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QUESITI AL DOTT. MELE, FISIOTERAPIA
www.reumaonline.it
“Egregio dottor Mele,
da RMN, ho una discopatia c5/c6, con grave sindrome vertiginosa, sono in cura presso fisiatra e
neurologo. Vorrei sapere quale sono i farmaci più usati comunemente per combattere le vertigini
soprattutto, e poi anche per quanto riguarda gli antinfiammatori e miorilassanti.
Ho fatto quasi tutte le terapie esistenti, quali sono più adatte per il mantenimento dei risultati
ottenuti? La ringrazio anticitipatamente per la Sua cortese risposta.
Scarlet”
Considerando i pochi elementi a disposizione, per quanto di mia competenza, ritengo che il
trattamento ideale si debba basare su un’educazione posturale per le attività della vita quotidiana,
una rieducazione posturale come ad esempio la metodica “mézières” che non agisce direttamente
sulle singole strutture interessate (spesso causa del fallimento di molti trattamenti tradizionali), ma
agisce in termini generali favorendo una migliore percezione posturale e orientamento spaziale. A
questo trattamento può essere associata una rieducazione posturale propriocettiva utilizzando in
modo particolare la vista e le stimolazioni indotte con l’uso di superfici con inclinazione variabile.
La soluzione sta quindi nel prendere contatto con una struttura sanitaria specilizzata nel
trattamento delle patologie del rachide o con un medico specialista e un fisioterapista esperto nel
settore.
1
QUESITI AL DOTT. CAPPELLU, ORTOPEDIA
Salve,
sono una iscritta al sito dell'associazione ASMAR, e presto andrò anche alla sede di via sabotino,
dunque non so se ne devo parlare con lei, io ci provo. A ottobre mi sono recata da un ortopedico
per problemi alla colonna lombare, mi ha fatto fare delle radiografie, siccome non riusciva a vedere
un granchè perchè per lui si trattava di ernia del disco mi ha fatto anche fare una risonanza
magnetica e da li mi è stato diagnosticato l'osteoartrosi, non so in che fase ma comunque ho dei
dolori alla schiena, ho fatto la riabilitazione motoria ma non ho ottenuto nessun risultato, siccome
ho trovato la mia patologia nel sito dell'asmar e ho notato che c'è scritto che l'osteoartrosi
cominciava verso la 40ina, ma non proprio visto che io ne ho 28 (le ho fatto notare la cosa per
correggerlo se vuole).
Ho notato che lei fa le visite all'ospedale di Decimomannu giusto? Spero di non sbagliarmi,
siccome non so se fidarmi dell'ortopedico dell' ASL di Decimomannu, vorrei sapere se è possibile
fare una visita da lei, visto che è uno specialista anche su questa patologia, e vorrei sapere anche
se c'è la convenzione.
Grazie per avermi dedicato un po' del suo tempo, aspetto sue notizie
Cara amica
La ringrazio per essersi rivolta all' ASMAR .
La lombalgia è una patologia molto diffusa e interessa tutte le fasce d'età. La sua origine può
essere di varia natura, traumatica, compressiva (es. ernia discale), muscolare, degenerativa
(artrosica) etc. Posso premettere che è infrequente il riscontro della patologia artrosica in giovane
età, salvo i casi secondari a traumi o,ad esempio, a malattie reumatiche .
Come Lei ha giustamente sottolineato è necessario sottoporsi ad una attenta visita specialistica
nell'intento di individuare la causa dei suoi disturbi. Può farlo anche presso la Casa di Cura di
Decimomannu, ove io lavoro, prenotando una visita ambulatoriale che comporta il pagamento di
un tiket, portando in visione tutta la documentazione sanitaria.
Cordiali saluti, Dott. Maurizio Cappellu
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QUESITI AL PROF. MANCONI, IMMUNOLOGIA
1° Quesito
“E’ la prima volta che uso questo servizio e vi ringrazio per la possibilità che offrite con esso , di
dare qualche strada da seguire a coloro che si sentono di essere in un vicolo cieco.
Scrivo per mia moglie della età di 42 anni che da circa un anno è affetta da ERITROMELALGIA
(diagnosi che alla luce dei fatti , sospettiamo sia un effetto secondario di cosa? )agli arti inferiori .
Ho letto il regolamento e non citerò medici o ospedali , cercherò di esporre la storia clinica e i
medicinali presi dal suo inizio .A Novembre 2004 diagnosi di PERNIOSI o GELONI .
DICEMBRE 2004 Diagnosticata in ospedale (Dermatologia) come ACROCIANOSI curata per 2
mesi con Vessel-Aspirine-e Cortisone locale .Peggioramento.Marzo 2005 Day Ospital 7
gg.(Angiologia) per cure con Endoprost causa principio di necrosi a due dita , e cura a casa per
30gg. di Loptyl600+Clexane0,6+Trental400 .
A fine cura veniamo invitati di rivolgersi a un reumatologo che accerta la malattia come
Eritromelalgia , segue cura 30gg. Aspirina 0,5(nessun risultato),al controllo cambia con30gg. di
Medrol+Aspirina 0,5(nessun effetto ,solo collaterali).Luglio 30 gg. di Cardioaspirina.Agosto ci
rivolgiamo ad altro centro che conferma la diagnosi anche se accenna a Vasculiti? e dà una cura
di Trental600+Plaquenil che però dopo 20gg con l’assenso del medico sospendiamo (pulsazioni
alla testa ,accenni di tachicardia,affanno). A settembre ci rivolgiamo ad un altro specialista
reumatologo che si stupisce che fino a questa data non siano mai stati fatti esami dei marcatori
tumorali , una volta fatti (risultano quasi nella norma) fa provare per 15 gg. Norvasc 5 e al controllo
visto il mancato (possibile?) effetto benefico ci consiglia di contattare un ospedale specializzato in
lombardia .A ottobre segue ricovero di 7 gg. in tale centro e all’inizio di vari esami ,
contemporaneamente provano a somministrare i medicinali atti a combattere il fenomeno di
Reynaod.La cura viene quasi subito sospesa perché è evidente che amplifica i sintomi e dolori alle
estremità inferiori , perciò da quel momento vengono provati vari medicinali (Lasix-TachipirinaCerotti +Contramal per lenire il dolore )Viene dimessa con la cura da fare a casa di
Betabloccanti+cardioaspirina che dopo 25gg. circa sospendiamo (con loro consenso ) causa effetti
collaterali della cura.Quindi viene provato per 15gg. anche Serupin senza alcun effetto.Attualmente
si è molto scoraggiata e ha smesso ogni terapia aspettando il risultato della biopsia effettuata in
ospedale.Vorrei precisare che all’inizio i sintomi si riferivano solo ai piedi , mentre da agosto in poi
soffre di bruciore alle ginocchia con la conparsa momentanea di chiazze rosee accese grandi 4/5
cm quadrati , e pulsazioni alla testa (specie orecchio) , con la pressione minima che si è alzata
dopo le varie cure .Di quanto sopra esposto ho disponibili esami e cartelle cliniche se possono
servire a chiarire meglio la situazione . Ringraziando anticipatamente e attendendo una vostra
risposta .
Scusi se mando a lei un caso che sembra ricadere nella reumatologia, ma leggendo tutte le cure
effettuate senza esito da mia moglie , mi è venuto il sospetto che la sua eritromelagia sia / possa
essere secondaria ad altra patologia ? La ringrazio anticipatamente per una sua eventuale risposta
in merito.
Caro Sig.Luca,
per poterle rispondere avrei bisogno di alcuni dati:
1. il risultato della biopsia che ha recentemente eseguito
2. è stata eseguita una capillaroscopia ?
3. sono stati fatti questi altri esami: c-ANCA, p-ANCA, ANA, ENA, anti-DNA?
Non mi pare decisamente una buona idea interrompere ogni terapia, proprio in questo momento di
freddo intenso, il più pericoloso per questo tipo di pazienti. Se mi fa sapere la Regione in cui vive
potrò eventualmente darle qualche indicazione anche su una èquipe che possa seguirla con i
migliori risultati. Cari saluti a Lei e la Sua Signora. Paolo Emilio Manconi
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2° Quesito
Salve dottore,
se devo essere sincere sono un pò stufa di scrivere sempre le stesse cose, avrei voluto una
conversazione in diretta con un medico, ma è la mia proverbiale impazienza che si scontra con la
realtà ancora una volta! Faccio un'anamnesi breve: scoperta 15 anni fa una epatite c, ho una
intertiziopatia prima diagnosticata come BPCO,soffro di neuropatia intercostale,operata ai due
tunnel carpali 10 anni fa ora ho la sera in particolare dei formicolii sgradevolissimi dal gomito alle
dita e dalle ginocchia ai piedi che spesso mi bruciano sotto la pianta.Soffro spesso, almeno due
volte al giorno di crampi nei piedi e nei lati delle mani.Ho una diarrea quasi cronica,6 giorni su 7,
spesso è proprio acqua, al punto che a volte mi chiede se non esca da dove faccio la pipi,visto che
non la sento uscire dall'ano.Mi è già capitato 2 volte di farmela addosso senza poterlo evitare, cosi
di colpo.Preciso che non ho mai avuto rapporti anali.Ho dei problemi di minzione,non ho più
pressione quando urino,viene giù pian piano.Ho dei dolori spesso laterali,sui fianchi,penso siano le
anse dell'intestino ed ora anche qualche emorroide che mi cominciano a dolere.Mai avuto dolori
mestruali e da qualche mese, i primi giorni del ciclo sono infernali e molto abbondanti. Perdo la
memoria, quella recente,non ricordo come ero vestita ad una festa 3 gg prima, non ricordo che
abbiamo mangiato ieri,dimentico dove ho messo le cose.Sono sempre stanca e fuori forma,se non
è la testa che duole, è una crisi di fegato, una colica o le mani che non sento più. Mi si sta
doppiando la visione e spesso devo chiudere un occhio per vederci chiaro. Ecco smetto, è già
troppo, ma non so da dove prendere il problema,non mi fido moltissimo del mio medico curante, è
brava simpatica,ma usa solo metodi che sembrano più che altri palliativi. se le faccio l'elenco dei
farmaci che mi ha prescritto,finiamo l'anno prossimo, non ultimo il Pentacol 800 che ho preso i
primi 10 gg, poi pausa di 20 gg e ho ripreso ma sono stata malissimo, mal di stomaco, vomito, mal
di testa. A proposito ho anche un'ernia iatale che ho l'impressione si blocchi fra non so cosa li
dentro, devo poi contorcermi e stirarmi al massimo per farla tornare al suo posto. Non so come
può aiutarmi, ho 42 anni e vorrei godere di una qualità di vita un pò più decente, sia per me che
per quelli che condividono la mia vita e che giustamente si preoccupano... Grazie infinite della
cortese attenzione, buon lavoro, Diane Neri
Gentile Signora Diane,
il quadro clinico che mi descrive è molto complesso e probabilmente rischierebbe un ricovero in un
Ospedale in cui siano presenti diversi Specialisti: Internista, Gastroenterologo, Neurologo. Non è
possibile infatti farsi un’idea, da quanto Lei racconta, di un’unica patologia che possa essere alla
base di tutti i suoi disturbi. Magari questo tentativo è già stato fatto, ma Lei non ne fa cenno nella
Sua mail. Se ci facesse sapere la città in cui vive, potrei forse suggerirle a chi rivolgersi.
Cari saluti. Paolo Emilio Manconi
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3° Quesito
Gentile Professore,
sono una donna di quarantuno anni e i miei problemi sono iniziati circa tre anni fa con dolori al
ginocchio destro. Esami ortopedici negativi, mentre esami del sangue evidenziavano un titolo Aslo
di 320.0. Sei mesi di diaminocillina iniezioni non hanno sortito il rientro del valore. Nell’ottobre 2004
intervento di tonsillectomia e nei mesi successici rientro del valore titolo Aslo nella norma.I
problemi articolari non hanno dato cenno di miglioramento sino ad oggi, anzi, il dolore si e'esteso
al braccio e alla spalla destra. Ulteriori controlli neurologici negativi. Controlli reumatologici
definiscono il problema come possibile artrite reattiva; mi parlano anche di disordini immunitari
dovuti alla memoria del mio organismo che continua a combattere contro gli streptococchi ormai
debellati. Mi sconsigliano cure cortisoniche e suggeriscono eventualmente farmaci antidepressivi
che agiscono a livello centrale per la cura del dolore.
Cosa mi puo’ suggerire in merito? Sarebbe utile una cura per potenziare le difese immunitarie?
Grazie
Cara Signora,
le rispondo che è molto improbabile che i suoi problemi articolari dipendano dallo streptococco, in
quanto solo eccezionalmente questo micro-organismo causa artrititi che durano nel tempo, mentre
i Suoi sintomi vanno avanti da anni. In genere lo streptococco causa un reumatismo articolare
acute, con febbre alta, dolore articolare che interessa diverse articolazioni “in successione” (ad
esempio prima il ginocchio, poi un polso, e così via), e tutto si esaurisce in qualche settimana.
Devo aggiungere che in linea di massima la presenza di un titolo anti-streptolisinico elevato indica
solo che in un passato più o meno remoto si è verificata un’infezione da streptococco. Il più delle
volte la terapia antibiotica e la tonsillectomia non sono indicate. Tale mi pare anche il suo caso,
dato che l’artrite non è regredita con tali trattamenti. Per pronunciarmi sulla natura dell’artrite,
definita “reattiva”, avrei bisogno di altre notizie: sono presenti indici di infiammazione nel sangue?
Sono stati fatti gli esami radiografici o RMN delle articolazioni interessate? In quale Ospedale è
stata studiata la Sua situazione clinica? La prego di farmi sapere.
Cari saluti. Paolo Emilio Manconi
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QUESITI AL PROF. MELA, REUMATOLOGIA
1° QUESITO:
Gentilissimo dott. MELA
ho 24 anni e da circa 4 anni accuso dolore di media-forte intensità in diverse zone del corpo
(sopratutto mani, polsi, spalle, mandibole, sacroiliache, cervicale) con annessa parestesia e lieve
tumefazione. Inizialmente dal neurologo mi è stata diagnosticata una neurite virale (curata con
neurontin 400); poi, considerata l'inefficacia della cura ed il forte peggioramento dei disagi,
mi è stata diagnosticata dal reumatologo una poliartrite cronica sieronegativa. Da circa un anno
assumo metatrexate 10mg in puntura una volta alla settimana e periodicamente medrol 20mg con
cicli di due tre mesi. Ogni 45 giorni eseguo analisi del sangue che danno di volta in volta risultati
differenti: per esempio qualche mese fa sono risultati positivi gli anticorpi ANA (1:320 fluorescenza citoplasmatica), poi, nella analisi sucessive si sono nuovamente negativizzati e poi di
nuovo positivizzati; anche il fattore reumatoide una volta è risultato positivo e poi nuovamente
negativo. Dalla scintigrafia si rileva: iperfissazione del radiocomposto sulle articolazioni
sacroiliache e modesto aumento della captazione sulle articolazioni temporo-mandibolari, scapoloomerali, coxofemorali e intercarpiche. Recentemente ho avuto anche un problema agli occhi e mi è
stata diagnosticata la sindrome di shogren. In concomitanza con le fasi acute (una volta al mese
circa della durata di 7 giorni circa) emerge una dermatite sul viso e sul cuoio capelluto definita
dal dermatologo dermatite seborroica. Da circa 7 anni inoltre assumo eutirox 100 per la presenza
di noduli tiroidei non tossici.
Nonostante le varie cure e anche la fisioterapia, purtroppo, continuo a stare male e sono costretta
ad assumere forti antidolorifici più volte al giono.
Vorrei sapere se secondo Lei la cura è adeguata e se è necessario eseguire altri accertamenti.
(oltre alle periodiche analisi del sangue ed alla suddetta scintigrafia ho eseguito ecografia mani
polsi che ha evidenziato una forte tenosinovite).
La mia famiglia vorrebbe che andassi in un centro specializzato al fine di giungere ad una diagnosi
precisa, Lei cosa ne pensa? Può indicarmene uno?
La ringrazio anticipatamente per l’attenzione che potrà prestarmi
Cordiali saluti
Stefania A.
Gentilissima Sig.ra Stefania
Ritengo che nel suo caso sia necessario definire innanzitutto la diagnosi.
Lei riferisce:
1. una patologia tiroidea per la quale effettua una terapia sostitutiva con Eutirox (Tiroidite
autoimmune ? )
2. una sindrome sicca (Sindrome di Sjogren ?)
3. una diagnosi di artrite sieronegativa
4. una diagnosi di dermatite seborroica
5. una precedente diagnosi di neurite virale
6. una tenosinovite
Le manifestazioni articolari che Lei presenta possono essere espressione di diverse malattie.
Possono essere presenti in corso di Tiroidite autoimmune, di Sindrome di Sjogren, di spondiloartriti
sieronegative, di infezioni virali, ma anche in altre malattie reumatiche; in queste situazioni è
possibile riscontrare anche alterazioni di alcuni indici bioumorali ( fattore reumatoide, anticorpi anti
nucleo (ANA) etc.)
Le faccio presente che il riscontro di una Tiroidite autoimmune, di una Sindrome di Sjogren, di una
artrite sieronegativa (anche di una celiachia) nello stesso individuo è una evenienza abbastanza
frequente in Sardegna; potrebbe quindi trattarsi del suo caso.
Ho qualche perplessità sulla terapia che Lei sta effettuando.
Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un Centro specializzato al fine di definire innanzitutto una
diagnosi precisa. Ritengo che il Centro da me diretto possa aiutarLa a risolvere i suoi problemi.
Cordiali saluti Quirico Mela
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2° QUESITO:
Buongiorno, sono entrato nel sito alla ricerca di informazioni.
Mia moglie è affetta da fibromialgia e fatica cronica da due anni in forma molto violenta.
Abbiamo fatto di tutto, o quasi, ma non abbiamo incontrato nessuna soluzione, ne miglioramento ,
quando arrivano le crisi , sconvolgono completamente mia moglie .
In un mese, 15 o 20 gg li passa nel letto e praticamnete senza muoversi.
È inutile che descriva i sintonmi , l'unico esame possibile è stato fatto ( spect celebrale) e il
risultato è stato positivo alla malatia.(mancanza di seratonina ect. ect)
Dicevo che i sintomi che ha sono esattamente quelli che si potrebbero usare descrvendo la
posizione della malatia, per fare un esempio più concreto, con una ricerca su internet, si possono
leggere le varie descrizioni, bene,corrispondono esattamente a quello che sente mia moglie.
Quindi non ci sono dubbi sulla diagnosi, Fibromialgia e fatica cronica.
Quando riesce ad alzarsi dal letto che è finito l'attaccvo della fatica cronica comiciano i forti dolori
della fibro, questo deytto molto brevemente.
Tutto il mondo dice che non si puo curare eppraticamente inguaribile.
Facendo le varie attivita fisiche consigliate si potrebbe alleviare un poco i sintomi, ma risulta molyto
difficile mantenere il ritmo perchè subentra molto spessao la fatica cronica chhe ti impedisce le
varie attività.
Ora abbiamo bisogno delle opinioni di quache esperto in fibrom.
Vagando per internet, abbiamo trovato un certo dott. Mrtorel di Barcellonache dice di avere la
soluzione al problema fibrom.
usando in masiccia dose un antibiotico di nome NUCLEO CMP FUERTE
Garantisce in 6 mesi la scomparsa della fibromialgia e dopo questi sei mesi abbasserebbe la dose
per effettuare un mantenimento, che però, dice, che deve essere per sempre, se si lascia l'
antibiotico ritorna la malattia.
Potrebbe per favore mettere in argomento questi dati anche creando una discussione con altri
esperti e farmi sapre la vostra opinione?? […]
Le sarei molto grato se potesse aiutarmi
grazie
saluti
gian maria b. , santiago del Chile
Gent.mo Signor Gian Maria
Per ottenere dei risultati concreti in un paziente affetto da Sindrome Fibromialgica è necessario
avere chiari alcuni concetti che io Le riassumerò brevemente.
1. Informare adeguatamente il paziente sul tipo di patologia che lo affligge
2. Ricordarsi che la Fibromialgia sovente si accompagna ad altre malattie (per lo più croniche); si
cura la fibromialgia curando la malattia associata.
3. Pur esistendo una predisposizione genetica che favorisce la comparsa della malattia, i fattori
ambientali esterni (traumi psico fisici, disturbi dell’affettività, problemi di inserimento sociale,
menopausa, etc.) giocano un ruolo fondamentale nello scatenare la comparsa della sindrome.
Pertanto riveste un ruolo fondamentale l’allontanamento o quanto meno la riduzione degli stress
esterni
4. Si tratta di una patologia caratterizzata da una ridotta soglia al dolore che comporta
un’aumentata percezione del dolore stesso che può essere proiettato in diversi sedi del nostro
corpo. Infatti i vari specialisti chiamano con nomi diversi la stessa sindrome. Il neurologo: cefalea
psicogena; il gastroenterologo: sindrome dell’intestino irritabile/colite; il cardiologo: precordialgie;
l’otorinolaringoiatra: sindrome temporomandibolare; il reumatologo: Sindrome Fibromialgica
5. La riduzione della soglia al dolore è secondaria all’alterata produzione di alcune sostanze a
livello del sistema nervoso centrale (serotonina, endorfine etc.) ed a livello delle corna posteriori
del midollo (sostanza P etc.). L’intervento terapeutico deve quindi essere indirizzato alla
normalizzazione dei meccanismi di trasmissione e percezione del dolore (obiettivo raggiungibile
con differenti modalità)
6. La terapia della Sindrome Fibromialgica richiede pertanto un approccio multidisciplinare ed un
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coinvolgimento stretto della famiglia
7. Esistono varie forme di Fibromialgia: lievi, moderate, di grado severo
8. Soprattutto nelle forme di grado più severo ( è il caso mi pare di sua moglie) è necessario il
coinvolgimento di diversi specialisti: medico di famiglia, il neurologo/psichiatra, lo psicologo, il
fisiatra/fisioterapista, il reumatologo.
9. Tutti devono adoperarsi ed informare adeguatamente il paziente sul tipo di patologia che lo
affligge e seguire da vicino l’evoluzione clinica
10. La Sindrome fibromialgica di grado lieve non richiede l’utilizzo di farmaci; le forme più severe
richiedono l’utilizzo di farmaci. Attualmente i farmaci che hanno dato migliori risultati nelle forme di
grado più severo sono gli antidepressivi. Vista la particolare abilità e consuetudine del
neurologo/psichiatra alla prescrizione di questi farmaci consiglierei nel caso di sua moglie di
consultare inizialmente questi specialisti
11. Un ruolo importantissimo ritengo che debba essere svolto anche dallo psicologo che oltre che
informare adeguatamente sua moglie sulla malattia dovrà anche cercare di allontanare i fattori di
disturbo psicologico presenti
12. Ancora un ruolo molto importante è rivestito dall’attività fisica che tende a rimodulare la soglia
del dolore
13. Ritengo che i ritengo che l reumatologo debba essere consultato inizialmente al fine di
escludere malattie associate e successivamente, se necessario, per integrare la terapia
farmacologica.
Gent. mo Signor Baroffio, spero di averLe fatto capire che la fibromialgia, soprattutto se di grado
severo, presuppone un approccio terapeutico delicato e non sempre di facile esecuzione. Questo
non La deve tuttavia scoraggiare se ha interesse al raggiungimento dell’obiettivo “fare stare meglio
sua moglie”
I più cordiali saluti Quirico Mela
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QUESITI ALLA DOTT.SSA DEL PIANO, REUMATOLOGIA
1° QUESITO:
Buongiorno, sono entrato nel sito alla ricerca di informazioni.
Mia moglie è affetta da fibromialgia e fatica cronica da due anni in forma molto violenta.
Abbiamo fatto di tutto, o quasi, ma non abbiamo incontrato nessuna soluzione, ne miglioramento ,
quando arrivano le crisi , sconvolgono completamente mia moglie .
In un mese, 15 o 20 gg li passa nel letto e praticamnete senza muoversi.
È inutile che descriva i sintonmi , l'unico esame possibile è stato fatto ( spect celebrale) e il
risultato è stato positivo alla malatia.(mancanza di seratonina ect. ect)
Dicevo che i sintomi che ha sono esattamente quelli che si potrebbero usare descrvendo la
posizione della malatia, per fare un esempio più concreto, con una ricerca su internet, si possono
leggere le varie descrizioni, bene,corrispondono esattamente a quello che sente mia moglie.
Quindi non ci sono dubbi sulla diagnosi, Fibromialgia e fatica cronica.
Quando riesce ad alzarsi dal letto che è finito l'attaccvo della fatica cronica comiciano i forti dolori
della fibro, questo deytto molto brevemente.
Tutto il mondo dice che non si puo curare eppraticamente inguaribile.
Facendo le varie attivita fisiche consigliate si potrebbe alleviare un poco i sintomi, ma risulta molyto
difficile mantenere il ritmo perchè subentra molto spessao la fatica cronica chhe ti impedisce le
varie attività.
Ora abbiamo bisogno delle opinioni di quache esperto in fibrom.
Vagando per internet, abbiamo trovato un certo dott. Mrtorel di Barcellonache dice di avere la
soluzione al problema fibrom.
usando in masiccia dose un antibiotico di nome NUCLEO CMP FUERTE
Garantisce in 6 mesi la scomparsa della fibromialgia e dopo questi sei mesi abbasserebbe la dose
per effettuare un mantenimento, che però, dice, che deve essere per sempre, se si lascia l'
antibiotico ritorna la malattia.
Potrebbe per favore mettere in argomento questi dati anche creando una discussione con altri
esperti e farmi sapre la vostra opinione?? […]
Le sarei molto grato se potesse aiutarmi
grazie
saluti
gian maria b. , santiago del Chile
Gentile GianMaria B.,
capisco la sua disperazione. La fibromialgia, spesso sottovalutata dai medici, nelle sue forme più
gravi diventa una malattia fortemente invalidante; e, a differenza di altre malattie reumatiche in cui
abbiamo a disposizione diverse opzioni terapeutiche, per la fibromialgia purtroppo non esistono
schemi terapeutici efficaci e uguali per tutti. Le assicuro che per me è una delle malattie più difficili
da curare.
La sua lettera mi porta a fare due considerazioni:
- Non ho mai sentito parlare della medicina di cui Lei chiede informazioni, e non per
ignoranza, ma perché la medicina ufficiale, che io seguo, ha delle linee guida riconosciute
come efficaci. E’ l’annosa questione della terapia omeopatica, delle cure anticancro del
Prof. Di Bella… Una medicina è utilizzabile solo quando se ne dimostra l’efficacia e la
tollerabilità, se no si fanno guai.
- La fibromialgia, nelle sue forme più gravi, ritengo diventi una malattia di competenza
psichiatrica, perché è lo psichiatra lo specialista che ha pratica e maneggevolezza con le
terapie antidepressive che si sono mostrate utili nel trattamento della fibromialgia.
Cordiali saluti.
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2° QUESITO:
“E’ la prima volta che uso questo servizio e vi ringrazio per la possibilità che offrite con esso , di
dare qualche strada da seguire a coloro che si sentono di essere in un vicolo cieco.
Scrivo per mia moglie della età di 42 anni che da circa un anno è affetta da ERITROMELALGIA
(diagnosi che alla luce dei fatti , sospettiamo sia un effetto secondario di cosa? )agli arti inferiori .
Ho letto il regolamento e non citerò medici o ospedali , cercherò di esporre la storia clinica e i
medicinali presi dal suo inizio .A Novembre 2004 diagnosi di PERNIOSI o GELONI .
DICEMBRE 2004 Diagnosticata in ospedale (Dermatologia) come ACROCIANOSI curata per 2
mesi con Vessel-Aspirine-e Cortisone locale .Peggioramento.Marzo 2005 Day Ospital 7
gg.(Angiologia) per cure con Endoprost causa principio di necrosi a due dita , e cura a casa per
30gg. di Loptyl600+Clexane0,6+Trental400 .
A fine cura veniamo invitati di rivolgersi a un reumatologo che accerta la malattia come
Eritromelalgia , segue cura 30gg. Aspirina 0,5(nessun risultato),al controllo cambia con30gg. di
Medrol+Aspirina 0,5(nessun effetto ,solo collaterali).Luglio 30 gg. di Cardioaspirina.Agosto ci
rivolgiamo ad altro centro che conferma la diagnosi anche se accenna a Vasculiti? e dà una cura
di Trental600+Plaquenil che però dopo 20gg con l’assenso del medico sospendiamo (pulsazioni
alla testa ,accenni di tachicardia,affanno). A settembre ci rivolgiamo ad un altro specialista
reumatologo che si stupisce che fino a questa data non siano mai stati fatti esami dei marcatori
tumorali , una volta fatti (risultano quasi nella norma) fa provare per 15 gg. Norvasc 5 e al controllo
visto il mancato (possibile?) effetto benefico ci consiglia di contattare un ospedale specializzato in
lombardia .A ottobre segue ricovero di 7 gg. in tale centro e all’inizio di vari esami ,
contemporaneamente provano a somministrare i medicinali atti a combattere il fenomeno di
Reynaod.La cura viene quasi subito sospesa perché è evidente che amplifica i sintomi e dolori alle
estremità inferiori , perciò da quel momento vengono provati vari medicinali (Lasix-TachipirinaCerotti +Contramal per lenire il dolore )Viene dimessa con la cura da fare a casa di
Betabloccanti+cardioaspirina che dopo 25gg. circa sospendiamo (con loro consenso ) causa effetti
collaterali della cura.Quindi viene provato per 15gg. anche Serupin senza alcun effetto.Attualmente
si è molto scoraggiata e ha smesso ogni terapia aspettando il risultato della biopsia effettuata in
ospedale.Vorrei precisare che all’inizio i sintomi si riferivano solo ai piedi , mentre da agosto in poi
soffre di bruciore alle ginocchia con la conparsa momentanea di chiazze rosee accese grandi 4/5
cm quadrati , e pulsazioni alla testa (specie orecchio) , con la pressione minima che si è alzata
dopo le varie cure .Di quanto sopra esposto ho disponibili esami e cartelle cliniche se possono
servire a chiarire meglio la situazione . Ringraziando anticipatamente e attendendo una vostra
risposta . Luca B.
Gentile Sig. Luca,
molto sinteticamente le espongo le mie perplessità sul caso di sua moglie.
E’ necessaria in primo luogo una diagnosi il più precisa possibile; si parla di eritema pernio, di
acrocianosi, di fenomeno di Raynaud, di eritromelalgia, patologie in qualche modo simili fra loro,
ma che in genere, soprattutto con un’attenta anamnesi, possono essere distinte.
Una volta orientati sulla patologia, soprattutto se si tratta di un fenomeno di Raynaud o di
un’eritromelalgia, è necessario escludere la possibilità di patologie associate, come connettiviti,
vasculiti, malattie proliferative del sangue; non è un processo difficile, abbiamo oggi a disposizione
molte tecniche diagnostiche, laboratoristiche e strumentali, che ci permettono di fare questo.
Infine, a seguito di un corretto inquadramento diagnostico, è possibile parlare di terapia. A questo
proposito, se si trattasse davvero di eritromelalgia, non ci sono trattamenti codificati e efficaci in
ogni paziente, ma le assicuro che le possibilità terapeutiche sono tante e vanno saggiate su ogni
singolo paziente (e con i tempi giusti per ogni farmaco: il Sereupin che lei nomina, sospeso dopo
appena quindici giorni, non può avere nessuna efficacia terapeutica).
Un’ultima osservazione, meno professionale: sentire troppi pareri medici spesso non fa altro che
aumentare la confusione.
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E’ meglio scegliere un punto di riferimento a cui rivolgersi anche se il primo tentativo terapeutico è
fallito; quel medico conosce infatti la vostra situazione e sarà più facile (per lui e per voi) rivedere la
terapia senza dover iniziare daccapo l’iter diagnostico.
Cordiali saluti.
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3° QUESITO:
Gent.ma Dott.ssa,
dopo due anni di esami e visite specialistiche mi è stata diagnosticata una poliartrite cronica
sieronegativa e una fibromialgia secondaria.
Vorrei sapere se secondo Lei si tratta di una diagnosi provvisoria o definitiva.
Premetto che il fattore reumatoide e gli ANA sono spesso positivi, altre volte negativi. Crede che
possa emergere un'altra malattia col tempo? Ed eventualmente, quali sono le più probabili?
un'ultima cosa: crede che possa ottenere l'iscrizione alle categorie protette con questa diagnosi?
La ringrazio anticipatamente per l'attenzione che potrà dedicarmi. cordiali saluti.
Stefania, età: 24 anni
Cara Stefania,
certo la sua diagnosi non è precisa, ma spesso è necessario iniziare una terapia piuttosto che
aspettare la malattia si manifesti appieno; stride un po’ la dizione “sieronegativa” se il Fattore
Reumatoide è positivo, a meno che la positività sia a titolo non significativo, cioè troppo basso.
Comunque non si preoccupi, perché la terapia non differisce sicuramente da quella che farebbe
con una diagnosi più precisa. E’ comunque fondamentale seguirLa nel tempo, e cogliere eventuali
nuove espressioni della malattia, sia per un inquadramento preciso, che è sempre auspicabile, sia
per eventuali aggiustamenti terapeutici.
La poliartrite cronica è assimilabile, come impatto clinico e terapeutico, alle altre malattie
infiammatorie croniche delle articolazioni, cioè l’Artrite Reumatoide e le Spondiloartriti
Sieronegative, quindi sicuramente ha diritto anche Lei all’ invalidità civile prevista per tali patologie,
e quindi all’iscrizione alle categorie protette. A questo scopo chieda consiglio al suo reumatologo,
che potrà redigerLe una relazione clinica in questo senso.
La saluto cordialmente.
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QUESITI ALLA DOTT.SSA MAMELI, PSICOLOGIA
Buongiorno Dottoressa Mameli,
sono Angela ed ho 38 anni e 2 figlie e vivo in provincia di grosseto. Le scrivo perchè dal gennaio
del 2002 vivo con dei dolori brucianti ai lombi, alle braccia e ai piedi. Questi dolori purtroppo sono
sempre più frequenti, quasi continui e non ne posso più. Ho già fatto tantissimi esami ed erano tutti
negativi e da qualche mese una amica mi ha messo in testa che potrei avere la fibromialgia.
Ora sono in cura con un neurologo che dopo l'elettromiografia, sempre negativa, mi ha fatto
provare con diverse terapie con dei farmaci antidepressivi e con dei rilassanti muscolari che mi
hanno soltanto un po' ridotto i dolori.
Però il neurologo dice che non puo' ancora fare una diagnosi precisa, anche se io mi sento sempre
peggio. Mi sento sempre più giu' di morale, sono sempre stanca anche appena alzata e faccio a
stento i lavori di casa e mi pesano di piu' anche le mie bambine. Poi da qualche tempo non dormo
quasi più, perchè mi sveglio spesso in piena notte e rimango sveglia senza riuscire a
riaddormentarmi.
Mi sta iniziando la paura che potrebbe trattarsi della depressione, visto che ne soffre anche la mia
sorella ed ha dei sintomi simili ai miei, ed è finita a stare settimane a letto senza poter neppure
uscire di casa.
Per questo le scrivo sperando di sapere se puo' essere una depressione agli inizi.
Lei che ne pensa? La ringrazio infinitamente! Angela D.
Gentile Signora Angela,
innanzitutto vorrei tranquillizzarla facedola riflettere sul fatto che, essendo seguita da un neurologo
che presumo competente, non vi è alcun motivo di preoccuparsi di avere una malattia che non è
stata diagnosticata.
In alcuni casi però dei dolori fisici come i suoi non riferibili ad alcuna malattia in corso potrebbero
essere un segnale di stress psico-fisico. Io le consiglierei di non allarmarsi e di rivolgersi ad uno
psicoterapeuta della sua zona, in modo tale che lei possa, con l'aiuto di uno specialista,cercare di
riflettere se ci sia stato qualche particolare periodo della sua vita talmente stressante che abbia
potuto scatenare una reazione fisica di questo tipo .
Le consiglierei anche di riferirgli la cura di antidepressivi che sta facendo, in modo tale che lo
psicoterapeuta possa lavorare in sinergia con il suo neurologo.
Noto comunque dalle sue parole il grande desiderio di stare bene, e questo è di fondamentale
importanza quando si intraprende una cura di qualsiasi genere e quando, come nel suo caso ,si
hanno dei figli.
Le ricordo inoltre, se per qualsiasi motivo non volesse contattare uno psicoterapeuta privato, che in
ogni comune sono attivi i consultori dove è possibile avere dei colloqui con degli psicoterapeuti.
In ogni caso le faccio i miei migliori auguri e spero si tenga in contatto per qualsiasi chiarimento o
anche semplicemente per farmi avere sue notizie.
saluti Maria Mameli
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