Appunti 1

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Appunti 1
Informatica per la comunicazione"
- lezione 1 [email protected]"
cs.unibg.it/verdicch/ico.html"
Orario:
martedì 12-13 Rosate 1 (fine: 12:45)"
giovedì 9-11 Rosate 1 (inizio: 9:30)"
Ricevimento:
martedì 14:30
Arciprete (v. Donizetti) piano -1
[email protected] 30 ore
Inizio: 12 febbraio 2013
Fine: 9 maggio 2013"
Non c’è lezione:
martedì 19 febbraio
giovedì 21 febbraio
martedì 19 marzo
giovedì 21 marzo"
giovedì 28 marzo
martedì 2 aprile
giovedì 25 aprile"
1 ora extra di lezione (12-14):
martedì 26 marzo
martedì 23 aprile"
Indicazioni
bibliografiche e materiale didattico
sul sito del corso Modalità d’esame:"
esame scritto"
parte A – questionario con 20 domande (minimo:13/20)
parte B – 2 domande da 5 punti Informatica per la comunicazione
Il titolo del corso sembra appoggiarsi sull’ipotesi che
l’informatica fornisca un supporto alla
comunicazione.
Innanzitutto accertiamoci del fatto che vi sia un
supporto, e poi cerchiamo di capire di che tipo di
supporto si tratta."
Una premessa: che cosa intendiamo per comunicazione? "
Ogni operazione che permetta la trasmissione di un concetto tra le due entità
comunicanti, tipicamente due persone."
Il concetto può essere trasmesso tramite una conversazione, uno scritto, oppure
(adottando mezzi di comunicazione nati più di recente) attraverso una video-chat su
Skype, oppure un messaggio su Facebook."
Di questi vari modi di
comunicare, prendiamo ad
esempio i libri, e vediamo se
l’informatica effettivamente
supporta questo tipo di
comunicazione."
Lo scrittore americano, diventato famoso a livello
mondiale col suo terzo romanzo “Le correzioni”, ha
di recente pubblicato “Libertà”, la cui uscita è stata
accompagnata da un’intervista con Time Magazine,
di cui segue un brano."
Jonathan Franzen
Franzen works in a rented office that he has
stripped of all distractions. He uses a heavy,
obsolete Dell laptop from which he has scoured
any trace of hearts and solitaire, down to the level
of the operating system. Because Franzen believes
you can't write serious fiction on a computer that's
connected to the Internet, he not only removed the
Dell's wireless card but also permanently blocked
its Ethernet port. "What you have to do," he
explains, "is you plug in an Ethernet cable with
superglue, and then you saw off the little head of
it.”"
Time Magazine, agosto 2010"
A giudicare dalle sue parole, l’informatica sembra
essere più una distrazione dalla letteratura che un
supporto alla letteratura. Eppure Franzen ha usato
un computer per scrivere il suo romanzo, e non una
macchina da scrivere o carta e penna."
In qualche modo, un computer ha aiutato Franzen nell’impresa di scrivere e
pubblicare un libro. Uno strumento tipicamente informatico, quindi, ha di fatto fornito
un supporto a un tipo particolare di comunicazione."
Ma fin dove si può spingere tale supporto? Fino a che punto un computer può
aiutare uno scrittore nella stesura di un romanzo?
C’è chi ha posto un limite molto forte alle possibilità di un computer in ambito
letterario: affermando che il significato stesso delle parole, componente
fondamentale di ogni processo comunicativo, è di fatto una realtà non accessibile a
un computer. Vediamo come questo enorme limite è stato paventato con
l’esperimento della cosiddetta “stanza cinese”."
La stanza cinese."
La “stanza cinese” è un esperimento mentale (Gedankenexperiment, in tedesco),
ossia non è un esperimento scientifico nel senso classico del termine, in cui dei
dispositivi sono stati usati in un laboratorio per verificare una teoria. Si tratta bensì del
frutto del pensiero del filosofo Searle, che nell’articolo “Minds, brains, and programs”
del 1980 ha illustrato a parole una situazione immaginaria, ma non assurda e in teoria
realizzabile, per dimostrarci la sua tesi."
John Searle
La stanza cinese funziona come segue.
Bisogna immaginare di avere una stanza chiusa, con dentro una
persona (ad es. John Searle stesso) che ha tutto quanto necessario
alla sopravvivenza (cibo, acqua, aria, etc), e che non conosce la lingua
cinese. Dall’esterno la stanza appare come un grande cubo, con solo
una tastiera cinese su una parete, e una fessura sulla parete opposta,
da cui possono uscire dei fogli. La tastiera permette a una persona
esterna alla stanza che conosce il cinese di immettere delle frasi nella
lingua. La tastiera è collegata con un monitor all’interno della stanza
che visualizza gli ideogrammi digitati sulla tastiera. Searle, pur non
conoscendo il cinese, ha a sua disposizione un manuale che gli indica,
per ogni sequenza di ideogrammi sul monitor, un’altra sequenza di
ideogrammi che lui deve prelevare da uno schedario e mandare verso
l’esterno della stanza attraverso la fessura. Pur non capendo niente di
cinese, seguendo il manuale Searle risponde alle frasi sul monitor, e
se il manuale è scritto bene, la persona all’eterno della stanza avrà
l’impressione che la stanza sappia parlare il cinese, insomma che si
tratti di una stanza cinese."
Che cosa vuol dimostrare Searle con l’esperimento della stanza
cinese? Che è possibile creare un sistema automatico di dialogo in
una certa lingua senza però che vi sia comprensione delle parole di
tale lingua. Di fatto, il Searle dell’esperimento continua a non capire il
cinese e ad appoggiarsi sul manuale all’interno della stanza, ed
essendo l’unico essere vivente all’interno di essa, se non capisce lui il
cinese, sicuramente nient’altro presente nella stanza può farlo."
A quanto pare, se anche un giorno si riuscisse a costruire una
macchina in grado di dialogare con gli esseri umani, essa non sarebbe
caratterizzata dall’intelligenza che gli esseri umani usano per parlare.
Innanzitutto una precisazione: l’esperimento mentale di Searle
continua a suscitare critiche e polemiche, e se molti lo ammirano per
questo modo di presentare la questione, non sono pochi quelli che
non lo ritengono valido (ad es. dicono che il manuale non può esistere,
e che quindi una delle premesse del suo ragionamento è falsa, oppure
dicono che se anche Searle non capisce il cinese, il sistema Searle +
stanza lo capisce, etc. etc.)
Con il suo esperimento mentale, Searle vuole suggerirci che possiamo
vedere i computer come delle macchine costruite per lavorare con i
segni (gli stessi segni che sono presenti sul monitor nella stanza
cinese o sul monitor del vostro portatile) senza che vi sia alcuna
comprensione del loro significato."
Segni."
Com’è lavorare con dei segni di cui non si conosce il significato?"
犬 赤 道
All’interno della stanza cinese."
Significati."
Che cosa vogliono dire quei segni?"
Sbagliato."
Informatica per la comunicazione
Però, a pensarci bene, nella slide precedente non c’è un cane vero e proprio, ma una
rappresentazione di un cane, per di più fatta per mezzo di un programma di un
computer (in questo caso, Microsoft PowerPoint). Se anche Searle ha ragione, e non
riusciremo mai a creare significato all’interno del computer, abbiamo la prova
concreta nella slide precedente del fatto che si riesce comunque a trasmettere del
significato (in questo caso, l’idea di “cane”) per mezzo del computer. Allora, forse, c’è
un modo di sostenere la comunicazione per mezzo dei computer e dell’informatica."
Strumenti per
elaborare segni
(simboli)."
Se vediamo i computer come degli strumenti per l’elaborazione automatica di segni,
e lasciamo la briga di associare a tali segni un significato agli esseri umani che usano
i computer, forse riusciamo comunque ad aiutare dei comunicatori nel loro lavoro
(come ad esempio lo scrittore Franzen).
Attenzione: spesso useremo il termine “simbolo” al posto di “segno”, perché
tradizionalmente in informatica si parla di “elaborazione simbolica” e non di
“elaborazione dei segni”."
8"
simbolo"
simbolo"
Questa è una semplificazione introdotta dagli informatici, che ignorano la grande
differenza che c’è, ad esempio, tra il leone, che è simbolo di coraggio, forza, maestà,
etc. etc. e un semplice segno come la cifra ‘8’ (che a sua volta può acquistare valore
simbolico in determinati contesti).
Questa, però, non è una colpa grave: abbiamo ben visto quanto difficile sia inglobare
i significati negli strumenti utilizzati dagli informatici, quindi è quasi naturale che in
informatica non si faccia distinzione tra simboli e segni."
Strumenti per
elaborare
simboli"
Studieremo quindi l’informatica come la disciplina che si occupa degli strumenti per
l’elaborazione automatica di simboli."
Strumenti per
elaborare
simboli"
Vedremo quali sono i simboli con cui si tende a lavorare in informatica."
Strumenti per
elaborare
simboli"
Vedremo che cosa si intende per elaborazione."
Strumenti per
elaborare
simboli"
E vedremo, cercando di non scendere troppo nei dettagli tecnici,
come sono fatti questi strumenti."