Marzo 2012 - I provider d`informazione sui farmaci
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Marzo 2012 - I provider d`informazione sui farmaci
Periodico della Società Italiana di Farmacologia - fondata nel 1939 - ANNO VIII n. 29 – Marzo 2012 Riconosciuto con D.M. del MURST del 02/01/1996 - Iscritta Prefettura di Milano n. 467 pag. 722 vol. 2° ISSN 2039-9561 I provider d’informazione sui farmaci: i bollettini indipendenti Maria Font Vicedirettore Dialogo sui Farmaci, Verona, Past President Società Internazionale dei Bollettini Indipendenti (ISDB) I primi bollettini d’informazione indipendente sui farmaci Le prime forme editoriali d’informazione indipendente sui farmaci nascono negli anni ‘60 in concomitanza con la rivoluzione farmacologica di questi anni, che vede l’entrata in commercio di un gran numero di nuovi farmaci e, nello stesso tempo, un ruolo prevalente dell’Industria farmaceutica nella promozione di queste novità alla classe medica. Una massa critica di prescrittori sente il bisogno di attingere a fonti d’informazione diverse da quelle promozionali. Inoltre, il disastro generato dall’utilizzo di talidomide negli stessi anni comportò anche un significativo cambiamento dei requisiti regolatori per i nuovi farmaci, ma, soprattutto, una maggiore consapevolezza tra il pubblico dell’importanza dell’accertamento, prima della commercializzazione, della sicurezza dei nuovi medicinali. Appare negli stessi anni un progressivo interessamento delle 8 - Quaderni della SIF (2012) vol. 29 associazioni di consumatori per la politica sanitaria e di fatto il primo bollettino indipendente d’informazione sui farmaci appare nell’anno 1959 pubblicato da Harold Aaron, un consulente della potente associazione di consumatori americana, Consumer’s Association. Il nuovo bollettino si chiama Medical Letter e sarà adattato per i prescrittori inglesi nel 1962. Nel 1963 però diventa un bollettino a sè chiamato Drug and Therapeutic Bulletin (DTB), mentre il Ministro della Salute inglese pubblica il Prescriber’s Notes per i medici del NHS. Nei successivi 30 anni, nascono un numero rilevante di bollettini d’informazione sui farmaci per i prescrittori in molti paesi, in particolare in Europa. Cos’è l’ISDB La Società Internazionale dei Bollettini Indipendenti (ISDB), nasce come società nel 1986, con il supporto dell’Ufficio Regionale dell’OMS Europa, consapevole delle specificità di questo tipo di editoria, ponendosi come obiettivi quelli di incoraggiare lo sviluppo dei bollettini indipendenti d’informazione sui farmaci, promuovere lo scambio a livello internazionale d’informazione di buona qualità su farmaci e terapie in generale. Perché un bollettino sia ammesso nella società deve dimostrare di essere prodotto da un team indipendente che lavora in una struttura capace di garantirne l’indipendenza editoriale. Le risorse finanziarie per garantire l’attività editoriale devono provenire da enti governativi, ONG, associazioni di consumatori, oppure da strutture finanziate attraverso l’abbonamento dei lettori. Non devono contenere pubblicità. Attualmente l’ISDB accoglie 65 pubblicazioni, divulgate in più di 40 paesi dei 5 continenti, per lo più indirizzate ai prescrittori. Oltre al formato classico di bollettino coesistono formati elettronici, Formulari, Linee guida e pubblicazioni rivolte ai consumatori. In Italia, 5 bollettini aderiscono all’ISDB. La caratteristica comune di questi bollettini è un approccio critico e pratico per un utilizzo sicuro ed efficiente dei farmaci. Le attività della società e le varie pubblicazioni sono disponibili nel sito della società: www.isdbweb. org. Contesto attuale e caratteristiche dell’informazione sui farmaci L’insieme delle evidenze a supporto dell’efficacia e della sicurezza dei nuovi farmaci costituisce ancora oggi un insieme di informazioni che condividono l’industria che produce il nuovo farmaco e l’agenzia regolatoria (o le agenzie) che lo valuta e ne decide l’autorizzazione all’immissione in commercio, la rimborsabilità e il prezzo. L’informazione su questo farmaco accessibile agli operatori sanitari è variabile dipendendo se il farmaco è stato autorizzato per procedura centralizzata EMA, nel cui caso l’informazione ufficiale rende disponibile la scientific discussion dell’EMA e il riassunto delle caratteristiche del prodotto. Se l’autorizzazione all’immissione in commercio è per la procedura di mutuo riconoscimento o decentralizzata oppure per via nazionale, questi documenti ufficiali non sono disponibili. Per quanto riguarda la pubblicazione degli studi registrativi, è variabile da un farmaco all’altro e non è infrequente che la maggioranza degli studi sottoposti ai regolatori non siano stati pubblicati e quindi siano inaccessibili per una valutazione esterna. Nel processo di documentazione dei nuovi farmaci, necessario per una valutazione critica ed indipendente, tre sono gli aspetti limitanti: 1. Come sono valutati e approvati i farmaci (prima e dopo l’AIC). Le modalità di valutazione dei medicinali da parte delle agen- zie regolatorie rendono incerto il rapporto beneficio/rischio dei nuovi farmaci. Ciò è dovuto alle caratteristiche degli studi clinici inclusi nel dossier registrativo, in particolare quelli di fase III con la scelta di end point surrogati e con comparator spesso inadeguati e per tempi brevi anche quando si tratta di condizioni croniche. Il recente ritiro di rosiglitazone è un esempio dell’inadeguatezza delle valutazioni dei medicinali per uso cronico basati su end point surrogati, con studi a breve termine e con un tardivo e sostanzialmente inadeguato accertamento della sicurezza (1, 2). 2. Quanta di questa informazione è accessibile: c’è un percettibile problema di trasparenza per l’accesso all’informazione disponibile dalle agenzie. Vari articoli recenti hanno reso manifesto il problema di accesso ai dati da parte dell’EMA (3, 4). I dati disponibili sulla scientific discussion dell’EPAR non sono adeguati per una accurata valutazione delle evidenze disponibili (5). È necessaria una maggiore trasparenza nell’accesso all’informazione, una valutazione dell’efficacia più accurata e un coinvolgimento più allargato nella farmacovigilanza post-marketing dei medicinali attraverso una rete europea di sorveglianza per la rilevazione di segnali di tossicità e/o di mancata efficacia (6). Il finanziamento dell’EMA, per la maggior parte dipendente dalle tasse dell’industria farmaceutica (che supera l’80% del budget dell’agenzia), rende difficile l’auspicabile indipendenza che si attende di una agenzia regolatoria. 3. Quale informazione arriva agli operatori sanitari/decisori (Promozione vs informazione). Il rapporto fra informazione indipendente e quella proporzionale è largamente asimmetrico. Le fonti d’informazione sui farmaci maggiormente usate dai prescrittori, siano questi medici di famiglia che specialisti, è quella pro- veniente dall’industria farmaceutica. L’informazione promozionale raggiunge anche altri target, oltre i prescrittori, quali i media e indirettamente, attraverso la stampa laica, i cittadini/pazienti. Il giudizio su un nuovo farmaco e le raccomandazioni d’uso cambieranno considerevolmente tra quelle proposte direttamente dall’industria rispetto a quelle dei bollettini indipendenti da essa. È interessante però far notare che le raccomandazioni (e quindi i giudizi impliciti che le sostengono) cambieranno anche in funzione del tipo di finanziamento della pubblicazione. Un recente articolo ha riportato i risultati della valutazione delle raccomandazioni sui nuovi farmaci documentate da 11 diversi bollettini tedeschi: 5 distribuiti gratuitamente e contenenti pubblicità; 5 finanziati attraverso abbonamento dei lettori, 3 dei quali appartenenti all’ISDB; 1 con finanziamento misto. Sono state analizzate 9 classi di farmaci, fortemente promossi dal 2007, erano più cari rispetto a categorie analoghe e c’erano alcune controversie sulla loro reale efficacia. Come mostra la Tabella 1, le raccomandazioni d’uso per questi farmaci sono diametralmente opposte tra i bollettini finanziati attraverso la pubblicità rispetto a quelli finanziati attraverso abbonamento dei lettori. L’unico bollettino a finanziamento misto ha una posizione tendenzialmente più vicina ai bollettini gratuiti con il 57% degli articoli che esprimono una forte raccomandazione d’uso per il farmaco documentato. Gli autori dell’articolo concludono che mostra valori intermedi fra i due tipi di bollettini, le raccomandazioni per l’uso di un farmaco dipendono dalla fonte di finanziamento del giornale. Quelli gratuiti contenenti pubblicità raccomandano sempre l’utilizzo dei nuovi farmaci, mentre quelli a sottoscrizione si pronunciano quasi sempre contro il loro utilizzo (7). Per quanto l’informazione Quaderni della SIF (2012) vol. 29- 9 cartacea come unica fonte d’informazione abbia una efficacia limitata, risulta ancora una fonte importante di aggiornamento per i prescrittori. I requisiti d’indipendenza dell’ISDB, cioè l’indipendenza intellettuale e finanziaria dall’industria farmaceutica da parte di chi fa informazione sui farmaci, si confermano quindi imprescindibili per garantire una informazione obiettiva e attendibile. Il ruolo dei bollettini indipendenti è anche quello di analizzare e portare all’attenzione degli operatori sanitari e dei decisori alcuni problemi che riguardano l’accesso ai farmaci (o all’informazione su di essi) oppure sulle decisioni regolatorie non adeguatamente sostenute dall’evidenza. A questo proposito, si portano all’attenzione alcuni esempi pubblicati dal bollettino Dialogo sui Farmaci che riguardano le anomalie della lista di trasparenza AIFA sui farmaci equivalenti a fine 2010. In questa analisi si osserva che il 25% delle specialità della lista hanno un prezzo superiore a quello di riferimento quindi i pazienti devono pagare la differenza. Inoltre, queste specialità sono anche quelle più prescritte. L’articolo forniva anche alcune proposte per migliorare questa situazione (8). Contrariamente a ciò, la quota a carico del cittadino è ulteriormente aumentata da aprile 2011 con l’entrata in vigore dei nuovi prezzi di riferimento. Questa misura, che beneficia al SSN e all’industria farmaceutica, può risultare penalizzante per i pazienti cronici con comorbilità e per i cui trattamenti non ci sono attualmente alternative a costo zero (9). In una logica d’interlocuzione fra le autorità sanitarie e operatori e cittadini ci si augurerebbe che la correzione della lista di trasparenza fosse avvenuta per un intervento più deciso dell’AIFA. Rendere effettiva una lista con più della metà dei farmaci non allineati rende ancora più difficile 10 - Quaderni della SIF (2012) vol. 29 sottoscrizione Tabella 1. Raccomandazione (Raccom) dei nuovi farmaci e fonti di finanziamento dei giornali (7). l’affermazione dei farmaci equivalenti e più velleitaria la politica di rigore che ci si aspetta da una Agenzia regolatoria. Un altro articolo del 2011 sulla lista AIFA dei farmaci innovativi non ha riscontrato adeguate evidenze a supporto dell’innovatività per la maggior parte di loro, né l’agenzia ha ritenuto necessario fornire le evidenze che ne giustifichino l’inclusione nella lista. Una maggiore trasparenza sui motivi alla base delle decisioni regolatorie è tuttora imprescindibile (10). Infine, l’accesso pubblico alle informazioni ufficiali sui farmaci come il riassunto delle caratteristiche dei prodotti medicinali (RCP) è oramai necessaria. Da un’analisi effettuata da DsF, l’Italia è uno dei pochi paesi europei a non fornire un database pubblico e gratuito di accesso a tali documenti (11). Un miglior utilizzo dei farmaci richiede, tra altri fattori, una informazione non fuorviata d’interessi diversi da quelli del paziente. A questo obiettivo contribuiscono da molti anni i bollettini indipendenti. Sarebbe auspicabile che anche le agenzie regolatorie ottimizzassero il loro contributo a tale obiettivo modificando adeguatamente i criteri di valutazione dei medicinali e rendendo maggiormente trasparenti e accessibili i dati sui quali si sono basate le loro decisioni. BIBLIOGRAFIA 1 Garattini S, Bertele V: Rosiglitazone and the need for a new drug safety agency. Personal view. BMJ 2010;341:c5506. 2 Frau S, Font Pous M, Luppino MR, Conforti A Risk Management Plans: are they a tool for improving drug safety? Eur J Clin Pharmacol DOI 10.1007/s00228-010-0848-8. 3. Gøtzsche P, Jørgensen A: Opening up data at the European Medicines Agency. BMJ 2011;342:d2686 doi: 10.1136/bmj.d2686. 4. European Drug Agency Under Fire. Critics Charge That Trial Data Are Too Inaccessible JAMA, August 10, 2011 – Vol 306, No. 6 593. 5. Barbui C, Baschiirotto C, Cipriani A: EMA must improve the quality of its clinical trial reports. BMJ. 2011 May 25;342:d2291. doi: 10.1136/bmj. d2291. 6. Garattini S, Bertele’V: Europe’s opportunity to open up drug regulation. BMJ 2010;340:c1578. 7. Becker A., Dörter F, Eckhardt K et al: The association between a journal’s source of revenue and the drug recommendations made in the articles it publishes. CMAJ 2011; 183: 544-8. 8. Schievenin F, Font M: Anomalie della Lista di trasparenza AIFA: a farne le spese sono i cittadini. Dialogo su Farmaci 2010: 1; 10-13. 9. Amedei S, Pilati P, Torbol M, et al: Perché parlare ancora di farmaci equivalenti?. DsF 2011, 5.206-8. 10. Frau S, Zimol R: Farmaci innovativi le criticità della lista dell’AIFA. Dialogo su Farmaci 2011, 3:96-101. 11. Le schede tecniche dei medicinali. la situazione italiana e internazionale. Dialogo su Farmaci 2009; 3: 113-4. ■