qui delineato, ossia nel panorama del turismo rurale? Si evidenziano indubbiamente aspetti potenzialmente positivi e criticità su cui riflettere. Fra i punti di forza si evidenzia il fatto che buona parte del territorio (eccetto poche aree ben conosciute) costituiscono mete ancora inesplorate dal turismo (pensiamo alle Orobie); alle alte quote i valori paesistici di rilievo non mancano, e neppure i valori naturalistici (pochi lo sanno ma molte sono le aree facenti parte della Rete Natura 2000, ossia della rete ecologica europea, costituita da siti di interesse comunitario..). Ha prodotti enogastronomici di pregio e un potenziale territoriale enorme per la pratica di attività/sport all'aria aperta. La sua posizione è centrale nelle alpi, lasciando presumere che i popoli nordeuropei non siano poi così distanti. Non va dimenticato poi che è vicina a realtà attrattive come il lago di Como, l’Engadina e pertanto a bacini di utenza consolidati e interessati alle bellezze naturali. Tutto sommato ha anche un clima favorevole, soprattutto se comparato con quello nordalpino… Di contro, non bisogna dimenticare che nei decenni si è segnato un progressivo allontanamento dalle tradizioni e dalla tipicità, evidenziando una scarsa consapevolezza dell'identità locale di popolo montano. Scarsa è stata anche l’attenzione per il paesaggio, soprattutto (ma non solo) nel fondovalle. C’è poi un’evidente difficoltà a proporsi/comunicare in modo unitario e una bassa attitudine a lavorare in rete. Nel pensare comune degli operatori spesso si rileva anche una certa diffidenza nel ritenere vincenti alternative allo sci di pista, che, nonostante la crisi, è ancora visto come unica carta da giocare, ignorando tutte le alternative esperienze che comunque anche un comprensorio sciistico deve sapere offrire ai propri clienti. Infine, ci si propone troppo spesso solo per un turismo di prossimità, ignorando bacini che potrebbero essere interessati alla destinazione e che potrebbero creare un indotto superiore, data anche solo la 8 necessità di pernottare più a lungo sul territorio. Insomma c’è ancora molto da fare, ma non tutto è perduto, e in questo senso sembrano stiano muovendosi anche le comunicazioni istituzionali del territorio, che in alcuni recentissimi esempi valorizzano le potenzialità della Valtellina come meta ideale per il turismo green e rurale. 9 2° INCONTRO INFORMATIVO 07 novembre 2013 IL TURISMO ENOGASTRONOMICO: Un’introduzione IL CICLOTURISMO: 1^ parte Secondo dati IMPRESA TURISMO - UNIONCAMERE (2011), nel 2010 il 5% delle vacanze in Italia è stato motivato da interessi strettamente connessi all’enogastronomia. Gli italiani rappresentavano solo il 35,7% di questa fetta di mercato, che include dunque nella clientela una maggioranza di stranieri, in particolare Francesi, Inglesi, Statunitensi, Tedeschi e Olandesi. Con interesse guardano a questa tipologia di turismo anche i nuovi mercati: secondo statistiche elaborate da Contesti Turistici e dati dell’Osservatorio Mercati Esteri 2012 del TTG Italia, i facoltosi russi identificano l’enogastronomia italiana di eccellenza come uno status symbol, i ricchi indiani stanno familiarizzando con questo aspetto dell’Italian Style, che già apprezzano (soprattutto i giovani), in Cina il cibo italiano affascina le upper e middle class… Il fenomeno è, oltretutto, in crescita: i dati del Censis per l’Osservatorio sul Turismo del Vino parlano del +12% del 2012 sul 2011. Ma proprio perchè il mercato dei turismi enogastronomici è ancora di nicchia, “la grande prateria” dei turismi di massa è tutta da conquistare, e la concorrenza e la numerosità fra destinazioni è molto bassa, e quindi ampliabile. Oltre a coloro che praticano turismo principalmente con fine enogastronomico, una crescente percentuale di turisti (59,1% stima al 2013 di TTG Italia) quando sceglie la destinazione di vacanza si informa sui piatti e i prodotti enogastronomici del territorio, e questo accade senza distinzione di sesso, età, livello culturale o provenienza geografica del turista: si tratta, in sostanza, di un tema trasversale. Se l’interesse al tema appare in crescita, è dunque il caso di chiedersi come si sta comportando l’offerta. L’XI Rapporto Annuale dell’Osservatorio sul turismo del Vino (Turismo enogastronomico 2013) non include la provincia di Sondrio né fra le prime 20 per numero di produttori presenti nella guida “Il Gambero Rosso”, né fra le prime 20 per numero di prodotti tipici (DOP e IGP) e di presìdi e condotte Slow Food e neppure fra quelle con il maggior numero di ristoranti presenti nella guida “La Gola” (si tratta dei tre parametri scelti per valutare la qualità dell’offerta nella relazione 10 poc’anzi citata). Raffrontando la situazione con quanto accade nelle aree limitrofe, e in particolare con le province montane del nord-est, sembra ci sia ancora ampio spazio di miglioramento… Attualmente, le principali destinazioni che in Italia hanno dedicato sforzi ed attenzioni all’offerta enogastronomica si collocano in Toscana (15,9%), Emilia Romagna (10,6%) e Puglia (8%), secondo dati Impresa Turismo - Unioncamere (2011). Ciò che è interessante sapere è che le destinazioni scelte non solo solo quelle ben note ai più, ma trovano spazio anche località pressochè sconosciute, ma caratterizzate da prodotti di nicchia: se la nota “Montalcino” è sicuramente località di richiamo, anche la “Strada del vino e dei sapori della Sibaritide” sembra esercitare attrattività per le sue particolarità. Sono avvantaggiate sicuramente quelle mete di “prossimità”, ossia quelle zone di interesse enogastronomico prossime alle aree metropolitane (es. Oltrepò Pavese). Quello che conta, si ribadisce, è però la specializzazione e la peculiarità del prodotto offerto (es. del tartufo offerta da Acqualagna o Valtopina). In genere, infine, le zone enogastronomiche sono spesso ampie ma identitarie, come la Romagna o la Maremma, ed offrono itinerari circoscritti e ben definiti (come le Cinque Terre). Per i turisti enogastronomici la qualità del territorio, che si compone di ambiente naturale, paesaggio, profumi, silenzi, colori, ecc., è il primo elemento che caratterizza la scelta di una meta. La cura del paesaggio è e sarà certamente determinante nei prossimi anni per competere sul mercato. Chiaramente, durante il soggiorno, i turisti di stampo enogastronomico non si dedicano unicamente ai prodotti, e hanno interessi che spaziano fra le escursioni (48,3%), la degustazione dell’offerta enogastronomica locale (45,1%), visite agli spazi museali e alle esposizioni (39,5%), venendo in contatto con le ricchezze culturali del territorio, così come con i monumenti (38,5%) (dati Impresa Turismo – Unioncamere, 2011). La vacanza è anche un momento per conciliare gli interessi enogastronomici con la partecipazione ad eventi specifici sul tema “food” (24,3%) e ad attività come lo sport (praticato dal 37,6%) o lo shopping, uno svago per il 22,3% dei turisti. È interessante sapere, soprattutto in relazione ai benefici che ne derivano, che 11 durante la vacanza i turisti enogastronomici affrontano una spesa media giornaliera per l’acquisto di beni e servizi pari ad 82 euro pro-capite (77 euro/giorno la clientela italiana - 85 euro gli stranieri). Per quanto riguarda le modalità più utili di comunicazione verso questo target, particolarmente influenti nella scelta della destinazione sembrano essere i racconti ed i consigli di coloro che conoscono il territorio (il passaparola), decisivi nella selezione per il 47,3% della domanda, mentre un quarto dei turisti torna dopo aver trascorso già un primo periodo di vacanza. Anche Internet risulta particolarmente efficace nell’orientare le scelte: il 37,7% della clientela complessiva sembra supportato nelle decisioni dal web, sia in termini di reperibilità delle informazioni (22,6%), sia a livello di disponibilità di offerte (20%). Infine, per attivare questa tipologia di turismo, ma non solo questa, sembra importante allettare il consumatore con prodotti turistici innovativi o comunque prodotti turistici maturi ma rivitalizzati (Fonte: Census Servizi, 2011). 12 3° INCONTRO INFORMATIVO 12 novembre 2013 IL CICLOTURISMO: 1^ parte Questa prima parte di analisi del mondo delle due ruote intende fornire una caratterizzazione del mercato, illustrando i principali settori di cui si compone, le esigenze tecniche dei cicloturisti, le caratteristiche che contraddistinguono il target e le tendenze di mercato. Innanzitutto si sottolinea come nei 23 paesi dell’UE dal 2011 si vendono più biciclette che automobili, ad eccezione che in Spagna, Italia, Irlanda e Belgio. Il sorpasso è storico: l’ultima volta accadde nel 1964! In Gran Bretagna, addirittura, si vendono 1,3 milioni di biciclette in più rispetto alle automobili nuove immatricolate. Ma che uso fanno gli acquirenti di tutte queste biciclette? E in che modo ciò è relazionato al turismo? Sommariamente si può dire che ka bicicletta è per qualcuno un mezzo di locomozione a basso impatto ambientale (“green”), per altri una passione che impegna il tempo libero, compreso quello occupato dal viaggio, diventando un vero e proprio stile di vita, per altri ancora è un mezzo per praticare sport (il ciclismo agonistico). La prima categoria utilizza la bici durante la vacanza come “complemento”: la destinazione è scelta indipendentemente dall'offerta specifica relativa al settore bicicletta e il turista la usa per spostarsi o per un'esperienza al massimo di una giornata. Potremmo definire questo tipo di utilizzatore “ciclo-gitante”. Chi della bicicletta fa uno stile di vita è invece molto probabile che anche durante la vacanza voglia dedicare tempo alle due ruote, rendendole in qualche modo protagoniste della vacanza stessa. La destinazione, in questo caso, è scelta in relazione all'offerta specifica di settore e il turista usa la bici quotidianamente come esperienza principale di vacanza. Infine, l’agonista si sposterà in occasione di competizioni di interesse organizzate sul territorio. Le gare di rilievo creano indotto sicuro per il periodo di realizzazione, generalmente di breve durata (1 o 2 giorni) e questa tipologia di evento è di particolare interesse per quelle destinazioni che vogliono dare visibilità al proprio territorio, specialmente se vi sono già stati strutturati specifiche proposte/servizi che si intendono mettere in luce. La presente relazione 13 intende meglio approfondire ciò che concerne la seconda tipologia di utenti, ossia coloro che strutturano la propria scelta di vacanza intorno alla bicicletta. Anche all’interno di questa macro-categoria si distinguono più o meno nettamente, e con tutte le approssimazioni del caso, diversi settori: pur parlando comunque di due ruote, si distingue il comparto della mountainbike, quello della bici da corsa, quello del ciclo-turismo propriamente detto e, come ultimo arrivo, quello della e-bike (o bici elettrica). Come si dividono le fette di mercato fra queste categorie? I dati a disposizione indicano come il ciclo-turismo classico raccolga il maggior numero di utenti (circa la metà del complessivo), seguito dal turismo sportivo legato alla bici da corsa (33%) e dalla mountain bike (16%). Si tratta di suddivisioni molto indicative, i cui dati vanno presi molto con le pinze. Oltretutto in ambiente montano sembra ipotizzabile un ribaltamento totale di questa situazione, con la mountain-bike sicuramente più rilevante in termini di presenze e di offerte. Del resto bisogna considerare anche i trend: in Svizzera (nel 2012, secondo Velosuisse) si è registrato un incremento per biciclette elettriche (+6,7% a 52.900) e mountain bike (+2,7% a 128.000), mentre sono calate le vendite di biciclette da città (5,8% a 95.800) e da corsa (-3,7% a 16.300). Si ravvisano del resto differenze sostanziali fra queste principali utenze, che richiedono attenzione nel formulare proposte. Innanzitutto sulla tipologia di percorsi bisogna specificare che gli utenti che praticano il ciclo-turismo standard saranno di certo più attenti alla presenza di traffico, che dovrebbe essere moderato, rispetto agli utenti della mountain-bike, che frequentano normalmente tracciati sterrati e poco battuti dalle auto. Per gli “stradisti” è invece importante la presenza di un manto stradale asfaltato e ben manutenuto, anche per comprensibile ragioni legate alla sicurezza. Spesso chi in vacanza pedalando apprezza la possibilità di fare ulteriori esperienze, anche di carattere sportivo, per arricchire la propria vacanza. Forte è il legame con gli aspetti enogastronomici, indubbiamente molto apprezzati da questa categoria di turista, ma anche con il paesaggio e la natura, che costituiscono spesso scenari per le giornate in sella. Volendo entrare più nel dettaglio delle macro- 14 categorie sopra distinte, e che costituiscono delle approssimazioni della realtà, si distinguono ulteriori caratteristiche dei singoli settori. Per quanto riguarda il ciclo-turismo propriamente detto, o ciclo – turismo slow, esso si compone normalmente di viaggi a tappe, effettuati in sella cambiando alloggio e trasportando il proprio bagaglio sulla bicicletta (normalmente su robusti portapacchi). In alcuni casi ci si appoggia ad agenzie specializzate che forniscono l’assistenza e dunque il trasporto dei bagagli con mezzi motorizzati da tappa a tappa. Sono indubbiamente prediletti percorsi dedicati o vie ciclabili, ove il traffico è ridotto, sia per questioni di sicurezza, che per meglio apprezzare il paesaggio in cui ci si trova proiettati. Un'indagine sui cicloturisti tedeschi svela i principali criteri di scelta della destinazione: il paesaggio è motivo di scelta principale (90%), seguito dalla offerta di piste ciclabili (87%), dal buon clima (70%), da pace, calma e silenzio del contesto (42%) e in generale dall’atmosfera che si respira nel posto (40%). Fra le tipologie preferite di destinazione si trovano i fiumi (61%), seguiti dai laghi (28%), dai percorsi costieri (28%) e dalle pianure (24%). Fra le mete preferite si trova in testa l’Alto Adige (Italia), seguito dall’Olanda, dalla Svizzera, dalla Francia e dalle Alpi (in generale), secondo un’inchiesta di ADFC (Reiseanalyse 2010 sul mercato tedesco). Un’indagine Trendscope 2008 ha evidenziato come in Germania l’anno precedente si contassero 5,6 milioni di cicloturisti e 35 milioni di “ciclogitanti”. Il 65% di tutti i tedeschi ha fatto almeno una volta nella vita una gita in bici (considerata come un itinerario di almeno 2 ore al di fuori del luogo di domicilio) e il 21% almeno una vacanza in bici (intesa come un’uscita con almeno un pernottamento di cui il fulcro è muoversi in bicicletta).; si stima che il 47% sia potenzialmente disposto a fare una ciclovacanza con almeno 1 pernottamento e che la quota del cicloturismo alla creazione di valore del settore turistico ammonti al 10% del totale. Le caratteristiche del tipico cicloturista tedesco sono tracciate sempre da un’indagine Trendscope (2010): esso ha mediamente 45-55 anni, è per lo più maschio (60% contro il 40% di popolo femminile), ha un titolo di studio mediamente elevato (Scuola superiore/Laurea), viaggia da solo per un 20% 15 dei casi, più spesso in coppia (50%), o anche in piccoli gruppi (20% in 3-5). Il reddito è variabile, in Germania, fra i 24.000 e i 36.000 Euro/anno. Come si è anticipato, predilige percorrere vie ciclabili protette e viabilità minore a basso traffico, itinerari che garantiscono sicurezza e tranquillità, meglio se dotati di segnaletica specifica e distintiva, chiara e univoca. Sono apprezzati anche quelli pianeggianti e facili (soprattutto gli italiani, che tendenzialmente amano meno la fatica fisica). Il fondo stradale dovrebbe essere adeguato, ossia poco o nulla sconnesso e le ore mediamente trascorse in sella sono 7 ore al giorno, con una media di 50/70 Km percorsi. Molto si può scoprire spulciando i siti web dei principali competitors e le offerte che essi propongono. Ad esempio, dall’analisi delle offerte estive dell’Alto Adige pubblicate sul portale di riferimento, si scopre come già sia presente la bici elettrica e come il servizio di trasporto bagagli effettuato fra tappa e tappa sia stato attivo, nella stagione 2013, tutti i giorni fra il 20 aprile e il 27 ottobre. Tale servizio era offerto a pagamento, e con modalità chiare e univoche. Interessante anche notare come lungo le vie ciclabili siano nate e nascano spesso attività ricettive rivolte ai turisti in bici, come l’interessante Bici grill o Bike&wine bar riportato nella slide, dotato fra le altre cose, di una piccola officina per le riparazioni di base. La pista ciclabile del Danubio è una delle più famose al mondo. Oltre all’asse principale sono ora stati sviluppati appositi “rami laterali”, che consentono di ampliare il tracciato più noto, esplorando anche i paesi e le zone limitrofe. Il tutto ovviamente con apposite e chiare segnalazioni sul posto. Anche il portale turistico svizzero (myswitzerland.com) è ricco di informazioni sulla rete ciclabile nazionale. Pure in questo caso si evidenzia l’offerta dedicata alla e-bike, che ormai sembra perfettamente integrata nel sistema turistico. Interessante anche la tipologia di offerte molto originali, quali la “trottinette”, la “dirt monster bike”, la trottinerbe ecc., tipicamente svizzere, ma che garantiscono soprattutto un’attrattiva per coloro che sono stati definiti “ciclo-gitanti”, in particolare bambini e famiglie vacanziere. Sintetizzando ciò che principalmente si può offrire per andare incontro alle esigenze del ciclo- 16 turista tipo è un servizi di supporto per il trasporto bagagli da tappa a tappa, una precisa descrizione dei percorsi e road book, un servizio guide e noleggio bici, officine o punti sosta attrezzati per la riparazione, servizi di trasporto bici e passeggero per il rientro/spostamento da una tratta giornaliera. Passando a caratterizzare il ciclismo su strada, si evince come questi utenti (gli “stradisti”) organizzino in prevalenza gite giornaliere anche molto impegnative su strade asfaltate, ma anche più raramente percorsi a tappe. Viaggiano quasi sempre senza bagagli e (possibilmente) senza zaino: sono spesso “grammomaniaci”, ossia ricercano in tutti i modi la leggerezza nell’attrezzatura che utilizzano. Normalmente giungono sul territorio ben informati su ciò che esso offre, spesso con l’intento di testare sulla propria bici un itinerario ben noto. È per questa tipologia di turista importante la “mitologia” del ripercorrere i Passi alpini e i tracciati delle storiche competizioni (Giro d’Italia, Tour,..). Per questo motivo in Alta Valtellina sono particolarmente fruiti il Passo Stelvio, il Gavia e il Mortirolo, recentemente proposti come “le 3 mitiche”. Spesso questa ricerca specifica di un percorso porta a rilevare che è più importante il giro del contesto, il confronto su una salita nota, con dei tempi “da battere” o su cui sfidare amici e compagni di viaggio. In tal senso anche il sito salite.ch è interessante, perché propone tempi e dati tecnici di una infinità di itinerari che coprono anche il nostro territorio, e funge da spunto per la promozione del territorio. Questi ciclisti sono, normalmente, atleticamente preparati ed allenati. Sui passi alpini dell’Alta Valtellina la composizione degli stranieri (che prevalgono sugli italiani) vede una buona presenza di belgi, olandesi, svizzeri.. Si rileva un’altissima affluenza di ciclisti in occasione di eventi che prevedono la chiusura al traffico veicolare dei principali passi alpini: in queste occasioni si radunano migliaia di ciclisti, come pure durante le più mitiche granfondo. In relazione alla misurazione dei tempi, sono interessanti alcune proposte (sviluppate ad esempio da Mugello bike), ove alcuni itinerari stradali sono stati dotati di chip di rilevazione dei tempi di percorrenza, così da consentire un confronto fra tutti coloro che lo desiderano e vi transitano. Questo aspetto, 17 che piace normalmente molto agli stradisti, potrebbe essere un modo utile per creare “nuove mitiche”, ossia per sollecitare la percorrenza di tracciati ancora poco noti, creando il gusto della sfida e la voglia di mettersi in gioco. Va, soprattutto per tale settore, ma in modo trasversale per tutto il ciclismo, sottolineato il “problema sicurezza” in relazione alla presenza del traffico veicolare sia rilevante. Spesso, ad esempio, le moto percorrono i passi alpini ad alta velocità e gli automobilisti vedono il ciclista non come un normale utente della strada, ma come un ostacolo a procedere. I rischi sono reali, e la piacevolezza di pedalare in condizioni di questo tipo piuttosto scarsa. È quindi necessario porsi alcune domande e cercare una strategia per una corretta convivenza. Rallentare e perdere pochi secondi evita all’automobilista di mettere in pericolo vite umane e fa vivere meglio il territorio a chi è in sella: l’educazione stradale è quindi alla base dell'accoglienza! Percorrere un strada accompagnati dal suono del clacson è del resto piuttosto fastidioso (oltre che una errata interpretazione del Codice della Strada) per un ciclista. Normalmente un ciclista sente un’auto che si avvicina… Nel senso di stimolare l’automobilista all’accoglienza va anche letta la campagna avviata in provincia di Lecco che recita “c’è spazio per tutti”, indicando come sia necessario mantenere delle distanze di sicurezza, non sfiorando chi pedala con il proprio veicolo. La strada, del resto, è per tutti! Alcune Agenzie specializzate preparano oggi appositi pacchetti per “gli stradisti”, offrendo percorsi a tappe in ambienti di interesse dal punto di vista paesaggistico, su strade a basso traffico (es. Carinzia, Provenza..). Ciò che si può proporre all’utente della bici da strada perché sia stimolato a frequentare una destinazione piuttosto che un’altra, sono il servizio accompagnamento, il trasporto bici e passeggero per eventuali avvicinamenti, il noleggio bici (normalmente di alta qualità), officine/disponibilità pezzi di ricambio e il supporto di meccanici, il trasporto bagagli (ad esempio un ricambio da trovare in cima alla salita), la descrizione/segnalazione dei percorsi. Infine, un’analisi di quello che è il turismo legato alla mountain-bike. Il “biker” tipo effettua per lo più gite giornaliere o traversate di più giorni, 18 viaggio quasi esclusivamente con zaino in spalla, meglio se leggero, percorre strade sterrate e sentieri, ma frequenta anche i Bike park (in crescita in quasi tutte le stazioni di sci alpino). I “trail” (sentieri) sono centrali nell'offerta. Come si è evidenziato per il ciclo-turista, anche in questo caso l’età media non è bassissima e il titolo di studio è mediamente elevato. Il biker tipo è prevalentemente di sesso maschile (in Italia si parla di 70% a 30..), ed è interessante rilevare come abbia normalmente una buona capacità di spesa. Un’indagine svolta in Alta Valtellina (Osservatorio turistico Alta Rezia turismo in mountain bike, 2010) indica come mediamente investa in acquisti/spese circa 10 euro al giorno in più rispetto agli altri turisti presenti sul territorio. Altre caratteristiche che tipizzano questo utente sono l’alta propensione all’utilizzo di strumenti tecnologici (GPS, forum on line..) e il buon livello di informazione sulle offerte che il territorio propone, soprattutto in termini di percorsi: quando scelgono una meta, normalmente sanno bene perché lo fanno! A differenza degli stradisti, non sempre risultano atleticamente preparati ed allenati, e molti apprezzano il trasporto in quota per limitare la salita. Molti sono di fatto gli stranieri (in primis tedeschi e svizzeri..) che praticano la mountain-bike in queste forme, ma anche gli italiani sono in netta e continua crescita. Per caratterizzare ulteriormente il mondo della mountain-bike, si devono utilizzare alcuni termini specifici, che definiscono le discipline oggi prevalenti, e che identificano diversi modi di praticare/interpretare la MTB, le diverse attrezzature disponibili sul mercato e anche (con tute le approssimazioni del caso) i diversi percorsi. Si parla infatti di cross-country, all mountain - enduro, (freeride), down-hill, definizioni nate a seguito della forte specializzazione che si è creata negli ultimi anni, utili per capire cosa si fa e con cosa lo si fa. Occorre precisione nell'offerta e nelle comunicazioni dedicate, per raggiungere il target corretto e non creare aspettative differenti in chi giunge sul territorio. Il cross-country normalmente si caratterizza per una stretta relazione/interesse dei praticanti per la velocità/salita, con un minore/nullo l’interesse verso discese tecniche e impegnative su sentieri. Le biciclette utilizzate sono tendenzialmente molto 19 leggere e poco votate alla down-hill. L’all-mountain e l’enduro sono settori limitrofi e ben versatili, che attualmente rappresentano una crescente e consistente fetta di mercato, ove il ciclista si trasforma spesso in un vero e proprio escursionista, capace di pedalare in salita, ma anche di spingere o portare la bicicletta per poi scendere su sentieri anche tecnici e impegnativi. Le biciclette in questo caso sono ovviamente più robuste e adatte ad affrontare situazioni più estreme. Il freeride, disciplina in netta regressione valutando le proposte disponibili sul mercato, ha lungo rappresentato il mondo dei bike park, con bici quasi per nulla pedalabili in salita, ma adatte ad utilizzare le strutture artificiali e dedicate sui sentieri di discesa. Il mondo della down-hill corrisponde invece a quello delle competizioni effettuate su percorsi estremamente impegnativi, da affrontare in velocità. Si tratta di una nicchia di mercato, alla quale è forse riduttivo rivolgersi per caratterizzare una destinazione turistica. Nella caratterizzazione dei percorsi dedicati alla mountain bike nella sua più ampia accezione, ad ogni modo, si distinguono principalmente due approcci diversi: - un “modello canadese”, ove i sentieri sono costruiti/adattati ai biker, sono percorribili in salita e in discesa in sella, con punti difficili aggirabili dai meno esperti; - un “modello alpino”, ove si utilizzano sentieri già esistenti, ma quasi mai pedalabili in salita e su cui si fa spesso poca manutenzione. Di contro tali percorsi hanno un elevato valore storico-etnografico e paesaggistico... E poi c’è il “modello valtellinese”, ove c’è un’abbondanza di sentieri, spesso abbandonati o trasformati in strade, ove la mancanza di segnaletica è prevalente. Le strade agro-silvo-pastorali sono non di rado ripidissime e poco pedalabili in salita. In questo modello siamo tutti (aimè) esperti nella programmazione e nella scelta degli itinerari, senza dare sempre il giusto peso alle competenze e alle conoscenze specifiche. In sostanza, c’è un alto potenziale, che ancora risulta inespresso. In termini generali, entrando nel dettaglio, due sono i trend del momento per quanto riguarda la tipologia percorsi: 20 - flow, ossia sentieri per tutti, in terra battuta compattata, privi di grossi ostacoli e spesso accompagnati da paraboliche e ondulazioni del terreno che consentono piccoli salti. Ottimi anche per i meno esperti, anche grazie alla ridotta pendenza. Esempi in tal senso sono quelli di Livigno (“flow-country”) e di San Moritz, dove gli investimenti in tal senso sono stati cospicui nell’ultimo periodo (Es. http://www.livignobike.it/, http://hansrey.com/flowcountry/, www.engadin.stmoritz.ch); - percorsi enduro: tecnicamente impegnativi, ma che stanno registrando una forte attenzione del mercato, riportando grandi numeri e gradimenti. È il vero boom attuale, nonchè la tipologia di itinerario più facilmente reperibile anche su parte del territorio Valtellinese, senza dover intervenire con massicce trasformazioni dei sentieri. Si tratta dei percorsi ben presenti in destinazioni come Finale Ligure e il Lago di Garda, dove il turismo bike è estremamente sviluppato già da anni. Un “trend” di sempre è quello di attraversare le Alpi in MTB, raggiungendo un lago (Garda in primis). In Germania è un must: tantissime agenzie (più di 1000 secondo BIKE.DE) organizzano guide, trasporto bagagli, assistenza meccanica, sistemazione logistica a piccoli gruppi che, lungo svariati percorsi a tappe, trascorrono mediamente una settimana in sella. Ai bikers del resto piacciono i percorsi a tappe e i giri ad anello anche di più giorni (es. giro del Monte Bianco, Giro del Brennero…). Fra i servizi di supporto che si possono dare a questa categoria di ciclisti, si segnalano quelli di accompagnamento (soprattutto ove non sono presenti cartelli segnaletici lungo i percorsi sono utilissimi), la descrizione dei percorsi e i road book, servizi di trasporto bici e passeggeri per avvicinamento ai tour, noleggio bici (di alto livello) e la creazione di officine/la disponibilità di pezzi di ricambio-meccanico. Il trasporto bagagli è un servizio utile e gradito, in caso di giri di più giorni. 21 4° INCONTRO INFORMATIVO 14 novembre 2013 IL CICLOTURISMO: 2^ parte Dove pernottano i turisti in bicicletta? Da recenti ricerche di mercato emerge come la maggior parte dei ciclisti utilizzino strutture alberghiere e bed & breakfast o affini. In modo più contenuto pernottano anche in campeggio, ostelli e camere private. “Bett & Bike” è la principale catena di alloggi per i cicloturisti tedeschi: le strutture aderenti sono cresciute passando da 216 nel 1995 a 5.400 nel 2013. Il loro sito (www.bettundbike.de) elenca gli operatori aderenti, con le coordinate GPS di ciascuno. Il 56,2% dei cicloturisti tedeschi intervistati (ADFC/DpR) dichiara di considerare nella ricerca “spesso” o “sempre” albergatori “amici dei ciclisti”. Le sistemazioni aderenti offrono almeno i seguenti servizi essenziali: gli ospiti possono fermarsi anche una sola notte, le biciclette sono posizionate in un luogo sicuro e custodito, é possibile asciugare vestiti e accessori bagnati, sono disponibili i principali strumenti per la riparazione. In caso di problemi tecnici, un meccanico nelle vicinanze è pronto ad intervenire e sono disponibili materiali informativi (es. sui trails) e gli orari di treni e bus, per affrontare le escursioni più interessanti sul territorio. La colazione, per ovvi motivi, è ricca ed adeguata. Fra i servizi aggiuntivi offerti si annoverano il servizio shuttle per il trasporto/trasferimento, il noleggio di biciclette (alto standard), ma anche escursioni giornaliere organizzate e il trasferimento dei bagagli fra le tappe di viaggio. Sono poi disponibili rivendite delle principali parti di ricambio ed informazioni sulle successive sistemazioni. Su richiesta possono essere organizzati packed-lunch, e si può firmare un libro degli ospiti. Strutture aderenti più “evolute” per l’ospitalità ciclistica offrono anche “bike room” con sistemi di sicurezza, bollettino meteo aggiornato, barrette e bevande isotoniche in vendita, un servizio rapido di lavanderia/lava-asciuga a disposizione, la possibilità di noleggio o acquisto di mappe con percorsi per bikers ed un’area apposita per il lavaggio delle biciclette. Un locale officina dotato di kit per la riparazione e strumenti base o specifici, come la fornitura di parti di ricambio, è garantito dalla struttura, che provvede in prima persona 22 anche a contattare il più vicino negozio e fornire il pezzo all'ospite in caso di bisogno. Anche conoscere e saper segnalare guide e accompagnatori locali è un elemento degno di nota. Di dimensione più contenute ma molto interessante per la specificità e qualità delle offerte è la catena dei bike hotels del Sud Tirolo (http://www.bikehotels.it/media/cfeeb6e2-8b9e-4570- 9c5fc3131a717c6f/bikehotels-katalog-it-2011-online-blaetterbar.pdf), che si qualifica anche attraverso una specializzazione di dettaglio verso uno dei tre settori principali in cui si è distinto il mondo della bicicletta nel turismo (MTB, bici da corsa e ciclo-turismo propriamente detto). Anche in questo caso ci sono sia servizi “standard”, ossia essenziali, che altri aggiuntivi (negli alberghi “premium”) che qualificano l’offerta. Interessante come in questo caso il fattore alimentazione sia ben integrato nelle proposte, con la valorizzazione dei prodotti territoriali e la possibilità di scelte alimentari particolari, consapevoli e ben calate sul target. Per quanto riguarda le modalità che una struttura o una destinazione ha per raggiungere l’offerta, si segnalano principalmente: - la carta stampata, ossia i magazine di settore, di ampia tiratura all’estero. In Italia non c’è una vera e propria rivista di riferimento per il turismo (soprattutto per quello MTB) e le tirature sono più limitate soprattutto se comparate con quelle tedesche (es. Bike.de); - eventi e gare: un’alta concentrazione di bikers è presente agli eventi più famosi, quali ad esempio il Bikefestival di Riva del Garda (appuntamento popolato soprattutto dal mondo tedesco), la 24 h di Finale Ligure e la Finale di Super-Enduro sempre nella località ligure; - Fiere di settore, in primis l’Eurobike in Germania e l’Expobike di Padova. Ma diversi sono anche gli eventi di minor portata (e costo) con stand espositivi; - magazine/forum on line: i biker sono tecnologici e formano vaste community (Es. www.mtb-forum.it – www.bdc-forum.it, mtb-news.de/forum/, www.pinkbike.com/), veri e propri punti di riferimento per il popolo delle due ruote. 23 Interessanti, nel mondo dei magazine on-line e delle applicazioni relative esempi come quello di Ridingtroll, app gratuita cui possono essere aggiunti gratuitamente i “punti di interesse per i bikers”, fra cui anche ristori o alberghi… Anche la promozione attraverso i video da fare girare on line e rendere “virali” è interessante come mezzo, a costo relativamente basso, per far conoscere una (http://www.youtube.com/watch?v=jqjcRTzl1CQ destinazione/struttura - Graubunden.. tutti possiamo essere “eroi”.., http://www.youtube.com/watch?v=zHod15BhjAE Austria Bike Holidays - http://www.moseralm.com/it/bici/mtb-video.asp una struttura altoatesina - http://vimeo.com/30132526#at=0 - Bike hotel). Quando si intende comunicare qualcosa ai bikers, vanno tenuti in considerazione alcuni semplici principi: innanzitutto è importante utilizzare un adeguato linguaggio tecnico (nelle parole ma anche nelle immagini), dimostrando competenza e dando informazioni chiare e circostanziate. Spesso da poche frasi il biker può capire già il livello di conoscenza di chi scrive, e si può fare un’idea di quanto una destinazione/struttura abbia effettivamente in serbo per i bikers, smascherando eventuali falsità.. Le informazioni che potrebbero essere utili per formulare un semplice pacchetto tipo potrebbero essere le seguenti: a chi si rivolge – tipologia di bikers e allenamento richiesto, difficoltà tecnica, lunghezza delle tappe, dislivello, fondo, presenza di guida o accompagnatore, località si partenze e arrivo (meglio se si propone un tour ad anello), servizi di assistenza compresi, periodo indicato, adeguato corredo di fotografie/video, costi. Cosa è invece meglio evitare? Innanzitutto di creare aspettative troppo alte, o comunque differenti dalla realtà dei fatti: se parlo di free-ride, gravity ecc. non posso poi proporre tracciati di altra natura (es. 5 crazy down), rischiando di produrre un effetto boomerang. È dunque importante l’avere ben chiaro il target a cui ci si rivolge usando il giusto registro, le immagini adeguate, la grafica adeguata. Ha del resto molta importanza nella comunicazione di settore il linguaggio visivo (le immagini): se parlo di turismo non ha senso usare immagini di 24 competizioni, ma bisogna anche prestare attenzione alle attrezzature utilizzate, che dovrebbero essere piuttosto moderne per dare un senso di adeguatezza e aggiornamento, e dovrebbero saper trasmettere emozioni positive e divertimento. Importante è anche evitare immagini di bikers senza le adeguate protezioni (il casco deve essere presente in tutte le comunicazioni relative) o che si spostano fuori dai sentieri evidenti. 25 6° INCONTRO INFORMATIVO 15 aprile 2014 Resoconto sulle uscite in campo Una sezione del corso “Agricoltura & territorio: dalle risorse locali opportunità di crescita per il turismo rurale” è stata impostata in modo esperienziale, ossia attraverso attività/laboratori e visite sul campo. Se da un lato la partecipazione diretta ad iniziative ed attività consente una più completa comprensione delle informazioni trasmesse, dall’altro permette di “fare gruppo”, attraverso la condivisione di esperienze vissute in collettività, ampliando di conseguenza anche le possibilità di collaborazione fra gli operatori presenti nella vita di tutti i giorni. La prima esperienza proposta ha toccato il settore “Territorio & enogastronomia”, con un incontro dedicato alle “Ricette nuove dalla terra e dalla tradizione”. È stato infatti organizzato un “Laboratorio teorico- pratico per cucinare piatti originali dal territorio”, nel quale si è particolarmente sottolineata l’importanza della scelta delle materie prime nei piatti proposti dalla ristorazione legata al territorio. Ciò è indubbiamente una scelta di coerenza, talvolta più onerosa, in quanto implica la ricerca di fornitori e prodotti di qualità, peraltro non sempre disponibili in quantità e nel tempo. Il relatore della giornata, Maurizio Vaninetti cuoco dell’Osteria del Crotto di Morbegno, ha da lungo tempo promosso e supportato scelte di questo tipo, essendo promotore della “Filosofia slow cooking”. Nel corso dell’incontro, tenutosi alla Sala delle Acque – Palazzo del BIM – a Sondrio il 28 novembre 2013, Vaninetti ha infatti sottolineato come la qualità di una proposta enogastronomica locale debba tener conto del territorio da cui proviene, ne deve essere espressione e deve contenerne la cultura e tradizioni. Ciò significa che deve garantire sostenibilità ambientale ed etica, utilizzando prodotti coerenti con i cicli stagionali, che nei periodi di reperibilità peraltro mostrano il massimo della propria espressione. La particolare attenzione ai produttori locali e alla loro sapienza, tramandata nel corso del tempo da generazione a generazione, è finalizzata non solo a garantire la qualità dei piatti proposti in tavola, ma anche a sostenere la filiera locale, conservando implicitamente i 26 paesaggi rurali che caratterizzano la provincia e le conoscenze antiche, giacimento culturale e culinario rilevante. La ricerca e l’utilizzo di ingredienti di qualità, biologici e naturali, l’attenzione alla provenienza, alla tracciabilità e all’ambiente sono alla base della filosofia proposta da Vaninetti, che fa leva anche sulla creatività individuale come forma di espressione da proporre nei propri piatti. Ciò senza nulla togliere alla semplicità, che deve trovare riflesso nella presentazione delle pietanze e nel gusto puro e semplice di ciò che si mette in tavola. Trova spazio non secondario in questa filosofia l’impiego di erbe spontanee reperibili stagionalmente sul territorio, e il recupero di ricette della tradizione locale, appositamente rivisitate per garantire un maggior appeal e contemporaneità. In tal senso, nell’incontro è stata data prova, attraverso l’assaggio guidato di svariate pietanze, di come ingredienti semplici, facilmente reperibili nel contesto provinciale, possano dare origine a proposte interessanti e stimolanti per il palato, che valorizzano indubbiamente il contesto locale. Si citano i fiori di robinia nella “creme brulèe ai fiori di acacia”, quelli del sambuco nel sorbetto, le ortiche nella crema, ma anche le castagne, più comunemente utilizzate, valorizzate attraverso un dessert di origini antiche del territorio talamonese, in cui il frutto era abbinato ai fagioli. L’incontro, di 4 ore, è stato organizzato attraverso l’assaggio guidato di queste ed altre preparazioni, accompagnate dalla spiegazione delle ricette, delle loro origini e delle modalità di realizzazione dei piatti. Sempre nel contesto “Territorio & enogastronomia”, il giorno successivo (29/11/13) è stata organizzata la “Visita ad un produttore locale di formaggio, con degustazione e caseificazione”. L’intento è stato quello di valorizzare uno degli elementi di punta dell’enogastronomia locale, promuovendo al contempo l’idea di sperimentare nuove tecniche di assaggio e di introdurre nell’offerta turistica locale anche attività laboratoriali ed esperienziali, che con l’occasione sono state proposte ai corsisti. La struttura scelta è stata quella dell’”Azienda agricola La Taiada” di Berbenno in Valtellina, sia perché si tratta di un caseificio moderno ed attrezzato per la visita, che per la qualità 27 dei suoi prodotti, tutti con certificazione biologica. L’esempio della Taiada è infatti unico nel contesto vallivo, ed è stato valorizzato anche dalla presenza della Dott. Annalisa Renzi, che ha effettuato, a gruppi, alcune attività di degustazione del formaggio con tecniche di “narrazione del gusto”, replicabili con adulti e bambini. Esperienze divertenti, coinvolgenti e giocose sono quelle che il turista sembra sempre più sovente cercare: abbinarle alle produzioni tipiche può essere una scelta vincente per il territorio, non richiedendo peraltro strumentazioni o strutture costose o difficilmente reperibili da parte degli operatori, che devono però avere un minimo di conoscenza del settore e fantasia. Il taglio esperienziale della visita è stato sottolineato anche attraverso la partecipazione alla fase di caseificazione in azienda, alla quale il gruppo ha potuto assistere, sentendosi protagonista e comprendendone le varie fasi in modo più chiaro. Ciò sicuramente può avere positivi riscontri sia nella valorizzazione del prodotto finito offerto in tavola, che nelle informazioni aggiuntive che un operatore turistico dovrebbe poter fornire alla propria clientela, così da dare maggior risalto ai formaggi del territorio. L’esperienza è stata comprensiva di visita alla stalla e allo spaccio vendita. Una giornata intera (il 20 marzo 2014) è stata dedicata alla scoperta della realtà “Lunalpina” gestita dall’Associazione OIKOS, struttura originale e piuttosto innovativa nel contesto territoriale di inserimento. Si tratta di una attività recentemente avviata, che comprende un agriturismo e un rifugio alpino con unica gestione (che fa capo alla Dott. Nadia Lotti), finalizzata alla divulgazione ed educazione ambientale/alimentare. Lunalpina si trova sul colle di Triangia (Sondrio) a 800 metri di altitudine con prati pressoché pianeggianti ed un suggestivo panorama sulla valle che le conferiscono un interesse speciale, considerando la sua accessibilità e la breve distanza dalla città di Sondrio. Lunalpina si definisce “una fattoria che si occupa di educazione agro - ambientale ed intende promuovere una sensibilità e una consapevolezza ecologica e sociale attraverso laboratori e incontri centrati sulla relazione uomo-natura. Le coltivazioni di Lunalpina sono interamente 28 biologiche e finalizzate al consumo familiare e dei gruppi che vengono accolti nell’ambito delle attività”. Basato dunque su principi di sostenibilità, il centro visite offre esperienze laboratoriali per grandi e piccini che toccano svariati temi (costruzione del forno in terra cruda, realizzazione di prodotti per l’igiene e la cura della persona, del pane da pasta madre, laboratori di cucina per la valorizzazione di prodotti vegetali, di produzione del sapone,…). È inoltre possibile partecipare a pranzi e cene tematiche, o a campi di lavoro, anche di natura residenziale. L’esperienza portata ai corsisti ribadisce, testimoniando con un esempio funzionale, la possibilità di approcciarsi al tema turismo rurale coinvolgendo attivamente gli ospiti attraverso esperienze creative che possono essere ricordate, oltre che istruttive ed educative. La giornata si è svolta con un primo momento di racconto e proiezione di immagini, in cui sono stati spiegati i passaggi di carattere amministrativo/burocratico necessari a garantire la strutturazione attuale, che comprende uno spazio dormitorio e che ospita campi di lavoro di volontari internazionali. Sono state messe alla luce le varie difficoltà incontrate per strutturarsi come necessario allo svolgimento delle attività, e le motivazioni delle scelte maturate, compresa la filosofia aziendale e i numerosi progetti in corso, che sono portati avanti anche in collaborazione con le realtà scolastiche del territorio. La giornata è poi proseguita con una visita all’azienda agricola e con il pranzo offerto con ricette vegetariane. Nel pomeriggio è stato svolto un laboratorio per la produzione del sapone da oli esausti. La coinvolgente esperienza ha indubbiamente messo alla luce anche i benefici del lavoro manuale e di quello di gruppo nell’instaurare sinergie e rapporti fra i partecipanti, obiettivo non secondario dell’attività. Il dinamismo di Lunalpina rappresenta indubbiamente un esempio unico nel suo genere alla scala locale, ma anche un’opportunità da proporre ai turisti, perché possano sperimentare il territorio attraverso forme di ospitalità ed esperienze non consuete. 29 Nel contesto delle attenzioni dedicate al comparto “Sport e attività all’area aperta”, il corso ha previsto di valorizzare una realtà poco o per nulla conosciuta: il 27 marzo è stata infatti effettuata una visita a Castello dell’Acqua, con il supporto tecnico della Guida Alpina Mario Vannuccini, ma anche del Sindaco del Comune e di diversi volontari appositamente attivati. Si è inteso infatti portare a conoscenza dei corsisti un itinerario etnografico che comprende una pila, un mulino ed un maglio perfettamente funzionanti e oggetto di un recente restauro conservativo realizzato con fondi della Comunità Montana di Sondrio. Si è trattato, nello specifico, di una riflessione collettiva sul tema “risorse di cui disponiamo - l'importanza della promozione e del packaging. Le risorse già presenti sul territorio. Come gli operatori possono creare e promuovere offerte interessanti per il turista”. Talvolta, infatti, nonostante gli investimenti degli enti locali, risorse interessanti non sono conosciute nemmeno dai residenti sul territorio e, di conseguenza, non sono adeguatamente promosse, restando così inutilizzate. In questo caso specifico, la possibilità di fruire di un percorso del tutto originale e funzionante, che può essere attivato con una quota di partecipazione individuale davvero contenuta (circa 6 euro a persona) e il coinvolgimento del Comune, a disposizione per attivare i volontari ed organizzare la visita, costituisce una realtà unica nel panorama locale e davvero positiva, potenzialmente da proporre per una mezza giornata suggestiva da trascorrere all’aria aperta. Il partecipante, senza limiti di età, può infatti venire a contatto con una realtà ormai quasi del tutto scomparsa, attraverso una escursione alla portata di tutti, scoprendo così tecniche di lavorazione dei prodotti di base del territorio e la sua storia passata, oltre che angoli davvero caratteristici. L’esperienza richiama in sostanza i valori di un eco-museo e stimola molteplici chiavi di lettura per la valorizzazione del territorio, che ben si integrano con le offerte del turismo rurale. Il proseguo della giornata è stato invece incentrato sul vino, attraverso la visita ad una realtà del settore affermata ed operante sul territorio. La struttura “La Gatta” della casa vinicola Triacca a Bianzone ben si presta per scoprire 30 la filiera viti-vinicola da vicino, offrendo già oggi al mercato percorsi di visita aziendale e degustazioni, che si snodano fra la bellissima struttura e il contesto, attraverso le belle ed accessibili vigne circostanti, la cantina e le sale di ristorazione. L’incontro è stato corredato da attività esperienziali legate alla narrazione del gusto del vino condotte da Annalisa Renzi, ma anche da un incontro con il rappresentante della Strada del Vino e dei Sapori (Marco Chiapparini), che ha illustrato le strategie scelte per la sua gestione e promozione. Inoltre, è stato dato spazio all’Ing. Dario Foppoli, in rappresentanza dei Distretti Culturali, che ha introdotto il tema della Via dei Terrazzamenti e ha accompagnato il gruppo nella scoperta di un piccolo tratto del percorso, che vuole essere elemento di lancio per la riscoperta del territorio vitivinicolo e delle sue peculiarità, nonché produzioni. L’ultimo appuntamento che è stato programmato nell’ambito del corso è stato rivolto alla scoperta di alcune realtà ove il turismo rurale e quello sportivo outdoor è consolidato e ben strutturato ormai da tempo. Si è per questo pensato al contesto del limitrofo Trentino, e in particolare dell’Alto Garda, attraverso una visita effettuata nella giornata del 3 aprile. La prima tappa è stata a Dimaro, in Val di Sole, dove è stato incontrato il Signor Alessandro Fantelli, direttore del Rafting Center Val di Sole. L’incontro ha messo alla luce l’esperienza di successo legata alla pratica del rafting nel fiume Noce, e le strategie messe a punto dal gestore del Centro per la sua promozione. In particolare è stato notato come l’aggregazione di più servizi ed attività in un unico “punto di vendita”, anche virtuale, sia risultata favorevole, unitamente al far rete fra gli operatori del comparto ospitalità per la commercializzazione del prodotto. La seconda tappa della giornata ha coinciso con la visita della Cooperativa agraria di Riva del Garda, vetrina della la produzione agraria locale e centro di coordinamento di tutta la produzione di olio extravergine. Oltre ad una degustazione di olio, si è qui incontrata la Sig.ra Laura Robustelli, dell'Associazione Mnemoteca del Basso Sarca, che ha accompagnato il 31 gruppo anche nelle visite successive, permettendo una lettura del territorio e del turismo locale privilegiata. La tappa successiva è stata a Pietramurata, ove un è stata fatta visita all'Azienda agricola Gino Pedrotti, biologica e biodinamica, di produzione del vino santo trentino, che è anche presidio Slow food. Ciò ha dato risalto al rapporto fra natura – turismo e produzioni locali, sottolineando le potenzialità di un approccio rispettoso del territorio per la tutela delle risorse, ma anche per la qualità delle produzioni. Successivamente è stato visitato il Garda Sporting Club Hotel di Riva del Garda, struttura ottimamente organizzata nell'accoglienza del turista sportivo, fra cui i bikers. Il Direttore della struttura ha spiegato il proprio ruolo e le principali strategie dell’albergo per soddisfare questo tipo di ospite. È stato visitato il bike garage della struttura e sono state spiegate nello specifico alcune esigenze dei turisti sulle due ruote. Infine è stata fatta visita dell'eco-hotel Bonapace, un piccolo albergo con certificazione "casa passiva" e colazioni bio a km zero. I gestori della struttura hanno raccontato la propria personale scelta di realizzare un hotel “passivo”, che si configura come uno dei due esistenti al mondo e che pertanto riesce a far leva su motivazioni ambientali per attrarre turisti. La particolare sensibilità è ravvisabile anche nell’offerta alimentare, che predilige produzioni agricole locali (“a Km Zero”) e scelte sostenibili per il territorio circostante. In conclusione, la scelta delle visite guidate che sono state proposte ed organizzate ed i temi trattati hanno ribadito ed esemplificato i seguenti concetti, già espressi e proposti nel corso degli incontri informativi in aula: - i prodotti locali di eccellenza rappresentano un punto centrale nell'offerta del turismo rurale; - i prodotti dovrebbero essere comunicati con competenza, ma anche con modalità innovative, esperienziali e giocose e necessitano di essere legati al territorio di provenienza e alla sua storia; 32 - un approccio quanto più esperienziale e divertente alle attività proposte come intrattenimento per il tempo libero è fondamentale per coinvolgere il turista e lasciare un ricordo indelebile nei visitatori; - sperimentare le proprie capacità svolgendo attività di gruppo è un modo per fare squadra e rete anche nel contesto delle normali attività lavorative. Quanto più anche gli operatori si mettono in gioco, tanto meglio potranno comunicare al proprio ospite le emozioni che potrà esso stesso trovarvi; - conoscere il territorio è fondamentale per proporlo ai propri clienti e trovare chiavi di lettura innovative, valorizzando l’esistente; - lo sport outdoor a basso impatto può essere al centro di un’accoglienza specifica e vincente per i territori rurali. Competenze e alleanze sono fondamentali per una buona riuscita dei progetti di questa natura; - l’attenzione per l’ambiente, i temi dell’agricoltura biologica, biodinamica, la qualità e la territorialità delle produzioni e dell’offerta sono argomenti attuali che il turista rurale sembra premiare, e che possono ripagare di scelte, anche difficoltose che un operatore può fare. 33