Mercoledì, 12/12/2012 09:41
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DIRER Mercoledì, 12/12/2012 09:41 Indice dei documenti DIRER Direr Direv Dirigenza E-Governament E-Procurament Pubblica Amministrazione Imu, il pasticcio delle aliquote Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 37 Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011 Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32 Punto di ristoro senza concessione la Procura apre un' inchiesta Da 'Il Messaggero' del 12/12/2012 - Pagina 49 1 3 5 Normativa Comuni La provincia non resta a secco Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32 Sanità, regioni modello Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 28 Infrazioni, un decreto a perdere Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 28 Rimborsi Imu garantiti a metà Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 29 Imu, il pasticcio delle aliquote Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 37 Immobili rurali agevolati, catasto decisivo Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 29 Imprese sempre alla cassa Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 28 Nuove leve con vista sul mondo Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 52 7 9 13 15 17 19 21 25 Normativa Enti Locali Imu, il pasticcio delle aliquote Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 37 Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu 29 Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 18 Zone terremotate, l' acconto arriva subito dopo il saldo Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 28 Imprese sempre alla cassa Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 28 31 33 35 Normativa Province La provincia non resta a secco Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32 Dai presidenti un j' accuse alla politica Da 'Italia Oggi' del 12/12/2012 - Pagina 32 Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu Da 'Il Sole 24 Ore' del 12/12/2012 - Pagina 18 Sindacati Pensionati 39 41 43 . Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 37 A S S O S O F T WA R E Mercoledì 12 Dicembre Dice 2012 37 Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a. Imu, il pasticcio delle aliquote Software house in prima linea per risolvere i problemi DI ROBERTO BELLINI DIRETTORE GENERALE ASSOSOFTWARE È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo tecnologico la soluzione al superamento delle attuali difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi concreti che l’informatica può dare, per effetto delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella al presidente dell’Anci Graziano Delrio il quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci saranno neanche difficoltà per le software house che, come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i cittadini non si paleserà il problema dell’incertezza, vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto vero, se si vogliono scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi dovuti all’impossibilità di aggiornare le procedure di calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che ciascun cittadino, consultan- do sul sito del Dipartimento delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt’altro che banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle software house che da un lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall’altro si sono trovate nell’impossibilità di leggere e tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre 8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall’1/12/2012, visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei Comuni per la pubblicazione delle delibe- re. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci) che alla data odierna non ha ancora fornito un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una base dati di calcolo completa, i software attualmente disponibili sul mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera, tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l’Ufficio federalismo fiscale del Dipartimento delle finan- ze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in formato elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi ristretti non ne hanno permesso la realizzazione. Quanto ci costa quindi l’Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla. Le novità fiscali del 2013, ecco tutto ciò che bisogna sapere Si è tenuto nei giorni 29 e 30 novembre, presso l’hotel NH Bologna De La Gare, il tradizionale Convegno di formazione professionale per le case di software organizzato da Assosoftware dal titolo «Le novità fiscali del 2013, analisi degli adempimenti ed aggiornamenti sulla normativa: redditometro e spesometro - il nuovo regime premiale della trasparenza -dichiarazioni fiscali 2013 - la riforma Fornero - la nuova DMA2 – Autoliquidazione Inail». Si tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti e i funzionari dell’Agenzia delle entrate, del Ministero delle finanze e dell’Inps. Le tematiche vengono affrontate con particolare riferimento al trattamento informatico dei dati alla luce delle novità normative, che pone al primo posto l’operatività quotidiana degli operatori del settore, in particolare i Commercialisti, i Consulenti del lavoro e le Associazioni di Categoria che forniscono servizi fiscali e del lavoro ai contribuenti. A seguire desideriamo fornire alcune indicazioni riguardanti le novità che ci aspettano il prossimo anno legate al nuovo Spesometro ed al Modello 730/2013. Spesometro 2013 Di rilievo le novità dello Spesometro, illustrate nell’intervento del dott. Vincenzo Errico, responsabile Basi dati e strumenti di analisi della Direzione centrale Accertamento, e dalla dott.ssa Maria Pia Protano, capo settore Analisi e strategie della Direzione centrale Accertamento, dell’Agenzia delle entrate. In estrema sintesi le differenze rispetto alla vecchia Comunicazione Over 3 mila, sono le seguenti: • dovranno essere trasmesse, una a una, tutte le fatture (anche quelle di importo minimo), per effetto dell’eliminazione della soglia di 3 mila euro (anche se emesse per facoltà e non per obbligo); • dovranno essere trasmessi i corrispettivi a privati solo se di importo pari o superiore a 3.600 euro (non dovranno più essere trasmessi i corrispettivi di importo inferiore, ancorché collegati a un contratto di importo superiore alla soglia); • dovranno essere trasmesse le fatture riepilogative di importo fino a 300,00 euro (in passato non rientranti nell’obbligo); • le note di variazione dovranno essere trasmesse autonomamente (non dovranno quindi più essere imputate alle fatture di origine), con segno positivo se in aumento o negativo se in diminuzione; • verrà approvato dall’AdE uno specifico modello composto dal frontespizio, dai quadri delle fatture emesse, delle fatture ricevute, dei corrispettivi a privati, delle note di variazione e delle fatture emesse nei confronti di soggetti non residenti, cui potrebbe aggiungersi un quadro riepilogativo delle operazioni in contanti da 1.000 a 15 mila euro legate al turismo (art. 3, comma 1, dl 16/2012); • la comunicazione dovrà essere effettuata con riferimento alla data di registrazione (si farà riferimento alla data della fattura esclusivamente per i soggetti e nei casi in cui non vi sia obbligo di registrazione sui registri Iva). È stato ricordato, infine, che pur permanendo le ipotesi di esonero dalla comunicazione telematica dei dati già conosciuti, l’AdE non precluderà in nessun modo l’invio di dati per i quali non è previsto l’obbligo, qualora ciò costituisca una semplificazione per il contribuente. Ciò in quanto l’indicazione di dati non obbligatori non costituisce ostacolo all’attività di accertamento. Si possono dunque inviare i dati già conosciuti (in quanto già segnalate dai soggetti obbligati alle comunicazioni di cui all’art. 7, del dpr 605/1973) relativi alle spese assicurative, telefoniche, bollette elettriche, gas, acqua, leasing e noleggi, ecc., in quanto l’Agenzia li potrà riconoscere dal codice fiscale o dalla partita Iva del fornitore e dunque evitare la «duplicazione» degli stessi in fase di elaborazione del Redditometro. Stesse considerazioni valgono anche nel caso in cui il pagamento di un corrispettivo sia avvenuto con carta di credito o di debito: nel caso non vi sia la sicurezza che l’emissione della carta sia stata fatta da un operatore italiano oppure nel caso il proprio sistema informatico non disponga dell’informazione che il pagamento sia avvenuto con carta di credito o di debito, è possibile inserire tale corrispettivo nella comunicazione. 730/2013 Interessanti anche le novità contenute nella dichiarazione dei redditi modello 730/2013, illustrate nell’intervento del dott. Andrea Palma, funzionario della Direzione centrale servizi ai contribuenti dell’Agenzia delle entrate, che riguardano principalmente gli effetti dall’Imu sulla determinazione dell’Irpef degli immobili. Infatti: • non sono più dovute l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dominicale dei terreni non locati, perché sostituite dall’Imu, mentre il reddito agrario continua a essere assoggettato alle imposte sui redditi; • non sono dovute l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dei fabbricati non locati (compresi quelli concessi in comodato d’uso gratuito e quelli utilizzati a uso promiscuo dal professionista), perché sostituite dall’Imu. Le altre le novità del modello sono le seguenti: • possono essere ammesse alla detrazione di imposta del 19%, a determinate condizioni, le spese sostenute per le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle figure professionali elencate nel dm 29/03/2001 (podologo, fisioterapista, logopedista ecc.), anche senza una specifica prescrizione medica; • per i fabbricati di interesse storico o artistico viene meno la tassazione agevolata del reddito mediante l’applicazione della minore tra le tariffe d’estimo previste per le abitazioni della zona censuaria, e se concessi in locazione il reddito è costituito dal maggiore importo tra la rendita catastale effettiva rivalutata del 5% e il canone di locazione ridotto del 35%; • i dati relativi agli acconti per l’anno 2012 che lo scorso anno dovevano essere ricalcolati in presenza di redditi derivanti dagli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, vanno indicati nelle colonne da 7 a 10 del rigo F1; • per le spese relative ad interventi di recupero del patrimonio edilizio e per il ripristino a seguito di eventi calamitosi, sostenute dal 26/6/2012 al 30/6/2013, la detrazione d’imposta è elevata dal 36 al 50%, nel limite di spesa di 96 mila euro; • non è più prevista la possibilità, per i contribuenti di età non inferiore a 75 e 80 anni, di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote annuali; • la detrazione del 55%, relativa agli interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, è estesa anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; • i contributi sanitari obbligatori per l’assistenza erogata nell’ambito del Ssn versati con l’assicurazione Rca sono deducibili dal reddito complessivo solo per la parte che eccede 40 euro. Fabio Giordano NEWS Nel mese di novembre è entrata a far parte di Assosoftware la società ARS Edizioni Informatiche Srl di Milano (www. arsedizioni.it) 118111108111099111109115109101 Pubblica Amministrazione Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 1 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 37 Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a. Imu, il pasticcio delle aliquote Software house in prima linea per risolvere i problemi. È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo tecnologico la soluzione al superamento delle attuali difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi concreti che l' informatica può dare, per effetto delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella al presidente dell' Anci Graziano Delrio il quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci saranno neanche difficoltà per le software house che, come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i cittadini non si paleserà il problema dell' incertezza, vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto vero, se si vogliono scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi dovuti all' impossibilità di aggiornare le procedure di calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che ciascun cittadino, consultando sul sito del Dipartimento delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt' altro che banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle software house che da un lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall' altro si sono trovate nell' impossibilità di leggere e tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre 8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall' 1/12/2012, visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei Comuni per la pubblicazione delle delibere. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all' Ifel (Istituto per la finanza e l' economia locale dell' Anci) che alla data odierna non ha ancora fornito un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche Pubblica Amministrazione ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una base dati di calcolo completa, i software attualmente disponibili sul mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera, tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l' Ufficio federalismo fiscale del Dipartimento delle finanze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in formato elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi ristretti non ne hanno permesso la realizzazione. Quanto ci costa quindi l' Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 2 di 44 . Mer 12/12/2012 32 Italia Oggi Mercoledì 12 Dicembre 2012 Pagina 32 E N T I L O CA L I E STATO Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo La provincia non resta a secco Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti DI L LUIGI OLIVERI e funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza nonostante la mancata conversione de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato a mettere pressione al parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno studio, secondo il quale la mancata conversione getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in vigore le disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità, ambiente, resterebbe- Dai presidenti un j’accuse alla politica Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio», secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto contrari a scelte di carattere demagogico». «La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla conversione del disegno di legge sul riordino delle province, rappresenta l’epilogo naturale di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie fatte dal governo sulla pelle delle comunità», fa eco il presidente della provincia di Siena, ro senza più un ente titolato a svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle intenzioni del governo, come emendamento al ddl Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo Vidoni. Apparentemente, l’articolo 23, Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011 Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012 rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a novembre si registra un -16,1% in valore su novembre 2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200 mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti integrati. Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica amministrazione e così facendo molte imprese hanno dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi. La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti, «che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale, e non a parole, del settore». Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3% nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia) e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7% sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per il terzo mese consecutivo in campo negativo anche l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara scende del 17,1%. Marco Solaia Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale e orizzonte preoccupante» il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci, mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di «una grande occasione persa per riformare un po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al contenimento della spesa pubblica dato che si sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che è il grande tema. Probabilmente i localismi, le resistenze e la grande forza di resistenza e lo spirito conservatore dell’apparato dello stato lo hanno impedito e oggi la situazione è caotica perché non avremo la titolarità per poter esercitare le funzioni che esercitiamo attualmente in base alla normativa e questo è un assurdo». comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze». Ma il successivo comma 18 precisa che stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l’esercizio L’INTERVENTO Somministrazione da rilanciare Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali avevano proposto che la somministrazione assorbisse le altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori. Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di un approccio che considera la somministrazione di lavoro una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il superamento dei limiti del precedente contratto e rendono possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e trasparente il costo del lavoro in somministrazione per tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping commerciale a spese dei lavoratori. Antonio Lombardi Presidente Alleanza Lavoro unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell’articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni. Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate. Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle province, integrando la previsione programmatica dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell’articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe osservare che l’assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all’esito della procedura di accorpamento», per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti, se l’attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina l’effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell’esercizio della potestà legislativa esclusiva dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro, lo studio ministeriale evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo autore. ©Riproduzione riservata 118111108111099111109115109101 Pubblica Amministrazione Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 3 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 32 Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011 Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012 rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a novembre si registra un -16,1% in valore su novembre 2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200 mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti integrati. Sono questi i principali indicatori dell' Osservatorio Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta per chiudere l' anno peggiore dall' inizio della crisi. Il mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica amministrazione e così facendo molte imprese hanno dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi. La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da subito accompagnata da un' adeguata disciplina transitoria che evitasse l' assurda riduzione degli importi a base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti, «che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale, e non a parole, del settore». Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3% nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia) e del 13,0% nel valore (16,1% sopra soglia e -3,7% sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per il terzo mese consecutivo in campo negativo anche l' andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara scende del 17,1%. Pubblica Amministrazione Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 4 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Messaggero Pagina 49 -MSGR - 20 CITTA - 49 - 12/12/12-N: 49 Mercoledì 12 Dicembre 2012 www.ilmessaggero.it Cronaca di Roma Punto di ristoro senza concessione la Procura apre un’inchiesta `Nel mirino la Casina dei Pini di villa Massimo IL CASO La sede del punto verde ristoro è un edificio che per il Consiglio di Stato deve essere abbattuto. Adesso anche «La Casina dei Pini», il punto verde ristoro di villa Massimo, entra a far parte della maxi inchiesta della procura di Roma sulla gestione delle concessioni e sui presunti abusi commessi nel rilascio dei permessi. Il consigliere regionale Massimo Inches ha presentato una nuova denuncia in procura con 20 allegati per raccontare una storia di omissioni e abusi che riguarda il punto verde ristoro di Villa Massimo. A margine l’elenco dei soliti nomi per nuove presunte accuse da parte di Inches: Stefano Mastrangelo, ex capo del Servizio Giardini, il suo successore, Bruno Cignini, Paolo Giuntarelli, oggi direttore del Bioparco, e Stefano Volpe, il funzionario comunale finito in manette per corruzione proprio nell’ambito della maxi inchiesta sui punti Verde. Una vicenda che comincia negli anni Ottanta, quando il piccolo chiosco, esistente nella villa pubblica dal ’46 e dato in concessione a un privato diventa più grande grazie a una serie di abusi edilizi. A chiedere la sanatoria, qualche anno dopo, è Rosario La Torre, all’epoca un perfetto sconosciuto, ma qualche anno dopo finito sulle pagine dei giornali come prestanome di Gennaro Mokbel, l’estremista di destra al centro di un giro di riciclaggio per centinaia di milioni di euro. La richiesta viene respinta e l’amministrazione intima la demolizione delle opere abusive. Soprattutto sulla base di una sentenza del Tar confermata dal Consiglio di Stato. Quando il Campidoglio indice il bando per i punti verde, che esclude dalla gara chi abbia contenziosi con l’amministrazione, partecipa la società Dafi, che intanto è subentrata al posto di La Torre nella gestione del chiosco «allargato». La concessione viene affidata alla Dafi e l’allora l direttore dell’Ufficio giardini approva anche ulteriori modifiche all’edificio, già gravato da precedenti opere abusive. Di fatto il piccolo chiosco era sottoposto a vincoli paesaggistici e le autorizzazioni avrebbero dovuto essere «vistate» dalla giunta comunale. «C’era un un contenzioso con la pubblica amministrazione spiega Inches - e lo stesso X Dipartimento aveva dichiarato decaduto il progetto, perché il manufatto doveva essere demolito, in base a una sentenza del Conssiglio di Stato. Non si capisce perché nessuno abbia ancora eseguito quella sentenza e come mai siano state autorizzate altre opere». Valentina Errante © RIPRODUZIONE RISERVATA Uccise l’amico per soldi il pm chiede l’ergastolo IL PROCESSO Il punto di ristoro realizzato all’interno di «Villa Massimo» Violenza Donna aggredita, due in manette Stavano fumando una sigaretta fuori da un fast food di piazza San Giovanni Battista de la Salle quando improvvisamente due uomini hanno iniziato a importunare la donna, una 34enne, romena. Il marito è subito intervenuto per farli smettere, ma è stato affrontato e colpito con una violenta testata in pieno volto da uno dei due mentre l’altro continuava a palpeggiare insistentemente la donna. I carabinieri della compagnia Trastevere sono intervenuti immediatamente riuscendo a bloccare i due aggressori, due cittadini ucraini di 35 e 27 anni entrambi pregiudicati. Dopo essere stati ammanettati sono stati portati in caserma e trattenuti in attesa del rito direttissimo. Dovranno rispondere entrambi di violenza sessuale in concorso mentre, solo per il 27enne, anche di lesioni personali. Il romeno è stato invece soccorso da un ambulanza del 118 e portato al pronto soccorso dell’ospedale San Camillo, dove è stato medicato per la contusione e dimesso con alcuni giorni di prognosi. A.A.A.A.A. SAN.GIOVANNI 327/58.73.066 nuova chiamami A.A.A.A. ACILIA sexy passionale tutto cercami 345/60.30.170 A.A.A.A. ALTRUI bellissima alto livello chiamami 320.19.93.002 A.A.A.A. 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Il pm Margherita Pinto ha chiesto alla III Corte di Assise di Roma di condannare Zorzi al massimo della pena, l’ergastolo. «Fabio Lorenzon si fidava di lui, tanto che gli aveva prestato soldi in più occasioni - ha detto il pm nella sua requisitoria - invece Zorzi non ha avuto pietà. Lo ha ucciso lucidamente e poi ha cercato di fare sparire il corpo proprio per coprire quei debiti. Il movente è tutto là». L’imputato, di professione agricoltore, avrebbe dovuto restituire all’amico oltre 40.000 euro. Qualche giorno prima del delitto, avvenuto la sera del 24 settembre 2010, invece, era riuscito persino a farsi firmare una scrittura privata in cui Lorenzon, al contrario, sosteneva di avere un debito con Zorzi. «Firmandomi questo foglio mi fai un grande favore - lo aveva rassicurato - così i miei familiari si staranno più tranquilli. Sospettano che abbia dei debiti». Per l’accusa era un inganno, architettato in prospettiva del delitto. Zorzi avrebbe ucciso l’amico in un orto, a Fiumicino, e poi avrebbe gettato il corpo e l’auto nel canale di Maccarese. La sentenza è attesa per gennaio. La madre di Lorenzon e la compagna hanno seguito ogni udienza: «Non c’è rassegnazione - dicono i parenti - Fabio era figlio unico e da poco aveva cominciato a vivere con la sua fidanzata. Era un ragazzo semplice, serio, dedito alla famiglia e al suo lavoro, faceva il commesso in un super- mercato. Una morte assurda». I difensori di Zorzi, gli avvocati Cesare Gai e Ivana Manni, sperano di ribaltare la ricostruzione del pm con le loro arringhe. «E’ stato un processo indiziario - ha detto Gai - Non è stato il nostro assistito a uccidere l’amico. E siamo pronti a batterci per dimostrarlo. Resta il dramma umano, quindi massima solidarietà alla famiglia della vittima». Zorzi, sposato e padre di due bambini, era stato arrestato dai carabinieri del gruppo di Ostia qualche settimana dopo il delitto. Il cadavere di Fabio Lorenzon era riemerso per caso: in vista delle piogge, il Consorzio di bonifica dell’area aveva abbassato il livello del canale per far meglio defluire le acque di scolo. L’ultimo ad averlo visto in vita, hanno accertato poi i carabinieri, era stato proprio Zorzi. Adelaide Pierucci Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile -TRX IL:11/12/12 23:16-NOTE: Pagina 5 di 44 Mer 12/12/2012 Il Messaggero Pagina 49 Punto di ristoro senza concessione la Procura apre un' inchiesta Nel mirino la Casina dei Pini di villa Massimo IL CASO La sede del punto verde ristoro è un edificio che per il Consiglio di Stato deve essere abbattuto. Adesso anche «La Casina dei Pini», il punto verde ristoro di villa Massimo, entra a far parte della maxi inchiesta della procura di Roma sulla gestione delle concessioni e sui presunti abusi commessi nel rilascio dei permessi. Il consigliere regionale Massimo Inches ha presentato una nuova denuncia in procura con 20 allegati per raccontare una storia di omissioni e abusi che riguarda il punto verde ristoro di Villa Massimo. A margine l' elenco dei soliti nomi per nuove presunte accuse da parte di Inches: Stefano Mastrangelo, ex capo del Servizio Giardini, il suo successore, Bruno Cignini, Paolo Giuntarelli, oggi direttore del Bioparco, e Stefano Volpe, il funzionario comunale finito in manette per corruzione proprio nell' ambito della maxi inchiesta sui punti Verde. Una vicenda che comincia negli anni Ottanta, quando il piccolo chiosco, esistente nella villa pubblica dal '46 e dato in concessione a un privato diventa più grande grazie a una serie di abusi edilizi. A chiedere la sanatoria, qualche anno dopo, è Rosario La Torre, all' epoca un perfetto sconosciuto, ma qualche anno dopo finito sulle pagine dei giornali come prestanome di Gennaro Mokbel, l' estremista di destra al centro di un giro di riciclaggio per centinaia di milioni di euro. La richiesta viene respinta e l' amministrazione intima la demolizione delle opere abusive. Soprattutto sulla base di una sentenza del Tar confermata dal Consiglio di Stato.Quando il Campidoglio indice il bando per i punti verde, che esclude dalla gara chi abbia contenziosi con l' amministrazione, partecipa la società Dafi, che intanto è subentrata al posto di La Torre nella gestione del chiosco «allargato». La concessione viene affidata alla Dafi e l' allora l direttore dell' Ufficio giardini approva anche ulteriori modifiche all' edificio, già gravato da precedenti opere abusive. Di fatto il piccolo chiosco era sottoposto a vincoli paesaggistici e le autorizzazioni avrebbero dovuto essere «vistate» dalla giunta comunale. «C' era un un contenzioso con la pubblica amministrazione - spiega Inches - e lo stesso X Dipartimento aveva dichiarato decaduto il progetto, perché il manufatto doveva essere demolito, in base a una sentenza del Conssiglio di Stato. Non si capisce perché nessuno abbia ancora eseguito quella sentenza e come mai siano state autorizzate altre Pubblica Amministrazione opere». Valentina Errante © RIPRODUZIONE RISERVATA. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 6 di 44 . Mer 12/12/2012 32 Italia Oggi Mercoledì 12 Dicembre 2012 Pagina 32 E N T I L O CA L I E STATO Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo La provincia non resta a secco Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti DI L LUIGI OLIVERI e funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza nonostante la mancata conversione de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato a mettere pressione al parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno studio, secondo il quale la mancata conversione getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in vigore le disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità, ambiente, resterebbe- Dai presidenti un j’accuse alla politica Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio», secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto contrari a scelte di carattere demagogico». «La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla conversione del disegno di legge sul riordino delle province, rappresenta l’epilogo naturale di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie fatte dal governo sulla pelle delle comunità», fa eco il presidente della provincia di Siena, ro senza più un ente titolato a svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle intenzioni del governo, come emendamento al ddl Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo Vidoni. Apparentemente, l’articolo 23, Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011 Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012 rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a novembre si registra un -16,1% in valore su novembre 2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200 mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti integrati. Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica amministrazione e così facendo molte imprese hanno dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi. La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti, «che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale, e non a parole, del settore». Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3% nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia) e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7% sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per il terzo mese consecutivo in campo negativo anche l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara scende del 17,1%. Marco Solaia Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale e orizzonte preoccupante» il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci, mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di «una grande occasione persa per riformare un po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al contenimento della spesa pubblica dato che si sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che è il grande tema. Probabilmente i localismi, le resistenze e la grande forza di resistenza e lo spirito conservatore dell’apparato dello stato lo hanno impedito e oggi la situazione è caotica perché non avremo la titolarità per poter esercitare le funzioni che esercitiamo attualmente in base alla normativa e questo è un assurdo». comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze». Ma il successivo comma 18 precisa che stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l’esercizio L’INTERVENTO Somministrazione da rilanciare Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali avevano proposto che la somministrazione assorbisse le altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori. Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di un approccio che considera la somministrazione di lavoro una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il superamento dei limiti del precedente contratto e rendono possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e trasparente il costo del lavoro in somministrazione per tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping commerciale a spese dei lavoratori. Antonio Lombardi Presidente Alleanza Lavoro unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell’articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni. Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate. Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle province, integrando la previsione programmatica dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell’articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe osservare che l’assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all’esito della procedura di accorpamento», per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti, se l’attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina l’effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell’esercizio della potestà legislativa esclusiva dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro, lo studio ministeriale evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo autore. ©Riproduzione riservata 118111108111099111109115109101 Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 7 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 32 Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo. La provincia non resta a secco Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti. Le funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza nonostante la mancata conversione de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato a mettere pressione al parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno studio, secondo il quale la mancata conversione getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in vigore le disposizioni del decreto «salva-Italia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L' inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità, ambiente, resterebbero senza più un ente titolato a svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle intenzioni del governo, come emendamento al ddl Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo Vidoni. Apparentemente, l' articolo 23, comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze». Ma il successivo comma 18 precisa che stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l' esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell' articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l' intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni. Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate. Del resto, l' articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle Normativa Comuni province, integrando la previsione programmatica dell' articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell' articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe osservare che l' assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall' articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all' esito della procedura di accorpamento», per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti, se l' attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all' esito dell' accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell' articolo 17 della legge 135/2012 subordina l' effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell' esercizio della potestà legislativa esclusiva dello stato, all' effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro, lo studio ministeriale evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo autore. ©Riproduzione riservata. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 8 di 44 . Mer 12/12/2012 28 Italia Oggi Mercoledì 12 Dicembre 2012 Pagina 28 G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ Il consiglio dei ministri ha approvato procedura di scelta e criteri IN GAZZETTA Infrazioni, un decreto Bilanci a posto e assistenza di base garantita a perdere Sanità, regioni modello DI GIOVANNI GALLI A ver garantito l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza; aver garantito l’equilibrio economico-finanziario del bilancio sanitario regionale; non essere assoggettate a piani di rientro; essere risultate adempienti alla valutazione del Tavolo di verifica degli adempimenti regionali in materia sanitaria. Sono questi i requisiti che dovranno avere le regioni-modello per la sanità italiana. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato ieri il provvedimento che definisce i criteri attraverso cui individuare, tra una rosa di cinque regioni, le tre virtuose per definire costi e fabbisogni standard regionali nel settore sanitario. Saranno eligibili le regioni che rispetteranno i requisiti visti sopra, tra queste i ministeri della salute e dell’economia e delle finanze individueranno le cinque regioni di riferimento, inserendole in un’apposita graduatoria. All’interno di questa graduatoria le regioni sceglieranno le tre che fanno da riferimento. COSTI DELLA POLITICA L’esecutivo ha anche esaminato l’intesa raggiunta in Conferenza stato-regioni in merito all’individuazione della regione più virtuosa per il finanziamento alla politica regionale. La nota finale di palazzo Chigi ricorda che a seguito dell’approvazione del dl 174/2012 sui costi della politica, il 30 ottobre il consiglio ha condiviso la proposta della Conferenza stato-regioni, che prevede un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l’anno. La Conferenza ha indicato l’Umbria come regione più virtuosa per quanto riguarda la retribuzione dei presidenti di giunta, l’Emilia Romagna per quanto riguarda i consiglieri regionali e, infine, l’Abruzzo per quanto riguarda i finanziamenti ai gruppi consiliari. Palazzo Chigi ricorda che in sede di conversione in legge del dl 174, per quanto Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze “Ezio Vanoni” Dipartimento delle Scienze Tributarie Giovedì, 13 dicembre 2012 ore 15.00 – 18.00 Convegno Roma - Via Maresciallo Caviglia, 24 IL NUOVO REDDITOMETRO Interventi: Dott. Marco Di Capua Direttore Vicario Agenzia Entrate Prof. Paolo Moretti Presidente Fondazione Accademia Romana di Ragioneria – Consigliere Nazionale CNDCEC – Presidente IGS Relazioni: Relatori: Dr. Francesco Gravina Il redditest: finalità e modalità di utilizzo da parte dell’Agenzia delle Entrate Direzione Centrale Accertamento Agenzia Entrate Il redditest: problematiche applicative Commercialista e Pubblicista – Commissione scientifica Accademia Romana di Ragioneria Il nuovo accertamento sintetico: la prova contraria Dr. Nicola Forte Prof. Gianfranco Ferranti Capo Dipartimento Scienze Tributarie SSEF È necessario confermare la propria partecipazione all’indirizzo e-mail: ssef.eventi@finanze.it riguarda l’indennità di fine mandato, il Senato ha introdotto un limite di spesa pari a un’indennità di carica mensile lorda per anno, per un massimo di dieci anni; con riferimento alla spesa per i gruppi consiliari – individuato in un massimo di 5 mila euro per consigliere – il Senato ha introdotto l’obbligo di considerare le dimensioni del territorio e della popolazione residente (con una spesa aggiuntiva di 0,05 euro per abitante); riguardo alla spesa per il personale dei gruppi consiliari è stato previsto che deve equivalere al costo di un’unità di personale per ciascun consigliere; infine, è stato previsto un obbligo di rendiconto annuale dei gruppi consiliari, per assicurare la corretta e trasparente gestione della contabilità. Rispetto alla proposta originaria del governo, che prevedeva il controllo preventivo, la modifica introdotta dal Senato prevede quindi una rendicontazione annuale, strutturata secondo le linee guida deliberate dalla Conferenza stato-regioni e recepite dal governo con apposito decreto. PREFETTURE Via libera in via preliminare, salvo intese, a un provvedimento in materia di riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio. Il provvedimento punta a definire la nuova fisionomia del sistema periferico amministrativo dello Stato, «improntato alla cooperazione, alla sussidiarietà e al rispetto dell’autonomia operativa e funzionale degli altri uffici statali. Con il provvedimento», spiega il comunicato di palazzo Chigi, «le prefetture confermano la funzione di rappresentanza unitaria dello Stato sul territorio. Il prefetto garantisce le politiche di coordinamento dell’azione amministrativa in ambito locale, secondo criteri di collegialità e raccordo, nel rispetto dei principi di leale cooperazione e di sussidiarietà. Grazie all’istituzione del nuovo Ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini e lo Stato la prefettura ribadisce il suo ruolo di punto di riferimento istituzionale». Si prevede anche una riduzione delle spese attraverso l’istituzione di servizi comuni per la realizzazione dell’esercizio unitario delle funzioni logistiche e strumentali affidate a un solo ufficio. ORDINAMENTO MILITARE Approvate ulteriori modifiche e integrazioni al Codice dell’ordinamento militare del 2010, che razionalizza la preesistente stratificazione legislativa, riducendo un corpus normativo di circa 1.300 fonti e 10.400 articoli ad una sola fonte normativa organica composta da soli 2.272 articoli. Il provvedimento di ieri è il secondo intervento di perfezionamento del Codice: un intervento di 190 modifiche riguardanti 149 articoli del Codice. Il provvedimento corregge alcune imperfezioni testuali: errori materiali di trascrizione occorsi nella redazione del codice, sia di tipo dattilografipo dattilografico, sia di riproduzione. Si completa poi il riassetto delle fonti previgenti e si recepisce il cd. jus superveniens (e cioè le disposizioni primarie introdotte nell’ordinamento successivamente all’approvazione definitiva del Codice da parte del consiglio dei ministri). ATTI INTERNAZIONALI Su proposta del ministro degli affari esteri, il Consiglio ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La Convenzione è stata aperta alla firma degli stati membri del Consiglio d’Europa, degli stati non membri che hanno partecipato alla sua elaborazione e dell’Unione europea, l’11 maggio 2011 a Istanbul. L’Italia ha sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. La violenza contro le donne è definita come «una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata». NOMINE Il consiglio ha infine approvato la permanenza, al massimo fino al 30 giugno 2013, dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci nell’incarico di Rappresentante permanente presso l’Unione europea a Bruxelles, nonché il conferimento al ministro plenipotenziario Armando Varricchio delle funzioni di vicesegretario generale del Ministero degli affari esteri. Deliberata la nomina dell’ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi a comandante in capo della squadra navale. © Riproduzione riservata I congedi parentali potranno essere utilizzati anche a ore e non solo su base giornaliera. Sarà la contrattazione collettiva a definire le modalità di fruizione del fr congedo nonco ché i criteri di ch calcolo della ca base oraria ba e l’equiparazione di un zi determinato de monte ore alla singola al giornata lavogi g rativa. È una ra delle tante de disposizioni di legge contenute nel decreto d salva-infrazioni, (dl 216 del 2012 «Disposizioni urgenti volte a evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione europea», pubblicato ieri sulla G.U. n. 288). Il provvedimento punta a salvare l’Italia dalle numerose procedure, aperte o possibili, da parte dell’Unione europea. Si tratta molto probabilmente di un decreto «a perdere», nel senso che i suoi contenuti dovrebbero essere trasfusi nella legge di Stabilità (si veda ItaliaOggi di ieri). I temi affrontati dal decreto (si veda ItaliaOggi del 7 dicembre scorso) spaziano dal lavoro al fisco, dalla sanità all’ambiente. Sul fronte fiscale, si prevedono, tra l’altro, l’unificazione dei criteri del momento di effettuazione delle operazioni intra Ue, lo stop alla fatturazione dei pagamenti anticipati e la ridefinizione degli adempimenti negli scambi intracomunitari. E ancora, lo stop per i comuni alla possibilità di ampliare l’oggetto dei contratti per la riscossione locale affidando ai concessionari nuovi ambiti di business senza indire gare, ma semplicemente rinegoziando i rapporti in essere. Da segnalare, ancora le modifiche alla normativa del quadro RW sui beni all’estero: la previsione di una sanzione di 258 euro per chi presenta il quadro RW entro i 90 giorni successivi alla scadenza dei termini di Unico, riduzione dal 5 al 3% della sanzione minima per l’omessa dichiarazione degli investimenti esteri che raddoppia se i predetti investimenti sono situati in black list, completa scomparsa della sezione III del quadro relativo al monitoraggio fiscale. Il dl salva infrazioni su www.italiaoggi.it/documenti 118111108111099111109115109101 Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 9 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 28 Il consiglio dei ministri ha approvato procedura di scelta e criteri. Sanità, regioni modello Bilanci a posto e assistenza di base garantita. Aver garantito l' erogazione dei livelli essenziali di assistenza; aver garantito l' equilibrio economicofinanziario del bilancio sanitario regionale; non essere assoggettate a piani di rientro; essere risultate adempienti alla valutazione del Tavolo di verifica degli adempimenti regionali in materia sanitaria. Sono questi i requisiti che dovranno avere le regionimodello per la sanità italiana. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato ieri il provvedimento che definisce i criteri attraverso cui individuare, tra una rosa di cinque regioni, le tre virtuose per definire costi e fabbisogni standard regionali nel settore sanitario. Saranno eligibili le regioni che rispetteranno i requisiti visti sopra, tra queste i ministeri della salute e dell' economia e delle finanze individueranno le cinque regioni di riferimento, inserendole in un' apposita graduatoria. All' interno di questa graduatoria le regioni sceglieranno le tre che fanno da riferimento. COSTI DELLA POLITICA L' esecutivo ha anche esaminato l' intesa raggiunta in Conferenza statoregioni in merito all' individuazione della regione più virtuosa per il finanziamento alla politica regionale. La nota finale di palazzo Chigi ricorda che a seguito dell' approvazione del dl 174/2012 sui costi della politica, il 30 ottobre il consiglio ha condiviso la proposta della Conferenza stato-regioni, che prevede un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l' anno. La Conferenza ha indicato l' Umbria come regione più virtuosa per quanto riguarda la retribuzione dei presidenti di giunta, l' Emilia Romagna per quanto riguarda i consiglieri regionali e, infine, l' Abruzzo per quanto riguarda i finanziamenti ai gruppi consiliari. Palazzo Chigi ricorda che in sede di conversione in legge del dl 174, per quanto riguarda l' indennità di fine mandato, il Senato ha introdotto un limite di spesa pari a un' indennità di carica mensile lorda per anno, per un massimo di dieci anni; con riferimento alla spesa per i gruppi consiliari - individuato in un massimo di 5 mila euro per consigliere - il Senato ha introdotto l' obbligo di considerare le dimensioni del territorio e della popolazione residente (con una spesa aggiuntiva di 0,05 euro per abitante); riguardo alla spesa per il personale dei gruppi consiliari è stato previsto che deve equivalere al costo di un' unità di personale per ciascun consigliere; infine, è stato previsto un obbligo di rendiconto annuale dei gruppi consiliari, per assicurare la corretta e trasparente Normativa Comuni gestione della contabilità. Rispetto alla proposta originaria del governo, che prevedeva il controllo preventivo, la modifica introdotta dal Senato prevede quindi una rendicontazione annuale, strutturata secondo le linee guida deliberate dalla Conferenza stato-regioni e recepite dal governo con apposito decreto. PREFETTURE Via libera in via preliminare, salvo intese, a un provvedimento in materia di riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio. Il provvedimento punta a definire la nuova fisionomia del sistema periferico amministrativo dello Stato, «improntato alla cooperazione, alla sussidiarietà e al rispetto dell' autonomia operativa e funzionale degli altri uffici statali. Con il provvedimento», spiega il comunicato di palazzo Chigi, «le prefetture confermano la funzione di rappresentanza unitaria dello Stato sul territorio. Il prefetto garantisce le politiche di coordinamento dell' azione amministrativa in ambito locale, secondo criteri di collegialità e raccordo, nel rispetto dei principi di leale cooperazione e di sussidiarietà. Grazie all' istituzione del nuovo Ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini e lo Stato la prefettura ribadisce il suo ruolo di punto di riferimento istituzionale». Si prevede anche una riduzione delle spese attraverso l' istituzione di servizi comuni per la realizzazione dell' esercizio unitario delle funzioni logistiche e strumentali affidate a un solo ufficio. ORDINAMENTO MILITARE Approvate ulteriori modifiche e integrazioni al Codice dell' ordinamento militare del 2010, che razionalizza la preesistente stratificazione legislativa, riducendo un corpus normativo di circa 1.300 fonti e 10.400 articoli ad una sola fonte normativa organica composta da soli 2.272 articoli. Il provvedimento di ieri è il secondo intervento di perfezionamento del Codice: un intervento di 190 modifiche riguardanti 149 articoli del Codice. Il provvedimento corregge alcune imperfezioni testuali: errori materiali di trascrizione occorsi nella redazione del codice, sia di tipo dattilografico, sia di riproduzione. Si completa poi il riassetto delle fonti previgenti e si recepisce il cd. jus superveniens (e cioè le disposizioni primarie introdotte nell' ordinamento successivamente all' approvazione definitiva del Codice da parte del consiglio dei ministri). ATTI INTERNAZIONALI Su proposta del ministro degli affari esteri, il Consiglio ha ratificato la Convenzione del Consiglio d' Europa sulla Pagina 10 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 28 prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La Convenzione è stata aperta alla firma degli stati membri del Consiglio d' Europa, degli stati non membri che hanno partecipato alla sua elaborazione e dell' Unione europea, l' 11 maggio 2011 a Istanbul. L' Italia ha sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. La violenza contro le donne è definita come «una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata». NOMINE Il consiglio ha infine approvato la permanenza, al massimo fino al 30 giugno 2013, dell' ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci nell' incarico di Rappresentante permanente presso l' Unione europea a Bruxelles, nonché il conferimento al ministro plenipotenziario Armando Varricchio delle funzioni di vicesegretario generale del Ministero degli affari esteri. Deliberata la nomina dell' ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi a comandante in capo della squadra navale. © Riproduzione riservata. Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 11 di 44 Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 12 di 44 . Mer 12/12/2012 28 Italia Oggi Mercoledì 12 Dicembre 2012 Pagina 28 G I U ST I Z I A E S O C I E TÀ Il consiglio dei ministri ha approvato procedura di scelta e criteri IN GAZZETTA Infrazioni, un decreto Bilanci a posto e assistenza di base garantita a perdere Sanità, regioni modello DI GIOVANNI GALLI A ver garantito l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza; aver garantito l’equilibrio economico-finanziario del bilancio sanitario regionale; non essere assoggettate a piani di rientro; essere risultate adempienti alla valutazione del Tavolo di verifica degli adempimenti regionali in materia sanitaria. Sono questi i requisiti che dovranno avere le regioni-modello per la sanità italiana. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato ieri il provvedimento che definisce i criteri attraverso cui individuare, tra una rosa di cinque regioni, le tre virtuose per definire costi e fabbisogni standard regionali nel settore sanitario. Saranno eligibili le regioni che rispetteranno i requisiti visti sopra, tra queste i ministeri della salute e dell’economia e delle finanze individueranno le cinque regioni di riferimento, inserendole in un’apposita graduatoria. All’interno di questa graduatoria le regioni sceglieranno le tre che fanno da riferimento. COSTI DELLA POLITICA L’esecutivo ha anche esaminato l’intesa raggiunta in Conferenza stato-regioni in merito all’individuazione della regione più virtuosa per il finanziamento alla politica regionale. La nota finale di palazzo Chigi ricorda che a seguito dell’approvazione del dl 174/2012 sui costi della politica, il 30 ottobre il consiglio ha condiviso la proposta della Conferenza stato-regioni, che prevede un risparmio complessivo di circa 40 milioni di euro l’anno. La Conferenza ha indicato l’Umbria come regione più virtuosa per quanto riguarda la retribuzione dei presidenti di giunta, l’Emilia Romagna per quanto riguarda i consiglieri regionali e, infine, l’Abruzzo per quanto riguarda i finanziamenti ai gruppi consiliari. Palazzo Chigi ricorda che in sede di conversione in legge del dl 174, per quanto Scuola Superiore dell’Economia e delle Finanze “Ezio Vanoni” Dipartimento delle Scienze Tributarie Giovedì, 13 dicembre 2012 ore 15.00 – 18.00 Convegno Roma - Via Maresciallo Caviglia, 24 IL NUOVO REDDITOMETRO Interventi: Dott. Marco Di Capua Direttore Vicario Agenzia Entrate Prof. Paolo Moretti Presidente Fondazione Accademia Romana di Ragioneria – Consigliere Nazionale CNDCEC – Presidente IGS Relazioni: Relatori: Dr. Francesco Gravina Il redditest: finalità e modalità di utilizzo da parte dell’Agenzia delle Entrate Direzione Centrale Accertamento Agenzia Entrate Il redditest: problematiche applicative Commercialista e Pubblicista – Commissione scientifica Accademia Romana di Ragioneria Il nuovo accertamento sintetico: la prova contraria Dr. Nicola Forte Prof. Gianfranco Ferranti Capo Dipartimento Scienze Tributarie SSEF È necessario confermare la propria partecipazione all’indirizzo e-mail: ssef.eventi@finanze.it riguarda l’indennità di fine mandato, il Senato ha introdotto un limite di spesa pari a un’indennità di carica mensile lorda per anno, per un massimo di dieci anni; con riferimento alla spesa per i gruppi consiliari – individuato in un massimo di 5 mila euro per consigliere – il Senato ha introdotto l’obbligo di considerare le dimensioni del territorio e della popolazione residente (con una spesa aggiuntiva di 0,05 euro per abitante); riguardo alla spesa per il personale dei gruppi consiliari è stato previsto che deve equivalere al costo di un’unità di personale per ciascun consigliere; infine, è stato previsto un obbligo di rendiconto annuale dei gruppi consiliari, per assicurare la corretta e trasparente gestione della contabilità. Rispetto alla proposta originaria del governo, che prevedeva il controllo preventivo, la modifica introdotta dal Senato prevede quindi una rendicontazione annuale, strutturata secondo le linee guida deliberate dalla Conferenza stato-regioni e recepite dal governo con apposito decreto. PREFETTURE Via libera in via preliminare, salvo intese, a un provvedimento in materia di riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio. Il provvedimento punta a definire la nuova fisionomia del sistema periferico amministrativo dello Stato, «improntato alla cooperazione, alla sussidiarietà e al rispetto dell’autonomia operativa e funzionale degli altri uffici statali. Con il provvedimento», spiega il comunicato di palazzo Chigi, «le prefetture confermano la funzione di rappresentanza unitaria dello Stato sul territorio. Il prefetto garantisce le politiche di coordinamento dell’azione amministrativa in ambito locale, secondo criteri di collegialità e raccordo, nel rispetto dei principi di leale cooperazione e di sussidiarietà. Grazie all’istituzione del nuovo Ufficio unico di garanzia dei rapporti tra i cittadini e lo Stato la prefettura ribadisce il suo ruolo di punto di riferimento istituzionale». Si prevede anche una riduzione delle spese attraverso l’istituzione di servizi comuni per la realizzazione dell’esercizio unitario delle funzioni logistiche e strumentali affidate a un solo ufficio. ORDINAMENTO MILITARE Approvate ulteriori modifiche e integrazioni al Codice dell’ordinamento militare del 2010, che razionalizza la preesistente stratificazione legislativa, riducendo un corpus normativo di circa 1.300 fonti e 10.400 articoli ad una sola fonte normativa organica composta da soli 2.272 articoli. Il provvedimento di ieri è il secondo intervento di perfezionamento del Codice: un intervento di 190 modifiche riguardanti 149 articoli del Codice. Il provvedimento corregge alcune imperfezioni testuali: errori materiali di trascrizione occorsi nella redazione del codice, sia di tipo dattilografipo dattilografico, sia di riproduzione. Si completa poi il riassetto delle fonti previgenti e si recepisce il cd. jus superveniens (e cioè le disposizioni primarie introdotte nell’ordinamento successivamente all’approvazione definitiva del Codice da parte del consiglio dei ministri). ATTI INTERNAZIONALI Su proposta del ministro degli affari esteri, il Consiglio ha ratificato la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. La Convenzione è stata aperta alla firma degli stati membri del Consiglio d’Europa, degli stati non membri che hanno partecipato alla sua elaborazione e dell’Unione europea, l’11 maggio 2011 a Istanbul. L’Italia ha sottoscritto il Trattato il 27 settembre 2012. La violenza contro le donne è definita come «una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica che nella vita privata». NOMINE Il consiglio ha infine approvato la permanenza, al massimo fino al 30 giugno 2013, dell’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci nell’incarico di Rappresentante permanente presso l’Unione europea a Bruxelles, nonché il conferimento al ministro plenipotenziario Armando Varricchio delle funzioni di vicesegretario generale del Ministero degli affari esteri. Deliberata la nomina dell’ammiraglio di squadra Filippo Maria Foffi a comandante in capo della squadra navale. © Riproduzione riservata I congedi parentali potranno essere utilizzati anche a ore e non solo su base giornaliera. Sarà la contrattazione collettiva a definire le modalità di fruizione del fr congedo nonco ché i criteri di ch calcolo della ca base oraria ba e l’equiparazione di un zi determinato de monte ore alla singola al giornata lavogi g rativa. È una ra delle tante de disposizioni di legge contenute nel decreto d salva-infrazioni, (dl 216 del 2012 «Disposizioni urgenti volte a evitare l’applicazione di sanzioni dell’Unione europea», pubblicato ieri sulla G.U. n. 288). Il provvedimento punta a salvare l’Italia dalle numerose procedure, aperte o possibili, da parte dell’Unione europea. Si tratta molto probabilmente di un decreto «a perdere», nel senso che i suoi contenuti dovrebbero essere trasfusi nella legge di Stabilità (si veda ItaliaOggi di ieri). I temi affrontati dal decreto (si veda ItaliaOggi del 7 dicembre scorso) spaziano dal lavoro al fisco, dalla sanità all’ambiente. Sul fronte fiscale, si prevedono, tra l’altro, l’unificazione dei criteri del momento di effettuazione delle operazioni intra Ue, lo stop alla fatturazione dei pagamenti anticipati e la ridefinizione degli adempimenti negli scambi intracomunitari. E ancora, lo stop per i comuni alla possibilità di ampliare l’oggetto dei contratti per la riscossione locale affidando ai concessionari nuovi ambiti di business senza indire gare, ma semplicemente rinegoziando i rapporti in essere. Da segnalare, ancora le modifiche alla normativa del quadro RW sui beni all’estero: la previsione di una sanzione di 258 euro per chi presenta il quadro RW entro i 90 giorni successivi alla scadenza dei termini di Unico, riduzione dal 5 al 3% della sanzione minima per l’omessa dichiarazione degli investimenti esteri che raddoppia se i predetti investimenti sono situati in black list, completa scomparsa della sezione III del quadro relativo al monitoraggio fiscale. Il dl salva infrazioni su www.italiaoggi.it/documenti 118111108111099111109115109101 Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 13 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 28 In gazzetta. Infrazioni, un decreto a perdere I congedi parentali potranno essere utilizzati anche a ore e non solo su base giornaliera. Sarà la contrattazione collettiva a definire le modalità di fruizione del congedo nonché i criteri di calcolo della base oraria e l' equiparazione di un determinato monte ore alla singola giornata lavorativa. È una delle tante disposizioni contenute nel decreto legge salvainfrazioni, (dl 216 del 2012 «Disposizioni urgenti volte a evitare l' applicazione di sanzioni dell' Unione europea», pubblicato ieri sulla G.U. n. 288). Il provvedimento punta a salvare l' Italia dalle numerose procedure, aperte o possibili, da parte dell' Unione europea. Si tratta molto probabilmente di un decreto «a perdere», nel senso che i suoi contenuti dovrebbero essere trasfusi nella legge di Stabilità (si veda ItaliaOggi di ieri). I temi affrontati dal decreto (si veda ItaliaOggi del 7 dicembre scorso) spaziano dal lavoro al fisco, dalla sanità all' ambiente. Sul fronte fiscale, si prevedono, tra l' altro, l' unificazione dei criteri del momento di effettuazione delle operazioni intra Ue, lo stop alla fatturazione dei pagamenti anticipati e la ridefinizione degli adempimenti negli scambi intracomunitari. E ancora, lo stop per i comuni alla possibilità di ampliare l' oggetto dei contratti per la riscossione locale affidando ai concessionari nuovi ambiti di business senza indire gare, ma semplicemente rinegoziando i rapporti in essere. Da segnalare, ancora le modifiche alla normativa del quadro RW sui beni all' estero: la previsione di una sanzione di 258 euro per chi presenta il quadro RW entro i 90 giorni successivi alla scadenza dei termini di Unico, riduzione dal 5 al 3% della sanzione minima per l' omessa dichiarazione degli investimenti esteri che raddoppia se i predetti investimenti sono situati in black list, completa scomparsa della sezione III del quadro relativo al monitoraggio fiscale. Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 14 di 44 . Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 29 I M P O S T E E TA S S E Mercoledì 12 Dicembre D 2012 29 A pochi giorni dalla scadenza del saldo resta un rebus la procedura di restituzione Rimborsi Imu garantiti a metà I comuni si rifiutano di sborsare anche la quota statale DI Pagina a cura SERGIO TROVATO A pochi giorni dalla scadenza del saldo Imu mancano le regole sulle modalità di recupero delle somme versate in misura eccedente il dovuto. Se è pacifico che le amministrazioni comunali sono tenute a restituire il maggior tributo versato nelle loro casse, non è così scontato che debbano rimborsare le somme pagate allo stato, qualora i contribuenti abbiano commesso degli errori nella quantificazione del tributo. Stando così le cose, a chi va presentata l’istanza se il contribuente paga in acconto o a saldo più del dovuto? Soggetto attivo d’imposizione è il comune, nonostante lo stato abbia diritto a incassare il 50% dell’imposta, tranne alcune eccezioni stabilite dalla legge. Sono infatti esclusi dal versamento della quota statale gli immobili adibiti a abitazione principale, i fabbricati strumentali, quelli posseduti dai residenti all’estero e da anziani e disabili, purché assimilati dai comuni a prima casa e, infine, gli immobili destinati a edilizia residenziale pubblica (Ater, Iacp). L’articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011) si limita a prevedere che spetta al comune il potere di accertare e riscuotere il tributo. In base a questa norma le attività di accertamento e riscossione dell’imposta erariale sono svolte dal comune al quale spettano le «maggiori somme» recuperate. Anche se al riguardo vi sono forti dubbi che gli enti possano incassare tutte le somme accertate per omesso o parziale versamento, che tecnicamente non sono proprio delle maggiori entrate. Nulla è disposto invece per i rimborsi. L’unico appiglio normativo è rappresentato dal rinvio alle disposizioni della Finanziaria 2007. In particolare, all’articolo 1, commi da 160 a 170, della legge 296/2006. Il comma 164 dispone che il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal con- tribuente entro il termine di 5 anni dal versamento o da quando è stato accertato il diritto alla restituzione. L’ente locale deve effettuare il rimborso entro 180 giorni dalla data di presentazione dell’istanza. Il Immobili rurali agevolati, catasto decisivo I fabbricati rurali possono fruire delle agevolazioni Ici solo se iscritti nelle categorie catastali A/6 e D/10. Lo ha ribadito la sezione tributaria della Corte di cassazione, con l’ordinanza 16839 del 3 ottobre 2012. Inoltre, con l’ordinanza 14103 del 3 agosto 2012, ha precisato che l’Agenzia del territorio per accertare se un fabbricato rurale strumentale posseduto da una cooperativa possa essere iscritto nella categoria catastale D/10 deve valutare se ha una funzione produttiva connessa all’attività agricola dei soci, tenuto conto delle sue caratteristiche, delle pertinenze e degli impianti installati e, in particolare, se la tipologia del complesso sia tale da renderlo insuscettibile di destinazione diversa da quella originaria se non ricorrendo a radicali trasformazioni. Secondo i giudici di legittimità «per la dimostrazione della ruralità dei fabbricati, ai fini del trattamento esonerativo, è rilevante l’oggettiva classificazione catastale con attribuzione della relativa categoria (A/6 o D/10)». E per iscrivere l’immobile nella speciale categoria D/10 occorre stabilire se l’immobile abbia una funzione produttiva connessa all’attività agricola e possegga «caratteristiche di destinazione e tipologiche tali da non consentire, senza radicali trasformazioni, una destinazione diversa da quella per cui fu originariamente costruito». Peraltro, sempre la Cassazione (sentenza 11081/2012) ha stabilito che nonostante sia stato abrogato l’articolo 7 del dl sviluppo (70/2011), è necessario che gli immobili strumentali siano ancora iscritti nella categoria catastale D/10 per fruire delle agevolazioni fiscali. La norma imponeva infatti ai contribuenti di presentare al catasto una domanda di variazione per l’attribuzione della categoria D/10 agli immobili rurali a uso strumentale, certificando di possedere i requisiti previsti dalla legge articolo 9 del decreto legge 557/1993, convertito dalla legge 133/1994, in via continuativa, a decor- rere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione dell’istanza. Le pronunce della Cassazione, però, contrastano con quanto affermato dall’Agenzia del territorio, secondo cui, alla luce delle recenti modifiche normative, non conta la classificazione catastale per avere diritto ai benefici fiscali sia per l’Ici che per l’Imu. I fabbricati rurali possono mantenere le loro categorie catastali originarie. Secondo l’Agenzia è sufficiente l’annotazione catastale, tranne per i fabbricati che siano per loro natura censibili nella categoria D/10. Con la circolare 2/2012 ha anche fornito dei chiarimenti, relativamente a quanto disposto dal decreto ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli adempimenti che devono porre in essere i titolari dei fabbricati interessati a ottenere l’annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l’Imu dei benefici fiscali, così come disposto dall’articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande e autocertificazioni necessarie per il riconoscimento del requisito di ruralità, redatte in conformità ai modelli allegati al decreto ministeriale, avrebbero dovuto essere presentate all’ufficio provinciale competente per territorio entro il 1° ottobre scorso, al fine di ottenere l’esenzione anche per gli anni pregressi. Va ricordato che dal 2012 gli immobili adibiti ad abitazione di tipo rurale sono soggetti al pagamento dell’Imu con applicazione dell’aliquota ordinaria, a meno che non siano destinati a prima casa. Mentre per quelli strumentali, vale a dire quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, non è più prevista l’esenzione, ma un trattamento agevolato con applicazione dell’aliquota del 2 per mille che i comuni possono ridurre all’1 per mille. È stata confermata l’esenzione solo per i fabbricati strumentali ubicati in comuni montani o parzialmente montani indicati in un elenco predisposto dall’Istat. comma 165 demanda poi al com comune il potere di fissare la com misura annua degli interessi, mis nei limiti di tre punti percentuali tua di differenza rispetto al tasso tas legale, con maturazione giorno gior per giorno. Gli interessi spettano al contribuente anche spe sulle sul somme da rimborsare a «decorrere dalla data dell’ese«de guito gu versamento». Non c’è dubbio che è più N facile fac regolare i rapporti tra enti ent impositori e contribuenti, i quali possono richiedere il q rimborso o la compensaziorim ne dell’Imu, in occasione del versamento in acconto per il ve 2013. Mentre non è possibile 20 compensare a saldo l’eccedenco za di Imu versata in acconto. Manca invece una norma di M legge, o qualsiasi direttiva, le che ch indichi agli interessati la strada da seguire per ottenere ne il rimborso della quota statale. Molti contribuenti hanstat no già presentato istanza di restituzione ai comuni, anche per le somme versate allo stato, e altri lo faranno in futuro. I comuni si rifiutano di restituire le somme versate allo stato, an- che per l’incidenza negativa che avrebbe sui bilanci comunali. O viene trovata una soluzione normativa o si apre la strada al contenzioso, in seguito all’impugnazione del silenzio rifiuto o del provvedimento di diniego. Peraltro dopo la scadenza del saldo, fissata per il 17 dicembre, la soluzione della questione diventa ancora più urgente. L’importo del saldo è uguale a quello della prima rata, solo se le aliquote di base non hanno subito modifiche. Altrimenti, il contribuente è tenuto a ricalcolare l’Imu e versare la differenza, tenuto conto delle nuove aliquote, che se aumentate rispetto a quella di base (7,6 per mille) il gettito va solo ai comuni. Previsione che aumenta la possibilità di commettere errori. Se poi gli enti hanno deliberato aliquote agevolate (immobili locati, beni merce) o assimilato all’abitazione principale gli immobili posseduti da residenti all’estero e anziani e disabili, dopo il versamento in acconto (17 giugno), queste scelte generano rimborsi. © Riproduzione riservata L’Anc chiede il rinvio: versamenti al 31 dicembre Professionisti impossibilitati ad assistere i cittadini sull’Imu. L’Associazione nazionale commercialisti ha inviato ieri una lettera aperta al premier Monti e al ministro dell’economia Vittorio Grilli per richiamare l’attenzione sulla situazione di difficoltà che professionisti e contribuenti devono affrontare rispetto al versamento del saldo, in scadenza il 17 dicembre. «Il 31 ottobre era il termine entro il quale i comuni erano tenuti a stabilire la loro aliquota Imu, mentre la relativa pubblicazione è stata prevista entro i 30 giorni successivi, quindi quasi a ridosso della scadenza stessa. È evidente», scrive il presidente Marco Cuchel, «che ai professionisti, che assistono i cittadini, non è stato messo a disposizione un tempo congruo per permettere loro di conoscere e applicare in modo corretto la mole di delibere adottate dai comuni; ciò ha determinato una situazione insostenibile per gli intermediari, che rende opportuno un intervento risolutivo da parte dell’Amministrazione», sotto forma di uno slittamento almeno al 31 dicembre del termine per il versamento del saldo Imu. 118111108111099111109115109101 Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 15 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 29 A pochi giorni dalla scadenza del saldo resta un rebus la procedura di restituzione. Rimborsi Imu garantiti a metà I comuni si rifiutano di sborsare anche la quota statale. A pochi giorni dalla scadenza del saldo Imu mancano le regole sulle modalità di recupero delle somme versate in misura eccedente il dovuto. Se è pacifico che le amministrazioni comunali sono tenute a restituire il maggior tributo versato nelle loro casse, non è così scontato che debbano rimborsare le somme pagate allo stato, qualora i contribuenti abbiano commesso degli errori nella quantificazione del tributo. Stando così le cose, a chi va presentata l' istanza se il contribuente paga in acconto o a saldo più del dovuto? Soggetto attivo d' imposizione è il comune, nonostante lo stato abbia diritto a incassare il 50% dell' imposta, tranne alcune eccezioni stabilite dalla legge. Sono infatti esclusi dal versamento della quota statale gli immobili adibiti a abitazione principale, i fabbricati strumentali, quelli posseduti dai residenti all' estero e da anziani e disabili, purché assimilati dai comuni a prima casa e, infine, gli immobili destinati a edilizia residenziale pubblica (Ater, Iacp). L' articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011) si limita a prevedere che spetta al comune il potere di accertare e riscuotere il tributo. In base a questa norma le attività di accertamento e riscossione dell' imposta erariale sono svolte dal comune al quale spettano le «maggiori somme» recuperate. Anche se al riguardo vi sono forti dubbi che gli enti possano incassare tutte le somme accertate per omesso o parziale versamento, che tecnicamente non sono proprio delle maggiori entrate. Nulla è disposto invece per i rimborsi. L' unico appiglio normativo è rappresentato dal rinvio alle disposizioni della Finanziaria 2007. In particolare, all' articolo 1, commi da 160 a 170, della legge 296/2006. Il comma 164 dispone che il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal contribuente entro il termine di 5 anni dal versamento o da quando è stato accertato il diritto alla restituzione. L' ente locale deve effettuare il rimborso entro 180 giorni dalla data di presentazione dell' istanza. Il comma 165 demanda poi al comune il potere di fissare la misura annua degli interessi, nei limiti di tre punti percentuali di differenza rispetto al tasso legale, con maturazione giorno per giorno. Gli interessi spettano al contribuente anche sulle somme da rimborsare a «decorrere dalla data dell' eseguito versamento». Non c' è dubbio che è più facile regolare i rapporti tra enti impositori e contribuenti, i quali possono richiedere il Normativa Comuni rimborso o la compensazione dell' Imu, in occasione del versamento in acconto per il 2013. Mentre non è possibile compensare a saldo l' eccedenza di Imu versata in acconto. Manca invece una norma di legge, o qualsiasi direttiva, che indichi agli interessati la strada da seguire per ottenere il rimborso della quota statale. Molti contribuenti hanno già presentato istanza di restituzione ai comuni, anche per le somme versate allo stato, e altri lo faranno in futuro. I comuni si rifiutano di restituire le somme versate allo stato, anche per l' incidenza negativa che avrebbe sui bilanci comunali. O viene trovata una soluzione normativa o si apre la strada al contenzioso, in seguito all' impugnazione del silenzio rifiuto o del provvedimento di diniego. Peraltro dopo la scadenza del saldo, fissata per il 17 dicembre, la soluzione della questione diventa ancora più urgente. L' importo del saldo è uguale a quello della prima rata, solo se le aliquote di base non hanno subito modifiche. Altrimenti, il contribuente è tenuto a ricalcolare l' Imu e versare la differenza, tenuto conto delle nuove aliquote, che se aumentate rispetto a quella di base (7,6 per mille) il gettito va solo ai comuni. Previsione che aumenta la possibilità di commettere errori. Se poi gli enti hanno deliberato aliquote agevolate (immobili locati, beni merce) o assimilato all' abitazione principale gli immobili posseduti da residenti all' estero e anziani e disabili, dopo il versamento in acconto (17 giugno), queste scelte generano rimborsi. © Riproduzione riservata. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 16 di 44 . Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 37 A S S O S O F T WA R E Mercoledì 12 Dicembre Dice 2012 37 Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a. Imu, il pasticcio delle aliquote Software house in prima linea per risolvere i problemi DI ROBERTO BELLINI DIRETTORE GENERALE ASSOSOFTWARE È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo tecnologico la soluzione al superamento delle attuali difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi concreti che l’informatica può dare, per effetto delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella al presidente dell’Anci Graziano Delrio il quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci saranno neanche difficoltà per le software house che, come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i cittadini non si paleserà il problema dell’incertezza, vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto vero, se si vogliono scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi dovuti all’impossibilità di aggiornare le procedure di calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che ciascun cittadino, consultan- do sul sito del Dipartimento delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt’altro che banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle software house che da un lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall’altro si sono trovate nell’impossibilità di leggere e tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre 8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall’1/12/2012, visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei Comuni per la pubblicazione delle delibe- re. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci) che alla data odierna non ha ancora fornito un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una base dati di calcolo completa, i software attualmente disponibili sul mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera, tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l’Ufficio federalismo fiscale del Dipartimento delle finan- ze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in formato elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi ristretti non ne hanno permesso la realizzazione. Quanto ci costa quindi l’Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla. Le novità fiscali del 2013, ecco tutto ciò che bisogna sapere Si è tenuto nei giorni 29 e 30 novembre, presso l’hotel NH Bologna De La Gare, il tradizionale Convegno di formazione professionale per le case di software organizzato da Assosoftware dal titolo «Le novità fiscali del 2013, analisi degli adempimenti ed aggiornamenti sulla normativa: redditometro e spesometro - il nuovo regime premiale della trasparenza -dichiarazioni fiscali 2013 - la riforma Fornero - la nuova DMA2 – Autoliquidazione Inail». Si tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti e i funzionari dell’Agenzia delle entrate, del Ministero delle finanze e dell’Inps. Le tematiche vengono affrontate con particolare riferimento al trattamento informatico dei dati alla luce delle novità normative, che pone al primo posto l’operatività quotidiana degli operatori del settore, in particolare i Commercialisti, i Consulenti del lavoro e le Associazioni di Categoria che forniscono servizi fiscali e del lavoro ai contribuenti. A seguire desideriamo fornire alcune indicazioni riguardanti le novità che ci aspettano il prossimo anno legate al nuovo Spesometro ed al Modello 730/2013. Spesometro 2013 Di rilievo le novità dello Spesometro, illustrate nell’intervento del dott. Vincenzo Errico, responsabile Basi dati e strumenti di analisi della Direzione centrale Accertamento, e dalla dott.ssa Maria Pia Protano, capo settore Analisi e strategie della Direzione centrale Accertamento, dell’Agenzia delle entrate. In estrema sintesi le differenze rispetto alla vecchia Comunicazione Over 3 mila, sono le seguenti: • dovranno essere trasmesse, una a una, tutte le fatture (anche quelle di importo minimo), per effetto dell’eliminazione della soglia di 3 mila euro (anche se emesse per facoltà e non per obbligo); • dovranno essere trasmessi i corrispettivi a privati solo se di importo pari o superiore a 3.600 euro (non dovranno più essere trasmessi i corrispettivi di importo inferiore, ancorché collegati a un contratto di importo superiore alla soglia); • dovranno essere trasmesse le fatture riepilogative di importo fino a 300,00 euro (in passato non rientranti nell’obbligo); • le note di variazione dovranno essere trasmesse autonomamente (non dovranno quindi più essere imputate alle fatture di origine), con segno positivo se in aumento o negativo se in diminuzione; • verrà approvato dall’AdE uno specifico modello composto dal frontespizio, dai quadri delle fatture emesse, delle fatture ricevute, dei corrispettivi a privati, delle note di variazione e delle fatture emesse nei confronti di soggetti non residenti, cui potrebbe aggiungersi un quadro riepilogativo delle operazioni in contanti da 1.000 a 15 mila euro legate al turismo (art. 3, comma 1, dl 16/2012); • la comunicazione dovrà essere effettuata con riferimento alla data di registrazione (si farà riferimento alla data della fattura esclusivamente per i soggetti e nei casi in cui non vi sia obbligo di registrazione sui registri Iva). È stato ricordato, infine, che pur permanendo le ipotesi di esonero dalla comunicazione telematica dei dati già conosciuti, l’AdE non precluderà in nessun modo l’invio di dati per i quali non è previsto l’obbligo, qualora ciò costituisca una semplificazione per il contribuente. Ciò in quanto l’indicazione di dati non obbligatori non costituisce ostacolo all’attività di accertamento. Si possono dunque inviare i dati già conosciuti (in quanto già segnalate dai soggetti obbligati alle comunicazioni di cui all’art. 7, del dpr 605/1973) relativi alle spese assicurative, telefoniche, bollette elettriche, gas, acqua, leasing e noleggi, ecc., in quanto l’Agenzia li potrà riconoscere dal codice fiscale o dalla partita Iva del fornitore e dunque evitare la «duplicazione» degli stessi in fase di elaborazione del Redditometro. Stesse considerazioni valgono anche nel caso in cui il pagamento di un corrispettivo sia avvenuto con carta di credito o di debito: nel caso non vi sia la sicurezza che l’emissione della carta sia stata fatta da un operatore italiano oppure nel caso il proprio sistema informatico non disponga dell’informazione che il pagamento sia avvenuto con carta di credito o di debito, è possibile inserire tale corrispettivo nella comunicazione. 730/2013 Interessanti anche le novità contenute nella dichiarazione dei redditi modello 730/2013, illustrate nell’intervento del dott. Andrea Palma, funzionario della Direzione centrale servizi ai contribuenti dell’Agenzia delle entrate, che riguardano principalmente gli effetti dall’Imu sulla determinazione dell’Irpef degli immobili. Infatti: • non sono più dovute l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dominicale dei terreni non locati, perché sostituite dall’Imu, mentre il reddito agrario continua a essere assoggettato alle imposte sui redditi; • non sono dovute l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dei fabbricati non locati (compresi quelli concessi in comodato d’uso gratuito e quelli utilizzati a uso promiscuo dal professionista), perché sostituite dall’Imu. Le altre le novità del modello sono le seguenti: • possono essere ammesse alla detrazione di imposta del 19%, a determinate condizioni, le spese sostenute per le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle figure professionali elencate nel dm 29/03/2001 (podologo, fisioterapista, logopedista ecc.), anche senza una specifica prescrizione medica; • per i fabbricati di interesse storico o artistico viene meno la tassazione agevolata del reddito mediante l’applicazione della minore tra le tariffe d’estimo previste per le abitazioni della zona censuaria, e se concessi in locazione il reddito è costituito dal maggiore importo tra la rendita catastale effettiva rivalutata del 5% e il canone di locazione ridotto del 35%; • i dati relativi agli acconti per l’anno 2012 che lo scorso anno dovevano essere ricalcolati in presenza di redditi derivanti dagli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, vanno indicati nelle colonne da 7 a 10 del rigo F1; • per le spese relative ad interventi di recupero del patrimonio edilizio e per il ripristino a seguito di eventi calamitosi, sostenute dal 26/6/2012 al 30/6/2013, la detrazione d’imposta è elevata dal 36 al 50%, nel limite di spesa di 96 mila euro; • non è più prevista la possibilità, per i contribuenti di età non inferiore a 75 e 80 anni, di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote annuali; • la detrazione del 55%, relativa agli interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, è estesa anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; • i contributi sanitari obbligatori per l’assistenza erogata nell’ambito del Ssn versati con l’assicurazione Rca sono deducibili dal reddito complessivo solo per la parte che eccede 40 euro. Fabio Giordano NEWS Nel mese di novembre è entrata a far parte di Assosoftware la società ARS Edizioni Informatiche Srl di Milano (www. arsedizioni.it) 118111108111099111109115109101 Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 17 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 37 Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a. Imu, il pasticcio delle aliquote Software house in prima linea per risolvere i problemi. È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo tecnologico la soluzione al superamento delle attuali difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi concreti che l' informatica può dare, per effetto delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella al presidente dell' Anci Graziano Delrio il quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci saranno neanche difficoltà per le software house che, come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i cittadini non si paleserà il problema dell' incertezza, vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto vero, se si vogliono scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi dovuti all' impossibilità di aggiornare le procedure di calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che ciascun cittadino, consultando sul sito del Dipartimento delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt' altro che banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle software house che da un lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall' altro si sono trovate nell' impossibilità di leggere e tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre 8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall' 1/12/2012, visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei Comuni per la pubblicazione delle delibere. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all' Ifel (Istituto per la finanza e l' economia locale dell' Anci) che alla data odierna non ha ancora fornito un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche Normativa Comuni ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una base dati di calcolo completa, i software attualmente disponibili sul mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera, tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l' Ufficio federalismo fiscale del Dipartimento delle finanze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in formato elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi ristretti non ne hanno permesso la realizzazione. Quanto ci costa quindi l' Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 18 di 44 . Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 29 I M P O S T E E TA S S E Mercoledì 12 Dicembre D 2012 29 A pochi giorni dalla scadenza del saldo resta un rebus la procedura di restituzione Rimborsi Imu garantiti a metà I comuni si rifiutano di sborsare anche la quota statale DI Pagina a cura SERGIO TROVATO A pochi giorni dalla scadenza del saldo Imu mancano le regole sulle modalità di recupero delle somme versate in misura eccedente il dovuto. Se è pacifico che le amministrazioni comunali sono tenute a restituire il maggior tributo versato nelle loro casse, non è così scontato che debbano rimborsare le somme pagate allo stato, qualora i contribuenti abbiano commesso degli errori nella quantificazione del tributo. Stando così le cose, a chi va presentata l’istanza se il contribuente paga in acconto o a saldo più del dovuto? Soggetto attivo d’imposizione è il comune, nonostante lo stato abbia diritto a incassare il 50% dell’imposta, tranne alcune eccezioni stabilite dalla legge. Sono infatti esclusi dal versamento della quota statale gli immobili adibiti a abitazione principale, i fabbricati strumentali, quelli posseduti dai residenti all’estero e da anziani e disabili, purché assimilati dai comuni a prima casa e, infine, gli immobili destinati a edilizia residenziale pubblica (Ater, Iacp). L’articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011) si limita a prevedere che spetta al comune il potere di accertare e riscuotere il tributo. In base a questa norma le attività di accertamento e riscossione dell’imposta erariale sono svolte dal comune al quale spettano le «maggiori somme» recuperate. Anche se al riguardo vi sono forti dubbi che gli enti possano incassare tutte le somme accertate per omesso o parziale versamento, che tecnicamente non sono proprio delle maggiori entrate. Nulla è disposto invece per i rimborsi. L’unico appiglio normativo è rappresentato dal rinvio alle disposizioni della Finanziaria 2007. In particolare, all’articolo 1, commi da 160 a 170, della legge 296/2006. Il comma 164 dispone che il rimborso delle somme versate e non dovute deve essere richiesto dal con- tribuente entro il termine di 5 anni dal versamento o da quando è stato accertato il diritto alla restituzione. L’ente locale deve effettuare il rimborso entro 180 giorni dalla data di presentazione dell’istanza. Il Immobili rurali agevolati, catasto decisivo I fabbricati rurali possono fruire delle agevolazioni Ici solo se iscritti nelle categorie catastali A/6 e D/10. Lo ha ribadito la sezione tributaria della Corte di cassazione, con l’ordinanza 16839 del 3 ottobre 2012. Inoltre, con l’ordinanza 14103 del 3 agosto 2012, ha precisato che l’Agenzia del territorio per accertare se un fabbricato rurale strumentale posseduto da una cooperativa possa essere iscritto nella categoria catastale D/10 deve valutare se ha una funzione produttiva connessa all’attività agricola dei soci, tenuto conto delle sue caratteristiche, delle pertinenze e degli impianti installati e, in particolare, se la tipologia del complesso sia tale da renderlo insuscettibile di destinazione diversa da quella originaria se non ricorrendo a radicali trasformazioni. Secondo i giudici di legittimità «per la dimostrazione della ruralità dei fabbricati, ai fini del trattamento esonerativo, è rilevante l’oggettiva classificazione catastale con attribuzione della relativa categoria (A/6 o D/10)». E per iscrivere l’immobile nella speciale categoria D/10 occorre stabilire se l’immobile abbia una funzione produttiva connessa all’attività agricola e possegga «caratteristiche di destinazione e tipologiche tali da non consentire, senza radicali trasformazioni, una destinazione diversa da quella per cui fu originariamente costruito». Peraltro, sempre la Cassazione (sentenza 11081/2012) ha stabilito che nonostante sia stato abrogato l’articolo 7 del dl sviluppo (70/2011), è necessario che gli immobili strumentali siano ancora iscritti nella categoria catastale D/10 per fruire delle agevolazioni fiscali. La norma imponeva infatti ai contribuenti di presentare al catasto una domanda di variazione per l’attribuzione della categoria D/10 agli immobili rurali a uso strumentale, certificando di possedere i requisiti previsti dalla legge articolo 9 del decreto legge 557/1993, convertito dalla legge 133/1994, in via continuativa, a decor- rere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione dell’istanza. Le pronunce della Cassazione, però, contrastano con quanto affermato dall’Agenzia del territorio, secondo cui, alla luce delle recenti modifiche normative, non conta la classificazione catastale per avere diritto ai benefici fiscali sia per l’Ici che per l’Imu. I fabbricati rurali possono mantenere le loro categorie catastali originarie. Secondo l’Agenzia è sufficiente l’annotazione catastale, tranne per i fabbricati che siano per loro natura censibili nella categoria D/10. Con la circolare 2/2012 ha anche fornito dei chiarimenti, relativamente a quanto disposto dal decreto ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli adempimenti che devono porre in essere i titolari dei fabbricati interessati a ottenere l’annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l’Imu dei benefici fiscali, così come disposto dall’articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande e autocertificazioni necessarie per il riconoscimento del requisito di ruralità, redatte in conformità ai modelli allegati al decreto ministeriale, avrebbero dovuto essere presentate all’ufficio provinciale competente per territorio entro il 1° ottobre scorso, al fine di ottenere l’esenzione anche per gli anni pregressi. Va ricordato che dal 2012 gli immobili adibiti ad abitazione di tipo rurale sono soggetti al pagamento dell’Imu con applicazione dell’aliquota ordinaria, a meno che non siano destinati a prima casa. Mentre per quelli strumentali, vale a dire quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, non è più prevista l’esenzione, ma un trattamento agevolato con applicazione dell’aliquota del 2 per mille che i comuni possono ridurre all’1 per mille. È stata confermata l’esenzione solo per i fabbricati strumentali ubicati in comuni montani o parzialmente montani indicati in un elenco predisposto dall’Istat. comma 165 demanda poi al com comune il potere di fissare la com misura annua degli interessi, mis nei limiti di tre punti percentuali tua di differenza rispetto al tasso tas legale, con maturazione giorno gior per giorno. Gli interessi spettano al contribuente anche spe sulle sul somme da rimborsare a «decorrere dalla data dell’ese«de guito gu versamento». Non c’è dubbio che è più N facile fac regolare i rapporti tra enti ent impositori e contribuenti, i quali possono richiedere il q rimborso o la compensaziorim ne dell’Imu, in occasione del versamento in acconto per il ve 2013. Mentre non è possibile 20 compensare a saldo l’eccedenco za di Imu versata in acconto. Manca invece una norma di M legge, o qualsiasi direttiva, le che ch indichi agli interessati la strada da seguire per ottenere ne il rimborso della quota statale. Molti contribuenti hanstat no già presentato istanza di restituzione ai comuni, anche per le somme versate allo stato, e altri lo faranno in futuro. I comuni si rifiutano di restituire le somme versate allo stato, an- che per l’incidenza negativa che avrebbe sui bilanci comunali. O viene trovata una soluzione normativa o si apre la strada al contenzioso, in seguito all’impugnazione del silenzio rifiuto o del provvedimento di diniego. Peraltro dopo la scadenza del saldo, fissata per il 17 dicembre, la soluzione della questione diventa ancora più urgente. L’importo del saldo è uguale a quello della prima rata, solo se le aliquote di base non hanno subito modifiche. Altrimenti, il contribuente è tenuto a ricalcolare l’Imu e versare la differenza, tenuto conto delle nuove aliquote, che se aumentate rispetto a quella di base (7,6 per mille) il gettito va solo ai comuni. Previsione che aumenta la possibilità di commettere errori. Se poi gli enti hanno deliberato aliquote agevolate (immobili locati, beni merce) o assimilato all’abitazione principale gli immobili posseduti da residenti all’estero e anziani e disabili, dopo il versamento in acconto (17 giugno), queste scelte generano rimborsi. © Riproduzione riservata L’Anc chiede il rinvio: versamenti al 31 dicembre Professionisti impossibilitati ad assistere i cittadini sull’Imu. L’Associazione nazionale commercialisti ha inviato ieri una lettera aperta al premier Monti e al ministro dell’economia Vittorio Grilli per richiamare l’attenzione sulla situazione di difficoltà che professionisti e contribuenti devono affrontare rispetto al versamento del saldo, in scadenza il 17 dicembre. «Il 31 ottobre era il termine entro il quale i comuni erano tenuti a stabilire la loro aliquota Imu, mentre la relativa pubblicazione è stata prevista entro i 30 giorni successivi, quindi quasi a ridosso della scadenza stessa. È evidente», scrive il presidente Marco Cuchel, «che ai professionisti, che assistono i cittadini, non è stato messo a disposizione un tempo congruo per permettere loro di conoscere e applicare in modo corretto la mole di delibere adottate dai comuni; ciò ha determinato una situazione insostenibile per gli intermediari, che rende opportuno un intervento risolutivo da parte dell’Amministrazione», sotto forma di uno slittamento almeno al 31 dicembre del termine per il versamento del saldo Imu. 118111108111099111109115109101 Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 19 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 29 Immobili rurali agevolati, catasto decisivo I fabbricati rurali possono fruire delle agevolazioni Ici solo se iscritti nelle categorie catastali A/6 e D/10. Lo ha ribadito la sezione tributaria della Corte di cassazione, con l' ordinanza 16839 del 3 ottobre 2012. Inoltre, con l' ordinanza 14103 del 3 agosto 2012, ha precisato che l' Agenzia del territorio per accertare se un fabbricato rurale strumentale posseduto da una cooperativa possa essere iscritto nella categoria catastale D/10 deve valutare se ha una funzione produttiva connessa all' attività agricola dei soci, tenuto conto delle sue caratteristiche, delle pertinenze e degli impianti installati e, in particolare, se la tipologia del complesso sia tale da renderlo insuscettibile di destinazione diversa da quella originaria se non ricorrendo a radicali trasformazioni. Secondo i giudici di legittimità «per la dimostrazione della ruralità dei fabbricati, ai fini del trattamento esonerativo, è rilevante l' oggettiva classificazione catastale con attribuzione della relativa categoria (A/6 o D/10)». E per iscrivere l' immobile nella speciale categoria D/10 occorre stabilire se l' immobile abbia una funzione produttiva connessa all' attività agricola e possegga «caratteristiche di destinazione e tipologiche tali da non consentire, senza radicali trasformazioni, una destinazione diversa da quella per cui fu originariamente costruito». Peraltro, sempre la Cassazione (sentenza 11081/2012) ha stabilito che nonostante sia stato abrogato l' articolo 7 del dl sviluppo (70/2011), è necessario che gli immobili strumentali siano ancora iscritti nella categoria catastale D/10 per fruire delle agevolazioni fiscali. La norma imponeva infatti ai contribuenti di presentare al catasto una domanda di variazione per l' attribuzione della categoria D/10 agli immobili rurali a uso strumentale, certificando di possedere i requisiti previsti dalla legge articolo 9 del decreto legge 557/1993, convertito dalla legge 133/1994, in via continuativa, a decorrere dal quinto anno antecedente a quello di presentazione dell' istanza. Le pronunce della Cassazione, però, contrastano con quanto affermato dall' Agenzia del territorio, secondo cui, alla luce delle recenti modifiche normative, non conta la classificazione catastale per avere diritto ai benefici fiscali sia per l' Ici che per l' Imu. I fabbricati rurali possono mantenere le loro categorie catastali originarie. Secondo l' Agenzia è sufficiente l' annotazione catastale, tranne per i fabbricati che siano per loro natura censibili nella categoria D/10. Con la circolare 2/2012 ha anche fornito dei chiarimenti, relativamente a quanto disposto dal Normativa Comuni decreto ministeriale emanato il 26 luglio 2012, sugli adempimenti che devono porre in essere i titolari dei fabbricati interessati a ottenere l' annotazione negli atti catastali della ruralità, al fine di fruire anche per l' Imu dei benefici fiscali, così come disposto dall' articolo 13 del dl «salva Italia» (201/2011). Domande e autocertificazioni necessarie per il riconoscimento del requisito di ruralità, redatte in conformità ai modelli allegati al decreto ministeriale, avrebbero dovuto essere presentate all' ufficio provinciale competente per territorio entro il 1° ottobre scorso, al fine di ottenere l' esenzione anche per gli anni pregressi. Va ricordato che dal 2012 gli immobili adibiti ad abitazione di tipo rurale sono soggetti al pagamento dell' Imu con applicazione dell' aliquota ordinaria, a meno che non siano destinati a prima casa. Mentre per quelli strumentali, vale a dire quelli utilizzati per la manipolazione, trasformazione e vendita dei prodotti agricoli, non è più prevista l' esenzione, ma un trattamento agevolato con applicazione dell' aliquota del 2 per mille che i comuni possono ridurre all' 1 per mille. È stata confermata l' esenzione solo per i fabbricati strumentali ubicati in comuni montani o parzialmente montani indicati in un elenco predisposto dall' Istat. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 20 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343 28 Norme e tributi Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici Paradossisenzafine Imprese sempre alla cassa SOS IMU N. 9 12 dicembre 2012 –5 I giorni che mancano al saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli approfondimenti in vista dei pagamenti Sulsito delSole24Oreè disponibileundossieronline contutteleregoledaseguiree lerisposteaidubbipiù frequentisulleregoleda applicareallediversetipologie diimmobilieaicasiconcreti chepossonoriguardarei contribuenti.Disponibile ancheilcalcolatore dell’impostache,attraversola renditacatastale,permettedi determinarel’impostadovutaa saldoedi compilareestampare l’F24prontopereffettuareil versamento www.ilsole24ore.com/imu IL SOFTWARE ViaLiberaperlagestioneImu www.vialibera.ilsole24ore.com Normativa Comuni Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d’azienda Luciano De Vico Gli immobili d’impresa rientranoapienotitolonella baseimponibileImu,indipendentemente dallaloro collocazione in bilancio. Nonvisonodifferenzetraimmobili strumentali per natura o perdestinazione,immobilimerce e immobili patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili di cui all’articolo 43 del Tuireaquellipossedutidaisoggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come quellid’impresa,risultanofortemente penalizzati, se si tiene conto che da quest’anno la nuova imposta sostituisce l’Irpef per gli immobili non locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di alleggerire il prelievo dell’Imu sugliimmobilid’impresa, senza intaccare però la quota di competenzadelloStatochedevecomunque essere pari allo 0,38%. IComunipossonoinfattideliberare aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il li- mite minimo dello 0,4%. Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, lariduzionepuòarrivarefinoallo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei la- ATTENZIONE ALLE DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o per i beni merce vori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attivitàolocati per lamedesima finalità, posseduti da soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l’aliquo- ta dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di regolaritàfiscalee tributariaancheconriferimentoai tributilocali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l’aliquota dello0,76% per leunitàimmobiliari,nonproduttivediredditofondiario,appartenentiallecategorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivoper lo svolgimentodellapropriaattivitàlavorativa,limitatamente ad una sola unità. Il Comune diBari, infine,avendo deliberato l’aliquota dello 0,38% perifabbricatidelleimpresecostruttrici destinati alla vendita enonlocati,ha difatto rinunciatoall’impostasuquestiimmobili, in quanto, come ricordato in precedenza, tutta l’Imu versata andrà allo Stato. Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell’imposta,gli immobili d’impresa seguono le stesse regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell’Ici. Fino all’iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di iniziodi ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito dall’ammontare, al lordo delle quotediammortamento,che risulta dalle scritture contabili, applicando per ciascun anno di formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell’economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di rendita proposta aisensi delDm 701/1994, ilvalore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente al locatario i dati necessari per il calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso ricorda, a questo proposito, come il momento che segna il passaggio dal criterio di determinazione della base imponibile fondato sui valori contabili al criterio catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita mediantelaDocfa,comestabilito dalla Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160 del 9 febbraio 2011. PergliimmobilipossedutidagliIacpedallecooperativeedilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione per abitazione principale, sempre che la condizione sussista in capo agli assegnatari, ma non è applicabile né l’aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche. La riduzione dell’aliquota fino allo 0,4% prevista per i soggetti Ires, però, è applicabile anche agliIacpe allecooperative edilizie.Inquest’ultimo casoi comuni non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge in tali fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per cui tutta l’imposta affluisce alle casse comunali. 160 80 60 Magazzini e depositi Ilmoltiplicatoreperquesta categoriadiimmobilièanalogoa quellointrodottodalleregoleImu perleabitazioni(conunaumento del60%rispettoall’Ici) Uffici Èilmoltiplicatoredaapplicarenel calcolodell’impostasugliufficie determinaunaumentodel60% dellabaseimponibilerispetto all’Ici Categoria D Èilmoltiplicatoredaapplicareal valorecatastaledeiclassici immobilistrumentali(ilrincaro perquestacategoriarispetto all’Icièdel20%) © RIPRODUZIONE RISERVATA I parametri per il calcolo FOTOGRAMMA Icoefficientiperladeterminazionedelvaloredeifabbricatiposseduti interamentedaimpresenonaccatastati 1,03 2002 2011 1,07 2001 2010 1,09 2000 2012 1999 2009 1,10 2008 1,14 2007 1,18 2006 1,21 1995 2005 1,25 1994 2004 1,32 1993 2003 1,36 1992 1998 1997 1996 1,41 1,45 1,49 1,52 1,54 1,58 1,63 1,68 1,73 1,76 1,78 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 e anni precedenti Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile 1,81 1,90 1,99 2,07 2,25 2,42 2,59 2,77 2,94 3,11 Zone terremotate, l’acconto arriva subito dopo il saldo di Pasquale Mirto e Gianni Trovati roblema: nelle zone colpite dal terremoto di maggio, dopo i mini-rinvii dei mesi scorsi, si sarebbe dovuto pagare l’acconto Imu insieme al saldo, entro il 17 novembre, creando una mega-rata unica a carico dei proprietari di immobili. Soluzione: il rinvio al 20 dicembre di tutti gli obblighi tributari che erano in calendario entro il 30 novembre. Risultato pratico: il saldo dell’imposta municipale rimane fissato al 17 dicembre, come nel resto d’Italia, perché non era stato interessato dalle proroghe dedicate fin qui alle aree terremotate, ma il versamento dell’acconto slitta al 20. Tre giorni dopo il saldo. Sembra un racconto d’invenzione, ma la geniale soluzione al problema dell’Imu è scritta nella «Gazzetta Uifficiale», perché è stata introdotta dal Parlamento nella legge di conversione al decreto enti locali. Proprio sulle misure destinate alle aree terremotate si era infiammata la battaglia tra parlamentari e Governo, ma l’esito dimostra che tanto impegno era degno di miglior causa e rende ancora più urgente tornare sul tema all’interno della legge di stabilità. Il corto-circuito fra acconto e saldo partorito dalla legge di conversione del decreto enti locali è solo l’ultimo dei paradossi di una vicenda normativa particolarmente tormentata, nata dal fatto che le esigenze di bilancio (e il "peso fiscale" delle province interessate dal terremoto di maggio) hanno spinto il Governo ad abbandonare la strada maestra degli stati di emergenza, scritta nella regola generale riformata alla fine del 2009. In quella norma (articolo 5, comma 5-ter della legge 225/1992) si prevedeva infatti che la ripresa dei versamenti al termine degli stati di emergenza potesse P essere dilazionata fino a 24 rate, mentre l’urgenza di non rinunciare a introiti ha imposto in questo caso il riavvio dei pagamenti in soluzione unica. In tanta fretta, non potevano ovviamente mancare i molti dubbi applicativi. La stessa legge di conversione rinvia i termini per l’accatastamento dei fabbricati rurali, ma non i termini di versamento che sono rimasti invariati. E su molti temi gli amministratori locali, e la stessa Anci Emilia-Romagna, hanno rivolto al Governo richieste di istruzioni rimaste finora senza risposta. Quando le risposte sono arrivate, del resto, non sono state piacevoli, com’è accaduto quando le Finanze hanno chiarito che a un fabbricato non basta essere nella «zona rossa» per evitare l’Imu: la sua inutilizzabilità deve derivare da ragioni «intrinseche», mentre se il problema è un fabbricato vicino pericolante l’Imu si paga comunque. Il tutto mentre si aspetta ancora il decreto delle Finanze sulle nuove date per gli adempimenti sospesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il corto-circuito 17/12 Saldo Èladataentrolaqualei proprietaridiimmobili devonoversareilsaldo dell’impostamunicipaleper il2012.Ladataèinvigore anchenelleareecolpitedal terremotodimaggio 20/12 L’acconto Èladataentrolaqualei contribuentidellearee colpitedalterremoto devonoeffettuarei versamentitributari sospesi,quindianche l’accontoImu Pagina 21 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici. Imprese sempre alla cassa Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d' azienda ATTENZIONE ALLE DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o per i beni merce. Luciano De Vico Gli immobili d' impresa rientrano a pieno titolo nella base imponibile Imu, indipendentemente dalla loro collocazione in bilancio. Non vi sono differenze tra immobili strumentali per natura o per destinazione, immobili merce e immobili patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili di cui all' articolo 43 del Tuir e a quelli posseduti dai soggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come quelli d' impresa, risultano fortemente penalizzati, se si tiene conto che da quest' anno la nuova imposta sostituisce l' Irpef per gli immobili non locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di alleggerire il prelievo dell' Imu sugli immobili d' impresa, senza intaccare però la quota di competenza dello Stato che deve comunque essere pari allo 0,38%. I Comuni possono infatti deliberare aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il limite minimo dello 0,4%. Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall' impresa costruttrice alla vendita, la riduzione può arrivare fino allo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall' ultimazione dei lavori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attività o locati per la medesima finalità, posseduti da soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l' aliquota dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di regolarità fiscale e tributaria anche con riferimento ai tributi locali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l' aliquota dello 0,76% per le unità immobiliari, non produttive di reddito fondiario, appartenenti alle categorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivo per lo svolgimento della propria attività lavorativa, limitatamente ad una sola unità. Il Comune di Bari, infine, avendo deliberato l' aliquota dello 0,38% per i fabbricati delle imprese costruttrici destinati alla vendita e non locati, ha di fatto rinunciato all' imposta su questi immobili, in quanto, come ricordato in precedenza, tutta l' Imu versata andrà allo Stato. Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell' Normativa Comuni imposta, gli immobili d' impresa seguono le stesse regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell' Ici. Fino all' iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di inizio di ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito dall' ammontare, al lordo delle quote di ammortamento, che risulta dalle scritture contabili, applicando per ciascun anno di formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell' economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di rendita proposta ai sensi del Dm 701/1994, il valore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente al locatario i dati necessari per il calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso ricorda, a questo proposito, come il momento che segna il passaggio dal criterio di determinazione della base imponibile fondato sui valori contabili al criterio catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita mediante la Docfa, come stabilito dalla Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160 del 9 febbraio 2011. Per gli immobili posseduti dagli Iacp e dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione per abitazione principale, sempre che la condizione sussista in capo agli assegnatari, ma non è applicabile né l' aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche. La riduzione dell' aliquota fino allo 0,4% prevista per i soggetti Ires, però, è applicabile anche agli Iacp e alle cooperative edilizie. In quest' ultimo caso i comuni non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge in tali fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per cui tutta l' imposta affluisce alle casse comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOS IMU N. 9 12 dicembre 2012 - 5 I giorni che mancano al saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli approfondimenti in vista dei pagamenti Sul sito del Sole 24 Ore è disponibile un dossier online con tutte Pagina 22 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 le regole da seguire e le risposte ai dubbi più frequenti sulle regole da applicare alle diverse tipologie di immobili e ai casi concreti che possono riguardare i contribuenti. Disponibile anche il calcolatore dell' imposta che, attraverso la rendita catastale, permette di determinare l' imposta dovuta a saldo e di compilare e stampare l' F24 pronto per effettuare il versamento I parametri per il calcolo 160 Magazzini e depositi Il moltiplicatore per questa categoria di immobili è analogo a quello introdotto dalle regole Imu per le abitazioni (con un aumento del 60% rispetto all' Ici) 80 Uffici È il moltiplicatore da applicare nel calcolo dell' imposta sugli uffici e determina un aumento del 60% della base imponibile rispetto all' Ici 60 Categoria D È il moltiplicatore da applicare al valore catastale dei classici immobili strumentali (il rincaro per questa categoria rispetto all' Ici è del 20%) Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 23 di 44 Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 24 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 52 storie di aziende sul territorio alimentare / 1 alimentare / 2 Mercati esteri centrali per chi vince la crisi Fatturato oltre due miliardi ed export a +15% nel 2012 Vino marchigiano per le tavole asiatiche Andrea Biondi e Ilaria Vesentini – pag. 53 Giorgio dell’Orefice – pag. 55 Servizio – pag. 55 MARCHE Mercoledì 12 Dicembre 2012 www.ilsole24ore.com RAPPORTI 24 / TERRITORI Dentro il tessuto produttivo VIAGGIO IN ITALIA Nuove leve con vista sul mondo Giovani imprenditori più aperti all’internazionalizzazione - Ottavi (Confindustria): su di loro dobbiamo puntare Hi-tech. L’azienda grafica Tecnostampa del gruppo Pigini di Recanati (qui a fianco gli impianti centralizzati di colore per stampa offset) è l’esempio della capacità di crescere e innovare dell’industria marchigiana. Investimenti continui in R&S e nei siti tra Ancona, Macerata e Perugia fanno del gruppo (500 addetti e 160 milioni di ricavi) un valido cuscinetto occupazionale, così come lo è il settore carto-grafica nel distretto fabrianese l mare è di fronte. Basta attraversarlo. Laterraèantica.Bastarenderlaattraente. Il fuoco c’è ed è quello che anima le nuoveleveimprenditorialichequelmare e quella terra vogliono rendere punti strategici nella mappa della geografia economicamondiale. I confininazionali sonostrettiel’internazionalizzazioneèunasceltaobbligata per crescere. Le “giovani” Marche – acqua, terra e fuoco in un Paese spesso indolente – sono pronte a rivoltarelatendenzachehavistoassopirsineglianni imprenditori che hanno fatto la storia della regione e dell’Italia ma che, forse, non sono più in grado di disegnarne il destino. Convinti ne sono quelli che fanno formazione, chi si sporcale mani tutti i giorniin fabbrica e quanti sono al governo dell’amministrazione pubblica. Giuliano Calza è il direttore generale dell’Istao, l’Istituto Adriano Olivetti di studi per la gestione dell’economia e delle aziende di Ancona. Prova a volare sopra gli interessi ormai datati della vecchia classe imprenditoriale e a proiettarsi nel presente e nel futuro prossimo. «Abbiamo il mare di fronte – spiega – basta attraversarlo. L’uso migliore che le imprese marchigiane possono fare dell’area balcanicanonèladelocalizzazionemal’aperturadiufficicommerciali.IPaesibalcanicide- I munquela fa latesta etra le nuove leve enelle seconde generazioni c’è voglia di rischiare». Gli esempi non mancano ed è un peccato che restino spesso confinati tra le cronache locali. Kubedesign di Osimo (Ancona) è un’impresa della famiglia Mengoni. In pochi anni ha saputo“riciclarsi” – eora capirete che mai terminefu piùappropriato – da cartonificio ad azienda che produce architetture in cartonericiclatoericiclabile.Tavoli,sedie,librerie,poltrone,divani, illuminazioneecomplementi d’arredo: tutto è realizzato solo ed esclusivamente in cartone resistente come e più del legno grazie a processi ecosostenibili fondati su ricerca e brevetti. Oggi gran parte della produzione vola all’estero, proprio come le perforatrici e le trivelle idrauliche di Imt international, un’azienda fondata a Osimo nel 1974 da Giulio Accoroni. Una crescita continual’haportataovunquenelmondo: dai cantieri della Sagrada Familia di Barcellona a quelligiapponesieamericani.Nel2006,quando la crisi ha cominciato a far sentire i primi morsi, il figlio Andrea ha investito, ampliato la gamma produttiva ed è riuscito, nel 2010, a presentare al mercato mondiale il primo prototipo brevettato di trivella per terreni sismici. La precisione – che sia macro o micro – è nel sangue dei marchigiani, come dimostra la storiadiSantaBarbaraMeccanica,chedaSpinetoli (Ascoli Piceno) è in grado di eseguire lavorazioni meccaniche di precisione, mac- vono diventare ponti per i mercati non solo dell’ex impero sovietico ma anche dell’Asia. Quelle piazze sono in crescita e sono affamate del made in Italy. Il nostro Istituto è qui per accompagnare le giovani leve che hanno già imboccatolastradadell’internazionalizzazione e della globalizzazione. Le Marche, come ilrestodell’Italiaedell’Europa,sonosìincrisi mavorreichequestadefinizionesi cancellasse per affermare semplicemente che è questa la nuova condizione socioeconomica globale con la quale fare i conti». Chiedere quali sono i settori pronti a fare il salto è un invito a nozze per Calza. «Innanzitutto quelli che operano nella moda, nel design e nello stile – spiega – e non si pensi solo ai grandimarchiche fannodasoli masoprattutto alle filiere di piccole e medie imprese che in questa regione spontaneamente fanno rete. Il primo esempio che mi viene in mente è quello delle scarpe per bambini che nel Fermano hanno un distretto. La differenza co- LO SCENARIO Calza(Istao):«LeMarche,comeilresto dell’Italiaedell’Europa,sonosìincrisima vorreichequestadefinizionesicancellasse perdirecheèquestalanuovacondizione socioeconomicaglobaleconcuifareiconti» IL CRUSCOTTO DELL’ECONOMIA chinecompleteopartidimacchinaperisettori alimentare, farmaceutico e automotive, che prendono poi le vie del mondo. Non sorprende dunque che a capo di Confindustria Marche ci sia Nando Ottavi, presidente della Nuova Simonelli, che da Belforte del Chienti (Macerata), esporta in 115 Paesi del mondo macchine per il caffè espresso. «La nostra sfida – spiega Ottavi – è far capire alle imprese marchigiane che l’Italia è ormai una provincia del mondo. Le nuove leve imprenditoriali sono predisposte culturalmente a girare e capire. Su di loro dobbiamo fare leva. A Macerata, solo per fare un esempio, l’associazione degli industriali ha raggiunto un successo incredibile con le borse di studio erogate a giovani cinesi, indiani e russi che hanno trascorso quattro mesi nell’Università e sei nelle aziende e che poi sono diventati una sorta di sportelli di rappresentanza dei prodotti di quelle imprese nei propri Paesi di origine. Devo dire che mai come adesso c’è convergenza di intenti con la Regione nella promozione di progetti comuni, come quello che ha portato al finanziamento per un terzo di 80 progetti regionali di ricerca. I restanti due terzi li hanno messi atenei e imprese». Non è difficile credere che la Regione sia da anni un partner ideale. Il suo presidente, Gian Mario Spacca, dal 1979 è dirigente dell’Ufficio studi della Merloni finanziaria. Un manager prestato da 21 anni alla politica, Le strade dello sviluppo portano al modello ibrido http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com e è vero che l’Italia è terra densa dipiccoleemedieimpresechecompetonocollaborando sui territori, allora è vero, una volta di più, che le Marche sono la regione in cui l’Italia è più Italia. Una necessità, forse, piùcheunavirtù:l’assenzadivied’uscitalegate alla rendita fondiaria ed immobiliare ha in qualchemodoobbligatoipiccoliimprenditori a investire più risorse nello sviluppo dell’impresa che altrove. Il risultato è quello di una terra in cui c’è un’impresa ogni otto abitanti, progetti di vita figli di quella metalmezzadria raccontata da Giorgio Fuà. Da cui, peraltro, si è originata una fitta trama fatta di distretti, trainati dal protagonismo di medie imprese leader di filieracomeMerloni,Tod’s,Guzzini,Faam,Nero Giardini, Elica. Realtà in grado, fino a qualche anno fa, di fare da traino a tutto il sistema. Oggi,meno.Innanzitutto,perchélacrisimorde anche nelle Marche e perché essa polarizza e si riversa soprattutto nel mondo del conto-terzismo e in quello delle costruzioni, che non presidiano le reti lunghe della competizione internazionale. Nonèuncaso,delresto,seanchenelleMarche,comealtrove,leimpresehannoceduto,lo scorsoanno,il15%inredditivitàel’1,6%delfatturato, mentre l’export è cresciuto del 10,4%. Segnale,questo,chelemedieimpreseinternazionalizzatesi sonosemprepiùuniformatealle regole del gioco del mercato globale, diventando realtà multinazionalitout court.Laddoveinvecelelorosubfornitricihannocommesso l’errore di dare per scontato un legame di filierachescontatononera,senzaintraprendere percorsi autonomi di crescitacompetitiva. Siamo al capolinea di un modello? Forse no. Ma anche le Marche e la loro manifattura devono decidere quale sarà la loro metamorfosi. Il dibattito è aperto: c’è chi punta a rilanciare l’industria e il saper fare manifatturiero dentroilnuovoscenariocompetitivo,provando a fare delle Marche il "sud del nord". C’è chi invece vuole andare a ritroso nel tempo, attraversoilritornoall’agricoltura,alleproduzionitipiche,seguendoleormedelladecrescitaserena,perdirlaconSergeLatouche.C’èinfine chi punta sul turismo, sull’economia delle esperienze e sull’eventologia. Io credo che lo sviluppo futuro delle Marchesigiochi ibridandoquestetrestrade.Puntando, cioè, su una manifattura green, in grado di promuovere e tutelare il contesto affinché esso promuova le produzioni. In grado diinvestire sufattori di competitività quali la cultura della sostenibilità e della responsabilità sociale e la cultura del progetto che arricchisceinchiave terziariala manifatturastorica e la memoria di luogo. © RIPRODUZIONE RISERVATA Continua u pagina 53 Servizio u pagina 54 di Roberto Galullo di Aldo Bonomi che da quando è governatore (eletto il 4 aprile 2005 e confermato il 29 aprile 2010) spinge con buoni risultati verso l’internazionalizzazione delle Marche. Sulla scacchiera ha messo molte pedine. Le ultime, spiega, sono «punti di assistenza tecnica permanenti in Cina, India e Russia chemettonoadisposizionedegliimprenditori le proprie competenze per risolvere i problemi e connetterli ai mercati. Nel bilancio 2013 abbiamo impegnato tre milioni per due anni come contributo (dal 40 al 50%) alle imprese che assumono a tempo determinato per un minimo di tre anni, giovani con i curriculagiusti,iscrittiadunappositoalbo,cheaccompagninoleimpresechevoglionointernazionalizzarsi. Abbiamo fatto anche un’operazionespeculare.Peragevolaregliinvestimenti russi, israeliani, cinesi, indiani e di tutto il mondo, abbiamo creato un fondo di un milione annuale per il 2013 e abbiamo dato vita ad un albo di architetti, professionisti, legali, espertididirittointernazionalenelqualepossano pescare le imprese straniere che vogliono districarsi nella burocrazia e nella complessità delle normative italiane e investire nella nostra regione». Acqua, terra ma soprattutto fuoco sacro per fare impresa senza confini. S LA BUONA NOTIZIA Osservatorio sulla regione di Roberto Galullo Indagine congiunturale - Totale industria Variazioni % rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e previsioni degli operatori per il trimestre successivo Produzione Vendite mercato interno Vendite mercato estero Prezzi mercato interno Prezzi mercato estero Costi materie prime mercato interno Costi materie prime mercato estero III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 III II I IV trim. trim. trim. trim. 2011 2012 2012 2012 -4 -2,4 -5,2 -4,1 -4,2 -5,8 -9,2 -6,1 -1,4 -0,2 0,6 1,3 1,9 1,2 1,5 1,8 1,5 2,6 1,8 2,7 2,1 In diminuzione 2 1,4 1,9 2 1,7 2,3 1,9 Stazionaria IV trim. 2011 I trim. 2012 II trim. 2012 III trim. 2012 Tendenze vendite Italia Tendenze export Nota: indagine campionaria trimestrale su un panel di 155 tra le imprese più rappresentative dell’industria manifatturiera marchigiana Normativa Comuni Fonte: Centro studi Confindustria Marche Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Imprenditori e Regione, Regione e imprenditori, cambiando l’ordine dei fattori il prodotto non cambia. E il prodotto che le Marche vogliono promuovere è l’innovazione. Venerdì prossimo, 14 dicembre il Presidente del Comitato regionale giovani imprenditori, Francesco Mascarucci, premierà i vincitori dei premi al “Giovane imprenditore” e all’“Imprenditore giovane” 2012 e assegnerà il premio per la tecnologia. Il 19 dicembre, invece, la Regione Marche chiuderà la possibilità di iscriversi al bando “Call 4 ideas”, finalizzato ad individuare la possibilità di sviluppare nuove iniziative imprenditoriali nei settori innovativi e ad alto potenziale di crescita. Pagina 25 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 52 Dentro il tessuto produttivo. Nuove leve con vista sul mondo Giovani imprenditori più aperti all' internazionalizzazione - Ottavi (Confindustria): su di loro dobbiamo puntare LO SCENARIO Calza (Istao): «Le Marche, come il resto dell' Italia e dell' Europa, sono sì in crisi ma vorrei che questa definizione si cancellasse per dire che è questa la nuova condizione socioeconomica globale con cui fare i conti» Roberto Galullo Il mare è di fronte. Basta attraversarlo. La terra è antica. Basta renderla attraente. Il fuoco c' è ed è quello che anima le nuove leve imprenditoriali che quel mare e quella terra vogliono rendere punti strategici nella mappa della geografia economica mondiale. I confini nazionali sono stretti e l' internazionalizzazione è una scelta obbligata per crescere. Le "giovani" Marche - acqua, terra e fuoco in un Paese spesso indolente - sono pronte a rivoltare la tendenza che ha visto assopirsi negli anni imprenditori che hanno fatto la storia della regione e dell' Italia ma che, forse, non sono più in grado di disegnarne il destino. Convinti ne sono quelli che fanno formazione, chi si sporca le mani tutti i giorni in fabbrica e quanti sono al governo dell' amministrazione pubblica. Giuliano Calza è il direttore generale dell' Istao, l' Istituto Adriano Olivetti di studi per la gestione dell' economia e delle aziende di Ancona. Prova a volare sopra gli interessi ormai datati della vecchia classe imprenditoriale e a proiettarsi nel presente e nel futuro prossimo. «Abbiamo il mare di fronte - spiega - basta attraversarlo. L' uso migliore che le imprese marchigiane possono fare dell' area balcanica non è la delocalizzazione ma l' apertura di uffici commerciali. I Paesi balcanici devono diventare ponti per i mercati non solo dell' ex impero sovietico ma anche dell' Asia. Quelle piazze sono in crescita e sono affamate del made in Italy. Il nostro Istituto è qui per accompagnare le giovani leve che hanno già imboccato la strada dell' internazionalizzazione e della globalizzazione. Le Marche, come il resto dell' Italia e dell' Europa, sono sì in crisi ma vorrei che questa definizione si cancellasse per affermare semplicemente che è questa la nuova condizione socioeconomica globale con la quale fare i conti». Chiedere quali sono i settori pronti a fare il salto è un invito a nozze per Calza. «Innanzitutto quelli che operano nella moda, nel design e nello stile - spiega e non si pensi solo ai grandi marchi che fanno da soli ma soprattutto alle filiere di piccole e medie imprese che in questa regione spontaneamente fanno rete. Il primo esempio che mi viene in mente è quello delle scarpe per bambini che nel Fermano hanno un Normativa Comuni distretto. La differenza comunque la fa la testa e tra le nuove leve e nelle seconde generazioni c' è voglia di rischiare». Gli esempi non mancano ed è un peccato che restino spesso confinati tra le cronache locali. Kubedesign di Osimo (Ancona) è un' impresa della famiglia Mengoni. In pochi anni ha saputo "riciclarsi" e ora capirete che mai termine fu più appropriato - da cartonificio ad azienda che produce architetture in cartone riciclato e riciclabile. Tavoli, sedie, librerie, poltrone, divani, illuminazione e complementi d' arredo: tutto è realizzato solo ed esclusivamente in cartone resistente come e più del legno grazie a processi ecosostenibili fondati su ricerca e brevetti. Oggi gran parte della produzione vola all' estero, proprio come le perforatrici e le trivelle idrauliche di Imt international, un' azienda fondata a Osimo nel 1974 da Giulio Accoroni. Una crescita continua l' ha portata ovunque nel mondo: dai cantieri della Sagrada Familia di Barcellona a quelli giapponesi e americani. Nel 2006, quando la crisi ha cominciato a far sentire i primi morsi, il figlio Andrea ha investito, ampliato la gamma produttiva ed è riuscito, nel 2010, a presentare al mercato mondiale il primo prototipo brevettato di trivella per terreni sismici. La precisione che sia macro o micro - è nel sangue dei marchigiani, come dimostra la storia di Santa Barbara Meccanica, che da Spinetoli (Ascoli Piceno) è in grado di eseguire lavorazioni meccaniche di precisione, macchine complete o parti di macchina per i settori alimentare, farmaceutico e automotive, che prendono poi le vie del mondo. Non sorprende dunque che a capo di Confindustria Marche ci sia Nando Ottavi, presidente della Nuova Simonelli, che da Belforte del Chienti (Macerata), esporta in 115 Paesi del mondo macchine per il caffè espresso. «La nostra sfida spiega Ottavi - è far capire alle imprese marchigiane che l' Italia è ormai una provincia del mondo. Le nuove leve imprenditoriali sono predisposte culturalmente a girare e capire. Su di loro dobbiamo fare leva. A Macerata, solo per fare un esempio, l' associazione degli industriali ha raggiunto un successo incredibile con le borse di studio erogate a giovani cinesi, indiani e russi che hanno trascorso Pagina 26 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 52 quattro mesi nell' Università e sei nelle aziende e che poi sono diventati una sorta di sportelli di rappresentanza dei prodotti di quelle imprese nei propri Paesi di origine. Devo dire che mai come adesso c' è convergenza di intenti con la Regione nella promozione di progetti comuni, come quello che ha portato al finanziamento per un terzo di 80 progetti regionali di ricerca. I restanti due terzi li hanno messi atenei e imprese». Non è difficile credere che la Regione sia da anni un partner ideale. Il suo presidente, Gian Mario Spacca, dal 1979 è dirigente dell' Ufficio studi della Merloni finanziaria. Un manager prestato da 21 anni alla politica, che da quando è governatore (eletto il 4 aprile 2005 e confermato il 29 aprile 2010) spinge con buoni risultati verso l' internazionalizzazione delle Marche. Sulla scacchiera ha messo molte pedine. Le ultime, spiega, sono «punti di assistenza tecnica permanenti in Cina, India e Russia che mettono a disposizione degli imprenditori le proprie competenze per risolvere i problemi e connetterli ai mercati. Nel bilancio 2013 abbiamo impegnato tre milioni per due anni come contributo (dal 40 al 50%) alle imprese che assumono a tempo determinato per un minimo di tre anni, giovani con i curricula giusti, iscritti ad un apposito albo, che accompagnino le imprese che vogliono internazionalizzarsi. Abbiamo fatto anche un' operazione speculare. Per agevolare gli investimenti russi, israeliani, cinesi, indiani e di tutto il mondo, abbiamo creato un fondo di un milione annuale per il 2013 e abbiamo dato vita ad un albo di architetti, professionisti, legali, esperti di diritto internazionale nel quale possano pescare le imprese straniere che vogliono districarsi nella burocrazia e nella complessità delle normative italiane e investire nella nostra regione». Acqua, terra ma soprattutto fuoco sacro per fare impresa senza confini. http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com © RIPRODUZIONE RISERVATA. Normativa Comuni Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 27 di 44 Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 28 di 44 . Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 37 A S S O S O F T WA R E Mercoledì 12 Dicembre Dice 2012 37 Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a. Imu, il pasticcio delle aliquote Software house in prima linea per risolvere i problemi DI ROBERTO BELLINI DIRETTORE GENERALE ASSOSOFTWARE È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo tecnologico la soluzione al superamento delle attuali difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi concreti che l’informatica può dare, per effetto delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella al presidente dell’Anci Graziano Delrio il quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci saranno neanche difficoltà per le software house che, come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i cittadini non si paleserà il problema dell’incertezza, vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto vero, se si vogliono scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi dovuti all’impossibilità di aggiornare le procedure di calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che ciascun cittadino, consultan- do sul sito del Dipartimento delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt’altro che banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle software house che da un lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall’altro si sono trovate nell’impossibilità di leggere e tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre 8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall’1/12/2012, visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei Comuni per la pubblicazione delle delibe- re. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all’Ifel (Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci) che alla data odierna non ha ancora fornito un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una base dati di calcolo completa, i software attualmente disponibili sul mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera, tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l’Ufficio federalismo fiscale del Dipartimento delle finan- ze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in formato elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi ristretti non ne hanno permesso la realizzazione. Quanto ci costa quindi l’Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla. Le novità fiscali del 2013, ecco tutto ciò che bisogna sapere Si è tenuto nei giorni 29 e 30 novembre, presso l’hotel NH Bologna De La Gare, il tradizionale Convegno di formazione professionale per le case di software organizzato da Assosoftware dal titolo «Le novità fiscali del 2013, analisi degli adempimenti ed aggiornamenti sulla normativa: redditometro e spesometro - il nuovo regime premiale della trasparenza -dichiarazioni fiscali 2013 - la riforma Fornero - la nuova DMA2 – Autoliquidazione Inail». Si tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti e i funzionari dell’Agenzia delle entrate, del Ministero delle finanze e dell’Inps. Le tematiche vengono affrontate con particolare riferimento al trattamento informatico dei dati alla luce delle novità normative, che pone al primo posto l’operatività quotidiana degli operatori del settore, in particolare i Commercialisti, i Consulenti del lavoro e le Associazioni di Categoria che forniscono servizi fiscali e del lavoro ai contribuenti. A seguire desideriamo fornire alcune indicazioni riguardanti le novità che ci aspettano il prossimo anno legate al nuovo Spesometro ed al Modello 730/2013. Spesometro 2013 Di rilievo le novità dello Spesometro, illustrate nell’intervento del dott. Vincenzo Errico, responsabile Basi dati e strumenti di analisi della Direzione centrale Accertamento, e dalla dott.ssa Maria Pia Protano, capo settore Analisi e strategie della Direzione centrale Accertamento, dell’Agenzia delle entrate. In estrema sintesi le differenze rispetto alla vecchia Comunicazione Over 3 mila, sono le seguenti: • dovranno essere trasmesse, una a una, tutte le fatture (anche quelle di importo minimo), per effetto dell’eliminazione della soglia di 3 mila euro (anche se emesse per facoltà e non per obbligo); • dovranno essere trasmessi i corrispettivi a privati solo se di importo pari o superiore a 3.600 euro (non dovranno più essere trasmessi i corrispettivi di importo inferiore, ancorché collegati a un contratto di importo superiore alla soglia); • dovranno essere trasmesse le fatture riepilogative di importo fino a 300,00 euro (in passato non rientranti nell’obbligo); • le note di variazione dovranno essere trasmesse autonomamente (non dovranno quindi più essere imputate alle fatture di origine), con segno positivo se in aumento o negativo se in diminuzione; • verrà approvato dall’AdE uno specifico modello composto dal frontespizio, dai quadri delle fatture emesse, delle fatture ricevute, dei corrispettivi a privati, delle note di variazione e delle fatture emesse nei confronti di soggetti non residenti, cui potrebbe aggiungersi un quadro riepilogativo delle operazioni in contanti da 1.000 a 15 mila euro legate al turismo (art. 3, comma 1, dl 16/2012); • la comunicazione dovrà essere effettuata con riferimento alla data di registrazione (si farà riferimento alla data della fattura esclusivamente per i soggetti e nei casi in cui non vi sia obbligo di registrazione sui registri Iva). È stato ricordato, infine, che pur permanendo le ipotesi di esonero dalla comunicazione telematica dei dati già conosciuti, l’AdE non precluderà in nessun modo l’invio di dati per i quali non è previsto l’obbligo, qualora ciò costituisca una semplificazione per il contribuente. Ciò in quanto l’indicazione di dati non obbligatori non costituisce ostacolo all’attività di accertamento. Si possono dunque inviare i dati già conosciuti (in quanto già segnalate dai soggetti obbligati alle comunicazioni di cui all’art. 7, del dpr 605/1973) relativi alle spese assicurative, telefoniche, bollette elettriche, gas, acqua, leasing e noleggi, ecc., in quanto l’Agenzia li potrà riconoscere dal codice fiscale o dalla partita Iva del fornitore e dunque evitare la «duplicazione» degli stessi in fase di elaborazione del Redditometro. Stesse considerazioni valgono anche nel caso in cui il pagamento di un corrispettivo sia avvenuto con carta di credito o di debito: nel caso non vi sia la sicurezza che l’emissione della carta sia stata fatta da un operatore italiano oppure nel caso il proprio sistema informatico non disponga dell’informazione che il pagamento sia avvenuto con carta di credito o di debito, è possibile inserire tale corrispettivo nella comunicazione. 730/2013 Interessanti anche le novità contenute nella dichiarazione dei redditi modello 730/2013, illustrate nell’intervento del dott. Andrea Palma, funzionario della Direzione centrale servizi ai contribuenti dell’Agenzia delle entrate, che riguardano principalmente gli effetti dall’Imu sulla determinazione dell’Irpef degli immobili. Infatti: • non sono più dovute l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dominicale dei terreni non locati, perché sostituite dall’Imu, mentre il reddito agrario continua a essere assoggettato alle imposte sui redditi; • non sono dovute l’Irpef e le relative addizionali sul reddito dei fabbricati non locati (compresi quelli concessi in comodato d’uso gratuito e quelli utilizzati a uso promiscuo dal professionista), perché sostituite dall’Imu. Le altre le novità del modello sono le seguenti: • possono essere ammesse alla detrazione di imposta del 19%, a determinate condizioni, le spese sostenute per le prestazioni sanitarie rese alla persona dalle figure professionali elencate nel dm 29/03/2001 (podologo, fisioterapista, logopedista ecc.), anche senza una specifica prescrizione medica; • per i fabbricati di interesse storico o artistico viene meno la tassazione agevolata del reddito mediante l’applicazione della minore tra le tariffe d’estimo previste per le abitazioni della zona censuaria, e se concessi in locazione il reddito è costituito dal maggiore importo tra la rendita catastale effettiva rivalutata del 5% e il canone di locazione ridotto del 35%; • i dati relativi agli acconti per l’anno 2012 che lo scorso anno dovevano essere ricalcolati in presenza di redditi derivanti dagli immobili riconosciuti di interesse storico o artistico, vanno indicati nelle colonne da 7 a 10 del rigo F1; • per le spese relative ad interventi di recupero del patrimonio edilizio e per il ripristino a seguito di eventi calamitosi, sostenute dal 26/6/2012 al 30/6/2013, la detrazione d’imposta è elevata dal 36 al 50%, nel limite di spesa di 96 mila euro; • non è più prevista la possibilità, per i contribuenti di età non inferiore a 75 e 80 anni, di ripartire la detrazione, rispettivamente, in 5 o 3 quote annuali; • la detrazione del 55%, relativa agli interventi finalizzati al risparmio energetico degli edifici, è estesa anche alle spese per interventi di sostituzione di scaldacqua con scaldacqua a pompa di calore dedicati alla produzione di acqua calda sanitaria; • i contributi sanitari obbligatori per l’assistenza erogata nell’ambito del Ssn versati con l’assicurazione Rca sono deducibili dal reddito complessivo solo per la parte che eccede 40 euro. Fabio Giordano NEWS Nel mese di novembre è entrata a far parte di Assosoftware la società ARS Edizioni Informatiche Srl di Milano (www. arsedizioni.it) 118111108111099111109115109101 Normativa Enti Locali Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 29 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 37 Assosoftware commenta un impianto normativo di difficile applicazione per cittadini e p.a. Imu, il pasticcio delle aliquote Software house in prima linea per risolvere i problemi. È un fatto che lascia davvero perplessi, soprattutto in un paese che dovrebbe trovare nel proprio sviluppo tecnologico la soluzione al superamento delle attuali difficoltà. Stiamo assistendo al vanificarsi dei vantaggi concreti che l' informatica può dare, per effetto delle regole distorte (non codificate né codificabili) che lo Stato, gli Enti e la Pubblica amministrazione in generale stanno imponendo. Parliamo oggi di Imu. Fa sorridere leggere sulla stampa specializzata (FiscalFocus del 6/12/2012, ndr) interviste quali quella al presidente dell' Anci Graziano Delrio il quale, in risposta alla domanda «Ritiene quindi che non ci saranno neanche difficoltà per le software house che, come hanno scritto nei giorni scorsi, sono rimaste prive dei dati necessari per il calcolo?», avrebbe affermato: «In questo caso qualche problema ci sarà sicuramente. Sorgeranno delle difficoltà meramente tecniche. Tuttavia possiamo affermare che per i cittadini non si paleserà il problema dell' incertezza, vale a dire di non sapere quanto pagheranno». Tutto vero, se si vogliono scaricare sulle software house le difficoltà dei disservizi dovuti all' impossibilità di aggiornare le procedure di calcolo in uso ai commercialisti, ai Caf, alle associazioni di categoria, ma anche ai comuni stessi (sono molti i casi riscontrati nei quali anche gli calcoli effettuati dai comuni sono sbagliati). Vero anche se si pensa che ciascun cittadino, consultando sul sito del Dipartimento delle Finanze la delibera comunale (esclusivamente in formato Pdf) sia in grado di leggerla, interpretarla correttamente, effettuare i calcoli e compilare il modello F24 (cosa tutt' altro che banale, come saprà chi ci ha provato davvero). Ma se si vogliono vedere le cose con onestà intellettuale non si potrà non comprendere le difficoltà a carico delle software house che da un lato hanno dovuto realizzare le procedure di calcolo in tempi brevissimi e spesso in mancanza di chiarimenti ministeriali e dall' altro si sono trovate nell' impossibilità di leggere e tabellare in formato elaborabile le delibere degli oltre 8 mila comuni italiani, il tutto a partire dall' 1/12/2012, visto il termine del 30/11/2012 a disposizione dei Comuni per la pubblicazione delle delibere. La cosa peraltro non è riuscita nemmeno all' Ifel (Istituto per la finanza e l' economia locale dell' Anci) che alla data odierna non ha ancora fornito un elenco completo delle aliquote Imu, nemmeno per le casistiche Normativa Enti Locali ministeriali. Il risultato? Non potendo disporre di una base dati di calcolo completa, i software attualmente disponibili sul mercato al più riescono a linkare le delibere comunali Pdf sul sito del Dipartimento delle finanze e spetta poi al consulente leggere la delibera, tabellarla nei limiti di quanto reso possibile dalla propria applicazione, e poi verificare a mano i calcoli eseguiti dalla procedura. In tempi non sospetti il nostro Comitato tecnico, in un incontro a carattere tecnico svoltosi il 16/2/2012 presso l' Ufficio federalismo fiscale del Dipartimento delle finanze, aveva sollevato il problema della raccolta e pubblicazione delle aliquote Imu in formato elaborabile, ma la complessità della gestione e i tempi ristretti non ne hanno permesso la realizzazione. Quanto ci costa quindi l' Imu? Tanto, non solo pagarla, ma anche calcolarla. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 30 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 18 18 Commenti e inchieste Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343 Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Le risposte ai lettori Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Alessandro Plateroti, Fabrizio Forquet (redazione romana) UFFICIO DEI CAPOREDATTORI CENTRALI: Capo: Marina Macelloni Vice: Alberto Trevissoi Integrazione quotidiano-online: Mauro Meazza Informazione normativa e Lunedì: Salvatore Padula Ufficio centrale: Daniele Bellasio, Massimo Esposti (Plus24), Federico Momoli, Guido Palmieri, Giorgio Santilli, Alfredo Sessa Segretario di redazione: Marco Mariani ART DIRECTOR: Francesco Narracci CREATIVE DIRECTOR: Adriano Attus RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi, Paola Bottelli, Enrico Brivio, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino, Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Aderire presto al brevetto europeo DOPO IL VOTO DELL’EUROPARLAMENTO volte il meglio è nemico del bene. Giusto battersi per soluzioni ottimali, ma anche poi pragmaticamente accontenatarsi di importanti progressi che possono essereconseguitiin concreto.Il ragionamento vale ancordi più se in gioco è il brevetto europeo, "grande incompiuto" degli ultimi quarant’anni. Il lungo stallo comunitario è stato ancor più colpevole se si considera il forte svantaggio competitivo derivato alle aziende europee, rispetto alle concorrenti americane e giapponesi, dal brevettare un’innovazione con costi assai superiori. In realtà, è stata giustificata l’ultima battaglia di Italia e Spagna perché il regime linguistico non fosse limitato a inglese, francese e tedesco, ma esteso a due lingue di grande diffusione e tradizione, oltre che espressionediimportantirealtàproduttive.Peròieril’avvocato generale hachiesto alla Cortedi Giustizia Ue di respingereilricorsodiRomaeMadridneiconfrontidellacooperazione rafforzata che ha spinto 25 Paesi a procedere da soli sul brevetto europeo. Ragionevole prevedere - anche se non scontato - che i giudici di Lussemburgo seguiranno il suoparere.Èquindigiusto chel’Italiasiprepariaunaonorevole resa su questo punto (tanto più che in realtà quasi tutti in Europa presenteranno i brevetti in inglese). Anche perché sempre ieri il Parlamento europeo ha dato via libera al brevetto europeo, con alcuni correttivi, come il rimborso delle spese di traduzione per le Pmi che rendono la "pillola linguistica" meno amara per Spagna e Italia. A questo punto, è necessario guardare alla sostanza e aderire al più presto anche nel nostro Paese a procedure europee per il brevetto, più semplici, efficienti e meno costose. A MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’ Via Monte Rosa, 91 20149 Milano - fax 02.312055 email: [email protected] Includere per favore nome, indirizzo e qualifica Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba biologico e cittadinanza ai figli degli immigrati: temi da Europa moderna. Sono nei programmi dei candidati alle primarie del centrosinistra lombardo, per le prossime Regionali. Dichiarazione anticipata per i trattamenti sanitari, donazione degli organi, cremazione e dispersione delle ceneri: ma dove siamo, in Olanda, in Gran Bretagna? No, sempre Milano ed è l’oggetto di una delibera consiliare. E penso a quanto Roma sia lontana da Milano: nella capitale i referendum sugli stessi temi non sono neanche passati e in Consiglio comunale si ignora una delibera dei Radicali sulle coppie di fatto. La virtù di chi sceglie auto ibdride dai consumi leggeri G entileGalimberti,ilmercatodelle autoinEuropacontinuaascendere elevenditehannoraggiuntolivelli daanni70.Lacrisièlacausaprincipaledel tracollo,macredoanchechesiamaturata innoilaconsapevolezzachesiamoinvasi dalleautoechel’abitudinedisostituire l’autoognidueotreannifosseunamania singolare.Quellochemisorprendeeche nonriescoacomprendere,èlavivacitàe l’incrementodellevenditediautonegliUsa (checrescanoinBrasilemiparenormale), comesedalorolacrisifosseallespallee noncifossetracciadiquella consapevolezzadicuisopra.Puòdarsiche unapartedellevenditeamericanesia dovutaaunanonancoracompiuta riconversionedaautocostoseeinquinanti versomodellipiùeconomicieche consumanomeno?Ma,inquesta situazione,nonriescobeneacapirechi sianoivirtuosi. Giancarlo Camesasca Gentile Camesasca, l’auto è sempre stata un prodotto difficile da maneggiare. Oggetto d’amore (indipendenza, segno di status, comodità...) e d’odio (rumore, traffico, congestione, inquinamento...). E non solo in Italia ma anche negli altri Paesi cova sempre la contrapposizione fra coloro che vogliono spendere soldi per strade sempre più comode per il trasporto privato e coloro che vogliono dirottare risorse verso il trasporto pubblico. La crisi attuale del mercato dell’auto in Italia non mi sembra tuttavia dipendere da fattori strutturali (quello che lei chia- Paolo Izzo Roma Grecia Domenico Rosa mail rendersi conto che il cambiare auto ogni due o tre anni è una malsana mania), quanto da fattori congiunturali (il reddito che non cresce, la disoccupazione che aumenta e spinge a rimandare l’acquisto di beni durevoli...). Per quel che riguarda gli Stati Uniti, bisogna tenere presente, primo, che in America c’è più spazio fisico che da noi, e la presenza dell’auto non è così soffocante. Secondo, come lei stesso suggerisce, c’è una tendenza lontana dall’essere esausta a sostituire auto vecchie e ingorde (di benzina) con i nuovi modelli molto più efficienti e leggeri (sul portafoglio) in termini di consumi. Ciò detto, le vendite di auto in America hanno solo nell’ultimo mese riguadagnato quota 15 milioni (annualizzati) dopo essere scese a 9 milioni nei mesi più brutti della Grande recessione. Ma per tutti gli anni Duemila, prima della crisi, erano a quota 16-19 milioni l’anno. Anche in America, quindi, il mercato dell'auto AFRICA Riccardo Barlaam I DIBATTITI SUI BLOG DEL SOLE 24 ORE www.ilsole24ore.com non è particolarmente vivace. Allora, lei si chiede, chi sono i virtuosi? In questo settore io pongo la virtù in presa diretta col problema del riscaldamento globale. Più auto a consumi leggeri, ibride, elettriche... e più investimenti nel trasporto pubblico. E se di trasporto privato vogliamo parlare, andiamo a vedere ad Amsterdam e a Copenhagen (Paesi ricchi) quanta gente si muove in bicicletta... Quel che Berlusconi sa bene Berlusconi sa bene che non ha possibilità di vincere le elezioni. Vuole sbaragliare tutto. Con il rientro otterrà due risultati: spingerà molte persone a votare Grillo facendo crollare le percentuali del Pd e degli altri partiti e renderà il Paese ingovernabile. Alessandro Romeo Milano si muove sui diritti civili Mentre in Europa si costruiscono rigassificatori (una decina tra Spagna e Francia), il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è stato contestato da molti manifestanti, contrari al rigassificatore di Zaule (Trieste). Nelle immagini molti manifestanti giovani: magari sono gli stessi che si lamentano perché non trovano lavoro e l’energia è cara. Silvano Stoppa Cesano Boscone (MI) Il rendimento alle elementari Nel generale abbandono in cui versa la scuola italiana è di ieri la notizia che, dopo i ragazzi delle medie, anche i bambini delle elementari scivolano indietro nella graduatoria internazionale sull’apprendimento. Questo accade dopo un decennio di riforme (Moratti e Gelmini): significa che i cambiamenti non sono stati all’altezza delle nuove esigenze della scuola italiana? Significa ancora una volta che il Paese non investe su ciò che più ha bisogno di futuro: la scuola. Registro delle unioni civili, testamento OLTRE IL TFR Marco lo Conte Grave la situazione in Mali: il premier arrestato si dimette Dopo la decisione Ue di varare una missione di addestramento militare in Mali per aiutare Bamako a riprendere il Nord Giovani e rigassificatori Lettera firmata 24LETTURE Emanuela Bellotti L’errore di Enasarco sul fondo di liquidità Fra i dibattiti, anche uno sui due fondi contabilizzati nel 2011 come investimenti di liquidità, invece di fondi hedge Dalle saghe familiari cinesi all’ultimo libro sul signor G Grande seno, fianchi larghi di Mo Yan è stato censurato in Cina. Quando parla Gaber è una raccolta di pensieri e parole L’INIZIATIVA DEL SOLE 24 ORE Solidarietà, un messaggio in bottiglia Non prendiamo in giro i terremotati sull’Imu Ministri, imprenditori, uomini di cultura e spettacolo all’evento romano ILRINVIODITRE GIORNI di Nicoletta Picchio Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio è una produttrice infaticabile di paradossi normativi,un’attivitàsemprespiacevolemache diventa più grave quando è esercitata sulle spalle (e sui portafogli) di popolazioni già provate. L’ultimo arriva dalla legge di conversione del decreto sugli enti locali, che proprio sulle norme del terremoto aveva visto salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari. Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i versamenti tributari in calendario fino al 30 novembre. Il risultato? Il saldo dell’Imu rimane regolarmente in programma per il 17, comenel restod’Italia, mentre per pagare l’acconto (che nelle aree colpite dal sisma era stato sospeso) c’è tempo di pensarci comodamente fino al 20. A rendere assurdo il calendario non c’èsolo il saldo da pagareprima dell’acconto, ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato per evitare il pagamento in unica soluzione: un semi-rinvio di tre giorni,però, piùche di beneficio hailsapore della presain giro. L’ nmessaggio inbottiglia. È quello che idealmente ci mandano i ragazzi delle coste dell’Africa sperando che qualcuno, dal latoopposto, possaraccoglierloe quindioffrire un futuro migliore. Tanti sono stati i messaggi pronunciati ieri da ministri, attori, scrittori, manager, uomini d’impresa e del sindacato dal palco del teatro Quirinetta di Roma, testimonial d’eccezionedelprimoeventodibeneficenza organizzato da Il Sole 24 Ore e dal titolo proprio"Unmessaggioinbottiglia". Bottiglie di bollicine Ferrari sono infatti il premio vinto dal direttore de Il Sole 24 ore, Roberto Napoletano, per un titolo del U LO SCOPO Le responsabilità dello scandalo Libor TREARRESTIALONDRA l rumor di manette del caso Libor segna una svolta, solo in parte attesa, nell’indagine su una delle più clamorosetruffe delmondofinanziario.Gli arresti,ieria Londra, di tre fra trader e broker coinvolti con ruoli diversi apre l’interrogativo più delicato sullo sviluppo del caso: la catena di comando. Fino a che livello gli inquirenti riterranno di poter risalire con incriminazioni specifiche per i comportamenti adottati da (spesso) giovani trader? Resta da vedere infatti se al vertice della gerarchia degli istituti coinvolti c’era connivenza oppure no. Se così fosse, se cioè il top management era cosciente delle manipolazioni su un tasso che fissa anche gli interessi suimutui ipotecari, c’è da auspicarsi che le responsabilità penali siano estese anche a loro. Non vorremmo vedere nella rete degli investigatori britannici (anche altre giurisdizioni potrebbe essere chiamate a collaborare) solo i pesci più piccoli di uno scandalo che potrebbe - non vi è la certezza matematica essere costato carissmo a milioni di risparmiatori. I PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE via Monte Rosa 91, 20149 Milano Tel. 023022.1 - Fax 0243510862 AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano REDAZIONE DI ROMA: Piazza dell’Indipendenza 23b/c, 00185 - Tel. 063022.1 Fax 063022.6390 e-mail: [email protected] PUBBLICITÀ: Il Sole 24 ORE S.p.A. - SYSTEM DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel.023022.1-Fax0230223214-e-mail:[email protected] Normativa Enti Locali I fondi ricavati dalla vendita delle bottiglie di spumante Ferrari serviranno per allestire una sala di un centro di accoglienza per minori giornale,quellodel10novembre 2011: "FATE PRESTO", scritto a caratteri cubitali sulla prima pagina. Un "messaggio" forte, in un momento drammatico del Paese e chelagiuriadelpremio"Iltitolodell’anno" organizzatodall’aziendaFerrariF.lliLunelli, e presieduto da Camilla Lunelli, ha deciso di decretare come vincitore. Un titolo non politico, ma che esprimeva il rigore di analisidelquotidiano:nonsoloinquelmomento lo spread sui BTp decennali aveva toccato il massimo dai tempi dell’euro, 575 punti base, ma soprattutto si era invertita la curva dei rendimenti, portando i titoli a breve a tassi superiori rispetto a quelli, già elevatissimi, deititoli a lungotermine. «Fate presto» aveva detto Sandro Pertini, all’indomani del terremoto dell’Irpinia. «FATE PRESTO» è stato il messaggio mandato dal Sole 24 ore alle istituzioni e alla politica, un anno fa, per salvare © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano puòessereriprodottacon mezzigrafici omeccanici qualila fotoriproduzione e la registrazione. Ilresponsabiledeltrattamentodeidati raccoltiin banchedati diusoredazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, tel. (02 o 06) 3022.2888, fax (02 o 06) 3022.2519, ci si può rivolgere per i diritti previsti dal D.Lgs. 196/03. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. l’Italia dalla crisi di fiducia. Lebottigliedispumantesonostatedestinatealla beneficenza.I fondiraccolti serviranno per allestire una sala polifunzionale del centro di accoglienza per minori immigratinonaccompagnatigestitodallacooperativaUnsorrisodiRoma. Erano in tanti seduti nelle file del teatro. Come sono stati tanti i personaggi che a titolo gratuito, e introdotti da Simona Agnes, sono intervenuti dal palco: ha esordito lo scrittore Roberto Gervaso, seguito dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha letto uno dei tanti messaggi ricevuti in questi mesi di governo dai detenuti. EpoiancoraLuigiGubitosi,direttoregeneraledellaRai,PippoBaudo,RenzoArbore, Marisa Laurito. Scrittori come Elisabetta Rasy, Giulia Carcasi e Giuseppe Scaraffia, che ha citato, tra i vari personaggi, una frasediNapoleone:«Nonpossoviveresenza champagne, se vinco me lo merito, se perdonehobisogno».PadreEnzoFortunato,LinaSastrieGigiMarzullo, AntonioRomano, Gennaro Sangiuliano, per ultimo Giorgio Albertazzi, che ha concluso i messaggicon unaverapiece teatrale. Infine una tavola rotonda moderata dal direttoredelSole24ore,RobertoNapoletano,conilpresidentediConfindustriaGiorgioSquinzi,ilministrodellaPubblicaaministrazione, Filippo Patroni Griffi, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Chehannolanciatoilloromessaggioinbottiglia: «Rimozione della madre di tutte le confusioniitaliane,cioèilTitoloVdellaCostituzione»quelloespressodiBonanni.Potervedereglieffettideiprovvedimentipresi, per Patroni Griffi, che ha citato gli interventi di semplificazione del governo, rammaricandosiperlamancataattuazionedellariformadelleProvince.ESquinzi,chenel suomessaggioinbottigliaha volutomettere la richiesta di un «Paese normale, in cui lavoglia difareimpresa nonvengamortificata. Il 73˚posto nella classifica della Banca Mondiale sul fare impresa - ha detto - non deveessere lanostracollocazione». ANSA © RIPRODUZIONE RISERVATA MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: Prezzo di copertina: À 1,50 (il venerdì À 1,50 con il magazine "IL - Intelligence in Lifestyle" quando previsto). Abbonamento Italia 359 numeri: À 369,00 (sconto 31% sul prezzo di copertina) + À 19,90 per contributo spese di consegna (postale o in edicola). 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La tavola rotonda IlministroPatroniGriffi,ilpresidentedi ConfindustriaGiorgioSquinzieilsegretario generaledellaCislRaffaeleBonanni,hanno dialogatoconildirettoredelSole24Ore RobertoNapoletanosu«Crisi, disoccupazioneeprecariato». La beneficenza Ifondiraccoltiservirannoperunasala polifunzionalediuncentrocheaccoglie minoriimmigrati. trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all'amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo per le medesime finalità della raccolta e a società esterne per la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIO ABBONAMENTI: Con Operatore: Tel. 0266814472 - Fax 0266814296 - Da lunedì al venerdì, orario: 8.30 - 18.00. 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Che Berlusconi si ritirasse a vita privata, nessuno lo poteva ragionevolmente pensare. Quanto ai temi della sua campagna elettorale: la Lega, l’alleato a cui cerca di riavvicinarsi, è antimontiana e antieuropeadasempre;l’antagonista,ilcentro di e intorno a Casini, non aspira ad altro che ad avere Monti nel simbolo. Il cavaliere mica può pensare di arginare l’esodo dei suoi dicendo «io di più»? Berlusconi, si dice, userà toni populisti e vigorosamente antieuropei. Che il populismo sia componente essenziale della sua retorica politica, lo si sa da tempo, ci fece su la campagna elettorale del 1994. Ma per ora i segnali sono trattenuti: il discorso di Alfano alla Camera, a leggere lo stenografico, non lo si può qualificare di populista, usa argomenti politici che si possono trovare negli editoriali dei principali giornali italiani. Che Monti ha dato le dimissioni, sarebbe questa la notizia? E cos’altro si poteva fare per abbreviare in modo istituzionalmente inappuntabile una legislatura ormai esausta? Se le cose stanno così, perché la reazione dei mercati, l’aumento dello spread, il calo della Borsa? Una prova della irrazionalità dei mercati? I mercati non servono, ad allocare razionalmente le risorse, ma a scoprire in particolare i prezzi delle cose: sono, nella famosa definizione di Hayek, procedure per la scoperta. Lo fanno, continuamente correggendosi, sulla base delle informazioni disponibili a un costo ragionevole. Cioèquelle degli analistidi alcune grandi istituzionifinanziarie chesi possonopermettere di pagarli. Conoscere in dettaglio gli umori della politica italiana o grecanonèelementare, costacaro, apassare sono i messaggi semplici e convincenti. La politica è arte del convincere, a volte ci riesce. È riuscita a far credere per anni che il trattato di Maastricht avrebbe fatto convergere le economie dei vari Paesi verso i famosi parametri. Di conseguenza per anni e anni i tassi all’interno dell’Eurozonasonostatipariaquellitedeschi, gli spread minimi riflettevano solo le differenti dimensioni e liquidità dei mercati.Èilmessaggiocon cuiCiampi ha convinto gli italiani a versare l’eurotassa. Tendiamo a dimenticarcene, ma noi del SudEuropaciabbiamoguadagnatocentinaia di miliardi di euro. Arriva la crisi, e arrivaMonti. Biografia stellare,standing, la Bocconi, l’Europa, uno che ha saputo mettere in riga gli americani della General Electric e della Microsoft: perfetto per dare un’altra faccia al Paese. Aiuta il wishful thinking: sono in tanti a temere l’implosione dell’euro, non solo Obama in campagna elettorale, e la Merkel che già pensa alla sua del 2013. E dopo tutto l’Italia è il biliardo di Foligno della intramontabile definizione di Eugenio Scalfari. I mercati credono al messaggio. Solo un maquillage? Per nulla, ma nessuno riflette che in un anno nessuno può rimediare a un declino che dura da vent’anni. Credere a Monti consentiva ai mercati di risparmiare sul costo dell’informazione. Quando ci si accorge che era troppo semplice, che si debbono fare conti più complicati e costosi, aumenta l’incertezza. Come andranno le elezioni? Prevarranno le forze antieuropee? L’Italia rappresenterà un pericolo per la stabilità dell’Eurozona? Difficiledistinguereprevisioni daconvinzioni, l’essere dal dover essere. È il problema della democrazia, da millenni la nostra cultura cerca di venirne a capo, in tempi recenti inquieta pensatori da Tocqueville a Minogue: come può ciò che il popolo vuole non essere bene per il popolo? I prezzi che l’austerità esige dalle popolazioni di metà Europa sono sotto gli occhi di tutti. Troppe tasse e pochi tagli? Troppa poca Europa? Più poteri a Bruxelles per salvare Roma, Madrid, Atene? Se si teme per le sorti delle politiche dell’euro, invece che demonizzare anzitempo il populismo in Italia, meglio riflettere sul problema democratico che quellepolitiche pongonoai Paesi d’Europa. Finché si è in tempo. Q [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e Via Tiburtina Valeria, Km 68,700, Carsoli 67061 (AQ) - Società Edit. "Arena" S.p.A. via Torricelli 14, 37060 Caselledi Sommacampagna, (VR)- Etis 2000S.p.A., 8˚ strada,29 zona industriale,95100(CT)-PoligraficoSannioS.r.l.C.daTorrepalazzo,zonaindustriale82030Torrecuso (BN) -Stampa quotidianaS.r.l., via GalileoGalilei 280/A,località Fossatone, 40059 Medicina (BO)- L'Unione Editoriale S.p.A., via Omodeo s/n, 09030 Elmas (CA) - B.E.A. PrintingBVBA,Maanstraat13Unit 17-18(Bedrijvenpark),2800Mechelen (Belgium). 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Il saldo dell' Imu rimane regolarmente in programma per il 17, come nel resto d' Italia, mentre per pagare l' acconto (che nelle aree colpite dal sisma era stato sospeso) c' è tempo di pensarci comodamente fino al 20. A rendere assurdo il calendario non c' è solo il saldo da pagare prima dell' acconto, ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato per evitare il pagamento in unica soluzione: un semirinvio di tre giorni, però, più che di beneficio ha il sapore della presa in giro. Normativa Enti Locali Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 32 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343 28 Norme e tributi Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici Paradossisenzafine Imprese sempre alla cassa SOS IMU N. 9 12 dicembre 2012 –5 I giorni che mancano al saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli approfondimenti in vista dei pagamenti Sulsito delSole24Oreè disponibileundossieronline contutteleregoledaseguiree lerisposteaidubbipiù frequentisulleregoleda applicareallediversetipologie diimmobilieaicasiconcreti chepossonoriguardarei contribuenti.Disponibile ancheilcalcolatore dell’impostache,attraversola renditacatastale,permettedi determinarel’impostadovutaa saldoedi compilareestampare l’F24prontopereffettuareil versamento www.ilsole24ore.com/imu IL SOFTWARE ViaLiberaperlagestioneImu www.vialibera.ilsole24ore.com Normativa Enti Locali Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d’azienda Luciano De Vico Gli immobili d’impresa rientranoapienotitolonella baseimponibileImu,indipendentemente dallaloro collocazione in bilancio. Nonvisonodifferenzetraimmobili strumentali per natura o perdestinazione,immobilimerce e immobili patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili di cui all’articolo 43 del Tuireaquellipossedutidaisoggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come quellid’impresa,risultanofortemente penalizzati, se si tiene conto che da quest’anno la nuova imposta sostituisce l’Irpef per gli immobili non locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di alleggerire il prelievo dell’Imu sugliimmobilid’impresa, senza intaccare però la quota di competenzadelloStatochedevecomunque essere pari allo 0,38%. IComunipossonoinfattideliberare aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il li- mite minimo dello 0,4%. Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, lariduzionepuòarrivarefinoallo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei la- ATTENZIONE ALLE DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o per i beni merce vori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attivitàolocati per lamedesima finalità, posseduti da soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l’aliquo- ta dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di regolaritàfiscalee tributariaancheconriferimentoai tributilocali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l’aliquota dello0,76% per leunitàimmobiliari,nonproduttivediredditofondiario,appartenentiallecategorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivoper lo svolgimentodellapropriaattivitàlavorativa,limitatamente ad una sola unità. Il Comune diBari, infine,avendo deliberato l’aliquota dello 0,38% perifabbricatidelleimpresecostruttrici destinati alla vendita enonlocati,ha difatto rinunciatoall’impostasuquestiimmobili, in quanto, come ricordato in precedenza, tutta l’Imu versata andrà allo Stato. Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell’imposta,gli immobili d’impresa seguono le stesse regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell’Ici. Fino all’iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di iniziodi ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito dall’ammontare, al lordo delle quotediammortamento,che risulta dalle scritture contabili, applicando per ciascun anno di formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell’economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di rendita proposta aisensi delDm 701/1994, ilvalore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente al locatario i dati necessari per il calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso ricorda, a questo proposito, come il momento che segna il passaggio dal criterio di determinazione della base imponibile fondato sui valori contabili al criterio catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita mediantelaDocfa,comestabilito dalla Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160 del 9 febbraio 2011. PergliimmobilipossedutidagliIacpedallecooperativeedilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione per abitazione principale, sempre che la condizione sussista in capo agli assegnatari, ma non è applicabile né l’aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche. La riduzione dell’aliquota fino allo 0,4% prevista per i soggetti Ires, però, è applicabile anche agliIacpe allecooperative edilizie.Inquest’ultimo casoi comuni non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge in tali fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per cui tutta l’imposta affluisce alle casse comunali. 160 80 60 Magazzini e depositi Ilmoltiplicatoreperquesta categoriadiimmobilièanalogoa quellointrodottodalleregoleImu perleabitazioni(conunaumento del60%rispettoall’Ici) Uffici Èilmoltiplicatoredaapplicarenel calcolodell’impostasugliufficie determinaunaumentodel60% dellabaseimponibilerispetto all’Ici Categoria D Èilmoltiplicatoredaapplicareal valorecatastaledeiclassici immobilistrumentali(ilrincaro perquestacategoriarispetto all’Icièdel20%) © RIPRODUZIONE RISERVATA I parametri per il calcolo FOTOGRAMMA Icoefficientiperladeterminazionedelvaloredeifabbricatiposseduti interamentedaimpresenonaccatastati 1,03 2002 2011 1,07 2001 2010 1,09 2000 2012 1999 2009 1,10 2008 1,14 2007 1,18 2006 1,21 1995 2005 1,25 1994 2004 1,32 1993 2003 1,36 1992 1998 1997 1996 1,41 1,45 1,49 1,52 1,54 1,58 1,63 1,68 1,73 1,76 1,78 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 e anni precedenti Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile 1,81 1,90 1,99 2,07 2,25 2,42 2,59 2,77 2,94 3,11 Zone terremotate, l’acconto arriva subito dopo il saldo di Pasquale Mirto e Gianni Trovati roblema: nelle zone colpite dal terremoto di maggio, dopo i mini-rinvii dei mesi scorsi, si sarebbe dovuto pagare l’acconto Imu insieme al saldo, entro il 17 novembre, creando una mega-rata unica a carico dei proprietari di immobili. Soluzione: il rinvio al 20 dicembre di tutti gli obblighi tributari che erano in calendario entro il 30 novembre. Risultato pratico: il saldo dell’imposta municipale rimane fissato al 17 dicembre, come nel resto d’Italia, perché non era stato interessato dalle proroghe dedicate fin qui alle aree terremotate, ma il versamento dell’acconto slitta al 20. Tre giorni dopo il saldo. Sembra un racconto d’invenzione, ma la geniale soluzione al problema dell’Imu è scritta nella «Gazzetta Uifficiale», perché è stata introdotta dal Parlamento nella legge di conversione al decreto enti locali. Proprio sulle misure destinate alle aree terremotate si era infiammata la battaglia tra parlamentari e Governo, ma l’esito dimostra che tanto impegno era degno di miglior causa e rende ancora più urgente tornare sul tema all’interno della legge di stabilità. Il corto-circuito fra acconto e saldo partorito dalla legge di conversione del decreto enti locali è solo l’ultimo dei paradossi di una vicenda normativa particolarmente tormentata, nata dal fatto che le esigenze di bilancio (e il "peso fiscale" delle province interessate dal terremoto di maggio) hanno spinto il Governo ad abbandonare la strada maestra degli stati di emergenza, scritta nella regola generale riformata alla fine del 2009. In quella norma (articolo 5, comma 5-ter della legge 225/1992) si prevedeva infatti che la ripresa dei versamenti al termine degli stati di emergenza potesse P essere dilazionata fino a 24 rate, mentre l’urgenza di non rinunciare a introiti ha imposto in questo caso il riavvio dei pagamenti in soluzione unica. In tanta fretta, non potevano ovviamente mancare i molti dubbi applicativi. La stessa legge di conversione rinvia i termini per l’accatastamento dei fabbricati rurali, ma non i termini di versamento che sono rimasti invariati. E su molti temi gli amministratori locali, e la stessa Anci Emilia-Romagna, hanno rivolto al Governo richieste di istruzioni rimaste finora senza risposta. Quando le risposte sono arrivate, del resto, non sono state piacevoli, com’è accaduto quando le Finanze hanno chiarito che a un fabbricato non basta essere nella «zona rossa» per evitare l’Imu: la sua inutilizzabilità deve derivare da ragioni «intrinseche», mentre se il problema è un fabbricato vicino pericolante l’Imu si paga comunque. Il tutto mentre si aspetta ancora il decreto delle Finanze sulle nuove date per gli adempimenti sospesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il corto-circuito 17/12 Saldo Èladataentrolaqualei proprietaridiimmobili devonoversareilsaldo dell’impostamunicipaleper il2012.Ladataèinvigore anchenelleareecolpitedal terremotodimaggio 20/12 L’acconto Èladataentrolaqualei contribuentidellearee colpitedalterremoto devonoeffettuarei versamentitributari sospesi,quindianche l’accontoImu Pagina 33 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Paradossi senza fine. Zone terremotate, l' acconto arriva subito dopo il saldo Pasquale Mirto e Gianni Trovati Problema: nelle zone colpite dal terremoto di maggio, dopo i mini-rinvii dei mesi scorsi, si sarebbe dovuto pagare l' acconto Imu insieme al saldo, entro il 17 novembre, creando una mega-rata unica a carico dei proprietari di immobili. Soluzione: il rinvio al 20 dicembre di tutti gli obblighi tributari che erano in calendario entro il 30 novembre. Risultato pratico: il saldo dell' imposta municipale rimane fissato al 17 dicembre, come nel resto d' Italia, perché non era stato interessato dalle proroghe dedicate fin qui alle aree terremotate, ma il versamento dell' acconto slitta al 20. Tre giorni dopo il saldo. Sembra un racconto d' invenzione, ma la geniale soluzione al problema dell' Imu è scritta nella «Gazzetta Uifficiale», perché è stata introdotta dal Parlamento nella legge di conversione al decreto enti locali. Proprio sulle misure destinate alle aree terremotate si era infiammata la battaglia tra parlamentari e Governo, ma l' esito dimostra che tanto impegno era degno di miglior causa e rende ancora più urgente tornare sul tema all' interno della legge di stabilità. Il corto-circuito fra acconto e saldo partorito dalla legge di conversione del decreto enti locali è solo l' ultimo dei paradossi di una vicenda normativa particolarmente tormentata, nata dal fatto che le esigenze di bilancio (e il "peso fiscale" delle province interessate dal terremoto di maggio) hanno spinto il Governo ad abbandonare la strada maestra degli stati di emergenza, scritta nella regola generale riformata alla fine del 2009. In quella norma (articolo 5, comma 5-ter della legge 225/1992) si prevedeva infatti che la ripresa dei versamenti al termine degli stati di emergenza potesse essere dilazionata fino a 24 rate, mentre l' urgenza di non rinunciare a introiti ha imposto in questo caso il riavvio dei pagamenti in soluzione unica. In tanta fretta, non potevano ovviamente mancare i molti dubbi applicativi. La stessa legge di conversione rinvia i termini per l' accatastamento dei fabbricati rurali, ma non i termini di versamento che sono rimasti invariati. E su molti temi gli amministratori locali, e la stessa Anci EmiliaRomagna, hanno rivolto al Governo richieste di istruzioni rimaste finora senza risposta. Quando le risposte sono arrivate, del resto, non sono state piacevoli, com' è accaduto quando le Finanze hanno chiarito che a un fabbricato non basta essere nella «zona rossa» per evitare l' Imu: la sua inutilizzabilità Normativa Enti Locali deve derivare da ragioni «intrinseche», mentre se il problema è un fabbricato vicino pericolante l' Imu si paga comunque. Il tutto mentre si aspetta ancora il decreto delle Finanze sulle nuove date per gli adempimenti sospesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il corto-circuito 17/12 Saldo È la data entro la quale i proprietari di immobili devono versare il saldo dell' imposta municipale per il 2012. La data è in vigore anche nelle aree colpite dal terremoto di maggio 20/12 L' acconto È la data entro la quale i contribuenti delle aree colpite dal terremoto devono effettuare i versamenti tributari sospesi, quindi anche l' acconto Imu. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 34 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343 28 Norme e tributi Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici Paradossisenzafine Imprese sempre alla cassa SOS IMU N. 9 12 dicembre 2012 –5 I giorni che mancano al saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli approfondimenti in vista dei pagamenti Sulsito delSole24Oreè disponibileundossieronline contutteleregoledaseguiree lerisposteaidubbipiù frequentisulleregoleda applicareallediversetipologie diimmobilieaicasiconcreti chepossonoriguardarei contribuenti.Disponibile ancheilcalcolatore dell’impostache,attraversola renditacatastale,permettedi determinarel’impostadovutaa saldoedi compilareestampare l’F24prontopereffettuareil versamento www.ilsole24ore.com/imu IL SOFTWARE ViaLiberaperlagestioneImu www.vialibera.ilsole24ore.com Normativa Enti Locali Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d’azienda Luciano De Vico Gli immobili d’impresa rientranoapienotitolonella baseimponibileImu,indipendentemente dallaloro collocazione in bilancio. Nonvisonodifferenzetraimmobili strumentali per natura o perdestinazione,immobilimerce e immobili patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili di cui all’articolo 43 del Tuireaquellipossedutidaisoggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come quellid’impresa,risultanofortemente penalizzati, se si tiene conto che da quest’anno la nuova imposta sostituisce l’Irpef per gli immobili non locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di alleggerire il prelievo dell’Imu sugliimmobilid’impresa, senza intaccare però la quota di competenzadelloStatochedevecomunque essere pari allo 0,38%. IComunipossonoinfattideliberare aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il li- mite minimo dello 0,4%. Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall’impresa costruttrice alla vendita, lariduzionepuòarrivarefinoallo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall’ultimazione dei la- ATTENZIONE ALLE DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o per i beni merce vori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attivitàolocati per lamedesima finalità, posseduti da soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l’aliquo- ta dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di regolaritàfiscalee tributariaancheconriferimentoai tributilocali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l’aliquota dello0,76% per leunitàimmobiliari,nonproduttivediredditofondiario,appartenentiallecategorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivoper lo svolgimentodellapropriaattivitàlavorativa,limitatamente ad una sola unità. Il Comune diBari, infine,avendo deliberato l’aliquota dello 0,38% perifabbricatidelleimpresecostruttrici destinati alla vendita enonlocati,ha difatto rinunciatoall’impostasuquestiimmobili, in quanto, come ricordato in precedenza, tutta l’Imu versata andrà allo Stato. Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell’imposta,gli immobili d’impresa seguono le stesse regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell’Ici. Fino all’iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di iniziodi ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito dall’ammontare, al lordo delle quotediammortamento,che risulta dalle scritture contabili, applicando per ciascun anno di formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell’economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di rendita proposta aisensi delDm 701/1994, ilvalore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente al locatario i dati necessari per il calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso ricorda, a questo proposito, come il momento che segna il passaggio dal criterio di determinazione della base imponibile fondato sui valori contabili al criterio catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita mediantelaDocfa,comestabilito dalla Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160 del 9 febbraio 2011. PergliimmobilipossedutidagliIacpedallecooperativeedilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione per abitazione principale, sempre che la condizione sussista in capo agli assegnatari, ma non è applicabile né l’aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche. La riduzione dell’aliquota fino allo 0,4% prevista per i soggetti Ires, però, è applicabile anche agliIacpe allecooperative edilizie.Inquest’ultimo casoi comuni non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge in tali fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per cui tutta l’imposta affluisce alle casse comunali. 160 80 60 Magazzini e depositi Ilmoltiplicatoreperquesta categoriadiimmobilièanalogoa quellointrodottodalleregoleImu perleabitazioni(conunaumento del60%rispettoall’Ici) Uffici Èilmoltiplicatoredaapplicarenel calcolodell’impostasugliufficie determinaunaumentodel60% dellabaseimponibilerispetto all’Ici Categoria D Èilmoltiplicatoredaapplicareal valorecatastaledeiclassici immobilistrumentali(ilrincaro perquestacategoriarispetto all’Icièdel20%) © RIPRODUZIONE RISERVATA I parametri per il calcolo FOTOGRAMMA Icoefficientiperladeterminazionedelvaloredeifabbricatiposseduti interamentedaimpresenonaccatastati 1,03 2002 2011 1,07 2001 2010 1,09 2000 2012 1999 2009 1,10 2008 1,14 2007 1,18 2006 1,21 1995 2005 1,25 1994 2004 1,32 1993 2003 1,36 1992 1998 1997 1996 1,41 1,45 1,49 1,52 1,54 1,58 1,63 1,68 1,73 1,76 1,78 1991 1990 1989 1988 1987 1986 1985 1984 1983 1982 e anni precedenti Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile 1,81 1,90 1,99 2,07 2,25 2,42 2,59 2,77 2,94 3,11 Zone terremotate, l’acconto arriva subito dopo il saldo di Pasquale Mirto e Gianni Trovati roblema: nelle zone colpite dal terremoto di maggio, dopo i mini-rinvii dei mesi scorsi, si sarebbe dovuto pagare l’acconto Imu insieme al saldo, entro il 17 novembre, creando una mega-rata unica a carico dei proprietari di immobili. Soluzione: il rinvio al 20 dicembre di tutti gli obblighi tributari che erano in calendario entro il 30 novembre. Risultato pratico: il saldo dell’imposta municipale rimane fissato al 17 dicembre, come nel resto d’Italia, perché non era stato interessato dalle proroghe dedicate fin qui alle aree terremotate, ma il versamento dell’acconto slitta al 20. Tre giorni dopo il saldo. Sembra un racconto d’invenzione, ma la geniale soluzione al problema dell’Imu è scritta nella «Gazzetta Uifficiale», perché è stata introdotta dal Parlamento nella legge di conversione al decreto enti locali. Proprio sulle misure destinate alle aree terremotate si era infiammata la battaglia tra parlamentari e Governo, ma l’esito dimostra che tanto impegno era degno di miglior causa e rende ancora più urgente tornare sul tema all’interno della legge di stabilità. Il corto-circuito fra acconto e saldo partorito dalla legge di conversione del decreto enti locali è solo l’ultimo dei paradossi di una vicenda normativa particolarmente tormentata, nata dal fatto che le esigenze di bilancio (e il "peso fiscale" delle province interessate dal terremoto di maggio) hanno spinto il Governo ad abbandonare la strada maestra degli stati di emergenza, scritta nella regola generale riformata alla fine del 2009. In quella norma (articolo 5, comma 5-ter della legge 225/1992) si prevedeva infatti che la ripresa dei versamenti al termine degli stati di emergenza potesse P essere dilazionata fino a 24 rate, mentre l’urgenza di non rinunciare a introiti ha imposto in questo caso il riavvio dei pagamenti in soluzione unica. In tanta fretta, non potevano ovviamente mancare i molti dubbi applicativi. La stessa legge di conversione rinvia i termini per l’accatastamento dei fabbricati rurali, ma non i termini di versamento che sono rimasti invariati. E su molti temi gli amministratori locali, e la stessa Anci Emilia-Romagna, hanno rivolto al Governo richieste di istruzioni rimaste finora senza risposta. Quando le risposte sono arrivate, del resto, non sono state piacevoli, com’è accaduto quando le Finanze hanno chiarito che a un fabbricato non basta essere nella «zona rossa» per evitare l’Imu: la sua inutilizzabilità deve derivare da ragioni «intrinseche», mentre se il problema è un fabbricato vicino pericolante l’Imu si paga comunque. Il tutto mentre si aspetta ancora il decreto delle Finanze sulle nuove date per gli adempimenti sospesi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Il corto-circuito 17/12 Saldo Èladataentrolaqualei proprietaridiimmobili devonoversareilsaldo dell’impostamunicipaleper il2012.Ladataèinvigore anchenelleareecolpitedal terremotodimaggio 20/12 L’acconto Èladataentrolaqualei contribuentidellearee colpitedalterremoto devonoeffettuarei versamentitributari sospesi,quindianche l’accontoImu Pagina 35 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 Imposta municipale. Per le categorie D contabilizzate distintamente valgono ancora le regole Ici. Imprese sempre alla cassa Tenute al versamento tutte le tipologie di immobili d' azienda ATTENZIONE ALLE DELIBERE Molti Comuni hanno previsto agevolazioni per alcune attività produttive o per i beni merce. Luciano De Vico Gli immobili d' impresa rientrano a pieno titolo nella base imponibile Imu, indipendentemente dalla loro collocazione in bilancio. Non vi sono differenze tra immobili strumentali per natura o per destinazione, immobili merce e immobili patrimonio. Ci si riferisce, in particolare, agli immobili di cui all' articolo 43 del Tuir e a quelli posseduti dai soggetti Ires. I beni che non producono reddito fondiario, come quelli d' impresa, risultano fortemente penalizzati, se si tiene conto che da quest' anno la nuova imposta sostituisce l' Irpef per gli immobili non locati. Proprio per questo la normativa ha previsto la possibilità di alleggerire il prelievo dell' Imu sugli immobili d' impresa, senza intaccare però la quota di competenza dello Stato che deve comunque essere pari allo 0,38%. I Comuni possono infatti deliberare aliquote ridotte, anche in relazione solo a determinate tipologie di immobili, entro il limite minimo dello 0,4%. Per i cosiddetti «beni merce», invece, costruiti e destinati dall' impresa costruttrice alla vendita, la riduzione può arrivare fino allo 0,38%, fintanto che permanga tale destinazione e non siano in ogni caso locati, e comunque per un periodo non superiore a tre anni dall' ultimazione dei lavori. Occorre prestare particolare attenzione quindi alle singole delibere degli enti locali. Il Comune di Milano, ad esempio, per i locali di categoria C/1 adoperati per la propria attività o locati per la medesima finalità, posseduti da soggetti che li utilizzano quali beni strumentali, ha deliberato l' aliquota dello 0,87%, purché il soggetto passivo sia in condizione di regolarità fiscale e tributaria anche con riferimento ai tributi locali. Il Comune di Roma, invece, ha deliberato l' aliquota dello 0,76% per le unità immobiliari, non produttive di reddito fondiario, appartenenti alle categorie C/1, C/3 e D/8 utilizzate direttamente dal soggetto passivo per lo svolgimento della propria attività lavorativa, limitatamente ad una sola unità. Il Comune di Bari, infine, avendo deliberato l' aliquota dello 0,38% per i fabbricati delle imprese costruttrici destinati alla vendita e non locati, ha di fatto rinunciato all' imposta su questi immobili, in quanto, come ricordato in precedenza, tutta l' Imu versata andrà allo Stato. Per quanto riguarda il calcolo della base imponibile e dell' Normativa Enti Locali imposta, gli immobili d' impresa seguono le stesse regole degli altri. Fanno eccezione solo i fabbricati classificabili nel gruppo D, non iscritti in catasto, posseduti interamente da imprese e distintamente contabilizzati, per i quali valgono le stesse regole dell' Ici. Fino all' iscrizione in catasto, il valore è determinato alla data di inizio di ciascun anno solare ovvero, se successiva, alla data di acquisizione, ed è costituito dall' ammontare, al lordo delle quote di ammortamento, che risulta dalle scritture contabili, applicando per ciascun anno di formazione i coefficienti aggiornati annualmente dal ministero dell' economia e delle finanze. Per il 2012, il decreto è stato emanato lo scorso 5 aprile. Si ricorda inoltre che, in caso di locazione finanziaria, in mancanza di rendita proposta ai sensi del Dm 701/1994, il valore contabile è determinato sulla base delle scritture contabili del locatore, il quale è obbligato a fornire tempestivamente al locatario i dati necessari per il calcolo. La circolare n. 3/Df del 18 maggio scorso ricorda, a questo proposito, come il momento che segna il passaggio dal criterio di determinazione della base imponibile fondato sui valori contabili al criterio catastale è quello della richiesta di attribuzione della rendita mediante la Docfa, come stabilito dalla Cassazione a Sezioni Unite nella sentenza n. 3160 del 9 febbraio 2011. Per gli immobili posseduti dagli Iacp e dalle cooperative edilizie a proprietà indivisa, è possibile usufruire della detrazione per abitazione principale, sempre che la condizione sussista in capo agli assegnatari, ma non è applicabile né l' aliquota ridotta, né la maggiorazione per i figli, trattandosi di immobili posseduti da persone giuridiche. La riduzione dell' aliquota fino allo 0,4% prevista per i soggetti Ires, però, è applicabile anche agli Iacp e alle cooperative edilizie. In quest' ultimo caso i comuni non risultano penalizzati, in quanto secondo la legge in tali fattispecie non si applica la riserva in favore dello stato, per cui tutta l' imposta affluisce alle casse comunali. © RIPRODUZIONE RISERVATA SOS IMU N. 9 12 dicembre 2012 - 5 I giorni che mancano al saldo Imu DOSSIER ONLINE Il calcolatore e gli approfondimenti in vista dei pagamenti Sul sito del Sole 24 Ore è disponibile un dossier online con tutte Pagina 36 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 28 le regole da seguire e le risposte ai dubbi più frequenti sulle regole da applicare alle diverse tipologie di immobili e ai casi concreti che possono riguardare i contribuenti. Disponibile anche il calcolatore dell' imposta che, attraverso la rendita catastale, permette di determinare l' imposta dovuta a saldo e di compilare e stampare l' F24 pronto per effettuare il versamento I parametri per il calcolo 160 Magazzini e depositi Il moltiplicatore per questa categoria di immobili è analogo a quello introdotto dalle regole Imu per le abitazioni (con un aumento del 60% rispetto all' Ici) 80 Uffici È il moltiplicatore da applicare nel calcolo dell' imposta sugli uffici e determina un aumento del 60% della base imponibile rispetto all' Ici 60 Categoria D È il moltiplicatore da applicare al valore catastale dei classici immobili strumentali (il rincaro per questa categoria rispetto all' Ici è del 20%) Normativa Enti Locali Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 37 di 44 Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 38 di 44 . Mer 12/12/2012 32 Italia Oggi Mercoledì 12 Dicembre 2012 Pagina 32 E N T I L O CA L I E STATO Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo La provincia non resta a secco Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti DI L LUIGI OLIVERI e funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza nonostante la mancata conversione de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato a mettere pressione al parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno studio, secondo il quale la mancata conversione getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in vigore le disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità, ambiente, resterebbe- Dai presidenti un j’accuse alla politica Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio», secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto contrari a scelte di carattere demagogico». «La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla conversione del disegno di legge sul riordino delle province, rappresenta l’epilogo naturale di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie fatte dal governo sulla pelle delle comunità», fa eco il presidente della provincia di Siena, ro senza più un ente titolato a svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle intenzioni del governo, come emendamento al ddl Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo Vidoni. Apparentemente, l’articolo 23, Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011 Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012 rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a novembre si registra un -16,1% in valore su novembre 2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200 mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti integrati. Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica amministrazione e così facendo molte imprese hanno dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi. La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti, «che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale, e non a parole, del settore». Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3% nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia) e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7% sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per il terzo mese consecutivo in campo negativo anche l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara scende del 17,1%. Marco Solaia Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale e orizzonte preoccupante» il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci, mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di «una grande occasione persa per riformare un po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al contenimento della spesa pubblica dato che si sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che è il grande tema. Probabilmente i localismi, le resistenze e la grande forza di resistenza e lo spirito conservatore dell’apparato dello stato lo hanno impedito e oggi la situazione è caotica perché non avremo la titolarità per poter esercitare le funzioni che esercitiamo attualmente in base alla normativa e questo è un assurdo». comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze». Ma il successivo comma 18 precisa che stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l’esercizio L’INTERVENTO Somministrazione da rilanciare Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali avevano proposto che la somministrazione assorbisse le altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori. Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di un approccio che considera la somministrazione di lavoro una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il superamento dei limiti del precedente contratto e rendono possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e trasparente il costo del lavoro in somministrazione per tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping commerciale a spese dei lavoratori. Antonio Lombardi Presidente Alleanza Lavoro unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell’articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni. Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate. Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle province, integrando la previsione programmatica dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell’articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe osservare che l’assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all’esito della procedura di accorpamento», per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti, se l’attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina l’effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell’esercizio della potestà legislativa esclusiva dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro, lo studio ministeriale evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo autore. ©Riproduzione riservata 118111108111099111109115109101 Normativa Province Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 39 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 32 Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo. La provincia non resta a secco Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti. Le funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza nonostante la mancata conversione de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato a mettere pressione al parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno studio, secondo il quale la mancata conversione getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in vigore le disposizioni del decreto «salva-Italia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L' inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità, ambiente, resterebbero senza più un ente titolato a svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle intenzioni del governo, come emendamento al ddl Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo Vidoni. Apparentemente, l' articolo 23, comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze». Ma il successivo comma 18 precisa che stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l' esercizio unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell' articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l' intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni. Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate. Del resto, l' articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle Normativa Province province, integrando la previsione programmatica dell' articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell' articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe osservare che l' assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall' articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all' esito della procedura di accorpamento», per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti, se l' attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all' esito dell' accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell' articolo 17 della legge 135/2012 subordina l' effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell' esercizio della potestà legislativa esclusiva dello stato, all' effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro, lo studio ministeriale evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo autore. ©Riproduzione riservata. Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 40 di 44 . Mer 12/12/2012 32 Italia Oggi Mercoledì 12 Dicembre 2012 Pagina 32 E N T I L O CA L I E STATO Dalla mancata conversione del dl effetti diversi rispetto a quelli lamentati dal governo La provincia non resta a secco Non a rischio le competenze sulle funzioni oggi spettanti DI L LUIGI OLIVERI e funzioni oggi spettanti alle province resteranno di loro competenza nonostante la mancata conversione de dl 188/2012 sul «riordino», decisa in parlamento. Domenica scorsa, vista la valanga di emendamenti presentati al ddl di conversione del decreto, la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal Pdl e il tempo irrisorio, il ministro Patroni Griffi aveva provato a mettere pressione al parlamento e spingerlo comunque a convertire il decreto. A questo scopo ha elaborato al volo, trasmettendolo ai giornali uno studio, secondo il quale la mancata conversione getterebbe nel caos il sistema. Infatti, resterebbero in vigore le disposizioni del decreto «salvaItalia», che ha ridotto le funzioni delle province solo a quelle di indirizzo (si veda ItaliaOggi di ieri). L’inquilino di Palazzo Vidoni ha rilevato che la mancata conversione potrebbe determinare un danno ai cittadini, in quanto le funzioni come scuola, viabilità, ambiente, resterebbe- Dai presidenti un j’accuse alla politica Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio», secondo l’inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un’accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con questo esito dell’iter, «si è buttato via un anno di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto contrari a scelte di carattere demagogico». «La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla conversione del disegno di legge sul riordino delle province, rappresenta l’epilogo naturale di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie fatte dal governo sulla pelle delle comunità», fa eco il presidente della provincia di Siena, ro senza più un ente titolato a svolgerle. Tanto che comunque, la parte del dl relativa alle funzioni dovrebbe essere inserita, nelle intenzioni del governo, come emendamento al ddl Stabilità. Le cose non stanno come afferma Palazzo Vidoni. Apparentemente, l’articolo 23, Le gare nel 2012 un terzo in meno del 2011 Un terzo di gare di progettazione in meno nel 2012 rispetto al 2011 ed è il valore più basso da 11 anni; a novembre si registra un -16,1% in valore su novembre 2011 con una riduzione del 53% delle gare sopra i 200 mila euro, le più importanti; in calo anche gli appalti integrati. Sono questi i principali indicatori dell’Osservatorio Oice-Informatel sui bandi di gara per servizi di ingegneria e architettura dai quali si evince anche un ribasso medio del 41,7%. «Con i pessimi dati di novembre» ha affermato Luigi Iperti, vicepresidente vicario Oice, «sta per chiudere l’anno peggiore dall’inizio della crisi. Il mercato pubblico sembra dissolversi, crescono solo i piccoli bandi e non scendono i ribassi selvaggi con cui vengono aggiudicate le gare. In questa congiuntura negativa non si è data una adeguata risposta alle esigenze di rilancio del settore, pur negli oggettivi problemi di scarsezza delle risorse disponibili. Non si è riusciti, in un anno, ad avviare un piano di rientro per il clamoroso arretrato di pagamenti che fa capo alla Pubblica amministrazione e così facendo molte imprese hanno dovuto chiudere per mancata riscossione dei compensi. La scelta di abrogare le tariffe professionali», ha continuato il vicepresidente vicario Oice, «non è stata da subito accompagnata da un’adeguata disciplina transitoria che evitasse l’assurda riduzione degli importi a base di gara. Ci auguriamo», ha concluso Luigi Iperti, «che al più presto ci si faccia carico di risposte adeguate per un rilancio della crescita e dello sviluppo reale, e non a parole, del settore». Da inizio anno risultano bandite 3.395 gare per un importo complessivo di 445,3 milioni di euro che, rispetto allo stesso periodo del 2011, calano del 4,3% nel numero (-33,2% sopra soglia e -0,6% sotto soglia) e del 13,0% nel valore (-16,1% sopra soglia e -3,7% sotto soglia). Rispetto alla media del valore messo in gara da gennaio a novembre degli ultimi cinque anni nel 2012 si perdono 164 milioni di euro, -27,0%. Per il terzo mese consecutivo in campo negativo anche l’andamento delle gare miste, cioè di progettazione e costruzione insieme. Negli 11 mesi del 2012, rispetto allo stesso periodo del 2011, il valore messo in gara scende del 17,1%. Marco Solaia Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale e orizzonte preoccupante» il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci, mentre per il presidente dell’Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di «una grande occasione persa per riformare un po’ lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l’accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al contenimento della spesa pubblica dato che si sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che è il grande tema. Probabilmente i localismi, le resistenze e la grande forza di resistenza e lo spirito conservatore dell’apparato dello stato lo hanno impedito e oggi la situazione è caotica perché non avremo la titolarità per poter esercitare le funzioni che esercitiamo attualmente in base alla normativa e questo è un assurdo». comma 14, della legge 214/2011 limita drasticamente le funzioni provinciali: «Spettano alla provincia esclusivamente le funzioni di indirizzo e di coordinamento delle attività dei comuni nelle materie e nei limiti indicati con legge statale o regionale, secondo le rispettive competenze». Ma il successivo comma 18 precisa che stato e regioni, con propria legge, secondo le rispettive competenze, debbano trasferire ai comuni, entro il 31 dicembre 2012, le funzioni conferite dalla normativa vigente alle province, salvo che, per assicurarne l’esercizio L’INTERVENTO Somministrazione da rilanciare Il rinnovo del Contratto collettivo di lavoro dei lavoratori in somministrazione è l’occasione giusta per il rilancio di questo istituto. Le stesse organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative considerano la somministrazione di lavoro come la forma migliore di flessibilità capace di coniugare armonicamente le esigenze di imprese e lavoratori. Addirittura, nelle loro posizioni comuni propedeutiche alla riforma Fornero, le organizzazioni sindacali avevano proposto che la somministrazione assorbisse le altre forme di flessibilità meno tutelanti per i lavoratori. Purtroppo, la riforma non ha operato alcuna promozione della somministrazione. L’irrigidimento della flessibilità in entrata ha coinvolto anche la somministrazione, per l’aumento del costo del lavoro a termine a scapito della bilateralità del settore. La riduzione del contributo a Formatemp per la copertura dell’Aspi determina un arretramento delle possibilità delle agenzie per il lavoro di attuare politiche attive di formazione, di integrazione al reddito e di ricollocazione dei lavoratori in somministrazione. Per questo, l’opposizione di chi ha rifiutato il mantenimento del contributo di Formatemp, nonostante l’introduzione dell’Aspi, non può essere condivisa. Infatti, si tratta di un approccio che considera la somministrazione di lavoro una forma di flessibilità indistinta rispetto ai contratti a termine. Con il rinnovo del Contratto collettivo, la rappresentanza delle agenzie per il lavoro ha la possibilità di definire un nuovo quadro regolatorio favorevole per la somministrazione. Le piattaforme sindacali consentono il superamento dei limiti del precedente contratto e rendono possibili innovazioni di sistema. Infatti, sono le stesse organizzazioni sindacali a proporre il superamento della trasformazione obbligatoria dei contratti di lavoro tra agenzie per il lavoro e lavoratori, a favore di un sistema incentivante per le assunzioni a tempo indeterminato dei lavoratori in somministrazione. Infine, guardiamo favorevolmente alla proposta sindacale di rendere chiaro e trasparente il costo del lavoro in somministrazione per tutte le agenzie, per contrastare ogni forma di dumping commerciale a spese dei lavoratori. Antonio Lombardi Presidente Alleanza Lavoro unitario, le stesse siano acquisite dalle regioni. Dunque, le disposizioni dell’articolo 23 della legge 214/2011 non sono immediatamente dispositive, ma solo programmatiche. Occorre l’intermediazione delle norme statali e regionali, perché le funzioni attualmente spettanti alle province siano attribuite a comuni o regioni. Nelle more della disciplina normativa statale e regionale, le province non possono che continuare a svolgere le funzioni attualmente loro assegnate. Del resto, l’articolo 17, comma 10, della legge 135/2012 ha anche specificato quali funzioni «fondamentali» resteranno in capo alle province, integrando la previsione programmatica dell’articolo 23 del «salva-Italia». Il che significa che Stato e regioni, con le leggi attuative dell’articolo 23, non potrebbero sottrarre alle province le competenze alle funzioni qualificate come fondamentali. Si potrebbe osservare che l’assegnazione alle province delle funzioni fondamentali previste dall’articolo 17, comma 10, potrà attivarsi (come ivi trascritto) «all’esito della procedura di accorpamento», per sostenere, parzialmente, la tesi avanzata dal ministro della funzione pubblica. Ma anche tale argomentazione non reggerebbe. Infatti, se l’attribuzione alle province di funzioni ulteriori e diverse da quelle di indirizzo e coordinamento dei comuni fosse davvero condizionato all’esito dell’accorpamento, prima di esso vi sarebbe un periodo lungo, quello necessario per completare gli accorpamenti territoriali, modificare i finanziamenti e trasferire beni, contratti e dipendenti, nel quale allo stesso modo nessun ente potrebbe esercitare le funzioni provinciali. Simmetricamente, il comma 9 dell’articolo 17 della legge 135/2012 subordina l’effettivo esercizio in capo ai comuni delle funzioni provinciali regolate da leggi statali emanate nell’esercizio della potestà legislativa esclusiva dello stato, all’effettivo trasferimento dei beni e delle risorse. Il che dimostra come fino al completamento del processo di sottrazione delle funzioni alle province, dette funzioni continuano a spettare alle province. Prescindendo totalmente dalla circostanza che il dl 188/2012 fosse convertito o meno. Per altro, lo studio ministeriale evidenzia i vizi di incostituzionalità del dl 188/2012, in una sorta di confessione della violazione della Costituzione. Resta da chiedersi a cosa sarebbe valso convertire un decreto considerato incostituzionale dallo stesso suo autore. ©Riproduzione riservata 118111108111099111109115109101 Normativa Province Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 41 di 44 Mer 12/12/2012 Italia Oggi Pagina 32 Dai presidenti un j' accuse alla politica Il presidente della provincia di Milano Guido Podestà, punta il dito contro i ministri competenti per la mancata conversione del decreto legge sul riordino delle province, «figlio», secondo l' inquilino di Palazzo Isimbardi, «della loro incapacità di formulare un' accettabile proposta». Podestà ha fatto notare che, con questo esito dell' iter, «si è buttato via un anno di lavoro, poiché i responsabili dei dicasteri coinvolti nella riforma non hanno ascoltato i suggerimenti di sindaci e presidenti, favorevoli, sì, a una razionalizzazione ma altrettanto contrari a scelte di carattere demagogico». «La decisione della Commissione affari costituzionali del senato di non procedere alla conversione del disegno di legge sul riordino delle province, rappresenta l' epilogo naturale di scelte sbagliate, confuse e contraddittorie fatte dal governo sulla pelle delle comunità», fa eco il presidente della provincia di Siena, Simone Bezzini. Parla di «caos istituzionale e orizzonte preoccupante» il presidente della provincia di Pesaro-Urbino, Matteo Ricci, mentre per il presidente dell' Upi e della provincia di Torino Antonio Saitta, si tratta di «una grande occasione persa per riformare un po' lo stato. Ci dispiace della decisione perché attraverso l' accorpamento delle province avevamo deciso di dare un contributo al contenimento della spesa pubblica dato che si sarebbe messo in moto un processo di accorpamento degli uffici periferici dello stato, che è il grande tema. Probabilmente i localismi, le resistenze e la grande forza di resistenza e lo spirito conservatore dell' apparato dello stato lo hanno impedito e oggi la situazione è caotica perché non avremo la titolarità per poter esercitare le funzioni che esercitiamo attualmente in base alla normativa e questo è un assurdo». Normativa Province Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 42 di 44 . Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 18 18 Commenti e inchieste Il Sole 24 Ore Mercoledì 12 Dicembre 2012 - N. 343 Lettere DIRETTORE RESPONSABILE Le risposte ai lettori Roberto Napoletano VICEDIRETTORI: Edoardo De Biasi (VICARIO), Alberto Orioli, Alessandro Plateroti, Fabrizio Forquet (redazione romana) UFFICIO DEI CAPOREDATTORI CENTRALI: Capo: Marina Macelloni Vice: Alberto Trevissoi Integrazione quotidiano-online: Mauro Meazza Informazione normativa e Lunedì: Salvatore Padula Ufficio centrale: Daniele Bellasio, Massimo Esposti (Plus24), Federico Momoli, Guido Palmieri, Giorgio Santilli, Alfredo Sessa Segretario di redazione: Marco Mariani ART DIRECTOR: Francesco Narracci CREATIVE DIRECTOR: Adriano Attus RESPONSABILI DI SETTORE: Luca Benecchi, Paola Bottelli, Enrico Brivio, Jean Marie Del Bo, Attilio Geroni, Laura La Posta, Christian Martino, Armando Massarenti, Lello Naso, Christian Rocca, Fernanda Roggero, Giovanni Uggeri PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 Ore S.p.A. PRESIDENTE: Giancarlo Cerutti AMMINISTRATORE DELEGATO: Donatella Treu Aderire presto al brevetto europeo DOPO IL VOTO DELL’EUROPARLAMENTO volte il meglio è nemico del bene. Giusto battersi per soluzioni ottimali, ma anche poi pragmaticamente accontenatarsi di importanti progressi che possono essereconseguitiin concreto.Il ragionamento vale ancordi più se in gioco è il brevetto europeo, "grande incompiuto" degli ultimi quarant’anni. Il lungo stallo comunitario è stato ancor più colpevole se si considera il forte svantaggio competitivo derivato alle aziende europee, rispetto alle concorrenti americane e giapponesi, dal brevettare un’innovazione con costi assai superiori. In realtà, è stata giustificata l’ultima battaglia di Italia e Spagna perché il regime linguistico non fosse limitato a inglese, francese e tedesco, ma esteso a due lingue di grande diffusione e tradizione, oltre che espressionediimportantirealtàproduttive.Peròieril’avvocato generale hachiesto alla Cortedi Giustizia Ue di respingereilricorsodiRomaeMadridneiconfrontidellacooperazione rafforzata che ha spinto 25 Paesi a procedere da soli sul brevetto europeo. Ragionevole prevedere - anche se non scontato - che i giudici di Lussemburgo seguiranno il suoparere.Èquindigiusto chel’Italiasiprepariaunaonorevole resa su questo punto (tanto più che in realtà quasi tutti in Europa presenteranno i brevetti in inglese). Anche perché sempre ieri il Parlamento europeo ha dato via libera al brevetto europeo, con alcuni correttivi, come il rimborso delle spese di traduzione per le Pmi che rendono la "pillola linguistica" meno amara per Spagna e Italia. A questo punto, è necessario guardare alla sostanza e aderire al più presto anche nel nostro Paese a procedure europee per il brevetto, più semplici, efficienti e meno costose. A MARTEDÌ MERCOLEDÌ GIOVEDÌ VENERDÌ SABATO Le lettere vanno inviate a: Il Sole-24 Ore ’’Lettere al Sole-24 Ore’’ Via Monte Rosa, 91 20149 Milano - fax 02.312055 email: [email protected] Includere per favore nome, indirizzo e qualifica Gianfranco Fabi Fabrizio Galimberti Guido Gentili Adriana Cerretelli Salvatore Carrubba biologico e cittadinanza ai figli degli immigrati: temi da Europa moderna. Sono nei programmi dei candidati alle primarie del centrosinistra lombardo, per le prossime Regionali. Dichiarazione anticipata per i trattamenti sanitari, donazione degli organi, cremazione e dispersione delle ceneri: ma dove siamo, in Olanda, in Gran Bretagna? No, sempre Milano ed è l’oggetto di una delibera consiliare. E penso a quanto Roma sia lontana da Milano: nella capitale i referendum sugli stessi temi non sono neanche passati e in Consiglio comunale si ignora una delibera dei Radicali sulle coppie di fatto. La virtù di chi sceglie auto ibdride dai consumi leggeri G entileGalimberti,ilmercatodelle autoinEuropacontinuaascendere elevenditehannoraggiuntolivelli daanni70.Lacrisièlacausaprincipaledel tracollo,macredoanchechesiamaturata innoilaconsapevolezzachesiamoinvasi dalleautoechel’abitudinedisostituire l’autoognidueotreannifosseunamania singolare.Quellochemisorprendeeche nonriescoacomprendere,èlavivacitàe l’incrementodellevenditediautonegliUsa (checrescanoinBrasilemiparenormale), comesedalorolacrisifosseallespallee noncifossetracciadiquella consapevolezzadicuisopra.Puòdarsiche unapartedellevenditeamericanesia dovutaaunanonancoracompiuta riconversionedaautocostoseeinquinanti versomodellipiùeconomicieche consumanomeno?Ma,inquesta situazione,nonriescobeneacapirechi sianoivirtuosi. Giancarlo Camesasca Gentile Camesasca, l’auto è sempre stata un prodotto difficile da maneggiare. Oggetto d’amore (indipendenza, segno di status, comodità...) e d’odio (rumore, traffico, congestione, inquinamento...). E non solo in Italia ma anche negli altri Paesi cova sempre la contrapposizione fra coloro che vogliono spendere soldi per strade sempre più comode per il trasporto privato e coloro che vogliono dirottare risorse verso il trasporto pubblico. La crisi attuale del mercato dell’auto in Italia non mi sembra tuttavia dipendere da fattori strutturali (quello che lei chia- Paolo Izzo Roma Grecia Domenico Rosa mail rendersi conto che il cambiare auto ogni due o tre anni è una malsana mania), quanto da fattori congiunturali (il reddito che non cresce, la disoccupazione che aumenta e spinge a rimandare l’acquisto di beni durevoli...). Per quel che riguarda gli Stati Uniti, bisogna tenere presente, primo, che in America c’è più spazio fisico che da noi, e la presenza dell’auto non è così soffocante. Secondo, come lei stesso suggerisce, c’è una tendenza lontana dall’essere esausta a sostituire auto vecchie e ingorde (di benzina) con i nuovi modelli molto più efficienti e leggeri (sul portafoglio) in termini di consumi. Ciò detto, le vendite di auto in America hanno solo nell’ultimo mese riguadagnato quota 15 milioni (annualizzati) dopo essere scese a 9 milioni nei mesi più brutti della Grande recessione. Ma per tutti gli anni Duemila, prima della crisi, erano a quota 16-19 milioni l’anno. Anche in America, quindi, il mercato dell'auto AFRICA Riccardo Barlaam I DIBATTITI SUI BLOG DEL SOLE 24 ORE www.ilsole24ore.com non è particolarmente vivace. Allora, lei si chiede, chi sono i virtuosi? In questo settore io pongo la virtù in presa diretta col problema del riscaldamento globale. Più auto a consumi leggeri, ibride, elettriche... e più investimenti nel trasporto pubblico. E se di trasporto privato vogliamo parlare, andiamo a vedere ad Amsterdam e a Copenhagen (Paesi ricchi) quanta gente si muove in bicicletta... Quel che Berlusconi sa bene Berlusconi sa bene che non ha possibilità di vincere le elezioni. Vuole sbaragliare tutto. Con il rientro otterrà due risultati: spingerà molte persone a votare Grillo facendo crollare le percentuali del Pd e degli altri partiti e renderà il Paese ingovernabile. Alessandro Romeo Milano si muove sui diritti civili Mentre in Europa si costruiscono rigassificatori (una decina tra Spagna e Francia), il ministro dell’Ambiente Corrado Clini è stato contestato da molti manifestanti, contrari al rigassificatore di Zaule (Trieste). Nelle immagini molti manifestanti giovani: magari sono gli stessi che si lamentano perché non trovano lavoro e l’energia è cara. Silvano Stoppa Cesano Boscone (MI) Il rendimento alle elementari Nel generale abbandono in cui versa la scuola italiana è di ieri la notizia che, dopo i ragazzi delle medie, anche i bambini delle elementari scivolano indietro nella graduatoria internazionale sull’apprendimento. Questo accade dopo un decennio di riforme (Moratti e Gelmini): significa che i cambiamenti non sono stati all’altezza delle nuove esigenze della scuola italiana? Significa ancora una volta che il Paese non investe su ciò che più ha bisogno di futuro: la scuola. Registro delle unioni civili, testamento OLTRE IL TFR Marco lo Conte Grave la situazione in Mali: il premier arrestato si dimette Dopo la decisione Ue di varare una missione di addestramento militare in Mali per aiutare Bamako a riprendere il Nord Giovani e rigassificatori Lettera firmata 24LETTURE Emanuela Bellotti L’errore di Enasarco sul fondo di liquidità Fra i dibattiti, anche uno sui due fondi contabilizzati nel 2011 come investimenti di liquidità, invece di fondi hedge Dalle saghe familiari cinesi all’ultimo libro sul signor G Grande seno, fianchi larghi di Mo Yan è stato censurato in Cina. Quando parla Gaber è una raccolta di pensieri e parole L’INIZIATIVA DEL SOLE 24 ORE Solidarietà, un messaggio in bottiglia Non prendiamo in giro i terremotati sull’Imu Ministri, imprenditori, uomini di cultura e spettacolo all’evento romano ILRINVIODITRE GIORNI di Nicoletta Picchio Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio è una produttrice infaticabile di paradossi normativi,un’attivitàsemprespiacevolemache diventa più grave quando è esercitata sulle spalle (e sui portafogli) di popolazioni già provate. L’ultimo arriva dalla legge di conversione del decreto sugli enti locali, che proprio sulle norme del terremoto aveva visto salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari. Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i versamenti tributari in calendario fino al 30 novembre. Il risultato? Il saldo dell’Imu rimane regolarmente in programma per il 17, comenel restod’Italia, mentre per pagare l’acconto (che nelle aree colpite dal sisma era stato sospeso) c’è tempo di pensarci comodamente fino al 20. A rendere assurdo il calendario non c’èsolo il saldo da pagareprima dell’acconto, ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato per evitare il pagamento in unica soluzione: un semi-rinvio di tre giorni,però, piùche di beneficio hailsapore della presain giro. L’ nmessaggio inbottiglia. È quello che idealmente ci mandano i ragazzi delle coste dell’Africa sperando che qualcuno, dal latoopposto, possaraccoglierloe quindioffrire un futuro migliore. Tanti sono stati i messaggi pronunciati ieri da ministri, attori, scrittori, manager, uomini d’impresa e del sindacato dal palco del teatro Quirinetta di Roma, testimonial d’eccezionedelprimoeventodibeneficenza organizzato da Il Sole 24 Ore e dal titolo proprio"Unmessaggioinbottiglia". Bottiglie di bollicine Ferrari sono infatti il premio vinto dal direttore de Il Sole 24 ore, Roberto Napoletano, per un titolo del U LO SCOPO Le responsabilità dello scandalo Libor TREARRESTIALONDRA l rumor di manette del caso Libor segna una svolta, solo in parte attesa, nell’indagine su una delle più clamorosetruffe delmondofinanziario.Gli arresti,ieria Londra, di tre fra trader e broker coinvolti con ruoli diversi apre l’interrogativo più delicato sullo sviluppo del caso: la catena di comando. Fino a che livello gli inquirenti riterranno di poter risalire con incriminazioni specifiche per i comportamenti adottati da (spesso) giovani trader? Resta da vedere infatti se al vertice della gerarchia degli istituti coinvolti c’era connivenza oppure no. Se così fosse, se cioè il top management era cosciente delle manipolazioni su un tasso che fissa anche gli interessi suimutui ipotecari, c’è da auspicarsi che le responsabilità penali siano estese anche a loro. Non vorremmo vedere nella rete degli investigatori britannici (anche altre giurisdizioni potrebbe essere chiamate a collaborare) solo i pesci più piccoli di uno scandalo che potrebbe - non vi è la certezza matematica essere costato carissmo a milioni di risparmiatori. I PROPRIETARIO ED EDITORE: Il Sole 24 ORE S.p.A. SEDE LEGALE - DIREZIONE E REDAZIONE via Monte Rosa 91, 20149 Milano Tel. 023022.1 - Fax 0243510862 AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano REDAZIONE DI ROMA: Piazza dell’Indipendenza 23b/c, 00185 - Tel. 063022.1 Fax 063022.6390 e-mail: [email protected] PUBBLICITÀ: Il Sole 24 ORE S.p.A. - SYSTEM DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE: via Monte Rosa, 91 - 20149 Milano Tel.023022.1-Fax0230223214-e-mail:[email protected] Normativa Province I fondi ricavati dalla vendita delle bottiglie di spumante Ferrari serviranno per allestire una sala di un centro di accoglienza per minori giornale,quellodel10novembre 2011: "FATE PRESTO", scritto a caratteri cubitali sulla prima pagina. Un "messaggio" forte, in un momento drammatico del Paese e chelagiuriadelpremio"Iltitolodell’anno" organizzatodall’aziendaFerrariF.lliLunelli, e presieduto da Camilla Lunelli, ha deciso di decretare come vincitore. Un titolo non politico, ma che esprimeva il rigore di analisidelquotidiano:nonsoloinquelmomento lo spread sui BTp decennali aveva toccato il massimo dai tempi dell’euro, 575 punti base, ma soprattutto si era invertita la curva dei rendimenti, portando i titoli a breve a tassi superiori rispetto a quelli, già elevatissimi, deititoli a lungotermine. «Fate presto» aveva detto Sandro Pertini, all’indomani del terremoto dell’Irpinia. «FATE PRESTO» è stato il messaggio mandato dal Sole 24 ore alle istituzioni e alla politica, un anno fa, per salvare © Copyright Il Sole 24 ORE S.p.A. Tutti i diritti sono riservati. Nessuna parte di questo quotidiano puòessereriprodottacon mezzigrafici omeccanici qualila fotoriproduzione e la registrazione. Ilresponsabiledeltrattamentodeidati raccoltiin banchedati diusoredazionale è il direttore responsabile a cui, presso il Servizio Cortesia, presso Progetto Lavoro, via Lario, 16 - 20159 Milano, tel. (02 o 06) 3022.2888, fax (02 o 06) 3022.2519, ci si può rivolgere per i diritti previsti dal D.Lgs. 196/03. Manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. l’Italia dalla crisi di fiducia. Lebottigliedispumantesonostatedestinatealla beneficenza.I fondiraccolti serviranno per allestire una sala polifunzionale del centro di accoglienza per minori immigratinonaccompagnatigestitodallacooperativaUnsorrisodiRoma. Erano in tanti seduti nelle file del teatro. Come sono stati tanti i personaggi che a titolo gratuito, e introdotti da Simona Agnes, sono intervenuti dal palco: ha esordito lo scrittore Roberto Gervaso, seguito dal ministro della Giustizia, Paola Severino, che ha letto uno dei tanti messaggi ricevuti in questi mesi di governo dai detenuti. EpoiancoraLuigiGubitosi,direttoregeneraledellaRai,PippoBaudo,RenzoArbore, Marisa Laurito. Scrittori come Elisabetta Rasy, Giulia Carcasi e Giuseppe Scaraffia, che ha citato, tra i vari personaggi, una frasediNapoleone:«Nonpossoviveresenza champagne, se vinco me lo merito, se perdonehobisogno».PadreEnzoFortunato,LinaSastrieGigiMarzullo, AntonioRomano, Gennaro Sangiuliano, per ultimo Giorgio Albertazzi, che ha concluso i messaggicon unaverapiece teatrale. Infine una tavola rotonda moderata dal direttoredelSole24ore,RobertoNapoletano,conilpresidentediConfindustriaGiorgioSquinzi,ilministrodellaPubblicaaministrazione, Filippo Patroni Griffi, il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni. Chehannolanciatoilloromessaggioinbottiglia: «Rimozione della madre di tutte le confusioniitaliane,cioèilTitoloVdellaCostituzione»quelloespressodiBonanni.Potervedereglieffettideiprovvedimentipresi, per Patroni Griffi, che ha citato gli interventi di semplificazione del governo, rammaricandosiperlamancataattuazionedellariformadelleProvince.ESquinzi,chenel suomessaggioinbottigliaha volutomettere la richiesta di un «Paese normale, in cui lavoglia difareimpresa nonvengamortificata. Il 73˚posto nella classifica della Banca Mondiale sul fare impresa - ha detto - non deveessere lanostracollocazione». ANSA © RIPRODUZIONE RISERVATA MODALITÀ DI ABBONAMENTO AL QUOTIDIANO: Prezzo di copertina: À 1,50 (il venerdì À 1,50 con il magazine "IL - Intelligence in Lifestyle" quando previsto). Abbonamento Italia 359 numeri: À 369,00 (sconto 31% sul prezzo di copertina) + À 19,90 per contributo spese di consegna (postale o in edicola). 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La tavola rotonda IlministroPatroniGriffi,ilpresidentedi ConfindustriaGiorgioSquinzieilsegretario generaledellaCislRaffaeleBonanni,hanno dialogatoconildirettoredelSole24Ore RobertoNapoletanosu«Crisi, disoccupazioneeprecariato». La beneficenza Ifondiraccoltiservirannoperunasala polifunzionalediuncentrocheaccoglie minoriimmigrati. trattati da incaricati preposti agli abbonamenti, al marketing, all'amministrazione e potranno essere comunicati alle società del Gruppo per le medesime finalità della raccolta e a società esterne per la spedizione del quotidiano e per l'invio di materiale promozionale. SERVIZIO ABBONAMENTI: Con Operatore: Tel. 0266814472 - Fax 0266814296 - Da lunedì al venerdì, orario: 8.30 - 18.00. 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Che Berlusconi si ritirasse a vita privata, nessuno lo poteva ragionevolmente pensare. Quanto ai temi della sua campagna elettorale: la Lega, l’alleato a cui cerca di riavvicinarsi, è antimontiana e antieuropeadasempre;l’antagonista,ilcentro di e intorno a Casini, non aspira ad altro che ad avere Monti nel simbolo. Il cavaliere mica può pensare di arginare l’esodo dei suoi dicendo «io di più»? Berlusconi, si dice, userà toni populisti e vigorosamente antieuropei. Che il populismo sia componente essenziale della sua retorica politica, lo si sa da tempo, ci fece su la campagna elettorale del 1994. Ma per ora i segnali sono trattenuti: il discorso di Alfano alla Camera, a leggere lo stenografico, non lo si può qualificare di populista, usa argomenti politici che si possono trovare negli editoriali dei principali giornali italiani. Che Monti ha dato le dimissioni, sarebbe questa la notizia? E cos’altro si poteva fare per abbreviare in modo istituzionalmente inappuntabile una legislatura ormai esausta? Se le cose stanno così, perché la reazione dei mercati, l’aumento dello spread, il calo della Borsa? Una prova della irrazionalità dei mercati? I mercati non servono, ad allocare razionalmente le risorse, ma a scoprire in particolare i prezzi delle cose: sono, nella famosa definizione di Hayek, procedure per la scoperta. Lo fanno, continuamente correggendosi, sulla base delle informazioni disponibili a un costo ragionevole. Cioèquelle degli analistidi alcune grandi istituzionifinanziarie chesi possonopermettere di pagarli. Conoscere in dettaglio gli umori della politica italiana o grecanonèelementare, costacaro, apassare sono i messaggi semplici e convincenti. La politica è arte del convincere, a volte ci riesce. È riuscita a far credere per anni che il trattato di Maastricht avrebbe fatto convergere le economie dei vari Paesi verso i famosi parametri. Di conseguenza per anni e anni i tassi all’interno dell’Eurozonasonostatipariaquellitedeschi, gli spread minimi riflettevano solo le differenti dimensioni e liquidità dei mercati.Èilmessaggiocon cuiCiampi ha convinto gli italiani a versare l’eurotassa. Tendiamo a dimenticarcene, ma noi del SudEuropaciabbiamoguadagnatocentinaia di miliardi di euro. Arriva la crisi, e arrivaMonti. Biografia stellare,standing, la Bocconi, l’Europa, uno che ha saputo mettere in riga gli americani della General Electric e della Microsoft: perfetto per dare un’altra faccia al Paese. Aiuta il wishful thinking: sono in tanti a temere l’implosione dell’euro, non solo Obama in campagna elettorale, e la Merkel che già pensa alla sua del 2013. E dopo tutto l’Italia è il biliardo di Foligno della intramontabile definizione di Eugenio Scalfari. I mercati credono al messaggio. Solo un maquillage? Per nulla, ma nessuno riflette che in un anno nessuno può rimediare a un declino che dura da vent’anni. Credere a Monti consentiva ai mercati di risparmiare sul costo dell’informazione. Quando ci si accorge che era troppo semplice, che si debbono fare conti più complicati e costosi, aumenta l’incertezza. Come andranno le elezioni? Prevarranno le forze antieuropee? L’Italia rappresenterà un pericolo per la stabilità dell’Eurozona? Difficiledistinguereprevisioni daconvinzioni, l’essere dal dover essere. È il problema della democrazia, da millenni la nostra cultura cerca di venirne a capo, in tempi recenti inquieta pensatori da Tocqueville a Minogue: come può ciò che il popolo vuole non essere bene per il popolo? I prezzi che l’austerità esige dalle popolazioni di metà Europa sono sotto gli occhi di tutti. Troppe tasse e pochi tagli? Troppa poca Europa? Più poteri a Bruxelles per salvare Roma, Madrid, Atene? Se si teme per le sorti delle politiche dell’euro, invece che demonizzare anzitempo il populismo in Italia, meglio riflettere sul problema democratico che quellepolitiche pongonoai Paesi d’Europa. Finché si è in tempo. Q [email protected] © RIPRODUZIONE RISERVATA STAMPATORI: Il Sole 24 ORE S.p.A., via Busto Arsizio 36, 20151 Milano e Via Tiburtina Valeria, Km 68,700, Carsoli 67061 (AQ) - Società Edit. "Arena" S.p.A. via Torricelli 14, 37060 Caselledi Sommacampagna, (VR)- Etis 2000S.p.A., 8˚ strada,29 zona industriale,95100(CT)-PoligraficoSannioS.r.l.C.daTorrepalazzo,zonaindustriale82030Torrecuso (BN) -Stampa quotidianaS.r.l., via GalileoGalilei 280/A,località Fossatone, 40059 Medicina (BO)- L'Unione Editoriale S.p.A., via Omodeo s/n, 09030 Elmas (CA) - B.E.A. PrintingBVBA,Maanstraat13Unit 17-18(Bedrijvenpark),2800Mechelen (Belgium). DISTRIBUZIONE ITALIA: m-dis Distribuzione Media S.p.A., Via Cazzaniga 1 20132 Milano, Tel. 02-2582.1 Certificato Ads n. 7344 del 14/12/2011 Registrazione Tribunale di Milano n. 322 del 28-11-1965 La tiratura del Sole 24 Ore di oggi 12 dicembre è stata di 299.623 copie Pagina 43 di 44 Mer 12/12/2012 Il Sole 24 Ore Pagina 18 IL RINVIO DI TRE GIORNI. Non prendiamo in giro i terremotati sull' Imu L' Imu nelle Province colpite dal terremoto di maggio è una produttrice infaticabile di paradossi normativi, un' attività sempre spiacevole ma che diventa più grave quando è esercitata sulle spalle (e sui portafogli) di popolazioni già provate. L' ultimo arriva dalla legge di conversione del decreto sugli enti locali, che proprio sulle norme del terremoto aveva visto salire la temperatura nelle ultime partite parlamentari. Il dibattito ha partorito un rinvio al 20 dicembre di tutti i versamenti tributari in calendario fino al 30 novembre. Il risultato? Il saldo dell' Imu rimane regolarmente in programma per il 17, come nel resto d' Italia, mentre per pagare l' acconto (che nelle aree colpite dal sisma era stato sospeso) c' è tempo di pensarci comodamente fino al 20. A rendere assurdo il calendario non c' è solo il saldo da pagare prima dell' acconto, ma anche il fatto che il "correttivo" sia nato per evitare il pagamento in unica soluzione: un semirinvio di tre giorni, però, più che di beneficio ha il sapore della presa in giro. Normativa Province Documento ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile Pagina 44 di 44