Mercoledì, 12/12/2012 09:41

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Mercoledì, 12/12/2012 09:41
DIRER
Mercoledì, 12/12/2012 09:41
Indice dei documenti
DIRER
Direr
Direv
Dirigenza
E-Governament
E-Procurament
Pubblica Amministrazione
Imu, il pasticcio delle aliquote
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 37
Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32
Punto di ristoro senza concessione la Procura apre un' inchiesta
Da 'Il Messaggero' del 12/12/2012 - Pagina 49
1
3
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Normativa Comuni
La provincia non resta a secco
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32
Sanità, regioni modello
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 28
Infrazioni, un decreto a perdere
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 28
Rimborsi Imu garantiti a metà
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 29
Imu, il pasticcio delle aliquote
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 37
Immobili rurali agevolati, catasto decisivo
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 29
Imprese sempre alla cassa
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 28
Nuove leve con vista sul mondo
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 52
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Normativa Enti Locali
Imu, il pasticcio delle aliquote
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 37
Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu
29
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 18
Zone terremotate, l' acconto arriva subito dopo il saldo
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 28
Imprese sempre alla cassa
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 28
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Normativa Province
La provincia non resta a secco
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32
Dai presidenti un j' accuse alla politica
Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32
Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu
Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 18
Sindacati
Pensionati
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Italia Oggi
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A S S O S O F T WA R E
Mercoledì 12 Dicembre
Dice
2012
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Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a.
Imu, il pasticcio delle aliquote
Software house in prima linea per risolvere i problemi
DI ROBERTO BELLINI
DIRETTORE GENERALE
ASSOSOFTWARE
È
un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che
dovrebbe trovare nel
proprio sviluppo tecnologico
la soluzione al superamento
delle attuali difficoltà. Stiamo
assistendo al vanificarsi dei
vantaggi concreti che l’informatica può dare, per effetto
delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo
Stato, gli Enti e la Pubblica
amministrazione in generale
stanno imponendo.
Parliamo oggi di Imu. Fa
sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus
del 6/12/2012, ndr) interviste
quali quella al presidente
dell’Anci Graziano Delrio il
quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci
saranno neanche difficoltà
per le software house che,
come hanno scritto nei giorni
scorsi, sono rimaste prive dei
dati necessari per il calcolo?»,
avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci
sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente
tecniche. Tuttavia possiamo
affermare che per i cittadini
non si paleserà il problema
dell’incertezza, vale a dire di
non sapere quanto pagheranno».
Tutto vero, se si vogliono
scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi
dovuti all’impossibilità di
aggiornare le procedure di
calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni
di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi
riscontrati nei quali anche gli
calcoli effettuati dai comuni
sono sbagliati).
Vero anche se si pensa che
ciascun cittadino, consultan-
do sul sito del Dipartimento
delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in
formato Pdf) sia in grado di
leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli
e compilare il modello F24
(cosa tutt’altro che banale,
come saprà chi ci ha provato
davvero).
Ma se si vogliono vedere le
cose con onestà intellettuale
non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle
software house che da un
lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in
tempi brevissimi e spesso in
mancanza di chiarimenti ministeriali e dall’altro si sono
trovate nell’impossibilità di
leggere e tabellare in formato
elaborabile le delibere degli
oltre 8 mila comuni italiani, il
tutto a partire dall’1/12/2012,
visto il termine del 30/11/2012
a disposizione dei Comuni per
la pubblicazione delle delibe-
re. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia
locale dell’Anci) che alla data
odierna non ha ancora fornito
un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le
casistiche ministeriali.
Il risultato? Non potendo
disporre di una base dati di
calcolo completa, i software
attualmente disponibili sul
mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf
sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera,
tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria
applicazione, e poi verificare
a mano i calcoli eseguiti dalla
procedura.
In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un
incontro a carattere tecnico
svoltosi il 16/2/2012 presso
l’Ufficio federalismo fiscale
del Dipartimento delle finan-
ze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in
formato elaborabile, ma la
complessità della gestione e
i tempi ristretti non ne hanno
permesso la realizzazione.
Quanto ci costa quindi
l’Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla.
Le novità fiscali del 2013, ecco tutto ciò che bisogna sapere
Si è tenuto nei giorni 29 e 30 novembre, presso l’hotel NH Bologna De
La Gare, il tradizionale Convegno di
formazione professionale per le case di
software organizzato da Assosoftware
dal titolo «Le novità fiscali del 2013,
analisi degli adempimenti ed aggiornamenti sulla normativa: redditometro e
spesometro - il nuovo regime premiale
della trasparenza -dichiarazioni fiscali
2013 - la riforma Fornero - la nuova
DMA2 – Autoliquidazione Inail». Si
tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti
di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti e i
funzionari dell’Agenzia delle entrate,
del Ministero delle finanze e dell’Inps.
Le tematiche vengono affrontate con
particolare riferimento al trattamento informatico dei dati alla luce delle
novità normative, che pone al primo
posto l’operatività quotidiana degli
operatori del settore, in particolare i
Commercialisti, i Consulenti del lavoro e le Associazioni di Categoria che
forniscono servizi fiscali e del lavoro
ai contribuenti. A seguire desideriamo
fornire alcune indicazioni riguardanti
le novità che ci aspettano il prossimo
anno legate al nuovo Spesometro ed al
Modello 730/2013.
Spesometro 2013
Di rilievo le novità dello Spesometro, illustrate nell’intervento del dott.
Vincenzo Errico, responsabile Basi dati
e strumenti di analisi della Direzione
centrale Accertamento, e dalla dott.ssa
Maria Pia Protano, capo settore Analisi e strategie della Direzione centrale
Accertamento, dell’Agenzia delle entrate. In estrema sintesi le differenze
rispetto alla vecchia Comunicazione
Over 3 mila, sono le seguenti:
• dovranno essere trasmesse, una a
una, tutte le fatture (anche quelle di
importo minimo), per effetto dell’eliminazione della soglia di 3 mila euro
(anche se emesse per facoltà e non per
obbligo);
• dovranno essere trasmessi i corrispettivi a privati solo se di importo pari
o superiore a 3.600 euro (non dovranno
più essere trasmessi i corrispettivi di
importo inferiore, ancorché collegati a
un contratto di importo superiore alla
soglia);
• dovranno essere trasmesse le
fatture riepilogative di importo fino a
300,00 euro (in passato non rientranti
nell’obbligo);
• le note di variazione dovranno essere trasmesse autonomamente (non
dovranno quindi più essere imputate
alle fatture di origine), con segno positivo se in aumento o negativo se in
diminuzione;
• verrà approvato dall’AdE uno
specifico modello composto dal frontespizio, dai quadri delle fatture emesse,
delle fatture ricevute, dei corrispettivi
a privati, delle note di variazione e
delle fatture emesse nei confronti di
soggetti non residenti, cui potrebbe
aggiungersi un quadro riepilogativo
delle operazioni in contanti da 1.000 a
15 mila euro legate al turismo (art. 3,
comma 1, dl 16/2012);
• la comunicazione dovrà essere effettuata con riferimento alla data di
registrazione (si farà riferimento alla
data della fattura esclusivamente per
i soggetti e nei casi in cui non vi sia obbligo di registrazione sui registri Iva).
È stato ricordato, infine, che pur
permanendo le ipotesi di esonero dalla comunicazione telematica dei dati
già conosciuti, l’AdE non precluderà in
nessun modo l’invio di dati per i quali
non è previsto l’obbligo, qualora ciò costituisca una semplificazione per il contribuente. Ciò in quanto l’indicazione
di dati non obbligatori non costituisce
ostacolo all’attività di accertamento. Si
possono dunque inviare i dati già conosciuti (in quanto già segnalate dai soggetti obbligati alle comunicazioni di cui
all’art. 7, del dpr 605/1973) relativi alle
spese assicurative, telefoniche, bollette
elettriche, gas, acqua, leasing e noleggi,
ecc., in quanto l’Agenzia li potrà riconoscere dal codice fiscale o dalla partita
Iva del fornitore e dunque evitare la
«duplicazione» degli stessi in fase di
elaborazione del Redditometro. Stesse
considerazioni valgono anche nel caso
in cui il pagamento di un corrispettivo
sia avvenuto con carta di credito o di
debito: nel caso non vi sia la sicurezza
che l’emissione della carta sia stata fatta da un operatore italiano oppure nel
caso il proprio sistema informatico non
disponga dell’informazione che il pagamento sia avvenuto con carta di credito
o di debito, è possibile inserire tale corrispettivo nella comunicazione.
730/2013
Interessanti anche le novità contenute nella dichiarazione dei redditi
modello 730/2013, illustrate nell’intervento del dott. Andrea Palma, funzionario della Direzione centrale servizi ai
contribuenti dell’Agenzia delle entrate, che riguardano principalmente gli
effetti dall’Imu sulla determinazione
dell’Irpef degli immobili. Infatti:
• non sono più dovute l’Irpef e le
relative addizionali sul reddito dominicale dei terreni non locati, perché
sostituite dall’Imu, mentre il reddito
agrario continua a essere assoggettato
alle imposte sui redditi;
• non sono dovute l’Irpef e le relative
addizionali sul reddito dei fabbricati
non locati (compresi quelli concessi in
comodato d’uso gratuito e quelli utilizzati a uso promiscuo dal professionista), perché sostituite dall’Imu.
Le altre le novità del modello sono
le seguenti:
• possono essere ammesse alla detrazione di imposta del 19%, a determinate condizioni, le spese sostenute
per le prestazioni sanitarie rese alla
persona dalle figure professionali
elencate nel dm 29/03/2001 (podologo,
fisioterapista, logopedista ecc.), anche
senza una specifica prescrizione medica;
• per i fabbricati di interesse storico o artistico viene meno la tassazione
agevolata del reddito mediante l’applicazione della minore tra le tariffe
d’estimo previste per le abitazioni della
zona censuaria, e se concessi in locazione il reddito è costituito dal maggiore
importo tra la rendita catastale effettiva rivalutata del 5% e il canone di
locazione ridotto del 35%;
• i dati relativi agli acconti per l’anno 2012 che lo scorso anno dovevano
essere ricalcolati in presenza di redditi
derivanti dagli immobili riconosciuti
di interesse storico o artistico, vanno
indicati nelle colonne da 7 a 10 del
rigo F1;
• per le spese relative ad interventi di recupero del patrimonio edilizio
e per il ripristino a seguito di eventi
calamitosi, sostenute dal 26/6/2012
al 30/6/2013, la detrazione d’imposta
è elevata dal 36 al 50%, nel limite di
spesa di 96 mila euro;
• non è più prevista la possibilità,
per i contribuenti di età non inferiore
a 75 e 80 anni, di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote
annuali;
• la detrazione del 55%, relativa agli
interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, è estesa anche alle
spese per interventi di sostituzione di
scaldacqua con scaldacqua a pompa di
calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
• i contributi sanitari obbligatori per
l’assistenza erogata nell’ambito del Ssn
versati con l’assicurazione Rca sono deducibili dal reddito complessivo solo per
la parte che eccede 40 euro.
Fabio Giordano
NEWS
Nel mese di novembre è entrata a far parte di Assosoftware
la società ARS Edizioni Informatiche Srl di Milano (www.
arsedizioni.it)
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Pubblica Amministrazione
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Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a.
Imu, il pasticcio delle aliquote
Software house in prima linea per risolvere i problemi.
È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in
un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo
tecnologico la soluzione al superamento delle attuali
difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi
concreti che l' informatica può dare, per effetto delle
regole distorte (non codificate né codificabili) che lo
Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in
generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa
sorridere leggere sulla stampa specializzata
(FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella
al presidente dell' Anci Graziano Delrio il quale, in
risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci
saranno neanche difficoltà per le software house che,
come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste
prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe
affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà
sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente
tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i
cittadini non si paleserà il problema dell' incertezza,
vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto
vero, se si vogliono scaricare sulle software house le
difficoltà dei disservizi dovuti all' impossibilità di
aggiornare le procedure di calcolo in uso ai
commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria,
ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi
riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai
comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che
ciascun cittadino, consultando sul sito del
Dipartimento delle Finanze la delibera comunale
(esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di
leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i
calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt' altro che
banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se
si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non
si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle
software house che da un lato hanno dovuto
realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e
spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall'
altro si sono trovate nell' impossibilità di leggere e
tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre
8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall' 1/12/2012,
visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei
Comuni per la pubblicazione delle delibere. La cosa
peraltro non è riuscita nemmeno all' Ifel (Istituto per la
finanza e l' economia locale dell' Anci) che alla data
odierna non ha ancora fornito un elenco completo
delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche
Pubblica Amministrazione
ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una
base dati di calcolo completa, i software attualmente
disponibili sul mercato al più riescono a linkare le
delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle
finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera,
tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla
propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli
eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il
nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere
tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l' Ufficio
federalismo fiscale del Dipartimento delle finanze,
aveva sollevato il problema della raccolta e
pubblicazione delle aliquote Imu in formato
elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi
ristretti non ne hanno permesso la realizzazione.
Quanto ci costa quindi l' Imu? Tanto, non solo
pagarla, ma anche calcolarla.
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Italia Oggi
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E N T I L O CA L I E STATO
Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo
La provincia non resta a secco
Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti
DI
L
LUIGI OLIVERI
e funzioni oggi spettanti
alle province resteranno di loro competenza
nonostante la mancata
conversione de dl 188/2012
sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista
la valanga di emendamenti
presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale
di costituzionalità avanzata
dal Pdl e il tempo irrisorio, il
ministro Patroni Griffi aveva
provato a mettere pressione al
parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto.
A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai
giornali uno studio, secondo il
quale la mancata conversione
getterebbe nel caos il sistema.
Infatti, resterebbero in vigore le
disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di
indirizzo (si veda ItaliaOggi di
ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata
conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in
quanto le funzioni come scuola,
viabilità, ambiente, resterebbe-
Dai presidenti un j’accuse alla politica
Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri
competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio»,
secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con
questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno
di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri
coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i
suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto
contrari a scelte di carattere demagogico».
«La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla
conversione del disegno di legge sul riordino
delle province, rappresenta l’epilogo naturale
di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie
fatte dal governo sulla pelle delle comunità»,
fa eco il presidente della provincia di Siena,
ro senza più un ente titolato a
svolgerle. Tanto che comunque,
la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita,
nelle intenzioni del governo,
come emendamento al ddl
Stabilità. Le cose non stanno
come afferma Palazzo Vidoni.
Apparentemente, l’articolo 23,
Le gare nel 2012
un terzo in meno del 2011
Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012
rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a
novembre si registra un -16,1% in valore su novembre
2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200
mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti
integrati.
Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio
Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso
medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha
affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta
per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il
mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i
piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui
vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze
di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di
scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in
un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica
amministrazione e così facendo molte imprese hanno
dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi.
La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da
subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a
base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti,
«che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale,
e non a parole, del settore».
Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un
importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3%
nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia)
e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7%
sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in
gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni
nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per
il terzo mese consecutivo in campo negativo anche
l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e
costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto
allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara
scende del 17,1%.
Marco Solaia
Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale
e orizzonte preoccupante» il presidente della
provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci,
mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di
«una grande occasione persa per riformare un
po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al
contenimento della spesa pubblica dato che si
sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che
è il grande tema. Probabilmente i localismi,
le resistenze e la grande forza di resistenza
e lo spirito conservatore dell’apparato dello
stato lo hanno impedito e oggi la situazione è
caotica perché non avremo la titolarità per
poter esercitare le funzioni che esercitiamo
attualmente in base alla normativa e questo
è un assurdo».
comma 14, della legge 214/2011
limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano
alla provincia esclusivamente
le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei
comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o
regionale, secondo le rispettive
competenze». Ma il successivo
comma 18 precisa che stato e
regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze,
debbano trasferire ai comuni,
entro il 31 dicembre 2012, le
funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo
che, per assicurarne l’esercizio
L’INTERVENTO
Somministrazione
da rilanciare
Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori
in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di
questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e
lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali
avevano proposto che la somministrazione assorbisse le
altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori.
Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione
della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità
in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per
l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della
bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito
e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per
questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento
del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione
dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di
un approccio che considera la somministrazione di lavoro
una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a
termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità
di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la
somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il
superamento dei limiti del precedente contratto e rendono
possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse
organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra
agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema
incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei
lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e
trasparente il costo del lavoro in somministrazione per
tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping
commerciale a spese dei lavoratori.
Antonio Lombardi
Presidente Alleanza Lavoro
unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni.
Dunque, le disposizioni
dell’articolo 23 della legge
214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo
programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme
statali e regionali, perché le
funzioni attualmente spettanti
alle province siano attribuite a
comuni o regioni.
Nelle more della disciplina
normativa statale e regionale, le province non possono
che continuare a svolgere le
funzioni attualmente loro assegnate.
Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha
anche specificato quali funzioni
«fondamentali» resteranno in
capo alle province, integrando
la previsione programmatica
dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato
e regioni, con le leggi attuative
dell’articolo 23, non potrebbero
sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali.
Si potrebbe osservare che
l’assegnazione alle province
delle funzioni fondamentali
previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come
ivi trascritto) «all’esito della
procedura di accorpamento»,
per sostenere, parzialmente, la
tesi avanzata dal ministro della
funzione pubblica.
Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti,
se l’attribuzione alle province
di funzioni ulteriori e diverse
da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse
davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima
di esso vi sarebbe un periodo
lungo, quello necessario per
completare gli accorpamenti
territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale
allo stesso modo nessun ente
potrebbe esercitare le funzioni
provinciali. Simmetricamente,
il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina
l’effettivo esercizio in capo ai
comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali
emanate nell’esercizio della
potestà legislativa esclusiva
dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al
completamento del processo di
sottrazione delle funzioni alle
province, dette funzioni continuano a spettare alle province.
Prescindendo totalmente dalla
circostanza che il dl 188/2012
fosse convertito o meno. Per
altro, lo studio ministeriale
evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una
sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta
da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo
stesso suo autore.
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Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011
Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012
rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a
novembre si registra un -16,1% in valore su
novembre 2011 con una riduzione del 53% delle gare
sopra i 200 mila euro, le più importanti; in calo anche
gli appalti integrati. Sono questi i principali indicatori
dell' Osservatorio Oice-Informatel sui bandi di gara
per servizi di ingegneria e architettura dai quali si
evince anche un ribasso medio del 41,7%. «Con i
pessimi dati di novembre» ha affermato Luigi Iperti,
vicepresidente vicario Oice, «sta per chiudere l' anno
peggiore dall' inizio della crisi. Il mercato pubblico
sembra dissolversi, crescono solo i piccoli bandi e
non scendono i ribassi selvaggi con cui vengono
aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa
non si è data una adeguata risposta alle esigenze di
rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di
scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in
un anno, ad avviare un piano di rientro per il
clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla
Pubblica amministrazione e così facendo molte
imprese hanno dovuto chiudere per mancata
riscossione dei compensi. La scelta di abrogare le
tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente
vicario Oice, «non è stata da subito accompagnata da
un' adeguata disciplina transitoria che evitasse l'
assurda riduzione degli importi a base di gara. Ci
auguriamo», ha concluso Luigi Iperti, «che al più
presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un
rilancio della crescita e dello sviluppo reale, e non a
parole, del settore». Da inizio anno risultano bandite
3.395 gare per un importo complessivo di 445,3
milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del
2011, calano del 4,3% nel numero (-33,2% sopra
soglia e -0,6% sotto soglia) e del 13,0% nel valore (16,1% sopra soglia e -3,7% sotto soglia). Rispetto alla
media del valore messo in gara da gennaio a
novembre degli ultimi cinque anni nel 2012 si perdono
164 milioni di euro, -27,0%. Per il terzo mese
consecutivo in campo negativo anche l' andamento
delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione
insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto allo stesso
periodo del 2011, il valore messo in gara scende del
17,1%.
Pubblica Amministrazione
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Mer 12/12/2012
Il Messaggero
Pagina 49
-MSGR - 20 CITTA - 49 - 12/12/12-N:
49
Mercoledì 12 Dicembre 2012
www.ilmessaggero.it
Cronaca di Roma
Punto di ristoro
senza concessione
la Procura
apre un’inchiesta
`Nel mirino
la Casina dei Pini
di villa Massimo
IL CASO
La sede del punto verde ristoro è
un edificio che per il Consiglio di
Stato deve essere abbattuto. Adesso anche «La Casina dei Pini», il
punto verde ristoro di villa Massimo, entra a far parte della maxi
inchiesta della procura di Roma
sulla gestione delle concessioni e
sui presunti abusi commessi nel
rilascio dei permessi.
Il consigliere regionale Massimo Inches ha presentato una
nuova denuncia in procura con
20 allegati per raccontare una storia di omissioni e abusi che riguarda il punto verde ristoro di
Villa Massimo. A margine l’elenco dei soliti nomi per nuove presunte accuse da parte di Inches:
Stefano Mastrangelo, ex capo del
Servizio Giardini, il suo successore, Bruno Cignini, Paolo Giuntarelli, oggi direttore del Bioparco,
e Stefano Volpe, il funzionario comunale finito in manette per corruzione proprio nell’ambito della
maxi inchiesta sui punti Verde.
Una vicenda che comincia negli
anni Ottanta, quando il piccolo
chiosco, esistente nella villa pubblica dal ’46 e dato in concessione
a un privato diventa più grande
grazie a una serie di abusi edilizi.
A chiedere la sanatoria, qualche
anno dopo, è Rosario La Torre, all’epoca un perfetto sconosciuto,
ma qualche anno dopo finito sulle pagine dei giornali come prestanome di Gennaro Mokbel,
l’estremista di destra al centro di
un giro di riciclaggio per centinaia di milioni di euro. La richiesta
viene respinta e l’amministrazione intima la demolizione delle
opere abusive. Soprattutto sulla
base di una sentenza del Tar confermata dal Consiglio di Stato.
Quando il Campidoglio indice il
bando per i punti verde, che
esclude dalla gara chi abbia contenziosi con l’amministrazione,
partecipa la società Dafi, che intanto è subentrata al posto di La
Torre nella gestione del chiosco
«allargato». La concessione viene
affidata alla Dafi e l’allora l direttore dell’Ufficio giardini approva
anche ulteriori modifiche all’edificio, già gravato da precedenti
opere abusive. Di fatto il piccolo
chiosco era sottoposto a vincoli
paesaggistici e le autorizzazioni
avrebbero dovuto essere «vistate» dalla giunta comunale.
«C’era un un contenzioso con
la pubblica amministrazione spiega Inches - e lo stesso X Dipartimento aveva dichiarato decaduto il progetto, perché il manufatto
doveva essere demolito, in base a
una sentenza del Conssiglio di
Stato. Non si capisce perché nessuno abbia ancora eseguito quella sentenza e come mai siano state autorizzate altre opere».
Valentina Errante
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Uccise l’amico per soldi
il pm chiede l’ergastolo
IL PROCESSO
Il punto di ristoro realizzato all’interno di «Villa Massimo»
Violenza
Donna aggredita, due in manette
Stavano fumando una sigaretta
fuori da un fast food di piazza
San Giovanni Battista de la Salle
quando improvvisamente due
uomini hanno iniziato a
importunare la donna, una
34enne, romena. Il marito è
subito intervenuto per farli
smettere, ma è stato affrontato
e colpito con una violenta
testata in pieno volto da uno dei
due mentre l’altro continuava a
palpeggiare insistentemente la
donna. I carabinieri della
compagnia Trastevere sono
intervenuti immediatamente
riuscendo a bloccare i due
aggressori, due cittadini
ucraini di 35 e 27 anni entrambi
pregiudicati. Dopo essere stati
ammanettati sono stati portati
in caserma e trattenuti in attesa
del rito direttissimo. Dovranno
rispondere entrambi di
violenza sessuale in concorso
mentre, solo per il 27enne,
anche di lesioni personali. Il
romeno è stato invece soccorso
da un ambulanza del 118 e
portato al pronto soccorso
dell’ospedale San Camillo, dove
è stato medicato per la
contusione e dimesso con
alcuni giorni di prognosi.
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Nessuno sconto di pena per Sandro Zorzi, il 39enne di Maccarese
accusato di aver ucciso il suo migliore amico, Fabio Lorenzon, 34
anni, fracassandogli la testa con
una spranga per poi buttare il
corpo in un canale a Maccarese.
Il pm Margherita Pinto ha chiesto alla III Corte di Assise di Roma di condannare Zorzi al massimo della pena, l’ergastolo. «Fabio Lorenzon si fidava di lui, tanto che gli aveva prestato soldi in
più occasioni - ha detto il pm nella sua requisitoria - invece Zorzi
non ha avuto pietà. Lo ha ucciso
lucidamente e poi ha cercato di
fare sparire il corpo proprio per
coprire quei debiti. Il movente è
tutto là». L’imputato, di professione agricoltore, avrebbe dovuto restituire all’amico oltre
40.000 euro.
Qualche giorno prima del delitto, avvenuto la sera del 24 settembre 2010, invece, era riuscito
persino a farsi firmare una scrittura privata in cui Lorenzon, al
contrario, sosteneva di avere un
debito con Zorzi. «Firmandomi
questo foglio mi fai un grande favore - lo aveva rassicurato - così i
miei familiari si staranno più
tranquilli. Sospettano che abbia
dei debiti». Per l’accusa era un inganno, architettato in prospettiva del delitto. Zorzi avrebbe ucciso l’amico in un orto, a Fiumicino, e poi avrebbe gettato il corpo
e l’auto nel canale di Maccarese.
La sentenza è attesa per gennaio.
La madre di Lorenzon e la compagna hanno seguito ogni udienza: «Non c’è rassegnazione - dicono i parenti - Fabio era figlio unico e da poco aveva cominciato a
vivere con la sua fidanzata. Era
un ragazzo semplice, serio, dedito alla famiglia e al suo lavoro, faceva il commesso in un super-
mercato. Una morte assurda». I
difensori di Zorzi, gli avvocati Cesare Gai e Ivana Manni, sperano
di ribaltare la ricostruzione del
pm con le loro arringhe. «E’ stato
un processo indiziario - ha detto
Gai - Non è stato il nostro assistito a uccidere l’amico. E siamo
pronti a batterci per dimostrarlo.
Resta il dramma umano, quindi
massima solidarietà alla famiglia della vittima». Zorzi, sposato
e padre di due bambini, era stato
arrestato dai carabinieri del
gruppo di Ostia qualche settimana dopo il delitto. Il cadavere di
Fabio Lorenzon era riemerso per
caso: in vista delle piogge, il Consorzio di bonifica dell’area aveva
abbassato il livello del canale per
far meglio defluire le acque di
scolo. L’ultimo ad averlo visto in
vita, hanno accertato poi i carabinieri, era stato proprio Zorzi.
Adelaide Pierucci
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apre un' inchiesta
Nel mirino la Casina dei Pini di villa Massimo IL
CASO La sede del punto verde ristoro è un edificio
che per il Consiglio di Stato deve essere abbattuto.
Adesso anche «La Casina dei Pini», il punto verde
ristoro di villa Massimo, entra a far parte della maxi
inchiesta della procura di Roma sulla gestione delle
concessioni e sui presunti abusi commessi nel rilascio
dei permessi. Il consigliere regionale Massimo Inches
ha presentato una nuova denuncia in procura con 20
allegati per raccontare una storia di omissioni e abusi
che riguarda il punto verde ristoro di Villa Massimo. A
margine l' elenco dei soliti nomi per nuove presunte
accuse da parte di Inches: Stefano Mastrangelo, ex
capo del Servizio Giardini, il suo successore, Bruno
Cignini, Paolo Giuntarelli, oggi direttore del Bioparco,
e Stefano Volpe, il funzionario comunale finito in
manette per corruzione proprio nell' ambito della maxi
inchiesta sui punti Verde. Una vicenda che comincia
negli anni Ottanta, quando il piccolo chiosco,
esistente nella villa pubblica dal '46 e dato in
concessione a un privato diventa più grande grazie a
una serie di abusi edilizi. A chiedere la sanatoria,
qualche anno dopo, è Rosario La Torre, all' epoca un
perfetto sconosciuto, ma qualche anno dopo finito
sulle pagine dei giornali come prestanome di Gennaro
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riciclaggio per centinaia di milioni di euro. La richiesta
viene respinta e l' amministrazione intima la
demolizione delle opere abusive. Soprattutto sulla
base di una sentenza del Tar confermata dal
Consiglio di Stato.Quando il Campidoglio indice il
bando per i punti verde, che esclude dalla gara chi
abbia contenziosi con l' amministrazione, partecipa la
società Dafi, che intanto è subentrata al posto di La
Torre nella gestione del chiosco «allargato». La
concessione viene affidata alla Dafi e l' allora l
direttore dell' Ufficio giardini approva anche ulteriori
modifiche all' edificio, già gravato da precedenti opere
abusive. Di fatto il piccolo chiosco era sottoposto a
vincoli paesaggistici e le autorizzazioni avrebbero
dovuto essere «vistate» dalla giunta comunale. «C'
era un un contenzioso con la pubblica
amministrazione - spiega Inches - e lo stesso X
Dipartimento aveva dichiarato decaduto il progetto,
perché il manufatto doveva essere demolito, in base a
una sentenza del Conssiglio di Stato. Non si capisce
perché nessuno abbia ancora eseguito quella
sentenza e come mai siano state autorizzate altre
Pubblica Amministrazione
opere». Valentina Errante © RIPRODUZIONE
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Italia Oggi
Mercoledì 12 Dicembre 2012
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E N T I L O CA L I E STATO
Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo
La provincia non resta a secco
Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti
DI
L
LUIGI OLIVERI
e funzioni oggi spettanti
alle province resteranno di loro competenza
nonostante la mancata
conversione de dl 188/2012
sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista
la valanga di emendamenti
presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale
di costituzionalità avanzata
dal Pdl e il tempo irrisorio, il
ministro Patroni Griffi aveva
provato a mettere pressione al
parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto.
A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai
giornali uno studio, secondo il
quale la mancata conversione
getterebbe nel caos il sistema.
Infatti, resterebbero in vigore le
disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di
indirizzo (si veda ItaliaOggi di
ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata
conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in
quanto le funzioni come scuola,
viabilità, ambiente, resterebbe-
Dai presidenti un j’accuse alla politica
Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri
competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio»,
secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con
questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno
di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri
coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i
suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto
contrari a scelte di carattere demagogico».
«La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla
conversione del disegno di legge sul riordino
delle province, rappresenta l’epilogo naturale
di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie
fatte dal governo sulla pelle delle comunità»,
fa eco il presidente della provincia di Siena,
ro senza più un ente titolato a
svolgerle. Tanto che comunque,
la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita,
nelle intenzioni del governo,
come emendamento al ddl
Stabilità. Le cose non stanno
come afferma Palazzo Vidoni.
Apparentemente, l’articolo 23,
Le gare nel 2012
un terzo in meno del 2011
Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012
rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a
novembre si registra un -16,1% in valore su novembre
2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200
mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti
integrati.
Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio
Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso
medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha
affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta
per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il
mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i
piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui
vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze
di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di
scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in
un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica
amministrazione e così facendo molte imprese hanno
dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi.
La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da
subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a
base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti,
«che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale,
e non a parole, del settore».
Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un
importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3%
nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia)
e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7%
sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in
gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni
nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per
il terzo mese consecutivo in campo negativo anche
l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e
costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto
allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara
scende del 17,1%.
Marco Solaia
Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale
e orizzonte preoccupante» il presidente della
provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci,
mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di
«una grande occasione persa per riformare un
po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al
contenimento della spesa pubblica dato che si
sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che
è il grande tema. Probabilmente i localismi,
le resistenze e la grande forza di resistenza
e lo spirito conservatore dell’apparato dello
stato lo hanno impedito e oggi la situazione è
caotica perché non avremo la titolarità per
poter esercitare le funzioni che esercitiamo
attualmente in base alla normativa e questo
è un assurdo».
comma 14, della legge 214/2011
limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano
alla provincia esclusivamente
le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei
comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o
regionale, secondo le rispettive
competenze». Ma il successivo
comma 18 precisa che stato e
regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze,
debbano trasferire ai comuni,
entro il 31 dicembre 2012, le
funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo
che, per assicurarne l’esercizio
L’INTERVENTO
Somministrazione
da rilanciare
Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori
in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di
questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e
lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali
avevano proposto che la somministrazione assorbisse le
altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori.
Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione
della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità
in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per
l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della
bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito
e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per
questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento
del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione
dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di
un approccio che considera la somministrazione di lavoro
una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a
termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità
di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la
somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il
superamento dei limiti del precedente contratto e rendono
possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse
organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra
agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema
incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei
lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e
trasparente il costo del lavoro in somministrazione per
tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping
commerciale a spese dei lavoratori.
Antonio Lombardi
Presidente Alleanza Lavoro
unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni.
Dunque, le disposizioni
dell’articolo 23 della legge
214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo
programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme
statali e regionali, perché le
funzioni attualmente spettanti
alle province siano attribuite a
comuni o regioni.
Nelle more della disciplina
normativa statale e regionale, le province non possono
che continuare a svolgere le
funzioni attualmente loro assegnate.
Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha
anche specificato quali funzioni
«fondamentali» resteranno in
capo alle province, integrando
la previsione programmatica
dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato
e regioni, con le leggi attuative
dell’articolo 23, non potrebbero
sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali.
Si potrebbe osservare che
l’assegnazione alle province
delle funzioni fondamentali
previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come
ivi trascritto) «all’esito della
procedura di accorpamento»,
per sostenere, parzialmente, la
tesi avanzata dal ministro della
funzione pubblica.
Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti,
se l’attribuzione alle province
di funzioni ulteriori e diverse
da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse
davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima
di esso vi sarebbe un periodo
lungo, quello necessario per
completare gli accorpamenti
territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale
allo stesso modo nessun ente
potrebbe esercitare le funzioni
provinciali. Simmetricamente,
il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina
l’effettivo esercizio in capo ai
comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali
emanate nell’esercizio della
potestà legislativa esclusiva
dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al
completamento del processo di
sottrazione delle funzioni alle
province, dette funzioni continuano a spettare alle province.
Prescindendo totalmente dalla
circostanza che il dl 188/2012
fosse convertito o meno. Per
altro, lo studio ministeriale
evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una
sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta
da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo
stesso suo autore.
©Riproduzione riservata
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Normativa Comuni
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Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo.
La provincia non resta a secco
Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti.
Le funzioni oggi spettanti alle province resteranno di
loro competenza nonostante la mancata conversione
de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento.
Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti
presentati al ddl di conversione del decreto, la
pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il
tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato
a mettere pressione al parlamento e spingerlo
comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha
elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno
studio, secondo il quale la mancata conversione
getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in
vigore le disposizioni del decreto «salva-Italia», che
ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di
indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L' inquilino di
Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata
conversione potrebbe determinare un danno ai
cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità,
ambiente, resterebbero senza più un ente titolato a
svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl
relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle
intenzioni del governo, come emendamento al ddl
Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo
Vidoni. Apparentemente, l' articolo 23, comma 14,
della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni
provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le
funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività
dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge
statale o regionale, secondo le rispettive
competenze». Ma il successivo comma 18 precisa
che stato e regioni, con propria legge, secondo le
rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni,
entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla
normativa vigente alle province, salvo che, per
assicurarne l' esercizio unitario, le stesse siano
acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell'
articolo 23 della legge 214/2011 non sono
immediatamente dispositive, ma solo
programmatiche. Occorre l' intermediazione delle
norme statali e regionali, perché le funzioni
attualmente spettanti alle province siano attribuite a
comuni o regioni. Nelle more della disciplina
normativa statale e regionale, le province non
possono che continuare a svolgere le funzioni
attualmente loro assegnate. Del resto, l' articolo 17,
comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato
quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle
Normativa Comuni
province, integrando la previsione programmatica dell'
articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato
e regioni, con le leggi attuative dell' articolo 23, non
potrebbero sottrarre alle province le competenze alle
funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe
osservare che l' assegnazione alle province delle
funzioni fondamentali previste dall' articolo 17, comma
10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all' esito della
procedura di accorpamento», per sostenere,
parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della
funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione
non reggerebbe. Infatti, se l' attribuzione alle province
di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e
coordinamento dei comuni fosse davvero
condizionato all' esito dell' accorpamento, prima di
esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario
per completare gli accorpamenti territoriali, modificare
i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti,
nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe
esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il
comma 9 dell' articolo 17 della legge 135/2012
subordina l' effettivo esercizio in capo ai comuni delle
funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate
nell' esercizio della potestà legislativa esclusiva dello
stato, all' effettivo trasferimento dei beni e delle
risorse. Il che dimostra come fino al completamento
del processo di sottrazione delle funzioni alle
province, dette funzioni continuano a spettare alle
province. Prescindendo totalmente dalla circostanza
che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro,
lo studio ministeriale evidenzia i vizi di
incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di
confessione della violazione della Costituzione. Resta
da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un
decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo
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G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Il consiglio dei ministri ha approvato procedura di scelta e criteri
IN GAZZETTA
Infrazioni,
un decreto
Bilanci a posto e assistenza di base garantita a perdere
Sanità, regioni modello
DI
GIOVANNI GALLI
A
ver garantito l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
aver garantito l’equilibrio economico-finanziario del
bilancio sanitario regionale;
non essere assoggettate a piani di rientro; essere risultate
adempienti alla valutazione
del Tavolo di verifica degli
adempimenti regionali in materia sanitaria. Sono questi i
requisiti che dovranno avere
le regioni-modello per la sanità italiana. Il consiglio dei
ministri ha infatti approvato
ieri il provvedimento che definisce i criteri attraverso cui
individuare, tra una rosa di
cinque regioni, le tre virtuose
per definire costi e fabbisogni
standard regionali nel settore sanitario. Saranno eligibili
le regioni che rispetteranno i
requisiti visti sopra, tra queste i ministeri della salute e
dell’economia e delle finanze
individueranno le cinque regioni di riferimento, inserendole in un’apposita graduatoria. All’interno di questa
graduatoria le regioni sceglieranno le tre che fanno da
riferimento.
COSTI
DELLA POLITICA
L’esecutivo ha anche esaminato l’intesa raggiunta in
Conferenza stato-regioni in
merito all’individuazione della regione più virtuosa per il
finanziamento alla politica
regionale. La nota finale di
palazzo Chigi ricorda che a
seguito dell’approvazione del
dl 174/2012 sui costi della politica, il 30 ottobre il consiglio
ha condiviso la proposta della
Conferenza stato-regioni, che
prevede un risparmio complessivo di circa 40 milioni di
euro l’anno. La Conferenza ha
indicato l’Umbria come regione più virtuosa per quanto
riguarda la retribuzione dei
presidenti di giunta, l’Emilia
Romagna per quanto riguarda
i consiglieri regionali e, infine,
l’Abruzzo per quanto riguarda
i finanziamenti ai gruppi consiliari. Palazzo Chigi ricorda
che in sede di conversione in
legge del dl 174, per quanto
Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze “Ezio Vanoni”
Dipartimento delle Scienze Tributarie
Giovedì, 13 dicembre 2012 ore 15.00 – 18.00
Convegno
Roma - Via Maresciallo Caviglia, 24
IL NUOVO REDDITOMETRO
Interventi:
Dott. Marco Di Capua
Direttore Vicario Agenzia Entrate
Prof. Paolo Moretti
Presidente Fondazione Accademia Romana di Ragioneria –
Consigliere Nazionale CNDCEC – Presidente IGS
Relazioni:
Relatori:
Dr. Francesco Gravina
Il redditest: finalità e
modalità di utilizzo da parte
dell’Agenzia delle Entrate
Direzione Centrale
Accertamento Agenzia Entrate
Il redditest: problematiche
applicative
Commercialista e Pubblicista
– Commissione scientifica
Accademia Romana di
Ragioneria
Il nuovo accertamento
sintetico: la prova contraria
Dr. Nicola Forte
Prof. Gianfranco Ferranti
Capo Dipartimento Scienze
Tributarie SSEF
È necessario confermare la propria partecipazione all’indirizzo
e-mail: ssef.eventi@finanze.it
riguarda l’indennità di fine
mandato, il Senato ha introdotto un limite di spesa pari a
un’indennità di carica mensile
lorda per anno, per un massimo di dieci anni; con riferimento alla spesa per i gruppi
consiliari – individuato in un
massimo di 5 mila euro per
consigliere – il Senato ha introdotto l’obbligo di considerare le dimensioni del territorio
e della popolazione residente
(con una spesa aggiuntiva di
0,05 euro per abitante); riguardo alla spesa per il personale
dei gruppi consiliari è stato
previsto che deve equivalere al
costo di un’unità di personale
per ciascun consigliere; infine,
è stato previsto un obbligo di
rendiconto annuale dei gruppi consiliari, per assicurare la
corretta e trasparente gestione della contabilità. Rispetto
alla proposta originaria del
governo, che prevedeva il controllo preventivo, la modifica
introdotta dal Senato prevede quindi una rendicontazione
annuale, strutturata secondo
le linee guida deliberate dalla Conferenza stato-regioni e
recepite dal governo con apposito decreto.
PREFETTURE
Via libera in via preliminare, salvo intese, a un provvedimento in materia di riorganizzazione della presenza dello
Stato sul territorio. Il provvedimento punta a definire la
nuova fisionomia del sistema
periferico amministrativo
dello Stato, «improntato alla
cooperazione, alla sussidiarietà e al rispetto dell’autonomia operativa e funzionale
degli altri uffici statali. Con
il provvedimento», spiega il
comunicato di palazzo Chigi,
«le prefetture confermano la
funzione di rappresentanza
unitaria dello Stato sul territorio. Il prefetto garantisce
le politiche di coordinamento
dell’azione amministrativa in
ambito locale, secondo criteri
di collegialità e raccordo, nel
rispetto dei principi di leale
cooperazione e di sussidiarietà. Grazie all’istituzione del
nuovo Ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini
e lo Stato la prefettura ribadisce il suo ruolo di punto di
riferimento istituzionale». Si
prevede anche una riduzione
delle spese attraverso l’istituzione di servizi comuni per
la realizzazione dell’esercizio
unitario delle funzioni logistiche e strumentali affidate
a un solo ufficio.
ORDINAMENTO
MILITARE
Approvate ulteriori modifiche e integrazioni al Codice dell’ordinamento militare
del 2010, che razionalizza la
preesistente stratificazione
legislativa, riducendo un corpus normativo di circa 1.300
fonti e 10.400 articoli ad una
sola fonte normativa organica
composta da soli 2.272 articoli. Il provvedimento di ieri è
il secondo intervento di perfezionamento del Codice: un
intervento di
190 modifiche
riguardanti
149 articoli
del Codice.
Il provvedimento corregge alcune
imperfezioni
testuali: errori materiali di
trascrizione
occorsi nella
redazione del
codice, sia di tipo
dattilografipo dattilografico, sia di riproduzione. Si completa poi il riassetto delle fonti
previgenti e si recepisce il cd.
jus superveniens (e cioè le disposizioni primarie introdotte
nell’ordinamento successivamente all’approvazione definitiva del Codice da parte del
consiglio dei ministri).
ATTI
INTERNAZIONALI
Su proposta del ministro
degli affari esteri, il Consiglio
ha ratificato la Convenzione
del Consiglio d’Europa sulla
prevenzione e la lotta contro
la violenza nei confronti delle
donne e la violenza domestica.
La Convenzione è stata aperta
alla firma degli stati membri
del Consiglio d’Europa, degli
stati non membri che hanno
partecipato alla sua elaborazione e dell’Unione europea,
l’11 maggio 2011 a Istanbul.
L’Italia ha sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. La
violenza contro le donne è
definita come «una violazione
dei diritti umani e una forma
di discriminazione contro le
donne, comprendente tutti
gli atti di violenza fondati
sul genere che provocano o
sono suscettibili di provocare
danni o sofferenze di natura
fisica, sessuale, psicologica o
economica, comprese le minacce di compiere tali atti,
la coercizione o la privazione
arbitraria della libertà, sia
nella vita pubblica che nella
vita privata».
NOMINE
Il consiglio ha infine approvato la permanenza, al massimo fino al 30 giugno 2013,
dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci nell’incarico
di Rappresentante permanente presso l’Unione europea a
Bruxelles, nonché il conferimento al ministro plenipotenziario Armando Varricchio
delle funzioni di vicesegretario generale del Ministero
degli affari esteri. Deliberata
la nomina dell’ammiraglio di
squadra Filippo Maria Foffi a comandante in capo della
squadra navale.
© Riproduzione riservata
I congedi parentali potranno essere utilizzati
anche a ore e non solo su
base giornaliera. Sarà la
contrattazione collettiva
a definire le modalità di
fruizione del
fr
congedo nonco
ché i criteri di
ch
calcolo della
ca
base oraria
ba
e l’equiparazione di un
zi
determinato
de
monte ore
alla singola
al
giornata lavogi
g
rativa. È una
ra
delle tante
de
disposizioni
di
legge
contenute nel decreto
d
salva-infrazioni, (dl 216 del
2012 «Disposizioni urgenti
volte a evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione
europea», pubblicato ieri
sulla G.U. n. 288). Il provvedimento punta a salvare l’Italia dalle numerose
procedure, aperte o possibili, da parte dell’Unione
europea. Si tratta molto probabilmente di un
decreto «a perdere», nel
senso che i suoi contenuti
dovrebbero essere trasfusi
nella legge di Stabilità (si
veda ItaliaOggi di ieri). I
temi affrontati dal decreto
(si veda ItaliaOggi del 7
dicembre scorso) spaziano
dal lavoro al fisco, dalla
sanità all’ambiente. Sul
fronte fiscale, si prevedono,
tra l’altro, l’unificazione
dei criteri del momento di
effettuazione delle operazioni intra Ue, lo stop alla
fatturazione dei pagamenti
anticipati e la ridefinizione degli adempimenti negli
scambi intracomunitari. E
ancora, lo stop per i comuni
alla possibilità di ampliare
l’oggetto dei contratti per la
riscossione locale affidando ai concessionari nuovi
ambiti di business senza
indire gare, ma semplicemente rinegoziando i rapporti in essere. Da segnalare, ancora le modifiche alla
normativa del quadro RW
sui beni all’estero: la previsione di una sanzione di
258 euro per chi presenta
il quadro RW entro i 90
giorni successivi alla scadenza dei termini di Unico, riduzione dal 5 al 3%
della sanzione minima per
l’omessa dichiarazione degli investimenti esteri che
raddoppia se i predetti investimenti sono situati in
black list, completa scomparsa della sezione III del
quadro relativo al monitoraggio fiscale.
Il dl salva infrazioni su www.italiaoggi.it/documenti
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Il consiglio dei ministri ha approvato procedura di scelta e criteri.
Sanità, regioni modello
Bilanci a posto e assistenza di base garantita.
Aver garantito l' erogazione dei livelli essenziali di
assistenza; aver garantito l' equilibrio economicofinanziario del bilancio sanitario regionale; non essere
assoggettate a piani di rientro; essere risultate
adempienti alla valutazione del Tavolo di verifica degli
adempimenti regionali in materia sanitaria. Sono
questi i requisiti che dovranno avere le regionimodello per la sanità italiana. Il consiglio dei ministri
ha infatti approvato ieri il provvedimento che definisce
i criteri attraverso cui individuare, tra una rosa di
cinque regioni, le tre virtuose per definire costi e
fabbisogni standard regionali nel settore sanitario.
Saranno eligibili le regioni che rispetteranno i requisiti
visti sopra, tra queste i ministeri della salute e dell'
economia e delle finanze individueranno le cinque
regioni di riferimento, inserendole in un' apposita
graduatoria. All' interno di questa graduatoria le
regioni sceglieranno le tre che fanno da riferimento.
COSTI DELLA POLITICA L' esecutivo ha anche
esaminato l' intesa raggiunta in Conferenza statoregioni in merito all' individuazione della regione più
virtuosa per il finanziamento alla politica regionale. La
nota finale di palazzo Chigi ricorda che a seguito dell'
approvazione del dl 174/2012 sui costi della politica, il
30 ottobre il consiglio ha condiviso la proposta della
Conferenza stato-regioni, che prevede un risparmio
complessivo di circa 40 milioni di euro l' anno. La
Conferenza ha indicato l' Umbria come regione più
virtuosa per quanto riguarda la retribuzione dei
presidenti di giunta, l' Emilia Romagna per quanto
riguarda i consiglieri regionali e, infine, l' Abruzzo per
quanto riguarda i finanziamenti ai gruppi consiliari.
Palazzo Chigi ricorda che in sede di conversione in
legge del dl 174, per quanto riguarda l' indennità di
fine mandato, il Senato ha introdotto un limite di
spesa pari a un' indennità di carica mensile lorda per
anno, per un massimo di dieci anni; con riferimento
alla spesa per i gruppi consiliari - individuato in un
massimo di 5 mila euro per consigliere - il Senato ha
introdotto l' obbligo di considerare le dimensioni del
territorio e della popolazione residente (con una
spesa aggiuntiva di 0,05 euro per abitante); riguardo
alla spesa per il personale dei gruppi consiliari è stato
previsto che deve equivalere al costo di un' unità di
personale per ciascun consigliere; infine, è stato
previsto un obbligo di rendiconto annuale dei gruppi
consiliari, per assicurare la corretta e trasparente
Normativa Comuni
gestione della contabilità. Rispetto alla proposta
originaria del governo, che prevedeva il controllo
preventivo, la modifica introdotta dal Senato prevede
quindi una rendicontazione annuale, strutturata
secondo le linee guida deliberate dalla Conferenza
stato-regioni e recepite dal governo con apposito
decreto. PREFETTURE Via libera in via preliminare,
salvo intese, a un provvedimento in materia di
riorganizzazione della presenza dello Stato sul
territorio. Il provvedimento punta a definire la nuova
fisionomia del sistema periferico amministrativo dello
Stato, «improntato alla cooperazione, alla
sussidiarietà e al rispetto dell' autonomia operativa e
funzionale degli altri uffici statali. Con il
provvedimento», spiega il comunicato di palazzo
Chigi, «le prefetture confermano la funzione di
rappresentanza unitaria dello Stato sul territorio. Il
prefetto garantisce le politiche di coordinamento dell'
azione amministrativa in ambito locale, secondo criteri
di collegialità e raccordo, nel rispetto dei principi di
leale cooperazione e di sussidiarietà. Grazie all'
istituzione del nuovo Ufficio unico di garanzia dei
rapporti tra i cittadini e lo Stato la prefettura ribadisce
il suo ruolo di punto di riferimento istituzionale». Si
prevede anche una riduzione delle spese attraverso l'
istituzione di servizi comuni per la realizzazione dell'
esercizio unitario delle funzioni logistiche e
strumentali affidate a un solo ufficio. ORDINAMENTO
MILITARE Approvate ulteriori modifiche e integrazioni
al Codice dell' ordinamento militare del 2010, che
razionalizza la preesistente stratificazione legislativa,
riducendo un corpus normativo di circa 1.300 fonti e
10.400 articoli ad una sola fonte normativa organica
composta da soli 2.272 articoli. Il provvedimento di
ieri è il secondo intervento di perfezionamento del
Codice: un intervento di 190 modifiche riguardanti 149
articoli del Codice. Il provvedimento corregge alcune
imperfezioni testuali: errori materiali di trascrizione
occorsi nella redazione del codice, sia di tipo
dattilografico, sia di riproduzione. Si completa poi il
riassetto delle fonti previgenti e si recepisce il cd. jus
superveniens (e cioè le disposizioni primarie
introdotte nell' ordinamento successivamente all'
approvazione definitiva del Codice da parte del
consiglio dei ministri). ATTI INTERNAZIONALI Su
proposta del ministro degli affari esteri, il Consiglio ha
ratificato la Convenzione del Consiglio d' Europa sulla
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Italia Oggi
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prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti
delle donne e la violenza domestica. La Convenzione
è stata aperta alla firma degli stati membri del
Consiglio d' Europa, degli stati non membri che hanno
partecipato alla sua elaborazione e dell' Unione
europea, l' 11 maggio 2011 a Istanbul. L' Italia ha
sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. La
violenza contro le donne è definita come «una
violazione dei diritti umani e una forma di
discriminazione contro le donne, comprendente tutti
gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o
sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di
natura fisica, sessuale, psicologica o economica,
comprese le minacce di compiere tali atti, la
coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia
nella vita pubblica che nella vita privata». NOMINE Il
consiglio ha infine approvato la permanenza, al
massimo fino al 30 giugno 2013, dell' ambasciatore
Ferdinando Nelli Feroci nell' incarico di
Rappresentante permanente presso l' Unione
europea a Bruxelles, nonché il conferimento al
ministro plenipotenziario Armando Varricchio delle
funzioni di vicesegretario generale del Ministero degli
affari esteri. Deliberata la nomina dell' ammiraglio di
squadra Filippo Maria Foffi a comandante in capo
della squadra navale. © Riproduzione riservata.
Normativa Comuni
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Italia Oggi
Mercoledì 12 Dicembre 2012
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G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ
Il consiglio dei ministri ha approvato procedura di scelta e criteri
IN GAZZETTA
Infrazioni,
un decreto
Bilanci a posto e assistenza di base garantita a perdere
Sanità, regioni modello
DI
GIOVANNI GALLI
A
ver garantito l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza;
aver garantito l’equilibrio economico-finanziario del
bilancio sanitario regionale;
non essere assoggettate a piani di rientro; essere risultate
adempienti alla valutazione
del Tavolo di verifica degli
adempimenti regionali in materia sanitaria. Sono questi i
requisiti che dovranno avere
le regioni-modello per la sanità italiana. Il consiglio dei
ministri ha infatti approvato
ieri il provvedimento che definisce i criteri attraverso cui
individuare, tra una rosa di
cinque regioni, le tre virtuose
per definire costi e fabbisogni
standard regionali nel settore sanitario. Saranno eligibili
le regioni che rispetteranno i
requisiti visti sopra, tra queste i ministeri della salute e
dell’economia e delle finanze
individueranno le cinque regioni di riferimento, inserendole in un’apposita graduatoria. All’interno di questa
graduatoria le regioni sceglieranno le tre che fanno da
riferimento.
COSTI
DELLA POLITICA
L’esecutivo ha anche esaminato l’intesa raggiunta in
Conferenza stato-regioni in
merito all’individuazione della regione più virtuosa per il
finanziamento alla politica
regionale. La nota finale di
palazzo Chigi ricorda che a
seguito dell’approvazione del
dl 174/2012 sui costi della politica, il 30 ottobre il consiglio
ha condiviso la proposta della
Conferenza stato-regioni, che
prevede un risparmio complessivo di circa 40 milioni di
euro l’anno. La Conferenza ha
indicato l’Umbria come regione più virtuosa per quanto
riguarda la retribuzione dei
presidenti di giunta, l’Emilia
Romagna per quanto riguarda
i consiglieri regionali e, infine,
l’Abruzzo per quanto riguarda
i finanziamenti ai gruppi consiliari. Palazzo Chigi ricorda
che in sede di conversione in
legge del dl 174, per quanto
Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze “Ezio Vanoni”
Dipartimento delle Scienze Tributarie
Giovedì, 13 dicembre 2012 ore 15.00 – 18.00
Convegno
Roma - Via Maresciallo Caviglia, 24
IL NUOVO REDDITOMETRO
Interventi:
Dott. Marco Di Capua
Direttore Vicario Agenzia Entrate
Prof. Paolo Moretti
Presidente Fondazione Accademia Romana di Ragioneria –
Consigliere Nazionale CNDCEC – Presidente IGS
Relazioni:
Relatori:
Dr. Francesco Gravina
Il redditest: finalità e
modalità di utilizzo da parte
dell’Agenzia delle Entrate
Direzione Centrale
Accertamento Agenzia Entrate
Il redditest: problematiche
applicative
Commercialista e Pubblicista
– Commissione scientifica
Accademia Romana di
Ragioneria
Il nuovo accertamento
sintetico: la prova contraria
Dr. Nicola Forte
Prof. Gianfranco Ferranti
Capo Dipartimento Scienze
Tributarie SSEF
È necessario confermare la propria partecipazione all’indirizzo
e-mail: ssef.eventi@finanze.it
riguarda l’indennità di fine
mandato, il Senato ha introdotto un limite di spesa pari a
un’indennità di carica mensile
lorda per anno, per un massimo di dieci anni; con riferimento alla spesa per i gruppi
consiliari – individuato in un
massimo di 5 mila euro per
consigliere – il Senato ha introdotto l’obbligo di considerare le dimensioni del territorio
e della popolazione residente
(con una spesa aggiuntiva di
0,05 euro per abitante); riguardo alla spesa per il personale
dei gruppi consiliari è stato
previsto che deve equivalere al
costo di un’unità di personale
per ciascun consigliere; infine,
è stato previsto un obbligo di
rendiconto annuale dei gruppi consiliari, per assicurare la
corretta e trasparente gestione della contabilità. Rispetto
alla proposta originaria del
governo, che prevedeva il controllo preventivo, la modifica
introdotta dal Senato prevede quindi una rendicontazione
annuale, strutturata secondo
le linee guida deliberate dalla Conferenza stato-regioni e
recepite dal governo con apposito decreto.
PREFETTURE
Via libera in via preliminare, salvo intese, a un provvedimento in materia di riorganizzazione della presenza dello
Stato sul territorio. Il provvedimento punta a definire la
nuova fisionomia del sistema
periferico amministrativo
dello Stato, «improntato alla
cooperazione, alla sussidiarietà e al rispetto dell’autonomia operativa e funzionale
degli altri uffici statali. Con
il provvedimento», spiega il
comunicato di palazzo Chigi,
«le prefetture confermano la
funzione di rappresentanza
unitaria dello Stato sul territorio. Il prefetto garantisce
le politiche di coordinamento
dell’azione amministrativa in
ambito locale, secondo criteri
di collegialità e raccordo, nel
rispetto dei principi di leale
cooperazione e di sussidiarietà. Grazie all’istituzione del
nuovo Ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini
e lo Stato la prefettura ribadisce il suo ruolo di punto di
riferimento istituzionale». Si
prevede anche una riduzione
delle spese attraverso l’istituzione di servizi comuni per
la realizzazione dell’esercizio
unitario delle funzioni logistiche e strumentali affidate
a un solo ufficio.
ORDINAMENTO
MILITARE
Approvate ulteriori modifiche e integrazioni al Codice dell’ordinamento militare
del 2010, che razionalizza la
preesistente stratificazione
legislativa, riducendo un corpus normativo di circa 1.300
fonti e 10.400 articoli ad una
sola fonte normativa organica
composta da soli 2.272 articoli. Il provvedimento di ieri è
il secondo intervento di perfezionamento del Codice: un
intervento di
190 modifiche
riguardanti
149 articoli
del Codice.
Il provvedimento corregge alcune
imperfezioni
testuali: errori materiali di
trascrizione
occorsi nella
redazione del
codice, sia di tipo
dattilografipo dattilografico, sia di riproduzione. Si completa poi il riassetto delle fonti
previgenti e si recepisce il cd.
jus superveniens (e cioè le disposizioni primarie introdotte
nell’ordinamento successivamente all’approvazione definitiva del Codice da parte del
consiglio dei ministri).
ATTI
INTERNAZIONALI
Su proposta del ministro
degli affari esteri, il Consiglio
ha ratificato la Convenzione
del Consiglio d’Europa sulla
prevenzione e la lotta contro
la violenza nei confronti delle
donne e la violenza domestica.
La Convenzione è stata aperta
alla firma degli stati membri
del Consiglio d’Europa, degli
stati non membri che hanno
partecipato alla sua elaborazione e dell’Unione europea,
l’11 maggio 2011 a Istanbul.
L’Italia ha sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. La
violenza contro le donne è
definita come «una violazione
dei diritti umani e una forma
di discriminazione contro le
donne, comprendente tutti
gli atti di violenza fondati
sul genere che provocano o
sono suscettibili di provocare
danni o sofferenze di natura
fisica, sessuale, psicologica o
economica, comprese le minacce di compiere tali atti,
la coercizione o la privazione
arbitraria della libertà, sia
nella vita pubblica che nella
vita privata».
NOMINE
Il consiglio ha infine approvato la permanenza, al massimo fino al 30 giugno 2013,
dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci nell’incarico
di Rappresentante permanente presso l’Unione europea a
Bruxelles, nonché il conferimento al ministro plenipotenziario Armando Varricchio
delle funzioni di vicesegretario generale del Ministero
degli affari esteri. Deliberata
la nomina dell’ammiraglio di
squadra Filippo Maria Foffi a comandante in capo della
squadra navale.
© Riproduzione riservata
I congedi parentali potranno essere utilizzati
anche a ore e non solo su
base giornaliera. Sarà la
contrattazione collettiva
a definire le modalità di
fruizione del
fr
congedo nonco
ché i criteri di
ch
calcolo della
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base oraria
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e l’equiparazione di un
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determinato
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giornata lavogi
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rativa. È una
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delle tante
de
disposizioni
di
legge
contenute nel decreto
d
salva-infrazioni, (dl 216 del
2012 «Disposizioni urgenti
volte a evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione
europea», pubblicato ieri
sulla G.U. n. 288). Il provvedimento punta a salvare l’Italia dalle numerose
procedure, aperte o possibili, da parte dell’Unione
europea. Si tratta molto probabilmente di un
decreto «a perdere», nel
senso che i suoi contenuti
dovrebbero essere trasfusi
nella legge di Stabilità (si
veda ItaliaOggi di ieri). I
temi affrontati dal decreto
(si veda ItaliaOggi del 7
dicembre scorso) spaziano
dal lavoro al fisco, dalla
sanità all’ambiente. Sul
fronte fiscale, si prevedono,
tra l’altro, l’unificazione
dei criteri del momento di
effettuazione delle operazioni intra Ue, lo stop alla
fatturazione dei pagamenti
anticipati e la ridefinizione degli adempimenti negli
scambi intracomunitari. E
ancora, lo stop per i comuni
alla possibilità di ampliare
l’oggetto dei contratti per la
riscossione locale affidando ai concessionari nuovi
ambiti di business senza
indire gare, ma semplicemente rinegoziando i rapporti in essere. Da segnalare, ancora le modifiche alla
normativa del quadro RW
sui beni all’estero: la previsione di una sanzione di
258 euro per chi presenta
il quadro RW entro i 90
giorni successivi alla scadenza dei termini di Unico, riduzione dal 5 al 3%
della sanzione minima per
l’omessa dichiarazione degli investimenti esteri che
raddoppia se i predetti investimenti sono situati in
black list, completa scomparsa della sezione III del
quadro relativo al monitoraggio fiscale.
Il dl salva infrazioni su www.italiaoggi.it/documenti
118111108111099111109115109101
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Italia Oggi
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In gazzetta.
Infrazioni, un decreto a perdere
I congedi parentali potranno essere utilizzati anche a
ore e non solo su base giornaliera. Sarà la
contrattazione collettiva a definire le modalità di
fruizione del congedo nonché i criteri di calcolo della
base oraria e l' equiparazione di un determinato
monte ore alla singola giornata lavorativa. È una delle
tante disposizioni contenute nel decreto legge salvainfrazioni, (dl 216 del 2012 «Disposizioni urgenti volte
a evitare l' applicazione di sanzioni dell' Unione
europea», pubblicato ieri sulla G.U. n. 288). Il
provvedimento punta a salvare l' Italia dalle numerose
procedure, aperte o possibili, da parte dell' Unione
europea. Si tratta molto probabilmente di un decreto
«a perdere», nel senso che i suoi contenuti
dovrebbero essere trasfusi nella legge di Stabilità (si
veda ItaliaOggi di ieri). I temi affrontati dal decreto (si
veda ItaliaOggi del 7 dicembre scorso) spaziano dal
lavoro al fisco, dalla sanità all' ambiente. Sul fronte
fiscale, si prevedono, tra l' altro, l' unificazione dei
criteri del momento di effettuazione delle operazioni
intra Ue, lo stop alla fatturazione dei pagamenti
anticipati e la ridefinizione degli adempimenti negli
scambi intracomunitari. E ancora, lo stop per i comuni
alla possibilità di ampliare l' oggetto dei contratti per la
riscossione locale affidando ai concessionari nuovi
ambiti di business senza indire gare, ma
semplicemente rinegoziando i rapporti in essere. Da
segnalare, ancora le modifiche alla normativa del
quadro RW sui beni all' estero: la previsione di una
sanzione di 258 euro per chi presenta il quadro RW
entro i 90 giorni successivi alla scadenza dei termini
di Unico, riduzione dal 5 al 3% della sanzione minima
per l' omessa dichiarazione degli investimenti esteri
che raddoppia se i predetti investimenti sono situati in
black list, completa scomparsa della sezione III del
quadro relativo al monitoraggio fiscale.
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I M P O S T E E TA S S E
Mercoledì 12 Dicembre
D
2012
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A pochi giorni dalla scadenza del saldo resta un rebus la procedura di restituzione
Rimborsi Imu garantiti a metà
I comuni si rifiutano di sborsare anche la quota statale
DI
Pagina a cura
SERGIO TROVATO
A
pochi giorni dalla
scadenza del saldo
Imu mancano le regole sulle modalità di
recupero delle somme versate
in misura eccedente il dovuto.
Se è pacifico che le amministrazioni comunali sono tenute
a restituire il maggior tributo
versato nelle loro casse, non è
così scontato che debbano rimborsare le somme pagate allo
stato, qualora i contribuenti
abbiano commesso degli errori nella quantificazione del
tributo.
Stando così le cose, a chi va
presentata l’istanza se il contribuente paga in acconto o a
saldo più del dovuto? Soggetto
attivo d’imposizione è il comune, nonostante lo stato abbia diritto a incassare il 50%
dell’imposta, tranne alcune
eccezioni stabilite dalla legge.
Sono infatti esclusi dal versamento della quota statale gli
immobili adibiti a abitazione
principale, i fabbricati strumentali, quelli posseduti dai
residenti all’estero e da anziani e disabili, purché assimilati dai comuni a prima casa e,
infine, gli immobili destinati a
edilizia residenziale pubblica
(Ater, Iacp).
L’articolo 13 del dl «salva
Italia» (201/2011) si limita
a prevedere che spetta al comune il potere di accertare e
riscuotere il tributo. In base
a questa norma le attività di
accertamento e riscossione
dell’imposta erariale sono
svolte dal comune al quale
spettano le «maggiori somme»
recuperate. Anche se al riguardo vi sono forti dubbi che gli
enti possano incassare tutte
le somme accertate per omesso o parziale versamento, che
tecnicamente non sono proprio
delle maggiori entrate. Nulla è
disposto invece per i rimborsi.
L’unico appiglio normativo è
rappresentato dal rinvio alle
disposizioni della Finanziaria
2007. In particolare, all’articolo
1, commi da 160 a 170, della
legge 296/2006. Il comma 164
dispone che il rimborso delle
somme versate e non dovute
deve essere richiesto dal con-
tribuente entro il termine di
5 anni dal versamento o da
quando è stato accertato il diritto alla restituzione. L’ente locale deve effettuare il rimborso
entro 180 giorni dalla data di
presentazione dell’istanza. Il
Immobili rurali agevolati, catasto decisivo
I fabbricati rurali possono fruire delle agevolazioni Ici solo se iscritti nelle categorie
catastali A/6 e D/10. Lo ha ribadito la sezione tributaria della Corte di cassazione,
con l’ordinanza 16839 del 3 ottobre 2012.
Inoltre, con l’ordinanza 14103 del 3 agosto
2012, ha precisato che l’Agenzia del territorio per accertare se un fabbricato rurale
strumentale posseduto da una cooperativa
possa essere iscritto nella categoria catastale D/10 deve valutare se ha una funzione
produttiva connessa all’attività agricola dei
soci, tenuto conto delle sue caratteristiche,
delle pertinenze e degli impianti installati e,
in particolare, se la tipologia del complesso
sia tale da renderlo insuscettibile di destinazione diversa da quella originaria se non
ricorrendo a radicali trasformazioni.
Secondo i giudici di legittimità «per la dimostrazione della ruralità dei fabbricati, ai
fini del trattamento esonerativo, è rilevante l’oggettiva classificazione catastale con
attribuzione della relativa categoria (A/6
o D/10)». E per iscrivere l’immobile nella
speciale categoria D/10 occorre stabilire se
l’immobile abbia una funzione produttiva
connessa all’attività agricola e possegga
«caratteristiche di destinazione e tipologiche tali da non consentire, senza radicali
trasformazioni, una destinazione diversa da
quella per cui fu originariamente costruito».
Peraltro, sempre la Cassazione (sentenza
11081/2012) ha stabilito che nonostante sia
stato abrogato l’articolo 7 del dl sviluppo
(70/2011), è necessario che gli immobili
strumentali siano ancora iscritti nella categoria catastale D/10 per fruire delle agevolazioni fiscali. La norma imponeva infatti
ai contribuenti di presentare al catasto una
domanda di variazione per l’attribuzione
della categoria D/10 agli immobili rurali a
uso strumentale, certificando di possedere i requisiti previsti dalla legge articolo 9
del decreto legge 557/1993, convertito dalla
legge 133/1994, in via continuativa, a decor-
rere dal quinto anno antecedente a quello
di presentazione dell’istanza.
Le pronunce della Cassazione, però, contrastano con quanto affermato dall’Agenzia del
territorio, secondo cui, alla luce delle recenti
modifiche normative, non conta la classificazione catastale per avere diritto ai benefici
fiscali sia per l’Ici che per l’Imu. I fabbricati
rurali possono mantenere le loro categorie
catastali originarie. Secondo l’Agenzia è
sufficiente l’annotazione catastale, tranne
per i fabbricati che siano per loro natura
censibili nella categoria D/10. Con la circolare 2/2012 ha anche fornito dei chiarimenti,
relativamente a quanto disposto dal decreto
ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli
adempimenti che devono porre in essere i
titolari dei fabbricati interessati a ottenere
l’annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l’Imu dei
benefici fiscali, così come disposto dall’articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande e autocertificazioni necessarie per
il riconoscimento del requisito di ruralità,
redatte in conformità ai modelli allegati al
decreto ministeriale, avrebbero dovuto
essere presentate all’ufficio provinciale
competente per territorio entro il 1° ottobre scorso, al fine di ottenere l’esenzione
anche per gli anni pregressi.
Va ricordato che dal 2012 gli immobili
adibiti ad abitazione di tipo rurale sono
soggetti al pagamento dell’Imu con applicazione dell’aliquota ordinaria, a meno
che non siano destinati a prima casa.
Mentre per quelli strumentali, vale a
dire quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti
agricoli, non è più prevista l’esenzione, ma
un trattamento agevolato con applicazione
dell’aliquota del 2 per mille che i comuni
possono ridurre all’1 per mille. È stata confermata l’esenzione solo per i fabbricati
strumentali ubicati in comuni montani o
parzialmente montani indicati in un elenco predisposto dall’Istat.
comma
165 demanda poi al
com
comune
il potere di fissare la
com
misura
annua degli interessi,
mis
nei limiti di tre punti percentuali
tua di differenza rispetto al
tasso
tas legale, con maturazione
giorno
gior per giorno. Gli interessi
spettano
al contribuente anche
spe
sulle
sul somme da rimborsare a
«decorrere
dalla data dell’ese«de
guito
gu versamento».
Non
c’è dubbio che è più
N
facile
fac regolare i rapporti tra
enti
ent impositori e contribuenti,
i quali
possono richiedere il
q
rimborso
o la compensaziorim
ne dell’Imu, in occasione del
versamento
in acconto per il
ve
2013.
Mentre non è possibile
20
compensare
a saldo l’eccedenco
za di Imu versata in acconto.
Manca
invece una norma di
M
legge,
o qualsiasi direttiva,
le
che
ch indichi agli interessati
la strada da seguire per ottenere
ne il rimborso della quota
statale.
Molti contribuenti hanstat
no già presentato istanza di restituzione ai comuni, anche per
le somme versate allo stato, e
altri lo faranno in futuro. I comuni si rifiutano di restituire
le somme versate allo stato, an-
che per l’incidenza negativa che
avrebbe sui bilanci comunali.
O viene trovata una soluzione
normativa o si apre la strada
al contenzioso, in seguito all’impugnazione del silenzio rifiuto o
del provvedimento di diniego.
Peraltro dopo la scadenza del
saldo, fissata per il 17 dicembre, la soluzione della questione diventa ancora più urgente.
L’importo del saldo è uguale a
quello della prima rata, solo se
le aliquote di base non hanno
subito modifiche. Altrimenti, il
contribuente è tenuto a ricalcolare l’Imu e versare la differenza, tenuto conto delle nuove aliquote, che se aumentate
rispetto a quella di base (7,6
per mille) il gettito va solo ai
comuni. Previsione che aumenta la possibilità di commettere
errori. Se poi gli enti hanno
deliberato aliquote agevolate
(immobili locati, beni merce) o
assimilato all’abitazione principale gli immobili posseduti da
residenti all’estero e anziani
e disabili, dopo il versamento
in acconto (17 giugno), queste
scelte generano rimborsi.
© Riproduzione riservata
L’Anc chiede il rinvio:
versamenti al 31 dicembre
Professionisti impossibilitati ad assistere i cittadini sull’Imu.
L’Associazione nazionale commercialisti ha inviato ieri una
lettera aperta al premier Monti e al ministro dell’economia
Vittorio Grilli per richiamare l’attenzione sulla situazione di
difficoltà che professionisti e contribuenti devono affrontare
rispetto al versamento del saldo, in scadenza il 17 dicembre.
«Il 31 ottobre era il termine entro il quale i comuni erano
tenuti a stabilire la loro aliquota Imu, mentre la relativa pubblicazione è stata prevista entro i 30 giorni successivi, quindi
quasi a ridosso della scadenza stessa. È evidente», scrive il
presidente Marco Cuchel, «che ai professionisti, che assistono
i cittadini, non è stato messo a disposizione un tempo congruo
per permettere loro di conoscere e applicare in modo corretto
la mole di delibere adottate dai comuni; ciò ha determinato
una situazione insostenibile per gli intermediari, che rende
opportuno un intervento risolutivo da parte dell’Amministrazione», sotto forma di uno slittamento almeno al 31
dicembre del termine per il versamento del saldo Imu.
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Normativa Comuni
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A pochi giorni dalla scadenza del saldo resta un rebus la procedura di restituzione.
Rimborsi Imu garantiti a metà
I comuni si rifiutano di sborsare anche la quota statale.
A pochi giorni dalla scadenza del saldo Imu mancano
le regole sulle modalità di recupero delle somme
versate in misura eccedente il dovuto. Se è pacifico
che le amministrazioni comunali sono tenute a
restituire il maggior tributo versato nelle loro casse,
non è così scontato che debbano rimborsare le
somme pagate allo stato, qualora i contribuenti
abbiano commesso degli errori nella quantificazione
del tributo. Stando così le cose, a chi va presentata l'
istanza se il contribuente paga in acconto o a saldo
più del dovuto? Soggetto attivo d' imposizione è il
comune, nonostante lo stato abbia diritto a incassare
il 50% dell' imposta, tranne alcune eccezioni stabilite
dalla legge. Sono infatti esclusi dal versamento della
quota statale gli immobili adibiti a abitazione
principale, i fabbricati strumentali, quelli posseduti dai
residenti all' estero e da anziani e disabili, purché
assimilati dai comuni a prima casa e, infine, gli
immobili destinati a edilizia residenziale pubblica
(Ater, Iacp). L' articolo 13 del dl «salva Italia»
(201/2011) si limita a prevedere che spetta al comune
il potere di accertare e riscuotere il tributo. In base a
questa norma le attività di accertamento e riscossione
dell' imposta erariale sono svolte dal comune al quale
spettano le «maggiori somme» recuperate. Anche se
al riguardo vi sono forti dubbi che gli enti possano
incassare tutte le somme accertate per omesso o
parziale versamento, che tecnicamente non sono
proprio delle maggiori entrate. Nulla è disposto invece
per i rimborsi. L' unico appiglio normativo è
rappresentato dal rinvio alle disposizioni della
Finanziaria 2007. In particolare, all' articolo 1, commi
da 160 a 170, della legge 296/2006. Il comma 164
dispone che il rimborso delle somme versate e non
dovute deve essere richiesto dal contribuente entro il
termine di 5 anni dal versamento o da quando è stato
accertato il diritto alla restituzione. L' ente locale deve
effettuare il rimborso entro 180 giorni dalla data di
presentazione dell' istanza. Il comma 165 demanda
poi al comune il potere di fissare la misura annua
degli interessi, nei limiti di tre punti percentuali di
differenza rispetto al tasso legale, con maturazione
giorno per giorno. Gli interessi spettano al
contribuente anche sulle somme da rimborsare a
«decorrere dalla data dell' eseguito versamento». Non
c' è dubbio che è più facile regolare i rapporti tra enti
impositori e contribuenti, i quali possono richiedere il
Normativa Comuni
rimborso o la compensazione dell' Imu, in occasione
del versamento in acconto per il 2013. Mentre non è
possibile compensare a saldo l' eccedenza di Imu
versata in acconto. Manca invece una norma di legge,
o qualsiasi direttiva, che indichi agli interessati la
strada da seguire per ottenere il rimborso della quota
statale. Molti contribuenti hanno già presentato
istanza di restituzione ai comuni, anche per le somme
versate allo stato, e altri lo faranno in futuro. I comuni
si rifiutano di restituire le somme versate allo stato,
anche per l' incidenza negativa che avrebbe sui
bilanci comunali. O viene trovata una soluzione
normativa o si apre la strada al contenzioso, in
seguito all' impugnazione del silenzio rifiuto o del
provvedimento di diniego. Peraltro dopo la scadenza
del saldo, fissata per il 17 dicembre, la soluzione della
questione diventa ancora più urgente. L' importo del
saldo è uguale a quello della prima rata, solo se le
aliquote di base non hanno subito modifiche.
Altrimenti, il contribuente è tenuto a ricalcolare l' Imu e
versare la differenza, tenuto conto delle nuove
aliquote, che se aumentate rispetto a quella di base
(7,6 per mille) il gettito va solo ai comuni. Previsione
che aumenta la possibilità di commettere errori. Se
poi gli enti hanno deliberato aliquote agevolate
(immobili locati, beni merce) o assimilato all'
abitazione principale gli immobili posseduti da
residenti all' estero e anziani e disabili, dopo il
versamento in acconto (17 giugno), queste scelte
generano rimborsi. © Riproduzione riservata.
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Mer 12/12/2012
Italia Oggi
Pagina 37
A S S O S O F T WA R E
Mercoledì 12 Dicembre
Dice
2012
37
Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a.
Imu, il pasticcio delle aliquote
Software house in prima linea per risolvere i problemi
DI ROBERTO BELLINI
DIRETTORE GENERALE
ASSOSOFTWARE
È
un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che
dovrebbe trovare nel
proprio sviluppo tecnologico
la soluzione al superamento
delle attuali difficoltà. Stiamo
assistendo al vanificarsi dei
vantaggi concreti che l’informatica può dare, per effetto
delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo
Stato, gli Enti e la Pubblica
amministrazione in generale
stanno imponendo.
Parliamo oggi di Imu. Fa
sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus
del 6/12/2012, ndr) interviste
quali quella al presidente
dell’Anci Graziano Delrio il
quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci
saranno neanche difficoltà
per le software house che,
come hanno scritto nei giorni
scorsi, sono rimaste prive dei
dati necessari per il calcolo?»,
avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci
sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente
tecniche. Tuttavia possiamo
affermare che per i cittadini
non si paleserà il problema
dell’incertezza, vale a dire di
non sapere quanto pagheranno».
Tutto vero, se si vogliono
scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi
dovuti all’impossibilità di
aggiornare le procedure di
calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni
di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi
riscontrati nei quali anche gli
calcoli effettuati dai comuni
sono sbagliati).
Vero anche se si pensa che
ciascun cittadino, consultan-
do sul sito del Dipartimento
delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in
formato Pdf) sia in grado di
leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli
e compilare il modello F24
(cosa tutt’altro che banale,
come saprà chi ci ha provato
davvero).
Ma se si vogliono vedere le
cose con onestà intellettuale
non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle
software house che da un
lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in
tempi brevissimi e spesso in
mancanza di chiarimenti ministeriali e dall’altro si sono
trovate nell’impossibilità di
leggere e tabellare in formato
elaborabile le delibere degli
oltre 8 mila comuni italiani, il
tutto a partire dall’1/12/2012,
visto il termine del 30/11/2012
a disposizione dei Comuni per
la pubblicazione delle delibe-
re. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia
locale dell’Anci) che alla data
odierna non ha ancora fornito
un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le
casistiche ministeriali.
Il risultato? Non potendo
disporre di una base dati di
calcolo completa, i software
attualmente disponibili sul
mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf
sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera,
tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria
applicazione, e poi verificare
a mano i calcoli eseguiti dalla
procedura.
In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un
incontro a carattere tecnico
svoltosi il 16/2/2012 presso
l’Ufficio federalismo fiscale
del Dipartimento delle finan-
ze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in
formato elaborabile, ma la
complessità della gestione e
i tempi ristretti non ne hanno
permesso la realizzazione.
Quanto ci costa quindi
l’Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla.
Le novità fiscali del 2013, ecco tutto ciò che bisogna sapere
Si è tenuto nei giorni 29 e 30 novembre, presso l’hotel NH Bologna De
La Gare, il tradizionale Convegno di
formazione professionale per le case di
software organizzato da Assosoftware
dal titolo «Le novità fiscali del 2013,
analisi degli adempimenti ed aggiornamenti sulla normativa: redditometro e
spesometro - il nuovo regime premiale
della trasparenza -dichiarazioni fiscali
2013 - la riforma Fornero - la nuova
DMA2 – Autoliquidazione Inail». Si
tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti
di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti e i
funzionari dell’Agenzia delle entrate,
del Ministero delle finanze e dell’Inps.
Le tematiche vengono affrontate con
particolare riferimento al trattamento informatico dei dati alla luce delle
novità normative, che pone al primo
posto l’operatività quotidiana degli
operatori del settore, in particolare i
Commercialisti, i Consulenti del lavoro e le Associazioni di Categoria che
forniscono servizi fiscali e del lavoro
ai contribuenti. A seguire desideriamo
fornire alcune indicazioni riguardanti
le novità che ci aspettano il prossimo
anno legate al nuovo Spesometro ed al
Modello 730/2013.
Spesometro 2013
Di rilievo le novità dello Spesometro, illustrate nell’intervento del dott.
Vincenzo Errico, responsabile Basi dati
e strumenti di analisi della Direzione
centrale Accertamento, e dalla dott.ssa
Maria Pia Protano, capo settore Analisi e strategie della Direzione centrale
Accertamento, dell’Agenzia delle entrate. In estrema sintesi le differenze
rispetto alla vecchia Comunicazione
Over 3 mila, sono le seguenti:
• dovranno essere trasmesse, una a
una, tutte le fatture (anche quelle di
importo minimo), per effetto dell’eliminazione della soglia di 3 mila euro
(anche se emesse per facoltà e non per
obbligo);
• dovranno essere trasmessi i corrispettivi a privati solo se di importo pari
o superiore a 3.600 euro (non dovranno
più essere trasmessi i corrispettivi di
importo inferiore, ancorché collegati a
un contratto di importo superiore alla
soglia);
• dovranno essere trasmesse le
fatture riepilogative di importo fino a
300,00 euro (in passato non rientranti
nell’obbligo);
• le note di variazione dovranno essere trasmesse autonomamente (non
dovranno quindi più essere imputate
alle fatture di origine), con segno positivo se in aumento o negativo se in
diminuzione;
• verrà approvato dall’AdE uno
specifico modello composto dal frontespizio, dai quadri delle fatture emesse,
delle fatture ricevute, dei corrispettivi
a privati, delle note di variazione e
delle fatture emesse nei confronti di
soggetti non residenti, cui potrebbe
aggiungersi un quadro riepilogativo
delle operazioni in contanti da 1.000 a
15 mila euro legate al turismo (art. 3,
comma 1, dl 16/2012);
• la comunicazione dovrà essere effettuata con riferimento alla data di
registrazione (si farà riferimento alla
data della fattura esclusivamente per
i soggetti e nei casi in cui non vi sia obbligo di registrazione sui registri Iva).
È stato ricordato, infine, che pur
permanendo le ipotesi di esonero dalla comunicazione telematica dei dati
già conosciuti, l’AdE non precluderà in
nessun modo l’invio di dati per i quali
non è previsto l’obbligo, qualora ciò costituisca una semplificazione per il contribuente. Ciò in quanto l’indicazione
di dati non obbligatori non costituisce
ostacolo all’attività di accertamento. Si
possono dunque inviare i dati già conosciuti (in quanto già segnalate dai soggetti obbligati alle comunicazioni di cui
all’art. 7, del dpr 605/1973) relativi alle
spese assicurative, telefoniche, bollette
elettriche, gas, acqua, leasing e noleggi,
ecc., in quanto l’Agenzia li potrà riconoscere dal codice fiscale o dalla partita
Iva del fornitore e dunque evitare la
«duplicazione» degli stessi in fase di
elaborazione del Redditometro. Stesse
considerazioni valgono anche nel caso
in cui il pagamento di un corrispettivo
sia avvenuto con carta di credito o di
debito: nel caso non vi sia la sicurezza
che l’emissione della carta sia stata fatta da un operatore italiano oppure nel
caso il proprio sistema informatico non
disponga dell’informazione che il pagamento sia avvenuto con carta di credito
o di debito, è possibile inserire tale corrispettivo nella comunicazione.
730/2013
Interessanti anche le novità contenute nella dichiarazione dei redditi
modello 730/2013, illustrate nell’intervento del dott. Andrea Palma, funzionario della Direzione centrale servizi ai
contribuenti dell’Agenzia delle entrate, che riguardano principalmente gli
effetti dall’Imu sulla determinazione
dell’Irpef degli immobili. Infatti:
• non sono più dovute l’Irpef e le
relative addizionali sul reddito dominicale dei terreni non locati, perché
sostituite dall’Imu, mentre il reddito
agrario continua a essere assoggettato
alle imposte sui redditi;
• non sono dovute l’Irpef e le relative
addizionali sul reddito dei fabbricati
non locati (compresi quelli concessi in
comodato d’uso gratuito e quelli utilizzati a uso promiscuo dal professionista), perché sostituite dall’Imu.
Le altre le novità del modello sono
le seguenti:
• possono essere ammesse alla detrazione di imposta del 19%, a determinate condizioni, le spese sostenute
per le prestazioni sanitarie rese alla
persona dalle figure professionali
elencate nel dm 29/03/2001 (podologo,
fisioterapista, logopedista ecc.), anche
senza una specifica prescrizione medica;
• per i fabbricati di interesse storico o artistico viene meno la tassazione
agevolata del reddito mediante l’applicazione della minore tra le tariffe
d’estimo previste per le abitazioni della
zona censuaria, e se concessi in locazione il reddito è costituito dal maggiore
importo tra la rendita catastale effettiva rivalutata del 5% e il canone di
locazione ridotto del 35%;
• i dati relativi agli acconti per l’anno 2012 che lo scorso anno dovevano
essere ricalcolati in presenza di redditi
derivanti dagli immobili riconosciuti
di interesse storico o artistico, vanno
indicati nelle colonne da 7 a 10 del
rigo F1;
• per le spese relative ad interventi di recupero del patrimonio edilizio
e per il ripristino a seguito di eventi
calamitosi, sostenute dal 26/6/2012
al 30/6/2013, la detrazione d’imposta
è elevata dal 36 al 50%, nel limite di
spesa di 96 mila euro;
• non è più prevista la possibilità,
per i contribuenti di età non inferiore
a 75 e 80 anni, di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote
annuali;
• la detrazione del 55%, relativa agli
interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, è estesa anche alle
spese per interventi di sostituzione di
scaldacqua con scaldacqua a pompa di
calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
• i contributi sanitari obbligatori per
l’assistenza erogata nell’ambito del Ssn
versati con l’assicurazione Rca sono deducibili dal reddito complessivo solo per
la parte che eccede 40 euro.
Fabio Giordano
NEWS
Nel mese di novembre è entrata a far parte di Assosoftware
la società ARS Edizioni Informatiche Srl di Milano (www.
arsedizioni.it)
118111108111099111109115109101
Normativa Comuni
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Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a.
Imu, il pasticcio delle aliquote
Software house in prima linea per risolvere i problemi.
È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in
un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo
tecnologico la soluzione al superamento delle attuali
difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi
concreti che l' informatica può dare, per effetto delle
regole distorte (non codificate né codificabili) che lo
Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in
generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa
sorridere leggere sulla stampa specializzata
(FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella
al presidente dell' Anci Graziano Delrio il quale, in
risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci
saranno neanche difficoltà per le software house che,
come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste
prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe
affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà
sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente
tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i
cittadini non si paleserà il problema dell' incertezza,
vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto
vero, se si vogliono scaricare sulle software house le
difficoltà dei disservizi dovuti all' impossibilità di
aggiornare le procedure di calcolo in uso ai
commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria,
ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi
riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai
comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che
ciascun cittadino, consultando sul sito del
Dipartimento delle Finanze la delibera comunale
(esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di
leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i
calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt' altro che
banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se
si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non
si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle
software house che da un lato hanno dovuto
realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e
spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall'
altro si sono trovate nell' impossibilità di leggere e
tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre
8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall' 1/12/2012,
visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei
Comuni per la pubblicazione delle delibere. La cosa
peraltro non è riuscita nemmeno all' Ifel (Istituto per la
finanza e l' economia locale dell' Anci) che alla data
odierna non ha ancora fornito un elenco completo
delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche
Normativa Comuni
ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una
base dati di calcolo completa, i software attualmente
disponibili sul mercato al più riescono a linkare le
delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle
finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera,
tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla
propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli
eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il
nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere
tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l' Ufficio
federalismo fiscale del Dipartimento delle finanze,
aveva sollevato il problema della raccolta e
pubblicazione delle aliquote Imu in formato
elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi
ristretti non ne hanno permesso la realizzazione.
Quanto ci costa quindi l' Imu? Tanto, non solo
pagarla, ma anche calcolarla.
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Italia Oggi
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I M P O S T E E TA S S E
Mercoledì 12 Dicembre
D
2012
29
A pochi giorni dalla scadenza del saldo resta un rebus la procedura di restituzione
Rimborsi Imu garantiti a metà
I comuni si rifiutano di sborsare anche la quota statale
DI
Pagina a cura
SERGIO TROVATO
A
pochi giorni dalla
scadenza del saldo
Imu mancano le regole sulle modalità di
recupero delle somme versate
in misura eccedente il dovuto.
Se è pacifico che le amministrazioni comunali sono tenute
a restituire il maggior tributo
versato nelle loro casse, non è
così scontato che debbano rimborsare le somme pagate allo
stato, qualora i contribuenti
abbiano commesso degli errori nella quantificazione del
tributo.
Stando così le cose, a chi va
presentata l’istanza se il contribuente paga in acconto o a
saldo più del dovuto? Soggetto
attivo d’imposizione è il comune, nonostante lo stato abbia diritto a incassare il 50%
dell’imposta, tranne alcune
eccezioni stabilite dalla legge.
Sono infatti esclusi dal versamento della quota statale gli
immobili adibiti a abitazione
principale, i fabbricati strumentali, quelli posseduti dai
residenti all’estero e da anziani e disabili, purché assimilati dai comuni a prima casa e,
infine, gli immobili destinati a
edilizia residenziale pubblica
(Ater, Iacp).
L’articolo 13 del dl «salva
Italia» (201/2011) si limita
a prevedere che spetta al comune il potere di accertare e
riscuotere il tributo. In base
a questa norma le attività di
accertamento e riscossione
dell’imposta erariale sono
svolte dal comune al quale
spettano le «maggiori somme»
recuperate. Anche se al riguardo vi sono forti dubbi che gli
enti possano incassare tutte
le somme accertate per omesso o parziale versamento, che
tecnicamente non sono proprio
delle maggiori entrate. Nulla è
disposto invece per i rimborsi.
L’unico appiglio normativo è
rappresentato dal rinvio alle
disposizioni della Finanziaria
2007. In particolare, all’articolo
1, commi da 160 a 170, della
legge 296/2006. Il comma 164
dispone che il rimborso delle
somme versate e non dovute
deve essere richiesto dal con-
tribuente entro il termine di
5 anni dal versamento o da
quando è stato accertato il diritto alla restituzione. L’ente locale deve effettuare il rimborso
entro 180 giorni dalla data di
presentazione dell’istanza. Il
Immobili rurali agevolati, catasto decisivo
I fabbricati rurali possono fruire delle agevolazioni Ici solo se iscritti nelle categorie
catastali A/6 e D/10. Lo ha ribadito la sezione tributaria della Corte di cassazione,
con l’ordinanza 16839 del 3 ottobre 2012.
Inoltre, con l’ordinanza 14103 del 3 agosto
2012, ha precisato che l’Agenzia del territorio per accertare se un fabbricato rurale
strumentale posseduto da una cooperativa
possa essere iscritto nella categoria catastale D/10 deve valutare se ha una funzione
produttiva connessa all’attività agricola dei
soci, tenuto conto delle sue caratteristiche,
delle pertinenze e degli impianti installati e,
in particolare, se la tipologia del complesso
sia tale da renderlo insuscettibile di destinazione diversa da quella originaria se non
ricorrendo a radicali trasformazioni.
Secondo i giudici di legittimità «per la dimostrazione della ruralità dei fabbricati, ai
fini del trattamento esonerativo, è rilevante l’oggettiva classificazione catastale con
attribuzione della relativa categoria (A/6
o D/10)». E per iscrivere l’immobile nella
speciale categoria D/10 occorre stabilire se
l’immobile abbia una funzione produttiva
connessa all’attività agricola e possegga
«caratteristiche di destinazione e tipologiche tali da non consentire, senza radicali
trasformazioni, una destinazione diversa da
quella per cui fu originariamente costruito».
Peraltro, sempre la Cassazione (sentenza
11081/2012) ha stabilito che nonostante sia
stato abrogato l’articolo 7 del dl sviluppo
(70/2011), è necessario che gli immobili
strumentali siano ancora iscritti nella categoria catastale D/10 per fruire delle agevolazioni fiscali. La norma imponeva infatti
ai contribuenti di presentare al catasto una
domanda di variazione per l’attribuzione
della categoria D/10 agli immobili rurali a
uso strumentale, certificando di possedere i requisiti previsti dalla legge articolo 9
del decreto legge 557/1993, convertito dalla
legge 133/1994, in via continuativa, a decor-
rere dal quinto anno antecedente a quello
di presentazione dell’istanza.
Le pronunce della Cassazione, però, contrastano con quanto affermato dall’Agenzia del
territorio, secondo cui, alla luce delle recenti
modifiche normative, non conta la classificazione catastale per avere diritto ai benefici
fiscali sia per l’Ici che per l’Imu. I fabbricati
rurali possono mantenere le loro categorie
catastali originarie. Secondo l’Agenzia è
sufficiente l’annotazione catastale, tranne
per i fabbricati che siano per loro natura
censibili nella categoria D/10. Con la circolare 2/2012 ha anche fornito dei chiarimenti,
relativamente a quanto disposto dal decreto
ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli
adempimenti che devono porre in essere i
titolari dei fabbricati interessati a ottenere
l’annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l’Imu dei
benefici fiscali, così come disposto dall’articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande e autocertificazioni necessarie per
il riconoscimento del requisito di ruralità,
redatte in conformità ai modelli allegati al
decreto ministeriale, avrebbero dovuto
essere presentate all’ufficio provinciale
competente per territorio entro il 1° ottobre scorso, al fine di ottenere l’esenzione
anche per gli anni pregressi.
Va ricordato che dal 2012 gli immobili
adibiti ad abitazione di tipo rurale sono
soggetti al pagamento dell’Imu con applicazione dell’aliquota ordinaria, a meno
che non siano destinati a prima casa.
Mentre per quelli strumentali, vale a
dire quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti
agricoli, non è più prevista l’esenzione, ma
un trattamento agevolato con applicazione
dell’aliquota del 2 per mille che i comuni
possono ridurre all’1 per mille. È stata confermata l’esenzione solo per i fabbricati
strumentali ubicati in comuni montani o
parzialmente montani indicati in un elenco predisposto dall’Istat.
comma
165 demanda poi al
com
comune
il potere di fissare la
com
misura
annua degli interessi,
mis
nei limiti di tre punti percentuali
tua di differenza rispetto al
tasso
tas legale, con maturazione
giorno
gior per giorno. Gli interessi
spettano
al contribuente anche
spe
sulle
sul somme da rimborsare a
«decorrere
dalla data dell’ese«de
guito
gu versamento».
Non
c’è dubbio che è più
N
facile
fac regolare i rapporti tra
enti
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i quali
possono richiedere il
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rimborso
o la compensaziorim
ne dell’Imu, in occasione del
versamento
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2013.
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invece una norma di
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legge,
o qualsiasi direttiva,
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che
ch indichi agli interessati
la strada da seguire per ottenere
ne il rimborso della quota
statale.
Molti contribuenti hanstat
no già presentato istanza di restituzione ai comuni, anche per
le somme versate allo stato, e
altri lo faranno in futuro. I comuni si rifiutano di restituire
le somme versate allo stato, an-
che per l’incidenza negativa che
avrebbe sui bilanci comunali.
O viene trovata una soluzione
normativa o si apre la strada
al contenzioso, in seguito all’impugnazione del silenzio rifiuto o
del provvedimento di diniego.
Peraltro dopo la scadenza del
saldo, fissata per il 17 dicembre, la soluzione della questione diventa ancora più urgente.
L’importo del saldo è uguale a
quello della prima rata, solo se
le aliquote di base non hanno
subito modifiche. Altrimenti, il
contribuente è tenuto a ricalcolare l’Imu e versare la differenza, tenuto conto delle nuove aliquote, che se aumentate
rispetto a quella di base (7,6
per mille) il gettito va solo ai
comuni. Previsione che aumenta la possibilità di commettere
errori. Se poi gli enti hanno
deliberato aliquote agevolate
(immobili locati, beni merce) o
assimilato all’abitazione principale gli immobili posseduti da
residenti all’estero e anziani
e disabili, dopo il versamento
in acconto (17 giugno), queste
scelte generano rimborsi.
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L’Anc chiede il rinvio:
versamenti al 31 dicembre
Professionisti impossibilitati ad assistere i cittadini sull’Imu.
L’Associazione nazionale commercialisti ha inviato ieri una
lettera aperta al premier Monti e al ministro dell’economia
Vittorio Grilli per richiamare l’attenzione sulla situazione di
difficoltà che professionisti e contribuenti devono affrontare
rispetto al versamento del saldo, in scadenza il 17 dicembre.
«Il 31 ottobre era il termine entro il quale i comuni erano
tenuti a stabilire la loro aliquota Imu, mentre la relativa pubblicazione è stata prevista entro i 30 giorni successivi, quindi
quasi a ridosso della scadenza stessa. È evidente», scrive il
presidente Marco Cuchel, «che ai professionisti, che assistono
i cittadini, non è stato messo a disposizione un tempo congruo
per permettere loro di conoscere e applicare in modo corretto
la mole di delibere adottate dai comuni; ciò ha determinato
una situazione insostenibile per gli intermediari, che rende
opportuno un intervento risolutivo da parte dell’Amministrazione», sotto forma di uno slittamento almeno al 31
dicembre del termine per il versamento del saldo Imu.
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Normativa Comuni
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Immobili rurali agevolati, catasto decisivo
I fabbricati rurali possono fruire delle agevolazioni Ici
solo se iscritti nelle categorie catastali A/6 e D/10. Lo
ha ribadito la sezione tributaria della Corte di
cassazione, con l' ordinanza 16839 del 3 ottobre
2012. Inoltre, con l' ordinanza 14103 del 3 agosto
2012, ha precisato che l' Agenzia del territorio per
accertare se un fabbricato rurale strumentale
posseduto da una cooperativa possa essere iscritto
nella categoria catastale D/10 deve valutare se ha
una funzione produttiva connessa all' attività agricola
dei soci, tenuto conto delle sue caratteristiche, delle
pertinenze e degli impianti installati e, in particolare,
se la tipologia del complesso sia tale da renderlo
insuscettibile di destinazione diversa da quella
originaria se non ricorrendo a radicali trasformazioni.
Secondo i giudici di legittimità «per la dimostrazione
della ruralità dei fabbricati, ai fini del trattamento
esonerativo, è rilevante l' oggettiva classificazione
catastale con attribuzione della relativa categoria (A/6
o D/10)». E per iscrivere l' immobile nella speciale
categoria D/10 occorre stabilire se l' immobile abbia
una funzione produttiva connessa all' attività agricola
e possegga «caratteristiche di destinazione e
tipologiche tali da non consentire, senza radicali
trasformazioni, una destinazione diversa da quella per
cui fu originariamente costruito». Peraltro, sempre la
Cassazione (sentenza 11081/2012) ha stabilito che
nonostante sia stato abrogato l' articolo 7 del dl
sviluppo (70/2011), è necessario che gli immobili
strumentali siano ancora iscritti nella categoria
catastale D/10 per fruire delle agevolazioni fiscali. La
norma imponeva infatti ai contribuenti di presentare al
catasto una domanda di variazione per l' attribuzione
della categoria D/10 agli immobili rurali a uso
strumentale, certificando di possedere i requisiti
previsti dalla legge articolo 9 del decreto legge
557/1993, convertito dalla legge 133/1994, in via
continuativa, a decorrere dal quinto anno antecedente
a quello di presentazione dell' istanza. Le pronunce
della Cassazione, però, contrastano con quanto
affermato dall' Agenzia del territorio, secondo cui, alla
luce delle recenti modifiche normative, non conta la
classificazione catastale per avere diritto ai benefici
fiscali sia per l' Ici che per l' Imu. I fabbricati rurali
possono mantenere le loro categorie catastali
originarie. Secondo l' Agenzia è sufficiente l'
annotazione catastale, tranne per i fabbricati che
siano per loro natura censibili nella categoria D/10.
Con la circolare 2/2012 ha anche fornito dei
chiarimenti, relativamente a quanto disposto dal
Normativa Comuni
decreto ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli
adempimenti che devono porre in essere i titolari dei
fabbricati interessati a ottenere l' annotazione negli
atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l'
Imu dei benefici fiscali, così come disposto dall'
articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande
e autocertificazioni necessarie per il riconoscimento
del requisito di ruralità, redatte in conformità ai modelli
allegati al decreto ministeriale, avrebbero dovuto
essere presentate all' ufficio provinciale competente
per territorio entro il 1° ottobre scorso, al fine di
ottenere l' esenzione anche per gli anni pregressi. Va
ricordato che dal 2012 gli immobili adibiti ad
abitazione di tipo rurale sono soggetti al pagamento
dell' Imu con applicazione dell' aliquota ordinaria, a
meno che non siano destinati a prima casa. Mentre
per quelli strumentali, vale a dire quelli utilizzati per la
manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti
agricoli, non è più prevista l' esenzione, ma un
trattamento agevolato con applicazione dell' aliquota
del 2 per mille che i comuni possono ridurre all' 1 per
mille. È stata confermata l' esenzione solo per i
fabbricati strumentali ubicati in comuni montani o
parzialmente montani indicati in un elenco
predisposto dall' Istat.
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
Pagina 20 di 44
.
Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343
28 Norme e tributi
Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici
Paradossisenzafine
Imprese sempre alla cassa
SOS
IMU
N. 9
12 dicembre 2012
–5
I giorni che mancano
al saldo Imu
DOSSIER ONLINE
Il calcolatore
e gli approfondimenti
in vista dei pagamenti
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Normativa Comuni
Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d’azienda
Luciano De Vico
Gli immobili d’impresa
rientranoapienotitolonella baseimponibileImu,indipendentemente dallaloro collocazione
in bilancio.
Nonvisonodifferenzetraimmobili strumentali per natura o
perdestinazione,immobilimerce e immobili patrimonio. Ci si
riferisce, in particolare, agli immobili di cui all’articolo 43 del
Tuireaquellipossedutidaisoggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come
quellid’impresa,risultanofortemente penalizzati, se si tiene
conto che da quest’anno la nuova imposta sostituisce l’Irpef
per gli immobili non locati.
Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di
alleggerire il prelievo dell’Imu
sugliimmobilid’impresa, senza
intaccare però la quota di competenzadelloStatochedevecomunque essere pari allo 0,38%.
IComunipossonoinfattideliberare aliquote ridotte, anche in
relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il li-
mite minimo dello 0,4%. Per i
cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita,
lariduzionepuòarrivarefinoallo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano
in ogni caso locati, e comunque
per un periodo non superiore a
tre anni dall’ultimazione dei la-
ATTENZIONE ALLE DELIBERE
Molti Comuni hanno
previsto agevolazioni
per alcune
attività produttive
o per i beni merce
vori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali.
Il Comune di Milano, ad
esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria
attivitàolocati per lamedesima
finalità, posseduti da soggetti
che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l’aliquo-
ta dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di
regolaritàfiscalee tributariaancheconriferimentoai tributilocali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l’aliquota dello0,76% per leunitàimmobiliari,nonproduttivediredditofondiario,appartenentiallecategorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivoper lo svolgimentodellapropriaattivitàlavorativa,limitatamente ad una sola unità. Il Comune diBari, infine,avendo deliberato l’aliquota dello 0,38%
perifabbricatidelleimpresecostruttrici destinati alla vendita
enonlocati,ha difatto rinunciatoall’impostasuquestiimmobili, in quanto, come ricordato in
precedenza, tutta l’Imu versata
andrà allo Stato.
Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e
dell’imposta,gli immobili d’impresa seguono le stesse regole
degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel
gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da
imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le
stesse regole dell’Ici. Fino
all’iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di iniziodi ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito
dall’ammontare, al lordo delle
quotediammortamento,che risulta dalle scritture contabili,
applicando per ciascun anno di
formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell’economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è
stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in
mancanza di rendita proposta
aisensi delDm 701/1994, ilvalore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili
del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente
al locatario i dati necessari per
il calcolo. La circolare n. 3/Df
del 18 maggio scorso ricorda, a
questo proposito, come il momento che segna il passaggio
dal criterio di determinazione
della base imponibile fondato
sui valori contabili al criterio
catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita
mediantelaDocfa,comestabilito dalla Cassazione a Sezioni
Unite nella sentenza n. 3160 del
9 febbraio 2011.
PergliimmobilipossedutidagliIacpedallecooperativeedilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione
per abitazione principale, sempre che la condizione sussista
in capo agli assegnatari, ma non
è applicabile né l’aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche.
La riduzione dell’aliquota fino
allo 0,4% prevista per i soggetti
Ires, però, è applicabile anche
agliIacpe allecooperative edilizie.Inquest’ultimo casoi comuni non risultano penalizzati, in
quanto secondo la legge in tali
fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per
cui tutta l’imposta affluisce alle
casse comunali.
160
80
60
Magazzini e depositi
Ilmoltiplicatoreperquesta
categoriadiimmobilièanalogoa
quellointrodottodalleregoleImu
perleabitazioni(conunaumento
del60%rispettoall’Ici)
Uffici
Èilmoltiplicatoredaapplicarenel
calcolodell’impostasugliufficie
determinaunaumentodel60%
dellabaseimponibilerispetto
all’Ici
Categoria D
Èilmoltiplicatoredaapplicareal
valorecatastaledeiclassici
immobilistrumentali(ilrincaro
perquestacategoriarispetto
all’Icièdel20%)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I parametri per il calcolo
FOTOGRAMMA
Icoefficientiperladeterminazionedelvaloredeifabbricatiposseduti interamentedaimpresenonaccatastati
1,03
2002
2011
1,07
2001
2010
1,09
2000
2012
1999
2009
1,10
2008
1,14
2007
1,18
2006
1,21
1995
2005
1,25
1994
2004
1,32
1993
2003
1,36
1992
1998
1997
1996
1,41
1,45
1,49
1,52
1,54
1,58
1,63
1,68
1,73
1,76
1,78
1991
1990
1989
1988
1987
1986
1985
1984
1983
1982
e anni precedenti
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
1,81
1,90
1,99
2,07
2,25
2,42
2,59
2,77
2,94
3,11
Zone terremotate,
l’acconto arriva
subito dopo il saldo
di Pasquale Mirto
e Gianni Trovati
roblema: nelle zone
colpite dal terremoto di
maggio, dopo i mini-rinvii
dei mesi scorsi, si sarebbe
dovuto pagare l’acconto Imu
insieme al saldo, entro il 17
novembre, creando una
mega-rata unica a carico dei
proprietari di immobili.
Soluzione: il rinvio al 20
dicembre di tutti gli obblighi
tributari che erano in
calendario entro il 30
novembre. Risultato pratico: il
saldo dell’imposta municipale
rimane fissato al 17 dicembre,
come nel resto d’Italia, perché
non era stato interessato dalle
proroghe dedicate fin qui alle
aree terremotate, ma il
versamento dell’acconto slitta
al 20. Tre giorni dopo il saldo.
Sembra un racconto
d’invenzione, ma la geniale
soluzione al problema dell’Imu
è scritta nella «Gazzetta
Uifficiale», perché è stata
introdotta dal Parlamento nella
legge di conversione al decreto
enti locali. Proprio sulle misure
destinate alle aree terremotate
si era infiammata la battaglia
tra parlamentari e Governo, ma
l’esito dimostra che tanto
impegno era degno di miglior
causa e rende ancora più
urgente tornare sul tema
all’interno della legge di
stabilità. Il corto-circuito fra
acconto e saldo partorito dalla
legge di conversione del
decreto enti locali è solo
l’ultimo dei paradossi di una
vicenda normativa
particolarmente tormentata,
nata dal fatto che le esigenze di
bilancio (e il "peso fiscale"
delle province interessate dal
terremoto di maggio) hanno
spinto il Governo ad
abbandonare la strada maestra
degli stati di emergenza, scritta
nella regola generale riformata
alla fine del 2009. In quella
norma (articolo 5, comma 5-ter
della legge 225/1992) si
prevedeva infatti che la ripresa
dei versamenti al termine degli
stati di emergenza potesse
P
essere dilazionata fino a 24 rate,
mentre l’urgenza di non
rinunciare a introiti ha imposto
in questo caso il riavvio dei
pagamenti in soluzione unica.
In tanta fretta, non potevano
ovviamente mancare i molti
dubbi applicativi. La stessa
legge di conversione rinvia i
termini per l’accatastamento
dei fabbricati rurali, ma non i
termini di versamento che
sono rimasti invariati. E su
molti temi gli amministratori
locali, e la stessa Anci
Emilia-Romagna, hanno
rivolto al Governo richieste di
istruzioni rimaste finora senza
risposta. Quando le risposte
sono arrivate, del resto, non
sono state piacevoli, com’è
accaduto quando le Finanze
hanno chiarito che a un
fabbricato non basta essere
nella «zona rossa» per evitare
l’Imu: la sua inutilizzabilità
deve derivare da ragioni
«intrinseche», mentre se il
problema è un fabbricato
vicino pericolante l’Imu si paga
comunque. Il tutto mentre si
aspetta ancora il decreto delle
Finanze sulle nuove date per gli
adempimenti sospesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il corto-circuito
17/12
Saldo
Èladataentrolaqualei
proprietaridiimmobili
devonoversareilsaldo
dell’impostamunicipaleper
il2012.Ladataèinvigore
anchenelleareecolpitedal
terremotodimaggio
20/12
L’acconto
Èladataentrolaqualei
contribuentidellearee
colpitedalterremoto
devonoeffettuarei
versamentitributari
sospesi,quindianche
l’accontoImu
Pagina 21 di 44
Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole
Ici.
Imprese sempre alla cassa
Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d' azienda ATTENZIONE ALLE
DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o
per i beni merce.
Luciano De Vico Gli immobili d' impresa rientrano a
pieno titolo nella base imponibile Imu,
indipendentemente dalla loro collocazione in bilancio.
Non vi sono differenze tra immobili strumentali per
natura o per destinazione, immobili merce e immobili
patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili
di cui all' articolo 43 del Tuir e a quelli posseduti dai
soggetti Ires. I beni che non producono reddito
fondiario, come quelli d' impresa, risultano fortemente
penalizzati, se si tiene conto che da quest' anno la
nuova imposta sostituisce l' Irpef per gli immobili non
locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la
possibilità di alleggerire il prelievo dell' Imu sugli
immobili d' impresa, senza intaccare però la quota di
competenza dello Stato che deve comunque essere
pari allo 0,38%. I Comuni possono infatti deliberare
aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate
tipologie di immobili, entro il limite minimo dello 0,4%.
Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e
destinati dall' impresa costruttrice alla vendita, la
riduzione può arrivare fino allo 0,38%, fintanto che
permanga tale destinazione e non siano in ogni caso
locati, e comunque per un periodo non superiore a tre
anni dall' ultimazione dei lavori. Occorre prestare
particolare attenzione quindi alle singole delibere
degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per
i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attività
o locati per la medesima finalità, posseduti da
soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha
deliberato l' aliquota dello 0,87%, purché il soggetto
passivo sia in condizione di regolarità fiscale e
tributaria anche con riferimento ai tributi locali. Il
Comune di Roma, invece, ha deliberato l' aliquota
dello 0,76% per le unità immobiliari, non produttive di
reddito fondiario, appartenenti alle categorie C/1, C/3
e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivo per
lo svolgimento della propria attività lavorativa,
limitatamente ad una sola unità. Il Comune di Bari,
infine, avendo deliberato l' aliquota dello 0,38% per i
fabbricati delle imprese costruttrici destinati alla
vendita e non locati, ha di fatto rinunciato all' imposta
su questi immobili, in quanto, come ricordato in
precedenza, tutta l' Imu versata andrà allo Stato. Per
quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell'
Normativa Comuni
imposta, gli immobili d' impresa seguono le stesse
regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati
classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto,
posseduti interamente da imprese e distintamente
contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell'
Ici. Fino all' iscrizione in catasto, il valore è
determinato alla data di inizio di ciascun anno solare
ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è
costituito dall' ammontare, al lordo delle quote di
ammortamento, che risulta dalle scritture contabili,
applicando per ciascun anno di formazione i
coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell'
economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è
stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre
che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di
rendita proposta ai sensi del Dm 701/1994, il valore
contabile è determinato sulla base delle scritture
contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire
tempestivamente al locatario i dati necessari per il
calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso
ricorda, a questo proposito, come il momento che
segna il passaggio dal criterio di determinazione della
base imponibile fondato sui valori contabili al criterio
catastale è quello della richiesta di attribuzione della
rendita mediante la Docfa, come stabilito dalla
Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160
del 9 febbraio 2011. Per gli immobili posseduti dagli
Iacp e dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa, è
possibile usufruire della detrazione per abitazione
principale, sempre che la condizione sussista in capo
agli assegnatari, ma non è applicabile né l' aliquota
ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di
immobili posseduti da persone giuridiche. La
riduzione dell' aliquota fino allo 0,4% prevista per i
soggetti Ires, però, è applicabile anche agli Iacp e alle
cooperative edilizie. In quest' ultimo caso i comuni
non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge
in tali fattispecie non si applica la riserva in favore
dello stato, per cui tutta l' imposta affluisce alle casse
comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOS IMU
N. 9 12 dicembre 2012 - 5 I giorni che mancano al
saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli
approfondimenti in vista dei pagamenti Sul sito del
Sole 24 Ore è disponibile un dossier online con tutte
Pagina 22 di 44
Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
le regole da seguire e le risposte ai dubbi più
frequenti sulle regole da applicare alle diverse
tipologie di immobili e ai casi concreti che possono
riguardare i contribuenti. Disponibile anche il
calcolatore dell' imposta che, attraverso la rendita
catastale, permette di determinare l' imposta dovuta a
saldo e di compilare e stampare l' F24 pronto per
effettuare il versamento I parametri per il calcolo 160
Magazzini e depositi Il moltiplicatore per questa
categoria di immobili è analogo a quello introdotto
dalle regole Imu per le abitazioni (con un aumento del
60% rispetto all' Ici) 80 Uffici È il moltiplicatore da
applicare nel calcolo dell' imposta sugli uffici e
determina un aumento del 60% della base imponibile
rispetto all' Ici 60 Categoria D È il moltiplicatore da
applicare al valore catastale dei classici immobili
strumentali (il rincaro per questa categoria rispetto all'
Ici è del 20%)
Normativa Comuni
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
Pagina 23 di 44
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
Pagina 24 di 44
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 52
storie di aziende sul territorio
alimentare / 1
alimentare / 2
Mercati esteri centrali
per chi vince la crisi
Fatturato oltre due miliardi
ed export a +15% nel 2012
Vino marchigiano
per le tavole asiatiche
Andrea Biondi e Ilaria Vesentini – pag. 53
Giorgio dell’Orefice – pag. 55
Servizio – pag. 55
MARCHE
Mercoledì 12 Dicembre 2012
www.ilsole24ore.com
RAPPORTI 24 / TERRITORI
Dentro il tessuto produttivo
VIAGGIO IN ITALIA
Nuove leve con vista sul mondo
Giovani imprenditori più aperti all’internazionalizzazione - Ottavi (Confindustria): su di loro dobbiamo puntare
Hi-tech.
L’azienda grafica
Tecnostampa del
gruppo Pigini di
Recanati (qui a
fianco gli impianti
centralizzati di
colore per stampa
offset) è l’esempio
della capacità di
crescere e innovare
dell’industria
marchigiana.
Investimenti
continui in R&S e
nei siti tra Ancona,
Macerata e Perugia
fanno del gruppo
(500 addetti e 160
milioni di ricavi) un
valido cuscinetto
occupazionale, così
come lo è il settore
carto-grafica nel
distretto fabrianese
l mare è di fronte. Basta attraversarlo.
Laterraèantica.Bastarenderlaattraente. Il fuoco c’è ed è quello che anima le
nuoveleveimprenditorialichequelmare e quella terra vogliono rendere punti
strategici nella mappa della geografia economicamondiale. I confininazionali sonostrettiel’internazionalizzazioneèunasceltaobbligata per crescere.
Le “giovani” Marche – acqua, terra e fuoco
in un Paese spesso indolente – sono pronte a
rivoltarelatendenzachehavistoassopirsineglianni imprenditori che hanno fatto la storia
della regione e dell’Italia ma che, forse, non
sono più in grado di disegnarne il destino.
Convinti ne sono quelli che fanno formazione, chi si sporcale mani tutti i giorniin fabbrica e quanti sono al governo dell’amministrazione pubblica.
Giuliano Calza è il direttore generale
dell’Istao, l’Istituto Adriano Olivetti di studi
per la gestione dell’economia e delle aziende
di Ancona. Prova a volare sopra gli interessi
ormai datati della vecchia classe imprenditoriale e a proiettarsi nel presente e nel futuro
prossimo. «Abbiamo il mare di fronte – spiega – basta attraversarlo. L’uso migliore che le
imprese marchigiane possono fare dell’area
balcanicanonèladelocalizzazionemal’aperturadiufficicommerciali.IPaesibalcanicide-
I
munquela fa latesta etra le nuove leve enelle
seconde generazioni c’è voglia di rischiare».
Gli esempi non mancano ed è un peccato
che restino spesso confinati tra le cronache
locali. Kubedesign di Osimo (Ancona) è
un’impresa della famiglia Mengoni. In pochi
anni ha saputo“riciclarsi” – eora capirete che
mai terminefu piùappropriato – da cartonificio ad azienda che produce architetture in
cartonericiclatoericiclabile.Tavoli,sedie,librerie,poltrone,divani, illuminazioneecomplementi d’arredo: tutto è realizzato solo ed
esclusivamente in cartone resistente come e
più del legno grazie a processi ecosostenibili
fondati su ricerca e brevetti. Oggi gran parte
della produzione vola all’estero, proprio come le perforatrici e le trivelle idrauliche di
Imt international, un’azienda fondata a Osimo nel 1974 da Giulio Accoroni. Una crescita
continual’haportataovunquenelmondo: dai
cantieri della Sagrada Familia di Barcellona a
quelligiapponesieamericani.Nel2006,quando la crisi ha cominciato a far sentire i primi
morsi, il figlio Andrea ha investito, ampliato
la gamma produttiva ed è riuscito, nel 2010, a
presentare al mercato mondiale il primo prototipo brevettato di trivella per terreni sismici. La precisione – che sia macro o micro – è
nel sangue dei marchigiani, come dimostra la
storiadiSantaBarbaraMeccanica,chedaSpinetoli (Ascoli Piceno) è in grado di eseguire
lavorazioni meccaniche di precisione, mac-
vono diventare ponti per i mercati non solo
dell’ex impero sovietico ma anche dell’Asia.
Quelle piazze sono in crescita e sono affamate del made in Italy. Il nostro Istituto è qui per
accompagnare le giovani leve che hanno già
imboccatolastradadell’internazionalizzazione e della globalizzazione. Le Marche, come
ilrestodell’Italiaedell’Europa,sonosìincrisi
mavorreichequestadefinizionesi cancellasse per affermare semplicemente che è questa
la nuova condizione socioeconomica globale
con la quale fare i conti».
Chiedere quali sono i settori pronti a fare il
salto è un invito a nozze per Calza. «Innanzitutto quelli che operano nella moda, nel design e nello stile – spiega – e non si pensi solo ai
grandimarchiche fannodasoli masoprattutto alle filiere di piccole e medie imprese che
in questa regione spontaneamente fanno rete. Il primo esempio che mi viene in mente è
quello delle scarpe per bambini che nel Fermano hanno un distretto. La differenza co-
LO SCENARIO
Calza(Istao):«LeMarche,comeilresto
dell’Italiaedell’Europa,sonosìincrisima
vorreichequestadefinizionesicancellasse
perdirecheèquestalanuovacondizione
socioeconomicaglobaleconcuifareiconti»
IL CRUSCOTTO DELL’ECONOMIA
chinecompleteopartidimacchinaperisettori alimentare, farmaceutico e automotive,
che prendono poi le vie del mondo.
Non sorprende dunque che a capo di Confindustria Marche ci sia Nando Ottavi, presidente della Nuova Simonelli, che da Belforte
del Chienti (Macerata), esporta in 115 Paesi
del mondo macchine per il caffè espresso.
«La nostra sfida – spiega Ottavi – è far capire
alle imprese marchigiane che l’Italia è ormai
una provincia del mondo. Le nuove leve imprenditoriali sono predisposte culturalmente a girare e capire. Su di loro dobbiamo fare
leva. A Macerata, solo per fare un esempio,
l’associazione degli industriali ha raggiunto
un successo incredibile con le borse di studio
erogate a giovani cinesi, indiani e russi che
hanno trascorso quattro mesi nell’Università
e sei nelle aziende e che poi sono diventati
una sorta di sportelli di rappresentanza dei
prodotti di quelle imprese nei propri Paesi di
origine. Devo dire che mai come adesso c’è
convergenza di intenti con la Regione nella
promozione di progetti comuni, come quello
che ha portato al finanziamento per un terzo
di 80 progetti regionali di ricerca. I restanti
due terzi li hanno messi atenei e imprese».
Non è difficile credere che la Regione sia
da anni un partner ideale. Il suo presidente,
Gian Mario Spacca, dal 1979 è dirigente
dell’Ufficio studi della Merloni finanziaria.
Un manager prestato da 21 anni alla politica,
Le strade
dello sviluppo
portano
al modello ibrido
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com
e è vero che l’Italia è terra densa dipiccoleemedieimpresechecompetonocollaborando sui territori, allora è vero, una
volta di più, che le Marche sono la regione in
cui l’Italia è più Italia. Una necessità, forse,
piùcheunavirtù:l’assenzadivied’uscitalegate alla rendita fondiaria ed immobiliare ha in
qualchemodoobbligatoipiccoliimprenditori a investire più risorse nello sviluppo dell’impresa che altrove.
Il risultato è quello di una terra in cui c’è
un’impresa ogni otto abitanti, progetti di vita
figli di quella metalmezzadria raccontata da
Giorgio Fuà. Da cui, peraltro, si è originata
una fitta trama fatta di distretti, trainati dal
protagonismo di medie imprese leader di filieracomeMerloni,Tod’s,Guzzini,Faam,Nero Giardini, Elica. Realtà in grado, fino a qualche anno fa, di fare da traino a tutto il sistema.
Oggi,meno.Innanzitutto,perchélacrisimorde anche nelle Marche e perché essa polarizza e si riversa soprattutto nel mondo del conto-terzismo e in quello delle costruzioni, che
non presidiano le reti lunghe della competizione internazionale.
Nonèuncaso,delresto,seanchenelleMarche,comealtrove,leimpresehannoceduto,lo
scorsoanno,il15%inredditivitàel’1,6%delfatturato, mentre l’export è cresciuto del 10,4%.
Segnale,questo,chelemedieimpreseinternazionalizzatesi sonosemprepiùuniformatealle regole del gioco del mercato globale, diventando realtà multinazionalitout court.Laddoveinvecelelorosubfornitricihannocommesso l’errore di dare per scontato un legame di
filierachescontatononera,senzaintraprendere percorsi autonomi di crescitacompetitiva.
Siamo al capolinea di un modello? Forse
no. Ma anche le Marche e la loro manifattura
devono decidere quale sarà la loro metamorfosi. Il dibattito è aperto: c’è chi punta a rilanciare l’industria e il saper fare manifatturiero
dentroilnuovoscenariocompetitivo,provando a fare delle Marche il "sud del nord". C’è
chi invece vuole andare a ritroso nel tempo,
attraversoilritornoall’agricoltura,alleproduzionitipiche,seguendoleormedelladecrescitaserena,perdirlaconSergeLatouche.C’èinfine chi punta sul turismo, sull’economia delle esperienze e sull’eventologia.
Io credo che lo sviluppo futuro delle Marchesigiochi ibridandoquestetrestrade.Puntando, cioè, su una manifattura green, in grado di promuovere e tutelare il contesto affinché esso promuova le produzioni. In grado
diinvestire sufattori di competitività quali la
cultura della sostenibilità e della responsabilità sociale e la cultura del progetto che arricchisceinchiave terziariala manifatturastorica e la memoria di luogo.
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Servizio u pagina 54
di Roberto Galullo
di Aldo Bonomi
che da quando è governatore (eletto il 4 aprile 2005 e confermato il 29 aprile 2010) spinge
con buoni risultati verso l’internazionalizzazione delle Marche.
Sulla scacchiera ha messo molte pedine.
Le ultime, spiega, sono «punti di assistenza
tecnica permanenti in Cina, India e Russia
chemettonoadisposizionedegliimprenditori le proprie competenze per risolvere i problemi e connetterli ai mercati. Nel bilancio
2013 abbiamo impegnato tre milioni per due
anni come contributo (dal 40 al 50%) alle imprese che assumono a tempo determinato
per un minimo di tre anni, giovani con i curriculagiusti,iscrittiadunappositoalbo,cheaccompagninoleimpresechevoglionointernazionalizzarsi. Abbiamo fatto anche un’operazionespeculare.Peragevolaregliinvestimenti russi, israeliani, cinesi, indiani e di tutto il
mondo, abbiamo creato un fondo di un milione annuale per il 2013 e abbiamo dato vita ad
un albo di architetti, professionisti, legali,
espertididirittointernazionalenelqualepossano pescare le imprese straniere che vogliono districarsi nella burocrazia e nella complessità delle normative italiane e investire
nella nostra regione».
Acqua, terra ma soprattutto fuoco sacro
per fare impresa senza confini.
S
LA BUONA NOTIZIA
Osservatorio sulla regione
di Roberto Galullo
Indagine congiunturale - Totale industria
Variazioni % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e previsioni degli operatori per il trimestre successivo
Produzione
Vendite mercato
interno
Vendite mercato
estero
Prezzi mercato
interno
Prezzi mercato
estero
Costi materie prime
mercato interno
Costi materie prime
mercato estero
III
II
I
IV
trim. trim. trim. trim.
2011 2012 2012 2012
III
II
I
IV
trim. trim. trim. trim.
2011 2012 2012 2012
III
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2011 2012 2012 2012
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III
II
I
IV
trim. trim. trim. trim.
2011 2012 2012 2012
-4 -2,4 -5,2 -4,1
-4,2 -5,8 -9,2 -6,1
-1,4 -0,2 0,6 1,3
1,9 1,2 1,5 1,8
1,5
2,6 1,8 2,7 2,1
In diminuzione
2
1,4 1,9
2
1,7 2,3 1,9
Stazionaria
IV trim. 2011
I trim. 2012
II trim. 2012
III trim. 2012
Tendenze
vendite Italia
Tendenze
export
Nota: indagine campionaria trimestrale su un panel di 155 tra le imprese più rappresentative dell’industria manifatturiera marchigiana
Normativa Comuni
Fonte: Centro studi Confindustria Marche
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
Imprenditori e Regione, Regione e
imprenditori, cambiando l’ordine dei
fattori il prodotto non cambia. E il
prodotto che le Marche vogliono
promuovere è l’innovazione. Venerdì
prossimo, 14 dicembre il Presidente del
Comitato regionale giovani
imprenditori, Francesco Mascarucci,
premierà i vincitori dei premi al
“Giovane imprenditore” e
all’“Imprenditore giovane” 2012 e
assegnerà il premio per la tecnologia.
Il 19 dicembre, invece, la Regione
Marche chiuderà la possibilità di
iscriversi al bando “Call 4 ideas”,
finalizzato ad individuare la possibilità
di sviluppare nuove iniziative
imprenditoriali nei settori innovativi e
ad alto potenziale di crescita.
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
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Dentro il tessuto produttivo.
Nuove leve con vista sul mondo
Giovani imprenditori più aperti all' internazionalizzazione - Ottavi (Confindustria): su di
loro dobbiamo puntare LO SCENARIO Calza (Istao): «Le Marche, come il resto dell'
Italia e dell' Europa, sono sì in crisi ma vorrei che questa definizione si cancellasse
per dire che è questa la nuova condizione socioeconomica globale con cui fare i
conti»
Roberto Galullo Il mare è di fronte. Basta
attraversarlo. La terra è antica. Basta renderla
attraente. Il fuoco c' è ed è quello che anima le nuove
leve imprenditoriali che quel mare e quella terra
vogliono rendere punti strategici nella mappa della
geografia economica mondiale. I confini nazionali
sono stretti e l' internazionalizzazione è una scelta
obbligata per crescere. Le "giovani" Marche - acqua,
terra e fuoco in un Paese spesso indolente - sono
pronte a rivoltare la tendenza che ha visto assopirsi
negli anni imprenditori che hanno fatto la storia della
regione e dell' Italia ma che, forse, non sono più in
grado di disegnarne il destino. Convinti ne sono quelli
che fanno formazione, chi si sporca le mani tutti i
giorni in fabbrica e quanti sono al governo dell'
amministrazione pubblica. Giuliano Calza è il direttore
generale dell' Istao, l' Istituto Adriano Olivetti di studi
per la gestione dell' economia e delle aziende di
Ancona. Prova a volare sopra gli interessi ormai datati
della vecchia classe imprenditoriale e a proiettarsi nel
presente e nel futuro prossimo. «Abbiamo il mare di
fronte - spiega - basta attraversarlo. L' uso migliore
che le imprese marchigiane possono fare dell' area
balcanica non è la delocalizzazione ma l' apertura di
uffici commerciali. I Paesi balcanici devono diventare
ponti per i mercati non solo dell' ex impero sovietico
ma anche dell' Asia. Quelle piazze sono in crescita e
sono affamate del made in Italy. Il nostro Istituto è qui
per accompagnare le giovani leve che hanno già
imboccato la strada dell' internazionalizzazione e
della globalizzazione. Le Marche, come il resto dell'
Italia e dell' Europa, sono sì in crisi ma vorrei che
questa definizione si cancellasse per affermare
semplicemente che è questa la nuova condizione
socioeconomica globale con la quale fare i conti».
Chiedere quali sono i settori pronti a fare il salto è un
invito a nozze per Calza. «Innanzitutto quelli che
operano nella moda, nel design e nello stile - spiega e non si pensi solo ai grandi marchi che fanno da soli
ma soprattutto alle filiere di piccole e medie imprese
che in questa regione spontaneamente fanno rete. Il
primo esempio che mi viene in mente è quello delle
scarpe per bambini che nel Fermano hanno un
Normativa Comuni
distretto. La differenza comunque la fa la testa e tra le
nuove leve e nelle seconde generazioni c' è voglia di
rischiare». Gli esempi non mancano ed è un peccato
che restino spesso confinati tra le cronache locali.
Kubedesign di Osimo (Ancona) è un' impresa della
famiglia Mengoni. In pochi anni ha saputo "riciclarsi" e ora capirete che mai termine fu più appropriato - da
cartonificio ad azienda che produce architetture in
cartone riciclato e riciclabile. Tavoli, sedie, librerie,
poltrone, divani, illuminazione e complementi d'
arredo: tutto è realizzato solo ed esclusivamente in
cartone resistente come e più del legno grazie a
processi ecosostenibili fondati su ricerca e brevetti.
Oggi gran parte della produzione vola all' estero,
proprio come le perforatrici e le trivelle idrauliche di
Imt international, un' azienda fondata a Osimo nel
1974 da Giulio Accoroni. Una crescita continua l' ha
portata ovunque nel mondo: dai cantieri della
Sagrada Familia di Barcellona a quelli giapponesi e
americani. Nel 2006, quando la crisi ha cominciato a
far sentire i primi morsi, il figlio Andrea ha investito,
ampliato la gamma produttiva ed è riuscito, nel 2010,
a presentare al mercato mondiale il primo prototipo
brevettato di trivella per terreni sismici. La precisione che sia macro o micro - è nel sangue dei marchigiani,
come dimostra la storia di Santa Barbara Meccanica,
che da Spinetoli (Ascoli Piceno) è in grado di eseguire
lavorazioni meccaniche di precisione, macchine
complete o parti di macchina per i settori alimentare,
farmaceutico e automotive, che prendono poi le vie
del mondo. Non sorprende dunque che a capo di
Confindustria Marche ci sia Nando Ottavi, presidente
della Nuova Simonelli, che da Belforte del Chienti
(Macerata), esporta in 115 Paesi del mondo
macchine per il caffè espresso. «La nostra sfida spiega Ottavi - è far capire alle imprese marchigiane
che l' Italia è ormai una provincia del mondo. Le
nuove leve imprenditoriali sono predisposte
culturalmente a girare e capire. Su di loro dobbiamo
fare leva. A Macerata, solo per fare un esempio, l'
associazione degli industriali ha raggiunto un
successo incredibile con le borse di studio erogate a
giovani cinesi, indiani e russi che hanno trascorso
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
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quattro mesi nell' Università e sei nelle aziende e che
poi sono diventati una sorta di sportelli di
rappresentanza dei prodotti di quelle imprese nei
propri Paesi di origine. Devo dire che mai come
adesso c' è convergenza di intenti con la Regione
nella promozione di progetti comuni, come quello che
ha portato al finanziamento per un terzo di 80 progetti
regionali di ricerca. I restanti due terzi li hanno messi
atenei e imprese». Non è difficile credere che la
Regione sia da anni un partner ideale. Il suo
presidente, Gian Mario Spacca, dal 1979 è dirigente
dell' Ufficio studi della Merloni finanziaria. Un
manager prestato da 21 anni alla politica, che da
quando è governatore (eletto il 4 aprile 2005 e
confermato il 29 aprile 2010) spinge con buoni risultati
verso l' internazionalizzazione delle Marche. Sulla
scacchiera ha messo molte pedine. Le ultime, spiega,
sono «punti di assistenza tecnica permanenti in Cina,
India e Russia che mettono a disposizione degli
imprenditori le proprie competenze per risolvere i
problemi e connetterli ai mercati. Nel bilancio 2013
abbiamo impegnato tre milioni per due anni come
contributo (dal 40 al 50%) alle imprese che assumono
a tempo determinato per un minimo di tre anni,
giovani con i curricula giusti, iscritti ad un apposito
albo, che accompagnino le imprese che vogliono
internazionalizzarsi. Abbiamo fatto anche un'
operazione speculare. Per agevolare gli investimenti
russi, israeliani, cinesi, indiani e di tutto il mondo,
abbiamo creato un fondo di un milione annuale per il
2013 e abbiamo dato vita ad un albo di architetti,
professionisti, legali, esperti di diritto internazionale
nel quale possano pescare le imprese straniere che
vogliono districarsi nella burocrazia e nella
complessità delle normative italiane e investire nella
nostra regione». Acqua, terra ma soprattutto fuoco
sacro per fare impresa senza confini.
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.
Mer 12/12/2012
Italia Oggi
Pagina 37
A S S O S O F T WA R E
Mercoledì 12 Dicembre
Dice
2012
37
Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a.
Imu, il pasticcio delle aliquote
Software house in prima linea per risolvere i problemi
DI ROBERTO BELLINI
DIRETTORE GENERALE
ASSOSOFTWARE
È
un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che
dovrebbe trovare nel
proprio sviluppo tecnologico
la soluzione al superamento
delle attuali difficoltà. Stiamo
assistendo al vanificarsi dei
vantaggi concreti che l’informatica può dare, per effetto
delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo
Stato, gli Enti e la Pubblica
amministrazione in generale
stanno imponendo.
Parliamo oggi di Imu. Fa
sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus
del 6/12/2012, ndr) interviste
quali quella al presidente
dell’Anci Graziano Delrio il
quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci
saranno neanche difficoltà
per le software house che,
come hanno scritto nei giorni
scorsi, sono rimaste prive dei
dati necessari per il calcolo?»,
avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci
sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente
tecniche. Tuttavia possiamo
affermare che per i cittadini
non si paleserà il problema
dell’incertezza, vale a dire di
non sapere quanto pagheranno».
Tutto vero, se si vogliono
scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi
dovuti all’impossibilità di
aggiornare le procedure di
calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni
di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi
riscontrati nei quali anche gli
calcoli effettuati dai comuni
sono sbagliati).
Vero anche se si pensa che
ciascun cittadino, consultan-
do sul sito del Dipartimento
delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in
formato Pdf) sia in grado di
leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli
e compilare il modello F24
(cosa tutt’altro che banale,
come saprà chi ci ha provato
davvero).
Ma se si vogliono vedere le
cose con onestà intellettuale
non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle
software house che da un
lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in
tempi brevissimi e spesso in
mancanza di chiarimenti ministeriali e dall’altro si sono
trovate nell’impossibilità di
leggere e tabellare in formato
elaborabile le delibere degli
oltre 8 mila comuni italiani, il
tutto a partire dall’1/12/2012,
visto il termine del 30/11/2012
a disposizione dei Comuni per
la pubblicazione delle delibe-
re. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia
locale dell’Anci) che alla data
odierna non ha ancora fornito
un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le
casistiche ministeriali.
Il risultato? Non potendo
disporre di una base dati di
calcolo completa, i software
attualmente disponibili sul
mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf
sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera,
tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria
applicazione, e poi verificare
a mano i calcoli eseguiti dalla
procedura.
In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un
incontro a carattere tecnico
svoltosi il 16/2/2012 presso
l’Ufficio federalismo fiscale
del Dipartimento delle finan-
ze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in
formato elaborabile, ma la
complessità della gestione e
i tempi ristretti non ne hanno
permesso la realizzazione.
Quanto ci costa quindi
l’Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla.
Le novità fiscali del 2013, ecco tutto ciò che bisogna sapere
Si è tenuto nei giorni 29 e 30 novembre, presso l’hotel NH Bologna De
La Gare, il tradizionale Convegno di
formazione professionale per le case di
software organizzato da Assosoftware
dal titolo «Le novità fiscali del 2013,
analisi degli adempimenti ed aggiornamenti sulla normativa: redditometro e
spesometro - il nuovo regime premiale
della trasparenza -dichiarazioni fiscali
2013 - la riforma Fornero - la nuova
DMA2 – Autoliquidazione Inail». Si
tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti
di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti e i
funzionari dell’Agenzia delle entrate,
del Ministero delle finanze e dell’Inps.
Le tematiche vengono affrontate con
particolare riferimento al trattamento informatico dei dati alla luce delle
novità normative, che pone al primo
posto l’operatività quotidiana degli
operatori del settore, in particolare i
Commercialisti, i Consulenti del lavoro e le Associazioni di Categoria che
forniscono servizi fiscali e del lavoro
ai contribuenti. A seguire desideriamo
fornire alcune indicazioni riguardanti
le novità che ci aspettano il prossimo
anno legate al nuovo Spesometro ed al
Modello 730/2013.
Spesometro 2013
Di rilievo le novità dello Spesometro, illustrate nell’intervento del dott.
Vincenzo Errico, responsabile Basi dati
e strumenti di analisi della Direzione
centrale Accertamento, e dalla dott.ssa
Maria Pia Protano, capo settore Analisi e strategie della Direzione centrale
Accertamento, dell’Agenzia delle entrate. In estrema sintesi le differenze
rispetto alla vecchia Comunicazione
Over 3 mila, sono le seguenti:
• dovranno essere trasmesse, una a
una, tutte le fatture (anche quelle di
importo minimo), per effetto dell’eliminazione della soglia di 3 mila euro
(anche se emesse per facoltà e non per
obbligo);
• dovranno essere trasmessi i corrispettivi a privati solo se di importo pari
o superiore a 3.600 euro (non dovranno
più essere trasmessi i corrispettivi di
importo inferiore, ancorché collegati a
un contratto di importo superiore alla
soglia);
• dovranno essere trasmesse le
fatture riepilogative di importo fino a
300,00 euro (in passato non rientranti
nell’obbligo);
• le note di variazione dovranno essere trasmesse autonomamente (non
dovranno quindi più essere imputate
alle fatture di origine), con segno positivo se in aumento o negativo se in
diminuzione;
• verrà approvato dall’AdE uno
specifico modello composto dal frontespizio, dai quadri delle fatture emesse,
delle fatture ricevute, dei corrispettivi
a privati, delle note di variazione e
delle fatture emesse nei confronti di
soggetti non residenti, cui potrebbe
aggiungersi un quadro riepilogativo
delle operazioni in contanti da 1.000 a
15 mila euro legate al turismo (art. 3,
comma 1, dl 16/2012);
• la comunicazione dovrà essere effettuata con riferimento alla data di
registrazione (si farà riferimento alla
data della fattura esclusivamente per
i soggetti e nei casi in cui non vi sia obbligo di registrazione sui registri Iva).
È stato ricordato, infine, che pur
permanendo le ipotesi di esonero dalla comunicazione telematica dei dati
già conosciuti, l’AdE non precluderà in
nessun modo l’invio di dati per i quali
non è previsto l’obbligo, qualora ciò costituisca una semplificazione per il contribuente. Ciò in quanto l’indicazione
di dati non obbligatori non costituisce
ostacolo all’attività di accertamento. Si
possono dunque inviare i dati già conosciuti (in quanto già segnalate dai soggetti obbligati alle comunicazioni di cui
all’art. 7, del dpr 605/1973) relativi alle
spese assicurative, telefoniche, bollette
elettriche, gas, acqua, leasing e noleggi,
ecc., in quanto l’Agenzia li potrà riconoscere dal codice fiscale o dalla partita
Iva del fornitore e dunque evitare la
«duplicazione» degli stessi in fase di
elaborazione del Redditometro. Stesse
considerazioni valgono anche nel caso
in cui il pagamento di un corrispettivo
sia avvenuto con carta di credito o di
debito: nel caso non vi sia la sicurezza
che l’emissione della carta sia stata fatta da un operatore italiano oppure nel
caso il proprio sistema informatico non
disponga dell’informazione che il pagamento sia avvenuto con carta di credito
o di debito, è possibile inserire tale corrispettivo nella comunicazione.
730/2013
Interessanti anche le novità contenute nella dichiarazione dei redditi
modello 730/2013, illustrate nell’intervento del dott. Andrea Palma, funzionario della Direzione centrale servizi ai
contribuenti dell’Agenzia delle entrate, che riguardano principalmente gli
effetti dall’Imu sulla determinazione
dell’Irpef degli immobili. Infatti:
• non sono più dovute l’Irpef e le
relative addizionali sul reddito dominicale dei terreni non locati, perché
sostituite dall’Imu, mentre il reddito
agrario continua a essere assoggettato
alle imposte sui redditi;
• non sono dovute l’Irpef e le relative
addizionali sul reddito dei fabbricati
non locati (compresi quelli concessi in
comodato d’uso gratuito e quelli utilizzati a uso promiscuo dal professionista), perché sostituite dall’Imu.
Le altre le novità del modello sono
le seguenti:
• possono essere ammesse alla detrazione di imposta del 19%, a determinate condizioni, le spese sostenute
per le prestazioni sanitarie rese alla
persona dalle figure professionali
elencate nel dm 29/03/2001 (podologo,
fisioterapista, logopedista ecc.), anche
senza una specifica prescrizione medica;
• per i fabbricati di interesse storico o artistico viene meno la tassazione
agevolata del reddito mediante l’applicazione della minore tra le tariffe
d’estimo previste per le abitazioni della
zona censuaria, e se concessi in locazione il reddito è costituito dal maggiore
importo tra la rendita catastale effettiva rivalutata del 5% e il canone di
locazione ridotto del 35%;
• i dati relativi agli acconti per l’anno 2012 che lo scorso anno dovevano
essere ricalcolati in presenza di redditi
derivanti dagli immobili riconosciuti
di interesse storico o artistico, vanno
indicati nelle colonne da 7 a 10 del
rigo F1;
• per le spese relative ad interventi di recupero del patrimonio edilizio
e per il ripristino a seguito di eventi
calamitosi, sostenute dal 26/6/2012
al 30/6/2013, la detrazione d’imposta
è elevata dal 36 al 50%, nel limite di
spesa di 96 mila euro;
• non è più prevista la possibilità,
per i contribuenti di età non inferiore
a 75 e 80 anni, di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote
annuali;
• la detrazione del 55%, relativa agli
interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, è estesa anche alle
spese per interventi di sostituzione di
scaldacqua con scaldacqua a pompa di
calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria;
• i contributi sanitari obbligatori per
l’assistenza erogata nell’ambito del Ssn
versati con l’assicurazione Rca sono deducibili dal reddito complessivo solo per
la parte che eccede 40 euro.
Fabio Giordano
NEWS
Nel mese di novembre è entrata a far parte di Assosoftware
la società ARS Edizioni Informatiche Srl di Milano (www.
arsedizioni.it)
118111108111099111109115109101
Normativa Enti Locali
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Mer 12/12/2012
Italia Oggi
Pagina 37
Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a.
Imu, il pasticcio delle aliquote
Software house in prima linea per risolvere i problemi.
È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in
un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo
tecnologico la soluzione al superamento delle attuali
difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi
concreti che l' informatica può dare, per effetto delle
regole distorte (non codificate né codificabili) che lo
Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in
generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa
sorridere leggere sulla stampa specializzata
(FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella
al presidente dell' Anci Graziano Delrio il quale, in
risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci
saranno neanche difficoltà per le software house che,
come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste
prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe
affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà
sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente
tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i
cittadini non si paleserà il problema dell' incertezza,
vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto
vero, se si vogliono scaricare sulle software house le
difficoltà dei disservizi dovuti all' impossibilità di
aggiornare le procedure di calcolo in uso ai
commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria,
ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi
riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai
comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che
ciascun cittadino, consultando sul sito del
Dipartimento delle Finanze la delibera comunale
(esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di
leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i
calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt' altro che
banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se
si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non
si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle
software house che da un lato hanno dovuto
realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e
spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall'
altro si sono trovate nell' impossibilità di leggere e
tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre
8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall' 1/12/2012,
visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei
Comuni per la pubblicazione delle delibere. La cosa
peraltro non è riuscita nemmeno all' Ifel (Istituto per la
finanza e l' economia locale dell' Anci) che alla data
odierna non ha ancora fornito un elenco completo
delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche
Normativa Enti Locali
ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una
base dati di calcolo completa, i software attualmente
disponibili sul mercato al più riescono a linkare le
delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle
finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera,
tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla
propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli
eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il
nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere
tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l' Ufficio
federalismo fiscale del Dipartimento delle finanze,
aveva sollevato il problema della raccolta e
pubblicazione delle aliquote Imu in formato
elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi
ristretti non ne hanno permesso la realizzazione.
Quanto ci costa quindi l' Imu? Tanto, non solo
pagarla, ma anche calcolarla.
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 18
18 Commenti e inchieste
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343
Lettere
DIRETTORE RESPONSABILE
Le risposte
ai lettori
Roberto Napoletano
VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO),
Alberto Orioli, Alessandro Plateroti,
Fabrizio Forquet (redazione romana)
UFFICIO DEI CAPOREDATTORI CENTRALI:
Capo: Marina Macelloni
Vice: Alberto Trevissoi
Integrazione quotidiano-online: Mauro Meazza
Informazione normativa e Lunedì: Salvatore Padula
Ufficio centrale: Daniele Bellasio, Massimo
Esposti (Plus24), Federico Momoli,
Guido Palmieri, Giorgio Santilli, Alfredo Sessa
Segretario di redazione: Marco Mariani
ART DIRECTOR: Francesco Narracci
CREATIVE DIRECTOR: Adriano Attus
RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi,
Paola Bottelli, Enrico Brivio, Jean Marie Del Bo,
Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino,
Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca,
Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A.
PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
Aderire presto
al brevetto europeo
DOPO IL VOTO DELL’EUROPARLAMENTO
volte il meglio è nemico del bene. Giusto battersi per
soluzioni ottimali, ma anche poi pragmaticamente
accontenatarsi di importanti progressi che possono
essereconseguitiin concreto.Il ragionamento vale ancordi
più se in gioco è il brevetto europeo, "grande incompiuto"
degli ultimi quarant’anni. Il lungo stallo comunitario è stato
ancor più colpevole se si considera il forte svantaggio competitivo derivato alle aziende europee, rispetto alle concorrenti americane e giapponesi, dal brevettare un’innovazione con costi assai superiori. In realtà, è stata giustificata l’ultima battaglia di Italia e Spagna perché il regime linguistico
non fosse limitato a inglese, francese e tedesco, ma esteso a
due lingue di grande diffusione e tradizione, oltre che
espressionediimportantirealtàproduttive.Peròieril’avvocato generale hachiesto alla Cortedi Giustizia Ue di respingereilricorsodiRomaeMadridneiconfrontidellacooperazione rafforzata che ha spinto 25 Paesi a procedere da soli
sul brevetto europeo. Ragionevole prevedere - anche se
non scontato - che i giudici di Lussemburgo seguiranno il
suoparere.Èquindigiusto chel’Italiasiprepariaunaonorevole resa su questo punto (tanto più che in realtà quasi tutti
in Europa presenteranno i brevetti in inglese). Anche perché sempre ieri il Parlamento europeo ha dato via libera al
brevetto europeo, con alcuni correttivi, come il rimborso
delle spese di traduzione per le Pmi che rendono la "pillola
linguistica" meno amara per Spagna e Italia. A questo punto, è necessario guardare alla sostanza e aderire al più presto anche nel nostro Paese a procedure europee per il brevetto, più semplici, efficienti e meno costose.
A
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Le lettere vanno inviate a:
Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’
Via Monte Rosa, 91
20149 Milano - fax 02.312055
email: [email protected]
Includere per favore nome,
indirizzo e qualifica
Gianfranco Fabi
Fabrizio Galimberti
Guido Gentili
Adriana Cerretelli
Salvatore Carrubba
biologico e cittadinanza ai figli degli
immigrati: temi da Europa moderna.
Sono nei programmi dei candidati alle
primarie del centrosinistra lombardo,
per le prossime Regionali. Dichiarazione
anticipata per i trattamenti sanitari,
donazione degli organi, cremazione e
dispersione delle ceneri: ma dove siamo,
in Olanda, in Gran Bretagna? No, sempre
Milano ed è l’oggetto di una delibera
consiliare. E penso a quanto Roma sia
lontana da Milano: nella capitale i
referendum sugli stessi temi non sono
neanche passati e in Consiglio comunale
si ignora una delibera dei Radicali sulle
coppie di fatto.
La virtù di chi sceglie
auto ibdride
dai consumi leggeri
G
entileGalimberti,ilmercatodelle
autoinEuropacontinuaascendere
elevenditehannoraggiuntolivelli
daanni70.Lacrisièlacausaprincipaledel
tracollo,macredoanchechesiamaturata
innoilaconsapevolezzachesiamoinvasi
dalleautoechel’abitudinedisostituire
l’autoognidueotreannifosseunamania
singolare.Quellochemisorprendeeche
nonriescoacomprendere,èlavivacitàe
l’incrementodellevenditediautonegliUsa
(checrescanoinBrasilemiparenormale),
comesedalorolacrisifosseallespallee
noncifossetracciadiquella
consapevolezzadicuisopra.Puòdarsiche
unapartedellevenditeamericanesia
dovutaaunanonancoracompiuta
riconversionedaautocostoseeinquinanti
versomodellipiùeconomicieche
consumanomeno?Ma,inquesta
situazione,nonriescobeneacapirechi
sianoivirtuosi.
Giancarlo Camesasca
Gentile Camesasca, l’auto è sempre stata un prodotto difficile da maneggiare.
Oggetto d’amore (indipendenza, segno di status, comodità...) e d’odio (rumore, traffico, congestione, inquinamento...). E non solo in Italia ma anche
negli altri Paesi cova sempre la contrapposizione fra coloro che vogliono
spendere soldi per strade sempre più
comode per il trasporto privato e coloro che vogliono dirottare risorse verso
il trasporto pubblico.
La crisi attuale del mercato dell’auto in
Italia non mi sembra tuttavia dipendere
da fattori strutturali (quello che lei chia-
Paolo Izzo
Roma
Grecia
Domenico Rosa
mail rendersi conto che il cambiare auto
ogni due o tre anni è una malsana mania), quanto da fattori congiunturali (il
reddito che non cresce, la disoccupazione che aumenta e spinge a rimandare
l’acquisto di beni durevoli...).
Per quel che riguarda gli Stati Uniti, bisogna tenere presente, primo, che in
America c’è più spazio fisico che da noi,
e la presenza dell’auto non è così soffocante. Secondo, come lei stesso suggerisce, c’è una tendenza lontana dall’essere esausta a sostituire auto vecchie e ingorde (di benzina) con i nuovi modelli
molto più efficienti e leggeri (sul portafoglio) in termini di consumi. Ciò detto,
le vendite di auto in America hanno solo nell’ultimo mese riguadagnato quota
15 milioni (annualizzati) dopo essere
scese a 9 milioni nei mesi più brutti della Grande recessione. Ma per tutti gli
anni Duemila, prima della crisi, erano a
quota 16-19 milioni l’anno. Anche in
America, quindi, il mercato dell'auto
AFRICA Riccardo Barlaam
I DIBATTITI
SUI BLOG
DEL SOLE 24 ORE
www.ilsole24ore.com
non è particolarmente vivace.
Allora, lei si chiede, chi sono i virtuosi?
In questo settore io pongo la virtù in
presa diretta col problema del riscaldamento globale. Più auto a consumi leggeri, ibride, elettriche... e più investimenti nel trasporto pubblico. E se di
trasporto privato vogliamo parlare, andiamo a vedere ad Amsterdam e a Copenhagen (Paesi ricchi) quanta gente
si muove in bicicletta...
Quel che Berlusconi sa bene
Berlusconi sa bene che non ha possibilità
di vincere le elezioni. Vuole sbaragliare
tutto. Con il rientro otterrà due risultati:
spingerà molte persone a votare Grillo
facendo crollare le percentuali del Pd e
degli altri partiti e renderà il Paese
ingovernabile.
Alessandro Romeo
Milano si muove sui diritti civili
Mentre in Europa si costruiscono
rigassificatori (una decina tra Spagna e
Francia), il ministro dell’Ambiente
Corrado Clini è stato contestato da molti
manifestanti, contrari al rigassificatore
di Zaule (Trieste). Nelle immagini molti
manifestanti giovani: magari sono gli
stessi che si lamentano perché non
trovano lavoro e l’energia è cara.
Silvano Stoppa
Cesano Boscone (MI)
Il rendimento alle elementari
Nel generale abbandono in cui versa la
scuola italiana è di ieri la notizia che,
dopo i ragazzi delle medie, anche i
bambini delle elementari scivolano
indietro nella graduatoria
internazionale sull’apprendimento.
Questo accade dopo un decennio di
riforme (Moratti e Gelmini): significa
che i cambiamenti non sono stati
all’altezza delle nuove esigenze della
scuola italiana? Significa ancora una
volta che il Paese non investe su ciò che
più ha bisogno di futuro: la scuola.
Registro delle unioni civili, testamento
OLTRE IL TFR Marco lo Conte
Grave la situazione in Mali:
il premier arrestato si dimette
Dopo la decisione Ue di varare
una missione di addestramento
militare in Mali per aiutare
Bamako a riprendere il Nord
Giovani e rigassificatori
Lettera firmata
24LETTURE Emanuela Bellotti
L’errore di Enasarco
sul fondo di liquidità
Fra i dibattiti, anche uno sui
due fondi contabilizzati nel
2011 come investimenti di
liquidità, invece di fondi hedge
Dalle saghe familiari cinesi
all’ultimo libro sul signor G
Grande seno, fianchi larghi di Mo
Yan è stato censurato in Cina.
Quando parla Gaber è una
raccolta di pensieri e parole
L’INIZIATIVA DEL SOLE 24 ORE
Solidarietà, un messaggio in bottiglia
Non prendiamo in giro
i terremotati sull’Imu Ministri, imprenditori, uomini di cultura e spettacolo all’evento romano
ILRINVIODITRE GIORNI
di Nicoletta Picchio
Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio è una produttrice infaticabile di paradossi normativi,un’attivitàsemprespiacevolemache diventa più grave quando è esercitata sulle spalle (e sui portafogli) di popolazioni già provate. L’ultimo arriva dalla legge
di conversione del decreto sugli enti locali, che proprio
sulle norme del terremoto aveva visto salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari. Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i versamenti tributari in
calendario fino al 30 novembre. Il risultato? Il saldo
dell’Imu rimane regolarmente in programma per il 17, comenel restod’Italia, mentre per pagare l’acconto (che nelle aree colpite dal sisma era stato sospeso) c’è tempo di
pensarci comodamente fino al 20. A rendere assurdo il calendario non c’èsolo il saldo da pagareprima dell’acconto,
ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato per evitare il
pagamento in unica soluzione: un semi-rinvio di tre giorni,però, piùche di beneficio hailsapore della presain giro.
L’
nmessaggio inbottiglia. È quello che idealmente ci mandano i
ragazzi delle coste dell’Africa
sperando che qualcuno, dal latoopposto, possaraccoglierloe quindioffrire un futuro migliore.
Tanti sono stati i messaggi pronunciati
ieri da ministri, attori, scrittori, manager,
uomini d’impresa e del sindacato dal palco
del teatro Quirinetta di Roma, testimonial
d’eccezionedelprimoeventodibeneficenza organizzato da Il Sole 24 Ore e dal titolo
proprio"Unmessaggioinbottiglia".
Bottiglie di bollicine Ferrari sono infatti
il premio vinto dal direttore de Il Sole 24
ore, Roberto Napoletano, per un titolo del
U
LO SCOPO
Le responsabilità
dello scandalo Libor
TREARRESTIALONDRA
l rumor di manette del caso Libor segna una svolta, solo in parte attesa, nell’indagine su una delle più clamorosetruffe delmondofinanziario.Gli arresti,ieria Londra, di tre fra trader e broker coinvolti con ruoli diversi
apre l’interrogativo più delicato sullo sviluppo del caso: la
catena di comando. Fino a che livello gli inquirenti riterranno di poter risalire con incriminazioni specifiche per i
comportamenti adottati da (spesso) giovani trader? Resta
da vedere infatti se al vertice della gerarchia degli istituti
coinvolti c’era connivenza oppure no. Se così fosse, se
cioè il top management era cosciente delle manipolazioni
su un tasso che fissa anche gli interessi suimutui ipotecari,
c’è da auspicarsi che le responsabilità penali siano estese
anche a loro. Non vorremmo vedere nella rete degli investigatori britannici (anche altre giurisdizioni potrebbe essere chiamate a collaborare) solo i pesci più piccoli di uno
scandalo che potrebbe - non vi è la certezza matematica essere costato carissmo a milioni di risparmiatori.
I
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Normativa Enti Locali
I fondi ricavati dalla vendita
delle bottiglie di spumante
Ferrari serviranno per
allestire una sala di un centro
di accoglienza per minori
giornale,quellodel10novembre 2011: "FATE PRESTO", scritto a caratteri cubitali
sulla prima pagina. Un "messaggio" forte,
in un momento drammatico del Paese e
chelagiuriadelpremio"Iltitolodell’anno"
organizzatodall’aziendaFerrariF.lliLunelli, e presieduto da Camilla Lunelli, ha deciso di decretare come vincitore. Un titolo
non politico, ma che esprimeva il rigore di
analisidelquotidiano:nonsoloinquelmomento lo spread sui BTp decennali aveva
toccato il massimo dai tempi dell’euro, 575
punti base, ma soprattutto si era invertita
la curva dei rendimenti, portando i titoli a
breve a tassi superiori rispetto a quelli, già
elevatissimi, deititoli a lungotermine.
«Fate presto» aveva detto Sandro Pertini, all’indomani del terremoto dell’Irpinia. «FATE PRESTO» è stato il messaggio mandato dal Sole 24 ore alle istituzioni e alla politica, un anno fa, per salvare
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l’Italia dalla crisi di fiducia.
Lebottigliedispumantesonostatedestinatealla beneficenza.I fondiraccolti serviranno per allestire una sala polifunzionale
del centro di accoglienza per minori immigratinonaccompagnatigestitodallacooperativaUnsorrisodiRoma.
Erano in tanti seduti nelle file del teatro. Come sono stati tanti i personaggi
che a titolo gratuito, e introdotti da Simona Agnes, sono intervenuti dal palco: ha esordito lo scrittore Roberto Gervaso, seguito dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha letto uno dei
tanti messaggi ricevuti in questi mesi di
governo dai detenuti.
EpoiancoraLuigiGubitosi,direttoregeneraledellaRai,PippoBaudo,RenzoArbore, Marisa Laurito. Scrittori come Elisabetta Rasy, Giulia Carcasi e Giuseppe Scaraffia, che ha citato, tra i vari personaggi, una
frasediNapoleone:«Nonpossoviveresenza champagne, se vinco me lo merito, se
perdonehobisogno».PadreEnzoFortunato,LinaSastrieGigiMarzullo, AntonioRomano, Gennaro Sangiuliano, per ultimo
Giorgio Albertazzi, che ha concluso i messaggicon unaverapiece teatrale.
Infine una tavola rotonda moderata dal
direttoredelSole24ore,RobertoNapoletano,conilpresidentediConfindustriaGiorgioSquinzi,ilministrodellaPubblicaaministrazione, Filippo Patroni Griffi, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
Chehannolanciatoilloromessaggioinbottiglia: «Rimozione della madre di tutte le
confusioniitaliane,cioèilTitoloVdellaCostituzione»quelloespressodiBonanni.Potervedereglieffettideiprovvedimentipresi, per Patroni Griffi, che ha citato gli interventi di semplificazione del governo, rammaricandosiperlamancataattuazionedellariformadelleProvince.ESquinzi,chenel
suomessaggioinbottigliaha volutomettere la richiesta di un «Paese normale, in cui
lavoglia difareimpresa nonvengamortificata. Il 73˚posto nella classifica della Banca
Mondiale sul fare impresa - ha detto - non
deveessere lanostracollocazione».
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(da sinistra): Marisa
Laurito, Giorgio
Albertazzi, Pippo
Baudo e Renzo Arbore.
Al centro: Raffaele
Bonanni, Gianni Letta,
Giorgio Squinzi,
Roberto Napoletano e
Filippo Patroni Griffi.
Sotto, Paola Severino.
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L’APPUNTAMENTO DI ROMA
Un messaggio in bottiglia
Ieri,allaprimaedizionedell’eventodi
beneficenzaorganizzatodalSole24Ore,
hannolettoilloromessaggiodaaffidareal
futuropolitici,artisti,scrittori.
La tavola rotonda
IlministroPatroniGriffi,ilpresidentedi
ConfindustriaGiorgioSquinzieilsegretario
generaledellaCislRaffaeleBonanni,hanno
dialogatoconildirettoredelSole24Ore
RobertoNapoletanosu«Crisi,
disoccupazioneeprecariato».
La beneficenza
Ifondiraccoltiservirannoperunasala
polifunzionalediuncentrocheaccoglie
minoriimmigrati.
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ASPETTANDOILVOTO
Monti e il nodo
democratico
delle politiche
sull’euro
di Franco Debenedetti
ual è la notizia? Che si voti due o
tre settimane prima? Semmai
dovrebbe essere una buona notizia: il governo, non sfiduciato, può restare in carica nella pienezza dei suoi
poteri; che la "strana maggioranza"
avrebbe avuto fibrillazioni e sussulti avvicinandosi la data delle elezioni, era
prevedibile: abbreviare la campagna
elettorale è atto di saggezza.
Che Berlusconi si ritirasse a vita privata, nessuno lo poteva ragionevolmente
pensare. Quanto ai temi della sua campagna elettorale: la Lega, l’alleato a cui cerca di riavvicinarsi, è antimontiana e antieuropeadasempre;l’antagonista,ilcentro di e intorno a Casini, non aspira ad altro che ad avere Monti nel simbolo. Il cavaliere mica può pensare di arginare
l’esodo dei suoi dicendo «io di più»?
Berlusconi, si dice, userà toni populisti e vigorosamente antieuropei. Che il
populismo sia componente essenziale
della sua retorica politica, lo si sa da tempo, ci fece su la campagna elettorale del
1994. Ma per ora i segnali sono trattenuti: il discorso di Alfano alla Camera, a
leggere lo stenografico, non lo si può
qualificare di populista, usa argomenti
politici che si possono trovare negli editoriali dei principali giornali italiani.
Che Monti ha dato le dimissioni, sarebbe questa la notizia? E cos’altro si poteva fare per abbreviare in modo istituzionalmente inappuntabile una legislatura ormai esausta?
Se le cose stanno così, perché la reazione dei mercati, l’aumento dello
spread, il calo della Borsa? Una prova
della irrazionalità dei mercati?
I mercati non servono, ad allocare razionalmente le risorse, ma a scoprire in
particolare i prezzi delle cose: sono, nella
famosa definizione di Hayek, procedure
per la scoperta. Lo fanno, continuamente
correggendosi, sulla base delle informazioni disponibili a un costo ragionevole.
Cioèquelle degli analistidi alcune grandi
istituzionifinanziarie chesi possonopermettere di pagarli. Conoscere in dettaglio gli umori della politica italiana o grecanonèelementare, costacaro, apassare
sono i messaggi semplici e convincenti.
La politica è arte del convincere, a volte
ci riesce. È riuscita a far credere per anni
che il trattato di Maastricht avrebbe fatto
convergere le economie dei vari Paesi
verso i famosi parametri. Di conseguenza per anni e anni i tassi all’interno
dell’Eurozonasonostatipariaquellitedeschi, gli spread minimi riflettevano solo
le differenti dimensioni e liquidità dei
mercati.Èilmessaggiocon cuiCiampi ha
convinto gli italiani a versare l’eurotassa.
Tendiamo a dimenticarcene, ma noi del
SudEuropaciabbiamoguadagnatocentinaia di miliardi di euro. Arriva la crisi, e
arrivaMonti. Biografia stellare,standing,
la Bocconi, l’Europa, uno che ha saputo
mettere in riga gli americani della General Electric e della Microsoft: perfetto
per dare un’altra faccia al Paese. Aiuta il
wishful thinking: sono in tanti a temere
l’implosione dell’euro, non solo Obama
in campagna elettorale, e la Merkel che
già pensa alla sua del 2013. E dopo tutto
l’Italia è il biliardo di Foligno della intramontabile definizione di Eugenio Scalfari. I mercati credono al messaggio. Solo
un maquillage? Per nulla, ma nessuno riflette che in un anno nessuno può rimediare a un declino che dura da vent’anni.
Credere a Monti consentiva ai mercati di risparmiare sul costo dell’informazione. Quando ci si accorge che era
troppo semplice, che si debbono fare
conti più complicati e costosi, aumenta
l’incertezza. Come andranno le elezioni? Prevarranno le forze antieuropee?
L’Italia rappresenterà un pericolo per
la stabilità dell’Eurozona?
Difficiledistinguereprevisioni daconvinzioni, l’essere dal dover essere. È il
problema della democrazia, da millenni
la nostra cultura cerca di venirne a capo,
in tempi recenti inquieta pensatori da
Tocqueville a Minogue: come può ciò
che il popolo vuole non essere bene per
il popolo? I prezzi che l’austerità esige
dalle popolazioni di metà Europa sono
sotto gli occhi di tutti. Troppe tasse e pochi tagli? Troppa poca Europa? Più poteri a Bruxelles per salvare Roma, Madrid,
Atene? Se si teme per le sorti delle politiche dell’euro, invece che demonizzare
anzitempo il populismo in Italia, meglio
riflettere sul problema democratico che
quellepolitiche pongonoai Paesi d’Europa. Finché si è in tempo.
Q
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La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 12 dicembre è stata di
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 18
IL RINVIO DI TRE GIORNI.
Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu
L' Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio
è una produttrice infaticabile di paradossi normativi,
un' attività sempre spiacevole ma che diventa più
grave quando è esercitata sulle spalle (e sui
portafogli) di popolazioni già provate. L' ultimo arriva
dalla legge di conversione del decreto sugli enti locali,
che proprio sulle norme del terremoto aveva visto
salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari.
Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i
versamenti tributari in calendario fino al 30 novembre.
Il risultato? Il saldo dell' Imu rimane regolarmente in
programma per il 17, come nel resto d' Italia, mentre
per pagare l' acconto (che nelle aree colpite dal sisma
era stato sospeso) c' è tempo di pensarci
comodamente fino al 20. A rendere assurdo il
calendario non c' è solo il saldo da pagare prima dell'
acconto, ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato
per evitare il pagamento in unica soluzione: un semirinvio di tre giorni, però, più che di beneficio ha il
sapore della presa in giro.
Normativa Enti Locali
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343
28 Norme e tributi
Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici
Paradossisenzafine
Imprese sempre alla cassa
SOS
IMU
N. 9
12 dicembre 2012
–5
I giorni che mancano
al saldo Imu
DOSSIER ONLINE
Il calcolatore
e gli approfondimenti
in vista dei pagamenti
Sulsito delSole24Oreè
disponibileundossieronline
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saldoedi compilareestampare
l’F24prontopereffettuareil
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IL SOFTWARE
ViaLiberaperlagestioneImu
www.vialibera.ilsole24ore.com
Normativa Enti Locali
Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d’azienda
Luciano De Vico
Gli immobili d’impresa
rientranoapienotitolonella baseimponibileImu,indipendentemente dallaloro collocazione
in bilancio.
Nonvisonodifferenzetraimmobili strumentali per natura o
perdestinazione,immobilimerce e immobili patrimonio. Ci si
riferisce, in particolare, agli immobili di cui all’articolo 43 del
Tuireaquellipossedutidaisoggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come
quellid’impresa,risultanofortemente penalizzati, se si tiene
conto che da quest’anno la nuova imposta sostituisce l’Irpef
per gli immobili non locati.
Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di
alleggerire il prelievo dell’Imu
sugliimmobilid’impresa, senza
intaccare però la quota di competenzadelloStatochedevecomunque essere pari allo 0,38%.
IComunipossonoinfattideliberare aliquote ridotte, anche in
relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il li-
mite minimo dello 0,4%. Per i
cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita,
lariduzionepuòarrivarefinoallo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano
in ogni caso locati, e comunque
per un periodo non superiore a
tre anni dall’ultimazione dei la-
ATTENZIONE ALLE DELIBERE
Molti Comuni hanno
previsto agevolazioni
per alcune
attività produttive
o per i beni merce
vori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali.
Il Comune di Milano, ad
esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria
attivitàolocati per lamedesima
finalità, posseduti da soggetti
che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l’aliquo-
ta dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di
regolaritàfiscalee tributariaancheconriferimentoai tributilocali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l’aliquota dello0,76% per leunitàimmobiliari,nonproduttivediredditofondiario,appartenentiallecategorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivoper lo svolgimentodellapropriaattivitàlavorativa,limitatamente ad una sola unità. Il Comune diBari, infine,avendo deliberato l’aliquota dello 0,38%
perifabbricatidelleimpresecostruttrici destinati alla vendita
enonlocati,ha difatto rinunciatoall’impostasuquestiimmobili, in quanto, come ricordato in
precedenza, tutta l’Imu versata
andrà allo Stato.
Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e
dell’imposta,gli immobili d’impresa seguono le stesse regole
degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel
gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da
imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le
stesse regole dell’Ici. Fino
all’iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di iniziodi ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito
dall’ammontare, al lordo delle
quotediammortamento,che risulta dalle scritture contabili,
applicando per ciascun anno di
formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell’economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è
stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in
mancanza di rendita proposta
aisensi delDm 701/1994, ilvalore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili
del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente
al locatario i dati necessari per
il calcolo. La circolare n. 3/Df
del 18 maggio scorso ricorda, a
questo proposito, come il momento che segna il passaggio
dal criterio di determinazione
della base imponibile fondato
sui valori contabili al criterio
catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita
mediantelaDocfa,comestabilito dalla Cassazione a Sezioni
Unite nella sentenza n. 3160 del
9 febbraio 2011.
PergliimmobilipossedutidagliIacpedallecooperativeedilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione
per abitazione principale, sempre che la condizione sussista
in capo agli assegnatari, ma non
è applicabile né l’aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche.
La riduzione dell’aliquota fino
allo 0,4% prevista per i soggetti
Ires, però, è applicabile anche
agliIacpe allecooperative edilizie.Inquest’ultimo casoi comuni non risultano penalizzati, in
quanto secondo la legge in tali
fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per
cui tutta l’imposta affluisce alle
casse comunali.
160
80
60
Magazzini e depositi
Ilmoltiplicatoreperquesta
categoriadiimmobilièanalogoa
quellointrodottodalleregoleImu
perleabitazioni(conunaumento
del60%rispettoall’Ici)
Uffici
Èilmoltiplicatoredaapplicarenel
calcolodell’impostasugliufficie
determinaunaumentodel60%
dellabaseimponibilerispetto
all’Ici
Categoria D
Èilmoltiplicatoredaapplicareal
valorecatastaledeiclassici
immobilistrumentali(ilrincaro
perquestacategoriarispetto
all’Icièdel20%)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I parametri per il calcolo
FOTOGRAMMA
Icoefficientiperladeterminazionedelvaloredeifabbricatiposseduti interamentedaimpresenonaccatastati
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e anni precedenti
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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2,94
3,11
Zone terremotate,
l’acconto arriva
subito dopo il saldo
di Pasquale Mirto
e Gianni Trovati
roblema: nelle zone
colpite dal terremoto di
maggio, dopo i mini-rinvii
dei mesi scorsi, si sarebbe
dovuto pagare l’acconto Imu
insieme al saldo, entro il 17
novembre, creando una
mega-rata unica a carico dei
proprietari di immobili.
Soluzione: il rinvio al 20
dicembre di tutti gli obblighi
tributari che erano in
calendario entro il 30
novembre. Risultato pratico: il
saldo dell’imposta municipale
rimane fissato al 17 dicembre,
come nel resto d’Italia, perché
non era stato interessato dalle
proroghe dedicate fin qui alle
aree terremotate, ma il
versamento dell’acconto slitta
al 20. Tre giorni dopo il saldo.
Sembra un racconto
d’invenzione, ma la geniale
soluzione al problema dell’Imu
è scritta nella «Gazzetta
Uifficiale», perché è stata
introdotta dal Parlamento nella
legge di conversione al decreto
enti locali. Proprio sulle misure
destinate alle aree terremotate
si era infiammata la battaglia
tra parlamentari e Governo, ma
l’esito dimostra che tanto
impegno era degno di miglior
causa e rende ancora più
urgente tornare sul tema
all’interno della legge di
stabilità. Il corto-circuito fra
acconto e saldo partorito dalla
legge di conversione del
decreto enti locali è solo
l’ultimo dei paradossi di una
vicenda normativa
particolarmente tormentata,
nata dal fatto che le esigenze di
bilancio (e il "peso fiscale"
delle province interessate dal
terremoto di maggio) hanno
spinto il Governo ad
abbandonare la strada maestra
degli stati di emergenza, scritta
nella regola generale riformata
alla fine del 2009. In quella
norma (articolo 5, comma 5-ter
della legge 225/1992) si
prevedeva infatti che la ripresa
dei versamenti al termine degli
stati di emergenza potesse
P
essere dilazionata fino a 24 rate,
mentre l’urgenza di non
rinunciare a introiti ha imposto
in questo caso il riavvio dei
pagamenti in soluzione unica.
In tanta fretta, non potevano
ovviamente mancare i molti
dubbi applicativi. La stessa
legge di conversione rinvia i
termini per l’accatastamento
dei fabbricati rurali, ma non i
termini di versamento che
sono rimasti invariati. E su
molti temi gli amministratori
locali, e la stessa Anci
Emilia-Romagna, hanno
rivolto al Governo richieste di
istruzioni rimaste finora senza
risposta. Quando le risposte
sono arrivate, del resto, non
sono state piacevoli, com’è
accaduto quando le Finanze
hanno chiarito che a un
fabbricato non basta essere
nella «zona rossa» per evitare
l’Imu: la sua inutilizzabilità
deve derivare da ragioni
«intrinseche», mentre se il
problema è un fabbricato
vicino pericolante l’Imu si paga
comunque. Il tutto mentre si
aspetta ancora il decreto delle
Finanze sulle nuove date per gli
adempimenti sospesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il corto-circuito
17/12
Saldo
Èladataentrolaqualei
proprietaridiimmobili
devonoversareilsaldo
dell’impostamunicipaleper
il2012.Ladataèinvigore
anchenelleareecolpitedal
terremotodimaggio
20/12
L’acconto
Èladataentrolaqualei
contribuentidellearee
colpitedalterremoto
devonoeffettuarei
versamentitributari
sospesi,quindianche
l’accontoImu
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Paradossi senza fine.
Zone terremotate, l' acconto arriva subito dopo il
saldo
Pasquale Mirto e Gianni Trovati Problema: nelle zone
colpite dal terremoto di maggio, dopo i mini-rinvii dei
mesi scorsi, si sarebbe dovuto pagare l' acconto Imu
insieme al saldo, entro il 17 novembre, creando una
mega-rata unica a carico dei proprietari di immobili.
Soluzione: il rinvio al 20 dicembre di tutti gli obblighi
tributari che erano in calendario entro il 30 novembre.
Risultato pratico: il saldo dell' imposta municipale
rimane fissato al 17 dicembre, come nel resto d' Italia,
perché non era stato interessato dalle proroghe
dedicate fin qui alle aree terremotate, ma il
versamento dell' acconto slitta al 20. Tre giorni dopo il
saldo. Sembra un racconto d' invenzione, ma la
geniale soluzione al problema dell' Imu è scritta nella
«Gazzetta Uifficiale», perché è stata introdotta dal
Parlamento nella legge di conversione al decreto enti
locali. Proprio sulle misure destinate alle aree
terremotate si era infiammata la battaglia tra
parlamentari e Governo, ma l' esito dimostra che
tanto impegno era degno di miglior causa e rende
ancora più urgente tornare sul tema all' interno della
legge di stabilità. Il corto-circuito fra acconto e saldo
partorito dalla legge di conversione del decreto enti
locali è solo l' ultimo dei paradossi di una vicenda
normativa particolarmente tormentata, nata dal fatto
che le esigenze di bilancio (e il "peso fiscale" delle
province interessate dal terremoto di maggio) hanno
spinto il Governo ad abbandonare la strada maestra
degli stati di emergenza, scritta nella regola generale
riformata alla fine del 2009. In quella norma (articolo
5, comma 5-ter della legge 225/1992) si prevedeva
infatti che la ripresa dei versamenti al termine degli
stati di emergenza potesse essere dilazionata fino a
24 rate, mentre l' urgenza di non rinunciare a introiti
ha imposto in questo caso il riavvio dei pagamenti in
soluzione unica. In tanta fretta, non potevano
ovviamente mancare i molti dubbi applicativi. La
stessa legge di conversione rinvia i termini per l'
accatastamento dei fabbricati rurali, ma non i termini
di versamento che sono rimasti invariati. E su molti
temi gli amministratori locali, e la stessa Anci EmiliaRomagna, hanno rivolto al Governo richieste di
istruzioni rimaste finora senza risposta. Quando le
risposte sono arrivate, del resto, non sono state
piacevoli, com' è accaduto quando le Finanze hanno
chiarito che a un fabbricato non basta essere nella
«zona rossa» per evitare l' Imu: la sua inutilizzabilità
Normativa Enti Locali
deve derivare da ragioni «intrinseche», mentre se il
problema è un fabbricato vicino pericolante l' Imu si
paga comunque. Il tutto mentre si aspetta ancora il
decreto delle Finanze sulle nuove date per gli
adempimenti sospesi. © RIPRODUZIONE
RISERVATA Il corto-circuito 17/12 Saldo È la data
entro la quale i proprietari di immobili devono versare
il saldo dell' imposta municipale per il 2012. La data è
in vigore anche nelle aree colpite dal terremoto di
maggio 20/12 L' acconto È la data entro la quale i
contribuenti delle aree colpite dal terremoto devono
effettuare i versamenti tributari sospesi, quindi anche
l' acconto Imu.
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
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.
Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
Pagina 28
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343
28 Norme e tributi
Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici
Paradossisenzafine
Imprese sempre alla cassa
SOS
IMU
N. 9
12 dicembre 2012
–5
I giorni che mancano
al saldo Imu
DOSSIER ONLINE
Il calcolatore
e gli approfondimenti
in vista dei pagamenti
Sulsito delSole24Oreè
disponibileundossieronline
contutteleregoledaseguiree
lerisposteaidubbipiù
frequentisulleregoleda
applicareallediversetipologie
diimmobilieaicasiconcreti
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Normativa Enti Locali
Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d’azienda
Luciano De Vico
Gli immobili d’impresa
rientranoapienotitolonella baseimponibileImu,indipendentemente dallaloro collocazione
in bilancio.
Nonvisonodifferenzetraimmobili strumentali per natura o
perdestinazione,immobilimerce e immobili patrimonio. Ci si
riferisce, in particolare, agli immobili di cui all’articolo 43 del
Tuireaquellipossedutidaisoggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come
quellid’impresa,risultanofortemente penalizzati, se si tiene
conto che da quest’anno la nuova imposta sostituisce l’Irpef
per gli immobili non locati.
Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di
alleggerire il prelievo dell’Imu
sugliimmobilid’impresa, senza
intaccare però la quota di competenzadelloStatochedevecomunque essere pari allo 0,38%.
IComunipossonoinfattideliberare aliquote ridotte, anche in
relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il li-
mite minimo dello 0,4%. Per i
cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita,
lariduzionepuòarrivarefinoallo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano
in ogni caso locati, e comunque
per un periodo non superiore a
tre anni dall’ultimazione dei la-
ATTENZIONE ALLE DELIBERE
Molti Comuni hanno
previsto agevolazioni
per alcune
attività produttive
o per i beni merce
vori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali.
Il Comune di Milano, ad
esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria
attivitàolocati per lamedesima
finalità, posseduti da soggetti
che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l’aliquo-
ta dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di
regolaritàfiscalee tributariaancheconriferimentoai tributilocali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l’aliquota dello0,76% per leunitàimmobiliari,nonproduttivediredditofondiario,appartenentiallecategorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivoper lo svolgimentodellapropriaattivitàlavorativa,limitatamente ad una sola unità. Il Comune diBari, infine,avendo deliberato l’aliquota dello 0,38%
perifabbricatidelleimpresecostruttrici destinati alla vendita
enonlocati,ha difatto rinunciatoall’impostasuquestiimmobili, in quanto, come ricordato in
precedenza, tutta l’Imu versata
andrà allo Stato.
Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e
dell’imposta,gli immobili d’impresa seguono le stesse regole
degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel
gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da
imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le
stesse regole dell’Ici. Fino
all’iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di iniziodi ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito
dall’ammontare, al lordo delle
quotediammortamento,che risulta dalle scritture contabili,
applicando per ciascun anno di
formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell’economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è
stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in
mancanza di rendita proposta
aisensi delDm 701/1994, ilvalore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili
del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente
al locatario i dati necessari per
il calcolo. La circolare n. 3/Df
del 18 maggio scorso ricorda, a
questo proposito, come il momento che segna il passaggio
dal criterio di determinazione
della base imponibile fondato
sui valori contabili al criterio
catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita
mediantelaDocfa,comestabilito dalla Cassazione a Sezioni
Unite nella sentenza n. 3160 del
9 febbraio 2011.
PergliimmobilipossedutidagliIacpedallecooperativeedilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione
per abitazione principale, sempre che la condizione sussista
in capo agli assegnatari, ma non
è applicabile né l’aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche.
La riduzione dell’aliquota fino
allo 0,4% prevista per i soggetti
Ires, però, è applicabile anche
agliIacpe allecooperative edilizie.Inquest’ultimo casoi comuni non risultano penalizzati, in
quanto secondo la legge in tali
fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per
cui tutta l’imposta affluisce alle
casse comunali.
160
80
60
Magazzini e depositi
Ilmoltiplicatoreperquesta
categoriadiimmobilièanalogoa
quellointrodottodalleregoleImu
perleabitazioni(conunaumento
del60%rispettoall’Ici)
Uffici
Èilmoltiplicatoredaapplicarenel
calcolodell’impostasugliufficie
determinaunaumentodel60%
dellabaseimponibilerispetto
all’Ici
Categoria D
Èilmoltiplicatoredaapplicareal
valorecatastaledeiclassici
immobilistrumentali(ilrincaro
perquestacategoriarispetto
all’Icièdel20%)
© RIPRODUZIONE RISERVATA
I parametri per il calcolo
FOTOGRAMMA
Icoefficientiperladeterminazionedelvaloredeifabbricatiposseduti interamentedaimpresenonaccatastati
1,03
2002
2011
1,07
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1983
1982
e anni precedenti
Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile
1,81
1,90
1,99
2,07
2,25
2,42
2,59
2,77
2,94
3,11
Zone terremotate,
l’acconto arriva
subito dopo il saldo
di Pasquale Mirto
e Gianni Trovati
roblema: nelle zone
colpite dal terremoto di
maggio, dopo i mini-rinvii
dei mesi scorsi, si sarebbe
dovuto pagare l’acconto Imu
insieme al saldo, entro il 17
novembre, creando una
mega-rata unica a carico dei
proprietari di immobili.
Soluzione: il rinvio al 20
dicembre di tutti gli obblighi
tributari che erano in
calendario entro il 30
novembre. Risultato pratico: il
saldo dell’imposta municipale
rimane fissato al 17 dicembre,
come nel resto d’Italia, perché
non era stato interessato dalle
proroghe dedicate fin qui alle
aree terremotate, ma il
versamento dell’acconto slitta
al 20. Tre giorni dopo il saldo.
Sembra un racconto
d’invenzione, ma la geniale
soluzione al problema dell’Imu
è scritta nella «Gazzetta
Uifficiale», perché è stata
introdotta dal Parlamento nella
legge di conversione al decreto
enti locali. Proprio sulle misure
destinate alle aree terremotate
si era infiammata la battaglia
tra parlamentari e Governo, ma
l’esito dimostra che tanto
impegno era degno di miglior
causa e rende ancora più
urgente tornare sul tema
all’interno della legge di
stabilità. Il corto-circuito fra
acconto e saldo partorito dalla
legge di conversione del
decreto enti locali è solo
l’ultimo dei paradossi di una
vicenda normativa
particolarmente tormentata,
nata dal fatto che le esigenze di
bilancio (e il "peso fiscale"
delle province interessate dal
terremoto di maggio) hanno
spinto il Governo ad
abbandonare la strada maestra
degli stati di emergenza, scritta
nella regola generale riformata
alla fine del 2009. In quella
norma (articolo 5, comma 5-ter
della legge 225/1992) si
prevedeva infatti che la ripresa
dei versamenti al termine degli
stati di emergenza potesse
P
essere dilazionata fino a 24 rate,
mentre l’urgenza di non
rinunciare a introiti ha imposto
in questo caso il riavvio dei
pagamenti in soluzione unica.
In tanta fretta, non potevano
ovviamente mancare i molti
dubbi applicativi. La stessa
legge di conversione rinvia i
termini per l’accatastamento
dei fabbricati rurali, ma non i
termini di versamento che
sono rimasti invariati. E su
molti temi gli amministratori
locali, e la stessa Anci
Emilia-Romagna, hanno
rivolto al Governo richieste di
istruzioni rimaste finora senza
risposta. Quando le risposte
sono arrivate, del resto, non
sono state piacevoli, com’è
accaduto quando le Finanze
hanno chiarito che a un
fabbricato non basta essere
nella «zona rossa» per evitare
l’Imu: la sua inutilizzabilità
deve derivare da ragioni
«intrinseche», mentre se il
problema è un fabbricato
vicino pericolante l’Imu si paga
comunque. Il tutto mentre si
aspetta ancora il decreto delle
Finanze sulle nuove date per gli
adempimenti sospesi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il corto-circuito
17/12
Saldo
Èladataentrolaqualei
proprietaridiimmobili
devonoversareilsaldo
dell’impostamunicipaleper
il2012.Ladataèinvigore
anchenelleareecolpitedal
terremotodimaggio
20/12
L’acconto
Èladataentrolaqualei
contribuentidellearee
colpitedalterremoto
devonoeffettuarei
versamentitributari
sospesi,quindianche
l’accontoImu
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Il Sole 24 Ore
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Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole
Ici.
Imprese sempre alla cassa
Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d' azienda ATTENZIONE ALLE
DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o
per i beni merce.
Luciano De Vico Gli immobili d' impresa rientrano a
pieno titolo nella base imponibile Imu,
indipendentemente dalla loro collocazione in bilancio.
Non vi sono differenze tra immobili strumentali per
natura o per destinazione, immobili merce e immobili
patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili
di cui all' articolo 43 del Tuir e a quelli posseduti dai
soggetti Ires. I beni che non producono reddito
fondiario, come quelli d' impresa, risultano fortemente
penalizzati, se si tiene conto che da quest' anno la
nuova imposta sostituisce l' Irpef per gli immobili non
locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la
possibilità di alleggerire il prelievo dell' Imu sugli
immobili d' impresa, senza intaccare però la quota di
competenza dello Stato che deve comunque essere
pari allo 0,38%. I Comuni possono infatti deliberare
aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate
tipologie di immobili, entro il limite minimo dello 0,4%.
Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e
destinati dall' impresa costruttrice alla vendita, la
riduzione può arrivare fino allo 0,38%, fintanto che
permanga tale destinazione e non siano in ogni caso
locati, e comunque per un periodo non superiore a tre
anni dall' ultimazione dei lavori. Occorre prestare
particolare attenzione quindi alle singole delibere
degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per
i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attività
o locati per la medesima finalità, posseduti da
soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha
deliberato l' aliquota dello 0,87%, purché il soggetto
passivo sia in condizione di regolarità fiscale e
tributaria anche con riferimento ai tributi locali. Il
Comune di Roma, invece, ha deliberato l' aliquota
dello 0,76% per le unità immobiliari, non produttive di
reddito fondiario, appartenenti alle categorie C/1, C/3
e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivo per
lo svolgimento della propria attività lavorativa,
limitatamente ad una sola unità. Il Comune di Bari,
infine, avendo deliberato l' aliquota dello 0,38% per i
fabbricati delle imprese costruttrici destinati alla
vendita e non locati, ha di fatto rinunciato all' imposta
su questi immobili, in quanto, come ricordato in
precedenza, tutta l' Imu versata andrà allo Stato. Per
quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell'
Normativa Enti Locali
imposta, gli immobili d' impresa seguono le stesse
regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati
classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto,
posseduti interamente da imprese e distintamente
contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell'
Ici. Fino all' iscrizione in catasto, il valore è
determinato alla data di inizio di ciascun anno solare
ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è
costituito dall' ammontare, al lordo delle quote di
ammortamento, che risulta dalle scritture contabili,
applicando per ciascun anno di formazione i
coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell'
economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è
stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre
che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di
rendita proposta ai sensi del Dm 701/1994, il valore
contabile è determinato sulla base delle scritture
contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire
tempestivamente al locatario i dati necessari per il
calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso
ricorda, a questo proposito, come il momento che
segna il passaggio dal criterio di determinazione della
base imponibile fondato sui valori contabili al criterio
catastale è quello della richiesta di attribuzione della
rendita mediante la Docfa, come stabilito dalla
Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160
del 9 febbraio 2011. Per gli immobili posseduti dagli
Iacp e dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa, è
possibile usufruire della detrazione per abitazione
principale, sempre che la condizione sussista in capo
agli assegnatari, ma non è applicabile né l' aliquota
ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di
immobili posseduti da persone giuridiche. La
riduzione dell' aliquota fino allo 0,4% prevista per i
soggetti Ires, però, è applicabile anche agli Iacp e alle
cooperative edilizie. In quest' ultimo caso i comuni
non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge
in tali fattispecie non si applica la riserva in favore
dello stato, per cui tutta l' imposta affluisce alle casse
comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOS IMU
N. 9 12 dicembre 2012 - 5 I giorni che mancano al
saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli
approfondimenti in vista dei pagamenti Sul sito del
Sole 24 Ore è disponibile un dossier online con tutte
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
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le regole da seguire e le risposte ai dubbi più
frequenti sulle regole da applicare alle diverse
tipologie di immobili e ai casi concreti che possono
riguardare i contribuenti. Disponibile anche il
calcolatore dell' imposta che, attraverso la rendita
catastale, permette di determinare l' imposta dovuta a
saldo e di compilare e stampare l' F24 pronto per
effettuare il versamento I parametri per il calcolo 160
Magazzini e depositi Il moltiplicatore per questa
categoria di immobili è analogo a quello introdotto
dalle regole Imu per le abitazioni (con un aumento del
60% rispetto all' Ici) 80 Uffici È il moltiplicatore da
applicare nel calcolo dell' imposta sugli uffici e
determina un aumento del 60% della base imponibile
rispetto all' Ici 60 Categoria D È il moltiplicatore da
applicare al valore catastale dei classici immobili
strumentali (il rincaro per questa categoria rispetto all'
Ici è del 20%)
Normativa Enti Locali
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32
Italia Oggi
Mercoledì 12 Dicembre 2012
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E N T I L O CA L I E STATO
Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo
La provincia non resta a secco
Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti
DI
L
LUIGI OLIVERI
e funzioni oggi spettanti
alle province resteranno di loro competenza
nonostante la mancata
conversione de dl 188/2012
sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista
la valanga di emendamenti
presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale
di costituzionalità avanzata
dal Pdl e il tempo irrisorio, il
ministro Patroni Griffi aveva
provato a mettere pressione al
parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto.
A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai
giornali uno studio, secondo il
quale la mancata conversione
getterebbe nel caos il sistema.
Infatti, resterebbero in vigore le
disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di
indirizzo (si veda ItaliaOggi di
ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata
conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in
quanto le funzioni come scuola,
viabilità, ambiente, resterebbe-
Dai presidenti un j’accuse alla politica
Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri
competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio»,
secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con
questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno
di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri
coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i
suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto
contrari a scelte di carattere demagogico».
«La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla
conversione del disegno di legge sul riordino
delle province, rappresenta l’epilogo naturale
di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie
fatte dal governo sulla pelle delle comunità»,
fa eco il presidente della provincia di Siena,
ro senza più un ente titolato a
svolgerle. Tanto che comunque,
la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita,
nelle intenzioni del governo,
come emendamento al ddl
Stabilità. Le cose non stanno
come afferma Palazzo Vidoni.
Apparentemente, l’articolo 23,
Le gare nel 2012
un terzo in meno del 2011
Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012
rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a
novembre si registra un -16,1% in valore su novembre
2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200
mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti
integrati.
Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio
Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso
medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha
affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta
per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il
mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i
piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui
vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze
di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di
scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in
un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica
amministrazione e così facendo molte imprese hanno
dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi.
La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da
subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a
base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti,
«che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale,
e non a parole, del settore».
Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un
importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3%
nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia)
e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7%
sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in
gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni
nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per
il terzo mese consecutivo in campo negativo anche
l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e
costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto
allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara
scende del 17,1%.
Marco Solaia
Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale
e orizzonte preoccupante» il presidente della
provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci,
mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di
«una grande occasione persa per riformare un
po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al
contenimento della spesa pubblica dato che si
sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che
è il grande tema. Probabilmente i localismi,
le resistenze e la grande forza di resistenza
e lo spirito conservatore dell’apparato dello
stato lo hanno impedito e oggi la situazione è
caotica perché non avremo la titolarità per
poter esercitare le funzioni che esercitiamo
attualmente in base alla normativa e questo
è un assurdo».
comma 14, della legge 214/2011
limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano
alla provincia esclusivamente
le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei
comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o
regionale, secondo le rispettive
competenze». Ma il successivo
comma 18 precisa che stato e
regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze,
debbano trasferire ai comuni,
entro il 31 dicembre 2012, le
funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo
che, per assicurarne l’esercizio
L’INTERVENTO
Somministrazione
da rilanciare
Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori
in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di
questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e
lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali
avevano proposto che la somministrazione assorbisse le
altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori.
Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione
della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità
in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per
l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della
bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito
e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per
questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento
del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione
dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di
un approccio che considera la somministrazione di lavoro
una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a
termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità
di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la
somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il
superamento dei limiti del precedente contratto e rendono
possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse
organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra
agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema
incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei
lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e
trasparente il costo del lavoro in somministrazione per
tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping
commerciale a spese dei lavoratori.
Antonio Lombardi
Presidente Alleanza Lavoro
unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni.
Dunque, le disposizioni
dell’articolo 23 della legge
214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo
programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme
statali e regionali, perché le
funzioni attualmente spettanti
alle province siano attribuite a
comuni o regioni.
Nelle more della disciplina
normativa statale e regionale, le province non possono
che continuare a svolgere le
funzioni attualmente loro assegnate.
Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha
anche specificato quali funzioni
«fondamentali» resteranno in
capo alle province, integrando
la previsione programmatica
dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato
e regioni, con le leggi attuative
dell’articolo 23, non potrebbero
sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali.
Si potrebbe osservare che
l’assegnazione alle province
delle funzioni fondamentali
previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come
ivi trascritto) «all’esito della
procedura di accorpamento»,
per sostenere, parzialmente, la
tesi avanzata dal ministro della
funzione pubblica.
Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti,
se l’attribuzione alle province
di funzioni ulteriori e diverse
da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse
davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima
di esso vi sarebbe un periodo
lungo, quello necessario per
completare gli accorpamenti
territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale
allo stesso modo nessun ente
potrebbe esercitare le funzioni
provinciali. Simmetricamente,
il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina
l’effettivo esercizio in capo ai
comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali
emanate nell’esercizio della
potestà legislativa esclusiva
dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al
completamento del processo di
sottrazione delle funzioni alle
province, dette funzioni continuano a spettare alle province.
Prescindendo totalmente dalla
circostanza che il dl 188/2012
fosse convertito o meno. Per
altro, lo studio ministeriale
evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una
sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta
da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo
stesso suo autore.
©Riproduzione riservata
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Normativa Province
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Mer 12/12/2012
Italia Oggi
Pagina 32
Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo.
La provincia non resta a secco
Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti.
Le funzioni oggi spettanti alle province resteranno di
loro competenza nonostante la mancata conversione
de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento.
Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti
presentati al ddl di conversione del decreto, la
pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il
tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato
a mettere pressione al parlamento e spingerlo
comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha
elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno
studio, secondo il quale la mancata conversione
getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in
vigore le disposizioni del decreto «salva-Italia», che
ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di
indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L' inquilino di
Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata
conversione potrebbe determinare un danno ai
cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità,
ambiente, resterebbero senza più un ente titolato a
svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl
relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle
intenzioni del governo, come emendamento al ddl
Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo
Vidoni. Apparentemente, l' articolo 23, comma 14,
della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni
provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le
funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività
dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge
statale o regionale, secondo le rispettive
competenze». Ma il successivo comma 18 precisa
che stato e regioni, con propria legge, secondo le
rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni,
entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla
normativa vigente alle province, salvo che, per
assicurarne l' esercizio unitario, le stesse siano
acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell'
articolo 23 della legge 214/2011 non sono
immediatamente dispositive, ma solo
programmatiche. Occorre l' intermediazione delle
norme statali e regionali, perché le funzioni
attualmente spettanti alle province siano attribuite a
comuni o regioni. Nelle more della disciplina
normativa statale e regionale, le province non
possono che continuare a svolgere le funzioni
attualmente loro assegnate. Del resto, l' articolo 17,
comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato
quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle
Normativa Province
province, integrando la previsione programmatica dell'
articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato
e regioni, con le leggi attuative dell' articolo 23, non
potrebbero sottrarre alle province le competenze alle
funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe
osservare che l' assegnazione alle province delle
funzioni fondamentali previste dall' articolo 17, comma
10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all' esito della
procedura di accorpamento», per sostenere,
parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della
funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione
non reggerebbe. Infatti, se l' attribuzione alle province
di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e
coordinamento dei comuni fosse davvero
condizionato all' esito dell' accorpamento, prima di
esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario
per completare gli accorpamenti territoriali, modificare
i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti,
nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe
esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il
comma 9 dell' articolo 17 della legge 135/2012
subordina l' effettivo esercizio in capo ai comuni delle
funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate
nell' esercizio della potestà legislativa esclusiva dello
stato, all' effettivo trasferimento dei beni e delle
risorse. Il che dimostra come fino al completamento
del processo di sottrazione delle funzioni alle
province, dette funzioni continuano a spettare alle
province. Prescindendo totalmente dalla circostanza
che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro,
lo studio ministeriale evidenzia i vizi di
incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di
confessione della violazione della Costituzione. Resta
da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un
decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo
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Italia Oggi
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E N T I L O CA L I E STATO
Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo
La provincia non resta a secco
Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti
DI
L
LUIGI OLIVERI
e funzioni oggi spettanti
alle province resteranno di loro competenza
nonostante la mancata
conversione de dl 188/2012
sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista
la valanga di emendamenti
presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale
di costituzionalità avanzata
dal Pdl e il tempo irrisorio, il
ministro Patroni Griffi aveva
provato a mettere pressione al
parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto.
A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai
giornali uno studio, secondo il
quale la mancata conversione
getterebbe nel caos il sistema.
Infatti, resterebbero in vigore le
disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di
indirizzo (si veda ItaliaOggi di
ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata
conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in
quanto le funzioni come scuola,
viabilità, ambiente, resterebbe-
Dai presidenti un j’accuse alla politica
Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri
competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio»,
secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con
questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno
di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri
coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i
suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto
contrari a scelte di carattere demagogico».
«La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla
conversione del disegno di legge sul riordino
delle province, rappresenta l’epilogo naturale
di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie
fatte dal governo sulla pelle delle comunità»,
fa eco il presidente della provincia di Siena,
ro senza più un ente titolato a
svolgerle. Tanto che comunque,
la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita,
nelle intenzioni del governo,
come emendamento al ddl
Stabilità. Le cose non stanno
come afferma Palazzo Vidoni.
Apparentemente, l’articolo 23,
Le gare nel 2012
un terzo in meno del 2011
Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012
rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a
novembre si registra un -16,1% in valore su novembre
2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200
mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti
integrati.
Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio
Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso
medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha
affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta
per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il
mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i
piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui
vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze
di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di
scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in
un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica
amministrazione e così facendo molte imprese hanno
dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi.
La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da
subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a
base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti,
«che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale,
e non a parole, del settore».
Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un
importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3%
nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia)
e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7%
sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in
gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni
nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per
il terzo mese consecutivo in campo negativo anche
l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e
costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto
allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara
scende del 17,1%.
Marco Solaia
Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale
e orizzonte preoccupante» il presidente della
provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci,
mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di
«una grande occasione persa per riformare un
po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al
contenimento della spesa pubblica dato che si
sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che
è il grande tema. Probabilmente i localismi,
le resistenze e la grande forza di resistenza
e lo spirito conservatore dell’apparato dello
stato lo hanno impedito e oggi la situazione è
caotica perché non avremo la titolarità per
poter esercitare le funzioni che esercitiamo
attualmente in base alla normativa e questo
è un assurdo».
comma 14, della legge 214/2011
limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano
alla provincia esclusivamente
le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei
comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o
regionale, secondo le rispettive
competenze». Ma il successivo
comma 18 precisa che stato e
regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze,
debbano trasferire ai comuni,
entro il 31 dicembre 2012, le
funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo
che, per assicurarne l’esercizio
L’INTERVENTO
Somministrazione
da rilanciare
Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori
in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di
questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e
lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali
avevano proposto che la somministrazione assorbisse le
altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori.
Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione
della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità
in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per
l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della
bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito
e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per
questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento
del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione
dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di
un approccio che considera la somministrazione di lavoro
una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a
termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità
di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la
somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il
superamento dei limiti del precedente contratto e rendono
possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse
organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra
agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema
incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei
lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e
trasparente il costo del lavoro in somministrazione per
tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping
commerciale a spese dei lavoratori.
Antonio Lombardi
Presidente Alleanza Lavoro
unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni.
Dunque, le disposizioni
dell’articolo 23 della legge
214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo
programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme
statali e regionali, perché le
funzioni attualmente spettanti
alle province siano attribuite a
comuni o regioni.
Nelle more della disciplina
normativa statale e regionale, le province non possono
che continuare a svolgere le
funzioni attualmente loro assegnate.
Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha
anche specificato quali funzioni
«fondamentali» resteranno in
capo alle province, integrando
la previsione programmatica
dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato
e regioni, con le leggi attuative
dell’articolo 23, non potrebbero
sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali.
Si potrebbe osservare che
l’assegnazione alle province
delle funzioni fondamentali
previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come
ivi trascritto) «all’esito della
procedura di accorpamento»,
per sostenere, parzialmente, la
tesi avanzata dal ministro della
funzione pubblica.
Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti,
se l’attribuzione alle province
di funzioni ulteriori e diverse
da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse
davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima
di esso vi sarebbe un periodo
lungo, quello necessario per
completare gli accorpamenti
territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale
allo stesso modo nessun ente
potrebbe esercitare le funzioni
provinciali. Simmetricamente,
il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina
l’effettivo esercizio in capo ai
comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali
emanate nell’esercizio della
potestà legislativa esclusiva
dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al
completamento del processo di
sottrazione delle funzioni alle
province, dette funzioni continuano a spettare alle province.
Prescindendo totalmente dalla
circostanza che il dl 188/2012
fosse convertito o meno. Per
altro, lo studio ministeriale
evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una
sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta
da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo
stesso suo autore.
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Dai presidenti un j' accuse alla politica
Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà,
punta il dito contro i ministri competenti per la
mancata conversione del decreto legge sul riordino
delle province, «figlio», secondo l' inquilino di Palazzo
Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un'
accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che,
con questo esito dell' iter, «si è buttato via un anno di
lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri coinvolti
nella riforma non hanno ascoltato i suggerimenti di
sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una
razionalizzazione ma altrettanto contrari a scelte di
carattere demagogico». «La decisione della
Commissione affari costituzionali del senato di non
procedere alla conversione del disegno di legge sul
riordino delle province, rappresenta l' epilogo naturale
di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie fatte dal
governo sulla pelle delle comunità», fa eco il
presidente della provincia di Siena, Simone Bezzini.
Parla di «caos istituzionale e orizzonte preoccupante»
il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo
Ricci, mentre per il presidente dell' Upi e della
provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di «una
grande occasione persa per riformare un po' lo stato.
Ci dispiace della decisione perché attraverso l'
accorpamento delle province avevamo deciso di dare
un contributo al contenimento della spesa pubblica
dato che si sarebbe messo in moto un processo di
accorpamento degli uffici periferici dello stato, che è il
grande tema. Probabilmente i localismi, le resistenze
e la grande forza di resistenza e lo spirito
conservatore dell' apparato dello stato lo hanno
impedito e oggi la situazione è caotica perché non
avremo la titolarità per poter esercitare le funzioni che
esercitiamo attualmente in base alla normativa e
questo è un assurdo».
Normativa Province
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Mer 12/12/2012
Il Sole 24 Ore
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18 Commenti e inchieste
Il Sole 24 Ore
Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343
Lettere
DIRETTORE RESPONSABILE
Le risposte
ai lettori
Roberto Napoletano
VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO),
Alberto Orioli, Alessandro Plateroti,
Fabrizio Forquet (redazione romana)
UFFICIO DEI CAPOREDATTORI CENTRALI:
Capo: Marina Macelloni
Vice: Alberto Trevissoi
Integrazione quotidiano-online: Mauro Meazza
Informazione normativa e Lunedì: Salvatore Padula
Ufficio centrale: Daniele Bellasio, Massimo
Esposti (Plus24), Federico Momoli,
Guido Palmieri, Giorgio Santilli, Alfredo Sessa
Segretario di redazione: Marco Mariani
ART DIRECTOR: Francesco Narracci
CREATIVE DIRECTOR: Adriano Attus
RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi,
Paola Bottelli, Enrico Brivio, Jean Marie Del Bo,
Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino,
Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca,
Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri
PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A.
PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti
AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu
Aderire presto
al brevetto europeo
DOPO IL VOTO DELL’EUROPARLAMENTO
volte il meglio è nemico del bene. Giusto battersi per
soluzioni ottimali, ma anche poi pragmaticamente
accontenatarsi di importanti progressi che possono
essereconseguitiin concreto.Il ragionamento vale ancordi
più se in gioco è il brevetto europeo, "grande incompiuto"
degli ultimi quarant’anni. Il lungo stallo comunitario è stato
ancor più colpevole se si considera il forte svantaggio competitivo derivato alle aziende europee, rispetto alle concorrenti americane e giapponesi, dal brevettare un’innovazione con costi assai superiori. In realtà, è stata giustificata l’ultima battaglia di Italia e Spagna perché il regime linguistico
non fosse limitato a inglese, francese e tedesco, ma esteso a
due lingue di grande diffusione e tradizione, oltre che
espressionediimportantirealtàproduttive.Peròieril’avvocato generale hachiesto alla Cortedi Giustizia Ue di respingereilricorsodiRomaeMadridneiconfrontidellacooperazione rafforzata che ha spinto 25 Paesi a procedere da soli
sul brevetto europeo. Ragionevole prevedere - anche se
non scontato - che i giudici di Lussemburgo seguiranno il
suoparere.Èquindigiusto chel’Italiasiprepariaunaonorevole resa su questo punto (tanto più che in realtà quasi tutti
in Europa presenteranno i brevetti in inglese). Anche perché sempre ieri il Parlamento europeo ha dato via libera al
brevetto europeo, con alcuni correttivi, come il rimborso
delle spese di traduzione per le Pmi che rendono la "pillola
linguistica" meno amara per Spagna e Italia. A questo punto, è necessario guardare alla sostanza e aderire al più presto anche nel nostro Paese a procedure europee per il brevetto, più semplici, efficienti e meno costose.
A
MARTEDÌ
MERCOLEDÌ
GIOVEDÌ
VENERDÌ
SABATO
Le lettere vanno inviate a:
Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’
Via Monte Rosa, 91
20149 Milano - fax 02.312055
email: [email protected]
Includere per favore nome,
indirizzo e qualifica
Gianfranco Fabi
Fabrizio Galimberti
Guido Gentili
Adriana Cerretelli
Salvatore Carrubba
biologico e cittadinanza ai figli degli
immigrati: temi da Europa moderna.
Sono nei programmi dei candidati alle
primarie del centrosinistra lombardo,
per le prossime Regionali. Dichiarazione
anticipata per i trattamenti sanitari,
donazione degli organi, cremazione e
dispersione delle ceneri: ma dove siamo,
in Olanda, in Gran Bretagna? No, sempre
Milano ed è l’oggetto di una delibera
consiliare. E penso a quanto Roma sia
lontana da Milano: nella capitale i
referendum sugli stessi temi non sono
neanche passati e in Consiglio comunale
si ignora una delibera dei Radicali sulle
coppie di fatto.
La virtù di chi sceglie
auto ibdride
dai consumi leggeri
G
entileGalimberti,ilmercatodelle
autoinEuropacontinuaascendere
elevenditehannoraggiuntolivelli
daanni70.Lacrisièlacausaprincipaledel
tracollo,macredoanchechesiamaturata
innoilaconsapevolezzachesiamoinvasi
dalleautoechel’abitudinedisostituire
l’autoognidueotreannifosseunamania
singolare.Quellochemisorprendeeche
nonriescoacomprendere,èlavivacitàe
l’incrementodellevenditediautonegliUsa
(checrescanoinBrasilemiparenormale),
comesedalorolacrisifosseallespallee
noncifossetracciadiquella
consapevolezzadicuisopra.Puòdarsiche
unapartedellevenditeamericanesia
dovutaaunanonancoracompiuta
riconversionedaautocostoseeinquinanti
versomodellipiùeconomicieche
consumanomeno?Ma,inquesta
situazione,nonriescobeneacapirechi
sianoivirtuosi.
Giancarlo Camesasca
Gentile Camesasca, l’auto è sempre stata un prodotto difficile da maneggiare.
Oggetto d’amore (indipendenza, segno di status, comodità...) e d’odio (rumore, traffico, congestione, inquinamento...). E non solo in Italia ma anche
negli altri Paesi cova sempre la contrapposizione fra coloro che vogliono
spendere soldi per strade sempre più
comode per il trasporto privato e coloro che vogliono dirottare risorse verso
il trasporto pubblico.
La crisi attuale del mercato dell’auto in
Italia non mi sembra tuttavia dipendere
da fattori strutturali (quello che lei chia-
Paolo Izzo
Roma
Grecia
Domenico Rosa
mail rendersi conto che il cambiare auto
ogni due o tre anni è una malsana mania), quanto da fattori congiunturali (il
reddito che non cresce, la disoccupazione che aumenta e spinge a rimandare
l’acquisto di beni durevoli...).
Per quel che riguarda gli Stati Uniti, bisogna tenere presente, primo, che in
America c’è più spazio fisico che da noi,
e la presenza dell’auto non è così soffocante. Secondo, come lei stesso suggerisce, c’è una tendenza lontana dall’essere esausta a sostituire auto vecchie e ingorde (di benzina) con i nuovi modelli
molto più efficienti e leggeri (sul portafoglio) in termini di consumi. Ciò detto,
le vendite di auto in America hanno solo nell’ultimo mese riguadagnato quota
15 milioni (annualizzati) dopo essere
scese a 9 milioni nei mesi più brutti della Grande recessione. Ma per tutti gli
anni Duemila, prima della crisi, erano a
quota 16-19 milioni l’anno. Anche in
America, quindi, il mercato dell'auto
AFRICA Riccardo Barlaam
I DIBATTITI
SUI BLOG
DEL SOLE 24 ORE
www.ilsole24ore.com
non è particolarmente vivace.
Allora, lei si chiede, chi sono i virtuosi?
In questo settore io pongo la virtù in
presa diretta col problema del riscaldamento globale. Più auto a consumi leggeri, ibride, elettriche... e più investimenti nel trasporto pubblico. E se di
trasporto privato vogliamo parlare, andiamo a vedere ad Amsterdam e a Copenhagen (Paesi ricchi) quanta gente
si muove in bicicletta...
Quel che Berlusconi sa bene
Berlusconi sa bene che non ha possibilità
di vincere le elezioni. Vuole sbaragliare
tutto. Con il rientro otterrà due risultati:
spingerà molte persone a votare Grillo
facendo crollare le percentuali del Pd e
degli altri partiti e renderà il Paese
ingovernabile.
Alessandro Romeo
Milano si muove sui diritti civili
Mentre in Europa si costruiscono
rigassificatori (una decina tra Spagna e
Francia), il ministro dell’Ambiente
Corrado Clini è stato contestato da molti
manifestanti, contrari al rigassificatore
di Zaule (Trieste). Nelle immagini molti
manifestanti giovani: magari sono gli
stessi che si lamentano perché non
trovano lavoro e l’energia è cara.
Silvano Stoppa
Cesano Boscone (MI)
Il rendimento alle elementari
Nel generale abbandono in cui versa la
scuola italiana è di ieri la notizia che,
dopo i ragazzi delle medie, anche i
bambini delle elementari scivolano
indietro nella graduatoria
internazionale sull’apprendimento.
Questo accade dopo un decennio di
riforme (Moratti e Gelmini): significa
che i cambiamenti non sono stati
all’altezza delle nuove esigenze della
scuola italiana? Significa ancora una
volta che il Paese non investe su ciò che
più ha bisogno di futuro: la scuola.
Registro delle unioni civili, testamento
OLTRE IL TFR Marco lo Conte
Grave la situazione in Mali:
il premier arrestato si dimette
Dopo la decisione Ue di varare
una missione di addestramento
militare in Mali per aiutare
Bamako a riprendere il Nord
Giovani e rigassificatori
Lettera firmata
24LETTURE Emanuela Bellotti
L’errore di Enasarco
sul fondo di liquidità
Fra i dibattiti, anche uno sui
due fondi contabilizzati nel
2011 come investimenti di
liquidità, invece di fondi hedge
Dalle saghe familiari cinesi
all’ultimo libro sul signor G
Grande seno, fianchi larghi di Mo
Yan è stato censurato in Cina.
Quando parla Gaber è una
raccolta di pensieri e parole
L’INIZIATIVA DEL SOLE 24 ORE
Solidarietà, un messaggio in bottiglia
Non prendiamo in giro
i terremotati sull’Imu Ministri, imprenditori, uomini di cultura e spettacolo all’evento romano
ILRINVIODITRE GIORNI
di Nicoletta Picchio
Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio è una produttrice infaticabile di paradossi normativi,un’attivitàsemprespiacevolemache diventa più grave quando è esercitata sulle spalle (e sui portafogli) di popolazioni già provate. L’ultimo arriva dalla legge
di conversione del decreto sugli enti locali, che proprio
sulle norme del terremoto aveva visto salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari. Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i versamenti tributari in
calendario fino al 30 novembre. Il risultato? Il saldo
dell’Imu rimane regolarmente in programma per il 17, comenel restod’Italia, mentre per pagare l’acconto (che nelle aree colpite dal sisma era stato sospeso) c’è tempo di
pensarci comodamente fino al 20. A rendere assurdo il calendario non c’èsolo il saldo da pagareprima dell’acconto,
ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato per evitare il
pagamento in unica soluzione: un semi-rinvio di tre giorni,però, piùche di beneficio hailsapore della presain giro.
L’
nmessaggio inbottiglia. È quello che idealmente ci mandano i
ragazzi delle coste dell’Africa
sperando che qualcuno, dal latoopposto, possaraccoglierloe quindioffrire un futuro migliore.
Tanti sono stati i messaggi pronunciati
ieri da ministri, attori, scrittori, manager,
uomini d’impresa e del sindacato dal palco
del teatro Quirinetta di Roma, testimonial
d’eccezionedelprimoeventodibeneficenza organizzato da Il Sole 24 Ore e dal titolo
proprio"Unmessaggioinbottiglia".
Bottiglie di bollicine Ferrari sono infatti
il premio vinto dal direttore de Il Sole 24
ore, Roberto Napoletano, per un titolo del
U
LO SCOPO
Le responsabilità
dello scandalo Libor
TREARRESTIALONDRA
l rumor di manette del caso Libor segna una svolta, solo in parte attesa, nell’indagine su una delle più clamorosetruffe delmondofinanziario.Gli arresti,ieria Londra, di tre fra trader e broker coinvolti con ruoli diversi
apre l’interrogativo più delicato sullo sviluppo del caso: la
catena di comando. Fino a che livello gli inquirenti riterranno di poter risalire con incriminazioni specifiche per i
comportamenti adottati da (spesso) giovani trader? Resta
da vedere infatti se al vertice della gerarchia degli istituti
coinvolti c’era connivenza oppure no. Se così fosse, se
cioè il top management era cosciente delle manipolazioni
su un tasso che fissa anche gli interessi suimutui ipotecari,
c’è da auspicarsi che le responsabilità penali siano estese
anche a loro. Non vorremmo vedere nella rete degli investigatori britannici (anche altre giurisdizioni potrebbe essere chiamate a collaborare) solo i pesci più piccoli di uno
scandalo che potrebbe - non vi è la certezza matematica essere costato carissmo a milioni di risparmiatori.
I
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Normativa Province
I fondi ricavati dalla vendita
delle bottiglie di spumante
Ferrari serviranno per
allestire una sala di un centro
di accoglienza per minori
giornale,quellodel10novembre 2011: "FATE PRESTO", scritto a caratteri cubitali
sulla prima pagina. Un "messaggio" forte,
in un momento drammatico del Paese e
chelagiuriadelpremio"Iltitolodell’anno"
organizzatodall’aziendaFerrariF.lliLunelli, e presieduto da Camilla Lunelli, ha deciso di decretare come vincitore. Un titolo
non politico, ma che esprimeva il rigore di
analisidelquotidiano:nonsoloinquelmomento lo spread sui BTp decennali aveva
toccato il massimo dai tempi dell’euro, 575
punti base, ma soprattutto si era invertita
la curva dei rendimenti, portando i titoli a
breve a tassi superiori rispetto a quelli, già
elevatissimi, deititoli a lungotermine.
«Fate presto» aveva detto Sandro Pertini, all’indomani del terremoto dell’Irpinia. «FATE PRESTO» è stato il messaggio mandato dal Sole 24 ore alle istituzioni e alla politica, un anno fa, per salvare
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l’Italia dalla crisi di fiducia.
Lebottigliedispumantesonostatedestinatealla beneficenza.I fondiraccolti serviranno per allestire una sala polifunzionale
del centro di accoglienza per minori immigratinonaccompagnatigestitodallacooperativaUnsorrisodiRoma.
Erano in tanti seduti nelle file del teatro. Come sono stati tanti i personaggi
che a titolo gratuito, e introdotti da Simona Agnes, sono intervenuti dal palco: ha esordito lo scrittore Roberto Gervaso, seguito dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha letto uno dei
tanti messaggi ricevuti in questi mesi di
governo dai detenuti.
EpoiancoraLuigiGubitosi,direttoregeneraledellaRai,PippoBaudo,RenzoArbore, Marisa Laurito. Scrittori come Elisabetta Rasy, Giulia Carcasi e Giuseppe Scaraffia, che ha citato, tra i vari personaggi, una
frasediNapoleone:«Nonpossoviveresenza champagne, se vinco me lo merito, se
perdonehobisogno».PadreEnzoFortunato,LinaSastrieGigiMarzullo, AntonioRomano, Gennaro Sangiuliano, per ultimo
Giorgio Albertazzi, che ha concluso i messaggicon unaverapiece teatrale.
Infine una tavola rotonda moderata dal
direttoredelSole24ore,RobertoNapoletano,conilpresidentediConfindustriaGiorgioSquinzi,ilministrodellaPubblicaaministrazione, Filippo Patroni Griffi, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.
Chehannolanciatoilloromessaggioinbottiglia: «Rimozione della madre di tutte le
confusioniitaliane,cioèilTitoloVdellaCostituzione»quelloespressodiBonanni.Potervedereglieffettideiprovvedimentipresi, per Patroni Griffi, che ha citato gli interventi di semplificazione del governo, rammaricandosiperlamancataattuazionedellariformadelleProvince.ESquinzi,chenel
suomessaggioinbottigliaha volutomettere la richiesta di un «Paese normale, in cui
lavoglia difareimpresa nonvengamortificata. Il 73˚posto nella classifica della Banca
Mondiale sul fare impresa - ha detto - non
deveessere lanostracollocazione».
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nel resto del mondo, al solo quotidiano (posta aerea) 12 mesi:
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(da sinistra): Marisa
Laurito, Giorgio
Albertazzi, Pippo
Baudo e Renzo Arbore.
Al centro: Raffaele
Bonanni, Gianni Letta,
Giorgio Squinzi,
Roberto Napoletano e
Filippo Patroni Griffi.
Sotto, Paola Severino.
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L’APPUNTAMENTO DI ROMA
Un messaggio in bottiglia
Ieri,allaprimaedizionedell’eventodi
beneficenzaorganizzatodalSole24Ore,
hannolettoilloromessaggiodaaffidareal
futuropolitici,artisti,scrittori.
La tavola rotonda
IlministroPatroniGriffi,ilpresidentedi
ConfindustriaGiorgioSquinzieilsegretario
generaledellaCislRaffaeleBonanni,hanno
dialogatoconildirettoredelSole24Ore
RobertoNapoletanosu«Crisi,
disoccupazioneeprecariato».
La beneficenza
Ifondiraccoltiservirannoperunasala
polifunzionalediuncentrocheaccoglie
minoriimmigrati.
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ASPETTANDOILVOTO
Monti e il nodo
democratico
delle politiche
sull’euro
di Franco Debenedetti
ual è la notizia? Che si voti due o
tre settimane prima? Semmai
dovrebbe essere una buona notizia: il governo, non sfiduciato, può restare in carica nella pienezza dei suoi
poteri; che la "strana maggioranza"
avrebbe avuto fibrillazioni e sussulti avvicinandosi la data delle elezioni, era
prevedibile: abbreviare la campagna
elettorale è atto di saggezza.
Che Berlusconi si ritirasse a vita privata, nessuno lo poteva ragionevolmente
pensare. Quanto ai temi della sua campagna elettorale: la Lega, l’alleato a cui cerca di riavvicinarsi, è antimontiana e antieuropeadasempre;l’antagonista,ilcentro di e intorno a Casini, non aspira ad altro che ad avere Monti nel simbolo. Il cavaliere mica può pensare di arginare
l’esodo dei suoi dicendo «io di più»?
Berlusconi, si dice, userà toni populisti e vigorosamente antieuropei. Che il
populismo sia componente essenziale
della sua retorica politica, lo si sa da tempo, ci fece su la campagna elettorale del
1994. Ma per ora i segnali sono trattenuti: il discorso di Alfano alla Camera, a
leggere lo stenografico, non lo si può
qualificare di populista, usa argomenti
politici che si possono trovare negli editoriali dei principali giornali italiani.
Che Monti ha dato le dimissioni, sarebbe questa la notizia? E cos’altro si poteva fare per abbreviare in modo istituzionalmente inappuntabile una legislatura ormai esausta?
Se le cose stanno così, perché la reazione dei mercati, l’aumento dello
spread, il calo della Borsa? Una prova
della irrazionalità dei mercati?
I mercati non servono, ad allocare razionalmente le risorse, ma a scoprire in
particolare i prezzi delle cose: sono, nella
famosa definizione di Hayek, procedure
per la scoperta. Lo fanno, continuamente
correggendosi, sulla base delle informazioni disponibili a un costo ragionevole.
Cioèquelle degli analistidi alcune grandi
istituzionifinanziarie chesi possonopermettere di pagarli. Conoscere in dettaglio gli umori della politica italiana o grecanonèelementare, costacaro, apassare
sono i messaggi semplici e convincenti.
La politica è arte del convincere, a volte
ci riesce. È riuscita a far credere per anni
che il trattato di Maastricht avrebbe fatto
convergere le economie dei vari Paesi
verso i famosi parametri. Di conseguenza per anni e anni i tassi all’interno
dell’Eurozonasonostatipariaquellitedeschi, gli spread minimi riflettevano solo
le differenti dimensioni e liquidità dei
mercati.Èilmessaggiocon cuiCiampi ha
convinto gli italiani a versare l’eurotassa.
Tendiamo a dimenticarcene, ma noi del
SudEuropaciabbiamoguadagnatocentinaia di miliardi di euro. Arriva la crisi, e
arrivaMonti. Biografia stellare,standing,
la Bocconi, l’Europa, uno che ha saputo
mettere in riga gli americani della General Electric e della Microsoft: perfetto
per dare un’altra faccia al Paese. Aiuta il
wishful thinking: sono in tanti a temere
l’implosione dell’euro, non solo Obama
in campagna elettorale, e la Merkel che
già pensa alla sua del 2013. E dopo tutto
l’Italia è il biliardo di Foligno della intramontabile definizione di Eugenio Scalfari. I mercati credono al messaggio. Solo
un maquillage? Per nulla, ma nessuno riflette che in un anno nessuno può rimediare a un declino che dura da vent’anni.
Credere a Monti consentiva ai mercati di risparmiare sul costo dell’informazione. Quando ci si accorge che era
troppo semplice, che si debbono fare
conti più complicati e costosi, aumenta
l’incertezza. Come andranno le elezioni? Prevarranno le forze antieuropee?
L’Italia rappresenterà un pericolo per
la stabilità dell’Eurozona?
Difficiledistinguereprevisioni daconvinzioni, l’essere dal dover essere. È il
problema della democrazia, da millenni
la nostra cultura cerca di venirne a capo,
in tempi recenti inquieta pensatori da
Tocqueville a Minogue: come può ciò
che il popolo vuole non essere bene per
il popolo? I prezzi che l’austerità esige
dalle popolazioni di metà Europa sono
sotto gli occhi di tutti. Troppe tasse e pochi tagli? Troppa poca Europa? Più poteri a Bruxelles per salvare Roma, Madrid,
Atene? Se si teme per le sorti delle politiche dell’euro, invece che demonizzare
anzitempo il populismo in Italia, meglio
riflettere sul problema democratico che
quellepolitiche pongonoai Paesi d’Europa. Finché si è in tempo.
Q
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IL RINVIO DI TRE GIORNI.
Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu
L' Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio
è una produttrice infaticabile di paradossi normativi,
un' attività sempre spiacevole ma che diventa più
grave quando è esercitata sulle spalle (e sui
portafogli) di popolazioni già provate. L' ultimo arriva
dalla legge di conversione del decreto sugli enti locali,
che proprio sulle norme del terremoto aveva visto
salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari.
Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i
versamenti tributari in calendario fino al 30 novembre.
Il risultato? Il saldo dell' Imu rimane regolarmente in
programma per il 17, come nel resto d' Italia, mentre
per pagare l' acconto (che nelle aree colpite dal sisma
era stato sospeso) c' è tempo di pensarci
comodamente fino al 20. A rendere assurdo il
calendario non c' è solo il saldo da pagare prima dell'
acconto, ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato
per evitare il pagamento in unica soluzione: un semirinvio di tre giorni, però, più che di beneficio ha il
sapore della presa in giro.
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