Smart economy - The European House
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Smart economy - The European House
Scenari FORUM AMBROSETTI/1. Le anticipazioni, in esclusiva, della 38a edizione del workshop Smart economy Scienza e tecnologia accelerano il passo e cambiano lo scenario globale: le città diventano il fulcro attrattivo di investimenti e le aree territoriali innovative assumono il ruolo di veri centri di sviluppo di Antonio Dini U n parterre di ospiti di altissimo rilievo, dal Premier Mario Monti con una nutrita pattuglia dei ministri del suo governo a ospiti internazionali come Joaquín Almunia, José María Aznar, Richard Florida, John McCain, Shimon Peres, Olli Rehn, Nouriel Roubini, Jean-Claude Trichet e decine di altri, oltre all’ex premier Romano Prodi e agli ex ministri Umberto Veronesi, Giulio Tremonti e Renato Brunetta. La lista ovviamente non finisce qui: ogni pagina del programma dell’edizione numero 38 del forum Ambrosetti che si apre in questi giorni a Villa d’Este di Cernobbio (dal 7 al 9 settembre) è se possibile ancora più ricca di ospiti di sempre. «Manteniamo quest’anno più che mai l’obiettivo – dice Valerio De Molli, managing partner dello studio di consulenza milanese – di fare il punto sui temi più importanti dell’attualità politica ed economica tramite le voci autorevoli di leader di settori diversi, dalla politica all’economia, all’imprenditoria e alla scienza». E anche quest’anno per la sesta volta consecutiva “L’Impresa”, mensile di management leader in Italia del Gruppo 24 Ore, è partner del forum Ambrosetti e anticipa alcuni dei contenuti della tre giorni. Quali sono i temi chiave di questa edizione 2012? L’organizzazione dell’evento di Cernobbio mantiene la stessa struttura degli anni precedenti – spiega De Molli – cioè il venerdì l’attenzione è puntata sul mondo, il sabato sull’Europa e la domenica il focus si stringe sull’Italia. Sviluppiamo specifici approfondimenti sui temi cruciali dell’agenda dell’Unione europea, il quadro economico, che tipicamente apre la riunione, e lo scenario scientifico, oltre a temi contingenti. Ad 42 L’impresa n°9/2012 esempio, quest’anno mettiamo a fuoco la mobilità, le infrastrutture e la smart-city, ma ci occupiamo anche di “territori intelligenti” come Singapore e il Texas, il cui governatore spiegherà perché il Texas da solo genera il maggior numero di occupati nelle aree più innovative di tutti gli Stati Uniti. Un altro tema è quello del passaggio dalle mega-città alle città intelligenti: portare l’attenzione dei decisori europei sull’importanza dello sviluppo urbano può favorire un percorso di sviluppo accelerato. Ancora, un altro esempio è la sfida del welfare in Europa e in Italia. Quale utilità ha un forum di tale portata? La nostra ambizione è di sollevare la palla su delle riflessioni legate non solo alla crisi e al perché siamo in crisi. Provare invece a lanciare degli spunti più legati alla crescita e all’innovazione. Le finestre che apriamo e che guardano al futuro sono davvero tante. In questo senso dall’agenda per la competitività per la crescita europea alla sessione “le sfide del welfare in Europa e in Italia”, alla sessione intera dedicata ai casi di eccellenza, territori che investono in innovazione e sviluppo per generare crescita attirando risorse. Non è così noto che il 60% dei posti di lavoro Usa viene dal Texas e che là si generi la maggior parte dell’innovazione tecnologica in quel paese. Un’intera sessione viene dedicata al mondo di domani, il futuro di scienze e tecnologia: cosa sta sviluppando la scienza, i fattori più significativi, campi affascinanti come la medicina molecolare. In questi settori ci sono sviluppi che possono rappresentare una forte spinta alla crescita. Ancora, c’è un’intera sessione dedicata alle economie emergenti, con il vicepremier turco Ali Babacan che porterà la sua esperienza e il governatore della Banca Centrale cinese, il dottor Zhou Xiaochuan, che per la prima vol- scenari ta in assoluto partecipa a un evento esterno alla Cina. Perché dare così spazio alla mobilità e alle smart-city? Le smart-city sono un fattore e leva di sviluppo: ragioniamo ad esempio di infrastrutture ferroviarie e aeroportuali. Abbiamo aperto molte finestre che guardano all’innovazione e alla crescita in modo diverso, anzi con un sovrappeso anche rispetto al passato, proprio per tenere conto degli elementi di particolare difficoltà di questo periodo. Con un approccio positivo, perché l’ottimismo è importante, senza ottimismo non c’è imprenditore: non ci si inventa quel mestiere se non sei un ottimista. Tuttavia, rimaniamo legati alla certezza che sia sempre meglio una visione realista e fattuale basata su fatti ed evidenze che non l’ottimismo e basta: la nostra missione è sempre quella di aprire squarci di luce sui grandi scenari. Cerchiamo di portare all’attenzione dei decisori italiani ed europei e degli imprenditori più importanti una maggiore e migliore conoscenza sui megatrend. Con realismo, a Cernobbio apriamo una serie di cantieri che guardano alle opportunità e suggeriscono spunti per lo sviluppo d’interesse sia per i capi d’azienda sia per i decisori politici. Che cosa è cambiato nell’agenda di manager e imprenditori rispetto al passato? Ho l’impressione che l’agenda di manager e imprenditori non si sia semplificata, ma che invece tutto si stia stratificando e stia diventando più accelerato e complesso. Le faccio un esempio: la qualità totale o Kaizen, proveniente dalla cultura imprenditoriale giapponese, vent’anni fa era un tema rilevantissimo. Oggi non è che non è più prioritario, è invece scontato e, se non l’hai applicata, non partecipi neanche al gioco. Devi preoccupartene ed essere eccellente, ma il confine adesso è stato portato più avanti. Secondo noi le cose assumono profili più complessi e non si semplificano, in funzione anche Intervista a Nouriel Roubini Rischio tempesta perfetta Già intervistato da “L’Impresa” nel maggio 2009, Nouriel Roubini è l’economista super-star emerso agli onori della cronaca per aver previsto la crisi del mercato immobiliare americano e la conseguente recessione mondiale del 2008. Nato a Istanbul, cittadinanza americana, ma una laurea in Bocconi nel 1982 prima del dottorato ad Harvard e alla cattedra a Yale, ha lavorato per il Fondo monetario internazionale, la Federal Reserve, la World Bank ed è stato consulente per l’economia di Bill Clinton. Habitué del forum Ambrosetti come di Davos, nell’edizione di quest’anno del forum di Cernobbio dà conto della sua previsione sulla tempesta perfetta del 2013, che anticipa in questa intervista a “L’impresa”. Professore, nel 2013 ci sarà ripresa per l’Eurozona? I paesi periferici in Europa continueranno ad avere una crescita negativa mentre i paesi “core” arriveranno con fatica all’1%. La situazione del 2012 si duplicherà nel 2013: non vedo la fine della recessione nell’Europa periferica considerando la situazione fiscale, la situazione critica delle banche, l’incertezza politica e del business e gli stimoli politici ancora piuttosto limitati e deboli. No, non vedo ancora un’uscita dal tunnel. Prevede la possibilità di una rottura dell’Euro? Ritengo con tutta probabilità che la Grecia uscirà dall’Euro nei prossimi 12-18 mesi. Un crollo reale della Eurozona, se dovesse succedere, arriverà fra 3 e 5 anni. È difficile e molto soggettivo assegnare una probabilità, penso che ci sia un 30% di probabilità che questo possa avvenire: la buona notizia è che per due terzi questo non succederà. È una probabilità fin troppo alta, però, per sentirci sicuri. Ma cinque anni è sicuramente un arco di tempo molto ampio e possono succedere molte cose. Quale pensa sarà il segnale per capire se l’Eurozona avrà superato il punto di non ritorno? Non ci sarà un evento catalizzatore che porterà questo crollo. C’è invece un rischio alla moviola, quasi un deragliamento. Bisogna cercare di invertire la tendenza e arrivare alla stabilizzazione e, poi, finalmente uscire da questo tunnel. Se non succede, le cose possono mettersi molto male: da qui a sei mesi gli spread per Italia e Spagna torneranno ai massimi, a quel punto i tedeschi diranno che non possono accettare la mutualizzazione del debito, Italia e Spagna perderanno accesso ai mercati e, se non si rivolgeranno all’Unione, si dovranno rivolgere alla Troika. E se si rivolgeranno alla Troika ci saranno tre problemi che dovranno affrontare: i soldi del meccanismo di stabilità non saranno sufficienti per i prossimi tre anni; ci sarà il subordinamento e in questo caso gli spread rimarrebbero alti; terzo punto: se Italia e Spagna decidono di fare dei sacrifici e poi la Troika sostenesse la necessità di ulteriori tagli, finirebbero per sembrare delle colonie della Germania, come accaduto con la Grecia, e sarebbe un disastro. Il momento in cui due estati fa Berlusconi ha dovuto sottoscrivere la lettera, punto per punto, sulle cose da fare è stato un momento davvero umiliante per l’Italia. Siamo di fronte a una nuova tempesta perfetta? Lascio giudicare a lei i rischi potenziali che preoccupano i mercati: la crescita delle eco- Nouriel Roubini L’impresa n°9/2012 43 scenari nomie più avanzate sarà anemica per anni perché si trovano di fronte a un difficile percorso di ristrutturazione del debito. La crescita economica Usa peggiorerà nei prossimi due anni a causa del fiscal drag, così come la crescita cinese sta diminuendo in maniera marcata, con il rischio di un atterraggio duro che giudico non improbabile. Brasile, Russia e India stanno rallentando e non si tratta di una debolezza solo ciclica, ma di qualcosa di più strutturale legato al tipo di intervento e presenza dei rispettivi governi nell’economia. Le tensioni nel Medio Oriente non sono scomparse e, dopo le elezioni Usa di novembre, il rischio guerra diventa reale, con gravi conseguenze per i paesi come America, Giappone e India che sono importatori netti di petrolio. La crisi dell’Eurozona è su più livelli: recessione nei paesi periferici che si sta aggravando con una crisi che porta alla balcanizzazione del settore bancario; austerità che fa diventare la recessione ancora più forte; euro sempre troppo forte che fa perdere competitività. Inoltre, grande incertezza per imprenditori e consumatori, che hanno fatto sacrifici e non vedono alcuna crescita. Infine, se lo spread rimane troppo elevato o aumenta ancora, non contano più i sacrifici. Insomma, solo per l’Europa c’è recessione economica, crisi bancaria e, potenzialmente, crisi del debito pubblico e del debito sovrano. C’è una soluzione per l’Europa? È un circolo vizioso tra questi tre elementi. La scelta di posporre e tergiversare, guadagnare tempo, non sta funzionando: bisogna avanzare verso un processo di maggior integrazione; unione fiscale, unione bancaria con garanzia dei depositi in tutta Italia, patto economico che ripristini la concorrenzialità. Obiettivi più realistici per la politica fiscale, che se sono troppo duri portano a recessione. C’è bisogno di una maggiore integrazione, diversamente il protrarsi della mancanza di equilibrio porterà alla disintegrazione dell’Europa. n An.D. 44 L’impresa n°9/2012 dell’enorme e accelerato sviluppo di scienze e tecnologie. A me affascina molto la legge di Moore, secondo cui ogni 18 mesi la velocità dei microprocessori raddoppia e il loro costo si dimezza. È dal 1970 che questa legge si è dimostrata vera e continua a esserlo. Questa enorme accelerazione della capacità di accumulazione di conoscenza e comunicazione, che è alla base di tutti gli strumenti quotidiani, dagli ipod ai tablet che oggi la classe dirigente ha a disposizione, rende la conoscenza più accessibile, le informazioni più attendibili, i mercati raggiungibili sette giorni su sette. Tutto questo solo cinque anni fa non era disponibile nella stessa facilità e agli stessi costi contenuti. La scienza e la tecnologia creano opportunità enormi per tutti quelli che hanno capacità di iniziativa. Tutto si velocizza e diventa più complesso, e si abbassa la soglia competitiva. Come sono le nuove generazioni di imprenditori e manager? Su questo punto sono sicuramente ottimista, oltre che realista. Vedo emergere giovani manager determinati, capaci e con una gran voglia di fare. Se c’è una risorsa che non manca a questo paese è la capacità e l’entusiasmo dei giovani manager e imprenditori, che ricevono attestati di stima e apprezzamento in tutto il mondo. Ci mancano altre cose invece, delle quali parliamo tutta la mattina di domenica, con il Governo presente. Valerio De Molli, managing partner e Alfredo Ambrosetti, presidente emerito The European House – Ambrosetti Il Premier Monti, come diversi ministri tecnici, è ospite abituale di Cernobbio. Il vostro rapporto con il Governo in carica è diverso rispetto ai Governi precedenti? In realtà non cambia: c’è continuità di dialogo politico con tutti i Governi di tutti i colori. E i ministri negli ultimi anni non sono mai stati meno di sette, anche se il Primo ministro non è potuto venire tutti gli anni per questioni di agenda. Ma dal ministro dell’Economia in giù gli altri li abbiamo sempre avuti. Quest’anno non c’è un dialogo diverso. Certo, con alcuni abbiamo avuto rapporto anche di gruppi di lavoro di tipo continuativo, Corrado Passera e Mario Monti in primis. Questo però non cambia in modo particolare la nostra facilità di dialogo e la capacità di interazione con il Governo italiano, che è sempre stata molto alta. Siamo riconosciuti come indipendenti e portatori di indicazioni utili e quindi abbiamo l’attenzione dell’interlocutore politico a prescindere dal governo in carica. n Spazio ai leader del futuro Per il terzo anno consecutivo The European House Ambrosetti in collaborazione con la Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro promuove il Progetto “Borse di Sviluppo e Merito”. Con il prezioso supporto di un selezionato gruppo di importanti organizzazioni come Alliance Boots e Telecom Italia, nel corso dell’annuale Forum Ambrosetti (Cernobbio 7, 8 e 9 settembre), 15 tra i migliori studenti in uscita dalle Università italiane verranno premiati con una speciale Borsa. Questo premio consentirà loro di partecipare per un anno all’intenso programma di attività di formazione e aggiornamento Leader del Futuro e al contempo di fare significative esperienze professionali presso le Organizzazioni sponsor. Con un ricco programma di esperienze e incontri, in Italia e all’estero, questo percorso di sviluppo della leadership, da oltre 10 anni si propone di accrescere competenze e conoscenze utili e aggiornate in linea con la vocazione e il potenziale di ognuno per formare i giovani membri della futura classe dirigente e imprenditoriale italiana. scenari FORUM AMBROSETTI/2. Le previsioni di due esperti internazionali di innovazione Nelle mani della tecnologia La “internet of things”, l’internet delle cose, e il cloud computing faranno da traino all’innovazione e cambieranno il modo di vivere e di fare business U na progressione inarrestabile. Nel 2020 il numero degli over-65 nel mondo supererà per numero i bambini sotto i 5 anni. Nel 2025 le mega-città (con una popolazione nettamente superiore ai 10 milioni di persone) saranno 37 e ci vivrà il 13,6% della popolazione mondiale. Nel 2050 il pianeta sarà abitato da circa 9,8 miliardi di persone, 2,4 miliardi in più di oggi, tre quarti dei quali abiteranno in un ambiente urbano. Già oggi la spesa mondiale per la sanità supera i 4.500 miliardi di dollari. A fronte di questo scenario, quale ruolo potrà avere la tecnologia? Quali i vettori di sviluppo possibile? Se fino a oggi sono stati il Pc, internet e le biotecnologie i tre maggiori fattori di crescita, quelli del futuro quali saranno? Secondo Lim Chuan Poh, Chairman della Agency for Science, Technology and Research (Astar) di Singapore, e David Gann, Chair in Technology and Innovation mangement all’Imperial College Business School di Londra, le tecnologie in gioco nei prossimi 5-10 anni avranno un impatto critico sul futuro dell’economia e dello sviluppo globale. I trend da governare «Nei prossimi anni – spiega Gann – vedremo novità che arrivano dal potenziamento delle tecnologie esistenti. La cosa più importante sarà la “internet of things”, l’internet delle cose, assieme al cloud computing. Questo permetterà di avere integrazione di sistemi fisici e digitali nelle infrastrutture delle città per migliorare l’efficienza e l’ottimizzazione necessaria nell’uso delle risorse, nella riduzione dei picchi di carico e nello sviluppo di nuovi servizi per migliorare la qualità della vita e le opportunità economiche di cittadini e aziende». Molte delle sfide per il futuro richiedono non solo tecnologia, ma anche coordinamento e tanto gioco di squadra da parte di gruppi che collaborino a livello regionale o globale. «In questo senso sono fondamentali per il futuro – aggiunge Lim Chuan Poh – gli ambiti dell’energia rinnovabile, dove potremmo dare gambe alle stime dell’Onu secondo le quali le energie rinnovabili, entro il 2050, dovranno fornire l’80% del fabbisogno mondiale. E poi, con l’invecchiamento della popolazione e l’inurbamento, giocheranno un ruolo chiave le tecnologie per la salute, i sistemi di assistenza remota (come il monitoraggio e le analisi a distanza), l’uso di robot in casa, le terapie su misura per ogni singolo paziente, con la possibilità per il settore farmaceutico di ridurre i costi del sistema sanitario e aumentare l’efficienza». Pa al centro dell’economia La tecnologia non è solo un fattore di sviluppo con il quale rispondere alle sfide, ma agisce già come strumento di cambiamento, aprendo a sua volta orizzonti nuovi. Accanto all’inedita crescita della popolazione dal secondo dopoguerra, infatti, assistiamo alla nascita di una democrazia delle informazioni mai sperimentata prima dall’umanità e alla disponibilità di piattaforme come i social media, che permettono l’espressione senza mediazioni (in senso positivo o negativo) di una parte sempre crescente della popolazione mondiale. In tutto questo le città acquistano un ruolo sempre più centrale. «Sono molto importanti – afferma Lim Chuan Poh – le partnership tra i governi e quelle tra singoli governi e settori privati, con lo scopo di condividere le buone prassi e spingersi più avanti nell’innovazione. Un buon esempio di come possono funzionare queste pratiche virtuose è il Wcs, il World Cities Summit, che fornisce una piattaforma globale per governi e imprese al fine di rendere vivibili e sostenibili le mega-città». Una delle grandi discontinuità rispetto al passato è quindi la fine dell’approccio a compartimenti stagni, caratteristico delle amministrazioni pubbliche. «Sarà essenziale – dice Lim Chuan Poh – la capacità dei governi di integrare senza soluzioni di continuità in settori e discipline diverse, creando catene di valore innovativo tra agenzie di settori pubblici di- David Gann, Imperial versi, e tra settori College Business pubblici e pri- School, London vati». Sul punto concorda anche David Gann: «I governi, nazionali e regionali, assieme agli enti locali devono rispondere alle sfide, integrandosi sempre Lim Chuan Poh, Agency for Science, Technology and Research, Singapore scenari Un paese “smart” minimizza lo sforzo per i bisogni “bassi”… Tradizionalmente gli Stati hanno soddisfatto questi bisogni In Italia 50% del tempo speso per attività di “sopravvivenza” (+5 punti rispetto media Ue) Auto-realizzazione Crescita personale e realizzazione Bisogni estetici Bellezza, equilibrio ecc. Erano gli obiettivi strategici dell’800 e ’900 Bisogni cognitivi Conoscenza, auto-consapevolezza Bisogni di stima Risultati, status, responsabilità, reputazione Bisogno di appartenenza e amore Famiglia, affetto, relazioni, gruppo ecc. Bisogni di sicurezza Protezione, sicurezza, ordine legge, limiti, stabilità ecc. Bisogni biologici e fisiologici Bisogni di base - aria, cibo, acqua, riparo, calore, sesso, sonno ecc. …e soddisfa (efficacemente) i bisogni “alti” Perché un paese sia competitivo, anche questi bisogni devono essere soddisfatti Devono essere i nuovi obiettivi strategici Auto-realizzazione Crescita personale e realizzazione Bisogni estetici Bellezza, equilibrio ecc. Bisogni cognitivi Conoscenza, auto-consapevolezza In Italia dal 1990 il tempo libero è aumentato di +14 min./settimana (+120 min./sett. in Eu e +300 min./sett. in USA) Bisogni di stima Risultati, status, responsabilità, reputazione Bisogno di appartenenza e amore Famiglia, affetto, relazioni, gruppo ecc. Bisogni di sicurezza Protezione, sicurezza, ordine legge, limiti, stabilità ecc. Bisogni biologici e fisiologici Bisogni di base - aria, cibo, acqua, riparo, calore, sesso, sonno ecc. Fonte: Oecd – The European House Ambrosetti di più, riorganizzando le strutture interne e rompendo l’approccio a silos, compartimentalizzato». Città, motore dello sviluppo Inoltre, una nuova prospettiva sta cominciando a consolidarsi nell’opinione dei ricercatori. Il ruolo nuovo delle città rispetto agli Stati. «Saranno le città – sostiene David Gann – l’unità capace di attrarre gli investimenti, di fare da polo per i giovani talenti e il loro successo dipenderà molto dalla qualità della vita, dai servizi, 46 L’impresa n°9/2012 dal grado di apertura e dall’abilità di integrare i servizi». Come dice da tempo Richard Florida, ospite quest’anno del forum Ambrosetti assieme a Lim Chuan Poh e David Gann, ci sono 40 mega-regioni globali basate non su Stati-Nazione, ma su città che fanno da hub all’area, e ciascuna di queste mega-regioni ha una produzione economica di circa 100 miliardi di dollari, con un valore complessivo pari all’85% dell’innovazione globale. Aree come la Silicon Valley e San Diego in California, oppure come Boston nel Massachusetts, sono esempi di queste mega-regioni in cui vengono promossi innovazione, collaborazione e spirito imprenditoriale. E guardando all’Oriente, aggiunge Lim Chuan Poh: «Città come Seoul, Pechino, Shanghai stanno crescendo in questa direzione, sviluppando l’ambiente normativo, sociale ed economico per attrarre sempre nuovi talenti e spingere l’innovazione come facciamo già a Singapore». Un salto epocale per le Pmi Se trasferiamo la sfida sul piano delle imprese, grandi e soprattutto medio-piccole, i cambiamenti portati dalle tecnologie dei prossimi anni chiedono un ripensamento profondo dell’organizzazione e della struttura interna del business. «Servono aziende in cui si promuovano innovazione e creatività – spiega Lim Chuan Poh –, con pratiche allineate di conseguenza, a partire dalla gestione delle risorse umane. E poi saranno sempre più importanti i team multidisciplinari». L’idea di aziende in cui la conoscenza, l’innovazione e la creatività siano il centro sia nel settore pubblico che privato è ormai consolidata in molti ambienti. Ma bisogna andare oltre. «Servono aziende flessibili, non gerarchiche – specifica David Gann –, aziende preparate a sperimentare idee e a condividerle con un senso di apertura che attragga il talento e che si colleghi nel proprio ambito anche alle organizzazioni di settore e alle università. Soprattutto, le aziende dovranno tollerare i fallimenti, mantenere il rigore del lavoro ma, al tempo stesso, dominare la diversità degli approcci: l’innovazione del futuro verrà soprattutto dalla frizione tra i sistemi esistenti oggi e quelli strutturati in maniera radicalmente diversa che stanno emergendo. È un salto di mentalità enorme, ma ineludibile». n An.D. scenari FORUM AMBROSETTI/3. Le anticipazioni delle ricerche di Finmeccanica e Abb Dream Italy Gli italiani spendono il 25% del tempo in più rispetto agli altri europei per burocrazia e servizi. Rendere le nostre città più intelligenti significa migliorare la vita dei cittadini. Ecco come L a rotta transpadana da Torino a Trieste per volo elicotteri a 3.000 metri di altezza è una risposta flessibile alla domanda di mobilità fortemente antropizzata, in cui non si possono cambiare le infrastrutture e in cui ce ne è però bisogno. La rotta è stata pubblicata nel manuale mondiale del trasporto. Nel futuro oltre all’elicottero ci sarà il convertiplano. Il quadro è quello della Smart mobility e delle Smart cities. I temi dello “smart” sono trattati in tutto il mondo e in accezioni molto diverse: l’interesse per The European House Ambrosetti non è porre l’accento sulla tecnologia quanto l’obiettivo di vivere meglio, far perdere meno tempo ai cittadini. Carta di identità elettronica, infrastrutture intelligenti, auto elettrica, smart grid per ricaricare l’auto sotto casa. Il mezzo è rappresentato dall’efficienza e dalla riduzione dei costi oltre che dall’inquinamento. L’obiettivo è la qualità della vita e la maggiore libertà grazie alla tecnologia. Dall’inefficienza all’efficienza «Quando lavoriamo a progetti strategici – spiega Paolo Borzatta, Senior Partner di Ambrosetti – cerchiamo sempre di quantificare il beneficio per il paese in termini di costi e di Pil, di attivazione della filiera industriale e di opportunità per le aziende pregiate del nostro paese». Il tema è quello delle Smart cities e Smart mobility. Il concetto di smart è di massimizzare l’oppor- tunità per l’individuo di realizzare bisogni superiori: non solo i livelli di sopravvivenza e accumulazione indicati dalla gerarchia dei bisogni di Abraham H. Maslow, ma anche di autorealizzazione, di godersi la vita. «Da sette anni – dice Brozatta – lavoriamo sul tema Dream Country, Dream City e Dream Present. Il primo sui creativi nel 2005 fu epocale: permise di capire quanto le città italiane favorivano lo sviluppo della creatività; nel comitato guida c’era Richard Florida, che ha inventato il concetto della casta dei creativi. Da lì abbiamo lavorato su linee aeree, aeroporti, città ecc.». La prospettiva per le Smart cities e la Smart mobility è semplice. Mobilità intelligente, costruita non ragionando solo sui picchi di traffico (quindi con ampi momenti di sotto-utilizzo), ma su una maggiore flessibilità. Città intelligente vuol dire che le città, che per millenni hanno risposto ai bisogni fondamentali dell’uomo (protezione dai nemici e mercati protetti dalle mura), adesso hanno funzioni nuove. «Se gli italiani spendono il 25% del tempo in più degli altri paesi per burocrazia e servizi – dice Borzatta –, allora intervenire in questo settore vuol dire migliorare la vita dei cittadini. Ma bisogna capire come adattare questi concetti alla realtà italiana delle mille città poco connesse». Come risolvere il nodo mobilità Partners di Ambrosetti per questi filoni di ricerca sono Finmeccani- ca per quanto riguarda il settore della Smart mobility e Abb per le Smart cities. «Cernobbio è un passaggio importante. Un momento di riflessione indipendente – dice Lorenzo Fiori, direttore Strategie di Finmeccanica –. Le infrastrutture per la mobilità intelligente non reinventano la ruota, ma utilizzano tecnologie esistenti con l’Ict, che è il motore dell’innovazione e della modernizzazione infrastrutturale per migliorare la competitività del Paese e di tutti noi italiani. Il profilo è alto e si possono creare piattaforme integrate e interoperabili per la logistica, la sicurezza stradale, i trasporti, la gestione del traffico e il miglioramento per i flussi di pendolari. Da parte di Finmeccanica ci sono grande interesse ed esperienza maturata in più di dieci anni di successi. C’è un attrito di primo distacco per avviare la struttura, che deve essere realizzata a partire da un progetto pilota per 12 mesi su una porzione di territorio e che deve essere a regime entro dieci anni. Un sistema che a regime si mantiene da solo». I punti chiave per una smart city Se ci spostiamo sulle Smart cities, l’obiettivo è lo sviluppo di un modello urbano che assicuri standard di qualità della vita per la crescita personale e sociale delle persone e delle imprese, ottimizzando in modo sostenibile risorse e spazi, soprattutto nell’ambito della mobilità locale, della sicurezza, L’impresa n°9/2012 47 scenari Tecnologia anche ai trasporti marini, alle inciò a supporto di un piano ecodella gestione ottimizzata e sostefrastrutture portuali e ai trasporti nomico che garantisca adeguati nibile delle risorse. Un obiettivo ferroviari. investimenti e, di conseguenza, da declinare nella pratica attorno «A nostro parere – dice Barbara una ricaduta positiva sul sistema alle peculiarità uniche di ciascuna Frei – è necessario che il paese paese, in termini di occupazione città. «Nel rapporto che presentiacolga l’opportunità smart cities e di commesse. Serve poi stabilità mo a Cernobbio – Barbara Frei, come uno stimolo all’avvio di un di indirizzo e di governance. Il amministratore delegato di Abb percorso progettuale e sistematimodello che crediamo possa so– lo scenario si sviluppa su alcuni co verso un’evoluzione necessastenere questa visione non può che punti chiave: smart energy (produria. È fondamentale che le istiessere ampiamente partecipativo: zione di energia, integrazione deltuzioni si impegnino a delineare gli attori sono molteplici, sia nel le rinnovabili, infrastruttura smart una strategia di medio e lungo pubblico che nel privato, e la loro grid, efficienza energetica), smart periodo. Penso all’identificazione interazione deve essere concertata buildings (efficienza delle infradi obiettivi, priorità, aree di intere stimolata, creando sinergie che strutture e degli elettrodomestici), vento, metodi per il monitoraggio, ottimizzino gli investimenti che smart mobility (mobilità elettrica ruoli e responsabilità degli attori già oggi sono messi in campo da e infrastrutture per la ricarica) e diversi enti». n coinvolti, direzioni tecnologiche smart resources (risorse idriche e e indicazione di standard. Tutto An.D. dei rifiuti)». Entro il 2030 la “torta” del risparmio energetico sarà coUna mobilità “intelligente” significa … stituita al 34% dagli edifici (dove molti SMART MOBILITY studi parlano di riduzioni possibili fino al 50% a costi basStrumenti e modalità Modifica dei bisogni Management ottimale si o nulli), al 24% di mobilità di mobilità degli spostamenti dal trasporto, al 20% • Intermodalità • Telelavoro • Flussi dall’industria, al 13% • Car-sharing • Telepresenza • Segnaletica dalle apparecchia• Ibridi/elettrici • Semplificazione • Pricing ture elettriche e al • Navigatori e Galileo burocrazia • Monitoraggio 10% dall’illumina•… •… •… zione. Nell’industria italiana il peso del consumo elettrico è Informazioni intelligenti cresciuto sensibilmente sino ad arrivare a rappresentare Fonte: Finmeccanica – The European House Ambrosetti il 35% rispetto al totale. L’uso dell’energia nell’industria, in La definizione di smart city cambia nel tempo... Italia come in molte parti del mondo, è lontano dall’esseMetà anni 2000 Dal 2010 Inizio anni 2000 re efficiente: le aree sulle quali interveLa smart city è una La smart city è una nire, secondo Abb, La smart city è una città con una migliore città socialmente città digitale riguardano l’ottimizqualità di vita inclusiva zazione dei processi produttivi, attraver“hardware” Enfasi sul “software” Focus sull’“hardware” so l’applicazione di Ora è & (human and social (Ict technology moderne soluzioni chiaro “software” capital, participation) infrastructure) che... di controllo e automazione. Le stesse logiche si applicano Fonte: Abb – The European House Ambrosetti 48 L’impresa n°9/2012